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Autore: _Rainbow    02/02/2011    5 recensioni
Gli occhi azzurri incontrarono quelli blu oceano di Luna, e la giovane seppe con certezza che Bryan non avrebbe mai potuta tradirla.
L’aveva salvata, era suo amico. Quindi, aveva stretto con lei un legame indissolubile, che non poteva essere distrutto neanche dalla più forte delle magie.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2
Vengo da Enoizanigammi.


A Vicky, che
crede ancora di
trovare un sorriso tra le 
pagine di un libro.
Ti voglio bene, Tarantola.

Parliamo ancora un pò di noi.
Non hai scudi di parole,
io non voglio farti male,
ma sei troppo vulnerabile.
E se provo anche a sparire,
tu mi trovi non so come.
Sono un bersaglio mobile.
{ Vulnerabile - Nek }



“Non è possibile. Dissennatori a Cath’s street! Si è ribaltato il mondo, adesso anche i babbani sono in pericolo! Benissimo, sul serio”
Un rumore simile ad un battito di un orologio, prima che la voce riprendesse il discorso appena interrotto.
“Ci mancava solo che quella povera ragazza diventasse come loro! Non oso immaginare, mi vengono i brividi soltanto a pensare ad una cosa simile! Cosa le sarebbe successo? Devo avvertire Albert, lui è l’unico che può vedere e parlare con il Ministro della Magia. Merlino, si sta svegliando finalmente!”
Infatti, Luna Lovegood aprì con calma gli occhi, restando per una manciata di secondi in silenzio, decisamente confusa.
La prima cosa che percepì, fu un gran mal di testa.
Sembrava proprio che volesse scoppiare da un momento all’altro, cosa per fortuna impossibile, fino a prova contraria.
Poi, si accorse che si trovava in un luogo diverso dalla spiaggia del sobborgo babbano, e quindi iniziò a ricordare quello che era successo.
C’erano tre figure alte e scure che le stavano facendo rivivere i momenti più tristi della sua vita, e che le stavano letteralmente succhiando via la felicità e la tranquillità che le rimaneva.
Eppure, dopo l’immagine di uno di quei Dissennatori che si avvicinava al suo volto, non le venne in mente altro; era come se i suoi pensieri successivi a quel momento fossero stati cancellati o resi invisibili, per lasciare al loro posto soltanto nebbia inconsistente.
Appena si accorse che era stesa in un letto caldo e morbido, si mise di scatto a sedere, pronta a scappare se fosse stata in pericolo.
Diede una rapida occhiata alla stanza in cui era finita, notando con piacere che era una di quelle case che aveva sempre sognato.
Era un appartamento non molto piccolo, né enorme.
Le pareti erano di un colore pastello, sul rosso, rosa antico, e proprio dal centro del soffitto pendeva un lungo lampadario che illuminava l’intera camera.
Non c’erano sedie, ma due poltrone arancioni, con un tappeto sul pavimento con strane decorazioni, che la ragazza non aveva mai visto prima.
A sinistra, c’era un tavolo rettangolare marrone scuro, con sopra un vaso pieno di girasoli. A quella vista, la tristezza iniziò a fare breccia nel cuore di Luna, prima che qualcuno la fermasse.
Lo sguardo della Corvonero, questa volta, si soffermò, forse anche più del dovuto, sulla persona che era con lei in quella stanza, e che poco prima aveva sentito parlare.
Si capiva subito, da com’era vestito, che era il proprietario della casa.
Come la stanza, infatti, anche lui portava degli abiti più colorati del solito.
Si trattava di un uomo molto alto, sul metro e ottantacinque, ed era magro, con un fisico davvero, a detta di Luna, niente male.
Aveva dei capelli castano scuro, non tanto corti, che mettevano in risalto i bellissimi occhi azzurri come il mare.
Le labbra, inoltre, erano delineate e sottili, come se fossero state dipinte perfettamente su un viso che esprimeva rassicurazione, calma, e in quel momento, anche preoccupazione per quanto era accaduto alla ragazza.
