2 – Dame diaboliche e vampiri a corte
Ninfea Blu e Karmilla, sperano di continuare a divertirvi e
ringraziano per il vostro entusiasmo.
Buona lettura.
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L’esercito
dei vampiri era pronto e allineato.
Ora
ci voleva una strategia per muovere l’attacco allo stoccafisso che si
nascondeva a Versailles, probabilmente sotto le sottane della dama di turno.
Le
due diaboliche autrici serial killer, avevano deciso di comune accordo, di
essere in prima fila come a teatro, e di osservare tutta l’azione da vicino,
per controllare meglio i vampiri e il loro operato, e per gustarsi la dipartita
sanguinaria dell’odioso Merluzzone del Baltico.
Non
avevano lasciato nulla al caso; avevano pianificato ogni mossa, calcolato ogni
possibile reazione e pensato alle conseguenze. O almeno, era stato così nelle
intenzioni. Levati i panni di agenti dei servizi segreti, avevano deciso di
introdursi a corte.
Indossati trine e merletti e
raccolti i capelli in vistose acconciature, avevano assunto l’aspetto di due
graziose giovani dame eleganti.
Lady Vendetta, che pure aveva
trovato il travestimento divertente, si era lamentata un po’: strizzata dentro
un corsetto troppo stretto, era abituata a vestiti ben più comodi, ma la sua
amica l’aveva ripresa subito.
“Se vuoi la tua vendetta, mia
cara, allora devi sopportare un po’ di tortura.”, disse con fare da saputella,
agitando il dito indice della mano destra, mentre con la sinistra stava
cercando anche lei di allentare quel corsetto che le stava facendo salire il
seno fin sotto il mento.
“Però hai ragione, se ci
presentiamo così, mi sa che l'erotomane ci dissangua ancora prima di arrivare a
Fersen!”, disse preoccupata.
“No, tranquilla”, la rassicurò
l'amica “i nostri cavalieri non permetteranno che ci accada nulla”.
Non per niente le due si erano
scelte i cavalieri migliori.
Così entrambe si erano
rassegnate a quegli abiti ingombranti, decise a tutto pur di vedere la disfatta
totale dell’odioso nobilastro.
Le due cospiratrici folli
avevano deciso di cambiarsi anche i nomi per rendere tutto più credibile.
Kira, alias Carmilla, nome
della vampira protagonista di un racconto di Le Fanu, nel suo prezioso abito
rosso vermiglio di seta ricamata, aveva fatto il suo ingresso negli eleganti
saloni della reggia, accompagnata dal vampiro superfigo dal sangue puro, quel
Kaname Kuran dall’aspetto affascinante che, da vero stratega, le aveva aiutate
a definire i dettagli più scabrosi del piano.
Al
suo ingresso nella sala, si era sentita un po’ come madamigella Oscar la sera
del ballo con lo stocca/fesso; tutte le dame di corte si erano girate a
guardare il bellissimo sconosciuto che, col suo aspetto, in quel momento
avrebbe oscurato anche il conte nordico. Erano rimaste letteralmente fulminate
– un coro prolungato di oooohh!! di stupore si era levato nell’aere
– neanche avessero visto l’Arcangelo Gabriele scendere dai cieli, e Kira si era
sentita invidiata più di una regina. Fantastica, inebriante sensazione.
Lady Vendetta per
l’occasione, aveva scelto il nome dell’ inquietante signora che aleggiava come
una presenza fantasma – tanto per restare sul genere horror/triller - sulla
dimora di Menderly, nel bellissimo film di Alfred Hitchkock, Rebecca, la
prima moglie.
Il suo accompagnatore era
stato Edward, anche lui tirato a lucido per l’occasione come un fotomodello di
Vogue, e a detta della signora Meyer, altrettanto bello da far girare la testa.
– Anche se onestamente, mi sembra un tantino ridicolo immaginare il rosso
Pattinson in abiti settecenteschi. –
Anche Lady Vendetta, alias
Rebecca, aveva indossato il suo bel vestito elegante color avorio, ma si
chiedeva divertita, e anche lievemente impacciata, come facessero le grandame
del settecento a sopportare quell’armamento straordinario di sottane e
crinoline ingombranti.
Dietro a loro venivano gli altri
vampiri, un gruppo sparuto di uomini e donne: Shizuka con Rido, il vampiro allegro
erotomane.
Poi Yuuki, Zero e per finire la
perfida, sadica Jane, che per scherzo aveva già dato prova del suo potere a
Yuuki, torturandola un po’ con la forza della mente, ma cedendo poi, davanti al
vuoto trovato nel cervello di lei.
Certo, una compagnia così
appariscente e inconsueta di personaggi non passava inosservata, ma d’altronde
quello era il regno degli eccessi.
