Veleno…
Entrarono
nella stanza e trovarono Emily fra
i rantoli che schiumava dalla bocca. Blaise corse su di lei e
staccò
immediatamente la flebo. Urlò a Ron di chiamare
un’infermiera poi
prese la donna fra le braccia e corse
fuori verso il laboratorio… aveva i canali respiratori quasi
totalmente
ostruiti dal liquido. Era questione di attimi e il veleno avrebbe
raggiunto il
cuore. La stese sul lettino lasciando Ron a sostenerle la testa in modo
che il
liquido uscisse senza soffocarla. Poi tornò di corsa verso di loro e le fece
un’iniezione di una
sostanza blu. Subito fece la reazione sperata.
Emily rinvenne e sputò fuori in un colpo tutto
quanto tossendo. Blaise
allora le iniettò una sostanza argentea in vena. La donna si
sentiva uno
straccio. Ron la prese fra le braccia e la portò in bagno
per pulirla. Anche
li la ragazza continuò a sputare del liquido
giallognolo con Ron che la sosteneva, un po’ schifato dalla
scena. Osservandola
al Rosso apparve
chiaro che si trattava
della stessa persona che aveva avvelenato Harry.
Mentre le infermiere entravano per pulire il
macello generato, Blaise correva come un ossesso a cercare
l’infermiera del
piano, che avrebbe dovuto vegliare sulla giovane.
Cercò ovunque e della donna nessuna traccia.
Un sospetto allora si affacciò nella sua mente.
Sentì un urlo di terrore provenire
dalla sua destra, nel corridoio poco distante da lui. Lo raggiunse in
fretta e
trovò l’infermiera bassa e tozza schiacciata
contro la parete tremante. Aprì
la porta socchiusa dello stanzino delle
scope. Trovò Margaret a
terra con una
siringa nel braccio e un grosso bozzo viola in corrispondenza
dell’entrata
dell’ago. Blaise si chinò sulla giovane infermiera
per sentirle il battito. Era
troppo tardi giaceva priva
di vita, con
i suoi enormi occhi verdi sbarrati e la bocca sporca di liquido giallo.
Blaise
sconvoltò prese fra le braccia il volto della giovane e le
chiuse delicatamente
gli occhi. Un profondo dolore gli attanagliò le viscere. La
ragazza aveva
terminato gli studi in Medimagia diplomandosi a pieni voti qualche mese
prima,
lavorava per lui da poche settimane e quello era il suo primo impiego.
Era
molto in gamba ed era stata un valido aiuto in quei giorni movimentati.
Aveva
un bellissimo futuro pieno di soddisfazioni secondo Blaise e invece
anche lei , in quel momento,
era
fra le sue braccia, avvelenata
dallo
stesso veleno che probabilmente aveva iniettato nella flebo di Emily.
Si sentì
mancare l’aria e le lacrime gli pizzicavano gli occhi.
Lasciò li la ragazza e
corse alla prima finestra a respirare.
Tirò due grandi respiri poi si ricompose e
raggiunse il laboratorio dove
aveva lasciato Ron ed Emily.
Quando
entrò prese Ron da parte e gli disse
di andare nello stanzino delle scope, perché c’era
stato un altro
omicidio. Emily
sentì la parola e
un’espressione interrogativa si dipinse sul suo volto. Blaise scosse il capo
guardandola, come per
dire “ non ci pensare neanche”, la donna rassegnata
chiuse gli occhi.
Effettivamente si sentiva troppo debole anche per pensare. Ma un
omicidio era
una cosa profondamente sconvolgente anche per lei.
Il
cellulare squillò, mentre seduti sui divani
in casa Malfoy, i padroni di casa discutevano animatamente di fronte ai
loro
ospiti che guardavano la scena, uno allibito e l’altra
distratta.
