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Autore: Perfidia    09/02/2011    1 recensioni
Riccioli biondi e un musino da furfante, rendevano evidente al mondo chi fosse la piccola Sylvie... - un nuovo inizio per una vecchia storia, che giocherò a storpiare e ricombinare, in modo da migliorarla rispetto al passato. Spero possa essere una gradevole lettura. Fatemi sapere.. A presto Perfidia.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Veleno…

 

Entrarono nella stanza e trovarono Emily fra i rantoli che schiumava dalla bocca. Blaise corse su di lei e staccò immediatamente la flebo. Urlò a Ron di chiamare un’infermiera  poi prese la donna fra le braccia e corse fuori verso il laboratorio… aveva i canali respiratori quasi totalmente ostruiti dal liquido. Era questione di attimi e il veleno avrebbe raggiunto il cuore. La stese sul lettino lasciando Ron a sostenerle la testa in modo che il liquido uscisse senza soffocarla. Poi tornò di corsa  verso di loro e le fece un’iniezione di una sostanza blu. Subito fece la reazione sperata.  Emily rinvenne e sputò fuori in un colpo tutto quanto tossendo. Blaise allora le iniettò una sostanza argentea in vena. La donna si sentiva uno straccio. Ron la prese fra le braccia e la portò in bagno per pulirla.  Anche li la ragazza continuò a sputare del liquido giallognolo con Ron che la sosteneva, un po’ schifato dalla scena. Osservandola al Rosso  apparve chiaro che si trattava della stessa persona che aveva avvelenato Harry.  Mentre le infermiere entravano per pulire il macello generato, Blaise correva come un ossesso a cercare l’infermiera del piano, che avrebbe dovuto vegliare sulla giovane.  Cercò ovunque e della donna nessuna traccia. Un sospetto allora si affacciò nella sua mente. Sentì un urlo di terrore provenire dalla sua destra, nel corridoio poco distante da lui. Lo raggiunse in fretta e trovò l’infermiera bassa e tozza schiacciata contro la parete tremante.  Aprì la porta socchiusa dello stanzino delle scope. Trovò Margaret  a terra con una siringa nel braccio e un grosso bozzo viola in corrispondenza dell’entrata dell’ago. Blaise si chinò sulla giovane infermiera per sentirle il battito. Era troppo tardi giaceva  priva di vita, con i suoi enormi occhi verdi sbarrati e la bocca sporca di liquido giallo. Blaise sconvoltò prese fra le braccia il volto della giovane e le chiuse delicatamente gli occhi. Un profondo dolore gli attanagliò le viscere. La ragazza aveva terminato gli studi in Medimagia diplomandosi a pieni voti qualche mese prima, lavorava per lui da poche settimane e quello era il suo primo impiego. Era molto in gamba ed era stata un valido aiuto in quei giorni movimentati. Aveva un bellissimo futuro pieno di soddisfazioni secondo Blaise  e invece  anche lei , in quel momento,  era fra le sue braccia,  avvelenata dallo stesso veleno che probabilmente aveva iniettato nella flebo di Emily. Si sentì mancare l’aria e le lacrime gli pizzicavano gli occhi. Lasciò li la ragazza e corse alla prima finestra a respirare.  Tirò due grandi respiri poi si ricompose e raggiunse il laboratorio dove aveva lasciato Ron ed Emily. 

Quando entrò prese Ron da parte e gli disse di andare nello stanzino delle scope, perché c’era stato un altro omicidio.  Emily sentì la parola e un’espressione interrogativa si dipinse sul suo volto.  Blaise scosse il capo guardandola, come per dire “ non ci pensare neanche”, la donna rassegnata chiuse gli occhi. Effettivamente si sentiva troppo debole anche per pensare. Ma un omicidio era una cosa profondamente sconvolgente anche per lei.

Il cellulare squillò, mentre seduti sui divani in casa Malfoy, i padroni di casa discutevano animatamente di fronte ai loro ospiti che guardavano la scena, uno allibito e l’altra distratta.

