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Autore: Ninfea Blu    22/02/2011    11 recensioni
Storia scritta a 4 mani da Ninfea Blu e Karmilla. Per la precisione è un cross-over tra Lady Oscar, Vampire Knight e Twilight, ferocemente satirico ai danni di un personaggio. Due diaboliche autrici si incontrano per ordire un piano: vogliono portare un folto gruppo di vampiri sanguinari a Versailles per colpire qualcuno... e distruggerlo. Ci riusciranno?
Genere: Commedia, Parodia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Axel von Fersen
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 – Dame diaboliche e vampiri a corte

2 – Dame diaboliche e vampiri a corte

 

 

 

Ninfea Blu e Karmilla, sperano di continuare a divertirvi e ringraziano per il vostro entusiasmo.

Buona lettura.

 

****

 

L’esercito dei vampiri era pronto e allineato.

Ora ci voleva una strategia per muovere l’attacco allo stoccafisso che si nascondeva a Versailles, probabilmente sotto le sottane della dama di turno.

Le due diaboliche autrici serial killer, avevano deciso di comune accordo, di essere in prima fila come a teatro, e di osservare tutta l’azione da vicino, per controllare meglio i vampiri e il loro operato, e per gustarsi la dipartita sanguinaria dell’odioso Merluzzone del Baltico.

Non avevano lasciato nulla al caso; avevano pianificato ogni mossa, calcolato ogni possibile reazione e pensato alle conseguenze. O almeno, era stato così nelle intenzioni. Levati i panni di agenti dei servizi segreti, avevano deciso di introdursi a corte.

Indossati trine e merletti e raccolti i capelli in vistose acconciature, avevano assunto l’aspetto di due graziose giovani dame eleganti.

Lady Vendetta, che pure aveva trovato il travestimento divertente, si era lamentata un po’: strizzata dentro un corsetto troppo stretto, era abituata a vestiti ben più comodi, ma la sua amica l’aveva ripresa subito.

“Se vuoi la tua vendetta, mia cara, allora devi sopportare un po’ di tortura.”, disse con fare da saputella, agitando il dito indice della mano destra, mentre con la sinistra stava cercando anche lei di allentare quel corsetto che le stava facendo salire il seno fin sotto il mento.

“Però hai ragione, se ci presentiamo così, mi sa che l'erotomane ci dissangua ancora prima di arrivare a Fersen!”,  disse preoccupata.

“No, tranquilla”, la rassicurò l'amica “i nostri cavalieri non permetteranno che ci accada nulla”.

Non per niente le due si erano scelte i cavalieri migliori.

Così entrambe si erano rassegnate a quegli abiti ingombranti, decise a tutto pur di vedere la disfatta totale dell’odioso nobilastro.

Le due cospiratrici folli avevano deciso di cambiarsi anche i nomi per rendere tutto più credibile.

Kira, alias Carmilla, nome della vampira protagonista di un racconto di Le Fanu, nel suo prezioso abito rosso vermiglio di seta ricamata, aveva fatto il suo ingresso negli eleganti saloni della reggia, accompagnata dal vampiro superfigo dal sangue puro, quel Kaname Kuran dall’aspetto affascinante che, da vero stratega, le aveva aiutate a definire i dettagli più scabrosi del piano.

Al suo ingresso nella sala, si era sentita un po’ come madamigella Oscar la sera del ballo con lo stocca/fesso; tutte le dame di corte si erano girate a guardare il bellissimo sconosciuto che, col suo aspetto, in quel momento avrebbe oscurato anche il conte nordico. Erano rimaste letteralmente fulminate – un coro prolungato di oooohh!! di stupore si era levato nell’aere – neanche avessero visto l’Arcangelo Gabriele scendere dai cieli, e Kira si era sentita invidiata più di una regina. Fantastica, inebriante sensazione.

Lady Vendetta per l’occasione, aveva scelto il nome dell’ inquietante signora che aleggiava come una presenza fantasma – tanto per restare sul genere horror/triller - sulla dimora di Menderly, nel bellissimo film di Alfred Hitchkock, Rebecca, la prima moglie.

Il suo accompagnatore era stato Edward, anche lui tirato a lucido per l’occasione come un fotomodello di Vogue, e a detta della signora Meyer, altrettanto bello da far girare la testa. – Anche se onestamente, mi sembra un tantino ridicolo immaginare il rosso Pattinson in abiti settecenteschi. –

Anche Lady Vendetta, alias Rebecca, aveva indossato il suo bel vestito elegante color avorio, ma si chiedeva divertita, e anche lievemente impacciata, come facessero le grandame del settecento a sopportare quell’armamento straordinario di sottane e crinoline ingombranti.

Dietro a loro venivano gli altri vampiri, un gruppo sparuto di uomini e donne: Shizuka con Rido, il vampiro allegro erotomane.

Poi Yuuki, Zero e per finire la perfida, sadica Jane, che per scherzo aveva già dato prova del suo potere a Yuuki, torturandola un po’ con la forza della mente, ma cedendo poi, davanti al vuoto trovato nel cervello di lei.

