Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: G4s15    07/02/2011    4 recensioni
1979 e 1980: James Potter viene spinto insieme ai suoi inseparabili Malandrini su una via più oscura e tenebrosa rispetto alla vita perfetta che conduceva qualche mese prima, pensando, però, di poter compiere il bene. Il bene della donna che ama e di un altra persona a lui molto cara. Eppure, i misteri sono tanti ed irrisolti. Perché? Perché sono stati scelti i Malandrini e, soprattutto, James Potter? Chi sono questi strani Auror che lavorano in incognito dal Ministero e dall'Ordine? Quale e come sarà la vita di James Potter ora che è stato allontanato dalla sua amata Lily Evans?
Prima mi sentivo davvero l’uomo più felice sulla faccia della terra. Ma, purtroppo, lo stupido sono stato io. Quando ero con lei, non passava momento in cui non mi chiedevo come avrei vissuto se Lily se ne fosse andata. Ed ora, eccomi qui! Imbucato, insieme a Sirius, Remus e Peter, ad una festa di non so chi per festeggiare il figlio che ha fatto non so cosa. Siamo tutti e quattro seduti ad un tavolo e stiamo bevendo per evitare di parlare. Ma, per capire, bisogna partire dall’inizio. Precisamente a quattro settimane prima. Ergo… un mese…
Da parte mia, posso solo assicurarvi che sarebbe un grosso errore giudicare questa fanfiction triste e deprimente al solo leggere l'introduzione e il prologo! Spero, invece, che riesca ad incuriosirvi abbastanza! Vi aspetto numerosi :)!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'e'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(QMNSHDF) Capitolo XLV - Silente

Questo Matrimonio Non s’Ha Da Fare

Capitolo Quarantacinquesimo –  Silente

 

[Eppure, quello che mi si para davanti ha la capacità di farmi congelare il sangue in un secondo.

La chiesa è appena stata invasa da una decina di incappucciati neri... con quelle orrende maschere di ferro che appartengono ad un solo ed unico motivo.

Voldemort.]

 

«James?» ansiosa, Lily mi chiama in un bisbiglio.

Io ritorno a nascondermi completamente dietro il muro e mi giro verso di lei.

«La chiesa è piena di...».

«Potter!!» m’interrompe una voce possente.

Con uno scatto felino, mi volto di nuovo verso la fine del muro.

Stringo ancora di più l’impugnatura della bacchetta e mi allontano di qualche passo spingendo indietro anche Lily, allontanandola.

«Mangiamorte?» chiede lei, spalancando gli occhioni verdissimi.

Subito dopo, sento il mio braccio, quello che la tiene ferma contro il muro, che viene stritolato dalla sua mano libera.

Questo mi porta solo a digrignare i denti.

Maledetti!!

Che cosa vogliono adesso?

Che cazzo vogliono questi adesso?

Che devo fare?

Forza, James... pensa, pensa, pensa, pensa, pensa... continuo a comandarmi da solo nel tentativo di trovare una via d’uscita più veloce e più sicura possibile.

«È inutile che ti nascondi, Potter!! Ti abbiamo visto insieme alla tua schifosa Sanguesporco!!» mi chiama di nuovo la stessa voce di prima.

Bastardo, come osi?! penso in mente, trovandomi a stringere involontariamente il braccio di Lily che ho nella mano libera.

La sento muoversi, dolorante, e mollarmi istantaneamente un pizzicotto sullo stesso.

«Scusa» mormoro infastidito non osando dare le spalle alla parte da dove provengono le voci e gli incantesimi dei Mangiamorte.

«Cosa facciamo adesso?» mi domanda in risposta, totalmente dimentica dell’inutile scambio di pizzichi e battutine.

«Potter!!!» urla ancora più forte la solita voce, «Non abbiamo tutto il giorno, Potter!!! Esci immediatamente allo scoperto!».

«Siete dei poveri illusi se pensate di poterci prendere!!» gli rispondo, piccato.

Come... come osano comandarmi in questo modo?

«Lo sai che non è te che vogliamo, Potter!» continua, imperterrito l’uomo, ridendo subito dopo.

Come se fossi stato colpito in una ferita ancora più interna, mi ritrovo ad arretrare ancora di più distanziando quanto più possibile Lily da quei mostri.

Lei, per quanto non lo ammetterà mai, invece, ha trattenuto il fiato.

«E non vogliamo nemmeno la schifosa Sanguesporco» procede lo stesso di sempre con un tono strano... quasi di scherno.

Lo so riconoscere.

Sono del tutto convinto che se adesso mi sporgessi a controllare la situazione e potessi vedere quel gran figlio di puttana in faccia, scoprirei un ghigno orribile.

Eppure, ora si che non ho più la sensibilità al braccio.

Lily me lo sta completamente stritolando, mentre il mio cuore ha ripreso a battere con una velocità tripla a quella di prima.

Non vogliono me...

Non vogliono Lily...

...

E... e chi diamine vogliono?

Il... il prete, vero?

Vogliono il prete!

Devono volere il prete!

Non... non ci sarebbe altra spiegazione.

Queste sono le uniche persone che si trovano qui...

Loro non... non vorrebbero mai prendersela con un bambino, no?

Che senso avrebbe, poi?

Insomma, la storia della Profezia era tutta una sciocchezza... per quale motivo, quindi, vorrebbero Harry?

Non c’è nessuna spiegazione logica!!

Quindi, non sono qui per noi.

Ma da quale mondo i Mangiamorte fanno la carità e lasciano andare le loro potenziali vittime?

«James...» mi chiama Lily con una voce del tutto diversa da quella che mi aspettavo.

Oso dare una sbirciata nella sua direzione e la scopro bianca cadaverica e terrorizzata da quello che ha appena sentito.

Non penserà mica che la storia della Profezia sia vera, no?

È una sciocchezza!!

Quale persona sana di mente ci crederebbe, Porco Merlino?

«... A quest’ora avranno già circondato la chiesa, James. Che facciamo?» mi domanda in un lampo di razionalità provando a tirarmi nella direzione opposta alla fine del corridoio.

Giusto!

Cerchiamo una via d’uscita dall’altra parte!

Anche se avranno circondato la chiesa, basterà schiantare qualcuno e avere campo libero per la smaterializzazione.

«Aspetta, Lily, aspetta un secondo» le dico, opponendo per un attimo un po’ di resistenza e bloccando la sua iniziativa.

«Cosa vuoi fare? Vuoi farti ammazzare?» risponde in un sussurro infuriato, incenerendomi al secondo.

Io la ignoro.

Punto la mia bacchetta contro la mia gola ed estraggo una piccola luce da essa.

È un incantesimo decisamente utile che ho imparato da Remus durante la nostra lunghissima permanenza a Villa Black.

Questo permette di... in un certo senso... prestare, copiare la propria voce alla lucina per qualche momento, illudendo i nemici (o gli amici se si tratta di uno scherzo) che si è ancora in un preciso posto quando, invece, ci si può allontanare per quanto si vuole.

Lily, dietro di me, sono sicuro, mi sta guardando sconcertata.

Ed, infatti, quando mi volto dopo aver lasciato galleggiare in aria la luce ben coperta dal muro ed invisibile agli occhi dei Mangiamorte, leggo la confusione nei suoi occhi.

Ma ho il tempo di farle solo un piccolo sorriso incoraggiante, prima di farla girare e spingerla nella direzione opposta a quella dei nostri nemici.

