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Autore: Geliader    11/02/2011    4 recensioni
In buona sostanza è la ripresa, comica -o almeno si spera- di Breaking Dawn. ATTENZIONE: Questa storia contiene vampiri impotenti, serpenti intellettuali che parlano romanesco, banane, Voci Fuori Campo, licantropi burini, protagoniste folli, Zarri, scrittori suicidi e autrici con crisi ossessivo-depressive. Io vi ho avvisati XD
Genere: Commedia, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Breaking me Down

 

Jacob nel Paese delle Meraviglie, entra ed esce dai Viaggioni Altrui

 

-Ottavo Capitolo e una Banana-

 

 

Lo splendido ottavo capitolo si apre con tale Jacob che spacca il MUSO al suo FIDO compare Paul.

La prima cosa che il gentile lettore è pregato di notare è che le parole TUTTE MAIUSCOLE non sono messe lì a caso o per rendere più irritante l’impatto visivo con la pagina.

No. Sono lì per un motivo. Che vi sarà gentilmente spiegato nella nota in fondo.

 

La seconda cosa che il lettore è pregato di notare è che abbiamo improvvisamente cambiato protagonista, sempre rigorosamente in prima persona passato remoto; la domanda spontanea che dovrebbe affiorare alle labbra del lettore (ammesso che io abbia ancora dei lettori, e che non siano tutti morti di vecchiaia aspettando un aggiornamento) è la seguente: “Perché?”

 

Non vi dirò perché la domanda “perché” è importante e nemmeno perché io non voglia spiegarvi perché la domanda “perché” è importante o “perché che cosa?” il lettore dovrebbe chiedersi.

 

Vi sto irritando? Bene.

Autrice: 1 vs Lettori: 0  -> Numero di recensioni atteso: 1. Negativa.

 

Emh. Ok, proseguiamo. Jacob, incazzato alla n+1 perché la donna della sua vita ha deciso di diventare necrofila e per la riforma sanitaria di Obama (*), spacca il naso a un suo amico. Boh. No. A uno che è tipo suo cognato. Beh, rileggetevi il capitolo.

Ma il pugno glielo tira non per una qualsiasi di quelle motivazioni quasi-razionali.

No, per un pacchetto di patatine. Erano patatine fondamentali allo sviluppo della trama.

Dunque, patatine.

Che Paul si infila in bocca “tutte intere” (citazione dal testo), ghignando come un ossesso, cosa che irrita Jacob in modo incredibile anche se non ci viene spiegato perch- emh...per quale motivo.

Chiunque abbia voglia di fare il simpatico e di notare un qualsiasi doppio senso in questa fanfiction è gentilmente invitato a uscire dalla finestra alla sua sinistra. (Altrettanto gentilmente ricordo che la finestra alla sua sinistra è al quarto piano.)

Se permettete, sono io l’addetta a rilevare doppi sensi non utili allo sviluppo dell’umanità, per farci battute cretine sopra. Ma non lo faccio. Non perché non abbia rilevato il doppio senso, ma perché non mi viene in mente nessuna battuta cretina. Sì, la cosa è davvero così tanto triste.

 

In tutto ciò, mentre perdevo tempo prezioso a dare spiegazioni non costruttive a lettori inesistenti, il capitolo è rimasto lì a fissarmi, in attesa di attenzioni. Molto bene.

Posso farvi un breve riassunto dei capitoli precedenti? No? Molto bene, lo faccio lo stesso.

 

