Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Unsub    22/02/2011    11 recensioni
Procedo con passo marziale verso l’altare, dove lo sposo mi attende. I miei occhi si spostano con studiata indifferenza sui presenti. Per lo più nobili curiosi di vedere l’ambiguo Comandante Oscar Françoise de Jarjeyes che si sposa.
E se il Generale non fosse così sprovveduto da non calcolare che la dinastia dei de Jarjayes sarebbe finita con Oscar? E se qualcuno gli suggerisse un piano alternativo? Cosa sarebbe successo se...?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
14 Eccoci, finalmente qualcosa si sta muovendo... e stavolta niente interruzioni XD

Arras, 1774


-    Perché?
Non c’era stata nessuna risposta alla sua domanda, solo le labbra morbide e calde di André sulle sue. Un unico pensiero le attraversa la mente, mentre comincia a lasciarsi andare, era più bello che nel sogno, forse perché era qualcosa di reale e non una mera fantasia notturna.
Non aveva mai pensato a come sarebbe stato il suo primo bacio, né aveva mai fantasticato sull’uomo che glielo avrebbe dato. Ora si trovava su una collina ad Arras, l’uomo accanto a lei era suo marito e la stava baciando teneramente mentre le carezzava una guancia con la mano.
Chiuse gli occhi per assaporare quelle sensazioni così nuove e scoprì che era più facile ricambiare quei gesti se non poteva vederlo. Si sentiva goffa e inesperta, non sapeva bene cosa dovesse fare né come ricambiare quel trasporto che sentiva in lui. Alla fine decise di assecondare la bocca di André e provare a ripetere quello che lui faceva.
Sentiva quelle labbra che la stavano assaporando, mentre lui la spingeva delicatamente a sdraiarsi, poi avvertì la lingua di lui passare piano sul suo labbro superiore, insistentemente fino a che lei non dischiuse le labbra. Continuò l’esplorazione all’interno della bocca e Oscar si ritrovò a ricambiare quei gesti, cercando la lingua di lui con la propria.
Avvertiva di nuovo quella strana sensazione al ventre, era piacevole e irradiava calore verso il resto del corpo. Percepiva il corpo di André poggiare leggermente sul suo e cominciò a sentire che le mancava l’aria, prima che potesse protestare in qualche modo lui cominciò a ritirarsi terminando quel bacio con un lieve sfiorarsi di labbra.
Oscar rimase sdraiata supina con gli occhi chiuse, cercando di recuperare il fiato e sentendo il cuore batterle ad un ritmo accelerato. Percepiva ancora la mano di lui ferma sulla sua guancia, mentre il pollice la carezzava delicatamente disegnando i contorni delle labbra.
Socchiuse gli occhi e l’unica cosa che vide furono due iridi verdi che la guardavano in modo strano, le pupille dilatate e una bramosia che non sapeva descrivere. Poi fu la volta di André di chiudere gli occhi e cercare di recuperare il controllo, si spostò piano verso l’alto e le posò un bacio sulla fronte, mentre le sue dita affondavano nei capelli biondi della nuca e la tiravano verso di lui.