Certo, una compagnia così appariscente e inconsueta di personaggi non passava inosservata, ma d’altronde quello era il regno degli eccessi.

Adesso che erano entrati in campo bisognava puntare l’obbiettivo senza distrarsi. - E vi sembra possibile che un siffatto gruppo, in un luogo tanto pittoresco, non si lasci travolgere dalla curiosità dell’ambiente? -

“Che strano modo di vestirsi e pettinarsi: perché le donne portano piramidi, velieri in testa e strane sculture al posto dei capelli, e gli uomini parrucchini grigi come topi? Che moda è mai questa?” chiese uno dei vampiri, quello più allegro di tutti. “Però mi piace...”, iniziò a sussurrare, dando libero sfogo alla sua irrefrenabile e francamente insopportabile personalità assatanata. 

“Tu non immagini i pensieri sconci di questi viziosi. Alcuni di essi sono davvero perversi. Ce ne sarebbe per fare una strage! Io inizierei da quella dama laggiù in fondo: è più pervertita del marchese De Sade. È una masochista a cui piace essere presa a scudisciate, a volte da ragazzini molto più giovani di lei.”

Commentò Edward, ridacchiando; già gli pareva di sentire l’acquolina in bocca.

“La signora potrei accontentarla io, se crede: saprei come farla divertire.” E un ghigno sadico di dipinse stirandosi sulla faccia inquietante di Rido. I suoi pensieri ci restano oscuri, ma Edward li sentiva con chiarezza e si divertiva un mondo a gettare paglia sul fuoco. Il vampiro vegetariano pentito era talmente stufo di bersi il sangue animale, che gli era venuta la nausea.

Sentiva nell’aria della sala tutti quegli aromi umani, mischiati a ciprie, belletti e impiastri vari che le persone mettevano sulla pelle - Ma che aromi! Diciamo la verità: nel ‘700 tutti, nobili e plebei, puzzavano come caproni! Un puzzo inimmaginabile per noi moderni!  – Il profumo del sangue, accompagnato dai pensieri più vili e immondi, scatenava il suo desiderio e lo giustificava, facendolo sentire come un dio sterminatore. Non vedeva l’ora di succhiare qualche gola. Pregustava già il sapore del liquido rosso che bagnava le sue labbra esangui.

“Poi ci sarebbe quell’altro tizio con quel parruccone in testa, dall’altra parte della sala: è promesso sposo di una ragazzina di undici anni, non ti dico cosa sta pensando di fare con lei la prima notte. Un uomo davvero disgustoso. Non so cosa mi trattiene dall’andare lì e… Oh, divertente. Molto divertente. Questa non me la voglio perdere!!”

Il viscido individuo di cui Edward aveva colto i pensieri, altri non era che quel pedofilo disgustoso del Duca Roland De Guise, che fra l’altro aveva puntato i suoi occhi porcini sul visino angelico, tipo dolce sorellina di Barbie, della piccola, sadica Jane. Mai aspetto fu più ingannevole.

Sì! Vai Duca, proprio quella giusta per uno come te!!

Rido ascoltava Edward con profondo interesse e la sua mente cominciò a volare impazzita in strane direzioni. Si avvicinò allo strambo vampiro di Forks e, con fare ammiccante, gli mise un braccio sulla spalla.

“Ascolta Cullen, il tuo potere di leggere nel pensiero è davvero interessante. Mi potresti essere molto utile. Visto che sei stufo di bere il sangue di animali puzzolenti, quando questa storia sarà finita, credo dovremmo lavorare insieme. Potremmo fare grandi cose, tu e io. Magari aprire un locale notturno in cui attirare fanciulle vergini di prima scelta. Ne hai mai provata una? Mmh, creature deliziose… Perché non torni con noi in Giappone?”

Il vampiro vegetariano deglutì il suo veleno a fatica; iniziava a sentire i morsi della fame, anzi della sete. Anni e anni di astinenza – in ogni senso, anche in quello!! - si facevano sentire!!

Carmilla e Rebecca si guardarono lievemente preoccupate.

“Calma ragazzi. Il nostro obiettivo è uno solo. Non fatevi prendere dall’eccessivo entusiasmo. Quando questa storia sarà finita tu tornerai a Forks e tu – e Rebecca puntò il dito con fare minaccioso contro Rido – tornerai nel tuo manga d’origine. Chiaro? E smettila di pensare alle fanciulle vergini, che mi distrai il ragazzino!!” 

“Ragazzino? Ma se ha 90 anni per gamba!” obiettò Rido ironico.

“Non importa; in confronto a te è sempre un ragazzino!”

Lady Vendetta, alias Rebecca, iniziava a sudare freddo. Si stava chiedendo se il suo piano non si sarebbe rivelato un azzardo. E se la situazione fosse sfuggita di mano a lei e Carmilla? Tra l’altro questi vampiri giapponesi erano proprio degli assatanati. Sicuramente non erano dei verginelli come quel rosso represso che avrebbe voluto papparsi la Swan.

