Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ClaireTheSnitch    14/02/2011    12 recensioni
Se ne avete abbastanza delle solite storie in cui sembra che esista soltanto James... o Lily... Ecco la fanfiction perfetta per voi! I Malandrini al loro settimo anno, e ovviamente Mocciosus, che per esigenze letterarie è ancora amico di Lily. Leggetela, se volete piangere e ridere: perché si sa, se ami i Malandrini sei pronto a tutto.
Dal cap. X
-Lily Evans, stai per scoprire il grande segreto dei Malandrini. Ciò che ci unisce. Ciò che ci rende così simili.-
Lei ghignò e sollevò un sopracciglio. -Siete tutti gay?-
Dal cap XIV
Sirius lo conosceva troppo bene per poter fare una cosa simile. Gli voleva troppo bene anche soltanto per poter fingere di non capire.
In sette anni di scuola e parecchie vacanze, aveva imparato a riconoscere le sfumature negli sguardi di James, a capire ciò di cui aveva bisogno e perché ne aveva bisogno, a sapere esattamente qual era il suo umore dopo un semplice mugugno scimmiesco, ma soprattutto aveva imparato che James non scherzava mai su sé stesso. Mai. Neppure quando si adulava spudoratamente.
[...] nessuno conosceva James come Sirius, e viceversa. Era qualcosa di bilaterale e indissolubile. Qualcosa che non accettava compromessi.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Venti -

Il racconto di Linn

 

-Imparare un Incanto Proteus corretto è di fondamentale importanza per l’esame di fine anno.- disse il professor Vitious, finalmente appagato nel vedere che i suoi studenti seguivano la lezione e scribacchiavano appunti. -Inoltre, spero che alcuni di voi otterranno voti sufficientemente alti per poter intraprendere un’ottima carriera.-

Lily alzò la mano. -Professore… Quando avremo i nostri primi colloqui professionali?-

Vitious ridacchiò e scese dalla sua pila di cuscini. -Questo, signorina Evans, dipende dal tipo di lavoro che si desidera. Non potrete sperare in veri  colloqui professionali se mirate ad una carriera al Ministero, o al San Mungo, o in qualche altro settore che richieda un’ulteriore qualificazione.-

-Può darsi che qualcuno di noi… punti in alto.- intervenne James.

-Intendi su una scopa, Ramoso?- esclamò Sirius, ridacchiando.

-No.- esclamò l’altro, rivolto sia a Sirius che all’insegnante. -Voglio diventare un Auror.-

-Davvero?- esclamò Lily, e ad un tratto spalancò gli occhi e lo fissò con aria sbalordita.

-Tu non sei James Potter.- sussurrò Sirius. -Non volevi fare il Cercatore?-

Lui rise e gettò una rapida occhiata al professor Vitious, che continuava a parlare di esami, diplomi e possibilità di lavoro.

-Io volevo diventare un Cercatore, ma ho cambiato idea. Sai quello che succede fuori dalla scuola, no?-

-Eccome se lo so.- disse Sirius, amaramente. -La mia famiglia ci è dentro fino al collo, e mi sono imbattuto in quel ‘fuori’ proprio ieri sera.-

-Vedi? Io devo fare qualcosa. Voglio essere di qualche utilità, voglio aiutare.-

-Sì, hai ragione.-

-Potter! Black! Se pensate di prendere un M.A.G.O. in Incantesimi a suon di chiacchiere, vi sbagliate di grosso! Forza, venite qui e mostratemi un Incanto Proteus come si deve!-

La mattinata passò in fretta: James e Sirius eseguirono un incantesimo quasi perfetto, arrivarono in tempo alla lezione di Erbologia e, soprattutto, riuscirono a produrre un rumore piuttosto equivoco nel momento in cui Mocciosus passava frettolosamente di fronte alla professoressa McGranitt.

Lei sollevò le sopracciglia con aria severa e scandalizzata, e li esortò a sbrigarsi per raggiungere la Sala Grande.

-E tu, Sirius, che cosa vuoi diventare?- domandò James, appoggiandosi alle cinghie della borsa di Felpato e tirandolo verso il basso, rischiando di fargli perdere l’equilibrio.

-Io?- lui sghignazzò, e si rimise dritto. -Ho già realizzato il sogno della mia vita disonorando mia madre.-

James lo fissò con aria eloquente.

