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Autore: Perla_Nera    03/02/2011    7 recensioni
Edward Cullen e Bella Swan sono legati da un rapporto d'amicizia importante.
Si proteggono, si consolano e si divertono.
La loro amicizia è vera e solida, ma si sa che l'amicizia tra uomini e donne
può attraversare periodi di dubbi e indecisioni... sarà così per loro? Oppure il valore dell'amicizia sarà più forte?
Dal primo capitolo: "Scheggia e Cip"
Afferrò la barretta poi mi tirò verso di lui baciandomi la fronte.
- Sera piccola!
- Sera omone!
- Allora io pensavo a Romeo + Juliet, che ne dici?
- Mi sembra perfetto!
Avviò con il telecomando il dvd già inserito nel lettore e il film partì.
Sentivo le sue labbra muoversi mentre masticava la barretta di cioccolato e vedevo i suoi occhi verdi fissi sulle immagini dello schermo.
- Perchè mi guardi?
- Fai troppo rumore quando mangi cip!
Non mi rispose. Mi guardava e rise. Un perfetto sorriso sghembo alla Edward Cullen. Lo adoravo. Risposi anche io al suo sorriso,
appoggiando la mia testa alla sua spalla mentre lui mi cinse con un braccio.
Dopo due ore Edward stava già dormendo beato.
I suoi occhi erano chiusi e le sue labbra dischiuse leggermente, mentre ancora mi teneva stretta a sè.
Mi alzai piano e presi le coperte coprendolo. Gli diedi un leggero bacio sulla guancia
e uscii dalla finestra nuovamente, proprio come feci per arrivare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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iseeoy Salve a tutti!!!
Eccomi con il terzo capitolo.
Prima di tutto volevo ringraziare tutti coloro che hanno deciso di seguire la mia storia, grazie sul serio!
Spero continuerà a destare in voi interesse e che quindi riuscirete ad apprezzarla sempre di più =D
Grazie a chi la legge, chi la segue, chi l'ha inserita tra le preferite e le ricordate, davvero un immenso grazie!!!
Ringrazio anche Ginna3 antonella64 e twilighter97 per le recensioni, grazie infinite, sul serio!!!!

Allora ecco che con questo capitolo le cose cominciano a prendere una piega diversa. Ora la trama si sviluppa e tutto comincia a complicarsi ed avere una giusta collocazione.
Credo che questo 3° capitolo abbia un bell'impatto. Spero vi piaccia e sopratutto spero di conoscere presto le vostre opinioni.
Fatemi sapere cosa ne pensate... Un bacio a tutti e alla prossima!



