Alla mia Beta,
mi raccomando: non cambiare MAI
i tuoi occhi a mandorla!
Ti voglio bene.
1864 – La Famiglia Salvatore e…
San Valentino?
Il signor Damon
Salvatore entrò nel sala principale della propria abitazione e sbuffando si
versò da bere. (scusate ma non mi intendo molto di alcolici! Sono un narratore
presente del 1864, cercate di comprendermi miei amati lettori!)
«Devo ammettere che mi piace il tuo look da playboy, Damon» disse il signor
Nicholas, il “compagno” della loro sorellina. Il signor Salvatore si girò ma
non si mostrò preoccupato alla vista del ragazzo.
«Volevo farmi anch’io quel taglio di capelli. Che parrucchiere mi consigli?»
aggiunse con tono ironico. Devo ammettere che si assomigliavano tanto!
«Per essere come me, bamboccio, ti servirebbe una magia» sorrise il signor
Salvatore sorseggiando il suo drink.
«Prendetelo» ordinò l’altro vampiro utilizzando un tono molto più severo di
quello precedente.
Mystic Falls non era mai
cambiata negli occhi di Elizabeth; probabilmente non vi trovava più le stesse
abitazioni, la stessa gente, ma l’aria, il cielo, l’atmosfera era quella che
ricordava da quando l’aveva lasciata.
Era strano, molto strano, rivederla passeggiare per quelle strade. Non era
cambiata per niente.
«Che diavolo state facendo!» sbottò entrando nell’abitazione che occupavano da
un paio di giorni.
Io, come fievole narratore, riconoscerei la sua voce anche dopo secoli, ma i
fratelli Salvatore? Loro no. Loro rimasero accasciati per terra senza
incontrare il suo sguardo.
Signor Damon Salvatore! Riconosca la sua principessa, è l’unica che la può
salvare da morte certa.
«Li abbiamo presi Lizzie». A parlare fu il braccio
destro di Nicholas, discendente della famiglia Gilbert.
I signori Damon e Stefan Salvatore giacevano per terra, coperti dal loro sangue
e circondati da vampiri, con in mano le armi più distruttive per esseri come
loro.
«Nick! Nick! Falli smettere» esclamò strattonando il suo amato.
«Stai scherzando?» rispose ridendo alla sua richiesta. Sincerante lo pensai
anch’io, ma no, non era una beffa ciò che aveva appena desiderato.
«Per favore!» ribadì.
Colpi di tosse e i lamenti dei due fratelli mi giunsero alle orecchie, forti e
pungenti.
«Elizabeth, la prima che lo voleva morti, eri tu!»
«Per favore»
Nicholas, con un breve gesto di mano, ordinò agli altri di posare le armi.
«Lasciateli andare».
Seccato da questo comportamento si girò dall’altra parte. Ho già detto che mi
stava simpatico questo giovanotto?
«Grazie» rispose lei.
«Non ci posso credere! E la nostra vendetta per Lexi?
Per la mia famiglia? Elizabeth come puoi…» parlò
colui che aveva detto precedentemente di averli presi.
Tutto successe in pochissimo tempo, Elizabeth, la piccola di casa, fu spinta da
un altro vampiro della loro congrega dall’altra parte dell’abitazione e il suo
innamorato intervenne scaraventandolo nel muro.
«Primo: non si deve disubbidire mai a quello che dico io!
«Secondo: i miei ordini si rispettano sempre, che ti piacciano o no.
«Terzo: prova a toccarla nuovamente con un solo dito e questo paletto, prima di
metterlo nel tuo lurido cuore, esplorerà il tuo corpo!»
E piazzò il suo paletto a pochi millimetri dal punto che l’avrebbe portato alla
morte.
«E tu, tu non iniziare a comportarti da sorella dopo ben 137 anni!»
Non dimenticherò mai lo sguardo dolorante che il signor Stefan concesse alla
signorina Elizabeth.
Lui aveva già capito.
«Stefan! Ma che fine hai fatto!» dichiarò la signorina Elena Gilbert
Katherine Pierce entrando nella stanza del signor Salvatore.
«Oddio Stef! Cos’è successo?!» domandò lei
preoccupata notando i vestiti sporchi e squarciati. Non ricordavo la
signorina Katherine così apprensiva nei confronti del signor Salvatore da
tantissimo tempo.
……
Un momento miei seguaci lettori! Mi dicono che non ho affatto sbagliato a
leggere il nome! Costei è veramente la signorina Elena Gilbert! Non posso
ancora credere ai miei occhi! Oh, scusate l’attimo di panico, comprendetemi
nuovamente.
«Abbiamo solo trovato un gruppo di vampiri pronti a ucciderci! Cose di tutti i
giorni, cosa vuoi che sia» la tranquillizzò sorridendo. Il sorriso del signor
Stefan, medesimo a quello conservato nella mia mente.
«Oh mio Dio! Stai bene? E Damon?»strillò agitata lei. Certo che il gusto in
fatto di donne, non era affatto cambiato per il signor Stefan.
