Nota
della traduttrice: sono mortificata per il ritardo con cui
posto il nuovo capitolo. Ho avuto qualche problema in questo periodo e non
avevo la testa per mettermi a fare traduzioni dall’inglese all’italiano. Questo
capitolo è un po’ un riassunto, già dal prossimo capitolo la storia dovrebbe
iniziare ad essere più dinamica. Non ho molto da dire, se non che ringrazio
tutte le meravigliose persone che hanno recensito, quelle che hanno messo la
storia tra le seguite/preferite/ricordate. Spero di non deludervi con questo
nuovo capitolo.
Se trovate qualche errore
di grammatica o altro, fatemi sapere! =)
Sia io che blondebouncingferret aspettiamo una vostra, anche
minuscola, recensione! *-*
Un bacio! :D
Capitolo Due
As the Months Pass
Hermione pianse per mesi, dopo
la partenza di Ron, ma non soltanto perché sentiva la sua mancanza. Infatti,
poche settimane dopo che il ragazzo era partito per l’America, la ragazza aveva
scoperto di essere incinta. Se la sera della festa non fosse stata piena di
disperazione e lacrime, i due Grifondoro si sarebbero sicuramente ricordati di
usare precauzioni.
Il pensiero di una
gravidanza era stata alla larga dalla mente di Hermione per quasi un mese,
considerando che la ragazza non faceva altro che essere affranta dalla partenza
di Ron e che non riusciva a pensare altri che lui. Soltanto quando aveva
raccontato a Ginny di quella sera, quest’ultima le aveva chiesto se avevano
utilizzato un incantesimo di contraccezione.
Due ore e una pozione
fatta in casa più tardi, la peggior paura di Hermione si era realizzata. Era
incinta.
Ginny era l’unica persona,
alla quale aveva raccontato del bambino. La giovane futura madre voleva
riflettere sul da farsi e, come ad un esame, non faceva altro che pensare a
come avrebbe potuto rispondere alle domande che la sua famiglia le avrebbe
chiesto.
La prima domanda sarebbe
stata sicuramente, “hai intenzione di tenerlo?”. Per riuscire a ricavare una
risposta, ci sarebbe voluto un altro po’ di tempo e di riflessioni. Fu così che
Hermione arrivo alla conclusione dell’enigma - aveva soltanto tre scelte:
l’adozione, l’aborto o tenere il bambino.
La prima opzione avrebbe
giovato molto al bambino, considerando che sarebbe stato affidato a dei
genitori amorevoli, sicuramente non diciottenni e in grado di prendersi cura di
una creatura. Anche se, quando pensava all’adozione, le tornava in mente la sua
bisnonna che era stata adottata da una famiglia babbana,
dopo essere nata in una di maghi. E, come normale che fosse, la sua bisnonna
non seppe della magia fino al compimento dei suoi undici anni ed Hermione non
voleva che lo stesso succedesse al suo bambino.
Aveva anche considerato la
seconda opzione, l’aborto, ma ciò le aveva aperto una sfilza di domande rivolte
al futuro, su ‘cosa sarebbe successo se...’. Uno di questi scenari
rappresentava che, se Hermione non avesse avuto il bambino, sarebbe potuta
benissimo entrare a lavorare al Ministero, arrivando ad avere anche una
posizione abbastanza importante.
Tuttavia, per quanto lei
potesse sforzarsi di non volere quel bambino, Hermione non poteva immaginare la
sua vita senza la sua piccola creatura. Aveva sempre voluto avere dei figli,
soprattutto dopo aver visto quanto fossero felice i Weasley e quanto Molly
fosse orgogliosa dei suoi figlioli. Lei amava Ron e non riusciva a non
chiedersi se quella potesse essere la sua unica possibilità di avere un figlio
con lui. E riusciva ad immaginarsi solo una famiglia con lui come padre dei
suoi figli.
L’ultima opzione riusciva
a spaventare Hermione talmente tanto che, a volte, si ritrovava a piangere da
un momento all’altro. Aveva fatto una lista di ragioni per non voler avere il
bambino, ma quando era arrivata ad elencare le motivazioni contrarie, le ‘pro’,
era bastata la prima per battere tutti ‘contro’ che aveva.
Pro:
Perché voglio.
I libri erano sempre stati
i migliori amici della ragazza, che non aveva mai sentito il bisogno di
nient’altro. Ma ora... ora che aveva un bambino in arrivo, i suoi sogni erano
cambiati. Lei era cambiata.
Molte donne-madri avevano
iniziato a pensare alla carriera dopo che alla famiglia. Ed Hermione sapeva che
poteva farlo anche lei. Diventare madre non poneva fine alla sua vita,
dopotutto.