Adesso che erano entrati in
campo bisognava puntare l’obbiettivo senza distrarsi. - E vi sembra
possibile che un siffatto gruppo, in un luogo tanto pittoresco, non si lasci
travolgere dalla curiosità dell’ambiente? -
“Che strano modo di vestirsi
e pettinarsi: perché le donne portano piramidi, velieri in testa e strane
sculture al posto dei capelli, e gli uomini parrucchini grigi come topi? Che
moda è mai questa?” chiese uno dei vampiri, quello più allegro di tutti. “Però
mi piace...”, iniziò a sussurrare, dando libero sfogo alla sua irrefrenabile e
francamente insopportabile personalità assatanata.
“Tu non immagini i pensieri
sconci di questi viziosi. Alcuni di essi sono davvero perversi. Ce ne sarebbe
per fare una strage! Io inizierei da quella dama laggiù in fondo: è più
pervertita del marchese De Sade. È una masochista a cui piace essere presa a
scudisciate, a volte da ragazzini molto più giovani di lei.”
Commentò Edward, ridacchiando;
già gli pareva di sentire l’acquolina in bocca.
“La signora potrei accontentarla
io, se crede: saprei come farla divertire.” E un ghigno sadico di dipinse
stirandosi sulla faccia inquietante di Rido. I suoi pensieri ci restano oscuri,
ma Edward li sentiva con chiarezza e si divertiva un mondo a gettare paglia sul
fuoco. Il vampiro vegetariano pentito era talmente stufo di bersi il sangue
animale, che gli era venuta la nausea.
Sentiva nell’aria della sala
tutti quegli aromi umani, mischiati a ciprie, belletti e impiastri vari che le
persone mettevano sulla pelle - Ma che aromi! Diciamo la
verità: nel ‘700 tutti, nobili e plebei, puzzavano come caproni! Un puzzo
inimmaginabile per noi moderni! – Il profumo del sangue, accompagnato dai pensieri più vili e
immondi, scatenava il suo desiderio e lo giustificava, facendolo sentire come
un dio sterminatore. Non vedeva l’ora di succhiare qualche gola. Pregustava già
il sapore del liquido rosso che bagnava le sue labbra esangui.
“Poi ci sarebbe quell’altro
tizio con quel parruccone in testa, dall’altra parte della sala: è promesso
sposo di una ragazzina di undici anni, non ti dico cosa sta pensando di fare
con lei la prima notte. Un uomo davvero disgustoso. Non so cosa mi trattiene
dall’andare lì e… Oh, divertente. Molto divertente. Questa non me la voglio
perdere!!”
Il viscido individuo di cui
Edward aveva colto i pensieri, altri non era che quel pedofilo disgustoso del
Duca Roland De Guise, che fra l’altro aveva puntato i suoi occhi porcini sul
visino angelico, tipo dolce sorellina di Barbie, della piccola, sadica Jane. Mai
aspetto fu più ingannevole.
Sì! Vai Duca, proprio
quella giusta per uno come te!!
Rido ascoltava Edward con profondo interesse e la sua mente
cominciò a volare impazzita in strane direzioni. Si avvicinò allo strambo
vampiro di Forks e, con fare ammiccante, gli mise un braccio sulla spalla.
“Ascolta Cullen, il tuo potere di leggere nel pensiero è
davvero interessante. Mi potresti essere molto utile. Visto che sei stufo di
bere il sangue di animali puzzolenti, quando questa storia sarà finita, credo
dovremmo lavorare insieme. Potremmo fare grandi cose, tu e io. Magari aprire un
locale notturno in cui attirare fanciulle vergini di prima scelta. Ne hai mai
provata una? Mmh, creature deliziose… Perché non torni con noi in Giappone?”
Il vampiro vegetariano deglutì il suo veleno a fatica;
iniziava a sentire i morsi della fame, anzi della sete. Anni e anni di
astinenza – in ogni senso, anche in quello!! - si facevano
sentire!!
Carmilla e Rebecca si guardarono
lievemente preoccupate.
“Calma ragazzi. Il nostro
obiettivo è uno solo. Non fatevi prendere dall’eccessivo entusiasmo. Quando
questa storia sarà finita tu tornerai a Forks e tu – e Rebecca puntò il dito
con fare minaccioso contro Rido – tornerai nel tuo manga d’origine. Chiaro? E
smettila di pensare alle fanciulle vergini, che mi distrai il ragazzino!!”
“Ragazzino? Ma se ha 90 anni per
gamba!” obiettò Rido ironico.
“Non importa; in confronto a te
è sempre un ragazzino!”
Lady Vendetta, alias Rebecca, iniziava
a sudare freddo. Si stava chiedendo se il suo piano non si sarebbe rivelato un
azzardo. E se la situazione fosse sfuggita di mano a lei e Carmilla? Tra
l’altro questi vampiri giapponesi erano proprio degli assatanati. Sicuramente
non erano dei verginelli come quel rosso represso che avrebbe voluto papparsi
la Swan.
“Questi vampiri sono peggio
del merluzzo svedese, pretendono di fare quello che vogliono.”
Fu il suo ultimo commento,
espresso con tono un po’ isterico. Carmilla venne in suo aiuto.
“Edward, se ti ci metti anche tu
a stuzzicare Rido, qui non ne veniamo più fuori! Su, ragazzi, canini nelle
gengive, lingua in bocca e cervello puntato solo ed esclusivamente
all'obiettivo!”, lo rimproverò Carmilla.
