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Autore: blondebouncingferret    14/02/2011    4 recensioni
Ron e Harry devono andare in America per completare la loro formazione da Auror. Ron trascorre la sua ultima notte in Inghilterra con Hermione e quando torna, due anni dopo, ritrova la ragazza con un bambino di quindici mesi...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Nota della traduttrice: sono mortificata per il ritardo con cui posto il nuovo capitolo. Ho avuto qualche problema in questo periodo e non avevo la testa per mettermi a fare traduzioni dall’inglese all’italiano. Questo capitolo è un po’ un riassunto, già dal prossimo capitolo la storia dovrebbe iniziare ad essere più dinamica. Non ho molto da dire, se non che ringrazio tutte le meravigliose persone che hanno recensito, quelle che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Spero di non deludervi con questo nuovo capitolo.

Se trovate qualche errore di grammatica o altro, fatemi sapere! =)

Sia io che blondebouncingferret aspettiamo una vostra, anche minuscola, recensione! *-*

Un bacio! :D

 


Capitolo Due

As the Months Pass

 

Hermione pianse per mesi, dopo la partenza di Ron, ma non soltanto perché sentiva la sua mancanza. Infatti, poche settimane dopo che il ragazzo era partito per l’America, la ragazza aveva scoperto di essere incinta. Se la sera della festa non fosse stata piena di disperazione e lacrime, i due Grifondoro si sarebbero sicuramente ricordati di usare precauzioni.

Il pensiero di una gravidanza era stata alla larga dalla mente di Hermione per quasi un mese, considerando che la ragazza non faceva altro che essere affranta dalla partenza di Ron e che non riusciva a pensare altri che lui. Soltanto quando aveva raccontato a Ginny di quella sera, quest’ultima le aveva chiesto se avevano utilizzato un incantesimo di contraccezione.

Due ore e una pozione fatta in casa più tardi, la peggior paura di Hermione si era realizzata. Era incinta.

Ginny era l’unica persona, alla quale aveva raccontato del bambino. La giovane futura madre voleva riflettere sul da farsi e, come ad un esame, non faceva altro che pensare a come avrebbe potuto rispondere alle domande che la sua famiglia le avrebbe chiesto.

La prima domanda sarebbe stata sicuramente, “hai intenzione di tenerlo?”. Per riuscire a ricavare una risposta, ci sarebbe voluto un altro po’ di tempo e di riflessioni. Fu così che Hermione arrivo alla conclusione dell’enigma - aveva soltanto tre scelte: l’adozione, l’aborto o tenere il bambino.

La prima opzione avrebbe giovato molto al bambino, considerando che sarebbe stato affidato a dei genitori amorevoli, sicuramente non diciottenni e in grado di prendersi cura di una creatura. Anche se, quando pensava all’adozione, le tornava in mente la sua bisnonna che era stata adottata da una famiglia babbana, dopo essere nata in una di maghi. E, come normale che fosse, la sua bisnonna non seppe della magia fino al compimento dei suoi undici anni ed Hermione non voleva che lo stesso succedesse al suo bambino.

Aveva anche considerato la seconda opzione, l’aborto, ma ciò le aveva aperto una sfilza di domande rivolte al futuro, su ‘cosa sarebbe successo se...’. Uno di questi scenari rappresentava che, se Hermione non avesse avuto il bambino, sarebbe potuta benissimo entrare a lavorare al Ministero, arrivando ad avere anche una posizione abbastanza importante.

Tuttavia, per quanto lei potesse sforzarsi di non volere quel bambino, Hermione non poteva immaginare la sua vita senza la sua piccola creatura. Aveva sempre voluto avere dei figli, soprattutto dopo aver visto quanto fossero felice i Weasley e quanto Molly fosse orgogliosa dei suoi figlioli. Lei amava Ron e non riusciva a non chiedersi se quella potesse essere la sua unica possibilità di avere un figlio con lui. E riusciva ad immaginarsi solo una famiglia con lui come padre dei suoi figli.

L’ultima opzione riusciva a spaventare Hermione talmente tanto che, a volte, si ritrovava a piangere da un momento all’altro. Aveva fatto una lista di ragioni per non voler avere il bambino, ma quando era arrivata ad elencare le motivazioni contrarie, le ‘pro’, era bastata la prima per battere tutti ‘contro’ che aveva.

Pro: Perché voglio.

I libri erano sempre stati i migliori amici della ragazza, che non aveva mai sentito il bisogno di nient’altro. Ma ora... ora che aveva un bambino in arrivo, i suoi sogni erano cambiati. Lei era cambiata.