C’era una volta uno che si chiamava Ismael che su quel ramo del lago di Como…Combatte a Troia, torna a casa dopo dieci anni e trova…poi, scopre che sua moglie è sua madre e si accieca…si butta sotto un treno perché il Conte Vronskij…Poi butta l’anello del potere nel monte Fato…Poi, la letteratura muore, tipo, e quindi scrivono libri su un gran cazzaro della Roma-bene che si mette con una fighetta da liceo-classico-privato-in-centro…Ah, e poi tipo tirano le cuoia anche la Logica e l’Amore per la Scrittura, e la capacità di Scrivere e quindi scrivono tipo un libro su una scema che non ha alcun tipo di qualità riscontrabile in lei, odiosa, che fa la sarcastica con gente che prova semplicemente a essere gentile con lei e però, chissà perché, tutti le vanno dietro e (OMG!) si mette con questo super-mega-extra-etc.-etc.-etc. pezzo di gnocco che però è tipo…morto, vampiro e molto, molto, molto, molto dolce&sensibile. Poi, boh si innamorano. E si baciano, anche. A questo punto la trama fa schifo, i personaggi sono patetici, non c’è una sola riga che faccia ridere o, almeno, sorridere e l’autrice capisce che deve correre ai ripari. Quindi, introduce un meraviglioso (come un cactus reciso e lasciato morire di sete), simpatico (come un professore di greco antico che ha deciso di interrogare proprio TE quel giorno) scapigliato (come un nonno dopo troppi bianchini al bar, mentre gioca a briscola con altri nonnini) nuovo (si fa per dire) personaggio (=macchietta). Il nostro mitico, inimitabile JACOB BLACK.

 

Jacob sbuffò e uscì dalla finestra (lo fa davvero: uscire dalla porta fa tanto 2009!) sempre sbuffando. Con un successivo sbuffo, per far notare ai lettori meno intelligenti che lui non-era-contento, si incamminò verso la spiaggia.

Vide Quill (che possiamo tradurre in Italiano con “Gerardo”).

 

“Ehy, che fai?” chiese il ragazzo-che-non-era-affatto-contento-della-situazione-attuale.

 

“Boh. Cazzeggio, tipo.” Rispose Gerardo. “Fumo una sigaretta, conto gli alberi, fisso il vuoto...Cose che facciamo noi adolescenti con tutto il mondo contro per far vedere che non ce ne frega niente…Capisci?”

Jacob capiva. Caspita se capiva. Sbuffò.

“Capisco.” Annuì, sbuffando. Visto che non è facile annuire, sbuffare, capire, sparare una cagata e parlare insieme soprattutto se si ha solo mezzo neurone e un quarto (che è minore di due ma maggiore di tre diviso otto. <- Se è giusto, vi giuro che vado a farmi aumentare il voto di maturità.), visto tutto ciò (e questo non è Italiano) Jacob…Mi sono persa. Nella mia stessa frase!

 

Visto che non è facile tutto ciò, Jacob finì per strozzarsi con la sua stessa saliva, un po’ come la sottoscritta con il suo stesso Italiano.

Gerardo annuì compassionevole. Un quarto di compassione per il povero Jacob, tre ottavi per l’autrice che si stava appunto titillando con l’idea di eleggerlo a nuova Voce Fuori Campo.

Gerardo lesse l’ultima frase, sillabando ogni parola, deglutì, impallidì e tornò a rivolgersi al povero-Jacob-che-non-era-affatto-contento.

 

“È dura pensare, eh?” disse Gerardo annuendo gravemente “Capita anche a me. Soprattutto quando devo esprimere concetti difficili tipo o …alla fine la vita è un casino...”

Jacob non rispose, ma si limitò a sbuffare di nuovo.

La vita è una gran Troia. Poi, improvvisamente, lo sentì.

 

Jacob rizzò il pelo, scoprì i denti e si guardò intorno circospetto. Qualcosa era cambiato. In quel preciso istante, in quel preciso luogo, qualcosa era appena scattato; qualcosa di orribile. Forse, avevano appena cambiato qualcosa in Matrix. Ma no, era peggio di così, molto peggio.

Qualcosa era appena successo a lui.

Si guardò intorno di nuovo. C’era una leggera foschia.

Annusò l’aria. Sentì l’odore della suddetta, leggera foschia (?!).

Si annusò le ascelle e rabbrividì istintivamente. Oltre al consueto aroma di formaggio francese stagionato, birra, disinfettante, vomito (colpa del sopracitato odore di birra), sudore e alla consueta e confortante puzza di cane bagnato che lo faceva sentire a casa, c’era qualcos’altro. Qualcosa di estraneo. I suoi affinatissimi sensi di lupo (questa l’ho copiata ma non so da dove…) potevano percepirlo. Sapeva di…pulito. Jacob si sentì gelare. Sapeva di cotone.

 

Aveva una maglietta addosso.