Non voglio lasciarla dietro di me.

Se i Mangiamorte si accorgessero che ci siamo allontanati e iniziassero a percorrere il corridoio vedrebbero prima lei ed attaccherebbero prima lei.

In queste posizioni, sono io il primo, in ogni caso, ad essere colpito e lei può avere la possibilità di scappare.

Veloci come sappiamo essere solo noi, torniamo indietro e percorriamo tutto il corridoio indietro.

Resto bene concentrato su qualsiasi cosa che guardiamo e superiamo, soprattutto per non lasciare la mente libera di vagare con i pensieri.

Continuiamo a percorrere celeri il corridoio che, ininterrotto, curva alla nostra sinistra percorrendo le spalle del presbiterio.

Se non troviamo nessuna porta d’uscita d’emergenza, credo proprio che arriveremo dall’altra parte della Chiesa e non avremo concluso niente.

In poche parole, ci ritroveremmo in trappola.

...

Cazzo!

Dobbiamo sbrigarci, o qui finisce davvero male.

Non ho alcuna intenzione di iniziare una battaglia contro questi vermi!

Non per paura... sia chiaro!

Li sterminerei in un attimo se solo volessi affrontarli.

Il problema è mettere al sicuro Lily.

Il più in fretta possibile, anche.

Per quanto continui a ripetermi che quei bastardi sono qui per il prete... è logico che in cuor mio, invece, percepisca tutt’altra motivazione.

Una motivazione che mi spinge il cuore sempre più a galoppo, sempre più terrorizzato da questa possibilità.

Che cosa se ne farebbe Voldemort di un semplicissimo prete babbano?

È praticamente chiaro che i Mangiamorte siano qui per noi.

E, da quanto detto da loro, non cercano rogne né con me né con Lily... l’unico che rimane, quindi, è proprio lui.

Harry.

E, a questo punto, sorge spontanea la domanda: che cosa se ne fanno di un bambino che non sa nemmeno che cosa sia un bacchetta magica?

Non che loro non attaccassero neonati quando escono allo scoperto per creare qualche strage e qualche massacro... ma in quei casi, prima dei bambini, muoiono i genitori che li difendono.

Qui, l’obbiettivo non sono i genitori...

Il primo a morire, per loro, deve essere il neonato.

Ed è qui che non mi tornano i conti.

Insomma, come... come può essere vera quella Profezia della quale hanno parlato i McCullen quel giorno durante l’attacco?

Harry deve ancora nascere... sarà soltanto un bambino innocente ed indifeso in un mondo pieno di sofferenza e di guerre insensate.

In che modo tutto questo può rappresentare un pericolo per Voldemort?

Certo, Harry, prima o poi, crescerà e, se vorrà far parte dell’Ordine o diventare un Auror, allora sarà sicuramente probabile che potrà fare la differenza per molti e arrivare addirittura a contrastare Voldemort in persona.

Ma come può essere vero adesso?

Adesso è soltanto un bambino... niente di più.

E, per quanto questa fantomatica Profezia possa spingere questi assassini a cercare nostro figlio, io e Lily faremo qualsiasi cosa sarà necessaria e possibile per proteggerlo!

Questo lo possiamo giurare qui e subito!

«Lily! Lily!!» la chiamo, tirandola indietro.

«Cos...?».

«Di qua!».

Non le lascio nemmeno il tempo di parlare che la tiro dall’altra parte, nella direzione dove ho intravisto una porta.

Abbiamo superato l’ufficio del prete da un bel pezzo e se non usciamo adesso da qualsiasi porta ci capiti sotto mano, finiamo direttamente tra le braccia dei Mangiamorte.

La raggiungiamo e, tenendo salde le bacchette, con Lily dietro le mie spalle pronta per qualsiasi evenienza, la apro di scatto.

Come due lampi puntiamo le bacchette di fronte a noi, ma non troviamo nessuno.

Siamo solo in un’anticamera vuota.

Di fronte a noi, un’altra porta con sopra un’apertura in vetro che lascia entrare la luce esterna.

«Ci siamo» dichiaro entrando ed aspettando che anche Lily si accomodi per sigillare la porta dietro di noi.

Lei raggiunge quella di fronte, per uscire, e mi aspetta.

Le arrivo accanto e mi piazzo di fronte la maniglia.

Prendo un grosso respiro e mi volto a guardare la mia piccola Bibi.

Lei mi restituisce la stessa occhiata sicura e decisa.

«Non siamo sicuri che qui fuori ci saranno altri Mangiamorte a controllare il territorio. Ma basta allontanarci di qualche metro dall’uscita per smaterializzarci» le dico.

Lily annuisce, convinta.

«Sicuramente qualche Mangiamorte ci sarà qua fuori, James».

Anche io annuisco alla sua constatazione.

È una cosa logica.

Ed è tremendamente frustrante, maledizione!

Quanto detesto le leggi così severe e restrittive della smaterializzazione!

Che cosa cambia se scompariamo adesso, qui, nell’anticamera di questa chiesa e arriviamo direttamente a Godric’s Hollow?

No!

Ovviamente!

Doveva essere creata almeno una norma stupida che contrasti la smaterializzazione in luoghi chiusi troppo stretti.

Maledette cagate giuridiche!

«Facciamo a turno, Lily. Uno colpisce e l’altro para entrambi» la osservo asserire di nuovo alla mia tattica, «Evitiamo di restare fermi, dobbiamo muoverci. Altrimenti ci possono circondare facilmente».

«Ok».

«Quando ti do il segnale, evoca l’incantesimo di protezione e io ci smaterializzo» concludo con sguardo duro e pronto.

Anche lei è pronta.

Me lo fa capire attraverso i suoi splendenti occhi verdi che mi scrutano il viso fieri e decisi.

Si!

Siamo pronti!

Andiamo!

«Resta attaccata alla mia giacca con la mano libera, Lily» le dico per ultimo.

Mi giro verso la porta e faccio per aprirla, quando...

«James!».

«Cosa?» domando immediatamente, tornando a fissarla ansioso.

Non faccio neanche in tempo a mettere a fuoco il resto della stanza che si trova dietro di lei che Lily mi prende il viso tra le mani e mi bacia con una veloce passione.

Ci stacchiamo e restiamo a fissarci per pochi secondi negli occhi: io confuso, lei sorridente.

«Nel caso...» dice a bassa voce, ma senza cancellare quel suo fantastico sorriso, «... questo fosse l’ultimo».

Come se fossi stato punto nel vivo da una provocazione senza precedenti, le afferro le mani sul mio volto e le stringo.

Intanto, il mio sguardo si fa duro e deciso allo stesso tempo.

Non voglio sentirle dire una cosa del genere mai più.

«Non lo sarà, Lily!» le rispondo, convinto, baciandole le mani e aggiungendo un ghigno alla situazione, «Non ti azzardare neanche a pensarlo».

Non sarà questa la nostra fine.

Non oggi.

Non ora.

Lei mi lancia un ultimo sorrisetto divertito prima di avvicinarsi di nuovo alle mie labbra e illudermi di un secondo bacio.

A distanza di due soffi dalla mia bocca si blocca, stordendomi completamente.

«Vediamo, Potter» mi sfida, «Se sopravviviamo, a casa faremo i conti».

Ghigno.

Oh, si, che li faremo, Amore Mio.

Eccome se li faremo!