“Questi vampiri sono peggio del merluzzo svedese, pretendono di fare quello che vogliono.”

Fu il suo ultimo commento, espresso con tono un po’ isterico. Carmilla venne in suo aiuto.

“Edward, se ti ci metti anche tu a stuzzicare Rido, qui non ne veniamo più fuori! Su, ragazzi, canini nelle gengive, lingua in bocca e cervello puntato solo ed esclusivamente all'obiettivo!”, lo rimproverò Carmilla.

“Al momento non ho ancora sentito i pensieri di questo terribile Conte di Fersen. Dove sta?” chiese Cullen curioso.

“Non ne sentirai molti; è uno che non pensa.” Fu il commento sarcastico di Carmilla.

Kaname, che aveva seguito tutta la scena con nobiliare distacco, mise fine ai battibecchi facendo notare ai compagni l'ingresso in sala di Shizuka e Yuuki.

 

Shizuka, bella come una dea, comportamento fiero ed elegante, avanzava lungo la sala trascinando con grazia fuori dal comune il suo bellissimo abito viola (in sostanza, se la stava tirando che di più non si può), non curante del fatto che Victor de Girodelle la stava osservando come un pellegrino guarda la Madonna di Lourdes.

La vampira si fermò, sentendo lo sguardo di fuoco dell'uomo su di sé e lo invitò ad avvicinarsi, cosa che lui fece, non staccandole gli occhi di dosso.

Tutta la corte era in attesa di quello che oggi si chiamerebbe un outing, ma al contrario, cioè dell'inconfutabile prova che il tenente capellone è in realtà maschio fino al midollo, quando il sogno si infranse bruscamente alla domanda: “Scusate... chi è il vostro coiffeur?”

La donna lo guardò divertita e gli sussurrò un delicato ma eloquente: “Venite con me, che ve lo faccio conoscere...”

Il terrore si impadronì di Rebecca e Carmilla, che sguinzagliarono Zero al seguito della Vampira, mentre si accorsero che il Merluzzone aveva puntato Yuuki e le si stava avvicinando con il suo solito fare da marpione.

“Buonasera, Mademoiselle.”, le disse. Bella battuta, davvero un saluto originale... complimenti, merluzzo!

“Buonasera...”, rispose lei, leggermente imbarazzata, non sapendo se inchinarsi o mostrare il collo, nel caso anche il Conte volesse fare una bevutina.

“Ma che occhi grandi che avete!” , constatò con sorpresa lo stoccafisso. Che gran spirito d’osservazione, eh? Capirai, la Hino le ha disegnato due occhi che al confronto Bambi sembra una talpa!!!

“È per guardarvi meglio!”, rispose lei, sveglia tanto quanto lui. - No, non è la favola di Cappuccetto Rosso, e Yuuki non è il lupo cattivo! - Probabilmente la risposta geniale era frutto di un attacco di fame del criceto...

Il Merluzzone, gonfio come un pavone per quella che credeva una risposta dettata da un amore a prima vista, invitò la fanciulla a seguirlo in terrazza, ignaro dei bei pezzi di vampiro che lo stavano seguendo in compagnia delle due diaboliche autrici.

“Yuuki non ce la farà mai; è troppo buona. Invece di fargli la festa potrebbe cercare di salvarlo…” Sospirò Carmilla sconfortata.

“No, aspetta. Guarda là: forse andrà bene…”

In effetti lo stocca/fesso sembrava davvero interessato a Yuuki.

“Sapete, mademoiselle, vi trovo particolarmente bella, e anche fuori dal comune, per un luogo come questo”.

Nooo, incredibile!!! Il Merluzzo si è accorto di qualcosa, evvai! E' un evento raro, è riuscito a formulare un pensiero sensato!

“Sì, in effetti sono straniera e questa è la mia prima sera a corte”.

Vai, Yuuki! Mostrati una donzella in difficoltà, un po' timida e impacciata - tanto la cosa non dovrebbe riuscirti difficile - e fai capitolare il Conte.

“Capisco. Vi sentirete un po' fuori posto, immagino. Sapete, capita spesso anche a me...” e chissà come mai...

Dopodiché il conte cominciò con uno dei suoi soliti, melensi e altamente noiosi racconti di quanto triste fosse la sua situazione di esule, in terra straniera, innamorato della Regina e di conseguenza vittima di ironie e prese in giro senza fine.

Mentre Rebecca e Carmilla si stavano quasi addormentando per la noia mortale, Jane stava andando a torturare la Contessa di Polignac  e Rido aveva messo gli occhi su uno strano soldato biondo, comandante delle Guardie Reali, che stava attraversando la sala in quel preciso istante; al suo occhio non era sfuggito un dettaglio importante – vi state chiedendo quale? No, non sono le medaglie sul petto! – insomma, per la serie basta che respirino, aveva capito subito che si trattava di una donna.