 

In preda al panico, ululò al buco nello Zono e provò a togliersi quel fastidioso indumento. Indumenti, vestiti, il solo pensiero gli faceva rivoltare lo stomaco!

Proprio mentre lottava con un estraneo e fastidiosissimo foglietto che recava la minacciosissima scritta “85% cotone 14% acrilico. 1% che non vuoi sapere cos’è. Lavare in lavatrice a 40° e non nutrire dopo mezzanotte”, sentì delle concitate voci femminili avvicinarsi.

 

Voci femminili. Le voci femminili, ragionò Jacob, erano prodotte da corde vocali femminili che, a loro volta, appartenevano a corpi femminili, che erano di proprietà di femmine!  Ragazze.

Cazzo, doveva assolutamente uscire da quella maglietta prima che lo vedessero in quello stato imbarazzante: tutto vestito!

 

“Vedi che non capisci una minchia?” disse una delle suddette voci femminili.

Jacob si immobilizzò come una faina pronta ad attaccare un ornitorinco.

“La serie antica è molto meglio!” proseguì la voce.

 

“Ma fammi il favore!” replicò un’altra voce, leggermente alterata. Questa seconda ragazza, ora Jacob la vedeva bene, indossava una maglietta con su scritto “TEAM IDEALISMO: I’m Hegel’s sex slave!”

 

“Ma dai vuoi mettere il Simposio con la Critica della Ragion Pratica? Non c’è partita…”

 

“Beh, cara, io prima di tutto sto per la Fenomenologia…” rimbeccò la seconda, per poi aggiungere con aria sognante...E’ il più bel libro mai scritto…”

 

“Ma dai!”

“Beh, e cosa c’è di tanto meraviglioso nella serie Antica?”

“Prima di tutto” iniziò la prima voce “lo slash è canon…” disse maliziosa.

Jacob si sentì in dovere di spiaccicarsi contro il primo muro, come ogni personaggio maschile che senta la parola “slash”.  

“Guarda che lo slash è divertente proprio perché non è canon…”

“…Tutta invidia, cocca! Tu sei costretta a fare i salti mortali per far mettere insieme Fichte e Schelling e dare una spiegazione logica del tutto!”

“Sempre meglio che perdere le giornate a chiedermi se un vecchio brutto come Socrate si metterà con Platone o con Alcibiade! È una cosa assurda! Tanto è vecchio e lo sanno tutti che muore alla fine!”

 

“Non vorrei rovinare la cosa…” intervenne una terza voce “…Ma guardate che alla fine Platone si mette con Aristotele…”

“No!”

“Stai scherzando? E Cratilo? Non aveva un mezzo inciucio anche con lui?”

 

Fu a quel punto che Jacob si rese conto che l’unica parola che aveva afferrato dell’intera conversazione era per l’appunto slash. E non sapeva nemmeno cosa significasse esattamente. Sapeva solo che se leggeva quella parola negli avvertimenti, doveva darsela a gambe. In fretta. Soprattutto se l’unico altro personaggio citato oltre a lui era il Vampiro-che-era-effemminato-ho-visto-Harry-Potter-4-tipo-9-volte-solo-per-vederlo-morire-ancora-ancora-e-ancora.

Confuso dai suoi stessi pensieri, maltrattato dalla sua stessa maglietta, flippato completamente da pensieri su se stesso e il non-morto-eh-che-cazzo-però, Jacob alzò gli occhi al cielo.

(Nei film americani, di solito, Dio ha la risposta.)

 

“Ma dove cazzo sono finito?” Gemette.

“Sei in un V.d.A., mio caro.” Disse una Voce.

“Dio?”

“No, Voce Fuori Campo. Ma puoi chiamarmi Dio o Carl, se preferisci.”

“Quindi sono in Vida?”

“No. Sei in un V. d. A.”

“…”

La Voce Fuori Campo alzò gli occhi al cielo.

“In un Viaggione dell’Autrice!” esclamò la Voce Fuori Campo.