Come caricato di nuova energia, con lo stesso sorriso che ha caratterizzato tutta la mia vita, accetto la sua sfida e torno a fissare la porta di fronte a me.

Poi, con uno scatto della mano libera, abbasso la maniglia e stringo furioso la mano intorno alla bacchetta.

Si va in scena!

Veloce la spalanco ed entrambi puntiamo, nello stesso modo di prima, la bacchetta in avanti.

Proprio come ha previsto la mia piccola Bibi, alla nostra sinistra scorgiamo tre figure incappucciate che tengono sotto controllo il territorio.

«Eccoli!!!» urla uno di loro, indicandoci agli altri due.

Senza perdere altri secondi preziosi, cominciamo a correre verso la foresta vicina alla chiesa per guadagnare spazio e smaterializzarci.

Eppure, nei miei calcoli non avevo contato il fatto che non posso trascinare nello sforzo Lily.

Lei che, con delle occhiate assassine, sta scrutando quei tre Mangiamorte che, come noi, iniziano a correre nella nostra direzione.

«Stupeficium!» urlo per primo, puntando la bacchetta contro uno di quei tre.

Devo guadagnare più tempo di quanto avessi pensato ne avessimo bisogno.

Lily non può assolutamente correre in queste condizioni.

Faremmo rischiare troppo ad Harry.

Con una notevole rapidità, l’incappucciato contro il quale avevo lanciato l’incantesimo lo para abilmente.

Poi, lancia una maledizione che si ferma a qualche metro da noi grazie allo scudo evocato da Lily.

Ed è proprio lei, a questo punto, a lanciare un altro incantesimo.

Per un soffio non prende il Mangiamorte che corre al centro fra gli altri due.

E, mentre il terzo si prepara a lanciare una delle loro maledizioni atroci, riesco a colpirlo con uno schiantesimo.

Allo stesso tempo Lily ne para altri due provenienti dagli altri due che ci stanno velocemente raggiungendo.

Digrigno i denti, mentre con il braccio libero trascino dalle spalle la mia piccola Bibi per non farla distrarre dall’incantesimo Protego che ha evocato.

Mi volto nella direzione verso il quale ci stiamo tutti dirigendo accorgendomi che siamo quasi in prossimità del bosco.

Mi giro di nuovo verso i due Mangiamorte sempre più vicini e mi rendo conto che, in queste condizioni, non possiamo assolutamente smaterializzarci.

Rischiamo di portarci dietro uno di questi bastardi.

Stringendo ancora più forte l’impugnatura della bacchetta, percepisco il nervosismo e la rabbia pervadermi maggiormente.

Ed era anche ora!

È solo quando sono iper-incazzato che riesco a sbaragliare tutti i miei nemici.

La alzo in direzione di uno dei due e, ripetendo in mente la formula, vedo il fascio di luce rossa partire dalla punta del mio bastoncino e svanire a qualche centimetro dalla faccia del Mangiamorte puntato.

Non gli lascio neanche un secondo che, immediatamente dopo, ne scaglio un altro ed un altro ancora... e un altro ancora.

Tutto, mentre Lily continua a schivare gli attacchi dell’altro.

Ad un certo punto, cambio prospettiva di lancio.

Mi abbasso un secondo sulle gambe e punto la bacchetta contro lo stesso Mangiamorte da sotto.

La mossa, effettivamente troppo assurda, lo prende decisamente in contro piede.

Facile capirlo nel momento in cui vedi il tuo nemico volare a qualche metro di distanza da te.

Dentro di me ghigno come un assatanato, pieno di me.

Ne manca solo uno e, finalmente, andrà tutto meglio.

Eppure, proprio nell’esatto momento in cui sia io che Lily puntiamo la bacchetta contro l’unico incappucciato rimasto contro di noi e lo sentiamo borbottare contro l’incapacità dei suoi due colleghi, ecco che un’esplosione proprio dietro il Mangiamorte attira le nostre attenzioni.

Io e Lily osserviamo la scena inorriditi, mentre dentro di noi si fa largo la consapevolezza che la parte della Chiesa saltata in aria era proprio quella in cui si trovava lo studio del prete.

...

Se la sono presa con un Babbano che non aveva niente a che fare con tutto questo!

Come hanno potuto?

Per quanto quell’uomo fosse stato rimbambito e ci abbia trattato come due poveri deficienti, non si meritava di certo una morte come quella!

Nessuno se la merita!

...

Stringo i denti e i pugni... infuriato.

Se la devono prendere con noi!

Solo con noi se hanno un problema con noi!

È solo da vigliacchi attaccare i più deboli... quelli che non sanno difendersi!

Ed io non mi stancherò mai di ripeterglielo in faccia per fargli ribollire le viscere di rabbia.

Di fronte a noi, sentiamo il Mangiamorte ridacchiare dopo aver capito dalle nostre facce scandalizzate quello che era successo.

«Mi sa tanto che quello che avevate pianificato con quello schifoso Babbano sia andato accidentalmente a monte!» ci schernisce con un tono fin troppo divertito.

Un tono che le fa ribollire a me, le viscere!

Maledetti bastardi!!!

Se solo potessi, gli staccherei la testa, li spellerei vivi, li tagliuzzerei in mille pezzi, li sbudellerei, li incenerirei...

Merlino solo sa cos’altro potrei fare accanendomi sui loro corpi privi di vita... se solo potessi.

Ma il punto è questo: Silente non lo ha mai perdonato.

E, infondo, non gli do torto.

Uccidere questi pezzi di merda significherebbe solo abbassarsi al loro lurido livello di vermicoli striscianti... cioè, diventare assassini.

Ecco tutto!

Ed io non voglio diventare la vera piaga dell’umanità!

«Vigliacchi!!» urla, invece, Lily scagliando qualsiasi incantesimo del suo vastissimo repertorio, «Siete solo dei vigliacchi!!» grida ancora più forte, «È troppo facile prendersela con quelli più deboli!! Troppo facile vincere in questo modo!!!» continua, furiosa.

E, nel contempo che non posso fare a meno di ascoltare le stesse parole che penso e che vorrei dire, mi accorgo dei pugni sempre più stretti del Mangiamorte di fronte a noi.

Poi, ecco un passo in più nella nostra direzione.

«Perché non provate a combattere contro dei vostri degni rivali? Voglio vedere se, in quel caso, avreste la stessa “fortuna” che avete attaccando dei semplici Babbani che non possono difendersi!!!» dice, intanto, Lily mimando le virgolette e non accorgendosi affatto dell’ira del suo nemico.

La sua ira, probabilmente, è molto più grande di quella del Mangiamorte.

Ed ecco, un secondo passo nella nostra direzione.

«Ma secondo me non avreste proprio le palle di affrontare dei veri maghi che sanno tenervi testa!! Altrimenti perché fuggite quando Albus Silente arriva sul campo di battaglia?».

Terzo passo.

La mia bacchetta viene automaticamente stretta sempre di più... man mano che l’incappucciato di fronte avanza.

«Siete solo dei vigliacchi!» finisce con tono sommesso e sicuro Lily.

Osservo il nostro rivale dinanzi a noi e mi accorgo dei suoi fremiti di rabbia mal trattenuta.

Eppure, guardandolo attentamente per assaporare meglio questo momento di goduria unica, mi accorgo di un altro dettaglio che mi fa congelare il sangue nelle vene.

