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Autore: Kaimy_11    07/02/2011    3 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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27. Patronus.

 

 

 

Areal sedeva sul pavimento della stanza delle necessità, c’era chi rideva felice, chi era concentrato. Nuvole argento attraversavano la stanza, alcune di queste avevano preso già forma animale, ma davvero poche. Perfino Hermione Granger aveva difficoltà con quell’incanto.

Erano passate le vacanze di Natale e praticamente tutti non vedevano l’ora di ritornare a scuola per riprendere le riunioni dell’ES. C’era stato un po’ di timore dato che era stata smarrita la lista con tutte le loro firme, ma Harry non ci diede troppo peso e la faccenda fu presto dimenticata. Quel giorno Harry aveva spiegato come evocare un incanto Patronus, l’unica arma di difesa contro i Dissennatori.

Un ricordo felice, uno di quelli che ti riempie il cuore.

Areal pensò a quando era bambina, quando sua madre non faceva altro che litigare con suo padre.

No.

Alla sua civetta Nira.

No.

Pensò ai pomeriggio con zia Matilde.

Belli, ma non sufficienti.

Pensò alle sue amiche Emma, Jude, Canni, ed anche a Erick.

Provò a dire la formula ma dalla bacchetta uscì solo una nuvola argentata.

Sbuffò, stava perdendo la pazienza. La piccola tigre argento di Canni gironzolava per la stanza.

Proprio in quel momento Areal notò che non c’era nessun Serpeverde fra loro. Provò una grande felicità al pensiero di non essere come la sua famiglia, una persona cattiva.

Le venne però in mente una mano fredda, un sorriso arrogante, due occhi ghiacciati. Il petto di Draco quella notte alla finale di Quidditch quando l’aveva protetta dai Mangiamorte. Il suo abbraccio a inizio anno, ancora la sua mano stretta alla sua, ed ancora i suoi occhi. Venne trasportata in quel giorno in cortile, quando Draco rideva davanti ad altre persone senza preoccuparsi, sereno.

-Expecto Patronus- Pronunciò ancora da seduta, puntando in alto la bacchetta.

In un primo momento fuoriuscì solo un lungo nastro argentato, che fece credere alla ragazza di aver fallito ancora. Ma, mentre la felicità la invadeva, quel nastro argento prendeva corpo, si divincolava, cresceva.

Alcuni dei presenti osservarono il serpente argentato muoversi fra loro con stupore, Canni la guardò con un mezzo sorrisino, Hermione Granger strabuzzò gli occhi.

Areal fece tutte queste cose insieme, si stupì, si spaventò e poi sorrise.

-Complimenti a tutti ragazzi, per oggi basta- Disse Harry richiamando su di sé l’attenzione –Non preoccupatevi se non ci siete riusciti tutti, riproveremo domani-

Areal si alzò in piedi mentre tutti chiacchieravano fra loro.

-Un serpente, è!?- Fece Canni dandole di gomito, mentre uscivano.

Areal la spintonò.

 

Quella mattina Areal avrebbe dovuto andare nella stanza delle necessità per riprovare l’incanto Patronus. Non stava nella pelle dell’euforia, non vedeva l’ora di riprovare per convincersi che il serpente argentato non era frutto della sua fantasia. Ma a colazione Draco Malfoy l’aveva fermata poco prima che uscisse dalla Sala grande.

Era serio e quasi spaventato –Fra un’ora vieni giù al lago nero!-

Areal lo guardò rattristata. –Mi dispiace, ho un impegno-

-No Areal!- Fece Draco, guardandosi nervosamente intorno mentre la teneva ancora da un braccio. -È importante, ho bisogno di te-

Areal rimase a fissare quel volto spaventato, come se si stesse già pentendo di ciò che faceva, eppure determinato.

-Non ci vorrà molto, solo qualche minuto- disse il ragazzo.

La ragazza sospirò –Okay, ma vedi di non farmi aspettare troppo-.

 

Hermione e Canni la stavano aspettando per le scale, in disparte. Areal le raggiunse, ma dovette dare loro la notizia.

-Come non vieni?- chiese Canni.

-Come ti ho appena detto, Draco vuole parlarmi. Ha detto che non ci vorrà molto, così dopo posso raggiungervi- Sorrise Areal.

-Fa attenzione, mi raccomando- Le disse Canni, seria.

-Tranquilla, non mi farò scoprire-

-Prendiamo il lato positivo- disse Hermione –Se Draco è impegnato con te, forse oggi quelli dell’inquisizione non cercheranno di incastrarci-

Risero tutte e tre.

-Bene, allora lo terrò impegnato!- Areal fece un sorrisino furbo.

Le altre due ragazze ricambiarono il saluto, salendo senza farsi troppo notare.

 

Areal era seduta sul prato vicino al lago da almeno mezz’ora, se non di più. Fortuna che aveva detto a Draco di essere puntale, e ormai si era persa una delle lezioni più belle dell’ES. L’aria era fresca e la ragazza si stava chiedendo perché mai il ragazzo ci mettesse tanto. Era stata sul punto di andarsene ma alla fine era rimasta. Forse perché non voleva deluderlo, forse perché aveva troppa voglia di stare con lui o forse per tenerlo impegnato come diceva Hermione, in modo che almeno per quel giorno non desse noie all’ES.

-Areal! Areal! Io e Emma ti abbiamo cercato dappertutto- Squittì Jude, ed Areal si voltò incredula.