-Uffa, James. Sei una palla.- Sirius sbuffò. -Tu farai l’Auror, io farò l’Auror. Mi sembra ovvio.-

-Dai, seriamente.-

-Io sono serissimo, James. Guardami in faccia. Sembra che io sia non-serio?-

-Sei più non-serio di Remus quando dice che non vuole passarci i compiti.-

-Be’, allora ti sbagli. Io non sono per niente non-serio.-

-Oh, oh, ti credo.-

-Ecco. Perché sappilo bene, James, io farò qualunque cosa tu deciderai. E ti seguirò.-

James deglutì. Era quasi commosso e fu con estrema fatica che tentò di sdrammatizzare.

Ridacchiò. -È... è una minaccia?-

Anche Sirius rise. -Sbagliato. È una promessa.-

 

-Quante volte devo dirti che non ti passerò i compiti?- gridò Lily, incrociando le braccia. -Questo è un argomento molto importante, di sicuro capiterà ai M.A.G.O.-

-E dai, Lily, perché James può copiare e io no?- la supplicò Sirius, che non aveva la minima voglia di svolgere il tema assegnato da Vitious per il giorno dopo.

Lei mantenne un’espressione assolutamente seria e rispose: -Non puoi continuare ad ignorare gli esami, Sirius.-

-Infatti non li sto ignorando. Sto semplicemente rinviando, ma è tutto qui… nella mia testa…- E si picchiettò la tempia con l’indice. -James, fammi copiare il tuo tema.-

Lily ghignò. -Il tema di James ce l’ho io. Lo sto correggendo.-

-Lily! Stai facendo preferenze!-

-No, non è vero.-

-Sì che è vero!-

-Farei preferenze se voi foste allo stesso livello. Ma James è il mio ragazzo.-

-Ooooh, James è il mio ragazzo.- la scimmiottò.

Ramoso si alzò. -Io non sono il tuo ragazzo, Sirius.-

Lui rise. -E meno male!-

-Dai, Lils, lascialo copiare. Non è la prima volta.-

-E neanche l’ultima!- esclamò Sirius, prendendo il rotolo di pergamena che Lily gli porgeva di malavoglia. -Grazie, Lily, sul serio.-

L’abbracciò in un modo così disarmante che lei non osò neppure protestare. Per un subdolo, fugace momento le sembrò di capire perché diavolo Sirius piacesse a tante ragazze.

Linn scese le scale con aria estremamente indaffarata e una ciocca di capelli tutta bruciacchiata.

Sirius la salutò. -Che stavi facendo di sopra?-

-Una pozione. Ma non ha funzionato.- disse lei, posando un mucchio di libri sul tavolo della Sala Comune. -Ehi, ciao a tutti.-

-È esplosa? Di che colore erano le scintille?- domandò James, esaltato.

Linn rise. -Non è esplosa. Era una pozione per domare i capelli, ma, come vedi, il risultato non è stato dei migliori.-

-Vuoi farli diventare lisci?- le domandò Lily, incuriosita, spostando un po’ dei suoi libri per fare spazio a quelli di Linn.

-Oh, sì. È la prima volta che ci provo, ma penso che sia inutile. Sono troppo… ricci, ecco.-

James diede una gomitata a Sirius, che non aveva più detto una singola parola da quando Linn aveva preso posto tra loro.

-Ehi, sei ancora vivo?-

Felpato lo ignorò ed urlò: -Lisci? Perché devi farli diventare lisci? Sono belli, così!-

Linn sollevò lo sguardo, stupita, e lo stesso fecero Remus e Lily.

-Da quando in qua ti interessi dei miei capelli?-

-Sto solo dicendo che sono belli, senza bisogno che li cambi, ecco.- 

-L’hai urlato.-

-Sì, be’… C’è confusione.-

 Linn rise. -Ma certo, Sirius. Confusione.-

Gli sorrise, gli occhi che brillavano in modo strano, e sprofondò su una poltrona senza aggiungere altro.

 

-Ieri sera ho mangiato troppo. Lo sapevo, lo sapevo, sto malissimo.-

Lily gli versò un po’ di caffè. -Dai, James, non fare lo scemo. Hai mal di stomaco perché sei nervoso.-

-No.- rimbeccò lui, testardo. -Io non sono nervoso. Come potrei? Si tratta di Quidditch. È il mio sport. Io non sono nervoso.- ripeté poi, come per convincere se stesso.

-D’accordo.-

Sirius, senza un briciolo di tatto, continuava a impilare biscotti l’uno sull’altro e ad imburrare fette di pane. -Allora, James, avete studiato tutte le strategie per battere i Corvonero?-

James saltò sulla sedia. -Sì. Sì. Ehm… la Presa del Bradipo. Ho provato la Finta Wronsky. E anche…-

-Calmati, Ramoso. Non ti sto interrogando. Era soltanto curiosità.-

-Bene. Mi calmerò.- sibilò James, ma strinse un bicchiere così forte che lo mandò in frantumi.