Si avvicinò a Rebecca e chiese notizie su quella strana femmina in uniforme. – Per giunta vergine! Cosa ancora più allettante. -

“Cara Rebecca, mi sembra un po' annoiata... che ne dici se vado a tirarle un po' su il morale?”, chiese con un ghigno malefico.

La “dolce” Rebecca fulminò il vampiro erotomane - e pure marpione – con un’occhiata assassina, prima di sibilare stizzita.

“No! Lei no! Nella maniera più assoluta! Scordati di averla vista. Anzi, quella donna in particolare, non deve neppure accorgersi della vostra presenza. E lei per voi non deve esistere, e se non mi dai retta, giuro che ti faccio fare un bagno nell’acqua santa! È chiaro, vampirone daltonico? Non fa per te.”

Tutto, ma a Rebecca non dovevano toccare Oscar. Meno che mai, Andrè; per fortuna Mister G. non pareva essere nei paraggi. Era sperabile che non venisse notato da una di quelle vampire assatanate. –  Ma dov’è andato Zero! Ma non doveva controllarli? -  stava pensando lievemente esasperata. Il pensiero divenne voce spaventata e leggermente preoccupata...

“Ehm, Carmilla... non sarebbe il caso che Zero tornasse qui? Rido ha puntato Oscar, Jane si sta dirigendo verso la Contessa di Polignac e poco più avanti ci sono sia il Duca di Germaine che il Duca de Guise... prevedo guai”.

“Non preoccupatevi, ragazze”, intervenne Kaname, “Rido lo sistemo io, e in quanto alla piccola Jane, non è ancora in grado di usare i canini, è troppo piccola, quindi non temete”.

“Ti assicuro, bel tenebroso, che i canini li sa usare eccome! E onestamente, non sono quelli a preoccuparmi…”, fu la risposta pronta di Rebecca. Kaname scosse la testa scettico, poi puntò deciso verso Rido.

“Sì, è vero”, continuò Edward, “e sinceramente sento così tanti pensieri malvagi in quei tre che non me la sento di togliere a Jane questo divertimento...”

Rebecca e Carmilla si guardarono, pensando che Edward avesse ragione. Decisero di ignorare ciò che si apprestava a capitare dietro di loro, sperando solo che Jane non si facesse notare troppo; poi, tornarono ad osservare il Merluzzo e la Bella Addormentata, mentre Kaname tornava soddisfatto dopo aver sistemato Rido.

“Kaname, cosa gli hai detto?”, chiese Rebecca.

“Oh, nulla, gli ho solo ricordato che dobbiamo tornare nel nostro manga perché deve venire ucciso da Zero e Yuuki...”

“Però, bel programmino...”, gli rispose Rebecca, un po' perplessa.

Nel frattempo una frase gettò il gruppo diabolico nel panico!

“Oh, Conte, mi ero fatta un'idea completamente sbagliata su vi voi!” No! Vi prego, ditemi che non si è messo in moto il criceto!!!

“Sapete, vi avevo preso per un pavone, un uomo borioso e pieno di sé, un pallone gonfiato dotato di un ego spropositato”

Si! È proprio così, Yuuki! Fermate il criceto, fermate il criceto!!!

“E invece siete un uomo sensibile e romantico. Sapete, cercherò di aiutarvi come posso...”

Ecco, il disastro era fatto. Il fronte Kuran stava annaspando, la battaglia sembrava persa. Carmilla lanciò a Kaname uno sguardo truce, dopodiché lo aggredì.

“E adesso, che si fa? Quella tonta di tua sorella si è fatta abbindolare!”

E lui, con la sua solita grazia e il suo elegantissimo distacco, uscì con una della sue frasi celebri.

“Era già tutto deciso, sapevo che sarebbe andata così...”

A queste parole, Carmilla esplose.

“E no! E no! E basta, caro Kaname, non se ne può più!!! Sei più ermetico di un Tupperware, ed è più facile capire le Centurie di Nostradamus che i tuoi discorsi! Se davvero sai sempre tutto, perché non ci illumini? Perché non ci spieghi il motivo per cui quella cerebrolesa di tua sorella rovina sempre tutti e vuole salvare il mondo! Ma il mondo ci salvi da lei, piuttosto!”

“Non puoi capire, Yuuki è troppo buona, ha un cuore enorme...” disse il bel tenebroso, così tenebroso che il suo cervello in quel momento vagava in un buco nero.

“No, non ha un cuore enorme, ha una giugulare a carica continua, sempre pronta per tutti! E tu che continui ad aspettarla. Ma dico: ti sei mai visto? Sei patetico! La Hino dice che sei un pervertito, secondo lei a confronto con te, il Kamasutra è il Manuale delle Giovani Marmotte, e tu che fai? Stai lì a guardare tua sorella con l'aria da Trottolino amoroso dudu-dadada. E basta! Tu sei uno che dovrebbe far ululare alla luna, e invece aspetti la giugulare di quella patata lessa. Ma sai quante sarebbero pronte a dartela? (La giugulare, non pensate male, maliziosette!)