«Stiamo bene, Elena cal-ma-ti. Non mi va di parlarne» sillabò. Elena, così si
chiamava (nella speranza che ho letto il nome in maniera corretta), fece un
respiro profondo e si calmò.
«La nostra festa di San Valentino è passata … scusa, è inutile che provo a
regalarti una vita normale»
«Sai… possiamo ancora passare la notte al mare»
«Vado a casa a prendere la borsa!» aggiunse sorridendo nascondendo la curiosità
per quello che glie era appena accaduto.
«Stef, non c’è da preoccuparsi vero?»
Lui annuì e non appena costei varcò la soglia d’uscita si diresse verso lo
scaffale a sinistra. Notai una foto tra le sue mani, vi era la sua famiglia.
«Ancora arrabbiato?» domandò la signorina Elizabeth raggiungendo il suo adorato
sul tetto della loro abitazione.
Lui per tutta risposta stette in silenzio ad osservare il cielo scuro ma con
qualche stella. Lei gli si sedette accanto e gli strinse la mano.
«Cos’è che ti ha fatto cambiare idea? Fino a poche ore la prima che li voleva
morti, eri tu che…» confidò qualche istante dopo.
Stavolta fu lei a non rispondere ma gli mostrò una foto, molto simile a quella
che notai precedentemente nelle mani del signor Salvatore.
«Non posso ucciderli. Non adesso… » sussurrò la
signorina Elizabeth sottovoce.
La prima stella illuminò il cielo.
«Tra poche ore è il quindici febbraio, possiamo festeggiare!» esultò il signor
Nicholas guardandola.
Elizabeth non sopportava l’idea di essere come gli altri, di festeggiare il suo
amore lo stesso giorno di altre persone.
«Damon! Che ci fai qui?» domandò la signorina Katherine Pierce Elena
Gilbert sussultando, non appena entrò nella sua stanza. Perdonate il mio
precedente errore, ma cercate di comprendermi, abituato ad osservare la
signorina Pierce non mi è molto facile riconoscere le due.
«Io… oh.. sono …. ciao elenuccia!»
rispose il signor Salvatore salutando con la mano.
«Dove sono le altre mie bottiglie? Ero sicuro di averne comprato cinque…» cercò di aggiungere farfugliando.
«Quanto hai bevuto Damon?» Chiese lei preoccupata.
«Io… cinque di queste!» esultò il signor Salvatore
sventolando la bottiglia di vodka ormai senza più contenuto all’interno.
«Che è successo? Damon, puoi confidarti con me, sono tua amica!» affermò la
signorina Gilbert sedendosi accanto al vampiro. Ma come faceva a non avere mai… paura? Glielo domanderò cari lettori, statene certi.
«Ma smettila di fare sempre la persona buona con me! Io sono buono, capito?».
«Non è vero! Io credo in te.. io lo so che..»
Non riconobbi il signor Salvatore in quel momento. Afferrò la bottiglia e la
scaraventò dall’altra parte della stanza, riducendola in pezzetti.
«Basta! Elena basta! Io non sono così» confidò nascondendo il suo viso tra le
mani.
Lei gli si sedette accanto. Come una madre che crede nel figlio.
«Lei è viva sai? È una bella ragazza, anzi no, è bellissima. Il suo fidanzato
poi? Oh un vero stronzo ma si vede che l’ama» cercò di dire ridendo ma senza
nessun successo. Le lacrime solcarono il suo viso.
«Chi?» domandò la signorina Gilbert prendendogli le mani.
«Mia sorella» ammise lui guardandola negli occhi.
Vidi che la giovane donzella non riuscì a rispondere quell’affermazione ma
rimase immobile per qualche istante.
«Non ho rispettato la mia promessa, le avevo giurato che ci sarei sempre stato!
Ma dove sono stato, Elena!»
La signorina Gilbert sentendo quelle parole lo abbracciò stringendolo a sé.
«Shhhh hai tutta l’eternità per recuperare! Non è il
bello di essere vampiri?» gli sussurrò all’orecchio.
Il signor Damon Salvatore si sdraiò nel letto della ragazza, dove vi si era
seduto precedentemente e mostrò la foto che poco prima aveva osservato il
signor Stefan Salvatore.
«Lei è bellissima!» esultò la signorina Gilbert prendendo la foto.
«Ha preso tutto da me!»
Risero entrambi e devo ammettere che anch’io mi associai a loro.
«Posso restare qui stanotte?»
Allooooora.
Parto con un grazie per ribadirvi il mio affetto a voi, che nel primo capitolo
mi avete subito dimostrato una grande attenzione per questa storia!
Spero che anche questo capitolo non vi abbia deluso, anzi!
Parto un grazie e finisco con uno spoiler del prossimo capitolo:
«Non avevo altra possibilità, era come scritto che un Salvatore era
destinato ad innomarsi di un Petrova»
Il signori Stefan e Damon Salvatore erano come pietrificati da
quell'affermazione.
«Ci stai dicendo che nostra sorella....»