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Autore: rei22688    10/02/2011    1 recensioni
Due ragazzi giovani, innamorati, racchiusi dall'accogliente culla di un paese piccolo, innocuo, quasi noioso. Avranno un incontro ravvicinato con la durezza della vita, con altre due persone che questa durezza la conoscono bene. Capiranno che l'amore non è tutto baci e carezze, ma saranno anche in grado di insegnare qualcosa...
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storia di un coniglio che voleva volare

Storia di un coniglio che voleva volare

 

Ed ecco il secondo capitolo... vi chiedo perdono per il formato squallido (non so perché, tutti i 
sono diventati

... abbiate pazienza!!) e la forma non curata, ma devo pubblicarlo assolutamente oggi per una mia faccenda personale. Anche le recensioni ed il messaggio finale purtroppo sono assenti, ma prometto di rifarmi con il terzo capitolo... Spero vi piaccia!

Un bacione, Rei

 

Un'anima perduta

I due rimasero a bocca aperta, dopodiché cominciarono lentamente ad arrossire, sempre più imbarazzati. Naruto intanto stava iniziando davvero ad innervosirsi: -MA TU COME CAVOLO FAI A SAPERLO?!-

L’altro si mise a ridere sonoramente: -Ah ma quindi ci ho azzeccato? Certo che sono proprio bravo…-

La povera Hinata voleva sotterrararsi dalla vergogna: non solo Kiba, in modo del tutto inspiegabile, era riuscito a capire che loro erano appena stati insieme, ma addirittura Naruto gli aveva dato la conferma su un piatto d’argento!

Naruto intanto stava pensando ad una miriade di modi per uccidere Kiba: -SENTI TU!! MI HAI GIA’ ROTTO LE SCATOLE HAI CAPITO? SE OSI TOCCARE HINATA CON LE TUE MANACCE SARA’ L’ULTIMA COSA CHE TOCCHERAI!-

Mentre Hinata tentava inutilmente di trattenere il fidanzato, Kiba lo guardava perplesso “Che vorrebbe fare questo moccioso?”: -Senti ragazzino… A prescindere dal fatto che non voglio essere accusato di molestie su minore, stai pure tranquillo che la tua principessa non ho alcuna intenzione di toccarla! E poi credimi… le tue minacce valgono davvero poco per me!- scosse la mano in segno di insoferenza, quasi volesse scacciare un insetto.

Vedendolo così, Naruto andò letteralmente in bestia: -MA COME OSI SOTTOVALUTARMI BASTARDO?!?! Guarda che io sono primo dan di jujitsu!-

Nel sentire la parola “jujitsu” Kiba rimase davvero a bocca aperta: -Come? Tu pratichi il jujitsu? E in quale dojo?-

Infuriato da quell'indifferenza alle sue minacce, Naruto ricominciò ad urlare: -MA CHE TI IMPORTA?! E comunque c’è un solo dojo da queste parti! Quello di Jiraya! È lì che mi alleno!-

A quel punto il giovane uomo si mise a ridere: -Ma dai anche tu? Anche io ho studiato in quel dojo! Che nostalgia…- si voltò verso la porta della cucina: -EHI NEJI!-

La lunga chioma del fratello di Hinata comparve dalla porta: -Si?-

-Non mi avevi detto che questo qui- indicò Naruto –era un nostro kohai! Ho appena scoperto che anche lui studia arti marziali da Jiraya!-

Neji scosse le spalle indifferente: -Beh tu non me l’hai chiesto… Comunque vuoi sapere chi è il suo maestro?-

Mentre i due fidanzati si guardavano intorno capendoci sempre meno, Kiba scosse la testa, allora Neji rispose: -Sasuke! È riuscito a diventare maestro e ora insegna nel dojo assieme a Jiraya!-

Kiba iniziò a ridere di gusto al pensiero del suo amico che insegnava ai ragazzini: -Quel ghiacciolo ora sta facendo da maestro a dei mocciosi? Mamma mia non me lo sarei mai aspettato da lui! Che ridere…- e, colpito dall'ironia della cosa, si lasciò andare ad una lunga e sonora risata.

Naruto tornò alla carica: -IO NON SONO UN MOCCIOSO!-

Kiba gli batté paternalmente una mano sulla testa: -Si, si piccolino! Ma ora torna a casa che devi andare a letto presto sennò domani non riesci a svegliarti…-

Preso in giro in quella maniera, Naruto diventò una bestia, iniziando a scatenare un putiferio per casa:-IO NON SONO UN MOCCIOSO LURIDO BASTARDO! VIENI QUI CHE TI AMMAZZO! TI FACCIO A PEZZI!- e continuava a correre da una parte all’altra in preda alla rabbia.