Ormai non se ne può più! Guarda che casino ha combinato! Dovevamo fare la festa al Conte e invece lei è passata dalla sua parte, vorrai ben dirle qualcosa adesso, o no? Starai lì come al solito, con la faccia da Topo Gigio?”

Kaname guardava Carmilla con aria perplessa e non rispondeva, sopraffatto dalle emozioni e tramortito da una perfetta sconosciuta che gliele stava cantando come mai nessuno aveva fatto durante la sua lunghissima, e quando dico lunghissima intendo circa diecimila anni, vita da immortale.

“Kaname, ti avverto: se prendi ancora una volta le difese di Yuuki, ti porto ai Caraibi e ti lascio incenerire al sole! Ahhh, non vi sopporto, tu e Zero, sempre a struggervi e a triturarci i nervi in attesa di scoprire a chi la darà Yuuki!” (Sempre la giugulare...)

Dopodiché Carmilla se ne andò, dicendo che andava a cercare Shizuka, sperando che almeno lei potesse rendersi utile davvero, e lasciò da solo Kaname, che si mise a riflettere sulla luna e i suoi possibili significati.

Nel tragitto incontrò la sua amica Rebecca che era corsa a cercarla, dopo la sfuriata con Kaname, e Carmilla la supplicò di intervenire, perché la situazione sembrava disperata.

“Calmati cara. Fai un respiro profondo. Forse è arrivata la nostra salvezza. Guarda là…”

Rebecca le indicò qualcuno in direzione dell’ingresso. E fu in quel momento che un personaggio inatteso entrò nella sala, mischiandosi con gli altri ospiti di quella sera. Una donna statuaria camminava lentamente in mezzo alla folla degli invitati, guardandosi attorno con occhiate languide, agitando dolcemente il suo finissimo ventaglio di pizzo nero, ed era davvero troppo bella per essere una comune mortale – e quanto a tirarsela, faceva a gara con Shizuka; - i suoi occhi vermigli tradivano la sua natura. Pelle d’alabastro e capelli mogano che scappavano dall’acconciatura in morbidi riccioli sul collo, aggraziata ed affascinante, avanzava con incedere sinuoso nel suo abito blu notte decisamente scollato, ricamato e decorato con pizzi e merletti più chiari; attirò l’attenzione di tutti, uomini e vampiri. L’ allegro erotomane stava già facendo pensieri sconci su di lei, Edward lo sentiva benissimo.

“Chi è quella?” chiese Carmilla completamente colta di sorpresa.

“Quella è Haidi.” Le rispose Rebecca con tranquillità.

“No. Dai, non può essere vero! Quella Haidi????” continuò Carmilla sempre più esterrefatta.

“Ma no! Che hai capito!? Non stiamo parlando di una dolce pastorella che vive sui monti con le caprette, ma di una vampira ammaliatrice, spietata e seducente; si comporta come una specie di rana pescatrice, ma molto molto più sensuale di una rana… anzi, di un pesce.”

“Oh, sì. Certo… Non mi avevi parlato di lei. Perché l’hai chiamata?”

“Perché insieme a Shizuka è un esca perfetta per merluzzone! Ho pensato a lei all’ultimo momento: il problema è che è quasi indispensabile per i Volturi. Non volevano lasciarla andare. Ho convinto Aro e gli altri due psicopatici dei suoi fratelli, dicendo che c’era un umano che aveva scoperto il loro segreto, e quindi andava eliminato. Volevano prestarmi due delle loro guardie, due segugi altrettanto psicopatici, Felix – Miaoo!! No, non è un gatto come voi potreste pensare!! - e Demetri… Brrr… mi mettono i brividi solo a nominarli. Non ti dico la fatica per convincerli che sarebbero stati superflui e avrebbero dato un po’ troppo nell’occhio. Solo allora hanno accettato di separarsi dalla loro cacciatrice preferita.”

“Sei diabolica.”

“Lo temo anch’io, altrimenti non avrei mai ordito questa congiura.”

Improvvisamente Rebecca e Carmilla furono interrotte da un urlo disumano. - Merluzzone siberiano è stato accoppato!  - Esclamarono eccitate all’unisono. Restarono deluse, - come voi, vero? – e spaventate, quando intuirono che non era stato lui ad urlare.

Il Merluzzo Bavoso era ancora vivo e vegeto, e stava facendo il cascamorto in mezzo a uno stuolo di cortigiane che gli ronzavano attorno come api attirate da un fiore profumatissimo. A quel punto, le due dame scrittrici/serial killer, impallidirono quasi quanto i vampiri, temendo il peggio. Che era successo? Qualcun’altro era stato morso? Le urla provenivano da una delle altre terrazze.

Rebecca e Carmilla si misero a correre sollevando leggermente le vaporose sottane, in direzione delle urla e quando arrivarono sul luogo del delitto, capirono immediatamente cosa era successo. Trovarono Edward che si stava sbellicando dalle risate, mentre assisteva ad una scena piuttosto comica e grottesca. Il vizioso Duca Roland de Guise, aveva tentato un approccio con Jane.