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Pov Edward


21 : 23 Parcheggiai l'auto nel viale della casa di Bella. Le luci nell'abitazione erano accese e l'auto di Charlie era parcheggiata fuori.
Scesi dall'auto e titubante mi avviai verso la porta.
Okay, ero arrabbiato, ma cosa le avrei potuto dire? Potevo imporle la mia volontà?
A me Mike non piaceva ed ero preoccupato per lei, ma come glielo spiegavo? Non avrebbe capito che lui poteva farle del male, non avrebbe capito che forse la stava prendendo in giro, non avrebbe capito che cercavo di fermarla da qualcosa che l'avrebbe ferita.
Eppure ero lì. Fermo di fronte la porta di casa sua, ad aspettare quel coraggio che ancora non arrivava, quel coraggio che mi avrebbe aiutato a spiegarle che stava facendo la cosa sbagliata.
Conoscevo Bella e sapevo che quando qualcuno cerca di "imporle" qualcosa lei diventa furibonda e io in quel momento non sapevo se mi avrebbe capito.
La porta, senza che io suonassi il campanello, si aprì di fronte a me mostrandomi una figura alta quanto me, con i baffi e un cappello malconcio sulla testa.
- Charlie! - dissi sorpreso.
- Edward, ho visto la Volvo! Che fai rimani lì? - mi chiese alzando un sopracciglio forse stranito dalla mia espressione assorta e persa nei miei pensieri.
- Ehm, no!- sorrisi entrando in casa e richiudendo la porta alle mie spalle - Bella? - chiesi subito prima che Chiarlie mi domandasse altro.
- E' di sopra! - rispose come se fosse scontato, alzando la mano per indicare le scale.
- Grazie Charlie! - gli dissi facendogli cenno e salendo le scale lentamente.
Ogni gradino mi creava un dubbio facendo nascere un pensiero nuovo che mi facesse titubare su quello che stavo facendo. Forse mi sarei dovuto calmare prima di precipitarmi qui. Forse dovevo pensarci meglio.
Feci un lungo respiro quando mi ritrovai la porta di camera sua di fronte. Ero nervoso e indeciso. Non feci altro che guardare i segni impressi su quel pezzo di legno che indicavano la nostra altezza. Era un abitudine che avevamo quando eravamo più piccoli. Segnavamo la nostra altezza, anno dopo anno, il giorno del mio compleanno che io trascorrevo con lei a casa sua, dove si divertiva a preparare strani dolci con mia sorella Alice.
Il dolore alle mani mi fece rinvenire da quei pensieri. Avevo i pugni chiusi così forte che le nocche ormai erano bianche.
Senza pensarci ulteriormente bussai delicatamente alla porta. Due colpi. Nulla. Nessuno mi rispondeva.
" E' uscita di nascosto!" pensai inizialmente, forse per non destare sospetti. Charlie non avrebbe approvato una sua serata con Mike, soli .
"No, non è da Bella..." riflettei lucido pochi secondi dopo. Riprovai a bussare ma per la seconda volta non ebbi risposta.
Aprii pian piano la porta affacciandomi con la testa nella sua stanza. La prima cosa che sentii era il suo profumo impresso tra quelle quattro mura. Profumo di fragola, di qualcosa di dolce.
Poi alla luce lieve di una lampada la vidi. Era stesa sul suo letto, con ancora un paio di jeans addosso e una camicia. Era in posizione fetale con le mani sotto il cuscino. Mi avvicinai lasciando la porta aperta alle mie spalle.
I suoi occhi erano chiusi e sereni e le sue labbra leggermente dischiuse. I suoi respiri erano però più forti e si notavano anche con lo sguardo percependo il movimento del suo esile torace.
Mi sedetti al suo fianco. " Non ci è andata! Non è andata da Mike" pensai felice e più sereno. Non volevo potesse trovarsi in una situazione scomoda quale immaginavo programmava Netwon.
Le scostai una ciocca di capelli dal viso. Arricciò il naso e si voltò stizzita facendo capire che quel gesto le aveva infastidito il sonno. Sapevo avrebbe reagito così. Quando dormiva non voleva essere infastidita, andava quasi in letargo.
Mi alzai dal letto afferrando le lenzuola e coprendo Bella. Feci per andare via dalla stanza, quando vidi acceso il suo pc sulla scrivania. Mi avvicinai per spegnerlo ma ciò che il desktop proiettava catturò la mia attenzione.
Era la pagina della posta elettronica. Era aperta su un' e-mail, inviatale quel giorno stesso un'ora prima. Destinatario, Isabella Swan. Mittente, Mike Netwon.
Diedi uno sgardo fugace al viso di Bella che si intravedeva tra le coperte. Dormiva tranquilla. I miei occhi tornarono sul pc e lessi il contenuto del documento.

Bella!
Cancella l'e-mail precedente! Nessuno deve sapere...

I miei occhi rilessero un'altra volta le poche righe. E ancora una volta. E di nuovo. E ancora.
Cosa voleva dire Newton con quelle parole? Dov'era la prima e-mail? Cosa era successo?
Cominciai a sfogliare la sua posta elettronica fregandomene in quel momento della privicy e di tutto il resto. Nulla. Messaggi pubblicitari, appunti di matematica e qualche e-mail a catena.
Controllo la posta inviata. Due messaggi inviati ad Angela Weber per ringraziarla degli appunti. Clicco sul cestino, ma non trovo nulla.
Cos'era successo? Che voleva dire "Nessuno deve sapere..."? Cosa? Chi nessuno? Che mi stava nascondendo Bella?
La guardai per un attimo dormire beata con un leggero sorriso sulle labbra. I suoi capelli erano sparsi sul cuscino mentre i suoi respiri rimasero costanti.
Potevo svegliarla? Dovevo chiederle ora spiegazioni?
Forse non era il caso. Poi ricordai che Charlie sarebbe potuto salire a momenti non sentendo alcun rumore e non vedendomi scendere. Era tipico di lui.
Gurdai ancora Bella e poi il pc. Lasciai tutto com'era e scesi al piano inferiore.
- Charlie, io vado, Bella è a letto!
- Okay Edward! Salutami la tua famiglia e dì a Carlisle che quando vuole sono pronto per il campeggio!- mi rispose dal soggiorno dove stava sicuramente guardando una gara sportiva.
- Riferirò! Buonanotte! - chiusi il discorso, chiudendo la porta e chiudendo anche quella serata poco piacevole.
Raggiunsi presto l'auto, trovando quasi riparo nell'abitacolo. Poggiai la testa al sedile sospirando e chiudendo un attimo gli occhi.
Non mi piaceva quello che avevo letto. Non pretendevo che Bella mi dicesse tutto, ma di Mike non mi fidavo e quelle parole mi preoccupavano, sapendo che provenivano da quel soggetto.
Misi in moto il motore e mi diressi verso casa, pronto solo a farmi una bella dormita in attesa della verità che prevedevo per il giorno seguente.


