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Autore: RedMarauder    15/02/2011    8 recensioni
"Fisso la foto abbandonata li sopra: è un po’ stropicciata, per via dei mille viaggi che ha fatto in giro per casa, ma è ancora bellissima. Non l’aveva più lasciata: se la portava ovunque, in cucina, in salotto, sul comodino mentre dormiva.
Spesso mi fermavo a spiarla: la guardava sempre, si perdeva a disegnare con le dita sull’immagine finti cerchi intorno ai visi. Come se volesse accarezzarli."
sono tornata alla carica con una storia mooolto sentimentale, un pò triste all'inizio, ma tanto tanto romantica!
pariting--> JISBON!
Buona lettura
Giada:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9- JANE’S DAY
 
 
 
Teresa
 
 
Esco dalla doccia, finalmente rinfrescata e comincio a vestirmi. Credo che questa sia stata la notte più bella della mia vita.
Addormentarmi fra le sue braccia e svegliarmi nella luce dell’alba, vedendo il suo viso, guardando i suoi occhi cristallini. Non potevo desiderare di meglio.
Finisco in fretta di prepararmi e scendo disotto dove Patrick si è offerto per improvvisare una rapida colazione.
Quando entro in cucina lui si volta e mi viene incontro abbracciandomi.
Mi sollevo leggermente sulle punte e cerco le sue labbra, perdendomi in uno dei nostri baci deliranti.
“Siamo in ritardo” sussurro sulle sue labbra.
“Naa, non è vero” protesta lui tornando a baciarmi. Rido sulle sue labbra e lo allontano da me.
“Alice ci aspetta a casa di Grace” gli ricordo alzando un sopracciglio.
“Il dovere di bravi genitori ci chiama!” conferma lui, sorridendo e sciogliendo l’abbraccio per tornare verso la sua tazza di thè.
Beviamo dalle nostre tazze sorridendoci perennemente e usciamo in fretta, raggiungendo la mia macchina.
Superato il solito bisticcio su chi deve guidare, salgo sul sedile del passeggero, ma solo perché mi sento estremamente buona stamattina, e partiamo.
Quando arriviamo a casa di Grace, lei, Wayne e Alice stanno uscendo in giardino per aspettarci.
Alice ci vede arrivare in auto e comincia a sbracciarsi e a sorriderci. Strano, ma mi è mancata molto, nonostante non la veda solo da un giorno. La sua presenza è vitale per me, quanto la presenza di Patrick al mio fianco. E quando, per un qualunque motivo, non siamo insieme, mi manca tremendamente.
Scendo velocemente dall’auto prima che Patrick possa spegnerla, e volo incontro a mia figlia.
“Mamma!” grida lanciandosi fra le mie braccia.
“Amore mio!” la afferro e la stringo forte in uno dei nostri abbracci soffocanti.
“Papà!!” urla lanciandosi fra le braccia di Patrick, che nel frattempo si è avvicinato a noi.
“Ciao piccolina!” la saluta lui dandole un grosso bacio sulla guancia.
“Gli zii mi hanno portata al cinema!”  ci racconta radiosa.
“Che film avete visto?” chiedo curiosa.
“Un cartone bellissimo, lo zio Wayne si è anche commosso alla fine!” ci racconta prendendolo in giro.
“Spiona!” la rimbecca lui avvicinandosi a noi.
“Rigsby, lo sappiamo che nel profondo sei ancora un bambinone!” lo prende in giro Patrick.
Nel frattempo ci raggiunge anche Grace che arriva sorridendo.
“Siamo anche andati a mangiare la pizza a forma di animali dello zoo. Alice ha preso la giraffa, vero piccola?” le chiede Grace con un sorriso affettuoso.
“Si, e la zia Grace l’ha presa a forma di pesce, mentre lo zio Wayne a forma di leone!”
“Non era un leone, era un puma!” ribatte Wayne.
“No zio era un leone!” ribadisce Alice alzando gli occhi al cielo.
“Era un puma!” ribatte lui facendole la linguaccia e ridendo.
“Vogliamo scommettere?” lo sfida Alice incrociando le braccia con aria di sfida.
Quando fa così mi ricorda me stessa nei momenti in cui cerco di fronteggiare le teorie di Jane.
Noi ridiamo, osservando divertiti la scena.
“D’accordo ora è tardi, devi andare all’asilo e i grandi devono andare al lavoro!” dico prendendo in braccio Alice.
Risaliamo in macchina e portiamo Alice all’asilo. Visto che non abbiamo casi in ballo, Patrick decide di passarla a prendere e di passare il pomeriggio con lei.
“Vi farà bene un pomeriggio tutto per voi!” ammetto sorridente. Siamo nel mio ufficio e io sto lavorando alla montagna infinita di carte che in questi giorni ho decisamente trascurato.
“Sarà una giornata fra i piccoli Jane!” si prende in giro sorridendo, e chinandosi sulla mia sedia per darmi un bacio sulla guancia.
Sorrido, mentre continuo a lavorare. Patrick ogni tanto mi aiuta, ogni tanto si stende sul divano e ogni tanto va da Rigsby a proporre qualche assurda scommessa, o a fare una delle sue magie.
Molto più velocemente del solito arriva la pausa pranzo, e quindi il momento di andare a prendere Alice. Io resto in ufficio assieme a Grace, mentre Patrick esce per godersi una giornata interamente con sua figlia.
“Che cosa farete?” chiedo curiosa, prima che esca dal mio ufficio.
“Mhm, non lo so. Magari andremo al parco o da qualche altra parte all’aperto: è una bella giornata!” mi sorride.
Mi avvicino e gli do un bacio leggero per salutarlo.
“Non accettare caramelle dagli sconosciuti” lo prendo in giro.
“Me ne ricorderò!” mi sorride, mi bacia un’ultima volta poi sparisce dal mio ufficio. Esco anche io per raggiungere Grace e pranzare con lei.
Si prevede un pomeriggio lungo: senza Jane e senza mia figlia. Chissà che combineranno quei due..
 