“Al momento non ho ancora
sentito i pensieri di questo terribile Conte di Fersen. Dove sta?” chiese
Cullen curioso.
“Non ne sentirai molti; è
uno che non pensa.” Fu il commento sarcastico di Carmilla.
Kaname, che aveva seguito tutta
la scena con nobiliare distacco, mise fine ai battibecchi facendo notare ai compagni
l'ingresso in sala di Shizuka e Yuuki.
Shizuka, bella come una dea,
comportamento fiero ed elegante, avanzava lungo la sala trascinando con grazia
fuori dal comune il suo bellissimo abito viola (in sostanza, se la stava
tirando che di più non si può), non curante del fatto che Victor de Girodelle
la stava osservando come un pellegrino guarda la Madonna di Lourdes.
La vampira si fermò,
sentendo lo sguardo di fuoco dell'uomo su di sé e lo invitò ad avvicinarsi,
cosa che lui fece, non staccandole gli occhi di dosso.
Tutta la corte era in attesa di
quello che oggi si chiamerebbe un outing, ma al contrario, cioè
dell'inconfutabile prova che il tenente capellone è in realtà maschio fino al
midollo, quando il sogno si infranse bruscamente alla domanda: “Scusate... chi
è il vostro coiffeur?”
La donna lo guardò divertita e
gli sussurrò un delicato ma eloquente: “Venite con me, che ve lo faccio
conoscere...”
Il terrore si impadronì di
Rebecca e Carmilla, che sguinzagliarono Zero al seguito della Vampira, mentre
si accorsero che il Merluzzone aveva puntato Yuuki e le si stava avvicinando
con il suo solito fare da marpione.
“Buonasera, Mademoiselle.”, le
disse. Bella battuta, davvero un saluto originale... complimenti,
merluzzo!
“Buonasera...”, rispose lei, leggermente
imbarazzata, non sapendo se inchinarsi o mostrare il collo, nel caso anche il
Conte volesse fare una bevutina.
“Ma che occhi grandi che avete!”
, constatò con sorpresa lo stoccafisso. Che gran spirito d’osservazione,
eh? Capirai, la Hino le ha disegnato due occhi che al confronto Bambi sembra
una talpa!!!
“È per guardarvi meglio!”,
rispose lei, sveglia tanto quanto lui. - No, non è la favola di
Cappuccetto Rosso, e Yuuki non è il lupo cattivo! - Probabilmente la risposta
geniale era frutto di un attacco di fame del criceto...
Il Merluzzone, gonfio come un pavone per quella che credeva
una risposta dettata da un amore a prima vista, invitò la fanciulla a seguirlo
in terrazza, ignaro dei bei pezzi di vampiro che lo stavano seguendo in
compagnia delle due diaboliche autrici.
“Yuuki non ce la farà mai; è
troppo buona. Invece di fargli la festa potrebbe cercare di salvarlo…” Sospirò
Carmilla sconfortata.
“No, aspetta. Guarda là: forse
andrà bene…”
In effetti lo stocca/fesso
sembrava davvero interessato a Yuuki.
“Sapete, mademoiselle, vi trovo
particolarmente bella, e anche fuori dal comune, per un luogo come questo”.
Nooo, incredibile!!! Il
Merluzzo si è accorto di qualcosa, evvai! E' un evento raro, è riuscito a
formulare un pensiero sensato!
“Sì, in effetti sono straniera e
questa è la mia prima sera a corte”.
Vai, Yuuki! Mostrati una
donzella in difficoltà, un po' timida e impacciata - tanto la cosa non dovrebbe
riuscirti difficile - e fai capitolare il Conte.
“Capisco. Vi sentirete un po'
fuori posto, immagino. Sapete, capita spesso anche a me...” e chissà come
mai...
Dopodiché il conte cominciò con
uno dei suoi soliti, melensi e altamente noiosi racconti di quanto triste fosse
la sua situazione di esule, in terra straniera, innamorato della Regina e di
conseguenza vittima di ironie e prese in giro senza fine.
Mentre Rebecca e Carmilla si
stavano quasi addormentando per la noia mortale, Jane stava andando a torturare
la Contessa di Polignac e Rido aveva
messo gli occhi su uno strano soldato biondo, comandante delle Guardie Reali,
che stava attraversando la sala in quel preciso istante; al suo occhio non era
sfuggito un dettaglio importante – vi state chiedendo quale? No, non sono
le medaglie sul petto! – insomma, per la serie basta che respirino,
aveva capito subito che si trattava di una donna.
Si avvicinò a Rebecca e chiese notizie su quella strana
femmina in uniforme. – Per giunta vergine! Cosa ancora più allettante. -
“Cara Rebecca, mi sembra un po' annoiata...
che ne dici se vado a tirarle un po' su il morale?”, chiese con un ghigno
malefico.
La “dolce” Rebecca fulminò il
vampiro erotomane - e pure marpione – con un’occhiata assassina, prima di
sibilare stizzita.