Dopo un po’ di tempo,
Hermione aveva trovato il coraggio di raccontare ai suoi genitori della
gravidanza e, come si aspettava, le avevano chiesto chi fosse il padre. Lei non
gli aveva mai parlato della sua relazione con Ron, lasciandogli pensare che il
rosso Weasley, come Harry, fosse soltanto uno dei suoi amici. Per i suoi
genitori, lei era la loro bambina. La loro piccola Hermione. E la loro piccola
Hermione era una brava ragazza; la migliore del suo anno, Caposcuola e
Prefetto, una persona che non aveva bisogno di un fidanzato, dopo la
soddisfazione di essere la migliore.
I suoi genitori erano
rimasti abbastanza calmi alla notizia del bambino, ma, nonostante sapessero che
sicuramente se la sarebbe cavata, erano molto preoccupati per i piani futuri
della loro bambina. Quello fu praticamente il giorno dell’esame ed Hermione,
che si era preparata alle domande che le avrebbero fatto, seppe come rispondere
ai loro quesiti.
Stava per portare la
gravidanza al termine. Hermione ci aveva riflettuto a lungo e, dopo aver
chiesto il parere di Ginny, era riuscita a spiegare ai suoi genitori che la
famiglia era molto importante per lei e che dovevano rispettare la sua scelta,
qualunque fosse stata.
La cosa che Hermione
temeva maggiormente era di rivelare alla signora Weasley che presto sarebbe
diventata nonna. Molly Weasley era come una seconda madre per lei ed era sicura
che, tutta la sua ospitalità nei suoi confronti, la portava a prendersi cura di
lei, quanto dei suoi figli. Quando Hermione era andata a dirglielo, nonostante
la delusione che le aveva inflitto, lei ed Arthur erano arrivati a chiederle
che, se avesse voluto rimanere, l’avrebbero ospitata volentieri alla Tana.
Hermione non ebbe bisogno
neanche di pensarci, considerando che, per lei, la Tana sarebbe stato il posto
perfetto, dove far crescere il suo bambino. E, avendo Molly sotto lo stesso
tetto e come mentore, era sicura che avrebbe imparato a diventare una brava
madre.
I gemelli avevano lasciato
la Tana da qualche tempo e si erano trasferiti nell’appartamento sopra il loro
negozio di scherzi a Diagon Alley,
quindi la loro vecchia camera era diventata quella di Hermione. Anche Percy era
volato via dal nido, sposando Penelope Clearwater, ma, a differenza di Fred e
George, non voleva che nessuno toccasse la sua stanza. Questo soprattutto a
causa di tutti i suoi premi e riconoscimenti, datogli da Hogwarts.
Non furono sufficienti un
paio di tappeti e delle tende vivaci, per rendere Hermione soddisfatta della
sua nuova camera. Così, un pomeriggio, grazie all’aiuto di Ginny, si era messa
all’opera, dipingendo le pareti e stuccando vari buchi nel muro. Dopo poco
lavoro - qualche pennellata sulle pareti, qualche spolverata alle finestre e
una bella pulita al pavimento - la stanza era irriconoscibile. Hermione l’aveva
arredata con un bel letto a due piazze, uno specchio rettangolare e un armadio
in legno. Ma il tocco finale, la cosiddetta ciliegina
sulla torta, fu una bella libreria piena zeppa dei libri preferiti della
ragazza, con un misto di letture magiche e babbane.
Per quanto riguardava il
lavoro presso i Ministero, la ragazza aveva impiegato un intero pomeriggio
d’autunno a scrivere a quello che sarebbe stato il suo capo, spiegandogli la
situazione nella quale si trovava. Non avrebbe potuto lavorare e,
contemporaneamente, prendersi cura di un bambino. E nonostante Molly si fosse
proposta per badare al nipote mentre la ragazza era a lavoro, la bruna aveva
rifiutato. Hermione voleva prendersi cura della sua creatura.
Dopo qualche gufo tra la
giovane futura madre e il suo capo, i due giunsero ad un accordo: Hermione
avrebbe lavorato a casa. L’idea, rifletté la riccia, non era per niente male.
Certo, sarebbe stato faticoso crescere un bambino e, allo stesso tempo,
lavorare, ma la ragazza era sicura che ce l’avrebbe fatta.
Nel frattempo, Molly aveva
spronato Hermione a scrivere un gufo a Ron, facendole scegliere se dirgli del
bambino, oppure aspettare fin quando lui non sarebbe tornato dall’America. La
ragazza era davvero preoccupata. Come avrebbe reagito alla notizia del bambino?