Dalla porta dalla quale siamo usciti io e Lily, in questo preciso istante, stanno venendo fuori altri cinque, sei... Mangiamorte in aumento.

...

Merda!

Ci dobbiamo sbrigare, altrimenti qui finisce malissimo!

Non male...

«Stupida Sanguesporco...» sento parlare il nemico.

L’uomo col cappuccio nero, alza il capo e, allo stesso tempo, potenzia i toni di voce:

«... Non ti permetto di parlare di noi in questo modo!!! Crucio!».

«Protego!».

«Crucio!».

«Protego!».

«Avada Kedavra!».

Con la stessa velocità del lampo verde, io e Lily ci buttiamo ognuno da un lato per evitarlo.

Repentino, mi rimetto in posizione di combattimento controllando Lily.

Ed è proprio su di lei che sento il cuore fermarsi.

Quel bastardo si sta avvicinando a lei in maniera paurosa.

Corro nella loro direzione, fremendo d’ira.

Non ti avvicinare, bastardo!

Non la toccare!

Eppure, mi ritrovo ad osservare la sua mano violenta afferrare duramente il braccio di Lily e scuoterla, mentre lei, furiosa come una leonessa, tenta di colpirlo con pugni e calci.

Un tentativo fin troppo vano, direi, considerando le stazze totalmente diverse di Lily e del Mangiamorte.

Ma nello stesso attimo, io sono lì accanto a tirare un pugno in faccia a quell’uomo.

Subito dopo averlo visto accasciarsi a terra dolorante, sento le urla degli altri Mangiamorte in arrivo, allarmati.

Mi volto nella loro direzione e li osservo correre verso di noi.

Se prima stavano solo camminando sentendosi fiduciosi del loro collega, ora sono timorosi di poter perdere le loro vittime.

I loro obiettivi.

Ed è proprio questo che sta per succedere.

Non mi interessa un accidente se non siamo ancora troppo lontani dalla chiesa; afferro con delicata fermezza il braccio di Lily e, senza neanche aspettare che lei si rialzi da terra, mi smaterializzo da li...

... a Godric’s Hollow.

Non dimenticherò mai il senso di soddisfazione che ho provato quando ho visto fasci di luce sfiorarci e non colpirci e imprecazioni e preghiere dei Mangiamorte per aver miseramente fallito contro di noi.

Proprio come io... avevo detto loro.

...

Mai sfidare un Potter!

Si potrebbe rimanere profondamente scottati.

 

...

 

Con un gesto veloce e secco, apro la porta di casa e conduco Lily all’interno.

La chiudo alle nostre spalle con un tonfo (chiaro sintomo del mio nervosismo) e la sigillo con qualsiasi incantesimo di protezione che mi viene in mente.

Mi volto verso l’entrata.

Lily è rimasta immobile lì, con lo sguardo perso a terra in chissà quali pensieri.

Per quanta voglia provi in questo momento di abbracciarla e farla sentire al sicuro, protetta, adesso non c’è tempo.

Non lo abbiamo.

Con la rabbia che lentamente scivola via davanti alla devastante immagine della sua tristezza, mi avvicino a lei e le poggio le mani sulle spalle.

«Tesoro...» la chiamo accostandomi al suo orecchio, «... vai a sederti in sala, io mando una lettera a Silente e avviso anche Sirius».

Passo la mia mano su e giù sulla sua spalla, accarezzandola.

«James...».

«Andrà tutto bene, stai tranquilla» le sorrido, cercando di calmare anche il mio cuore impazzito.

«Io...».

«Vuoi andare al San Mungo per un controllo? Non ti senti bene?» domando ancora, apprensivo.

Se solo vengo a sapere che quei maledetti Mangiamorte sono riusciti anche solo a sfiorarla e a danneggiare qualcosa della gravidanza... sono capace di rintracciarli in un attimo e farli secchi.

Li uccido!

Bastardi!

«Ti hanno ferita da qualche parte?».

La vedo negare con il capo.

«No...» prende un grosso respiro, facendo come per ingoiare un grosso boccone.

Un grosso groppo alla gola, sicuramente.

...

Lily...

«Solo...» dice, voltandosi nella mia direzione, poggiando una mano sul mio petto e sfiorandomi in un piccolo bacio, «... fai in fretta, Buch» mi prega, ad una vicinanza micidiale per i nostri controlli.

Ed in un attimo, sento il miele bollente scorrermi nelle vene mentre il mio cuore si scioglie in un ritmo decisamente più calmo.

Non ha nessun problema, la mia piccola Bibi.

È solamente un po’ spaventata dall’accaduto e da quello che abbiamo supposto.

E tutto quello che vuole è solo stare con me... e con Harry.

Con la nostra famiglia.

Perché è questo quello che rappresenta una famiglia.

Non è altro che un luogo dove tutte le preoccupazioni della vita non hanno né capo né coda.

Non hanno senso.

Ed è proprio questo che Lily – e, sinceramente, anche io – vuole provare.

Vuole sentirsi, anche solo per un istante, un’aliena da questo mondo pazzo ed assassino.

E l’unico posto dove farlo è qui, con la sua famiglia.

Le sorrido abbassandomi di nuovo per rubarle un ultimo piccolo bacio.

«Siamo stati grandi, poco fa» le dico fiero facendole l’occhiolino.

Soddisfatta quanto me, sorride anche lei.

«Vero» sussurra con un piccolissimo ghigno sulle labbra a due centimetri da me, probabilmente ricordando il nostro “conto in sospeso”.

Poi, come una leggera folata di vento, si sposta e mi bacia la guancia.

Si gira e se ne va in salotto, accomodandosi pesantemente sul divano.

La vedo tesa.

Incredibilmente e maledettamente tesa.

In inutili tentativi di rilassamento.

Ed ecco che la rabbia e l’odio tornano imperanti dentro di me.

Se lei è così ansiosa l’unica colpa va attribuita a quei pezzi di merda vaganti con il nome di Lord Shit (*) disseminando morte ovunque.

Quei dannatissimi Mangiamorte con la loro mania del sangue puro...

Voldemort...

Schifoso essere che un giorno vedrò perire!

Non mi interessa da quale parte mi troverò o se sarò ancora vivo... ma, anche se non lo sarò, lo vedrò.

Pretendo di vedere il giorno in cui Lord Voldemort finalmente cadrà.

Me lo devono e basta!

E, di certo, insieme a me ci sono chissà quante altre persone che possiedono lo stesso diritto.

Con un sospiro impotente e la rabbia ancora bollente dentro me, mi volto verso la rampa di scale e le salgo veloce.

Arrivo in camera e comincio a cercare come un forsennato carta e penna.

Sirius deve sapere quello che è successo.

Mi ucciderebbe altrimenti.

E Silente... Silente mi deve delle spiegazioni, anche se può non essere affatto a conoscenza di questa storia.

Ma non m’interessa niente!

Quello è il mago più potente che il mondo magico abbia mai generato!

E, soprattutto, il primo in assoluto schierato contro Voldemort.

Come può non sapere neanche un’informazione che potrebbe tornare utile a me per proteggere la mia famiglia?

Continuo a cercare e dopo aver mosso qualche mobile ed aver incasinato la stanza per benino, riesco a trovare almeno una piuma.

Con una rapidità che a momenti mi fa ruzzolare giù per le scale, ritorno nella hall e, vicino all’armadio delle giacche, apro il cassetto del mobile posto li.

