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Autore: _blackapple    21/02/2011    5 recensioni
«Pensa se avessi perso veramente la memoria!» disse ad un tratto Sirius con un ghignetto, poco prima di infilarsi a letto «Avresti finalmente dato pace alla Evans. »
«Evans? » domando James con un sopracciglio alzato «E chi è la Evans?»
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo II

 
 
La mattina seguente era già cominciata con il piede sbagliato, per Lily Evans. Mentre scendeva a colazione infatti, affannata per il ritardo e per l’ansia di non aver fatto i compiti di trasfigurazione, assistette ad una scena che le fece passare tutto l’appetito.
Appoggiato ad una colonna di fianco all’ingresso, scarmigliato come sempre e con un cerotto sulla fronte, c’era James Potter, ma non era solo. Di fronte a lui stava una ragazza, di spalle, magrissima e con lunghi capelli biondi che le scendevano fin sotto il sedere.
Herika Brooke. Pensò Lily con un moto di disgusto. Non si può non notarla.
Herika era una di quelle ragazze talmente stupide che non si riesce a spiegarsi come abbiano fatto ad arrivare fin dove sono nella vita, senza mai farsi bocciare, ad esempio. O, più specificatamente, come facciano ad avere un tale successo con i ragazzi, considerato che non sono in grado di sostenere un discorso di senso compiuto. Il loro linguaggio sembra essere costituito di squittii e risatine. Certo, la stupefacente bellezza poteva forse compensare, per alcuni tipi ragazzi, una notevole mancanza di neuroni, ed evidentemente Potter era uno di quelli.
Mentre passava loro di fianco, sforzandosi di non guardarli, Lily notò con la coda dell’occhio la sua compagna di casa alzarsi sulle punte dei piedi e lasciare un bacio sulle labbra di James, prima di filare via per il corridoio con una risatina e un ondeggiamento dei capelli a ritmo con il bacino.
Vanitosa.
Stupida.
Terribilmente irritante.
 

~

 
«Meravigliosa» bofonchiò James, sputacchiando porridge da tutte le parti, mentre tentava di elogiare la sua nuova fiamma e contemporaneamente di fare colazione.
«Credevo fosse diversa, tipo oca sapete, ma è davvero timida in realtà. E’ anche piuttosto intelligente, non ti fa annoiare. Non pensavo, non ci ho mai parlato molto prima.»
«Mmmmh» rispose Sirius con un mugugno neutro. Non aveva tempo né voglia di stare a sentire James, troppo preso dallo scambiarsi effusioni con la sua ragazza.
Aveva sempre avuto un po’ di vergogna a mostrarsi tenero ed affettuoso in pubblico, ma stare con Dorcas Meadowes in qualche modo lo rendeva tranquillo e sicuro di se. L’influenza positiva che quella ragazza aveva avuto su di lui era notevole, e stupefacenti i suoi risultati.
Dolcemente le accarezzò i capelli, mentre le mormorava qualcosa all’orecchio.
«Merlino perdonali » sbuffò Remus «Ma solo perché è il loro primo anniversario. »
 
«Remus adorato » esclamò allora la ragazza, mezza divertita e mezza irritata «Ne riparleremo quando sarai tu a far venire il diabete a tutti perché ti sarai innamorato, d’accordo? E poi noi non siamo mai zuccherosi, lo sai!»
«E comunque ha anche dei bellissimi capelli. Io adoro i capelli biondi, sono meravigliosi. » concluse il suo monologo James, infilzando con aria soddisfatta il suo cucchiaio nel budino.
Remus abbassò gli occhi, dimenticandosi di rispondere a Dorcas. Quante volte aveva sentito quella frase? Però ora non erano più dei fiammanti capelli ramati ad interessare James. Assurdo. Avevano tutti dato per scontato che sarebbe stata la Evans, alla fine,  a cedere alle avances ed entrare a far parte del loro gruppo di amici in qualità di fidanzata di James. Non era nemmeno terribile l’idea: lei era una a posto. Simpatica, con la testa sulle spalle e senza quei modi civettuoli e di falsa femminilità che Remus non poteva proprio tollerare.
L’immagine di Herika Brooke si sovrappose a quella della sua amica.
No, nonostante potesse essere simpatica e sempre allegra e solare, non era Lily.
Bisognava fare qualcosa.