Infine, la carnagione chiara del ragazzo era tipica di un giovane inglese, nonostante avesse un accento che metteva in discussione quella nazionalità. Tutto faceva pensare che avesse più o meno una ventina d’anni, e che non fosse chiaramente un Mangiamorte pericoloso.
Indossava, quindi, un paio di jeans blu scuro, e una felpa con cappuccio rossa, mentre ai piedi portava un semplice e comune paio di Converse azzurre. Fra l’altro, prima aveva dei guanti di colore diverso, uno giallo e l’altro verde, alle mani, che poi aveva posato su una delle due poltrone dell’appartamento.
Luna, imbarazzata, spostò lo sguardo dal ragazzo ad un armadio che non aveva stranamente ancora notato.
Non era sua abitudine, però, trovarsi a disagio con qualcuno.
Lei era una ragazza decisamente aperta al dialogo, sicura e per niente indecisa.
Quindi, aprì bocca per chiedere come mai si trovasse lì, ma fu preceduta dall’uomo.
“Non preoccuparti, sei al sicuro” iniziò a dire quest’ultimo, con un tono di voce dolce e amichevole.
“Forse non ricordi, ma sei stata attaccata da tre Dissennatori. Sai cosa sono, vero?” chiese, conoscendo già la risposta affermativa.
Luna annuì, senza aggiungere altro.
“Bene. Anzi, male. Comunque, ti stavano letteralmente uccidendo, fortuna che sono arrivato in tempo” fece, mentre un fischio prolungato richiamava la sua attenzione.
Il padrone di casa aveva fatto riscaldare l’acqua per il thè, che adesso era pronto. Si avvicinò ad uno scaffale della piccola cucina situata sempre nella stessa camera, ed estrasse un barattolo contenente zucchero, dal quale ne prese due cucchiai che poi aggiunse alle bevande fumanti.
Infine, girò il tutto, e riempì due tazze con il liquido verde e dolce.
Ritornò da Luna, che nel frattempo, aveva incrociato le gambe, sulle quali aveva posizionato un cuscino bianco e soffice, e si era messa comoda, dopo aver ormai assodato che non correva nessun pericolo.
“Quella lontra argentata era opera tua, quindi?” domandò la ragazza, parlando per la prima volta da quando era arrivata in quel luogo.
“Si, è il mio Patronus, un guardiano che mi protegge dai Dissennatori, in questo caso” rispose velocemente, mentre faceva fluttuare con la bacchetta le due tazze bollenti.
“Ecco a te, spero ti piaccia il thè. Ti consiglio anche di mangiare un pezzetto di cioccolata. Fa sempre bene dopo un incontro con quegli esseri”
aggiunse, facendo arrivare per magia la bevanda davanti agli occhi di Luna, che l’afferrò con entrambe le mani, e indicando il vassoio pieno di tavolette e cioccolatini su un comodino accanto al letto.
“Grazie” disse Luna, osservando attentamente l’altra persona.
Forse era una semplice e stupida coincidenza, eppure aveva il presentimento di averlo già visto e incontrato da qualche parte, anche se non ricordava dove.
“Non c’è di che. Quasi dimenticavo. Mi chiamo Bryan Justes, ma puoi chiamarmi semplicemente con il nome”
si presentò, sorridendo.
Allungò una mano, mentre con l’altra teneva la tazza di thè ancora calda.
Luna la strinse, sfoderando a sua volta uno dei suoi sorrisi migliori.
“Io sono Luna Lovegood. Sei un mago?”
“Certo, e anche tu, vero?” chiese l’altro.
“Si, ma non posso ancora fare incantesimi fuori scuola come te. Come mai c’erano i Dissennatori qui? Non è un sobborgo babbano?” s’informò, interessata a quella strana storia.
Bryan fece di sì con la testa, finendo di bere, e posando il bicchiere vuoto sul tavolo.
“Infatti. Cath’s street è abitato soltanto da babbani. Non riesco a capire come mai sono arrivati fin qui”
fece, passandosi una mano tra i capelli.