Frugando senza sosta trovo due fogli di pergamena della lunghezza soddisfacente e mi fiondo in cucina trascinando dietro di me una nube di polvere alta tre metri.

Neanche un uragano!

Afferro una sedia e mi ci siedo sistemando ogni cosa sul tavolo.

Prendo la mia bacchetta ancora “fumante” per gli ultimi incantesimi lanciati alla vittoria dei Potter contro quei maledettissimi incappucciati neri e faccio comparire una boccetta d’inchiostro.

Subito dopo mi getto letteralmente sulla pergamena ancora linda.

 

Sirius, sono io.

Siamo appena tornati a casa... però c’è stato un problema enorme: i Mangiamorte ci hanno attaccato dopo essere usciti dallo studio del prete! Noi stiamo bene ed anche Harry, non ti preoccupare. Il prete babbano, però, è morto... a quanto pare dovremo trovare un altro modo ancora più sicuro per sposarci. Adesso sto per scrivere a Silente perché ho bisogno di risposte: i Mangiamorte erano venuti in chiesa urlandomi contro che non siamo io e Lily quelli che vogliono... e se la storia dei McCullen fosse vera?
Per favore, avvisa Remus e Peter e tranquillizzali che non siamo feriti. Lily, forse, è solo poco più scossa di me. Se volete venire a casa per parlare con Silente anche voi, sapete che siete i benvenuti. Ora devo andare... ho la sensazione che prima sbrigo questa faccenda più al sicuro saremo.

James.

 

Afferro la lettera per Sirius, piegandola accuratamente in un piccolo rombo.

Poi mi alzo dalla sedia aprendo un’anta della nostra cucina e prendendo due bicchieri di vetro.

Con un colpo di bacchetta sul primo dei due, lo trasfiguro in un gufo al quale affido la prima missiva.

Mi avvicino alla finestra, aprendola e aiutando la bestiola a spiccare il volo nel cupo cielo di Godric’s Hollow.

Eppure, notando la fretta del gufo che scompare rapidamente oltre la spessa coltre di nubi e pioggia ricordandomi quanta urgenza ho anche io nel muovermi, resto li impalato a fissare il cielo.

È un cielo davvero strano.

Per quanto noi inglesi siamo così abituati a vivere sotto una quasi perenne coltre di nuvole, questo cielo è veramente diverso.

Come se volesse presagirci qualcosa di puramente terribile.

E questo non fa altro che farmi tremare le ossa.

...

Sarò in grado di proteggere la mia famiglia?

Riuscirò a portarli fino alla fine di questa guerra senza senso?

...

Perché nessuno mi risponde?

Avessi capito stessi facendo domande assurde oppure infantili... ma qui ne va del destino della mia famiglia, delle persone che amo... delle persone per le quali darei e darò la vita!

È una domanda... sono dei quesiti così importanti, così fondamentali... perché non posso avere risposta a questo?

Perché non ho certezze?

Che cosa abbiamo fatto di male per finire in un mondo così?

Per vivere con questi orrori ogni giorno?

Sospiro...

Una goccia di pioggerella estiva mi è appena caduta sulla guancia destandomi eppure ricordandomi tutto.

Ho ancora un’altra missiva da scrivere.

Con uno sguardo che traspare tutta la mia malinconia, ritorno a sedermi al tavolo dopo aver richiuso la finestra.

Afferro la piuma e ricomincio a scrivere sulla seconda pergamena.

 

Io e Lily siamo stati appena attaccati da dei Mangiamorte che sostenevano di non voler arrivare a noi, ma ad un altro obiettivo! Non penso che questo obiettivo possa essere stato il prete che si trovava nella chiesa dove ci hanno colto d’assalto...
Ho bisogno di risposte, Silente! Ti aspetto il prima possibile!

James Potter

 

Poche parole e concise.

Non mi interessa niente se posso essere sembrato poco educato e formale.

Io necessito di queste risposte come dell’aria che respiro.

Mi sono stancato di tutta questa storia e voglio capire una volta per tutte perché i Mangiamorte sembrano aver sviluppato un particolare interesse per noi.

Se nessuno risponde alle mie domande... se nessuno mi da delle certezze che richiedo come l’ossigeno per far pompare un cuore... allora me le creerò da solo, queste certezze.

Lotterò per tutto il resto della mia vita per assicurarmi quello che voglio: la sicurezza di Lily e di Harry... e, perché no?, di possibili altri figli nel futuro.

Ci riuscirò perché so che sarà così!

Primo perché un Potter non fallisce mai... e secondo perché mio padre e mia madre mi hanno sempre insegnato che solo quelli che lottano e sanno di poter riuscire in qualcosa, alla fine, escono vittoriosi.

E io so per certo che voglio il futuro per la mia famiglia...

Ed è per questo che ci riuscirò!

Mi sento determinato come pochi... e, alla fine, saremo noi Potter a vincere contro il male che tenta di oltrepassare queste pareti.

Le nostre pareti!

Quelle della nostra famiglia!

Quelle dove qualsiasi intruso mal intenzionato sarà punito e cacciato a calci in culo.

Con un altro pesante sospiro, ripiego la seconda pergamena abbandonando la piuma sul tavolo e impugnando nuovamente la bacchetta.

La punto contro il secondo bicchiere di vetro e, immediatamente, ne appare un secondo gufo.

Assicuro la lettera a una delle due zampe e lo faccio salire con un piccolo balzo sul mio braccio.

Mi avvicino alla finestra e la apro velocemente.

Con un altro piccolo saltello, anche la seconda bestiola è partita scomparendo in un istante oltre lo spesso strato di nubi.

Spero che facciano presto...

Sento di non avere chissà quanto tempo...

Tiro per un attimo su con il naso e mi accorgo di stare tenendo aperta la finestra per troppo tempo.

Per quanto sia estate, ormai, qui da noi fa sempre freddo.

Certo, non si tratta di un freddo fastidioso, ma può essere tanto particolare da lasciare il via libera ad un fantastico raffreddore.

E, sicuramente, per uno sposo che ha intenzione di portare all’altare la donna della sua vita in un tempo più breve di un mese, non è la cosa migliore ammalarsi.

Chiudo la finestra e mi giro a guardare la cucina poggiando i palmi delle mie mani sul bordo del grande tagliere sul quale sono appoggiato da dietro.

Un altro grande sospiro si fa strada dalla mia bocca verso l’esterno.

...

Anche io vorrei fuggire.

So che non sarebbe affatto coraggioso, o giusto, o leale nei confronti di tutte quelle persone che sono morte, o stanno morendo, o combattono sacrificando ogni cosa.

Ed io, normalmente, sarei il primo ad urlare contro colui che vorrebbe scappare.

Ma è proprio questo il punto: normalmente.

Questo non è normale.

La guerra non è nomale.

Restare qui, mentre l’odio e il pregiudizio imperversano minacciando di morte la mia famiglia, richiede un coraggio del tutto maggiore per me in confronto a quello che dovrei trovare per prendere Lily, Harry, i soldi che mi hanno lasciato i miei genitori ed andarmene nel posto più lontano che esista.

...

Eppure... so che non lo farò mai.

Sarà difficile mantenere al sicuro le persone che amo, ma di certo io non scapperò con la coda in mezzo alle gambe.

Proprio io!

Assolutamente no!

Per chi mi hanno preso?

Per un codardo?

Tsk!

Ci vuole ben altro per...