- -
Sono
stufo Herm di questi tuoi modi da mamma… non sono tuo figlio
io…
- -
Oh
ma ti comporti come se lo fossi! - Hermione si voltò verso
Harry infastidita dal suono del cellulare. Harry si avvide solo in quel
momento
che si trattava del suo.
- -
Scusate…-
disse alzandosi e andando nell’altra stanza a
rispondere. – mentre i coniugi Malfoy riprendevano il
battibecco.
- -
Pronto?
– fece Harry tappandosi l’orecchio non coperto dal
telefono per sentire meglio.
- -
Harry
sono Ron… - la voce di Ron gli giunse un po’
malferma.
- -
Ciao
Ron dimmi…
- -
Vieni
alla clinica di Blaise… è urgente. –
disse il Rosso che
dall’altro capo del ricevitore si trovava ritto davanti allo
stanzino. Dal tono
di voce dell’amico Harry capì che qualcosa non
andava.
- -
Arrivo. – chiuse la
chiamata e tornò in salotto a prendere la sua giacca.
- -
Harry
tutto ok? – Chiese Luna scuotendosi dai suoi pensieri.
- -
Chi
era al telefono? – chiese invece la riccia, piazzando un
palmo
aperto davanti alla faccia di suo marito, come segno per farlo tacere.
Draco
incazzato nero, chiuse la bocca.
- -
Era
Ron.. è successo qualcosa alla clinica di Blaise. Devo
andare.
- -
Vengo
con te. - disse immediatamente il biondo. C’era il suo
migliore amico li. Prese
la giacca,
mentre le donne protestarono per andare con loro. Alla fine tutti e
quattro si
recarono alla Clinica, avvertendo Ginny di prendere anche Sylvie a
scuola.
- ***
- -
Padrona...
- -
Si
Rotanfolus… - rispose la donna seduta su una poltrona presso
il
camino.
- -
c’è
qui la signorina. – disse il servo profondendo un inchino.
- -
Falla
passare...
- -
Prego
signorina. – disse l’elfo domestico alla ragazza.
La giovane
donna entrò.
- -
Mia
signora…- Disse la ragazza inchinandosi al cospetto della
donna.
- -
Sollevati
ragazza… e raccontami…
- -
Il
piano procede mia signora, come da voi ordinato. – disse la
giovane.
- -
Eccellente…
e dimmi è ancora viva? – Catherine scosse il capo.
- Bene questa volta
Emily è davvero fuori dai
giochi.. E nessuno… potrà mai raccontare
cos’è successo. – disse la donna
girandosi fra le mani un calice di vino rosso. –
continua…
- -
Il
medico non sospetta di me… è innamorato perso.
Non c’è stato
neanche bisogno del vostro filtro d’amore.
- -
Come
immaginavo.. sono tutti uguali gli uomini. Ma dimmi…
- -
Si
mia signora.
- -
Cos’hai
scoperto su Malfoy?
- -
Ha
una figlia, ha l’età del vostro Chris…
sua moglie me l’ha
portata che era ancora addormentata l’altra sera.
È una persona ingenua…
sapendo che ero la compagna di un loro amico me l’ha lasciata
senza problemi.
- -
È
andato tutto secondo i piani?
- -
Si
mia signora … Scommetto che non si sono accorti dello
scambio.
– disse la donna.
- -
Eccellente.
È stato facile?
- -
Si…
la bambina dormiva… è stato uno scherzo dare vita
al coccio
con il suo sangue. Plasmata ad arte mia signora. Io stessa faticavo a
distinguerle.
- -
Dov’è
la piccola adesso?
- -
Stregata
in una cella segreta del maniero di Blaise. –
spiegò la
ragazza.
- -
Potrebbe
trovarla! Stupida! – Cassandra ebbe un moto d’ira.
- -
No
mia signora… ho reso la cella impenetrabile. Del resto in
quelle segrete da secoli non scende più nessuno. E poi
l’incantesimo che ho
imposto su di lei la rende niente più che un burattino. Non
può parlare, ne
urlare ne piangere. Non può fare nulla. È una
piccola bambola.
