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Autore: DeaSaga    22/02/2011    2 recensioni
Occhi di ghiaccio.. inepressivi..indifferenti, o forse tristi, colpevoli. Tutto era finito..Ma la fine non è anche l'inizio? Una nuova avventura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 2
 
PASSATO,PRESENTE,FUTURO

 
Il professor Lumacorno aveva appena terminato la lezione. Aveva tentato di calmare le acque con scarso risultato. Ancora turbato dagli scontri poco prima avvenuti, reputò corretto pensare ad una soluzione che potesse in qualche modo risollevare la posizione di Draco Malfoy all’interno di Howgarts e ne parlò subito con la preside.
“Minerva tutti gli studenti hanno dei pregiudizi nei confronti di Malfoy”
“Sai benissimo che è stato Draco a salvare Harry Potter”intervenne la McGranitt
“Ed in più di un’occasione, non posso tollerare simili insulti nella mia scuola, la scuola di Silente e Piton”
“Minerva ascolta, non è necessaria una punizione, dobbiamo solo cercare di risollevare la  reputazione di Malfoy, farlo diventare un punto di riferimento,almeno per la sua casa ha delle grandi doti lo sai”
La McGranitt lo guardava con aria interrogativa. Non si era mai del tutto fidata di quell’uomo, ma Silente l’aveva fatto, e lei era totalmente devota a Silente.
“Hai qualche idea Horace?”
Lumacorno fece un cenno affermativo con il capo sorridendo
“Prefetto dei Serpeverde”.
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Mi ero accasciato sulla solita poltrona, l’unica che era rimasta sempre la stessa in guerra ed in pace, l’unica, perché forse priva di emozioni, che mi accoglieva senza chiedere un perché, senza chiedersi chi fossi, cosa volessi, senza lamentarsi.
Guardai il focolare innanzi a me. Quelle fiamme leggere, fluttuanti, ricordavano tempi passati, quando ancora schiavo del mio appartenere a qualcosa di già predestinato, manipolavo in quella stessa stanza la vita dei miei compagni, quando con aria indifferente e beffarda scendevo in Sala Comune e davanti quello stesso focolare in piena notte, ricevevo gli ordini di mio padre, per virtù di Voldemort. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia.
“Bastardo di un morto” mi scappò dalle labbra
“Anche tu eri un mezzosangue, ma con meno dignità di tutti.”
“CODARDO” urlai
“Mi hai rovinato la  vita”.
Le immagini lente dell’ultima battaglia mi tornarono alla mente. Crolli, fuoco, urla.. Lo scontro con Potter, la mia debolezza. Tirai su la manica della mia camicia e nel braccio destro ancora persisteva quella maledetta cicatrice. La prima volta che Weasley e Potter l’avevano vista, avevano subito tentano di disarmarmi. Avevano sempre avuto ragione su di me. Su mio padre. Quell’uomo talmente forte da non essere riuscito nemmeno a difendere la sua casa, la sua stessa famiglia, la sua donna.
 Lui.. Lo sfregiato.. Colui che il primo giorno del primo anno aveva rifiutato di stringermi la mano, che aveva scelto di sua volontà i Grifondoro, Weasley, la Granger, il protetto di Silente. Forse avrei dovuto odiarlo per tutte le volte che mi sono sentito umiliato, ed apparentemente l’ho fatto, ma nell’ultimo scontro..
Volevo che vincesse contro di me. In quel momento avrei preferito morire piuttosto che sopportare tutte le possibile conseguenze.
Per me la vita era sempre stata facile, già spianata, e nel momento della scelta..
“Potter, avevo scelto te, maledizione”
Mi portai le mani tra i capelli ripiegando la testa in basso.
Se non fossi stato un Malfoy forse avrei già pianto.
Se non fossi stato il Serpeverde Malfoy forse sarebbe stato più facile.
Se non fossi un Mangiamorte.. Ma lo sono veramente mai stato?

Ma il passato non si dimentica mai..
Presi la bacchetta per cercare della pergamena
“Accio pergamena”
Avevo bisogno di scrivere.
"Draco Malfoy" sentì chiamare da una voce femminile a me sconosciuta. Non avevo intenzione di essere disturbato, non in quel momento. Non mi voltai sperando che la mia indifferenza la facesse andar via, chiunque fosse.

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“Perfavore può cercarmi Draco Malfoy?”
La McGranitt non avrebbe potuto darmi compito più ingrato.
Giravo per i corridoi diretta alla Sala Comune, sperando si trovasse almeno lì.
“Buffo” pensai..
In sette anni non avevo mai parlato con Malfoy, nonostante fossimo entrambi nei Serpeverde e lui mietesse vittime tra le mie amiche,e forse, più per celebrità di riflesso che per altro, mi sarebbe piaciuto avere un minimo di rapporto con lui, gioco del destino ora che non me ne importa proprio nulla, anzi.. ora che tutti lo evitano, devo parlarci per forza.
Entrata nella Sala Comune vidi una chioma quasi bianca china sul tavolino innazi il fuoco, stava scrivendo su di una pergamena, ed un gufo impaziente aspettava guardandosi intorno. Con aria non molto gentile lo chiamai.
“Draco Malfoy”
Alzò la testa senza voltarsi, forse indispettito dal mio tono.
“La McGranitt ti vuole nel suo ufficio”
Con mio stupore non accennò segno di movimento.
“Malfoy ora” lo intimai.
Si alzò silenzioso venendomi incontro,con movimenti lenti, eleganti. Lo osservai a braccia conserte, picchiettando con il piede destro sul pavimento, impaziente. Mi superò indifferente, come se non provasse nessuna curiosità, nessuna sorpresa.  I suoi occhi ghiaccio erano vuoti, ma non incrociai i miei con i suoi. Percorse il corridoio con me, senza degnarmi di uno sguardo, senza proferir parola, senza che nessuna smorfia attraversasse il suo volto.
Ebbe accesso all’ufficio prima di me, come se non esistessi.
“Che cafone”pensai..
  
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