Spalanco gli occhi di scatto, sentendo i singhiozzi mal trattenuti della mia piccola Bibi seduta nel salotto di casa nostra.

Velocemente, abbandono tutto quello che ho preso, fatto e pensato qui in cucina e mi dirigo li dove mi chiama l’altra metà del mio cuore.

Supero la soglia e raggiungo, rapido, il divano.

Lily è stesa sul lato, poggiando la testa sul bracciolo del sofà.

Le lacrime che continuano a scendere dal lato del suo viso.

Il pancione che si posa tranquillo e quasi privo di vita sul lato del divano...

Aveva ragione Lily quando mi raccontò il comportamento di Harry durante i suoi periodi peggiori.

Sembra quasi che dentro quella pancia enorme non ci sia più nessuna vita.

Ed è orribile!

Non permetterò mai una cosa del genere!

Il mio bambino vivrà sano, felice e, soprattutto, al sicuro.

Impedirò a chiunque di avvicinarsi a mio figlio e anche il solo pensare di potergli puntare la bacchetta contro.

Prima dovranno vedersela con me.

E così anche per la mia bella Lily, alla quale mi avvicino in silenzio da dietro.

Afferro i due cuscini più grandi sui quali si appoggia la schiena e li tolgo per creare più spazio sul quale stendersi.

Poi, con un piccolo balzetto, salgo sul divano tra lo schienale più rigido e la schiena scossa dai singhiozzi di Lily.

Lei si accorge, naturalmente, del mio arrivo ma resta ferma.

Io, invece, l’abbraccio da dietro poggiando il mio capo sulla sua testolina rossa dopo aver posato un bacio su di essa.

La mia mano va, inevitabilmente, a finire sul pancione, accarezzandolo.

«Non c’è più niente di cui preoccuparsi, Amore».

«Non è vero!» protesta lei mettendo la sua mano sopra la mia e stringendola forte, ansiosa, «I Mangiamorte continueranno a darci la caccia finché non avranno avuto quello che vogliono» tira su con il naso e si passa l’altra mano sopra per strofinarselo leggermente, «Non finirà qui, Buch» ammette, infine, con tono afflitto.

Le restituisco una stretta ancora più ferrea, ma pur sempre delicata, alla mano e, per quanto Lily non mi possa vedere, assottiglio lo sguardo quasi come se lei con queste parole mi avesse ferito nell’orgoglio.

Ciò che ha detto è vero, verissimo.

Ma non significa assolutamente che questo ci impedirà di essere felici con la nostra casa, il nostro matrimonio, la nostra vita e il nostro bambino!

«E anche se fosse, Lily?» le chiedo, sicuro, «Non è certo il primo anno che passiamo questa guerra da soli, io e te. E non è certo la prima volta che i Mangiamorte ci danno la caccia. È da quando siamo entrati a far parte dell’Ordine che rischiamo ogni giorno, eppure non sono mai riusciti ad impedirci di essere felici e di stare insieme. Siamo riusciti a superare persino il trambusto che aveva causato quel deficiente di McCullen».

«Si, ma adesso ci sarà anche Harry con noi...» soffia con un evidente macigno sul cuore e sui polmoni come ad impedirle di respirare, «... con lui non possiamo più permetterci di rischiare ogni giorno, di non essere completamente certi di essere al sicuro».

«Ma da quando in una guerra si è totalmente sicuri di non correre pericoli, Lily?».

Il silenzio risponde alla mia domanda.

Lily rimane muta per qualche secondo.

Poi, spostando leggermente dal suo pancione la mia mano ancorata alla sua, comincia a muoversi lentamente.

Si gira e porta i suoi due smeraldi di fronte ai miei occhi tanto innamorati di lei.

A pochissima distanza...

«È nostro figlio, James».

«Lo so» le dico, con un mezzo sorriso orgoglioso sul viso.

È bello sentirle dire queste parole.

«Te l’avevo già detto che per lui sarei capace di morire, pur di assicurargli un futuro privo di guerra e pieno di serenità» dice seria.

Annuisco.

Lo so.

«Lo so, Lily. Me lo ricordo» le assicuro.

Noto i suoi occhi rifarsi più umidi del normale, ospitanti qualche goccia d’acqua in più.

Veloce e leggero, le porto la mano sulla guancia e l’accarezzo dolcemente.

Le asciugo la pelle già bagnata e resto ammaliato a fissare quel visino gentile che tanto amo.

Lily chiude per un attimo gli occhi, strizzandoseli.

Poi, spaventata e sicura al tempo stesso, li riapre in uno sprizzo di fierezza.

«Però...» comincia, «... quando sei venuto ad impedire quel matrimonio il mese scorso... è successo tutto quello e... e noi abbiamo detto una cosa... una cosa importante, Buch» continua con voce sempre più strozzata.

Le sorrido, non voglio dire altro.

L’unica cosa veramente importante adesso è tranquillizzarla da tutto quello che ci è capitato.

Non importa che quello che dice può essere vero e pesante; quello che so mi basta e avanza per mandare avanti la mia decisione.

E quello che so per certo è che le persone che amo andranno avanti nella loro vita, anche se questo dovesse significare il sacrificio della mia.

Ecco perché ora la lascio parlare.

Le permetto solamente di sfogarsi.

Ne abbiamo bisogno entrambi, ma lei molto di più di me.

Annuisco semplicemente alla sua constatazione per rassicurarla del fatto che rimembro alla perfezione tutto quanto:

 

«Io voglio che tu arrivi alla fine di questa guerra, Lily». ...

«Anche io lo voglio per te, James» mi risponde repentina. ...

«Ci proverò...» le sorrido. ...

«No!» dice subito, quasi non lasciandomi il tempo di garantirle che tenterò di fare come vuole lei, «No, James! O tutti e due o nessuno». ...

Getto stupefatto l’aria fuori dai miei polmoni, guardandola stordito. ...

«Vuoi che Harry cresca senza genitori?». ...

«Voglio che mio figlio cresca con due genitori che lo amino... esattamente come è giusto che sia» continua risoluta, «Questo significa che nessuno di noi due deve rischiare!». ...

 

...

 

«Ci proveremo, Lily...» le dico con sicurezza, quasi come se sarà una certezza che riusciremo a sopravvivere.

E noi, infatti, ce la metteremo tutta!

«... ce la faremo» concludo fiero.

 

Eccome se lo ricordo!

Uno dei momenti più belli della mia vita quando credevo di aver perso tutto e, invece, grazie alla fantastica reazione incazzata della mia piccola Bibi che, non solo mi ha fatto guadagnare un meraviglioso bernoccolo in testa per una scarpa col tacco lanciata alla massima velocità, ha anche permesso di chiarirci il giorno stesso dell’attacco definitivo dei McCullen.

O quello che secondo i loro piani doveva essere... visto che noi gli abbiamo letteralmente fatto il culo!

«Avevamo detto che ci avremmo provato e... il... il modo in cui lo hai detto...» sospira, stanca di tutto quel peso sulle spalle, «... sembrava quasi una certezza, una cosa scontata».

Mi fissa con i suoi due grandi occhi verdi adesso lucidi per queste paure che sta condividendo con me.

Tira su con il naso, e prende un po’ d’aria nei polmoni, pronta a dire altro.

«Ma, adesso...» il nodo alla gola, invece, le impedisce di andare oltre.