Pov Bella

Quella mattina mi alzai intorpidita. Probabilmente perchè dormii tutta la notte con i jeans. Mi alzai dal letto e andai spedita verso il bagno per lavare via la stanchezza. Mi fiondai sotto il getto fresco della doccia e uscendo presi a prepararmi veloce. Indossai un paio di jeans scuri, una t-shirt e una felpa blu con la zip. Afferrai il mio zaino pronta a scendere per andare al mio pick up e raggiungere il liceo di Forks.
Poi i miei occhi si posarono sul pc poggiato sulla scrivania. Lo schermo era spento. Mi avvicinai e afferrai il mouse muovendolo un pò per disattivare lo stand-by. La pagina era la stessa della sera precedente.
Le immagini nella mia mente erano visibili e chiare, come se le sentissi sulla pelle...
I miei occhi presero a bagnarsi veloci. Erano lacrime amare. Sporche. Dolorose.
Ripulii velocemente il mio viso e corsi giù dalle scale uscendo di casa senza farmi vedere. Raggiunsi il mio pick up e mi diressi verso scuola.
Edward. Era l'unica cosa che riuscivo a pensare. Il giorno prima non ero riuscita a vederlo. Non l'avevo neppure sentito. D'altronde neppure lui mi aveva chiamata. Probabilmente troppo impegnato con Tanya...
Arrivai nel parcheggio della scuola in ritardo. Mi voltai in cerca della sua auto. Dov'era la sua stramaledettissima Volvo metallizzata? Dovevo parlargli, subito! Non potevo aspettare.
Scesi dalla mia auto. Mi guardai ancora intorno, ma non la vidi. C'era solo la Porche gialla di Alice. Forse stamattina era venuto con lei.
Fuori all'istituto era rimasta solo qualche persona sparsa qua e là. Ormai la campana era suonata. Non potevo trattenermi. Eppure non sapevo che fare...
Mi portai una mano alla testa, quando avvertii il capogiro. Ero agitata e il mio corpo ne pagava le spese.
Barcollavo e sentivo le mie gambe deboli. Non potevo entrare a scuola in questo stato. La mia dignità non lo avrebbe sopportato. Avrei avuto troppi occhi addosso e questo non mi piaceva.
Cercai di raggiungere la mia auto nel parcheggio senza cedere a quello stato in cui il mio corpo ora si trovava. Ma non servirono medicine, perchè ad aiutarmi a riprendere possesso di me stessa ci pensò qualcos'altro.
Ero quasi vicino al pick up quando vidi tutta la scena.
Tyler, un ragazzo-armadio di due metri, Spencer, uno membro della squadra di football, Paul , ancora membro della squadra di football nonchè miglior allievo del corso di lotta libera e infine Mike. Erano lì. Beffardi. Sorridenti. Senza ritegno. Soddisfatti. Poi scrutai la figura piegata sul cemento freddo. Piegata. Debole. Senza forze. Sanguinante. La visione di quel liquido rosso mi diede il voltastomaco, era nauseante.
Un duro colpo allo stomaco. Un altro. E un altro ancora. E poi un pugno dall'alto. Un altro, ma da un'altra direzione.
Ancora risate. Ancora beffardi. Ancora soddisfatti.
I miei occhi rimasero spalancati mentre vedevano quelle immagini crude e dolorose. Ero scioccata. Il mio corpo non rispondeva ai comandi del mio cervello che urlava solo di andare via, andare da un qualche professore, dal preside, da una qualsiasi persona potesse darmi conforto e aiuto. E sopratutto una qualsiasi persona potesse soccorrere quella figura che ora rimaneva ancora lì, piegata al suolo.
Non riuscii a muovermi neppure quando i quattro ragazzi ora si avvicinavano nella mia direzione. Camminavano veloci. Forse mi mossi troppo tardi perchè uno di loro, Tayler, fece cenno agli altri facendo notare la mia presenza.