“No! Lei no! Nella maniera più
assoluta! Scordati di averla vista. Anzi, quella donna in particolare, non deve
neppure accorgersi della vostra presenza. E lei per voi non deve esistere, e se
non mi dai retta, giuro che ti faccio fare un bagno nell’acqua santa! È chiaro,
vampirone daltonico? Non fa per te.”
Tutto, ma a Rebecca non dovevano
toccare Oscar. Meno che mai, Andrè; per fortuna Mister G. non pareva essere nei
paraggi. Era sperabile che non venisse notato da una di quelle vampire assatanate.
– Ma dov’è andato Zero! Ma non
doveva controllarli? - stava
pensando lievemente esasperata. Il pensiero divenne voce spaventata e
leggermente preoccupata...
“Ehm, Carmilla... non
sarebbe il caso che Zero tornasse qui? Rido ha puntato Oscar, Jane si sta
dirigendo verso la Contessa di Polignac e poco più avanti ci sono sia il Duca
di Germaine che il Duca de Guise... prevedo guai”.
“Non preoccupatevi,
ragazze”, intervenne Kaname, “Rido lo sistemo io, e in quanto alla piccola
Jane, non è ancora in grado di usare i canini, è troppo piccola, quindi non
temete”.
“Ti assicuro, bel tenebroso, che i canini li sa usare eccome!
E onestamente, non sono quelli a preoccuparmi…”, fu la risposta pronta di Rebecca.
Kaname scosse la testa scettico, poi puntò deciso verso Rido.
“Sì, è vero”, continuò
Edward, “e sinceramente sento così tanti pensieri malvagi in quei tre che non
me la sento di togliere a Jane questo divertimento...”
Rebecca e Carmilla si
guardarono, pensando che Edward avesse ragione. Decisero di ignorare ciò che si
apprestava a capitare dietro di loro, sperando solo che Jane non si facesse
notare troppo; poi, tornarono ad osservare il Merluzzo e la Bella Addormentata,
mentre Kaname tornava soddisfatto dopo aver sistemato Rido.
“Kaname, cosa gli hai detto?”,
chiese Rebecca.
“Oh, nulla, gli ho solo
ricordato che dobbiamo tornare nel nostro manga perché deve venire ucciso da
Zero e Yuuki...”
“Però, bel programmino...”, gli
rispose Rebecca, un po' perplessa.
Nel frattempo una frase gettò il
gruppo diabolico nel panico!
“Oh, Conte, mi ero fatta un'idea
completamente sbagliata su vi voi!” No! Vi prego, ditemi che non si è
messo in moto il criceto!!!
“Sapete, vi avevo preso per un
pavone, un uomo borioso e pieno di sé, un pallone gonfiato dotato di un ego
spropositato”
Si! È proprio così,
Yuuki! Fermate il criceto, fermate il criceto!!!
“E invece siete un uomo
sensibile e romantico. Sapete, cercherò di aiutarvi come posso...”
Ecco, il disastro era fatto. Il
fronte Kuran stava annaspando, la battaglia sembrava persa. Carmilla lanciò a
Kaname uno sguardo truce, dopodiché lo aggredì.
“E adesso, che si fa? Quella
tonta di tua sorella si è fatta abbindolare!”
E lui, con la sua solita grazia
e il suo elegantissimo distacco, uscì con una della sue frasi celebri.
“Era già tutto deciso, sapevo
che sarebbe andata così...”
A queste parole, Carmilla
esplose.
“E no! E no! E basta, caro
Kaname, non se ne può più!!! Sei più ermetico di un Tupperware, ed è più facile
capire le Centurie di Nostradamus che i tuoi discorsi! Se davvero sai sempre
tutto, perché non ci illumini? Perché non ci spieghi il motivo per cui quella
cerebrolesa di tua sorella rovina sempre tutti e vuole salvare il mondo! Ma il
mondo ci salvi da lei, piuttosto!”
“Non puoi capire, Yuuki è troppo
buona, ha un cuore enorme...” disse il bel tenebroso, così tenebroso che il suo
cervello in quel momento vagava in un buco nero.
“No, non ha un cuore enorme, ha
una giugulare a carica continua, sempre pronta per tutti! E tu che continui ad
aspettarla. Ma dico: ti sei mai visto? Sei patetico! La Hino dice che sei un
pervertito, secondo lei a confronto con te, il Kamasutra è il Manuale delle
Giovani Marmotte, e tu che fai? Stai lì a guardare tua sorella con l'aria da Trottolino
amoroso dudu-dadada. E basta! Tu sei uno che dovrebbe far ululare alla luna, e
invece aspetti la giugulare di quella patata lessa. Ma sai quante sarebbero
pronte a dartela? (La giugulare, non pensate male, maliziosette!)
Ormai non se ne può più! Guarda
che casino ha combinato! Dovevamo fare la festa al Conte e invece lei è passata
dalla sua parte, vorrai ben dirle qualcosa adesso, o no? Starai lì come al
solito, con la faccia da Topo Gigio?”