-N-naruto… ti prego fermati! Se continui così Neji-nisan si arrabbierà!- la povera Hinata tentava inutilmente di calmarlo.

-Troppo tardi… SONO GIA’ ARRABBIATO! NARUTO PIANTALA IMMEDIATAMENTE! E TU KIBA NON AZZARDARTI A DIRE ALTRE STRONZATE A QUEST’IMBECILLE!- insomma, in poche parole, tutto si risolse in un gran casino.



-Ciao Hinata io vado… ehm…. Neji… sei ancora arrabbiato?- ridendo nervoso, Naruto aspettava la risposta dal fratello di Hinata, che lo scrutava più torvo che mai.

-Prima te ne vai e meglio è per le mie coronarie piccolo demonio…- ormai abbiamo capito che a Neji piace parlare come un vecchio...

Senza aggiungere altro, Naruto si avviò a grandi falcate per il corridoio, seguito dalla fidanzata.

Continuava a sospirare sconsolato: era da quando si era messo insieme ad Hinata che tentava in ogni modo di dare una buona impressione a quel precisino del fratello di lei, ma, vuoi per la sua eccessiva vivacità, vuoi per il suo atteggiamento troppo impertinente, ogni suo tentativo era sempre sfociato in un colossale fallimento, ovvero con una megalitica figuraccia da parte sua, un fegato grande come un elefante da parte di Neji e l’agitazione, con eventuale svenimento, della povera Hinata.

Era assodato: lui era un imbranato cronico, senza possibilità di via d’uscita, e ciò non giovava per niente alla sua relazione con Hinata. Sapeva bene quanto fossero rigorosi e austeri i parenti di lei. Aveva incontrato suo padre solo una volta, quando loro non stavano ancora insieme, e ancora aveva impressi nella mente quell’espressione e quelle parole dure che aveva rivolto ai suoi stessi figli e anche a lui. Sapeva bene che, di quel passo, Hiashi Hyuga, così si chiamava il padre di lei, non avrebbe mai e poi mai dato il consenso ad un eventuale matrimonio.

-Naruto-kun… c’è qualche problema?-

Si voltò, al suo fianco, Hinata gli stringeva la mano agitata. A giudicare dall’espressione sul suo volto doveva essere molto preoccupata.

Il biondo sospirò: -L'unico problema è che sono un disastro! Dopo anni e anni che lo conosco, ancora non riesco a capire che certe cose fanno incazzare tuo fratello! Di questo passo non riuscirò mai ad ottenere la sua approvazione, tanto meno quella di tuo padre.-

Hinata arrossì istantaneamente, ancora stentava a capire dove Naruto volesse arrivare: -A-approvazione?!-

Senza nemmeno rifletterci, Naruto annuì leggermente scuotendo le spalle, ancora irritato con se stesso: -Beh si... Per quando ci sposeremo!-

Fu a quel punto che la ragazza quasi si sentì svenire: -S-spo-spo... sposarci?!-

Il biondo continuò ad annuire: -Beh si... prima o poi dovrà accadere no?-

Lei era sinceramente a bocca aperta: era la prima volta, da quando stavano insieme, che lo sentiva fare discorsi di quel tipo.

Nel notare la sua espressione, il ragazzo si mise a ridere: -Dai, non guardarmi così! In fondo, se va bene tra noi, perché non provare a pensarci?-

Il suo sorriso vivace, come al solito, la contagiò. In fondo aveva ragione lui: magari non sarebbe stato domani, ma un giorno, perché no, avrebbe potuto vederla come una prospettiva concreta.

L'urlo del fidanzato la riscosse dalla cullante fantasia di lei, all'altare che gli dichiarava il suo eterno amore: -Argh! È tardissimo! Scusami amore ma devo proprio andare o a casa mi uccideranno!-

Un veloce bacio sulle labbra, una carezza veloce, la promessa di ritrovarsi il giorno dopo e Hinata vide, in quello che le parve un battito di ciglio, il fidanzato che correva per la strada, illuminata solo dalla debole luce dei lampioni. Il solito temperamento impetuoso, tipico di Naruto.

