27. Patronus.
Areal
sedeva sul pavimento della stanza delle necessità, c’era chi rideva felice, chi
era concentrato. Nuvole argento attraversavano la stanza, alcune di queste
avevano preso già forma animale, ma davvero poche. Perfino Hermione Granger aveva
difficoltà con quell’incanto.
Erano
passate le vacanze di Natale e praticamente tutti non vedevano l’ora di
ritornare a scuola per riprendere le riunioni dell’ES. C’era stato un po’ di
timore dato che era stata smarrita la lista con tutte le loro firme, ma Harry
non ci diede troppo peso e la faccenda fu presto dimenticata. Quel giorno Harry
aveva spiegato come evocare un incanto Patronus,
l’unica arma di difesa contro i Dissennatori.
Un ricordo felice, uno di
quelli che ti riempie il cuore.
Areal
pensò a quando era bambina, quando sua madre non faceva altro che litigare con
suo padre.
No.
Alla
sua civetta Nira.
No.
Pensò
ai pomeriggio con zia Matilde.
Belli,
ma non sufficienti.
Pensò
alle sue amiche Emma, Jude, Canni, ed anche a Erick.
Provò
a dire la formula ma dalla bacchetta uscì solo una nuvola argentata.
Sbuffò,
stava perdendo la pazienza. La piccola tigre argento di Canni gironzolava per
la stanza.
Proprio
in quel momento Areal notò che non c’era nessun Serpeverde fra loro. Provò una
grande felicità al pensiero di non essere come la sua famiglia, una persona
cattiva.
Le
venne però in mente una mano fredda, un sorriso arrogante, due occhi
ghiacciati. Il petto di Draco quella notte alla finale di Quidditch quando
l’aveva protetta dai Mangiamorte. Il suo abbraccio a inizio anno, ancora la sua
mano stretta alla sua, ed ancora i suoi occhi. Venne trasportata in quel giorno
in cortile, quando Draco rideva davanti ad altre persone senza preoccuparsi,
sereno.
-Expecto Patronus-
Pronunciò ancora da seduta, puntando in alto la bacchetta.
In
un primo momento fuoriuscì solo un lungo nastro argentato, che fece credere
alla ragazza di aver fallito ancora. Ma, mentre la felicità la invadeva, quel
nastro argento prendeva corpo, si divincolava, cresceva.
Alcuni
dei presenti osservarono il serpente argentato muoversi fra loro con stupore,
Canni la guardò con un mezzo sorrisino, Hermione Granger strabuzzò gli occhi.
Areal
fece tutte queste cose insieme, si stupì, si spaventò e poi sorrise.
-Complimenti
a tutti ragazzi, per oggi basta- Disse Harry richiamando su di sé l’attenzione
–Non preoccupatevi se non ci siete riusciti tutti, riproveremo domani-
Areal
si alzò in piedi mentre tutti chiacchieravano fra loro.
-Un
serpente, è!?- Fece Canni dandole di gomito, mentre uscivano.
Areal
la spintonò.
Quella
mattina Areal avrebbe dovuto andare nella stanza delle necessità per riprovare
l’incanto Patronus. Non stava nella pelle dell’euforia,
non vedeva l’ora di riprovare per convincersi che il serpente argentato non era
frutto della sua fantasia. Ma a colazione Draco Malfoy l’aveva fermata poco
prima che uscisse dalla Sala grande.
Era
serio e quasi spaventato –Fra un’ora vieni giù al lago nero!-
Areal
lo guardò rattristata. –Mi dispiace, ho un impegno-
-No
Areal!- Fece Draco, guardandosi nervosamente intorno mentre la teneva ancora da
un braccio. -È importante, ho bisogno di te-
Areal
rimase a fissare quel volto spaventato, come se si stesse già pentendo di ciò
che faceva, eppure determinato.
-Non
ci vorrà molto, solo qualche minuto- disse il ragazzo.
La
ragazza sospirò –Okay, ma vedi di non farmi aspettare troppo-.
Hermione
e Canni la stavano aspettando per le scale, in disparte. Areal le raggiunse, ma
dovette dare loro la notizia.
-Come
non vieni?- chiese Canni.
-Come
ti ho appena detto, Draco vuole parlarmi. Ha detto che non ci vorrà molto, così
dopo posso raggiungervi- Sorrise Areal.
-Fa
attenzione, mi raccomando- Le disse Canni, seria.
-Tranquilla,
non mi farò scoprire-
-Prendiamo
il lato positivo- disse Hermione –Se Draco è impegnato con te, forse oggi
quelli dell’inquisizione non cercheranno di incastrarci-
Risero
tutte e tre.
-Bene,
allora lo terrò impegnato!- Areal fece un sorrisino furbo.
Le
altre due ragazze ricambiarono il saluto, salendo senza farsi troppo notare.
Areal
era seduta sul prato vicino al lago da almeno mezz’ora, se non di più. Fortuna
che aveva detto a Draco di essere puntale, e ormai si era persa una delle
lezioni più belle dell’ES. L’aria era fresca e la ragazza si stava chiedendo
perché mai il ragazzo ci mettesse tanto. Era stata sul punto di andarsene ma
alla fine era rimasta. Forse perché non voleva deluderlo, forse perché aveva
troppa voglia di stare con lui o forse per tenerlo impegnato come diceva
Hermione, in modo che almeno per quel giorno non desse noie all’ES.
-Areal! Areal! Io e Emma ti abbiamo cercato dappertutto- Squittì
Jude, ed Areal si voltò incredula.
