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Autore: Niere    16/02/2011    0 recensioni
Sofia scopre che il destino ha riservato per lei qualcosa di inaspettato: deve abbandonare la sua vita, il suo amore per proseguire il compito di sua madre, una delle streghe più potenti. Riuscirà ad accettare tutti questi cambiamenti? Forse con l'aiuto di Kevin...
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Per me tutto questo è molto importante, ma se tu fossi ritornata in Italia, la mia nomina non avrebbe colmato il vuoto che avresti lasciato.”

Rimasi pietrificata da quelle parole, dal suo sguardo carico di sentimento. Avrei tanto voluto dirgli che per me lui era importante, che stava diventando parte della mia nuova vita, ma una parte di me aveva paura. Io e Christian ci eravamo appena lasciati, non ero pronta a lasciarmi andare in una nuova storia, inoltre non mi sembrava giusto.

Presi coraggio e mentre Kevin mi teneva ancora il volto con le sue mani, dissi: “Cosa vuoi dire? Ti prego, ho bisogno di capire...”.

“Cosa c’è da capire? Pensavo che i miei gesti e le mie attenzioni fossero chiare. Sofia, io mi sto innamorando di te, ogni secondo passato al tuo fianco è un regalo meraviglioso. Lo so che sta succedendo tutto in così poco tempo, ma io voglio provare a starti vicino e non solo come una guida o come amico...”.

Abbassai lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarlo ancora negli occhi. Improvvisamente ebbi paura delle sue parole, anche se erano sincere. Forse non ero ancora pronta per amarlo, o forse già provavo qualcosa per lui. In quell’ istante mi resi conto che avevo paura solamente della mia indecisione. Lui capì dalla mia espressione che qualcosa non andava e si allontanò un po’ da me.

Rialzai lo sguardo e guardai il suo volto deluso: “Kevin, io non so cosa provo per te. Sono certa che ti voglio bene, sei il mio punto di riferimento e la persona che mi è stata più vicina in questo periodo difficile. Con te ho conosciuto parti del mio carattere che ignoravo, ho scoperto cos’ è il terrore, la sofferenza, ma ho anche capito che a volte esce una parte di me del tutto nuova, la mia parte più coraggiosa. Io ho così tante cose da imparare, devo ancora conoscere me stessa, perché non sono più la ragazzina che viveva a Roma, persa nel suo mondo. Come posso provare a conoscerti se ancora non so chi sono io? Iniziare una storia con te non mi porterebbe da nessuna parte, mi confonderebbe le idee. L’ unica cosa che conta per me in questo momento è diventare una strega forte e indipendente, tutto il resto è solo una distrazione che non posso permettermi.”. Mentre dicevo questo delle lacrime scorrevano solitarie sul mio viso, soffrivo terribilmente, ero distrutta. Desideravo con tutto il cuore amarlo, renderlo felice, essere al suo fianco, ma i problemi e la sofferenza degli ultimi giorni creavano una barriera tra noi due. Nel mondo c’erano cose più importanti dei miei sentimenti nei suoi confronti, c’era una guerra che durava decenni, c’era odio. Avrei tanto voluto che tutto questo sparisse, che ci fossimo solo lui ed io, ma tutto ciò era da egoisti, non potevo fingere di non vedere la terribile realtà che ci circondava.

Speravo che lui capisse, che il mio discorso non rovinasse il nostro rapporto, ma non fu così. Mi guardò adirato, i suoi occhi mostravano tutta la sua rabbia e rispose: “Lo sapevo, pensi sempre a te stessa. Per te non conta nient’ altro, le persone che ti circondano non hanno alcun valore. Io darei la vita per te e tu mi ripaghi in questo modo? Stai rovinando uno dei giorni più belli della mia vita, aspettavo questo momento da tanti anni e con due semplici parole l’ hai reso un inferno. Tu sei proprio come tua madre, distruggi tutto ciò che hai intorno.”.

