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Autore: ludox    03/02/2011    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se la famiglia Cullen riuscisse, dopo tanti anni, ad avere dei figli?E se questi figli cresciuti risultassero il contrario di quello che i genitori volessero?Se si ritrovassero immersi nella discriminazione e in tutte le altre problematiche in cui si imbattono i ragazzi di oggi?Come potrebbe reagire una famiglia all'antica come questa se entrasse a contatto con il mondo dei ragazzi del ventunesimo secolo?leggete e scropite!
SECONDA SCRITTRICE Mary_Whitlock
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Nuovo personaggio, Rosalie Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Successivo alla saga
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TI VA DI FARE UNA FESTA?

 

Ciao!

Scusateci per l'enorme ritardo ma avevamo troppe cose da fare e quindi non ci potevamo vedere.

Grazie a tutti quelli che seguono (in particolare Fra_Volturi, Rebecca Lupin e Hermana per aver recensito)

Speriamo con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia e che vi incuriosisca un po'=)

Prima di lasciarvi vi lasciamo le foto dei personaggi... diteci cosa ne pensate!!

ELEONORE:http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296747953.png

MARISOL:http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296748363.png

HENRY:http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296748340.png

DEREK:http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296748388.png

baci

Ludox e Mary

 


Era da circa due ore che Henry se ne stava seduto immobile sul letto della sua stanza.

Fissava con occhi attenti e scrupolosi la piccola pianta grassa che teneva accanto al comodino, ma non si può dire però che anche la sua testa fosse concentrata.
Gli succedeva spesso di riflettere per ore, sdraiato, completamente al buio: chiamava quelle ore “ la sua piccola pausa”.
Durante la giornata era sempre molto impegnato: le più delle ore le passava con gli altri tre ragazzi di casa Cullen e nelle numerose ore vuote che gli rimanevano un libro era sempre aperto davanti ai suoi occhi, arrivavano così a sapere tutto perfettamente e a volte a studiare anche più del dovuto.

 In tutte le classi finiva così per essere considerato il più bravo, ma con il suo atteggiamento simpatico e spiritoso a nessuno era mai venuto in mente di denominarlo “secchione”. Anche perché lo studio non era poi la sua passione.
La verità è che studiava e rifletteva per fuggire da quel mondo che ormai gli era così tanto familiare.
Le persone fin da quando era bambino non l’avevano mai accettato per quello che era e finiva quindi a assumere un atteggiamento diverso con diverse persone. Con suo padre si trasformava in “ Henry il figo”, con sua madre in “Henry il bambolotto”  l’eterno figlio coccolone, bravo e bello. Perfino con i suoi cugini e amici non era se stesso: con loro doveva essere costantemente l’ “Henry divertente e spiritoso”.
Anche se stanco di questa situazione non sapeva come agire e finiva per trovare soluzione solo nell’andare avanti così e imparare a sopportare.
Si sentiva oppresso, schiacciato e solo quando era solo il suo essere poteva uscire come un raggio di sole in un cielo troppo oscurato. Studiando si sfogava, si lasciava andare: forse era anche per questo che la sua calligrafia non era mai stata delle migliori.
Mentre stava riflettendo riguardo alla sua condizione cercando per l’ennesima volta invano una scappatoia, con passo felpato la ragazza ribelle della famiglia fece irruzione nella sua stanza accendendo la luce e attirando immediatamente la sua attenzione.
Si era cambiata da quando era tornata da scuola: mentre prima indossava jeans chiari e una camicia a quadri abbinata a una canottiera, adesso aveva pantaloncini di jeans neri un po’ rotti con sopra una maglietta delle Runaways, il suo gruppo musicale rock preferito.
- Da quando non si bussa?! - esclamò Henry strofinandosi gli occhi.
- Se ci tieni così tanto alla tua privacy perché non ti chiudi a chiave?!- rispose sorridendo Eleonore chiudendosi la porta alle spalle.
- Lo terrò in considerazione – rispose il ragazzo soffocando una risata - Cosa sei venuta a dirmi?-

Se c’era una cosa sulla quale era sicuro era che Eleonore non disturbava mai una persona se non aveva niente di veramente importante da dirgli, peccato che per lei anche il fatto che non trovava uno dei suoi 7 anelli (che portava regolarmente alle dita) era una cosa superimportante.
Eleonore si avvicinò ancora più e sedendosi accanto a lui gli disse:- Hen ultimamente ti vedo un po’ teso… Tutto ok?-
- Sì, tutto bene… - era combattuto tra il dire quale fosse uno dei suoi problemi oppure continuare a comportarsi come la persona a cui va tutto bene, ma alla fine la parte più codarda che aveva nell’anima l’ebbe vinta.
Eleonore lo guardò con attenzione e poi riattaccò:- Guarda che a me lo puoi dire…-.

