PS: ascoltate questa canzone mentre leggete: trovo cali meglio nell'atmosfera.
Her
name is Bellatrix Lestrange.
Non
c’era senso. Nulla aveva più valore. Gli eventi, i
pensieri, la vita.
Tutto
aveva perso significato.
Si era lasciata avvolgere
dal freddo e dal
dolore che quella prigione portava dentro di lei.
Dietro
quelle sbarre, ogni pensiero era una sofferenza. I ricordi, come lame
nella
carne, le ferivano e laceravano la mente.
Sentiva le urla e il dolore dei dannati che condividevano il suo stesso destino. Odiava quella situazione.
Eppure,
sapeva che non sarebbe mai riuscita a stare lontana
da tutta quell’angoscia, perché la
disperazione, per
poco che duri, diventa una sorta d’asilo nel quale ci si
può sedere e riposare.
La
litania che proveniva dalla cella di fianco alla
sua divenne più forte. Il suo vicino continuava a ripetere
sempre le stesse due
parole. «Devo resistere.»
Riusciva a vederlo solamente attraverso le crepe del muro. I lunghi capelli neri spettinati gli ricadevano sul viso.
Era una figura familiare, ma non riusciva a capire chi fosse.
L’uomo alzò improvvisamente la testa. Incrociando quegli spiritati occhi color ghiaccio, lo riconobbe.
Non
aveva idea che suo
cugino le fosse così vicino.
Sirius,
il traditore.