- -
Bene…
deve soffrire come un cane prima di morire. – pregustandosi
il
momento della vittoria la donna si strofinò le mani candide.
- -
Mia
signora.. consente una domanda?
- -
Se
è inevitabile…
- -
Cosa
intende farne della piccola?
- -
La
crescerò… e la rivolterò contro i
genitori a tempo debito. Dopo
di che si suiciderà. Pertanto ragazza mia, sta attenta a non
tradirti. Devi conquistare
la fiducia di quell’uomo, insinuarti nella sua casa e
renderlo tuo.
- -
Ma
mia signora, basta il controllo mentale per quello.
- -
Non
darebbe gli stessi effetti. Ora ti prego di seguirmi…
necessito che tu veda delle cose. – Catherine
seguì Cassandra attraverso i
corridoi angusti del grande palazzo.
Intanto
alla clinica Blaise aveva riportato
Emily nella sua stanze. Dopo averla stesa a letto, le aveva fatto bere
una
pozione che la rimettesse in sesto… ma non appena
l’ebbe ingerita, si tirò su
di scatto e
sputò di nuovo tutto mandandola
in malora sul pavimento.
- -
Meglio
fuori che dentro .- disse Blaise. Ma quando la donna ritirò
su la testa, Blaise si accorse che
qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto. A
Emily colava sangue dal naso. Presto le
sollevò il mento e tamponò. Emily lo guardava, i
suoi occhi erano languidi,
ebbe la sensazione che la donna non riuscisse a metterlo a fuoco.
– Emily che
hai?
- -
La
testa… Blaise… mi scoppia la testa… -
l’uomo le
posò una mano sulla fronte. Era
caldissima. Doveva
abbassarle in fretta
la febbre.
- -
Sta
calma…- le impose un incantesimo refrigerante. –
Sta qui…
torno subito. – corse in laboratorio ad esaminare il sangue
prelevato prima
dalla ragazza. Non era lo stesso composto velenoso di Harry. Si rese
conto solo
in quel momento dell’errore fatto.
Prese
tutto quello che gli serviva, aggiunse sangue di unicorno alla pozione
che fece
bollire in fretta rischiando si far esplodere tutto
l’ospedale. Nel
giro di un’ora era risaluto alla stanza
di Emily con la pozione che sperava fosse quella giusta. Entrando in camera
trovò la donna svenuta in
terra. Aveva
tentato di alzarsi per qualche
ragione. La ristese sul letto. E la svegliò.
- -
Emily…
devi bere questa… - la ragazza aprì gli
occhi…
- -
Mi
gira la testa…- disse…
- -
È
normale… bevi… starai meglio… - la
ragazza ingoiò la pozione
vischiosa che Blaise le porgeva sostenendo il bicchiere. Sentì sollievo lungo la gola,
scenderle giù lungo le
viscere. Blaise
scostò il bicchiere e
attese qualche minuto per costatare il tipo di reazione. Sembrava che non ve ne
fossero per il
momento. –
Emily ti da nausea?
- -
Si…
- rispose la donna. Blaise allora le iniettò di nuovo la
stessa sostanza di qualche ora prima.
- -
Ora
dovrebbe andare meglio. Cerca di risposare. - La donna
annuì…
stremata com’era si addormentò.
Ron
vide i suoi tre amici e Luna comparire in
fondo al corridoio. Andò
verso di loro. Non
voleva che sua moglie vedesse. Ma fu del tutto inutile. Visto che la
biondina
lo ignorò.
- -
Cos’è
successo? – nel frattempo anche Blaise li raggiunse.
- -
È
lunga da raccontare… credo che ci penserà Blaise.
– rispose il
rosso.
- -
Perché
io? –
chiese il moro
prima di salutare.
- -
Perché
mi hai chiamato Ron? – insistette il bambino sopravvissuto.