Non riuscì a finire la frase che Henry saltò in piedi e le invenì contro:- Ti ho già detto che va tutto bene!-

Fece una pausa in cui si accorse di aver esagerato. Si rimise dunque a sedere e con tono più tranquillo continuò: - Scusami ma oggi non è giornata, quindi per favore se sei venuta qui solo per questo vai via…-. Eleonore sembrò capire e senza dire più nulla si mise in ginocchio, prese dalla tasca dei pantaloncini un pacchetto di sigarette e se ne accese una per poi soffiargli sul volto un po’ di fumo.
- Ok, non vuoi dirmelo, sono cavoli tuoi! - disse con un tono calmo ma allo stesso tempo un po’ arrogante - Sono venuta per chiederti se fossi d’accordo di organizzare una festa qui domani o insomma il più presto possibile. Ma ti lascio pensare sulla faccenda… non voglio rovinare la tua pacata tranquillità. –
Senza aspettare altro, sempre con la sigaretta in bocca, spense la luce ed uscì, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando un Henry pietrificato a fissarla sul letto.

Si diresse allora in camera di Marisol che era l’ultima stanza del corridoio e quella che fra tutte aveva la vista migliore.
Ma appena aprì la porta rimase di sasso.
Mary non era sola.

Con lei c’era anche Dereck e i due, seduti sul piccolo letto della ragazza, si baciavano con passione frenata. Una mano di lui era immersa tra i boccoli biondi e l’atra dolcemente tirava la ragazza verso di lui facendo aderire i loro corpi come in un abbraccio. Lei con le mani posate sulla sua faccia e le gambe intrecciate intorno alla sua vita, gli occhi socchiusi e le labbra che sembravano sorridere anche mentre baciava.
Eleonore sapeva del loro fidanzamento ma la situazione la fece comunque rimanere in imbarazzo. Anche se solitamente davanti a queste cose non si scandalizzava non riusciva a non staccarsi dalla porta. Ma di certo non poteva restare lì in piedi senza fare niente. Il suo unico pensiero fu “nei film funziona sempre “ prima di riempire l’aria con un colpo di tosse.
Come da copione i due innamorati spaventati da quel suono si staccarono di colpo fissandola come se fosse un alieno.
– Potete anche continuare, passo dopo!- disse ironica Eleonore sedendosi sulla scrivania sempre in ordine della nipote.
- Pensavamo fossi qualcun altro – esclamò Marisol che anche se ormai non erano più avvinghiati come prima continuava a stringere la mano a Derek.
- Lo so bene piccioncini!- rispose continuando a stuzzicarli mentre Mary si affrettava a sistemarsi i capelli in una coda- Ma possibile che in questa casa nessuno conosca il “chiudersi a chiave”. Sapete non è una cosa complicata: basta prendere la chiave, infilarla nella toppa…-
- Abbiamo capito Eleonore! – esordì Derek interrompendola – è che l’ultima volta Jasper…-
- Perché non lo chiami zietto Jazz?- chiese Eleonore scoppiando a ridere.
- Uno quel “zietto” lo usa La troia quindi mai mi permetterei di scendere ai suoi livelli e secondo se dicessi così risulterebbe che Mary è mia cugina che non è assolutamente vero!- la voce del ragazzo era diventata tutta ad un tratto un urlo e la sua innamorata si era affrettata a stringergli di più la mano per evitare che le sue emozioni gli facessero perdere autocontrollo, cosa che negli ultimi tempi avveniva troppo spesso e in quei momenti solo Mary riusciva a calmarlo.

Appena la ragazza gli aveva stretto più forte la mano la tranquillità l’aveva invaso come se fosse una cosa materiale e controllabile.

C’erno due modi per far perdere le staffe al ragazzo: dire che l’amore tra lui e Mary non poteva esserci per una questione di sangue e sua sorella, denominata da lui con affetto “La Troia”.