 
Jane
 
 
Raggiungo l’asilo di Alice con il morale alle stelle. Ho mentito a Teresa, non è vero che non so cosa faremo. Il programma della giornata è intenso e perfettamente organizzato.
Alice diventerà la complice del mio piano!
Scendo dall’auto e mi appoggio alla ringhiera, davanti all’entrata dell’asilo. Mi guardo intorno e vedo tanti genitori o baby-sitter che aspettano i loro bambini chiacchierando.
Dopo qualche minuto un fiume di bambini esce dall’asilo. Alice sapeva benissimo che sarei andato io a prenderla, infatti la vedo scrutare la folla e cercarmi. Quando mi vede mi regala uno dei suoi sorrisi gioiosi e corre verso di me.
“Ciao papà!” urla saltandomi in braccio.
“Ciao piccola!” la stringo forte e mi lascio dare un sonoro bacio sulla guancia.
“Oggi staremo tutto il giorno insieme?” mi chiede sorridendo già entusiasta.
“Oggi è la giornata dei Jane: staremo solo io e te, e abbiamo veramente tantissime cose da fare! È in programma anche una gita al parco, ma prima” alzo il dito sorridendo “abbiamo una cosa importantissima da fare!”
Alice annuisce con l’aria più adulta che riesce ad  avere e scende dalle mie braccia.
“Vuoi fare una sorpresa alla mamma?” mi chiede curiosa, con il suo, o meglio il mio, sguardo indagatore.
La fisso sorpreso: questa bambina è un prodigio!
“Come fai a saperlo?”
“Intuito!” risponde sorridendo e alzando le piccola spalle.
Rido e scuoto la testa “Sei proprio mia figlia!”
“Forza sbrighiamoci allora!” mi dice e mi prende per mano, conducendomi verso la macchina.
Saliamo in macchina e lei si sistema dietro, poi partiamo.
“Dove andiamo?” chiede curiosa.
“Lo capirai presto! Mi raccomando: acqua in bocca, la mamma non deve saperne niente!” mi raccomando guardandola dallo specchietto retrovisore.
Lei annuisce sorridendo “Muta come zio Cho!” risponde.
Scoppio a ridere “Muta come zio Cho?” chiedo.
“Si, me l’ha insegnato lo zio Rigsby, lo diciamo spesso, ma è un nostro segreto!” mi confessa sottovoce.
“Non ditelo allo zio Cho!” commento.
Continuo a ridere mentre parcheggio davanti alla destinazione prefissata.
Scendiamo e prendo subito Alice per mano: se la perdo, anche se dubito possa accadere, o accidentalmente scivola sul marciapiede, Teresa mi uccide!
“Eccoci qua!” sorrido guardando la sontuosa entrata.
“Dove siamo?” chiede Alice che sicuramente non è mai stata in un posto del genere.
“Siamo in un posto molto serio!” mi abbasso al suo livello e la guardo negli occhi “qui sono tutti vestiti eleganti, tutti snob e altezzosi, e anche un po’ antipatici. Una volta ho seguito un caso dentro a questo posto, ma noi dobbiamo farci due cose li dentro” le spiego.
“Che cosa?” chiede curiosa con un sorriso.
“Dobbiamo ritirare un foglio e firmarne tanti altri per te e poi io devo firmare un modulo importantissimo e portarlo via!” resto sul vago.
Lei mi fissa, molto perplessa e molto curiosa.
“Ok, andiamo!” alza le spalle e mi prende per mano.
Sorrido ed entro assieme alla mia bambina.
 