Kaname guardava Carmilla con
aria perplessa e non rispondeva, sopraffatto dalle emozioni e tramortito da una
perfetta sconosciuta che gliele stava cantando come mai nessuno aveva fatto
durante la sua lunghissima, e quando dico lunghissima intendo circa diecimila
anni, vita da immortale.
“Kaname, ti avverto: se prendi
ancora una volta le difese di Yuuki, ti porto ai Caraibi e ti lascio incenerire
al sole! Ahhh, non vi sopporto, tu e Zero, sempre a struggervi e a triturarci i
nervi in attesa di scoprire a chi la darà Yuuki!” (Sempre la giugulare...)
Dopodiché Carmilla se ne
andò, dicendo che andava a cercare Shizuka, sperando che almeno lei potesse
rendersi utile davvero, e lasciò da solo Kaname, che si mise a riflettere sulla
luna e i suoi possibili significati.
Nel tragitto incontrò la sua
amica Rebecca che era corsa a cercarla, dopo la sfuriata con Kaname, e Carmilla
la supplicò di intervenire, perché la situazione sembrava disperata.
“Calmati cara. Fai un respiro
profondo. Forse è arrivata la nostra salvezza. Guarda là…”
Rebecca le indicò qualcuno in
direzione dell’ingresso. E fu in quel momento che un personaggio inatteso entrò
nella sala, mischiandosi con gli altri ospiti di quella sera. Una donna
statuaria camminava lentamente in mezzo alla folla degli invitati, guardandosi
attorno con occhiate languide, agitando dolcemente il suo finissimo ventaglio
di pizzo nero, ed era davvero troppo bella per essere una comune mortale – e
quanto a tirarsela, faceva a gara con Shizuka; - i suoi occhi vermigli
tradivano la sua natura. Pelle d’alabastro e capelli mogano che scappavano
dall’acconciatura in morbidi riccioli sul collo, aggraziata ed affascinante,
avanzava con incedere sinuoso nel suo abito blu notte decisamente scollato,
ricamato e decorato con pizzi e merletti più chiari; attirò l’attenzione di
tutti, uomini e vampiri. L’ allegro erotomane stava già facendo pensieri sconci
su di lei, Edward lo sentiva benissimo.
“Chi è quella?” chiese
Carmilla completamente colta di sorpresa.
“Quella è Haidi.” Le rispose
Rebecca con tranquillità.
“No. Dai, non può essere vero!
Quella Haidi????” continuò Carmilla sempre più esterrefatta.
“Ma no! Che hai capito!? Non
stiamo parlando di una dolce pastorella che vive sui monti con le caprette, ma
di una vampira ammaliatrice, spietata e seducente; si comporta come una specie
di rana pescatrice, ma molto molto più sensuale di una rana… anzi, di un
pesce.”
“Oh, sì. Certo… Non mi avevi
parlato di lei. Perché l’hai chiamata?”
“Perché insieme a Shizuka è un
esca perfetta per merluzzone! Ho pensato a lei all’ultimo momento: il problema
è che è quasi indispensabile per i Volturi. Non volevano lasciarla andare. Ho
convinto Aro e gli altri due psicopatici dei suoi fratelli, dicendo che c’era
un umano che aveva scoperto il loro segreto, e quindi andava eliminato.
Volevano prestarmi due delle loro guardie, due segugi altrettanto psicopatici,
Felix – Miaoo!! No, non è un gatto come voi potreste pensare!! -
e Demetri… Brrr… mi mettono i brividi solo a nominarli. Non ti dico la fatica
per convincerli che sarebbero stati superflui e avrebbero dato un po’ troppo
nell’occhio. Solo allora hanno accettato di separarsi dalla loro cacciatrice
preferita.”
“Sei diabolica.”
“Lo temo anch’io, altrimenti non
avrei mai ordito questa congiura.”
Improvvisamente Rebecca e
Carmilla furono interrotte da un urlo disumano. - Merluzzone siberiano è
stato accoppato! - Esclamarono
eccitate all’unisono. Restarono deluse, - come voi, vero? – e
spaventate, quando intuirono che non era stato lui ad urlare.
Il Merluzzo Bavoso era ancora
vivo e vegeto, e stava facendo il cascamorto in mezzo a uno stuolo di
cortigiane che gli ronzavano attorno come api attirate da un fiore
profumatissimo. A quel punto, le due dame scrittrici/serial killer,
impallidirono quasi quanto i vampiri, temendo il peggio. Che era successo?
Qualcun’altro era stato morso? Le urla provenivano da una delle altre terrazze.
Rebecca e Carmilla si misero a
correre sollevando leggermente le vaporose sottane, in direzione delle urla e
quando arrivarono sul luogo del delitto, capirono immediatamente cosa era
successo. Trovarono Edward che si stava sbellicando dalle risate, mentre
assisteva ad una scena piuttosto comica e grottesca. Il vizioso Duca Roland de
Guise, aveva tentato un approccio con Jane.