La sera prima, lui e Sirius avevano raccontato a Madama Pomade della perdita di memoria di James e le avevano chiesto di farlo tornare normale, perché la situazione stava cominciando a rasentare l’assurdo. La donna era rimasta in silenzio per un minuto buono, mentre riordinava le boccette di pozioni e unguenti sugli scaffaletti del suo ufficio.
«Non ho mai sentito nulla del genere. » mormorò infine «Non si può dimenticare soltanto una cosa o una persona scelta tra il mucchio. Al massimo un evento, o tutto un periodo. »
«Vedete ragazzi, il cervello è complesso, stratificato. Una persona sola può aver influito in un infinito numero di modi sulla vita di un’altra. Non è un blocco compatto, che si può tirar via, soprattutto se con questa persona ci vivi da sette anni.
In più far ritornare la memoria non è così semplice, e io non ne sono in grado. C’è una terapia sperimentale da seguire, al San Mungo. »
I due ragazzi avevano sgranato gli occhi, orripilati.
«Ci sta dicendo che non potrà farlo tornare come prima?»
«Gli si è bruciato il cervello?»
«Rimarrà così per sempre?»

«No ragazzi, calma. Non sto dicendo questo. Il suo cervello funziona benissimo, o meglio » scoccò uno sguardo divertito al ragazzo che parlava animatamente con Peter, dall’altra parte della porta a vetri del suo ufficio «Funziona come sempre, ecco. Però evidentemente nel momento in cui l’oblivion l’ha colpito, il suo cervello era concentrato su una sola idea. Ovvero pensava alla signorina Evans con la massima intensità. Il maldestro incantesimo del vostro amico non era diretto ad un ricordo specifico, così ha cancellato quel che ha trovato di prevalente in quel momento.
Quanto ai rimedi… temo che l’unica soluzione sia portarlo al San Mungo. E questo sarebbe davvero un gran pasticcio. Non escludo però che, vivendo a stretto contatto con la ragazza e vedendola tutti i giorni, la situazione possa tornare normale in modo naturale.
Soprattutto considerato che l’oblivion era sicuramente di bassissima potenza e che se, come mi dite, James provava qualcosa per la signorina Evans… I sentimenti non si cancellano ragazzi, non così facilmente.

Diamo tempo al tempo, un paio di settimane e tornare qui a dirmi com’è la situazione. »
Guardando la faccia ridente di James, Remus si chiese se non si stesse comportando in modo troppo egoistico, desiderando la Brooke fuori dal loro gruppo di amici.
Poi incontrò lo sguardo indecifrabile di Lily Evans puntato su di lui e si riscosse: no, non l’avrebbe scambiata per Herika. Non sapeva bene perché, ma temeva che l’amicizia tra i malandrini sarebbe stata messa in pericolo da chiunque non fosse Lily.   
 

~

 
 