Dopo un’ora e mezzo usciamo dall’edificio. Alice salta tutta contenta al mio fianco.
“è un’idea bellissima!” commenta ridendo, dopo aver saputo cosa ho in mente. È contentissima anche per la prima cosa che abbiamo fatto appena entrati.
“Dobbiamo coordinarci” le spiego “dovrà essere tutto perfetto!”
“Si papà!” risponde per l’ennesima volta, alzando gli occhi al cielo. Gliel’avrò ripetuto almeno una ventina di volte.
Raggiungiamo velocemente la nostra seconda destinazione. Alice non sta più nella pelle e ovviamente entra per prima, tirandomi per la mano. Ora che ha capito cosa deve fare è andata in fibrillazione quanto me!
“Signor Jane!” mi saluta un uomo conosciuto.
“Salve George!” ricambio il saluto. Incredibile che dopo tutto questo tempo si ricordi ancora di me.
Alice passa lo sguardo da me a lui incuriosita dal nostro saluto.
“Ah, Alice questo è il signor George Doverton, il proprietario di questo posto bellissimo!”
Alice sorride radiosa “Molto piacere!” lo saluta educata.
“Il piacere è mio signorina Jane!” risponde lui con un piccolo inchino, facendo arrossire Alice: è la prima persona che ci riesce!
“Vedi Alice questo signore e io ci siamo conosciuti parecchi anni fa” le spiego.
“E come?” chiede lei curiosa.
“Ho arrestato suo fratello. Cioè la mamma ha arrestato suo fratello, io l’ho solo aiutata!” spiego, senza prendermi il merito dell’impresa.
“Già, e ha scoperto tanti scheletri nell’armadio della famiglia Doverton, che comunque ancora oggi, continua a rimanere la migliore nel suo campo!” risponde George con un sorriso. Infondo ci è sempre stato grato per aver sistemato gli affari di famiglia.
“In cosa posso esservi utile?” chiede con cortesia.
Guardo Alice che mi sorride complice, poi alza lo sguardo verso George.
“Dobbiamo fare una sorpresa alla mia mamma!” risponde con un sorriso gioioso.
Spieghiamo a George cosa ci serve e in men che non si dica ci ritroviamo seduti ad un tavolino assieme a George e un pensate libro pieno di immagini. Alice commenta ogni immagine che vede, scarta quelle che non le piacciono e aggiunge alla lista di quelle in competizione.
Lascio che Alice vada a briglia sciolta con la fantasia, e lascio decidere tutto a lei.
George ride sinceramente divertito dall’apparente maturità di Alice e dal suo buffo modo di vedere le cose.
Dopo circa un’ora Alice riesce a tirare le somme della sua lista e sceglie l’opzione preferita.
Salutiamo George, dandoci appuntamento fra due settimane e usciamo allegri dal suo negozio.
“Papà dovremmo dirlo alla zia Grace!” mi dice Alice mentre risaliamo in auto.
“Glielo diremo, ma solo poco prima di portare a termine la missione, altrimenti non riuscirà a mentire alla mamma!” rispondo sorridendo.
“E ora?” chiede Alice.
“Dobbiamo fare solo un’ultima cosa, ma questo fa parte delle cose che diremo alla mamma!” le spiego.
Raggiungiamo la donna che dovevamo incontrare e cominciamo la nostra avventura. Alice osserva, commenta e da il suo giudizio finale.
Conclusa anche questa fase, risaliamo in macchina e ci organizziamo un piccolo piano su come dirlo a Teresa.
Siamo fermi a un semaforo rosso. Rifletto sulla mia pazza idea e sorrido fra me.
“Ora dove andiamo?” chiede mia figlia.
“Per oggi basta, abbiamo fatto abbastanza. Andiamo a goderci un po’ di sano riposo al parco!” le rispondo con un sorriso.
Lei mi sorride in risposta, battendo le mani, contentissima di andare al parco con suo padre.
 