L’aveva seguita per tutta la
serata completamente rapito, eccitato dal suo aspetto fresco e acerbo,
ingannato dalle sue sembianze angeliche; impaziente, aveva cercato di baciarle
la mano, e lei per tutta risposta, quando il duca aveva tentato di afferrarle
la manina affusolata, con l’ aria più candida e innocente, e con tutta la sua
forza di vampira, prima gliel’ aveva stritolata in una morsa che gli aveva
spezzato tutte le ossa delle falangi, del carpo e del metacarpo; poi era
passata alla tortura mentale e gli aveva procurato un bruciore allucinante alle
sue parti basse. Il viscido nobilastro debosciato, adesso strillava come un
porco marchiato da un ferro incandescente, e si contorceva in preda al dolore
sul pavimento, sotto gli occhi di alcuni testimoni inorriditi che non capivano
cosa fosse accaduto.
Le due dame diaboliche restarono
qualche attimo indecise, e segretamente divertite dalla scena che si svolgeva
sotto i loro occhi. Poi, Rebecca, a dire il vero controvoglia, fermò la
vampirella sadica.
“Basta Jane! Cattiva! Cattiva
vampira!!” Le disse agitandole il dito contro a mo’ di rimprovero, bonario,
però.
“E tu Edward, smettila di ridere come un deficiente! Non
siete qui per divertirvi, ma per lavorare. Mentre voi passate la serata a
seviziare duchi e contesse di turno, il vostro, e nostro vero bersaglio
continua a sfuggirvi. Un po’ di concentrazione, diamine!!”
Edward con una faccia da schiaffi inverosimile, rispose
semiserio.
“Ma io veramente pensavo che quello fosse il Conte di Fersen;
oltre a pensieri turpi, aveva anche l’aspetto da merluzzo!”
“Ma vuoi prendermi in giro?? Non fare lo spiritoso! Guarda
che ho qualche anno più di te, giovanotto! Se non la pianti di fare il
gradasso, ti rispedisco a Forks col primo treno!” Strillò Rebecca irritata
all’eccesso.
“Ne dubito fortemente. Ti ricordi che siamo nel ‘700? I treni
non li hanno ancora inventati. E comunque, il più vecchio sono io.” Commentò
Edward sardonico, prima di dileguarsi come il vento.
Il duca pedofilo era scappato di
corsa attraverso sale e corridoi, per andare a gettarsi in una delle fontane
del parco, convinto che i suoi paesi bassi andassero a fuoco, mentre il dolore
in verità, era solo nella sua mente.
“Perché lo hai
fatto?” chiese Carmilla alla piccola sadica, lontano da orecchie indiscrete.
“Perché Edward mi ha rivelato
cosa il signor duca pensava di poter fare liberamente con me.” Rispose
Jane molto educatamente, con un candore quasi disarmante.
Rebecca era rimasta assorta, guardava la vampira e le
sembrava di avere davanti la sorella ideale di Mercoledì della famiglia Addams;
attese che Jane puntasse la sua attenzione altrove, poi confessò all’amica un
suo pensiero.
“Detto tra noi, Carmilla:
questo è quello che farei io, ai maniaci sessuali e agli stupratori.”
“Capisco. Intendi fare lo stesso
servizietto a Merluzzone nostro?”
“Non tentarmi; lui non è uno
stupratore, però… potremmo concedergli una morte rapida e indolore. In fondo,
non sono così cattiva… ci sarebbero altri personaggi che meriterebbero le cure
di Jane e degli altri nostri amici della notte… De Germaine, D’Orleans?”
“Oh,
beh… Lasciane qualcuno per un’ altra storia, su. Non esagerare. Ti stai
facendo prendere la mano, non ti è bastata quella del Duca? Andiamo a cercare
Haidi e Shizuka, che è meglio.”
Detto questo, Carmilla cominciò
a vagare per i corridoi di Versailles in cerca di Shizuka e possibilmente anche
di Zero, che sembrava scomparso nel nulla.
La sua attesa fu breve e si
concluse quando sentì la voce di Girodelle e Shizuka provenire da una stanza al
primo piano.
“Conte, vedrete che non ve ne
pentirete... affidatevi con tranquillità alle mani sapienti del mio
acconciatore personale...”, disse Shizuka con voce languida, soffusa, leggera
come una ninna nanna.
Carmilla alzò gli occhi al
cielo, chiedendosi perché fosse venuto mai in mente a lei e a Rebecca di
chiamare i vampiri di Vampire Knight, così decise di entrare nella stanza per
interrompere sul nascere quello che avrebbe potuto essere il dissanguamento del
tenente capellone, ma ciò che vide la fece restare a bocca aperta.
Seduto su di una poltrona, con
un enorme telo a coprire il suo abito, con Shizuka vicino a reggere lo
specchio, sedeva Girodelle, tutto intento ad ascoltare le parole di... Zero???
No! Non è Zero... aiuto, ci vedo doppio! E' identico a Zero, però ha degli
atteggiamenti più... più... diversi... direi... gay! Oh Santo Cielo, è Ichiru,
il gemello di Zero! - Ma chi lo ha invitato?? -
“Ecco qui, Conte, con un po' di
lozione, questi bigodini e una buona piega, sarete splendido, ve lo assicuro”,
diceva il ragazzo, novello Diego Dalla Palma, mentre tutto gongolante affondava
le mani nei capelli di Girodelle e le muoveva ad una velocità tale da fare
invidia ad Edward Mani di Forbice.