Non erano solo le sue parole a ferirmi, era anche il suo sguardo, carico di odio e rancore. Non era più il Kevin che mi era stato accanto negli ultimi giorni, era un estraneo. Non voleva capire ciò che provavo, quanto stessi soffrendo in quel momento. La sua freddezza nei miei confronti mi fece sentire sola, per la prima volta da quando mi ero trasferita al Palazzo di Ermen. Nei primi giorni sapevo di poter contare su Marie e quando lei era morta, non mi sentivo abbandonata perchè Kevin era al mio fianco, mi aveva dato la forza per rialzarmi e sperare in un futuro migliore. Ma in quel momento ero veramente sola e mi mancava il respiro.

Dovevo allontanarmi da quegli occhi verdi e da quello sguardo crudele. Piangendo, corsi lontana da lui, non mi importava più della festa. Uscii dal salone, percorsi di fretta i corridoi deserti, sperando che nessuno mi seguisse. Andai nel giardino, l’ aria era calda, non c’ era un filo di vento. Mi incamminai verso un viale secondario e mi misi seduta su una panchina, sola con il mio dolore. In quel momento riuscivo solamente a piangere, non volevo fare altro. I singhiozzi mi toglievano il respiro, mi sentivo a pezzi. Dopo circa dieci minuti iniziai a calmarmi, mi asciugai le lacrime e mi lasciai travolgere dal silenzio del giardino. Sapevo che nessuno avrebbe notato la mia assenza almeno fino alla fine dei festeggiamenti. Nessuno mi avrebbe cercata e nessuno avrebbe interrotto quel momento. Decisi di rimanere lì ancora per un po’, avrei affrontato i miei problemi in un altro momento, magari il giorno successivo.

Ad un tratto sentii una risata cristallina, molto simile alla mia. Sentivo dei passi veloci verso la mia direzione e improvvisamente vidi una ragazza, forse più giovane di me, che correva spensierata. Dietro di lei c’era un ragazzo alto, con i capelli castani e un po’ lunghi. Il ragazzo la raggiunse e la abbracciò teneramente. In quel momento vidi il volto della ragazza: era mia madre. Mi alzai dalla panchina e urlai: “Mamma!”. Ma lei non mi sentì, nemmeno quel ragazzo. Non riuscivano a vedermi, mentre io non riuscivo a credere ai miei occhi.

I due ragazzi si guardavano intensamente e si misero seduti su una panchina vicino a quella dove fino a poco fa ero seduta. Ero incantata da tutto ciò, forse stavo sognando e non avevo intenzione di svegliarmi. Una nuova lacrima mi bagnò il viso, ero così vicina a mia madre, potevo rivedere ancora una volta il suo volto.

Il ragazzo le baciò delicatamente le labbra e le disse: “Promettimi che sarà sempre così.”

Lara lo guardò interrogativa: “A cosa ti riferisci Simon?”. Simon. Quel ragazzo era il padre di Kevin. Lo guardai in volto, per trovare delle somiglianze. L’ unica cosa in comune con il figlio erano gli occhi, dello stesso colore che mi aveva incantato.

Simon riprese a parlare: “Promettimi che non ci lasceremo mai, che un giorno mi sposerai e che passeremo tutta la vita insieme.”.

Lara sorrise dolcemente e rispose: “Lo prometto. Nulla potrà cambiare quello che provo per te, perché io ti amerò sempre. Prometto anche che un giorno ti sposerò, ma quel giorno è ancora lontano. Abbiamo solo quindici anni!”. Entrambi scoppiarono a ridere, felici di essere insieme. Sorrisi amaramente e mormorai tra me e me: “Mamma, non sai quanto ti sbagli.”.

L’ immagine si dissolse lentamente e davanti a me trovai una donna che indossava un lungo mantello nero. I suoi capelli castani scuri erano molto corti e lisci. I suoi occhi erano scuri, spenti, ma di un taglio bellissimo. Era molto magra, con il volto delicato che stonava con il suo sorriso. Si, perché quel sorriso non mi convinceva per niente.

“Sofia, finalmente ho il piacere di conoscerti.”.

Indietreggiai titubante: “Chi sei tu, e come sai il mio nome?”.

“Sono l’ unica donna che abbia amato Simon. Io sono Anne.”.

Non era possibile, non poteva essere la madre di Kevin.

  
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