Chiudendo la porta di casa, vi si appoggiò un po' sopraffatta da tutta l'energia di quell'uragano che lei aveva scelto come il papabile uomo della sua vita. Era incredibilmente difficile seguirlo in tutte le sue idee strampalate e stare appresso a tutte le sue corse in giro per il mondo, però era una fatica davvero appagante, come quella di chi ha la consapevolezza di stare portando avanti un qualcosa di buono e giusto. E poi lei lo ammirava, lo ammirava moltissimo, lo ammirava da sempre. Spesso, prima di diventare la sua ragazza, in momenti in cui mai avrebbe nemmeno sognato che sarebbe arrivato quel momento, aveva pensato che le sarebbe bastato anche solo avere la metà della forza vitale di quel ragazzo biondo, che sembrava avere il fuoco dentro e l'argento vivo addosso.

-Ehi Hyuga junior! Sembri molto felice...-

Riscossa nuovamente dai suoi pensieri, Hinata si voltò verso Kiba, che la guardava divertito: -Ho accidentalmente sentito la conversazione tra te ed il tuo fidanzatino... Scusa!-

La ragazza ebbe un lieve sussulto di irritazione, come aveva osato ascoltare la sua primissima, un tantino embrionale ed impacciata, proposta di matrimonio? Ma l'irritazione scemò, lasciando spazio ad una più razionale consapevolezza del fatto che, molto probabilmente, l'aveva fatto senza volere.

Non era proprio da lei agitarsi, ci pensava già abbastanza Naruto per tutti e due.

Gli sorrise cortese, in fondo si era anche scusato: -Oh nulla... Mi dispiace solo che lei sia stato messo di fronte a discorsi imbarazzanti.-

Il ragazzo si mise a ridere sonoramente: -Ah ah ah ah! Accidenti che principessina ben educata! Sei proprio identica a tuo fratello! Anche lui parlava sempre così!-

Un po' spiazzata da quella che non sapeva essere una semplice constatazione o addirittura una presa in giro, Hinata rimase un attimo muta: -D-davvero?-

Il bruno si soffermò a fissare quella ragazzina dalle gote leggermente rossastre. Era la copia esatta di Neji, le uniche differenze erano il colore più scuro dei capelli e la frangetta, senza contare più evidenti differenze fisiche, talmente scontate che nemmeno ci si sarebbe soffermato.

C'era però una sostanziale differenza. Il suo rapporto con quel ragazzo, come gli aveva risposto, esulava totalmente da tutte le teorie di Neji a proposito dei rapporti affettivi e dal suo modo di rapportarsi agli altri.

Quando Neji gli aveva fatto per la prima volta il discorso sul fatto che è meglio creare il minor numero possibile di legami, che essere affezionati a qualcuno vuol irrimediabilmente dire soffrire e che la vita è severa nel togliere ciò che qualcuno ha di più caro, l'aveva preso per un pazzo fatalista, continuando a credere che ciò in cui credeva lui stesso, la genuinità nel dimostrare i propri affetti e la determinazione a proteggerli, fosse l'alternativa migliore.

Ora invece, suo malgrado, aveva già da tempo capito che lui aveva ragione. Che sono tutte sciocche fantasie da adolescenti e che la vita è molto più dura di quanto non ci si possa aspettare.

Lei invece, faceva ancora parte di quella categoria di ingenui che ancora crede ciecamente in quell'assurdo sentimento chiamato amore; povera ragazza: -Comunque... Eravate davvero carini!-

-Uhn?- la ragazza lo fissò sorpresa.

Grattandosi la nuca, Kiba sviò lo sguardo: -Massì, con la storiella del matrimonio e tutto il resto... facevate davvero tenerezza.-

Hinata strinse gli occhi perplessa: dove diamine voleva arrivare?

-Mi scusi... in che senso?-

Lui ritornò a guardarla: -Beh tutto quel parlare d'amore... abbracciarvi, baciarvi. Lui che vuole l'approvazione dei parenti... Ah! Che bello essere giovani!-

La ragazza era sempre più spiazzata. Anzi, non spiazzata, decisamente irritata! Quel tizio stava trattando la sua relazione come una piacevole frivolezza!

Prendendo mentalmente un bel respiro, Hinata cercò di rispondere garbatamente come al solito: -M-ma cosa dice? Sta parlando come se lei fosse una persona anziana.- concluse con una lieve risata, sperando di aver alleggerito quell'improvvisa piega che aveva preso la conversazione.