Si porta una mano chiusa a pugno davanti al suo viso contorto dal dolore e dalla preoccupazione e cerca di nascondere e bloccare le lacrime che, ora, escono copiose dai suoi occhi meravigliosi.

Per me, in momenti come questi, è diventato automatico accarezzarla nei punti esatti dove quelle gocce tentano di scendere.

Porto le mie grandi mani a contatto con le sue guance così morbide e con la sua mano così piccola ed affusolata.

La stringo, attirandola verso il mio petto, mentre con l’altra mano libera le sfioro la pelle umida.

«Lily...» la chiamo con un tono profondo della mia voce.

Per quanto il suo enorme orgoglio le abbia sempre impedito di confermarmelo, io ho sempre saputo dell’effetto che ho su di lei quando mi comporto in questi modi.

Perché di solito è sempre stata lei quella seria tra noi due, mentre io ero il giocherellone della situazione.

È sempre stato così... anche ad Hogwarts.

Ma sono questi attimi che dimostrano davvero quanto bisogno abbiamo l’uno dell’altra e viceversa.

«Lily...» la chiamo di nuovo osservandola aprire gli occhi e guardarmi in attesa.

So che vorrebbe sentire certezze uscire dalla mia bocca.

Lei è sempre stato il tipo da aggrapparsi alle basi più certe e costruirsi delle mura e delle difese imbattibili.

Su queste basi si fonda anche la sua lotta contro Voldemort e i suoi seguaci.

Su queste basi si fonda tutto della sua vita.

E questi istanti sono così pericolosi, così pieni di tensione, così malinconici che fanno vacillare persino le motivazione del nostro continuo lottare in questa guerra di pazzi.

Una cosa inammissibile per due Auror come noi e come molti altri che stanno combattendo e morendo per difendere chi più ne ha bisogno.

Ma siamo pur sempre esseri umani e non delle macchine create solo per lottare.

Anche noi, che possediamo il movente più solido tra i due schieramenti, possiamo vacillare e perdere per un attimo il lume della ragione.

Capita a tutti proprio perché tutti sono umani e soggetti, quindi, alla paura e all’ira.

Due sentimenti che, a mio parere, sono i più confusionari nella vita di un uomo.

Accecano i nostri obiettivi, i nostri principi, i nostri buon sensi... ci fanno perdere tutto.

E, con tutto, intendo anche la buona strada e la determinazione nel combattere.

Persino i Grifondoro più coraggiosi come siamo io, Sirius, Lily, Remus e molti altri, fluttuiamo nella tristezza, nella paura e nella rabbia che annebbiano tutto nella nostra ragione.

Sorrido.

Io non potrò mai restituirle le certezze che possedeva quando ancora eravamo al sicuro ad Hogwarts, dove ogni nemico veniva abbattuto ancora prima che potesse avvicinarsi a noi studenti.

Non avrò mai una capacità del genere.

Ma esistono, comunque, dei motivi validi per cui sacrificare anche la propria vita.

E, uno di questi, è proprio per la famiglia.

L’unico posto in cui un uomo qualsiasi può dimenticare ogni cosa: ogni male, ogni odio, ogni sofferenza... tutto.

Tutto ciò che fa male e provoca dolore viene eliminato dalle persone che ami e con le quali, tutti insieme, si forma e si costruisce la famiglia.

Noi la stiamo costruendo, la nostra famiglia.

Ci stiamo provando.

Ed è per questo motivo che lei, adesso, non deve perdere più di tanto la luce del giusto cammino.

Sorrido ancora di più, pensando ad un qualsiasi argomento che potesse distrarla da quei pensieri.

Inevitabilmente, il mio sguardo cade di nuovo sul suo pancione e mi viene spontaneo pensare che, probabilmente, ora, trovare un discorso diverso da quello che ci sta capitando è del tutto impossibile.

Eppure, continuando a fissare quella pancia enorme, mi ritorna in mente un momento della mia vita da temporaneo single che non ho ancora raccontato alla mia piccola Bibi.

Allargo ancora di più il mio sorriso, sapendo finalmente cosa dire.

«Sai, io credo che non avremo molto di cui preoccuparci» la guardo strabuzzare leggermente gli occhi, stordita, «Sai...» riprendo, chiudendo per un secondo gli occhi e cercando di ricordarmi meglio quell’istante della mia vita, «... una volta mi è capitato di fare un sogno veramente strano. Talmente strano che sembrava addirittura premonitore».

I suoi occhi non smettono un solo secondo di fissami attenti e curiosi.

Sorrido davanti alla sua espressione da bambina.

È bellissima, la mia Lily.

«O forse lo era davvero...» sospiro orgoglioso.

«Perché?».

Le porto una mano sulla guancia e l’accarezzo ancora una volta.

«Nel sogno ero in un posto strano...» le racconto, ammaliato dal suo sguardo insolito ed accorto, «... intorno a me c’era una distesa di un bianco strano... come se fossi attorniato da nuvole così dense che non potevo vedere oltre il mio naso... poi, però, una voce ha parlato. Un ragazzo mi stava chiamando...» amplio il mio sorriso, divertito da quella scena, «... ed era strano, sai, Lily, perché in quel luogo sembrava non esserci nessuno a parte me e un paio di occhi che continuavano a fissami. Potevano essere di chiunque, ma io non avrò mai il coraggio di confonderli...» la fisso intensamente, osservandola persa nel mio racconto, «... semplicemente perché erano i tuoi, Bibi».

Li guardo inumidirsi un attimo, commossi dalle mie parole, prima di abbassarli per sfuggire ai miei e mormorare:

«E tutto questo cosa c’entra, Buch, con quello che stavamo dicendo? Stavamo parlando di Harry...».

«Infatti!» la interrompo subito, alzandole il volto per far tornare la solita catena tra i nostri sguardi, «Infatti, Lily!» le dico ancora con il solito sorriso sulle labbra, «Ero convinto che fossi tu, nel sogno, anche se non riuscivo a vederti del tutto» rido leggermente, «Mi prese un colpo quando mi resi conto che la voce del ragazzo che mi chiamava veniva proprio da li».

Ora, si che la mia bella Lily ha strabuzzato gli occhi ancora più confusa.

«Che significa?».

Sorrido di nuovo, sentendo il cuore accelerare i suoi battiti.

Le sto per dire che ho visto nostro figlio.

Sto per parlare di mio figlio.

E, anche questa sola semplice cosa, non fa altro che accrescere dentro di me quello che mio padre e mia madre chiamerebbero orgoglio.

«Sai come mi chiamava quel ragazzo, Lily?» le chiedo in un sussurro.

Lei sembra ancora più incantata da questo racconto grazie al mio tono così soffuso e nega con la testa.

«Come?» domanda calma, ma in una mal celata trepida attesa.

«Diceva sempre... “Papà”» le dico, infine, annullando completamente la sua aspettativa e creando in lei uno stupore unico.

«Cosa?».

«Mi chiamava “papà”, Lily! Quegli occhi verdi che credevo fossero i tuoi, in realtà, appartenevano a quel ragazzo che mi chiamava “papà”!» rincaro la dose di entusiasmo, «Ho sognato Harry, quella notte, Lily. E... e... lui era... era...» vago per un attimo con lo sguardo sul soffitto del salotto, cercando di mettere a fuoco nel modo migliore l’immagine che mi apparse quella notte, «... era bellissimo, tesoro» concludo, ritornando a fissarla intensamente.