Nel momento in cui Remus colse il suo sguardo rivolto a James, Lily si sentì avvampare. Non era abituata a farsi scoprire mentre lo fissava, o meglio: a farsi scoprire mentre lo fissava con desiderio. Le sue occhiate normalmente passavano dall’irritato all’amichevole, o persino al divertito, ma niente di più. Nell’ultimo anno si era indubbiamente avvicinata molto a James, con il quale  scambiava spesso frecciatine e battute pungenti, ma decisamente senza cattiveria o insofferenza.
Lo sapevano tutti e due e questo gioco aveva incominciato a piacerle davvero tanto. Del resto, da quando aveva rotto con Severus, si sentiva molto più libera dai pregiudizi di quanto non fosse prima e si era accorta di poter guardare il mondo in un modo diverso, non più influenzata da Piton.
Potter non era mai stato arrogante, come lei stessa l’aveva definito, tranne che con Sev, ovviamente. Più che altro era un po’ sfrontato e irriverente, ma soprattutto di un’allegria travolgente che lei non aveva saputo apprezzare solo perché era rivolta ad altro pubblico.
Non era mai riuscita a spiegarsi prima perché Potter fosse  così benvoluto da tutti, ma pian piano aveva imparato a capirlo e ad apprezzare quel ragazzo troppo buffone per passare inosservato. Se avesse dovuto descriverlo con una parola, avrebbe scelto paladino. Si faceva sempre paladino di tutti i valori Grifondoro, in un modo addirittura plateale, come a voler dimostrare che lui, la cavalleria, ce l’aveva nel sangue.
Sorrise tra se.

In quel momento l’arrivo dei gufi con la posta del mattino e la sua Gazzetta del Profeta, la distrasse dai suoi pensieri.
Pagò il gufo e srotolò il giornale, per dare un’occhiata all’articolo in prima pagina.
 
Auror del ministero: due morti ed un ferito. E’ grave. 

Una delle foto allegate le era tremendamente familiare.

            “C. Potter (46 anni, Auror della sezione Investigazioni) è stato ricoverato questa notte al San Mungo,
dopo aver riportato gravi ferite durante il suo stato di servizio. Non altrettanto fortunati sono stati Elvendork McKinnon
(32 anni, Auror entrato da poco in servizio) e Oliver Fabbers (54 anni, Capo della sezione operativa) , che sono deceduti a
causa di una Maledizione Senza Perdono.  
Lasciano, affrante, rispettivamente una moglie con due figli piccoli e una famiglia di cinque persone.
Nella notte era stata pianificata una retata ai danni di sette noti Mangiamorte, alla quale hanno partecipato il grosso delle forze
del ministero. Il luogo e l’ora dell’intervento non sono stati divulgati, ma sappiamo che non è stato effettuato alcun arresto e
nessun seguace di Colui-che-non-deve-essere-nominato è stato ferito o ucciso. 
Si pensa probabilmente ad un’imboscata, ipotesi che viene sostenuta anche dalla moglie dell’auror ferito:
«Mio marito mi aveva detto che si trattava di un’operazione molto rischiosa, perché si sarebbero dovuti muovere allo scoperto
e in balia di potenziali attacchi. Quello in cui speravano era l’effetto sorpresa.» afferma Dorea Potter, di 43 anni
«Evidentemente qualcuno deve avergli rovinato la sorpresa. »
Le sue parole hanno già alzato un polverone all’interno del ministero e si sospetta la presenza di una talpa.
L’ufficio stampa ha dichiarato che verranno presto effettuate numerose indagini interne al fine di evitare il ripetersi di tali
spiacevoli episodi.

Per approfondimenti sulle persone coinvolte, pagine 4 e 5.
Per l’articolo sulla sicurezza domestica, pagina 21.

                                                                                                                   



Lily sillabò le parole spiacevoli episodi con evidente sgomento. Si voltò di scatto verso James, che continuava a chiacchierare tranquillo con i suoi amici, chiaramente ignaro della notizia.
Poche altre teste, quelle dei ragazzi abbonati al giornale, si erano voltate nella sua direzione e un bisbiglio basso aveva percorso i tavoli.