Scrollando le spalle, il bruno sospirò divertito: -Eh ragazza mia! Ne ho già viste abbastanza, credimi! Comunque lasciatelo dire... più eviti discorsi come quelli che avete appena fatto, meglio starai per il resto della tua vita! Ora scusami, devo andare ad aiutare Neji che mi sta mettendo a posto la stanza degli ospiti!-

Senza aggiungere altro, il giovane si avviò su per le scale. Hinata era del tutto atterrita dalla durezza delle sue parole. Con poche frasi era riuscito a distruggere la felicità che fino a poco prima aveva provato per ciò che aveva condiviso con Naruto. Ma che razza di iconoclasta era quell'uomo?

Poi la notò, ancora una volta, esattamente una attimo prima che sparisse dalla sua vista.

Quell'ombra di tristezza.



-... Lui si precipitò di là dal cancello, chiamandola perché lo seguisse. Gli gridarono di andare avanti ma lui continuava a chiamarla. Lei lo fissava con la faccia pallida, passiva, come un animale smarrito. I suoi occhi non gli diedero alcun segno d'amore o di addio o di riconoscimento.- l'insegnante chiuse il libro, giusto nel momento in cui la campanella suonò la pausa pranzo -Bene ragazzi! Per domani voglio che rispondiate alle domande 3, 4, 6, 7 e 9 e che mi sappiate dare una definizione corretta di flusso di coscienza. Soprattutto tu Uzumaki!- lo sguardo di Sabaku-sensei saettò verso l'ormai nota testa bionda.

Risvegliato dalle sue fantasie, destate da una rivista di motori comprata la mattina prima di entrare a scuola, all'insaputa di Hinata, Naruto alzò la testa di scatto: -Uh? Ha detto qualcosa sensei?-

Vedendo l'ennesima dimostrazione di menefreghismo da parte di quello stolto del suo allievo, la professoressa alzò gli occhi al cielo: -Ah! Qualcuno mi dia la forza!- per poi riposarli sulla causa di tutti i suoi crucci: -Uzumaki! Se domani ti trovo con i compiti non fatti per l'ennesima volta, sarà solo con un miracolo che riuscirai a prendere la sufficienza agli esami di fine trimestre! E con questo...- raccolse in fretta la sua borsa e i suoi libri: -Buona giornata ragazzi!- e se ne uscì dalla classe, lasciando dietro di sé un piacevole odore di muschio bianco.

Nell'osservare l'istantanea uscita della professoressa Sabaku, Naruto sospirò affranto: -Ma perché tutte a me...-

Un colpo secco e deciso calò sulla sua testa: -Perché sei l'unico imbecille che si mette a leggere riviste nell'ora di letteratura inglese!- alzatasi dal banco, Ino si era avvicinata ai due campioni di pigrizia scolastica, mentre Hinata ancora sistemava le sue cose per tirare fuori il suo bento.

Il biondo si massaggiò la testa, lanciando versi contrariati.

-O meglio...- la suddetta bionda tirò fuori una scintillante rivista di moda da sotto il suo banco: -Sei l'unico imbecille che si fa beccare! Comunque... avete visto questa?- e, senza alcun rispetto, mise la rivista in faccia ai due malcapitati.

Shikamaru, che proprio in quel momento si ridestò dal suo letargo giornaliero, iniziò a mugugnare con voce impastata: -Ma che diavolo vuoi? È la solita rivista che compri sempre no?-

La frizzante biondina scosse la testa: -Eh no mio caro! Questa è molto speciale! Perché vedi...- riprendendosela, sfogliò velocemente le pagine, fino ad arrivare più o meno al centro, per poi ripiazzarla in faccia ai due poveracci: -In questa rivista c'è un articolo che parla della sottoscritta!-

Avendo capito poco o niente di ciò che quella svitata stava dicendo, i due si misero a leggere di malavoglia.

Intanto Hinata, preso ciò che le occorreva, raggiunse i quattro, pronta ad uscire dalla classe per andare in giardino a consumare il meritato pasto: -Cosa state guardando così interessati?-

Nel notare l'interesse, di pura cortesia in verità, dell'amica, Ino si mise a ridere sonoramente: -Muah ah ah ah ah! Stanno osservando i primi passi del mio successo!-

A quella reazione decisamente inquietante, Hinata fece un leggero passo indietro: -I-il tuo... S-successo?- dentro di sé pensò che era da quando aveva iniziato a uscire con Naruto che non balbettava.