Lei resta in silenzio.

Un silenzio che mi piace fin troppo solamente grazie al suo sguardo.

Unico al mondo.

Proprio come quello che, spero, avrà anche il mio bambino.

Emozionato e stupefatto.

«E...» una voce strozzata dall’entusiasmo della scena che, sicuramente, sta tentando di figurarsi nella mente, «... e... com’era?» chiede ansiosa di conoscere il più presto la risposta.

Allargo il mio sorriso, fiero.

«Era la mia fotocopia, Lily. Identici, eravamo.» rido leggermente, «Aveva i miei stessi capelli arruffati, la mia stessa corporatura, i miei stessi occhiali! Era completamente uguale a me... tranne per gli occhi» le spiego, estasiato, «Erano quelli che lo rendevano più bello del suo papà» sorrido infine.

«Verdi?» domanda, con un filo di voce, lei.

Annuisco e mi sento al settimo cielo davanti al suo sorriso trepidante e colmo di emozione.

Non vede l’ora di vederlo.

E come darle torto?!

Harry Potter...

Il mio bambino...

Il nostro bambino...

Sta per arrivare, eppure l’attesa che dobbiamo ancora sopportare sembra così lunga.

«Ma, sai...» continuo, «... quella notte il mio sogno non si limitava solamente a farmelo vedere e basta».

Lily, sorpresa, si avvicina ancora di più al mio viso.

«Vi siete parlati?» chiede come se dalla risposta a questa domanda dipendesse il resto della sua vita futura.

Annuisco di nuovo e lei sorride raggiante.

«Davvero?».

«Si...» le soffio sulle labbra dischiuse per la sorpresa.

«Cosa vi sie...».

«È il motivo per il quale ti sto raccontando questo sogno, Lily» le dico interrompendola e riprendendo ad accarezzale teneramente la guancia, «Noi ci preoccupiamo così tanto per il futuro e per il nostro bambino come è giusto che sia...» faccio una leggera pausa ricordando il ragazzo del sogno.

Quello che dovrebbe essere mio figlio.

Il mio piccolo Harry.

È stato lui che, più di chiunque altro, mi ha messo in guardia contro McCullen e Johnson.

È stato lui che, attraverso la pressione del suo pensiero, mi ha fatto rinsavire dal baratro nel quale stavo precipitando, permettendomi, così, di salvare la sua mamma.

«... ma, sai, Lily... Harry sarà il nostro bambino... è nostro figlio! E io credo che, proprio per questo, non ci sarà persona più in gamba di lui».

«James...» mi richiama Lily, la tristezza della guerra di nuovo calcante sul suo meraviglioso viso.

Tenta di continuare a parlare per farmi ragionare, ma io la anticipo di nuovo.

«Lily... in quel sogno è stato lui a mettermi in guardia contro Johnson».

Lei spalanca gli occhi, shoccata.

«Cos...».

«E sai come l’ha fatto?» le chiedo, non permettendole di andare oltre, «Mi ha detto semplicemente di stare attento... “alla mamma”» concludo serio.

Il sussulto che le sfugge dalla bocca è un chiaro avvertimento di aver colpito nel segno.

Resta a fissarmi con gli occhi spalancati, ancora per una buona manciata di minuti.

In silenzio.

È sorpresa.

Decisamente sorpresa.

E glielo si legge facilmente negli occhi.

Poi, improvvisamente, si alza dalla sua posizione sul divano e si mette seduta senza staccare per un solo secondo i nostri occhi concatenati.

Infine, si passa una mano, quasi fosse automatico e scontato, sul ventre rigonfio.

Facendola scorrere da sopra a sotto e da sotto a sopra in una carezza che sapeva tutta di maternità e di una dolcezza infinita.

«Harry...» mormora, guardandomi con occhi brillanti e pieni di emozioni che, tutti insieme, non saprei nemmeno definire.

Io, con una lentezza che traspare come sicurezza in tutto ciò che faccio, mi alzo, seguendola.

Mi metto seduto di fronte a lei e le porto, nuovamente, la mano sulla guancia.

I miei occhi certi e decisi, nei suoi colmi di aspettative.

Scorro con il polpastrello del pollice sulla sua morbida guancia.

Io che la guardo ammaliato e lei che mi fissa rapita.

Uno perso nello sguardo dell’altro.

«Harry» parlo, sicuro, dando un’ulteriore certezza al semplice mormorio della mia piccola Bibi.

Poi, tutto il resto, fu confuso e pieno di scalpitii di cuori che galoppavano insieme alla passione dei nostri baci.

Baci che si disperdevano nel silenzio, ma che restavano ben netti dentro di noi.

Impressi in ogni nostra minima cellula che va letteralmente a fuoco.

Perché sono questi i momenti in cui, al posto del sangue, nelle mie vene scorre lava pura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) Shit = Merda xD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANTICIPAZIONE:

Verrò questo pomeriggio a casa tua. Aspettatemi a qualsiasi ora: prima ci vediamo, più velocemente troveremo una soluzione.

Soluzione? Soluzione a cosa?

[...]

«Black, delle tue galline non me ne frega niente! Vieni qui e comportati da uomo!».

«Non vorrai tradire James, cognatina, vero? Lo sai quanto si arrabbierebbe se sapesse che hai voluto vedere i miei gioiellini di famiglia?».

«Io ti ammazzo, imbecille!!!!!!».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Autrice ::::::::::::::::::::::::::

u.u
u.u
u.u
u.u

Ok! Sono pronta per tutto il vostro disprezzo!
Naturalmente, anche per questo ritardo di 3 mesi e 5 giorni (è un record O.O), ho la scusante, ma sicuramente a voi non interesserà un tubo secco delle mie pippe mentali sulla vita e sulla futura via che prenderà la mia vita dopo aver concluso questo ultimo e stressantissimo anno di superiori...
... perciò...

ANDIAMO AVANTI =D!

Bene!
Questo è un capitoletto abbastanza filosofico, quindi se stavate cercando l’azione mi dispiace di avervi deluso. Vi dovete accontentare solamente dell’inizio del capitolo; ma, a proposito di questa, non sono sicura che la ritroveremo di nuovo d’ora in avanti, dato che da adesso devo solo trovare un modo onorifico di chiudere questa storia che sta andando avanti da troppo tempo, ormai.
Mancano altri momenti salienti, ma oltre quelli dovrò pensare ad un definitivo Epilogo, perciò... se non ci saranno altri intoppi possiamo dire di essere arrivati, gente.
Cmq, per quanto riguarda il particolare “filosofico” di questo capitolo, volevo chiedervi di avvisarmi se sono noiosa con questo tipo di aggiornamenti. Provvederò a limitarmi, nel caso =D.

Beh, non so che altro dire. Non voglio fare previsioni sul prossimo aggiornamento perché in questo ultimo anno tutto è dato al caso (tranne lo studio =.=) quindi non saprei neanche fare uno schema approssimativo dei tempi. Scusate!
Potrei riuscire ad aggiornare anche il mese prossimo, o potrei essere capace anche di non aggiornare più fino alla fine degli esami di maturità O.O!
Io spero davvero di avere la forza ancora per un po’ di ultimare questa fan fiction per iniziare la prossima =)!

E spero anche che voi non mi abbandoniate proprio in questi momenti così difficili <3!

Grazie di cuore a tutti, cmq!

La vostra
Giorgi@

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: G4s15