L’aveva seguita per tutta la serata completamente rapito, eccitato dal suo aspetto fresco e acerbo, ingannato dalle sue sembianze angeliche; impaziente, aveva cercato di baciarle la mano, e lei per tutta risposta, quando il duca aveva tentato di afferrarle la manina affusolata, con l’ aria più candida e innocente, e con tutta la sua forza di vampira, prima gliel’ aveva stritolata in una morsa che gli aveva spezzato tutte le ossa delle falangi, del carpo e del metacarpo; poi era passata alla tortura mentale e gli aveva procurato un bruciore allucinante alle sue parti basse. Il viscido nobilastro debosciato, adesso strillava come un porco marchiato da un ferro incandescente, e si contorceva in preda al dolore sul pavimento, sotto gli occhi di alcuni testimoni inorriditi che non capivano cosa fosse accaduto.

Le due dame diaboliche restarono qualche attimo indecise, e segretamente divertite dalla scena che si svolgeva sotto i loro occhi. Poi, Rebecca, a dire il vero controvoglia, fermò la vampirella sadica.

“Basta Jane! Cattiva! Cattiva vampira!!” Le disse agitandole il dito contro a mo’ di rimprovero, bonario, però.

“E tu Edward, smettila di ridere come un deficiente! Non siete qui per divertirvi, ma per lavorare. Mentre voi passate la serata a seviziare duchi e contesse di turno, il vostro, e nostro vero bersaglio continua a sfuggirvi. Un po’ di concentrazione, diamine!!”

Edward con una faccia da schiaffi inverosimile, rispose semiserio.

“Ma io veramente pensavo che quello fosse il Conte di Fersen; oltre a pensieri turpi, aveva anche l’aspetto da merluzzo!”

“Ma vuoi prendermi in giro?? Non fare lo spiritoso! Guarda che ho qualche anno più di te, giovanotto! Se non la pianti di fare il gradasso, ti rispedisco a Forks col primo treno!” Strillò Rebecca irritata all’eccesso.

“Ne dubito fortemente. Ti ricordi che siamo nel ‘700? I treni non li hanno ancora inventati. E comunque, il più vecchio sono io.” Commentò Edward sardonico, prima di dileguarsi come il vento.

Il duca pedofilo era scappato di corsa attraverso sale e corridoi, per andare a gettarsi in una delle fontane del parco, convinto che i suoi paesi bassi andassero a fuoco, mentre il dolore in verità, era solo nella sua mente.

“Perché  lo hai fatto?” chiese Carmilla alla piccola sadica, lontano da orecchie indiscrete.

“Perché Edward mi ha rivelato cosa il signor duca pensava di poter fare liberamente con me.” Rispose Jane molto educatamente, con un candore quasi disarmante.

Rebecca era rimasta assorta, guardava la vampira e le sembrava di avere davanti la sorella ideale di Mercoledì della famiglia Addams; attese che Jane puntasse la sua attenzione altrove, poi confessò all’amica un suo pensiero.

“Detto tra noi, Carmilla: questo è quello che farei io, ai maniaci sessuali e agli stupratori.”

“Capisco. Intendi fare lo stesso servizietto a Merluzzone nostro?”

“Non tentarmi; lui non è uno stupratore, però… potremmo concedergli una morte rapida e indolore. In fondo, non sono così cattiva… ci sarebbero altri personaggi che meriterebbero le cure di Jane e degli altri nostri amici della notte… De Germaine, D’Orleans?”

“Oh, beh… Lasciane qualcuno per un’ altra storia, su. Non esagerare. Ti stai facendo prendere la mano, non ti è bastata quella del Duca? Andiamo a cercare Haidi e Shizuka, che è meglio.”

 

Detto questo, Carmilla cominciò a vagare per i corridoi di Versailles in cerca di Shizuka e possibilmente anche di Zero, che sembrava scomparso nel nulla.

La sua attesa fu breve e si concluse quando sentì la voce di Girodelle e Shizuka provenire da una stanza al primo piano.

“Conte, vedrete che non ve ne pentirete... affidatevi con tranquillità alle mani sapienti del mio acconciatore personale...”, disse Shizuka con voce languida, soffusa, leggera come una ninna nanna.

Carmilla alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché fosse venuto mai in mente a lei e a Rebecca di chiamare i vampiri di Vampire Knight, così decise di entrare nella stanza per interrompere sul nascere quello che avrebbe potuto essere il dissanguamento del tenente capellone, ma ciò che vide la fece restare a bocca aperta.

Seduto su di una poltrona, con un enorme telo a coprire il suo abito, con Shizuka vicino a reggere lo specchio, sedeva Girodelle, tutto intento ad ascoltare le parole di... Zero??? No! Non è Zero... aiuto, ci vedo doppio! E' identico a Zero, però ha degli atteggiamenti più... più... diversi... direi... gay! Oh Santo Cielo, è Ichiru, il gemello di Zero! - Ma chi lo ha invitato?? -

“Ecco qui, Conte, con un po' di lozione, questi bigodini e una buona piega, sarete splendido, ve lo assicuro”, diceva il ragazzo, novello Diego Dalla Palma, mentre tutto gongolante affondava le mani nei capelli di Girodelle e le muoveva ad una velocità tale da fare invidia ad Edward Mani di Forbice.