  • -          Sono stufo Herm di questi tuoi modi da mamma… non sono tuo figlio io…
  • -          Oh ma ti comporti come se lo fossi! - Hermione si voltò verso Harry infastidita dal suono del cellulare. Harry si avvide solo in quel momento che si trattava del suo.
  • -          Scusate…- disse alzandosi e andando nell’altra stanza a rispondere. – mentre i coniugi Malfoy riprendevano il battibecco.
  • -          Pronto? – fece Harry tappandosi l’orecchio non coperto dal telefono per sentire meglio.
  • -          Harry sono Ron… - la voce di Ron gli giunse un po’ malferma.
  • -          Ciao Ron dimmi…
  • -          Vieni alla clinica di Blaise… è urgente. – disse il Rosso che dall’altro capo del ricevitore si trovava ritto davanti allo stanzino. Dal tono di voce dell’amico Harry capì che qualcosa non andava.
  • -          Arrivo.  – chiuse la chiamata e tornò in salotto a prendere la sua giacca.
  • -          Harry tutto ok? – Chiese Luna scuotendosi dai suoi pensieri.
  • -          Chi era al telefono? – chiese invece la riccia, piazzando un palmo aperto davanti alla faccia di suo marito, come segno per farlo tacere. Draco incazzato nero, chiuse la bocca.
  • -          Era Ron.. è successo qualcosa alla clinica di Blaise. Devo andare.
  • -          Vengo con te. - disse immediatamente il biondo. C’era il suo migliore amico li.  Prese la giacca, mentre le donne protestarono per andare con loro. Alla fine tutti e quattro si recarono alla Clinica, avvertendo Ginny di prendere anche Sylvie a scuola.
  • ***
  • -          Padrona...
  • -          Si Rotanfolus… - rispose la donna seduta su una poltrona presso il camino.
  • -          c’è qui la signorina. – disse il servo profondendo un inchino.
  • -          Falla passare...
  • -          Prego signorina. – disse l’elfo domestico alla ragazza. La giovane donna entrò.
  • -          Mia signora…- Disse la ragazza inchinandosi al cospetto della donna.
  • -          Sollevati ragazza… e raccontami…
  • -          Il piano procede mia signora, come da voi ordinato. – disse la giovane.
  • -          Eccellente… e dimmi è ancora viva? – Catherine scosse il capo. -  Bene questa volta Emily è davvero fuori dai giochi.. E nessuno… potrà mai raccontare cos’è successo. – disse la donna girandosi fra le mani un calice di vino rosso. – continua…
  • -          Il medico non sospetta di me… è innamorato perso. Non c’è stato neanche bisogno del vostro filtro d’amore.
  • -          Come immaginavo.. sono tutti uguali gli uomini. Ma dimmi…
  • -          Si mia signora.
  • -          Cos’hai scoperto su Malfoy?
  • -          Ha una figlia, ha l’età del vostro Chris… sua moglie me l’ha portata che era ancora addormentata l’altra sera. È una persona ingenua… sapendo che ero la compagna di un loro amico me l’ha lasciata senza problemi.
  • -          È andato tutto secondo i piani?
  • -          Si mia signora … Scommetto che non si sono accorti dello scambio. – disse la donna.
  • -          Eccellente. È stato facile?
  • -          Si… la bambina dormiva… è stato uno scherzo dare vita al coccio con il suo sangue. Plasmata ad arte mia signora. Io stessa faticavo a distinguerle.
  • -          Dov’è la piccola adesso?
  • -          Stregata in una cella segreta del maniero di Blaise. – spiegò la ragazza.
  • -          Potrebbe trovarla! Stupida! – Cassandra ebbe un moto d’ira.
  • -          No mia signora… ho reso la cella impenetrabile. Del resto in quelle segrete da secoli non scende più nessuno. E poi l’incantesimo che ho imposto su di lei la rende niente più che un burattino. Non può parlare, ne urlare ne piangere. Non può fare nulla. È una piccola bambola.
  • -          Bene… deve soffrire come un cane prima di morire. – pregustandosi il momento della vittoria la donna si strofinò le mani candide.
  • -          Mia signora.. consente una domanda?
  • -          Se è inevitabile…
  • -          Cosa intende farne della piccola?
  • -          La crescerò… e la rivolterò contro i genitori a tempo debito. Dopo di che si suiciderà. Pertanto ragazza mia, sta attenta a non tradirti. Devi conquistare la fiducia di quell’uomo, insinuarti nella sua casa e renderlo tuo.
  • -          Ma mia signora, basta il controllo mentale per quello.
  • -          Non darebbe gli stessi effetti. Ora ti prego di seguirmi… necessito che tu veda delle cose. – Catherine seguì Cassandra attraverso i corridoi angusti del grande palazzo.

Intanto alla clinica Blaise aveva riportato Emily nella sua stanze. Dopo averla stesa a letto, le aveva fatto bere una pozione che la rimettesse in sesto… ma non appena l’ebbe ingerita, si tirò su di scatto  e sputò di nuovo tutto mandandola in malora sul pavimento.

  • -          Meglio fuori che dentro .- disse Blaise. Ma quando la donna  ritirò su la testa, Blaise si accorse che qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto.  A Emily colava sangue dal naso. Presto le sollevò il mento e tamponò. Emily lo guardava, i suoi occhi erano languidi, ebbe la sensazione che la donna non riuscisse a metterlo a fuoco. – Emily che hai?
  • -          La testa… Blaise… mi scoppia la testa… - l’uomo  le posò una mano sulla fronte. Era caldissima.  Doveva abbassarle in fretta la febbre.
  • -          Sta calma…- le impose un incantesimo refrigerante. – Sta qui… torno subito. – corse in laboratorio ad esaminare il sangue prelevato prima dalla ragazza. Non era lo stesso composto velenoso di Harry. Si rese conto solo in quel momento dell’errore fatto.  Prese tutto quello che gli serviva, aggiunse sangue di unicorno alla pozione che fece bollire in fretta rischiando si far esplodere tutto l’ospedale.  Nel giro di un’ora era risaluto alla stanza di Emily con la pozione che sperava fosse quella giusta.  Entrando in camera trovò la donna svenuta in terra.  Aveva tentato di alzarsi per qualche ragione. La ristese sul letto. E la svegliò.
  • -          Emily… devi bere questa… - la ragazza aprì gli occhi…
  • -          Mi gira la testa…-  disse…
  • -          È normale… bevi… starai meglio… - la ragazza ingoiò la pozione vischiosa che Blaise le porgeva sostenendo il bicchiere.  Sentì  sollievo lungo la gola, scenderle giù lungo le viscere.  Blaise scostò il bicchiere e attese qualche minuto per costatare il tipo di reazione.  Sembrava che non ve ne fossero per il momento.  – Emily ti da nausea?
  • -          Si… - rispose la donna. Blaise allora le iniettò di nuovo la stessa sostanza di qualche ora prima.
  • -          Ora dovrebbe andare meglio. Cerca di risposare. - La donna annuì… stremata com’era si addormentò.