“Mi trovo a casa tua, Bryan?” domandò Luna, posando la tazza vuota accanto all’altra.
“Si, ma non abito proprio qui. Ci vengo solo per riflettere e pensare un po’. Tu, come mai ti trovavi da sola in quella spiaggia?”
disse, interessato.
“Lo stesso motivo. Cercavo pace per riordinare i pensieri, ma forse non è stata una buona idea”
concluse, abbracciando il cuscino con le braccia, e notando solo in quel momento che il vestito turchese e i capelli erano asciutti. Probabilmente, era opera di un altro incantesimo del mago.
Inoltre, non aveva più freddo, e la temperatura era tornata quella di prima, segno che i Dissennatori erano lontani da lei.
“No, è stata una pessima idea. Ti senti meglio?”
Fra l’altro, Bryan si era accorto che Luna aveva pianto, e quindi non voleva insistere più di tanto sull’argomento. Ci sarebbe tornato in un’altra occasione, di sicuro.
La ragazza annuì, staccando un pezzetto di cioccolata al latte che le stava offrendo il giovane dagli occhi azzurri. Lo mangiò in fretta, assaporando la dolce sensazione di sentirsi meglio.
Non c’è niente da fare. Alla fine, è proprio vero che il cioccolato fa bene, soprattutto in situazioni come quella!
“Mi dispiace di averti causato tanto fastidio. Non volevo disturbarti”
esclamò d’un tratto Luna, sorridendo timidamente.
Bryan scosse il capo, dicendo che per lui non c’era nessun problema, e che, al contrario, gli aveva fatto addirittura piacere parlare con lei.
Dopotutto, c’era qualcosa che Luna ancora non sapeva.
Bryan non smise di sorridere, e chiese all’altra dove abitasse.
“Su, alle montagne, c’è una casa a forma di tubo molto bella, ed è lì che vivo con mio padre” disse, contenta.
“E tu? Hai detto che non abiti proprio qui” domandò a sua volta la strega.
“Non ho una casa precisa, cambio di solito. Ma posso dirti che vengo da Enoizanigammi
rispose, come se quella fosse la cosa più naturale del mondo.
Luna, nonostante fosse famosa per essere del tutto lunatica, si sentì spaesata.
“Dove si trova Enoizanigammi? Non ne ho mai sentito parlare. E’ un’isola nuova dell’Inghilterra?”
domandò, incuriosita come un bambino.
“No, non credo sia un’isola. Non si trova nel Regno Unito, ma a Aisatnaf, dove ci sono molti altri amici”
spiegò Bryan, rendendo ancora più confusa la cosa.
“Altri amici tuoi?” chiese Luna, cercando di capire.
“Non sono solo i miei amici, ma anche di tutti gli altri”
disse, scrollando le spalle, con un sorriso.
La giovane ragazza non conosceva gli strani nomi di quei luoghi, e pertanto le risultava tutto più difficile.
Eppure, si stava divertendo, sul serio.
“Mha. Non so dove si trovano”
fece Luna, poggiando i piedi a terra, e inclinando la testa di lato.
“Ma quanti anni hai, Bryan?”
Quest’ultimo si portò una mano al mento, come se dovesse pensare alla risposta da dare.
“Ehm, ho perso il conto credo”
disse, con una risata divertita e pura.
“C-cosa? Non ricordi quanti anni hai? Ma è impossibile!”
saltò su Luna, iniziando ad avere il sospetto che Bryan la prendesse scherzosamente in giro.
“L’ultima volta, quando incontrai Vì, una ragazzina con dei lunghi capelli castani e degli occhi nocciola, mi sembrava di contare più di duecento anni. Però, credo proprio che ne sono di meno, sai”
affermò, ricordando qualcosa che aveva vissuto tempo prima.
Aveva detto quest’ultima frase con un tono di voce normale, e un’espressione così seria, che se non fosse suonata una cosa stupida e impossibile, chiunque avrebbe creduto che quella era la verità.