Lily lo baciò. -Forza, James.-

-Maledetto Salazar, pensi che così io riesca a concentrarmi sulla partita?- disse lui, con un lieve accenno di sorriso.

-Non lo so.- ammise lei. -Ma è meglio che tu lo faccia, perché Eva sembra disposta a tutto pur di vincere.-

James deglutì e fissò Sirius negli occhi. -Il Boccino è mio.-

 

Gli spettatori sugli spalti sembravano seguire un invisibile direttore d’orchestra: ruggivano, gridavano, brillavano d’oro o di blu, sventolavano stendardi animati e intonavano inni senza pietà.

Molti ragazzi si erano accucciati, lontani dagli sguardi dei professori, per scommettere sui risultati e scambiarsi commenti eccitati; altri erano immersi in discussioni infiammate sui punteggi che entrambe le squadre avrebbero dovuto ottenere per avere un posto stabile in classifica; alcuni - soltanto i più dotati - erano impegnati in decorazioni dell’ultimo minuto.

Xenophilius Lovegood, per i Corvonero, aveva realizzato un’enorme bandiera che si attorcigliava in un fiocco per poi esplodere e trasformarsi in un corvo, mentre un ragazzino del primo anno aveva disegnato un ritratto gigantesco di Eva Johnson che ammiccava in modo molto accattivante a chiunque guardasse troppo.

E poi c’erano le ragazze.

Ragazze non era esattamente la parola giusta: sembravano pentole a pressione ambulanti.

Avevano le guance rosse di gioia e di eccitazione, e strillavano ogni volta che qualcuno faceva il nome di un ragazzo particolarmente popolare.

E così, quando Sirius prese posto di fianco a Lily, a Remus e a Peter, un gruppetto seduto dietro di loro lanciò uno strillo così forte che tutti furono costretti a tapparsi le orecchie.

-Siete impazzite?- esclamò Peter, voltandosi con aria furiosa. -Ci avete assordati!-

Le ragazze gettarono un’occhiata risentita a Lily, pensando sicuramente a James, prima di ridacchiare senza ritegno verso Sirius e ignorare bellamente Remus, che si stava alzando per cercare Jessy.

-Non è ancora arrivata.- borbottò, scontento, e riprese il proprio posto accanto a Lily.

-Si è alzata con un’ora di ritardo, stamattina.- spiegò lei, comprensiva. -La capisco, oggi è domenica e a lei il Quidditch non piace.-

Sirius rise. -Non piace neppure a te, Lily.-

-Be’, comincio ad apprezzarlo.-

-Certo, da quando James ti dice che sei il suo Boccino preferito.-

-Zitto, adesso!- esclamò, brutale. -Stanno entrando!-

La squadra di Grifondoro sfrecciò in campo in un turbinio di oro e di porpora: Lily scattò in piedi e prese a gridare senza il minimo ritegno.

-Avanti, ragazzi! Stracciateli! Spiaccicate quei brutti musi contro…- Poi le sembrò totalmente inutile continuare la frase e cominciò a fischiare, a saltellare, a sbracciarsi per essere vista da James.

Il suono del fischietto risuonò, magicamente amplificato, per tutto il campo, ed entrambe le squadre si sollevarono da terra con aria agguerrita.

Sirius strinse i pugni, osservando la sagoma inconfondibile di James saettare sopra tutti gli altri giocatori, alla ricerca di una piccola sfera alata, quella che aveva visto svolazzare accanto ai loro letti da sei anni a quella parte…

-Ah, Godric, la Johnson è troppo distratta per segnare.- sbottò una voce dietro di lui.

-Linn!-

-Be’, ti aspettavi Babbo Natale?-

-No, ma… perché Eva dovrebbe essere distratta?-

-Le piace James dalla fine dello scorso anno.- spiegò, schiacciando i suoi capelli vaporosi sotto un berretto rosso e oro. -Ora sta con Lily ed è frustrata.-

-E tu come sai queste cose? Tu ed Eva siete ai ferri corti da settembre.-

-Lo so e basta. Punto. Non farmi domande.-

-Sei strana, Linn.-

Lei rise. -Già. E tu hai un autocontrollo incredibile.-

Sirius la fissò, interdetto. -Che c’entra?-

-Oh, niente, credo.- borbottò lei, imbarazzata. All’improvviso, l’ombra della risata di qualche secondo prima si dileguò dal suo viso e lasciò il posto ad un’espressione seria, preoccupata e corrucciata. Sembrava totalmente disinteressata alla partita e si guardava le ginocchia senza realmente vederle.