Molte donne-madri avevano iniziato a pensare alla carriera dopo che alla famiglia. Ed Hermione sapeva che poteva farlo anche lei. Diventare madre non poneva fine alla sua vita, dopotutto.

Dopo un po’ di tempo, Hermione aveva trovato il coraggio di raccontare ai suoi genitori della gravidanza e, come si aspettava, le avevano chiesto chi fosse il padre. Lei non gli aveva mai parlato della sua relazione con Ron, lasciandogli pensare che il rosso Weasley, come Harry, fosse soltanto uno dei suoi amici. Per i suoi genitori, lei era la loro bambina. La loro piccola Hermione. E la loro piccola Hermione era una brava ragazza; la migliore del suo anno, Caposcuola e Prefetto, una persona che non aveva bisogno di un fidanzato, dopo la soddisfazione di essere la migliore.

I suoi genitori erano rimasti abbastanza calmi alla notizia del bambino, ma, nonostante sapessero che sicuramente se la sarebbe cavata, erano molto preoccupati per i piani futuri della loro bambina. Quello fu praticamente il giorno dell’esame ed Hermione, che si era preparata alle domande che le avrebbero fatto, seppe come rispondere ai loro quesiti.

Stava per portare la gravidanza al termine. Hermione ci aveva riflettuto a lungo e, dopo aver chiesto il parere di Ginny, era riuscita a spiegare ai suoi genitori che la famiglia era molto importante per lei e che dovevano rispettare la sua scelta, qualunque fosse stata.

La cosa che Hermione temeva maggiormente era di rivelare alla signora Weasley che presto sarebbe diventata nonna. Molly Weasley era come una seconda madre per lei ed era sicura che, tutta la sua ospitalità nei suoi confronti, la portava a prendersi cura di lei, quanto dei suoi figli. Quando Hermione era andata a dirglielo, nonostante la delusione che le aveva inflitto, lei ed Arthur erano arrivati a chiederle che, se avesse voluto rimanere, l’avrebbero ospitata volentieri alla Tana.

Hermione non ebbe bisogno neanche di pensarci, considerando che, per lei, la Tana sarebbe stato il posto perfetto, dove far crescere il suo bambino. E, avendo Molly sotto lo stesso tetto e come mentore, era sicura che avrebbe imparato a diventare una brava madre.

I gemelli avevano lasciato la Tana da qualche tempo e si erano trasferiti nell’appartamento sopra il loro negozio di scherzi a Diagon Alley, quindi la loro vecchia camera era diventata quella di Hermione. Anche Percy era volato via dal nido, sposando Penelope Clearwater, ma, a differenza di Fred e George, non voleva che nessuno toccasse la sua stanza. Questo soprattutto a causa di tutti i suoi premi e riconoscimenti, datogli da Hogwarts.

Non furono sufficienti un paio di tappeti e delle tende vivaci, per rendere Hermione soddisfatta della sua nuova camera. Così, un pomeriggio, grazie all’aiuto di Ginny, si era messa all’opera, dipingendo le pareti e stuccando vari buchi nel muro. Dopo poco lavoro - qualche pennellata sulle pareti, qualche spolverata alle finestre e una bella pulita al pavimento - la stanza era irriconoscibile. Hermione l’aveva arredata con un bel letto a due piazze, uno specchio rettangolare e un armadio in legno. Ma il tocco finale, la cosiddetta ciliegina sulla torta, fu una bella libreria piena zeppa dei libri preferiti della ragazza, con un misto di letture magiche e babbane.

Per quanto riguardava il lavoro presso i Ministero, la ragazza aveva impiegato un intero pomeriggio d’autunno a scrivere a quello che sarebbe stato il suo capo, spiegandogli la situazione nella quale si trovava. Non avrebbe potuto lavorare e, contemporaneamente, prendersi cura di un bambino. E nonostante Molly si fosse proposta per badare al nipote mentre la ragazza era a lavoro, la bruna aveva rifiutato. Hermione voleva prendersi cura della sua creatura.

Dopo qualche gufo tra la giovane futura madre e il suo capo, i due giunsero ad un accordo: Hermione avrebbe lavorato a casa. L’idea, rifletté la riccia, non era per niente male. Certo, sarebbe stato faticoso crescere un bambino e, allo stesso tempo, lavorare, ma la ragazza era sicura che ce l’avrebbe fatta.

Nel frattempo, Molly aveva spronato Hermione a scrivere un gufo a Ron, facendole scegliere se dirgli del bambino, oppure aspettare fin quando lui non sarebbe tornato dall’America. La ragazza era davvero preoccupata. Come avrebbe reagito alla notizia del bambino?