 
Dopo due ore di sane corse nel parco, torniamo esausti a casa, ma prima passiamo al supermercato a fare la spesa. Abbiamo deciso di cucinare per la mamma, e Alice è molto entusiasta di questa cosa.
Quando arriviamo a casa, dopo una rapidissima doccia e un cambio d’abiti altrettanto rapido, cominciamo a cucinare le lasagne, il piatto preferito di Alice e Teresa.
Alice è molto brava in cucina, anche se sta in piedi su una sedia per arrivare  perfettamente al ripiano e mescolare gli ingredienti nella ciotola.
Mi ha persino corretto, dicendomi che prima di mettere la carne il sugo deve cuocere da solo per qualche minuto.
Dopo aver cucinato le lasagne, puliamo tutto, per evitare di passare il compito a Teresa, e prepariamo la tavola.
Accendiamo persino una candela a centro tavola.
Nello stesso momento in cui le lasagne finiscono di cuocere in forno, Teresa apre la porta di casa.
Alice le corre incontro urlando e le salta subito in braccio.
“Mamma abbiamo cucinato le lasagne!” esclama entusiasta abbracciandola.
“Ma che bravi, avete fatto tutto voi!” esclama e sorride, abbracciando la bambina e facendomi l’occhiolino.
“Te lo meriti, dopo una giornata di lavoro è il minimo che potevamo fare!” commento avvicinandomi e dandole un bacio sulla guancia.
“Fila a prepararti mamma, altrimenti si raffredda!” la rimbecca subito Alice, scendendo dalle sue braccia e spingendola verso le scale.
“Va bene, va bene, calma, vado subito!” risponde ridendo e salendo velocemente le scale.
Circa mezz’ora dopo siamo tutti e tre allegramente seduti a tavola, a goderci le nostre ottime lasagne.
“Che avete fatto oggi pomeriggio?” chiede Teresa curiosa.
Alice, impassibile e da perfetta attrice, si lancia in un finto e dettagliatissimo resoconto della giornata, che io le ho suggerito mentre le lasagne cuocevano in forno.
“Prima siamo andati a mangiare i nostri panini preferiti nel chiosco vicino al CBI, poi siamo andati al molo, a vedere quelli che pescavano. Poi siamo stati al parco: siamo stati tantissimo al parco, e abbiamo fatto un sacco di cose, c’era anche Rosalie, con la sua baby-sitter, perché la sua mamma è andata a New York dal papà. Poi siamo andati a fare la spesa e ci abbiamo messo un sacco, perché c’era tantissima gente. Poi siamo venuti a casa e abbiamo cucinato le lasagne!” racconta tutto d’un fiato, parlando a razzo come suo solito.
Teresa ride per il resoconto dettagliato e rapidissimo “Vi siete dati da fare eh!” commenta sorridendomi.
Io, recitando la mia parte, le sorrido “Una perfetta giornata di divertimenti fra padre e figlia!” poi fingo di illuminarmi “Alice non le hai raccontato la cosa più importante!”