La ragazza era proprio alle sue spalle, piegata sulle ginocchia per riprendere fiato con i capelli rossi davanti al viso, era terrorizzata. –L’Umbridge ha preso Canni, Erick e tutti gli altri insieme a Potter. Dice che volevano formare un esercito, ma che storia è questa?-

Areal corse dentro la scuola così veloce da guadagnarsi l’attenzione di tutti mentre Jude non riusciva a starle dietro.

Quest’ultima, insieme all’amica Emma, non era stata messa al corrente dell’ES, considerate troppo buone. Rispettavano troppo le regole e non sarebbero mai state capaci di mantenere un segreto così importante.

Entrata all’interno del castello, Areal si guardò per un attimo intorno, spaesata, poi corse al secondo piano, dritto nell’ufficio dell’Umbridge. Arrivata davanti alla porta dell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, vide un gruppo di ragazzi venire spintonati all’interno della stanza dai membri della squadre d’inquisizione. Riconobbe Pancy, che trascinava Luna Lovegood.

Areal rimase immobile, di pietra. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Una parte di lei registrò il ragazzo biondo, che dopo averla guardata con rabbia e stupore, le si avvicinò a grandi passi lasciando gli altri. La afferrò da un braccio e la trascinò nel corridoio dietro l’angolo.

Erano soli.

-Che cosa ci fai qui?- ringhiò Draco.

Areal scosse la testa e lo guardò indignata, scrollandosi di dosso la sua mano.

–Cosa hai combinato?-

Draco non rispose, rimase a fissarla dall’alto in basso.

La ragazza abbassò gli occhi, era sconcertata, sconvolta, scosse il capo e si coprì la bocca con la mano.

–Sapevi che oggi li avreste presi. Ci avevate scoperti- Disse Areal, e non si trattava di una domanda.

La sua voce era cupa, grave. Lo sguardo ancora di più.

Draco sollevò il mento.

-E hai fatto in modo che non fossi presente, per salvarmi- I suoi occhi blu erano totalmente spenti, velati soltanto dal rancore.

-Cho Chang ha confessato, l’Umbridge le ha dato una pozione di Veritaserum- Le comunicò.

Areal scosse il capo, le veniva quasi da piangere tanta era la rabbia. Si passò una mano fra i capelli.

–La lista!- esclamò lei alzando gli occhi.

Il ragazzo rimase in silenzio, continuava a guardarla dall’alto con una smorfia di disgusto.

-C’era una lista con tutte le nostre firme, non è servito a niente non farmi trovare in quella stanza, se quella lista…-

-L’ha trovata Pancy-

Areal ammutolì, le sue speranze erano crollate.

Draco ricordava ancora quel giorno, quando Pancy era entrata nella loro sala comune sventolando un foglietto di carta. –Abbiamo la prova! Guardate qua: esercito di Silente- esultava.

Tutti i membri dell’inquisizione l’avevano accerchiata ma, senza preavviso, Pancy indicò a Blaise Zabini un nome, con una certa soddisfazione. Il ragazzo le tolse il foglietto di mano, infischiandosene dell’espressione delusa che mostrò la ragazza e, senza ripensamenti, andò da Draco che sedeva sul divano di pelle nera mostrandogli il foglio in questione. Il ragazzo si mise dietro la spalliera nera ed allungò la mano mostrando al biondo ciò che voleva, tenendo il pollice vicino al nome.

Draco, che in quel momento era perso nei propri pensieri, spalancò gli occhi per l’indignazione e non volle neppure toccare quel lurido pezzo di carta.

Blaise gli lanciò un’occhiata penetrante e, vedendo Draco ancora troppo sconvolto ed arrabbiato per ragionare, decise di agire lui stesso.

Daphne!- chiamò Blaise.

Una ragazza bionda si voltò verso di lui.

-Conosci un modo per cancellare una scritta da una pergamena? Senza lasciarne alcuna traccia intendo-

-Certo-

-Allora devi aiutarci-.

Draco Malfoy non aveva fatto nulla, si era limitato a guardare i due agire, mentre nella sua testa si delineava un piano, che in ogni caso, avrebbe avuto dei lati spiacevoli...

-Avete cancellato il mio nome dalla lista?- chiese Areal, sgomenta.

Non era certo il volto pieno di gratitudine che Draco si era aspettato.

Sciocchezze, sapeva che sarebbe andata in quel modo.

-Non fare storie e abbassa la voce- le disse

Areal scosse il capo, era arrabbiata, aveva voglia di piangere.

–Non hai pensato che forse avrei preferito essere in quella stanza con tutti loro?-

Draco l’afferrò da un braccio avvicinandola a sé. Era arrabbiato come poche volte in vita sua, minaccioso, la serietà non aveva abbandonato il suo volto neppure per un istante.

–Immaginavo che il tuo folle lato eroico avrebbe preferito seguirli. Ma io non ero disposto a permetterlo-

Areal si scostò da lui. Non poteva crederci, non voleva assolutamente farlo. Si sentiva vuota, tradita, sporca.

Traditrice.

–Ma qui non si trattava di ciò che volevi tu, Draco-

Hermione sbucò da dietro l’angolo, con l’aria di una che non si era persa neppure una parola. Curiosa per com’era, doveva essersi subito avvicinata al primo segnale sospetto.

Areal lanciò un’occhiata a lei, e un’ultima, disperata, a Draco.

Poi corse via.

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Grazie a Norticula_Nott e a Bumbj spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo succederà qualcosa di importante, ma non dico altro ^^

 

A presto.

   
 
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