Ron vide i suoi tre amici e Luna comparire in fondo al corridoio.  Andò verso di loro. Non voleva che sua moglie vedesse. Ma fu del tutto inutile. Visto che la biondina lo ignorò.

  • -          Cos’è successo? – nel frattempo anche Blaise li raggiunse.
  • -          È lunga da raccontare… credo che ci penserà Blaise. – rispose il rosso.
  • -          Perché  io? – chiese il moro prima di salutare.
  • -          Perché mi hai chiamato Ron? – insistette il bambino sopravvissuto.
  • -          Ci sono stati un omicidio e un tentato avvelenamento. – disse Ron.
  • -          Quando?
  • -          Non lo so… è successo tutto in pochi minuti. – un infermiera in quel momento tornò a chiamare Blaise un paziente aveva bisogno di lui. – scusatemi.
  • -          Ron spiegaci.. – disse Hermione.
  • -          Dov’è il cadavere?
  • -          Lì in fondo… - disse indicando la fine del corridoio.  - quella è l’infermiera che ha trovato il corpo. Parlaci te Hermione… io non ho avuto cuore di farlo. – spiegò il rosso.
  • -          Si ci penso io. – disse la riccia.
  • -          Ron chi è stato avvelenato? – chiese Draco con la sensazione di conoscere già la risposta.
  • -          Emily…
  • -          No… è viva?
  • -          Si Luna… - la biondina allora corse da lei.  Draco guardò la biondina correre via di volata.
  • -          Sta bene? – chiese invece Mr Malfoy, mentre Harry studiava il cadavere, chiamando gli altri per supervisionare la scena.
  • -          Non lo so Draco… Blaise è stato con lei fino ad ora. L’abbiamo ripresa per miracolo. – disse il rosso.
  • -          Capisco. Qui non vi servo giusto? – chiese sorprendendolo.
  • -          No… non credo.
  • -          Bene… andrò a cercare Blaise. – disse girando sui tacchi e riprendendo il corridoio.

Luna entrò nella stanza di Emily che dormiva. Doveva parlare con lei…. Doveva dirle dell’uomo e voleva saperne di più sulla storia dei custodi.

Ginny si presentò puntuale all’uscita da scuola. Il suo pancione cresceva a vista d’occhio, e non poteva essere più orgogliosa di portarlo in giro.   Le tre pesti che  stava aspettando arrivarono come scalmanati.

  • -          Ciao mamma. – disse Al baciandola…
  • -          Ciao ragazzi. – rispose  la donna, mentre James e Sylvie si apprestavano a baciarla.
  • -          Zia dov’è la mamma? – chiese la piccola perplessa, nel vedere li solo la zia.
  • -          Aveva da fare amore, ma sta tranquilla… avrai una bella sorpresa stasera. – disse la donna prendendola per mano.
  • -          Mamma… lo sai che oggi James s’è picchiato con un bambino? – disse Al di un fiato gongolando di rimando all’occhiataccia del fratello.
  • -          Come? Perché?- fu Sylvie a rispondere stavolta.
  • -          Perché un bambino la chiamato figlio di saetta! – disse la piccina scuotendo il capo riccioluto e biondissimo proprio con la disapprovazione che avrebbe usato sua madre.
  • -          Tesoro… non si picchia la gente. – disse Ginny rimproverandolo con dolcezza.
  • -          Lo so mamma. – disse lui. – Ma quel bambino mentiva.
  • -          Voleva stuzzicarti… - disse Al…
  • -          Volevo vedere se lo diceva  a te che facevi…
  • -          Nulla…
  • -          Non è vero… - continuò James.
  • -          Basta litigare bambini. – disse Ginny… - andiamo a mangiarci una bella Creps al cioccolato! – propose fra l’entusiasmo generale. Quando furono davanti a quattro belle Creps fumanti, Ginny notò che Sylvie non ne toccò neanche un pezzo.

 

 

Finito un altro capitolo…

Speravo di postarlo prima, ma ho inavvertitamente chiuso senza salvare. Questo perché sono una persona estremamente Furba! =_=’’ . Quindi m’è toccato ripartire da zero.  Mi  auguro che sia stato di vostro gradimento!

Ringrazio tutti voi lettori e recensori… grazie grazie grazie *.*

Vi auguro un buon proseguimento di giornata.

Al prossimo aggiornamento.

Perfidia!

   
 
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