Anche lei finge perfettamente un’illuminazione. Abbiamo deciso di raccontarle solo due delle cose che abbiamo fatto, per il resto dovrà aspettare ancora.
“Ah si, papà mi ha portato al municipio di Sacramento, e ho cambiato cognome!” racconta entusiasta.
Teresa ci fissa sorpresi “Davvero?”  chiede stupita.
“Certo, è ufficialmente una Jane!” sorrido alzando la mano per dare il cinque a mia figlia e che colpisce con energia la mia mano con la sua minuscola.
“Sono davvero contenta!” ammette sincera Teresa sorridendoci e accarezzando la guancia di Alice.
“Ah e poi mamma abbiamo fatto anche un’altra cosa!” esclama Alice entusiasta, e facendomi di nascosto l’occhiolino.
“Che cosa?” chiede lei curiosa.
“Abbiamo comprato una casa!” risponde Alice tranquilla, con il suo sorriso furbesco.
La forchetta di Teresa scivola dalle sue dita e cade sul piatto con un rumore metallico, mentre lei spalanca la bocca e sgrana gli occhi.
“Che cosa avete comprato?” chiede allibita.
“Una casa!” ripete Alice sorridendo “è bellissima mamma! È davvero grande, ed è vicina al CBI e anche al mio asilo, così tu e papà non dovrete fare molta strada per andare al lavoro e portarmi all’asilo. C’è anche il giardino!” racconta sorridendo radiosa.
Teresa sposta lo sguardo rapidamente da me a Alice “Avete comprato una casa?” ripete ancora sbalordita, ma cominciando a sorridere.
“Ad Alice piaceva!” alzo le spalle sorridendo “così abbiamo deciso di prenderla! È spaziosa ed è in un quartiere tranquillo. È perfetta!”
“Quando ci trasferiamo? Dobbiamo andarci subito!! Iniziamo a preparare i bagagli!” propone Alice entusiasta.
“D’accordo, ma non possiamo trasferirci subito domani! Dobbiamo sistemare ancora un paio di cose dentro, e poi sarà pronta!” rispondo, calmando l’entusiasmo sfavillante di mia figlia.
Teresa scuote la testa sorridendo, mentre Alice scende radiosa dalla sedia e corre a prendere il telefono, parlando a razzo e nominando le parole “zia Grace” “nuova casa” e “trasloco” tutte in una volta.
“Hai comprato una casa?” mi chiede ancora stupita Teresa, alzandosi e sedendosi nella sedia accanto alla mia, che prima era occupata da Alice.
Le prendo la mano sorridendo come un bambino “Ho pensato che potesse essere simbolico iniziare una nuova vita insieme, in una nuova casa!”
Lei mi sorride e si sporge a baciarmi dolcemente “Quando posso vederla?” chiede curiosa.
“Se vuoi ci andiamo domani! Ho già le chiavi!” sorrido allegro “dobbiamo solo sistemare l’impianto elettrico e verniciare alcuni dei muri, e poi è tutta nostra!”
“Tu sei pazzo!” mi prende in giro ridendo e baciandomi di nuovo.
E ancora non ha visto il resto!
 