Chiaramente, non si poteva pensare che Bryan avesse sul serio duecento anni, o meno. Nessuno viveva fino a quell’età, a parte i vampiri.
Che fosse uno di loro? No, un secondo.
In quel caso, non si sarebbe accontentato di una semplice tazza di thè, quando aveva la possibilità di bere il sangue di Luna.
E poi, la ragazza aveva studiato che quegli esseri erano più freddi del ghiaccio, cosa che non aveva riscontrato nell’altro ragazzo, nel momento in cui gli aveva stretto la mano calda.
“Duecento anni? Non prendermi in giro, Bryan!”
fece Luna, confusa dal comportamento dell’amico, e allo stesso tempo divertita.
“Non lo sto facendo, infatti”
contrabbattè l’altro, incrociando lo sguardo della ragazza.
Gli occhi azzurri incontrarono quelli blu oceano di Luna, e la giovane seppe con certezza che Bryan non avrebbe mai potuta tradirla.
L’aveva salvata, era suo amico. Quindi, aveva stretto con lei un legame indissolubile, che non poteva essere distrutto neanche dalla più forte delle magie.
Cadde il silenzio, come se quei due ragazzi avessero già detto tutto.
Bryan posò lo sguardo su Luna, e attentamente iniziò a fissarla, con un sorriso.
“Perché continui a guardarmi?”
“Toh, è la stessa domanda che volevo farti io”
fece Bryan, divertito.
“Come mai riesci  a vedermi?”
continuò, riformulando in maniera diversa la frase.
Luna inarcò entrambe le sopracciglia, confusa.
Stava per rispondere a tono, quando nella stanza si sentirono i rintocchi di un orologio a pendolo che segnava che erano le sette di sera.
“MERLINO! E’ TARDISSIMO. Devo tornare a casa, Bryan! Papà non sa che sono qui!” urlò la ragazza, saltando in piedi e mandando all’aria le coperte e il cuscino del letto.
Era uscita di casa la mattina, e non era tornata per tutto quel tempo.
Poteva anche dire che aveva perso tempo al ruscello, ma la scusa non sarebbe stata lo stesso valida, dato che era stata fuori l’intero pomeriggio.
“Nessun problema! Ci Materializzeremo, è il modo più veloce che conosco per portarti fino a casa”
disse Bryan, infilandosi velocemente i guanti alle mani.
Luna non si era mai materializzata con qualcuno, ma non ci pensò su, e strinse il braccio che il ragazzo le offriva.
Un secondo dopo, i due scomparvero nel nulla.




« Angolo dell'autore »
Ciao a tutti, miei lettori.
Vi chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma non sono riuscito a pubblicare prima il capitolo, anche se era già stato scritto e quindi dovevo soltanto metterlo sul sito.
Comunque, tralasciando questo dettaglio, passiamo al secondo capitolo della storia XD
Innanzitutto, ho voluto dedicarlo a Vicky per alcuni motivi.
Sia perchè volevo scusarmi ancora per una cosa, e sia perchè ho citato il suo nome alla fine XD
La dedica non ha molto senso, ma mi piaceva, tutto qui XD E poi, credo che ti rispecchi bene.
Detto questo, continuiamo.
Chi è Bryan, in realtà?
Un semplice amico, o una persona che non vuole rivelarsi?
Un mago o qualcosa di più?
Chi conosce la risposta è pregato di non scriverla nelle recensioni, altrimenti non ci sarebbe la sorpresa per gli altri XD
Quindi, per favore lasciatemi un commento, sarei contento di leggere quello che pensate XD
Vi dico in anticipo che probabilmente Luna non riuscirà a capire nel prossimo capitolo chi è davvero il ragazzo che ha incontrato. Ma non è sicuro in realtà.
Ci tengo, inoltre, a ringraziare le bellissime 6 persone che mi hanno scritto una recensione e le 38 che hanno visto, messo tra le preferite o seguite questa storia. Grazie mille, continuate! (:
Con questo, vi auguro una buona serata.
David.

  
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