Sirius moriva dalla voglia di sapere che cosa la tormentasse e persino quei repentini cambiamenti d’umore, che normalmente l’avrebbero infastidito o spaventato, gli sembravano qualcosa di interessante, qualcosa che voleva scoprire.

-Linn…- esordì, incerto, cercando di non sembrare troppo compassionevole.

Lei lo ignorò e sollevò lo sguardo fino a fissarlo dritto negli occhi. -Ti fidi di me, Sirius?-

-Penso di sì.-

Linn sorrise. -Bene. Io ho imparato a fidarmi di te.-

-Non so dove vuoi arrivare.-

-Voglio che tu mi segua.-

-Adesso?-

-Sì.- disse lei, asciutta. -So che James sta giocando una partita importante, ma…-

-Non posso perdermela, Linn.- si lagnò lui, combattuto.

Linn non replicò subito, ma sospirò e si passò una mano tra i capelli, pensando. -Io... devo parlarti, Sirius.-

Lui rimase zitto.

Avrebbe dovuto abbandonare la partita e seguirla?

O dirle molto gentilmente che James meritava la sua presenza e che avrebbero potuto parlare un'altra volta?

Dov’era quel maledetto istinto che l’aveva sempre contraddistinto? Non poteva, non doveva aver scelto proprio quella mattina di andarsene a spasso...

-E va bene, andiamo.- Sirius si alzò e sfiorò il gomito di Lily, che si girò e lo fissò con aria interrogativa.

-Dove vai?- gli chiese, vedendolo in piedi.

-Torno subito, Lily, non preoccuparti.-

-Ma dove stai andando? James sta giocando!-

Sirius sospirò. -Lo so, ma io... devo... un attimo solo...-

E guizzò via, aiutato da Linn che scelse proprio quel momento per strattonarlo lontano e lasciare una Lily attonita, nella confusione degli spettatori in visibilio.

 

 

Il sole era bianco ed entrava dalle finestre illuminando fasci di polvere che ondeggiavano a mezz’aria, luccicanti e sfaccendati.

-I dormitori sono deserti.- disse Sirius, entrando e mostrando a Linn la stanza vuota.

-Proprio quello che volevo.- commentò lei, a metà tra il sarcasmo e la serietà. -Mi ci vorrà un po’ per spiegarti tutto.-

-Spero che sia una cosa seria, perché James...-

-Pensi che ti avrei portato qui, se non fosse stata una faccenda seria?-

-No, ma...-

-Allora taci. E, per favore, ascoltami.- lo interruppe Linn. -Non posso tenere un segreto con te. Mi piaci troppo, Sirius.-

Oh, sì.

Era un ottimo modo per ammutolirlo.

-I miei genitori sono ricoverati al San Mungo.- cominciò, con aria severa. -Lavoravano al Ministero, e qualche anno fa hanno avuto la bella idea di unirsi ai Mangiamorte. La mia è una famiglia Purosangue, Sirius, come la tua, anche se non siamo tutti Serpeverde.-

Giocherellò con una frangia del baldacchino e riprese: -Avevo tredici anni e non ero ancora abbastanza intelligente per non farmi influenzare. Pensavo che stessero facendo la cosa giusta, e progettavo di seguire le loro orme. Li ammiravo: i miei genitori erano Mangiamorte molto preziosi, perché erano degli infiltrati e... facevano un lavoro speciale.-

-Quale?-

-Lavoravano all’Ufficio Misteri, in una sezione che... si occupa della mente umana. Sono abili Occlumanti. Io... sono stata il loro piccolo trofeo.- Le labbra di Linn tremarono per una frazione di secondo. -Due genitori così dotati per la Legilimanzia... come potevo non essere uguale a loro, se non di più?-

-Cosa... cosa stai cercando di dirmi?- domandò Sirius, esterrefatto.

-Mi hanno... addestrata, ecco. Hanno concentrato su di me gli sforzi e le ricerche che facevano al Ministero, mi hanno insegnato da subito come penetrare la mente delle persone. E soprattutto, come farlo senza che se ne accorgessero. E poi si accorsero di aver sbagliato. Si resero conto di chi sia davvero Tu-Sai-Chi... e cercarono di staccarsene. I Mangiamorte piombarono in casa nostra durante una lezione di Occlumanzia. Avevo finito il terzo anno.-

-Linn, se non vuoi continuare ti capisco...- intervenne Sirius, posandole una mano sulla spalla.