 

Carmilla seguì la scena basita, senza parole, finché si accorse della presenza di Zero, che silenzioso e pensieroso - e con un nome simile, chi non lo sarebbe? - guardava perplesso il gemello, chiedendosi come avesse fatto a non accorgersi prima del suo talento.

“Zero! Cosa fai qui? Sotto sta succedendo un delirio! Jane che tortura a destra e a manca, Rido che ha il testosterone a livelli mai visti negli esseri umani, Edward che ha scoperto la bellezza della malvagità e Kaname che guarda il tutto senza muovere ciglio. Ah, ovviamente Yuuki si è fatta fregare dal Merluzzo...”

Alla parola “Yuuki”, l'hunter scattò in piedi, correndo di sotto e pronunciando frasi senza senso, tipo la mia Yuuki, devo salvarla, Kuran tieni giù le mani.... Come al solito, non aveva capito nulla!

“Shizuka!”, si rivolse poi alla vampira “Ora basta! Liberate Girodelle e tu torna al tuo lavoro. Haidi è già nella sala, stiamo aspettando te, muoviti!”

“No, non vengo”, disse lei “voglio stare qui e vedere cosa farà Ichiru.”

“Machissenefrega di Ichiru!!!”, esclamò Carmilla, ormai isterica, “Vai sotto e non discutere, altrimenti ti mando qui Kaname!”

“Oh, il piccolo Kuran...”, esclamò lei, più svampita che mai.

Piccolo Kuran? Piccolo? Ma se è alto un metro e novanta!!! Ah, forse piccolo di età rispetto a lei... mah, chissà.

“Si, proprio lui, quel piccolo Kuran che poi ti strapperà il cuore dal petto, ma con molta classe e dolcezza - d'altra parte un principe è principe anche quando uccide -, non temere... o forse preferisci che ti mandi su il tuo fidanzatino super eccitato?”

“No... va bene... scendo... uffà, che noia, però...”

Carmilla l'avrebbe volentieri strangolata, non fosse per il fatto che non l'avrebbe comunque uccisa e c'era ancora Fersen da sistemare.

Rebecca, tutta trafelata, aveva nel frattempo raggiunto l'amica per annunciare che lo stocca/fesso, come da copione, aveva già notato Haidi e questa si apprestava ad iniziare il suo gioco perverso.

Mentre le due seguivano Shizuka, sentirono la voce di Girodelle che tesseva le lodi all'abilità di Ichiru e questi che rispondeva così: “Che dite se rimango in Francia? Potrei rimanere qui a Versailles, mi farei chiamare Iscirù, le coiffeiur de le palais...”

E Shizuka che gli urlava un educatissimo: “Scordatelo! Sei il mio giocattolo, non quello di altri...”

Indubbiamente, la vampira gnocca aveva le idee chiare...

 

Lasciato il tenente capellone alle cure affettuose del gemello di Zero, finalmente le due dame ferine con Shizuka raggiunsero il grande salone e notarono come Haidi avesse catturato tutta l’attenzione dello svedese che, con la velocità del lampo, si era già scordato di ogni altra dama attorno a lui. Haidi, naturalmente, sapeva giocare molto bene le sue carte. E il conte finì nella rete della conturbante pescatrice, come ogni bravo merluzzo che si rispetti, ovvio.

Carmilla e Rebecca si avvicinarono ma non abbastanza da udire con chiarezza la conversazione tra Fersen e la Vampira, ma colsero la strategia di conquista operata da quest’ultima.

“Dunque siete italiana… ma il vostro nome non fa pensare ad origini italiane…”

“Sono di origini tedesche… ma vi assicuro che nel profondo sono legatissima all’Italia. Anche voi siete straniero in terra straniera… abbiamo qualcosa in comune. Dovremmo poterci consolare a vicenda, non credete?”

La vampira lo seduceva col tono sensuale della sua voce dal timbro melodioso, quel canto di sirena che attirava le sue vittime nella tana.

“Con voi, sarebbe ben altro che una consolazione, mia cara. – alluse, prima di continuare a provarci spudoratamente. - Pensavo all’ Italia, un paese fantastico che conosco davvero bene, una terra ospitale… profumata… calda…”, disse il conte con fare malizioso, bisbigliando vicino all’orecchio della vampira, che già si stava eccitando col profumo del suo sangue.

“Allora, dovete conoscere Volterra… ci siete mai stato? Una cittadina piena di tesori, vi potrei fare da chaperon…”

-              Haidi, piantala di perdere tempo! Non devi fargli da guida turistica…-  sibilò Rebecca nervosa - …devi attirarlo nell’alcova! – aggiunse Carmilla all’indirizzo della vampira, che sicuramente le sentì e proseguì col tono più svampito e suadente.