Carmilla seguì la scena basita,
senza parole, finché si accorse della presenza di Zero, che silenzioso e
pensieroso - e con un nome simile, chi non lo sarebbe? - guardava
perplesso il gemello, chiedendosi come avesse fatto a non accorgersi prima del
suo talento.
“Zero! Cosa fai qui? Sotto sta
succedendo un delirio! Jane che tortura a destra e a manca, Rido che ha il
testosterone a livelli mai visti negli esseri umani, Edward che ha scoperto la
bellezza della malvagità e Kaname che guarda il tutto senza muovere ciglio. Ah,
ovviamente Yuuki si è fatta fregare dal Merluzzo...”
Alla parola “Yuuki”, l'hunter
scattò in piedi, correndo di sotto e pronunciando frasi senza senso, tipo la
mia Yuuki, devo salvarla, Kuran tieni giù le mani.... Come al solito, non
aveva capito nulla!
“Shizuka!”, si rivolse poi alla
vampira “Ora basta! Liberate Girodelle e tu torna al tuo lavoro. Haidi è già
nella sala, stiamo aspettando te, muoviti!”
“No, non vengo”, disse lei
“voglio stare qui e vedere cosa farà Ichiru.”
“Machissenefrega di Ichiru!!!”,
esclamò Carmilla, ormai isterica, “Vai sotto e non discutere, altrimenti ti
mando qui Kaname!”
“Oh, il piccolo Kuran...”,
esclamò lei, più svampita che mai.
Piccolo Kuran? Piccolo? Ma se è alto
un metro e novanta!!! Ah, forse piccolo di età rispetto a lei... mah, chissà.
“Si, proprio lui, quel piccolo
Kuran che poi ti strapperà il cuore dal petto, ma con molta classe e dolcezza -
d'altra parte un principe è principe anche quando uccide -, non temere... o
forse preferisci che ti mandi su il tuo fidanzatino super eccitato?”
“No... va bene... scendo...
uffà, che noia, però...”
Carmilla l'avrebbe volentieri
strangolata, non fosse per il fatto che non l'avrebbe comunque uccisa e c'era
ancora Fersen da sistemare.
Rebecca, tutta trafelata, aveva
nel frattempo raggiunto l'amica per annunciare che lo stocca/fesso, come da
copione, aveva già notato Haidi e questa si apprestava ad iniziare il suo gioco
perverso.
Mentre le due seguivano Shizuka,
sentirono la voce di Girodelle che tesseva le lodi all'abilità di Ichiru e questi
che rispondeva così: “Che dite se rimango in Francia? Potrei rimanere qui a
Versailles, mi farei chiamare Iscirù, le coiffeiur de le palais...”
E Shizuka che gli urlava un
educatissimo: “Scordatelo! Sei il mio giocattolo, non quello di altri...”
Indubbiamente, la vampira gnocca
aveva le idee chiare...
Lasciato il tenente capellone alle cure affettuose del gemello
di Zero, finalmente le due dame ferine con Shizuka raggiunsero il grande salone
e notarono come Haidi avesse catturato tutta l’attenzione dello svedese che,
con la velocità del lampo, si era già scordato di ogni altra dama attorno a
lui. Haidi, naturalmente, sapeva giocare molto bene le sue carte. E il conte
finì nella rete della conturbante pescatrice, come ogni bravo merluzzo che si
rispetti, ovvio.
Carmilla e Rebecca si avvicinarono ma non abbastanza da udire
con chiarezza la conversazione tra Fersen e la Vampira, ma colsero la strategia
di conquista operata da quest’ultima.
“Dunque siete italiana… ma il vostro nome non fa pensare ad
origini italiane…”
“Sono di origini tedesche… ma vi assicuro che nel profondo
sono legatissima all’Italia. Anche voi siete straniero in terra straniera…
abbiamo qualcosa in comune. Dovremmo poterci consolare a vicenda, non credete?”
La vampira lo seduceva col tono sensuale della sua voce dal
timbro melodioso, quel canto di sirena che attirava le sue vittime nella tana.
“Con voi, sarebbe ben altro che una consolazione, mia cara. –
alluse, prima di continuare a provarci spudoratamente. - Pensavo all’ Italia,
un paese fantastico che conosco davvero bene, una terra ospitale… profumata…
calda…”, disse il conte con fare malizioso, bisbigliando vicino all’orecchio
della vampira, che già si stava eccitando col profumo del suo sangue.
“Allora, dovete conoscere Volterra… ci siete mai stato? Una
cittadina piena di tesori, vi potrei fare da chaperon…”
-
Haidi, piantala di perdere tempo! Non devi fargli da
guida turistica…- sibilò
Rebecca nervosa - …devi attirarlo nell’alcova! – aggiunse Carmilla
all’indirizzo della vampira, che sicuramente le sentì e proseguì col tono più
svampito e suadente.