Ino, nel mentre, sorrideva radiosa: -Esatto mia dolcissima amica! Un giorno sarò una star!-

Intanto, i due avevano iniziato a leggere ad alta voce: -Un raggio di sole del sud a Tokyo... La giovane Yamanaka Ino, di sedici anni, è l'immagine del nostro amato Kyushu. Giovane, solare, sprintosa e affascinante, questa ragazza, in visita a Tokyo con la madre, è un tocco di solarità tipica del nostro, ormai dimenticato, Kyushu... Ino, ma qui ti hanno trasformata in una accozzaglia di luoghi comuni!- Shikamaru chiuse la rivista con aria annoiata, mentre Ino già gliela strappava di mano: -Ma che diavolo stai dicendo? Che c'entrano i luoghi comuni? Questo è un normale articolo sulle ragazze trovate in giro per Tokyo. Quando il mese scorso ci sono andata con mia mamma, mi hanno fermata e hanno iniziato a tempestarmi di domande. Dopodiché mi hanno fatto anche un sacco di foto, promettendomi che nel numero di questo mese avrebbero inserito un articolo sulla sottoscritta e, infatti, eccolo qui!- mostrò di nuovo la pagina con la sua foto tutta sorridente, per poi rivolgersi con stizza a Shikamaru: -E proprio non capisco dove stiano tutti questi luoghi comuni!-

Il ragazzo con il codino roteò gli occhi annoiato: -Ino... in quattro righe “Kyushu” è scritto quattro volte, mentre “sud” almeno una decina. E tutto il resto sono esempi dei classici luoghi comuni sulla gente dello Kyushu.-

Dubbiosa, la ragazza si mise a rileggere l'articolo: -Uhm... In effetti il Kyushu è nominato parecchie volte...-

Sospirando, Shikamaru parlò di nuovo: -Ino... in che momento ti hanno chiesto da dove venivi?-

Concentrandosi, anche se poco le bastava per sapere la risposta, la giovane richiamò alla memoria il momento in cui si era trovata a Tokyo.


“Ehi ciao! Ma come sei carina! Noi siamo di Teen Days! Possiamo farti qualche domanda?”

Sorpresa e decisamente felice, “Teen Days” era da anni la sua rivista preferita, Ino rispose radiosa “Ma certo!” ci fosse stata sua madre, l'avrebbe trascinata via su due piedi per poi farle una bella strigliata per aver rivolto la parola a due sconosciuti. Ma in quel momento era impegnata in una boutique...

I due uomini che le stavano di fronte annuirono soddisfatti “Intanto dicci come ti chiami e di dove sei.”

Brillante più che mai, almeno a suo parere, Ino rispose “Yamanaka Ino e vengo dal Kyushu!”

I volti dei due si illuminarono “Dal Kyushu? Ma è meraviglioso! Oh! Abbiamo un sacco di domande da farti! Che bell'articolo che verrà fuori...”



-O porca miseria! Mi hanno scelta per farmi fare la figura della contadina!- Ino era letteralmente sconvolta da quella rivelazione: -Non ci posso credere! Hanno completamente ignorato il mio lato stiloso!-

Shikamaru diede un'alzata di spalle: -Finalmente l'hai capita! Probabilmente quel giorno il caporedattore gli aveva imposto di fare l'articolo del personaggio della settimana su qualcuno che desse un tocco “pittoresco” alla rivista... E quelli hanno trovato te.-

Brutta frase, davvero brutta. Ebbe il risultato, estremamente poco produttivo, di far arrabbiare ancora di più Ino, che sentì immediatamente il bisogno di sfogarsi...

Le sue parole iniziarono più deboli di un sibilo: -La mia prima occasione di successo sprecata così... MA PORCA PUTTANA!!- con un urlo finale, sfogò tutta la sua rabbia, colpendo violentemente sulla testa quello che era il suo capro espiatorio universale, ovviamente Shikamaru. Fu un colpo talmente forte che lo sbalzò dalla sedia, mandandolo a cadere a faccia in giù sul pavimento.