- Ci penso io! - sentii dire da una voce conosciuta.
Mi voltai andando verso il mio pick up, quando mi sentii tirare dal braccio con forza.
- Bella! Bella... ehm... cos'hai visto? - mi chiese Mike con nonchalance sorridendo, come se non fosse accaduto nulla.
- Cosa ho visto? E me lo domandi? Mike, m-ma... tu, cosa...
- Shhhh! - mi interruppe allontanandomi ulteriormente e facendomi appoggiare con le spalle alla mia auto.
Le sue mani erano appoggiate sulla portiera, all'altezza delle mie spalle, come a delimitare quello spazio creatosi tra noi.
Diede uno sguardo agli amici per poi tornare su di me. I suoi occhi ora mi facevano paura, mi guardavano con rabbia.
- Ascolta Bella! Lo meritava okay? Era giusto...
- NO! - gli urlai in faccia mentre presi a tremare velocemente.
Mike sbattè forte la mano sulla mia auto vicinissimo al mio viso. Un brivido mi fece trasalire a causa di quel suo gesto.
- Bella, cazzo, devi ascoltarmi! Non ne devi far parola di quello che hai visto, chiaro? Di tutto! Mi capisci? - mi disse a denti stretti con rabbia riferendosi a qualche altro episodio.
- M-ma, io... non posso... - dissi mentre le lacrime cominciarono a rigare il mio viso. Erano lacrime di rabbia, di dolore, di paura.
- Shhhh, non piangere... - mi disse ora più gentile. Quei suoi sbalzi d'umore mi intimorivano.
- Sai cosa devi fare - rposeguì - non farne parola con nessuno e sopratutto mantieni la tua promessa...
In vertià non avevo promesso, ma non avevo scelta....
- Non ti azzardare più a vedere Edward al di fuori della scuola! Sai che mi da fastidio quello intorno. Non voglio più che tu lo veda, mi hai capito? - il suo tono era tornato duro.
- Mike, non puoi farmi questo! - dissi tra i singhiozzi.
- Ti avevo detto di ascoltarmi cazzo! - urlò tra i denti assicurandosi che nessuno l'avesse sentito - Azzardati a farne parola con qualcuno o a vedere quel Cullen e poi lo ritroverai lì, a terra!
Le sue mani indicarono la figura di quel ragazzo che ora si stava rialzando lentamente. Le sue labbra erano tinte di rosso, ma non di un rosso appartenente alla sua carnagione, ma un rosso vivo, rivoltante per me. Era sangue. Sangue sulle sue labbra. Sangue dal suo naso. Lividi. E dolore. Un espressione di dolore.
Edward....
Edward... sangue... dolore... no!!! Non potevo permettere che accadesse una cosa del genere. Non dovevo essere la causa di una tale tortura per Edward. Per il mio cip. Per il mio migliore amico.
Il mio migliore amico che non avrei visto più al di fuori delle mura scolastiche. Il mio cip con il quale non potevo più trascorrere i mercoledì a guardare film. Edward che non potevo permettere vedere al suolo.
Due mani fredde mi presero il viso. I suoi occhi erano dolci, proprio come quelli di cui mi ero invaghita, che mi piacevano.
- Ti prego amore, dimmi che hai capito...
Lacrime. Questo era ciò che vedevo. Il mio corpo stava cedendo alla debolezza, ma non potevo permettere tutto ciò. Avrei trovato una soluzione. Dovevo farlo. Non poteva permettergli tutto questo.
- Si, ho capito Mike! - dissi nel modo più freddo che potei, cacciando via le lacrime che non meritava, senza guardarlo neppure negli occhi.
Mi baciò. Un bacio sporco, veloce e doloroso. Ancora una volta, doloroso.
Andò via con i suoi amici, lasciandomi lì, persa nelle mie stesse paure.
 " Dove sei Edward?" pensai quando le lacrime cominciarono a scendere ininterrotte.
   
 
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