“Lì, ci sono tutti i miei amici; Alec, Demetri, Renata,
Marcus… piacereste tanto anche a loro; sono gente ospitale, non immaginate
quanto… aprirebbero la loro dimora e vi accoglierebbero al loro banchetto…”
“Ci sarebbe da bere dell’ottimo vino italiano…”
“Il nettare più squisito e dissetante…”, rispose Haidi con
gli occhi che luccicavano di bramosia.
E il gran marpione, che capiva tutta un’altra cosa, pensava
di essere cacciatore e invece era preda; neppure sospettava quello che Haidi
stava realmente immaginando e d'altronde, come avrebbe potuto? Il suo unico
neurone era già impegnato in altri pensieri... - Pensieri... bhè, diciamo che
ci stava provando.
“E voi, mia bellissima Haidi, sareste altrettanto calda e
ospitale? Mi accogliereste tra le vostre braccia?”
Che fascino, eh? Chissà dove vuole andare a parare…
“Oh, sì… e non vi lascerei più andare. Voi mi piacete, conte.
Mi piacete davvero tanto… Volete scoprire quanto sono calda, conte? Vi
sorprenderei, credo… ma sarebbe più interessante sentire quanto brucia il
vostro sangue… quanto s’infiamma… non vedo l’ora…”
Haidi era passata decisamente alle maniere forti. Merluzzone
non aveva più scampo. E prima che potesse proporre una qualsiasi iniziativa,
Haidi notò Shizuka avanzare languida verso di loro, spinta in avanti dalle due
orchestratici che dirigevano quella giostra.
“Ma prima, voglio presentarvi una mia carissima amica, che
credo saprete apprezzare; sicuramente lei apprezzerà voi.”
Quando Fersen si trovò dinnanzi alla splendida creatura
dall’abito viola, pensò che fosse troppa grazia. Due in un colpo solo.
- Ti accorgerai tardi che non è grazia, marpione! –
Shizuka si avvicinò al conte con aria da vera provocatrice e,
sorridendo in un modo che avrebbe sciolto gli icebergs del polo Nord, si
rivolse ad Haidi senza smettere di puntare sul merluzzo il suo sguardo più
seducente.
“Cara, posso unirmi alla vostra deliziosa compagnia? Da sola,
mi annoio a morte… magari in tre ci divertiamo…”
Il conte venuto dal freddo, che non doveva chiedere mai, ma
che rompeva i marroni sempre, si lasciò andare al pensiero che Versailles
ultimamente brulicava di gente bizzarra, ma davvero attraente.
Dunque, perché non approfittarne?
Fersen gongolava, accompagnandosi compiaciuto e orgoglioso al
braccio di due donzelle tanto avvenenti che chiaramente, si erano mostrate
bendisposte e disponibili a una sana notte di sesso e passione travolgente.
- Il triangolo no! Non lo aveva considerato, - ma in
fondo, a lui, uomo di mondo, piaceva fare nuove esperienze,
- Vedrai merluzzo bavoso! Questa sarà indimenticabile! -
esplorare nuovi territori sconosciuti.
Come si dice, tanto va la gatta al lardo…
A proposito di Edward: dove si
era cacciato?
Nessuno aveva fatto caso a lui,
nel momento in cui si era allontanato, sottraendosi al controllo di Rebecca e
Carmilla; muovendosi rapido e invisibile, aveva seguito il duca pedofilo,
annusando la scia bestiale di pensieri innominabili, che proveniva da quella
mente depravata.
Intanto, nel salone delle feste di Versailles, facendo lo
slalom tra dame e gentiluomini, due eteree fanciulle concupivano l’odiosissimo
svedesone imbalsamato per trascinarlo in camera da letto, e lì, fargli un altro
tipo di festa; - Lui era il festeggiato, ma i vampiri gli invitati al
dessert! –
Rebecca e Carmilla, autrici/pazzoidi della congiura,
terribili come le furie mitologiche, da un angolo della sala si godevano la
scena del baccalà irretito e insidiato, pregustando forse un po’ troppo presto
la vittoria.
Mentre Haidi e Shizuka agivano indisturbate, all’esterno
della reggia, lontano dal vero campo di battaglia cadeva la prima vittima.
Nessuno lo sapeva ancora; nascosta nel buio della notte che confondeva le
sagome scure degli alberi, un’ombra sinistra troppo veloce per essere vista,
piombava rapace sullo schifoso, putrido, ma succulento Duca de Guise; il
vampiro giustiziere solitario, in perenne astinenza da sangue umano, star dei
films sulla saga di Twilight nonché idolo delle teenagers di mezzo mondo, aveva
definitivamente dato un bel calcio alla dieta vegetariana.
Continua…
Siete sopravissute fin qui?
Coraggio, il prossimo capitolo sarà l’ultimo, poi i vampiri
torneranno a casa.
Ancora grazie e seguiteci fino alla fine della festa, se vi va, e
non siete impressionabili.
Come al solito; fans di Fersen evitate di leggere.
Le folli autrici serial killer.