La
ragazza era proprio alle sue spalle, piegata sulle ginocchia per riprendere
fiato con i capelli rossi davanti al viso, era terrorizzata. –L’Umbridge ha
preso Canni, Erick e tutti gli altri insieme a Potter. Dice che volevano
formare un esercito, ma che storia è questa?-
Areal
corse dentro la scuola così veloce da guadagnarsi l’attenzione di tutti mentre
Jude non riusciva a starle dietro.
Quest’ultima,
insieme all’amica Emma, non era stata messa al corrente dell’ES, considerate
troppo buone. Rispettavano troppo le
regole e non sarebbero mai state capaci di mantenere un segreto così
importante.
Entrata
all’interno del castello, Areal si guardò per un attimo intorno, spaesata, poi
corse al secondo piano, dritto nell’ufficio dell’Umbridge. Arrivata davanti
alla porta dell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, vide un gruppo di ragazzi
venire spintonati all’interno della stanza dai membri della squadre
d’inquisizione. Riconobbe Pancy, che trascinava Luna Lovegood.
Areal
rimase immobile, di pietra. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Una parte di
lei registrò il ragazzo biondo, che dopo averla guardata con rabbia e stupore,
le si avvicinò a grandi passi lasciando gli altri. La afferrò da un braccio e
la trascinò nel corridoio dietro l’angolo.
Erano
soli.
-Che
cosa ci fai qui?- ringhiò Draco.
Areal
scosse la testa e lo guardò indignata, scrollandosi di dosso la sua mano.
–Cosa
hai combinato?-
Draco
non rispose, rimase a fissarla dall’alto in basso.
La
ragazza abbassò gli occhi, era sconcertata, sconvolta, scosse il capo e si
coprì la bocca con la mano.
–Sapevi
che oggi li avreste presi. Ci avevate scoperti- Disse Areal, e non si trattava
di una domanda.
La
sua voce era cupa, grave. Lo sguardo ancora di più.
Draco
sollevò il mento.
-E
hai fatto in modo che non fossi presente, per salvarmi- I suoi occhi blu erano
totalmente spenti, velati soltanto dal rancore.
-Cho Chang ha confessato, l’Umbridge le
ha dato una pozione di Veritaserum-
Le comunicò.
Areal
scosse il capo, le veniva quasi da piangere tanta era la rabbia. Si passò una
mano fra i capelli.
–La
lista!- esclamò lei alzando gli occhi.
Il
ragazzo rimase in silenzio, continuava a guardarla dall’alto con una smorfia di
disgusto.
-C’era
una lista con tutte le nostre firme, non è servito a niente non farmi trovare
in quella stanza, se quella lista…-
-L’ha
trovata Pancy-
Areal
ammutolì, le sue speranze erano crollate.
Draco
ricordava ancora quel giorno, quando Pancy era
entrata nella loro sala comune sventolando un foglietto di carta. –Abbiamo la
prova! Guardate qua: esercito di Silente- esultava.
Tutti
i membri dell’inquisizione l’avevano accerchiata ma, senza preavviso, Pancy indicò a Blaise Zabini un nome, con una certa
soddisfazione. Il ragazzo le tolse il foglietto di mano, infischiandosene
dell’espressione delusa che mostrò la ragazza e, senza ripensamenti, andò da
Draco che sedeva sul divano di pelle nera mostrandogli il foglio in questione.
Il ragazzo si mise dietro la spalliera nera ed allungò la mano mostrando al
biondo ciò che voleva, tenendo il pollice vicino al nome.
Draco,
che in quel momento era perso nei propri pensieri, spalancò gli occhi per
l’indignazione e non volle neppure toccare quel lurido pezzo di carta.
Blaise
gli lanciò un’occhiata penetrante e, vedendo Draco ancora troppo sconvolto ed
arrabbiato per ragionare, decise di agire lui stesso.
–Daphne!- chiamò Blaise.
Una
ragazza bionda si voltò verso di lui.
-Conosci
un modo per cancellare una scritta da una pergamena? Senza lasciarne alcuna
traccia intendo-
-Certo-
-Allora
devi aiutarci-.
Draco
Malfoy non aveva fatto nulla, si era limitato a guardare i due agire, mentre
nella sua testa si delineava un piano, che in ogni caso, avrebbe avuto dei lati
spiacevoli...
-Avete
cancellato il mio nome dalla lista?- chiese Areal, sgomenta.
Non
era certo il volto pieno di gratitudine che Draco si era aspettato.
Sciocchezze, sapeva che
sarebbe andata in quel modo.
-Non
fare storie e abbassa la voce- le disse
Areal
scosse il capo, era arrabbiata, aveva voglia di piangere.
–Non
hai pensato che forse avrei preferito essere in quella stanza con tutti loro?-
Draco
l’afferrò da un braccio avvicinandola a sé. Era arrabbiato come poche volte in
vita sua, minaccioso, la serietà non aveva abbandonato il suo volto neppure per
un istante.
–Immaginavo
che il tuo folle lato eroico avrebbe preferito seguirli. Ma io non ero disposto
a permetterlo-
Areal
si scostò da lui. Non poteva crederci, non voleva assolutamente farlo. Si
sentiva vuota, tradita, sporca.
Traditrice.
–Ma
qui non si trattava di ciò che volevi tu, Draco-
Hermione
sbucò da dietro l’angolo, con l’aria di una che non si era persa neppure una
parola. Curiosa per com’era, doveva essersi subito avvicinata al primo segnale
sospetto.
Areal
lanciò un’occhiata a lei, e un’ultima, disperata, a Draco.
Poi
corse via.
Continua…
Grazie
a Norticula_Nott
e a Bumbj spero che questo capitolo vi sia
piaciuto, nel prossimo succederà qualcosa di importante, ma non dico altro ^^
A
presto.