“Lì, ci sono tutti i miei amici; Alec, Demetri, Renata, Marcus… piacereste tanto anche a loro; sono gente ospitale, non immaginate quanto… aprirebbero la loro dimora e vi accoglierebbero al loro banchetto…”

“Ci sarebbe da bere dell’ottimo vino italiano…”

“Il nettare più squisito e dissetante…”, rispose Haidi con gli occhi che luccicavano di bramosia.

E il gran marpione, che capiva tutta un’altra cosa, pensava di essere cacciatore e invece era preda; neppure sospettava quello che Haidi stava realmente immaginando e d'altronde, come avrebbe potuto? Il suo unico neurone era già impegnato in altri pensieri... - Pensieri... bhè, diciamo che ci stava provando.

 

“E voi, mia bellissima Haidi, sareste altrettanto calda e ospitale? Mi accogliereste tra le vostre braccia?” 

Che fascino, eh? Chissà dove vuole andare a parare…

“Oh, sì… e non vi lascerei più andare. Voi mi piacete, conte. Mi piacete davvero tanto… Volete scoprire quanto sono calda, conte? Vi sorprenderei, credo… ma sarebbe più interessante sentire quanto brucia il vostro sangue… quanto s’infiamma… non vedo l’ora…”

Haidi era passata decisamente alle maniere forti. Merluzzone non aveva più scampo. E prima che potesse proporre una qualsiasi iniziativa, Haidi notò Shizuka avanzare languida verso di loro, spinta in avanti dalle due orchestratici che dirigevano quella giostra.

“Ma prima, voglio presentarvi una mia carissima amica, che credo saprete apprezzare; sicuramente lei apprezzerà voi.”

Quando Fersen si trovò dinnanzi alla splendida creatura dall’abito viola, pensò che fosse troppa grazia. Due in un colpo solo.

- Ti accorgerai tardi che non è grazia, marpione! –

Shizuka si avvicinò al conte con aria da vera provocatrice e, sorridendo in un modo che avrebbe sciolto gli icebergs del polo Nord, si rivolse ad Haidi senza smettere di puntare sul merluzzo il suo sguardo più seducente.

“Cara, posso unirmi alla vostra deliziosa compagnia? Da sola, mi annoio a morte… magari in tre ci divertiamo…”

Il conte venuto dal freddo, che non doveva chiedere mai, ma che rompeva i marroni sempre, si lasciò andare al pensiero che Versailles ultimamente brulicava di gente bizzarra, ma davvero attraente.

Dunque, perché non approfittarne? 

Fersen gongolava, accompagnandosi compiaciuto e orgoglioso al braccio di due donzelle tanto avvenenti che chiaramente, si erano mostrate bendisposte e disponibili a una sana notte di sesso e passione travolgente.

- Il triangolo no! Non lo aveva considerato, - ma in fondo, a lui, uomo di mondo, piaceva fare nuove esperienze,

- Vedrai merluzzo bavoso! Questa sarà indimenticabile! - esplorare nuovi territori sconosciuti.

Come si dice, tanto va la gatta al lardo…

 

 

A proposito di Edward: dove si era cacciato?

Nessuno aveva fatto caso a lui, nel momento in cui si era allontanato, sottraendosi al controllo di Rebecca e Carmilla; muovendosi rapido e invisibile, aveva seguito il duca pedofilo, annusando la scia bestiale di pensieri innominabili, che proveniva da quella mente depravata.

Intanto, nel salone delle feste di Versailles, facendo lo slalom tra dame e gentiluomini, due eteree fanciulle concupivano l’odiosissimo svedesone imbalsamato per trascinarlo in camera da letto, e lì, fargli un altro tipo di festa; - Lui era il festeggiato, ma i vampiri gli invitati al dessert!

Rebecca e Carmilla, autrici/pazzoidi della congiura, terribili come le furie mitologiche, da un angolo della sala si godevano la scena del baccalà irretito e insidiato, pregustando forse un po’ troppo presto la vittoria.

Mentre Haidi e Shizuka agivano indisturbate, all’esterno della reggia, lontano dal vero campo di battaglia cadeva la prima vittima. Nessuno lo sapeva ancora; nascosta nel buio della notte che confondeva le sagome scure degli alberi, un’ombra sinistra troppo veloce per essere vista, piombava rapace sullo schifoso, putrido, ma succulento Duca de Guise; il vampiro giustiziere solitario, in perenne astinenza da sangue umano, star dei films sulla saga di Twilight nonché idolo delle teenagers di mezzo mondo, aveva definitivamente dato un bel calcio alla dieta vegetariana.

 

 

Continua…

 

 

Siete sopravissute fin qui?

Coraggio, il prossimo capitolo sarà l’ultimo, poi i vampiri torneranno a casa.

Ancora grazie e seguiteci fino alla fine della festa, se vi va, e non siete impressionabili.

Come al solito; fans di Fersen evitate di leggere.

Le folli autrici serial killer.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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