Non posso dirglielo. Non ci riesco. No, non lo farò.

Era stato molto difficile, per la ragazza, non fare accenno alla sua situazione, nelle lettere che scriveva a Ron. Quando lui le chiedeva se ci fosse qualche novità, lei rispondeva con un semplice ‘niente’.

Le prime lettere, che i due futuri genitori si scambiavano, erano lunghe, piene di amore e passione per l’un l’altra, ma, via via col passare del tempo, diventavano sempre più brevi e con meno romanticismo all’interno.

Hermione,

Sono riuscito a completare la formazione di base per diventare un Auror, ieri! L’addestramento avanzato inizia questo lunedì. Non vedo l’ora!

Harry ti manda un ‘ciao’.

Ron

Lettere come queste facevano venire voglia ad Hermione di rispondergli con un “Oh, che bello Ron, cambiando discorso, sai che stai per diventare padre?”.

Tuttavia, una mattina di febbraio, quando Hermione ricevette un’altra lettera da parte di Ron - l’ultima -, molto più lunga di tutte quelle che le aveva spedito in quei mesi messe insieme.

Cara Hermione,

Come stai? Mamma e papà? Spero che stiate tutti bene. Harry ed io ce la caviamo. Stiamo arrivando alla fine del nostro trimestre, il che significa che, dopo il nostro primo esame, abbiamo un mese di pausa dalla formazione. Alcuni dei nostri amici ci hanno invitato ad andare in Canada con loro per due settimane, non sarebbe una cosa meravigliosa?

Harry ti ha raccontato, nell’ultima lettera, della ragazza con cui è uscito? Si chiama Misha e i due si erano dati appuntamento in città per andare a bere un drink insieme. Beh, non ha funzionato tra i due.

Penso che sia giusto che Harry abbia qualche appuntamento, ogni tanto, no? E’ uscito per un anno con Luna e mi dispiace che non abbia funzionato. Beh, in caso contrario, Lunatica non si sarebbe mai fidanzata con Neville.

D’accordo, questo è il vero motivo per cui ti scrivo... qui in America sto davvero bene, non sono mai stato in un posto dove mi sentivo meglio che qui! Però, sento qualche restrizione. Come il non poter agire come vorrei agire e che non posso uscire con nessuna ragazza di qui, perché sarebbe come fare un torto a te.

Quello che sto cercando di dire è che credo che la nostra relazione finisca qui. Guardiamo in faccia la realtà: tu sei a migliaia di chilometri di distanza da me e portare avanti una relazione in questo modo credo sia pressoché impossibile.

Sì, credo che dovremmo prenderci una piccola pausa l’uno dall’altra, almeno fino al mio ritorno in Inghilterra.

Ti amerò per sempre, Hermione.

Ron xx

La lettera era macchiata di inchiostro sui bordi e l’ultima riga era scritta tremante. Hermione si era sentita quasi morire, anche se un po’ di sollievo la invadeva. Non faceva altro che ripetersi che era la cosa giusta da fare, fino a quando scoppiava in lacrime.

La cosa che lei temeva maggiormente era che lui, una volta tornato in Inghilterra, non volesse tornare con lei. A quel punto, Hermione avrebbe avuto un neonato a cui badare, tutta da sola.

Aveva pensato di scrivergli una risposta, dicendogli che era incinta, ma, ogni volta che iniziava a scrivere quella maledetta lettera, le tornavano in mente quei brevi gufi, dove le raccontava quanto si stava divertendo in America.

Il ventuno maggio, Molly ed Hermione si precipitarono al San Mungo, con una Passaporta. Dopo sette ore di travaglio, la giovane donna aveva dato alla luce una bellissima bambina, che aveva i capelli rosso scuro, i grandi occhi azzurri e che aveva deciso di chiamare Hannah.

Hermione, dopo la nascita della piccola, aveva provato subito una sensazione di rimorso e di pentimento, per non aver detto niente a Ron della bambina.

Come Hannah cresceva ogni giorno, Hermione si sentiva sempre peggio. Il tempo passava velocemente e presto la piccola aveva imparato a ridere e a gattonare A dieci mesi, aveva imparato a camminare e a balbettare alcune parole, come ‘Ma-Ma’.

Alla prima festa di compleanno di Hannah, Hermione si sentiva peggio che mai. Aveva anche iniziato a scrivergli una lettera, sulla quale era scoppiata a piangere.