La dolce e cara Hinata, solita preoccuparsi sempre per tutti, corse immediatamente ad aiutare il poveraccio ferito: -Sh.shikamaru-kun... t-tutto bene?-

Al suo fianco andò Naruto, più per curiosità che per reale preoccupazione: -Certo che gli hai dato una bella botta stavolta Ino...-

Per tutta risposta, la bionda diede un'alzata di mento, facendo svolazzare la chioma bionda: -Ho solamente dato sfogo alla mia GIUSTISSIMA rabbia...-

Però, in fondo, in fondo, guardando il povero Shikamaru disteso a terra mezzo morto, un pochino di senso di colpa le era venuto. Dopotutto che c'entrava lui? Non aveva fatto altro che aprirle gli occhi su un guaio che si era creata da sola, anche se il suo modo era stato incredibilmente crudo e maleducato.

Rimase un attimo a fissarlo, mentre si massaggiava la testa borbottando evidenti epiteti poco carini nei suoi confronti, dopodiché iniziò a muoversi verso di lui, almeno doveva aiutarlo ad alzarsi: -Dai! Dammi la mano cretinetto! Certo che sei veramente fatto di gelatina per riuscire a finire disteso a terra per un colpetto del genere.-

Prendendo la mano di lei, il ragazzo col codino emise una specie di grugnito: -Sei tu che hai la delicatezza di un elefante in cristalleria!- e, cercando di non fare troppa leva sulla mano di lei, iniziò ad alzarsi in piedi.

Fu proprio in quel momento, mentre aiutava l'amico ad alzarsi, che Ino fu spinta da qualcosa, una specie di bagliore lontano, a voltarsi verso la finestra vicina. Il suo sguardo riuscì a saettare verso l'esterno, puntando al cancello della scuola, dove vide che qualcuno stava entrando. Cercò di mettere bene a fuoco l'immagine, cosa che non le fu difficile avendo lei un vero e proprio occhio di falco, soprattutto per i bei ragazzi, proprio come...

-Ehi! Ma quello è Kiba! EEEEEEHI KIIIIIIBA-SAN! SALVE!- e iniziò a sbracciarsi per salutarlo, fatto che generò ovvie conseguenze...

In quel momento Kiba si accorse di Ino che lo salutava dalla finestra della scuola, mentre i ragazzi appena usciti per la pausa pranzo iniziavano ad affollare il giardino. Soddisfatto per aver trovato una faccia conosciuta, che lo avrebbe indirizzato sulla buona strada, rispose al saluto sorridendo: -Buon giorno principessina! Ho portato da mangiare per Hinata e Naruto! Dato che ce n'è abbastanza per tutti, che ne dici di venire giù con gli altri?-

Felicissima dell'invito del ragazzo, Ino si mise a battere le mani contenta, rispondendo gioiosamente: -Ma certo! Scendiamo subito! Saremo lì fra pochi minuti!- e ignorando totalmente Shikamaru che, alle sue spalle, si massaggiava il fondo schiena ancora dolorante per la sederata peggiore della sua vita.



-... e quindi quei maledetti mi sono venuti a chiamare solo perché per loro ero “una contadina”! Cioè... MA TI RENDI CONTO?! Che maledetti...-

Seduti sotto un albero, i quattro ragazzi stavano parlando con Kiba che, a patto di non rischiare di essere scoperto dal personale della scuola, aveva deciso di intrattenersi con loro almeno per la durata della pausa pranzo.

Il bruno ospite si mise a ridere: -Beh avresti dovuto immaginarlo! Comunque non pensare per forza che ti abbiano scelta solamente perché aveva l'aria della ragazzina di periferia... Loro devono comunque scegliere soggetti che siano esteticamente belli e carismatici. Quindi se ti hanno chiesto di farti delle foto è perché hanno visto in te queste caratteristiche.- concluse con un morso al suo panino al curry.

Ino intanto aveva gli occhi brillanti per la gioia: -Lo pensi davvero? Dici che mi hanno trovata carina e carismatica?-

Kiba diede un'alzata di spalle: -Beh... Prima di parlarti non avrebbero mai potuto sapere di dove fossi. Mica ce l'hai scritto in faccia che sei del Kyushu!-

Le due ragazze, più Naruto, si misero a ridacchiare, mentre Shikamaru, passivo per natura, si limitava a soffiare il fumo della sua sigaretta.