Non
posso dirglielo. Non ci riesco. No, non lo farò.
Era stato molto difficile,
per la ragazza, non fare accenno alla sua situazione, nelle lettere che
scriveva a Ron. Quando lui le chiedeva se ci fosse qualche novità, lei
rispondeva con un semplice ‘niente’.
Le prime lettere, che i
due futuri genitori si scambiavano, erano lunghe, piene di amore e passione per
l’un l’altra, ma, via via col passare del tempo,
diventavano sempre più brevi e con meno romanticismo all’interno.
Hermione,
Sono
riuscito a completare la formazione di base per diventare un Auror, ieri! L’addestramento avanzato inizia questo lunedì.
Non vedo l’ora!
Harry
ti manda un ‘ciao’.
Ron
Lettere come queste
facevano venire voglia ad Hermione di rispondergli con un “Oh, che bello Ron,
cambiando discorso, sai che stai per diventare padre?”.
Tuttavia, una mattina di
febbraio, quando Hermione ricevette un’altra lettera da parte di Ron - l’ultima
-, molto più lunga di tutte quelle che le aveva spedito in quei mesi messe
insieme.
Cara
Hermione,
Come
stai? Mamma e papà? Spero che stiate tutti bene. Harry ed io ce la caviamo.
Stiamo arrivando alla fine del nostro trimestre, il che significa che, dopo il
nostro primo esame, abbiamo un mese di pausa dalla formazione. Alcuni dei
nostri amici ci hanno invitato ad andare in Canada con loro per due settimane,
non sarebbe una cosa meravigliosa?
Harry
ti ha raccontato, nell’ultima lettera, della ragazza con cui è uscito? Si
chiama Misha e i due si erano dati appuntamento in
città per andare a bere un drink insieme. Beh, non ha funzionato tra i due.
Penso
che sia giusto che Harry abbia qualche appuntamento, ogni tanto, no? E’ uscito
per un anno con Luna e mi dispiace che non abbia funzionato. Beh, in caso
contrario, Lunatica non si sarebbe mai fidanzata con Neville.
D’accordo,
questo è il vero motivo per cui ti scrivo... qui in America sto davvero bene,
non sono mai stato in un posto dove mi sentivo meglio che qui! Però, sento
qualche restrizione. Come il non poter agire come vorrei agire e che non posso
uscire con nessuna ragazza di qui, perché sarebbe come fare un torto a te.
Quello
che sto cercando di dire è che credo che la nostra relazione finisca qui.
Guardiamo in faccia la realtà: tu sei a migliaia di chilometri di distanza da
me e portare avanti una relazione in questo modo credo sia pressoché
impossibile.
Sì,
credo che dovremmo prenderci una piccola pausa l’uno dall’altra, almeno fino al
mio ritorno in Inghilterra.
Ti
amerò per sempre, Hermione.
Ron
xx
La lettera era macchiata
di inchiostro sui bordi e l’ultima riga era scritta tremante. Hermione si era
sentita quasi morire, anche se un po’ di sollievo la invadeva. Non faceva altro
che ripetersi che era la cosa giusta da fare, fino a quando scoppiava in
lacrime.
La cosa che lei temeva
maggiormente era che lui, una volta tornato in Inghilterra, non volesse tornare
con lei. A quel punto, Hermione avrebbe avuto un neonato a cui badare, tutta da
sola.
Aveva pensato di
scrivergli una risposta, dicendogli che era incinta, ma, ogni volta che
iniziava a scrivere quella maledetta lettera, le tornavano in mente quei brevi
gufi, dove le raccontava quanto si stava divertendo in America.
Il ventuno maggio, Molly
ed Hermione si precipitarono al San Mungo, con una Passaporta.
Dopo sette ore di travaglio, la giovane donna aveva dato alla luce una
bellissima bambina, che aveva i capelli rosso scuro, i grandi occhi azzurri e
che aveva deciso di chiamare Hannah.
Hermione, dopo la nascita
della piccola, aveva provato subito una sensazione di rimorso e di pentimento,
per non aver detto niente a Ron della bambina.
Come Hannah
cresceva ogni giorno, Hermione si sentiva sempre peggio. Il tempo passava
velocemente e presto la piccola aveva imparato a ridere e a gattonare A dieci
mesi, aveva imparato a camminare e a balbettare alcune parole, come ‘Ma-Ma’.
Alla prima festa di compleanno
di Hannah, Hermione si sentiva peggio che mai. Aveva
anche iniziato a scrivergli una lettera, sulla quale era scoppiata a piangere.