Passiamo una fantastica serata accoccolati tutti e tre sul divano a guardare uno dei soliti cartoni animati, migliori anche di qualche film che gira al giorno d’oggi.
Il risultato è che, dopo circa mezz’ora, Alice si addormenta, crollando esausta fra le braccia della madre.
Invece di portarla subito a letto, rimaniamo tutti e tre abbracciati. Abbassiamo quasi a zero il volume della tv e rimaniamo rilassati sul divano, mentre osserviamo Alice dormire beata.
Ha avuto una giornata molto impegnativa, e ha esaurito le batterie in un lampo.
Chiacchieriamo un po’, ma per lo più rimaniamo in silenzio a guardare Alice e ci teniamo per mano.
Passata un’altra ventina di minuti ci addormentiamo anche noi! Sentivo gli occhi farsi pesanti, così li ho chiusi e mi sono addormentato, seguito a ruota da Teresa.
Scivolo in un profondo sonno, ancora con il sorriso sulla faccia.
 
Alice
 
Mi risveglio dopo un po’, non so quanto, e mi accorgo che non sono più sul divano con mamma e papà, ma sono nel mio lettino.
Sbadigliando mi alzo perché ho tanta sete e scendo lentamente le scale per andare in cucina. Quando passo dal salotto vedo che la mamma è tornata sul divano, ma si è riaddormentata.
Vado piano verso il divano e vedo la mamma che dorme appoggiata alla spalla di papà. Lui non si è mai svegliato, dorme ancora da prima.
Che pigrone!
Sorrido e prendo una coperta dal mobiletto. Mi avvicino e con fatica la stendo su di loro, cercando di non svegliarli. È veramente enorme questa coperta!
Quando riesco finalmente a sistemarla bene vado in cucina, e bevo il mio bicchiere d’acqua.
Torno in salotto e mi sporgo per dare un bacino sulla guancia alla mamma e uno a papà, poi torno di sopra nel mio lettino.
Mentre mi infilo sotto le coperte ripenso alla giornata passata con papà e sorrido. La mamma sarà contentissima quando scoprirà la sua sorpresa.
Mi addormento, sognando la nostra nuova casa.
 
 
 
Jane
 
 
Non so esattamente cosa sia stato a svegliarmi, ma quando riapro gli occhi Alice non c’è più. Siamo solo io e Teresa, e per giunta siamo coperti. Mi muovo lentamente, cercando di non svegliarla e scendo dal divano.
Salgo le scale e vado in camera di Alice, aprendo piano la porta. La vedo dormire tranquilla e respirare piano, nel suo lettino.
Sorrido fra me e torno disotto. Quando è andata a dormire?
Mi siedo sul divano e cerco di svegliare Teresa.
“Teresa” la chiamo sussurrando.
Lei apre gli occhi subito e mi sorride. Mi chino a baciarla dolcemente, sorridendo.
“Ho portato Alice a dormire, volevo svegliarti e invece mi sono riaddormentata” mi spiega sorridendo.
Poi fissa la coperta. “L’hai presa tu la coperta?” chiede.
“No” rispondo perplesso “pensavo l’avessi presa tu quando hai portato Alice a dormire”
Ci guardiamo, e nello stesso momento ci sorridiamo, arrivando insieme alla conclusione: è stata nostra figlia!
“Deve essersi alzata per bere” ipotizza Teresa, sorridendo.
“Che dolce” commento con un sorriso. È davvero fantastica!
Ci alziamo lentamente e andiamo barcollando dal sonno verso il letto. Credo di essermi addormentato pochi secondi dopo aver toccato il cuscino.
L’ultima cosa che ricordo è la sua pelle calda, fra le mie braccia e il suo respiro lento sul mio collo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice l’autrice:
Allora, so che nessuno ha capito cosa sta combinando Jane, e vi dirò anche che non lo saprete fino al capitolo 11!! se devo essere sincera, la mia è una sorta di competizione/vendetta con Bruno Heller (che ovviamente mi supera di gran lunga, perché il genio è lui!! Però io mi diverto comunque!) perché ha deciso (non è uno spoiler, ma solo una dichiarazione, però chi non vuole leggere non legga, e lo scrivo a caratteri cubitali: SPOILER!!!!!!) che la terza serie finirà di me**a! L’ha dichiarato Simon Baker in un’intervista, quindi io mi diverto a lasciare in sospeso chi legge, proprio per vendicarmi del brutto momento che passerò quando la terza serie finirà!! Da qui si capiscono perfettamente i gravi problemi di sanità mentale che mi accompagnano! Ma infondo siamo tutti un po’ pazzi, cambia solo il modo in cui lo manifestiamo!  Dopo questa perla di saggezza non richiesta, direi grazie come sempre alle fanciulle che mi stanno sostenendo e che recensiscono fedelmente : ) desidero tanti commenti per sentire il vostro parere :)!!
Un bacione : )
Giada
 
P.s.: volontariamente ho lasciato un semi indizio, che forse potrebbe farvi capire cosa sta combinando Jane (se lo capite avete la mente contorta quanto la mia, e vi avviso subito che non è un buon segno XD!): vi ricordate di Tom e George Doverton, vero? i baldi fratelli della puntata “Rosso rubino”? bene, l’indizio era quello..se vi ricordate che lavoro facevano : )
  
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