All’inizio di agosto, Molly aveva ricevuto una lettera da Ron, dove diceva che lui ed Harry sarebbero tornati a casa poche settimane dopo. Quando Hermione ebbe appreso la notizia, trascorse quei giorni a pensare alle parole da dire e alle scuse da usare per non avergli detto niente.

Quella mattina, Hermione fu svegliata da un rumore proveniente da qualche parte nella sua stanza, che lei indicò come Hannah che si era appena svegliata e che faceva di tutto per attirare l’attenzione, con lo scopo di mangiare qualcosa. La giovane donna si alzò dal letto e si vestì con la sua vestaglia, prima di prendere Hannah dal piccolo lettino e di baciarla su una guancia.

Su una parete della loro stanza, vi era incorniciata una foto di Ron. Hermione pensava che così facendo, quando l’uomo sarebbe arrivato alla Tana, Hannah non lo avrebbe considerato un perfetto estraneo.

“Buongiorno, orsacchiotta” disse dolcemente alla bambina.

Buongiolno” rispose Hannah, ridendo e non riuscendo a pronunciare la r. “Buongiolno. Buongiolno. Buongiolno!”

Nonostante Hannah non avesse ancora una buona pronuncia, adorava cercare di ripetere le parole che la sua mamma diceva. A quindici mesi, a parte cercare di ripetere le frasi, i capelli della bambina stavano diventando sempre più folti e assumendo una tipica tonalità rosso Weasley.

Hermione si mise le pantofole e si diresse in cucina per la colazione, con Hannah in braccio.

“’giorno, Hermione” la salutò Ginny, mentre l’amica metteva la bambina nel seggiolone.

“Buongiorno” ricambiò il saluto Hermione, sbadigliando e sedendosi accanto all’amica.

“Spaventata?” le chiese, sorridendo leggermente.

“Terrorizzata.”

Hermione si avvicinò alla credenza e, dopo aver preso un omogeneizzato e averlo messo in un piatto, si sedette accanto ad Hannah e iniziò a darle da mangiare.

“E’ comprensibile” disse Molly, cucinando la colazione ad Hermione e a Ginny.

Molly mise le uova cotte nei piatti, insieme ad un po’ di pancetta e fagioli, prima di darli alla figlia e alla madre della sua nipotina.

“Grazie” dissero in coro le due ragazze.

“Dirlo a Ron non dovrebbe essere così difficile...” disse Hermione, inarcando un sopracciglio. “Sei pronta ad incontrare papà, Hannah?”

La bambina alzò lo sguardo sulla propria mamma e sorrise. “Papa!” disse.

Due ore passarono in fretta e Hermione non avrebbe potuto essere più nervosa. Aveva deciso di indossare la collana che Ron le aveva regalato per il proprio sedicesimo compleanno. Dandosi un ultimo sguardo allo specchio, la ragazza prese Hannah e la portò in salotto, dove teneva tutti i suoi peluche preferiti.

Hermione baciò la figlia sulla fronte e si diresse in cucina, dove anche Molly, Arthur e Ginny aspettavano con ansia Ron ed Harry. Passarono altre due ore e, dopo altri pochi minuti, Hermione notò la lancetta di Ron, sull’orologio magico Weasley, spostarsi da ‘Viaggio’ a ‘Casa’. Improvvisamente, il camino si illuminò di un verde quasi accecante e un uomo dai capelli neri apparve dal niente.

Harry non era cambiato per niente, secondo Hermione. I suoi capelli erano disordinati come sempre e i suoi occhi erano sempre verdi e luminosi. La ragazza lo accolse in un caldo abbraccio, prima che lui si facesse da parte e che il camino si illuminasse di nuovo.

Hermione fissò il suo sguardo su Ron, mentre il cuore le batteva forte nella gabbia toracica e le farfalle le svolazzavano nello stomaco. Era più alto e aveva i capelli più lunghi di quanto si ricordasse. Le sue lentiggini non erano state mai un pregio come allora che, con il volto, leggermente abbronzato, lo rendevano davvero carino. Ron sorrise alla ragazza e lei ebbe la sensazione che ci fossero solo loro due nella stanza.

Poi, successe qualcosa che fece sbiancare Hermione.

Il fuoco verde si riaccese nuovamente nel camino e, dopo alcuni secondi, una donna apparve nella cucina della Tana. I suoi capelli castano chiaro erano intrappolati in una crocchia e il suo sguardo era curioso, mentre, con un caldo sorriso, la graziosa ragazza si guardava intorno.

“Mamma, papà... lei è Miranda” disse Ron. “La mia fidanzata.”

  
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