Palazzo Jarjayes, 1752

Auguste e Marguerite erano nella stanza del vecchio generale che vegliavano, Gerardine approfittando della distrazione del personale per via della malattia del padrone si introdusse furtiva nello studio di suo padre. Sapeva che l’anziano genitore stava per morire, i dottori erano stati chiari, ma sapeva anche che suo fratello sarebbe stato un avversario molto più temibile, visto che non era ancora stato fiaccato dagli anni.
Doveva trovare qualcosa che la mettesse al riparo da future richieste, doveva liberarsi una volta per tutte dell’influenza della famiglia Jarjayes prima che fosse troppo tardi per rifarsi una parvenza di vita. In due anni aveva già dato alla luce l’erede maschio per suo marito ed ora era di nuovo gravida, ma aveva tutta l’intenzione di liberarsi il prima possibile dell’ingombro del consorte e andare a Versailles dove avrebbe potuto dimenticare il resto del mondo.
Cercava furiosamente nei vari incartamenti che padre e fratello avevano lasciati sparsi sul tavolo, neanche nella corrispondenza privata c’era qualcosa che potesse tornarle utile in futuro. Stizzita diede un calcio alla massiccia scrivania di legno intarsiato e quel colpo fece scattare un congegno che apri uno sportellino posto immediatamente sotto il piano.
Gerardine si chinò curiosa ed estrasse il contenuto di quel nascondiglio, per lo più lettere indirizzate a suo padre con il sigillo del duca d’Orleans. Ne sfogliò qualcuna distrattamente, fino a che i suoi occhi non furono catturati da alcune frasi piuttosto strane. Un sorriso cattivo le torse la bella bocca sensuale appena si rese conto di cosa in realtà avesse trovato.
-    Bene, Auguste, per il futuro prevede guai seri per te.
Nascose le lettere nelle pieghe del vestito e richiuse lo sportellino, stando attenta a far scattare la serratura. Rimise ordine sulla scrivania e poi si appresto a recitare la scena madre della figlia afflitta dal dolore della perdita. Si concesse una risata amara, odiava suo padre e suo fratello, ma bisognava mantenere le apparenze davanti alla servitù.
Si diresse a passo sicuro verso la camera dell’infermo ed entrò assumendo un’espressione contrita, prendendo posizione accanto al fratello come imposto dall’etichetta.
-    Auguste, tua moglie sembra stanca – disse con voce melliflua – Non le fa bene stancarsi in gravidanza, portala nelle sue camere. Veglierò io fino al tuo ritorno.
-    Anche tu sei incinta – fece notare con la commozione nella voce.
-    Io sono appena arrivata e poi sono ancora giovane. E’ la mia seconda gravidanza, per Marguerite è già la quinta. Non vorrai mettere a repentaglio la vita di quello che forse è il tuo sospirato erede maschio?
-    Hai ragione, la porto nei suoi appartamenti. Tu cerca di non stancarti e grazie – le strinse una mano – Ora riconosco mia sorella.
“Già, ipocrita, ora che faccio la brava sono di nuovo tua sorella. Mentre fino a pochi giorni fa ero una… beh, mio caro, la vendetta va consumata fredda”. Nonostante questi pensieri, riuscì a sorridere in modo angelico, nessuno avrebbe mai sospettato quello che si apprestava a fare.
Appena rimasta sola con il malato si avvicinò al letto e osservo il vecchio generale con occhio critico. Era cambiato molto in due anni, la prestanza fisica era sparita, così come l’alterigia nello sguardo, i medici sostenevano che fosse stato un colpo al cuore a ridurlo così. Sperò che quello che era successo prima del suo matrimonio fosse la causa della sua malattia, provava una gioia selvaggia a saperlo morire di crepacuore per quello che era accaduto.
-    Allora padre? Come vi sentite? – si chinò verso l’uomo, che ormai non riusciva più neanche a parlare – Vi vedo debole, che fine a fatto l’uomo forte che picchiava la figlia quindicenne?
L’uomo la fulminò con lo sguardo, ma si mise a sedere sul letto e continuò a parlare al suo orecchio. Voleva vederlo soffrire fino alla fine.
-    Vedete? Sto per rendervi nonno ancora una volta, non siete contento? – pensò a quale fosse la cosa che potesse ferirlo di più ed allora menti spudoratamente – Ma non preoccupatevi, non è figlio di quel debosciato di mio marito. Io e voi lo sappiamo quali sono i miei gusti, non è vero?
Si permise una risatina, mentre vedeva lo sgomento dipingersi sul volto dell’uomo che odiava.
-    Questo è figlio dello stalliere, il primo invece… lo sappiamo tutti e due di chi è figlio, vero? Sapete una cosa, il mio primogenito assomiglia sempre di più ad André. Non lo trovate divertente?
Si divertiva tormentarlo, sapeva benissimo di stare dicendo delle bugie, ma voleva che lui soffrisse come avevano sofferto lei, André, Armand e Annette. Poi sarebbe potuto marcire all’inferno per l’eternità.
-    Tutto questo per il buon nome del casato… che spreco – gli mostro un angolo delle lettere incriminanti – Queste mi saranno molto utili, chi sa che faccia faranno alla reggia quando si saprà che non è vero che sette generazioni di Jarjayes sono state fedeli al re. Vi giurò che quando avrò finito non rimarrà pietra su pietra del vostro adorato buon nome. Voi avete perso e io ho vinto.
Si tirò su e assistette alla scena del padre agonizzante che si portava una mano al petto e cercava di afferrarla con l’altra, scansò l’arto con un colpo secco e rimase lì in piedi a sentirlo rantolare. Quando tutto fu finito, fece un inchino sarcastico e si avviò verso la porta.
Avrebbe avuto vendetta, questo era tutto quello che le importava in quel momento. Auguste sarebbe stato un burattino nelle sue mani, altrimenti avrebbe portato il nome della famiglia nel fango e nello scandalo. Avevano voluto creare un mostro, ora ne avrebbero pagato le conseguenze.

Continua…
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Unsub