All’inizio di agosto,
Molly aveva ricevuto una lettera da Ron, dove diceva che lui ed Harry sarebbero
tornati a casa poche settimane dopo. Quando Hermione ebbe appreso la notizia,
trascorse quei giorni a pensare alle parole da dire e alle scuse da usare per
non avergli detto niente.
Quella mattina, Hermione
fu svegliata da un rumore proveniente da qualche parte nella sua stanza, che
lei indicò come Hannah che si era appena svegliata e
che faceva di tutto per attirare l’attenzione, con lo scopo di mangiare
qualcosa. La giovane donna si alzò dal letto e si vestì con la sua vestaglia,
prima di prendere Hannah dal piccolo lettino e di
baciarla su una guancia.
Su una parete della loro
stanza, vi era incorniciata una foto di Ron. Hermione pensava che così facendo,
quando l’uomo sarebbe arrivato alla Tana, Hannah non
lo avrebbe considerato un perfetto estraneo.
“Buongiorno, orsacchiotta” disse dolcemente alla bambina.
“Buongiolno” rispose Hannah,
ridendo e non riuscendo a pronunciare la r.
“Buongiolno.
Buongiolno.
Buongiolno!”
Nonostante Hannah non avesse ancora una buona pronuncia, adorava
cercare di ripetere le parole che la sua mamma diceva. A quindici mesi, a parte
cercare di ripetere le frasi, i capelli della bambina stavano diventando sempre
più folti e assumendo una tipica tonalità rosso Weasley.
Hermione si mise le
pantofole e si diresse in cucina per la colazione, con Hannah
in braccio.
“’giorno, Hermione” la
salutò Ginny, mentre l’amica metteva la bambina nel seggiolone.
“Buongiorno” ricambiò il
saluto Hermione, sbadigliando e sedendosi accanto all’amica.
“Spaventata?” le chiese,
sorridendo leggermente.
“Terrorizzata.”
Hermione si avvicinò alla
credenza e, dopo aver preso un omogeneizzato e averlo messo in un piatto, si
sedette accanto ad Hannah e iniziò a darle da
mangiare.
“E’ comprensibile” disse
Molly, cucinando la colazione ad Hermione e a Ginny.
Molly mise le uova cotte
nei piatti, insieme ad un po’ di pancetta e fagioli, prima di darli alla figlia
e alla madre della sua nipotina.
“Grazie” dissero in coro
le due ragazze.
“Dirlo a Ron non dovrebbe
essere così difficile...” disse Hermione, inarcando un sopracciglio. “Sei
pronta ad incontrare papà, Hannah?”
La bambina alzò lo sguardo
sulla propria mamma e sorrise. “Papa!” disse.
Due ore passarono in
fretta e Hermione non avrebbe potuto essere più nervosa. Aveva deciso di
indossare la collana che Ron le aveva regalato per il proprio sedicesimo
compleanno. Dandosi un ultimo sguardo allo specchio, la ragazza prese Hannah e la portò in salotto, dove teneva tutti i suoi
peluche preferiti.
Hermione baciò la figlia
sulla fronte e si diresse in cucina, dove anche Molly, Arthur e Ginny
aspettavano con ansia Ron ed Harry. Passarono altre due ore e, dopo altri pochi
minuti, Hermione notò la lancetta di Ron, sull’orologio magico Weasley,
spostarsi da ‘Viaggio’ a ‘Casa’. Improvvisamente, il camino si illuminò di un
verde quasi accecante e un uomo dai capelli neri apparve dal niente.
Harry non era cambiato per
niente, secondo Hermione. I suoi capelli erano disordinati come sempre e i suoi
occhi erano sempre verdi e luminosi. La ragazza lo accolse in un caldo
abbraccio, prima che lui si facesse da parte e che il camino si illuminasse di
nuovo.
Hermione fissò il suo
sguardo su Ron, mentre il cuore le batteva forte nella gabbia toracica e le
farfalle le svolazzavano nello stomaco. Era più alto e aveva i capelli più
lunghi di quanto si ricordasse. Le sue lentiggini non erano state mai un pregio
come allora che, con il volto, leggermente abbronzato, lo rendevano davvero
carino. Ron sorrise alla ragazza e lei ebbe la sensazione che ci fossero solo
loro due nella stanza.
Poi, successe qualcosa che
fece sbiancare Hermione.
Il fuoco verde si riaccese
nuovamente nel camino e, dopo alcuni secondi, una donna apparve nella cucina
della Tana. I suoi capelli castano chiaro erano intrappolati in una crocchia e
il suo sguardo era curioso, mentre, con un caldo sorriso, la graziosa ragazza
si guardava intorno.
“Mamma, papà... lei è
Miranda” disse Ron. “La mia fidanzata.”