Stavolta a parlare fu Naruto: -Comunque... tu hai un lavoro a Tokyo? A vederti così direi che hai l'aria del fannullone...-

Subito, il bruno iniziò a scompigliargli i capelli: -Ehi ma come osi?! Guarda che il sottoscritto è un ingegnere informatico! Laureato cum laude, vorrei aggiungere!-

Un sonoro fischio venne fuori dalla bocca di Shikamaru, mentre Naruto tentava inutilmente di risistemare quella che era per natura una zazzera incolta. Intanto le due ragazze erano già tutte eccitate, soprattutto Ino: -Wow! Ma quindi devi anche essere pieno di soldi!-

L'altro a sentire quel commento si mise a ridere: -Ah ah ah ah! Magari... Devo ammettere che la paga è buona ma ho anche tante spese... Chi, come me, lavora con le alte tecnologie, deve stare sempre molto aggiornato. E le nuove tecnologie costano sempre parecchio!-

Preso un sorso dal suo thermos di tè, Hinata intervenne nella conversazione: -Ma quindi... di che cosa si occupa?-

Grattandosi la nuca, in cerca di una spiegazione il più elementare possibile per loro che non sembravano di certo degli esperti di tecnologia, Kiba cercò di rispondere: -Beh... diciamo che il mio è un lavoro di consulenza ad alti livelli per ditte produttrici di computer o apparecchiature informatiche in genere! Insomma, sono sempre in giro per fabbriche e istituti di ricerca a mettere le mani su cervelloni elettronici.-

Da sempre i giovani sono affascinati da tutto ciò che è innovazione e tecnologia e, allo stesso tempo, sono affascinati da ciò che ispira loro importanza e alto lignaggio, quindi ovvio che l'idea di una professione dall'aria così prestigiosa come quella di Kiba non potesse che destare in loro una notevole dose di ammirazione, persino in Naruto e Shikamaru, che sin dall'inizio non avevano preso esattamente bene l'arrivo di quel tizio.

La conversazione divenne sempre più vivace. I quattro ragazzi, compreso Shika, continuavano a fare domande a Kiba che, da sempre amante della conversazione e esibizionista di professione, rispondeva con piacere.

Gli piacevano quei quattro ragazzini. Erano di mente vivace ma per questo ingenui, poi gli mettevano nel cuore una sorta di senso di nostalgia, quasi gli richiamassero alla memoria giorni passati, in cui tutto andava in un altro modo.

In cui lui si era sentito felice, completo. In cui la sua anima era congiunta con la sua metà perfetta, come gli androgini di Platone.

Quasi fosse stata richiamata da quel pensiero, la sua mente scattò, come il suo sguardo, verso quella finestra, un paio di piani più in alto. E lì vide...

Non fece nemmeno in tempo a stupirsi, che la figura scomparve. Forse era stato uno scherzo della sua immaginazione, forse avrebbe dovuto smetterla di attaccarsi ai vecchi ricordi e iniziare seriamente a pensare ad una vita libera dai tormenti. O forse semplicemente avrebbe dovuto dare ascolto al suo cuore.

No! Non era il momento.

-Kiba-san... va tutto bene?-

Come colpito da una scarica elettrica, Kiba si voltò verso Hinata, che lo fissava preoccupata.

Per tutta risposta, si mise a ridere sonoramente: -Ah ah ah! Ma certo... Mi sono solo soffermato a pensare a una cosa che mi ero dimenticato di fare. Tutto qui!-

-Ah... capisco...- ma non era del tutto convinta. Sembrava che Kiba avesse visto qualcosa di particolare, che aveva colpito profondamente la sua attenzione.

Poi, guardandolo, se ne accorse.

Quell'ombra, per un attimo, era sparita.



Non poteva crederci, non poteva essere lui.

Non in quel momento, non in quel luogo.

Non era possibile...

Proprio quando aveva ricominciato a farsi una vita, dopo che per anni aveva cercato di dimenticarlo, non poteva trattarsi veramente di lui.

Come poteva arrivare così, in quella maniera.

Così prepotente, presuntuosa, sfacciata. Così tipica di lui...

Quasi le vennero le lacrime agli occhi dallo shock. Suonò la campanella della fine della pausa pranzo, ricordandole dov'era, cosa faceva e cosa stava succedendo.

Doveva verificare, era davvero lui quello che aveva visto?

Ritornò a guardare fuori. Il gruppo dei suoi studenti se n'era andato, e con loro anche la sua possibilità di verificare se ciò che aveva visto era la realtà.

Sorrise, era evidente che fosse tutta una sua fantasia, un'allucinazione generata dall'indecisione tipica di chi stava per compiere il suo passo. Quanto si sbagliava...

 

 

 

 

 

 

 

 

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