Linn aveva gli occhi colmi di lacrime, ma stringeva i denti con ostinazione e si preparava a proseguire. -Fecero irruzione e scagliarono incantesimi dovunque. Io stavo provando ad entrare nella mente di mia madre, un esercizio classico, ero abituata... Fui gettata a terra da un Pietrificus Totalus lanciato da mio padre, ma... be’, non so che cosa successe esattamente. Avevo il corpo bloccato, ma la mia mente era libera... come un esercizio di Occlumanzia infinito... Leggevo i pensieri dei Mangiamorte. Sentivo il dolore dei miei genitori. Sentivo tutto. Li vidi cadere a terra, prima che arrivassero gli Auror e ci portassero al San Mungo...- Linn si asciugò gli occhi. -Da allora non sono più la stessa. La situazione non è rimasta estrema come quel giorno, ma non riesco a controllare i miei poteri di Occlumante. Io... posso vedere nella mente delle persone, in particolari condizioni emotive... quando sono molto arrabbiate, ad esempio, o quando sono confuse, scombussolate, incantate, impaurite... È qualcosa che sfugge al mio controllo, Sirius.-

-Per questo sapevi di Regulus. Avevi letto nella mia mente.-

-Sì. Riesco a farlo anche ora, perché sei completamente stravolto da quello che ti ho raccontato.-

-Cercherò di calmarmi.-

-Forse è meglio. Per me è orribile. Non vorrei essere così.-

-Linn... io...-

-Mi odi? Sei consapevole che con me non avrai molta riservatezza, vero?-

-Be’, ora sì. Ma non posso odiarti, Linn, perché non hai fatto nulla. Non è colpa tua.-

-Grazie, Sirius.-

Lui deglutì. -Mi dispiace. È una storia... dura.-

-Sì, ma avevo bisogno di raccontartela. Vuoi tornare alla partita, ora?- gli domandò, indicando con un cenno la finestra inondata di luce bianca, che lasciava intravedere uno scorcio del campo.

-No. Non penso di riuscire a comportarmi normalmente.-

-Ti capisco.- concordò Linn, e si rannicchiò raccogliendo le ginocchia al petto. Espirò profondamente e scacciò le lacrime per la seconda volta.

-Linn... senti ancora i miei pensieri?-

-No.-

-Bene. Perché voglio essere io  a dirti quello che penso.- Sirius si avvicinò e l’abbracciò. -Faccio un sacco di cose strane, ultimamente. Cazzate.-

Linn respirò profondamente il suo profumo. -Sì. Più del solito.-

-Voglio che tu sappia che non lo faccio per cattiveria. Sono fatto così. E ora... scendiamo in Sala Comune?-

-D’accordo.-

Si alzarono lentamente, come se avessero paura di fare troppo rumore, e si fissarono, l’uno di fronte all’altro, dritti e seri.

Poi Linn parlò. -Sirius... devo chiederti un favore.-

-Dimmi.-

-Baciami.-

Quando furono finalmente abbastanza vicini, si sentirono due idioti: era come se avessero avuto bisogno di quel contatto da sempre, come se fossero stati troppo codardi per non ammetterlo...

E si baciarono.

Quella domenica mattina Sirius Black baciò Jacqueline Gardner come mai aveva fatto con nessuna.

Forse fu quello il primo bacio di Sirius, perché quando finì non ne volle ancora.

Voleva soltanto sentire il suo collo inondato dal respiro caldo di Linn, che lo stringeva come se temesse di affogare in una mente non sua.

 

 

 

 

 

 

 

* Angolo pazzoide autrice *

Buona serata a tutti!

Spero che non vi siate dimenticati di me **

Perché altrimenti non ve lo perdono. Proprio no. u.u

No, scherzo.

Sono davvero contenta di come sta procedendo la storia: i lettori aumentano, e anche se le recensioni non sono mai costanti sono contenta di avere il mio meraviglioso gruppo di fedelissimi.

Volevo farvi sapere che tengo molto alla vostra opinione, quindi scrivete qualsiasi cosa vi venga in mente, mi raccomando!

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo: per me è stato impegnativo scriverlo, perché parlare di Linn in modo così approfondito ha richiesto la costruzione di un personaggio tutto mio. Dovevo quindi fissare dei ‘paletti’ per il suo IC… non sembrerebbe, ma è molto difficile non cadere nel cliché della ragazza perfetta, dato che alla fine è sempre quello il modello di personaggio ideale.

 

Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito, chi continua a seguirmi e chi mi ‘preferisce’!

Alla prossima, ragazzi!

Un bacio,

 

Chiara.

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ClaireTheSnitch