Renesmee era sicuramente il suo punto debole e quando vedeva i due fratelli litigare Eleonora non poteva fare a meno di pensare che se Derek non ne era ancora andato via da quella famiglia che tanto odiava era proprio per Marisol.
- Secondo noi – riprese il discorso il ragazzo risedendosi accanto a Mary – il fatto che i nostri genitori non abbiano nemmeno il creatore in comune non ci rende meno imparentati di due estranei, in relatà siamo meno imparentati di Emmett e Rosalie a dirla tutta! E se vuoi far valere la storia dei cognomi beh io sono “fratello” dei Cullen lei degli Hale quindi siamo nelle stesse condizioni dei nostri genitori. –
- Allora perché non dite ai genitori che siete insieme?- chiese Eleonore per la quarantacinquesima volta da quando 2 anni prima i due si erano dichiarati amore.
- Per loro è diverso. Oltre il fatto che i nostri padri vedono il fidanzamento la prima fase verso il matrimonio e non come il fidanzamento tra due sedicenni, per loro sarebbe come un tradimento nei confronti della famiglia! -
- Ok – rispose Eleonore interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato – comunque volevo chiedervi se vi va di organizzare una festa per presentarci in qualche modo alla classe…–
- Certo! E’ un’idea grandiosa! – la interruppe Marisol incominciando con gli occhi lucidi a fantasticare – potremmo invitare tutta la scuola almeno ci facciamo conoscere!No tutta la scuola è un po’ troppa facciamo tutte le terze. Potremmo scegliere un tema o solo un colore…-
- Eih ragazzina frena la tua fantasia! – la interruppe Eleonore sogghignando – prima bisogna convincere i nostri –
- Oh, è molto facile. Ho già un’idea! –



***



I quattro ragazzi se ne stavano seduti sul divano di casa già pronti per raggiungere la scuola e fissavano i genitori con un volto sospetto.
- Insomma non vi farebbe male andare a caccia un po’ distante da qui, dove ci sono davvero molti animali. – la voce di Marisol riecheggiò per la decima volta nell’aria ripetendo lo stesso discorso al quale i genitori non si erano ancora degnati di dare risposta - Potreste stare via per un po’ di giorni a noi penserebbe Nessi –

Derek alzò gli occhi al cielo e prima che potesse ribattere una gomitata nello stomaco della riccia l’aveva già bloccato.
- E va bene – rispose alla fine Carslisle fissando negli occhi un ragazzo alla volta e soffermandosi alla fine sulla figlia – ma con la condizione che Renesmee e la sua famiglia stiano in casa con voi e intendo in questa casa. Vi prepareranno la cena e… –
- Ci rimboccheranno le coperte?- concluse Eleonore scocciata – papà non abbiamo 3 anni, sappiamo cavarcela! –
- Se lei non starà con voi non se ne fa niente. – si intromise Bella e questa volta Mary dovette tirarglielo più forte del precedente per evitare che il fidanzato si alzasse e rovinasse tutto.
- D’accordo starà con noi – rispose in fretta la riccia che si era resa conto che due non li avrebbe mai controllati.- Quindi voi andrete via? –
- Sì, come da patto staremo via tre giorno ma avvisati al nostro ritorno la casa dovrà essere com’è ora. Noi partiamo nel pomeriggio e voi ora dovete andare a scuola –
I quattro ragazzi si alzarono e dopo dei saluti veloci uscirono dalla stanza diretti verso la fermata del pullman.

- Mi spiegate perché dovremmo stare con quella cosa?– la voce di Derek rimbombò nel bosco dando sfogo al pensiero che lo tormentava per tutto la mattina.

- quella cosa è tua sorella! Puoi sopportarla per due minuti – rispose Henry con voce tranquilla.

- No dato che starà con noi  tutto il tempo e vi assicuro che con lei in casa addio festa!-

- Ma quanto sei scemo Derek! – si intromise Mary che da quando i genitori avevano accettato non poteva fare a meno di sorridere soddisfatta – lei non resterà con noi.-

- A no?- chiese Eleonore alterando leggermente la voce.

- Certo che no! Figurati se ci ha voglia! Starà a casa sua, ci ho già parlato ieri, verrà solo oggi pomeriggio domani per vedere che non abbiamo distrutto la casa dopo la festa.-

- Lei sa della festa?- l’urlo di Derk fece quasi spaventare la ragazza che senza preavviso si bloccò.

- Certo non po’ non essere una nostra alleata!-

- E come la mettiamo con il fatto dei poteri?- chiese Eleonore mentre il pullman si fermava davanti invitandoli a salire.

- Questo è stato il problema più grande ma ho trovato una soluzione – disse la ragazza sedendosi con i cugini sui primi quattro posti liberi.- I giovani Quileute verrano alla festa.-

- No!- l' urlo dei tre rimaneti fece voltare il resto del pullman verso di loro.

- Insomma dai Jack ha meno anni di noi – rispose la ragazza abbassando la voce.

- Chi ci sarà del branco?- chiese Derek avvicinandosi alla fidanzata per sentire meglio.

- Jack e suo fratello. Sono gli ultimi entrati. Jack ha 14 anni e Ben 18! Non ci daranno fastidio –

- Beh non è male come piano – rispose Henry.

- Funzionerà ne sono convinta –

E quando Mary usciva con una frase del genere nessuno aveva il coraggio di contraddirla.



  
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