 

Poi, visto che il suo interlocutore sembrava registrare tante sinapsi quanto un guscio di tartaruga deragliato, aggiunse: “A quanto pare, l’autrice troverebbe…emh…estremamente divertente vedere la faccia delle ragazzine che, quando ha l’i-pod scarico, le scartavetrano i coglioni in metropolitana con i vari team Edward e Jacob…vedere la loro faccia…mentre…ehm…qualcuno fa discorsi insensati sulla filosofia come se fosse una serie…”

“…”

“…”

“Come me ne vado da qui?”

“Mi lasci qui con queste tre?” sussurrò la Voce Fuori Campo.

Jacob allargò le braccia come a dire “Che ci vuoi fare?”, oppure “Devo..”, o anche “Latte o limone nel the?”, o, infine, “Hai un porcospino tra i denti”.

“Molto bene.” Disse stoicamente la Voce Fuori Campo. “Vai in quella casetta laggiù, esci e guarda il Cartello Informativo, e prega di sopravvivere fino al prossimo capitolo.”

“Grazie.”

“Come ti pare.”

 

Jacob si incamminò. Arrivò davanti alla porta e lesse il cartello: “Chiunque desideri varcare codesta soglia ha lo stesso valore sequenziale di una descrizione definita analizzata secondo la notazione di Russell”. Jacob si grattò la testa pensieroso e lesse il cartello successivo.

“Traduzione del cartello-che-non-avete-capito-ma-era-lì-per-dare-fastidio-al-lettore.

Chi entra è simpatico come la merda nel letto il giorno di Natale. ‘Fanculo.”

 

Sbuffando, il nostro eroe si fece coraggio e entrò nella casetta. Annusò subito il pericolo.

Sul tavolo c’era un’ombra sospetta.

 

Jacob studiò la figura per un attimo chiedendosi, vagamente inquieto, che cosa fosse.

“È una banana” spiegò il Buon Senso.

“Umh” assentì Jacob “Una banana molto sospetta.”

 

“No. È una banana.” Lo contraddisse il Buon Senso “Non c’è niente di sospetto in una banana.”

 

Jacob scrollò le spalle e fissando la banana dritta negli occhi (?) le chiese: “Cos’hai in mente, banana?”

“Nulla. Non ho una mente.” Rispose stiracchiandosi (?!) la banana.

 

Il Buon Senso stramazzò al suolo, morto stecchito.

 

“Hai appena ammazzato una Personificazione.” Constatò Jacob tornando a rivolgere il suo interesse alla banana, dopo qualche preghierina per l’anima del Buon Senso.

 

“Fa niente.” Disse la banana, guardandosi le unghie (?!?) “L’autrice ne ha impalate talmente tante che non mi manderanno nemmeno una multa. Al massimo un reclamino. Ma piccolo.”

“Umh.” Assentì nuovamente Jacob.

Dopo diversi minuti di imbarazzante silenzio, Jacob si alzò e si accomiatò dalla banana, consultando il Cartello Informativo di fianco alla porta.

“Per la parte meno surreale della fanfiction, appena uscito vai a destra e svolta di nuovo a destra al semaforo” disse il Cartello Informativo, con aria annoiata.

 

“Peccato.” Commentò la banana. “Avevamo un sacco di cose in comune. Potevamo essere amici.”

 

 

 

 

Emh..

Ciao? Come state?

È da circa un anno che non aggiorno. Non lo so di preciso.

Diciamo che tra blocchi dello scrittore, una serie di parodie di Twilight molto più divertenti di questa, la maturità (non fatela, è una cosa disgustosa XD) il viaggio di maturità (fatelo!), il cazzeggio post-maturità (fate anche questo!) etc. mi sono persa...e non ho più aggiornato.

È vero sono una merda.

E voi, invece, siete meravigliosi (o pagati molto bene dai miei amici) perché lasciate recensioni molto carine e divertenti (per cui forse dovreste scriverla voi la fic), mettete nei preferiti/seguiti e non perdete le speranze con un’autrice scomparsa. Beh, grazie, grazie, grazie.

 

Cagate sentimentali a parte, leggete, riflettete, recensite e notate la mia spocchia nel presumere non solo che qualcuno stia leggendo tutto ciò ma che, anzi, sia più di una persona.

 

P.S.= so che ho promesso delle note in fondo. Ma non ho intenzione di scriverle. Perché? Boh.

 

  
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