~

 
«Professoressa! Che piacere vederla! Come sta? » esclamò James con un tono di voce insolitamente acuto, rivolgendo uno smagliante quanto ipocrita sorriso alla professoressa McGrannit che era comparsa alle sue spalle.
Sirius e Dorcas si staccarono immediatamente, affrettandosi a bere il loro succo di zucca con tutta la naturalezza possibile. Peter si ritirò sulla panca, come per paura di essere punito e Remus sussultò, non riuscendo a staccare gli occhi dal suo giornale.
«Signor Potter. » lo salutò la McGrannit con voce seria. «La pregherei di seguirmi nel mio ufficio, se ha finito la colazione. »
Una smorfia comparve sul viso del cacciatore «Qualsiasi cosa sia successa, stavolta non è colpa mia! Sono stato tutta la notte in infermeria!» Ma si stava già alzando per seguire la donna.
«Sarebbe stato meglio. Sarebbe davvero stato meglio. » commentò lei senza un briciolo di umorismo, e lo precedette fuori dalla sala.
Mentre usciva nell’atrio di pietra, James notò con la coda dell’occhio gli sguardi ostentati degli altri studenti che lo seguivano.
Ma che diavolo succede? Pensò Come se non mi avessero mai visto finire  in punizione.

«Mi sta prendendo in giro?» non avrebbe potuto fare una domanda più stupida, visto e considerato a chi la stava rivolgendo, ma il suo cervello aveva subito un momentaneo black-out.
La McGrannit parve esserne consapevole, poiché non gli rispose malamente, ma gli posò una mano sulla spalla e disse con fare comprensivo:
«Purtroppo no. » tacque un istante «Ora, se se la sente, prenderà una Passaporta che la porterà direttamente al San Mungo, lì ci sarà sua madre ad aspettarla. »
James annuì, freneticamente.

 
«Forse non dovrei essere io a dirglielo, ma… penso che andrà tutto bene. O meglio, » si corresse « penso che suo padre si riprenderà. Silente ha parlato via camino con un medico del San Mungo.
Dire che è andrà tutto bene però è … troppo, davvero troppo utopistico. » il ragazzo notò che gli occhi le si erano fatti lucidi e tacque, annuendo soltanto con la testa. Non avrebbe dovuto sentirsi così sollevato, vista la guerra, le vittime e il sangue che si respirava nell’aria, ma il sapere che suo padre non era troppo grave era stato come una boccata d’ossigeno per la sua angoscia.

La professoressa McGrannit prese un calamaio lì vicino e lo toccò delicatamente con la punta della bacchetta, aprendo la bocca per pronunciare l’incantesimo
«Aspetti! » la interruppe il ragazzo balzando in piedi. «Aspetti… Sirius. Deve venire anche lui!»
La donna lo squadrò, improvvisamente severa «Non mi sembra il caso, Signor Potter. Si tratta di una cosa strettamente famigliare.»
«Deve venire! E’ come se fosse un secondo padre per lui! La prego, non me lo perdonerebbe mai…
Lui vive da noi, da due anni, sa. »

La donna sospirò, e dieci minuti dopo erano due i ragazzi che sparivano precipitando in un turbine di luce azzurrina, strattonati all’ombelico e sballottati da ogni parte.

~

 
Lily era rimasta seduta in sala comune tutta la sera senza le sue amiche, in compagnia di Remus e Peter. Aveva voluto aspettare che James e Sirius si liberassero dagli studenti che gli si erano affollati intorno da quando i ragazzi erano rientrati al castello, per chiedere notizie sul padre di James, quasi fossero dei cronisti affamati di emozioni e di scoop.
Ogni tanto si sentiva leggermente a disagio, se ci pensava, perché lei lì non c’entrava niente. Non tra i malandrini.
Immaginava che i due ragazzi avrebbero poi voluto rimanere solo con i loro amici, senza lei a metterci il becco, eppure rimaneva lì. E aspettava. 