- -
Ci
sono stati un omicidio e un tentato avvelenamento. – disse
Ron.
- -
Quando?
- -
Non
lo so… è successo tutto in pochi minuti.
– un infermiera in
quel momento tornò a chiamare Blaise un paziente aveva
bisogno di lui. –
scusatemi.
- -
Ron
spiegaci.. – disse Hermione.
- -
Dov’è
il cadavere?
- -
Lì
in fondo… - disse indicando la fine del corridoio. - quella è
l’infermiera che ha trovato il
corpo. Parlaci te Hermione… io non ho avuto cuore di farlo.
– spiegò il rosso.
- -
Si
ci penso io. – disse la riccia.
- -
Ron
chi è stato avvelenato? – chiese Draco con la
sensazione di
conoscere già la risposta.
- -
Emily…
- -
No…
è viva?
- -
Si
Luna… - la biondina allora corse da lei.
Draco guardò la biondina correre via di
volata.
- -
Sta
bene? – chiese invece Mr Malfoy, mentre Harry studiava il
cadavere, chiamando gli altri per supervisionare la scena.
- -
Non
lo so Draco… Blaise è stato con lei fino ad ora.
L’abbiamo
ripresa per miracolo. – disse il rosso.
- -
Capisco.
Qui non vi servo giusto? – chiese sorprendendolo.
- -
No…
non credo.
- -
Bene…
andrò a cercare Blaise. – disse girando sui tacchi
e
riprendendo il corridoio.
Luna
entrò nella stanza di Emily che dormiva.
Doveva parlare con lei…. Doveva dirle dell’uomo e
voleva saperne di più sulla
storia dei custodi.
Ginny
si presentò puntuale all’uscita da
scuola. Il suo pancione cresceva a vista d’occhio, e non
poteva essere più
orgogliosa di portarlo in giro.
Le tre
pesti che stava
aspettando arrivarono
come scalmanati.
- -
Ciao
mamma. – disse Al baciandola…
- -
Ciao
ragazzi. – rispose la
donna, mentre James e Sylvie si apprestavano a baciarla.
- -
Zia
dov’è la mamma? – chiese la piccola
perplessa, nel vedere li
solo la zia.
- -
Aveva
da fare amore, ma sta tranquilla… avrai una bella sorpresa
stasera. – disse la donna prendendola per mano.
- -
Mamma…
lo sai che oggi James s’è picchiato con un
bambino? – disse
Al di un fiato gongolando di rimando all’occhiataccia del
fratello.
- -
Come?
Perché?- fu Sylvie a rispondere stavolta.
- -
Perché
un bambino la chiamato figlio di saetta! – disse la piccina
scuotendo il capo riccioluto e biondissimo proprio con la
disapprovazione che
avrebbe usato sua madre.
- -
Tesoro…
non si picchia la gente. – disse Ginny rimproverandolo con
dolcezza.
- -
Lo
so mamma. – disse lui. – Ma quel bambino mentiva.
- -
Voleva
stuzzicarti… - disse Al…
- -
Volevo
vedere se lo diceva
a te che facevi…
- -
Nulla…
- -
Non
è vero… - continuò James.
- -
Basta
litigare bambini. – disse Ginny… - andiamo a
mangiarci una
bella Creps al cioccolato! – propose fra
l’entusiasmo generale. Quando furono davanti
a quattro belle Creps fumanti, Ginny notò che Sylvie non ne
toccò neanche un
pezzo.
Finito
un altro capitolo…
Speravo
di postarlo prima, ma ho
inavvertitamente chiuso senza salvare. Questo perché sono
una persona
estremamente Furba! =_=’’ . Quindi
m’è toccato ripartire da zero.
Mi auguro
che sia stato di vostro gradimento!
Ringrazio
tutti voi lettori e
recensori… grazie grazie grazie *.*
Vi
auguro un buon proseguimento di
giornata.
Al
prossimo aggiornamento.
Perfidia!