«Che stanchezza, gente. » esclamò Sirius lanciandosi su un divanetto di fianco a lei e passandosi una mano tra i capelli neri. «Nemmeno per la coppa di Quidditch ci tormentano così tanto! »
«’ono ati aini a eouai, ai.» sbadigliò James.
«Si lo penso anche io! Però dopo un po’… » rispose Sirius con naturalezza.
«Ehm… scusate, potreste tradurre anche per i comuni mortali?» domando Remus un po’ basito
«Ah si, ho detto che sono stati carini a preoccuparsi! » tradusse James. Poi si accorse che anche Lily era nella stanza «Oh, ciao Evans.  Anche tu qui a preoccuparti per noi? » le sorrise, smagliante. Smemorato o no, emotivamente turbato o meno, non perdeva mai l’occasione per fare lo splendido.
«Sta bene? » chiese lei, diretta, senza troppi fronzoli.
«Bene è una parola grossa. Però si riprende in fretta, infatti non abbiamo neanche avuto bisogno di rimanere con mia madre stanotte. I giornali esagerano sempre, lo sanno tutti. » il tono con cui lo disse fece chiaramente capire che era una frase che aveva ripetuto tutta la sera, fino allo sfinimento.
Sirius, senza farsi troppo notare, appoggiò una mano sulla spalla dell’amico e la strinse. James vi posò sopra la sua e si sorrisero.
Lily era un po’ imbarazzata e ora si sentiva davvero di troppo. Balzò in piedi e annunciò che andava a dormire, con lo sguardo rivolto al camino più che a qualcuno in particolare. Poi scomparve in cima alle scale del dormitorio, lasciandosi dietro l’eco dei saluti dei ragazzi.

Posò la mano sulla maniglia della porta della stanza, quando si accorse che le mancava qualcosa.
Il libro sui folletti che stava leggendo quella sera, per la precisione! Dannazione. Sbuffando, all’idea di dover tornare nella stanza, ruotò sui tacchi e scese di nuovo gradini fino ad arrivare in cima alle scale della sala comune.

«…la Evans.  » Si bloccò di colpo. Aveva colto solamente la fine della frase di Sirius, ma le bastò. Non lo fece seguendo un ragionamento, ma solo seguendo l’istinto: con un fruscio di capelli rossi si gettò in ginocchio, nascosta dalla balaustra, sperando che non l’avessero vista.
Parlavano di lei? Benissimo, aveva tutto il diritto di sapere il perché. Scese un altro paio di gradini e si mise seduta, in una posizione che le avrebbe permesso di ascoltare, ma non di essere notata.
 
 

~

 
James guardò la ragazza sparire, ammirando i riflessi che il fuoco creava sui suoi capelli. Erano quasi ipnotici, non aveva mai visto un colore così.

«Ma ragazzi… Lily è nuova qui a scuola? Non è possibile, sembra che la conosciate già tutti! … E sembra che lei conosca me.  » si sentiva un po’ confuso, come se gli stesse sfuggendo qualcosa di ovvio. Era la stessa sensazione di quando doveva capire una spiegazione e sentiva che non riusciva a farlo perché gli mancava un passaggio logico. Solo un passaggio, ma fondamentale per dare senso al resto.
I suoi amici si scambiarono uno sguardo. James non era stupido, lo sapevano bene. E già erano stupiti di essere riusciti ad evitare le domande fino a quel momento.
«Non proprio. In realtà anche tu conosci già la Evans. » rispose Sirius dopo un lungo minuto di pausa.
Il suo amico aggrottò le sopracciglia, tentando di ricordare.
«Non so, Pad, dici davvero? E’… » si morse un labbro «è una sensazione strana. Ho come l’impressione di volerle bene, pur non sapendo chi è. E’ strano. Non è strano? » chiese, ora guardando ad uno ad uno i suoi amici, decisamente insospettito dal loro comportamento. C’era qualcosa sotto.
Peter tirò un sospiro e mormorò «E’ colpa mia, James. Mi dispiace. »
«Va bene. Va bene, voi sapete cosa sta succedendo vero? » domandò, alzando le mani e rivolgendo i palmi all’insù.

Fu il turno di Remus di sospirare.
«Si, James. E’ anche inutile tentare di nascondertelo. Adesso ti raccontiamo. »

















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Ta-dan, facciamo finta che la suspence sia piacevole!
Sia Lily che James stanno finalmente per scoprire cosa diamine è successo u_u 


Ringrazio tutti per i commenti positivi sull'ultimo capitolo *__* se recensite mi farete felice! Un saluto a tutti
   
 
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