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Autore: CherryBomb_    25/02/2011    9 recensioni
Bella, dopo essere stata lasciata da Edward, decide di tornare a vivere a Phoenix con la madre. Come sarà la sua vita senza di lui?Riuscirà a dimenticarlo? Il suo amato tornerà a prenderla? Ci saranno Jacob, i licantropi, il ritorno di Victoria, i Volturi? Bella rimarrà incinta? Leggete e lo scoprirete. ^_^ Una What If leggermente OOC perchè ci saranno dei personaggi nuovi che non sono mai stati citati nel libro. Spero di avervi incuriosito. Tratto dal 4 capitolo : - Lo ami?- le chiesi semplicemente. Dovevo saperlo. Dovevo saperlo se lo amasse, se mi avesse dimenticato definitivamente. Se con lui fosse felice. Dovevo sapere che non mi volesse più nella sua vita e me ne sarei andato. Il solo pensiero di andarmene, mi faceva stare male. Io la amavo, volevo stare con lei, ma se lei non mi avesse voluto non potevo fare altro che andarmene. Intorno a noi regnò il silenzio per minuti che mi parvero ore. - Sì - non le tremò la voce, non le si imporporarono le guancie, non ebbe nessuna reazione a quella semplice parola, ma al solo sentirla una parte di me morì per la seconda volta. Lo amava, amava lui e non me. Mi aveva dimenticato, non mi amava più. Era colpa mia, ero stato uno stupido, ero stato io a lasciarla pensando di fare la cosa giusta, ma avevo sbagliato, avevo sbagliato completamente. Lei mi aveva dimenticato e io non potevo fare altro che andarmene. - Allora, addio - due parole che mi costarono tantissimo. Non me ne sarei voluto andare ed ero sicuro che non me ne sarei mai andato definitivamente, l’avrei controllata ancora per il resto della mia vita. Mi girai e feci per andarmene. - Mi lasci di nuovo così? - mi chiese e sentii distintamente il sangue che andò a colorare le sue guancie, mi girai nuovamente e la guardai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Più libri/film
Capitoli:
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Capitolo 2










Capitolo 16
Bella POV
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Non servì che mi girassi per riconoscere il possessore di quella voce.
Erano anni che non la sentivo –anche se, quando l’avevo conosciuto aveva parlato ben poco-, ma la ricordavo ancora benissimo.
Ricordavo ancora nitidamente il volto di quei tre vampiri che avanzavano verso di noi mentre stavamo giocando a baseball. Ricordavo benissimo quel biondo, con i capelli lunghi, quel biondo che mi aveva fatto scappare, ma che alla fine, era riuscito lo stesso in qualche modo a provare ad uccidermi. E non c’erano solo i ricordi a portarmelo alla memoria, anche la mezza luna sul mio polso destro faceva la sua parte. Ogni volta che lo guardavo, mi venivano in mente le immagini del suo viso, quello che avevo provato, il dolore lancinante che avevo sentito quando lui mi aveva morso e aveva cominciato a succhiare il mio sangue.
Ma non ricordavo solo lui, ricordavo anche la sua ragazza, quella rossa che non aveva osato muovere un dito, quella rossa apparentemente innocua, quella rossa a cui era stato ucciso il ragazzo. Mi stupivo che non fosse ancora arrivata a reclamare vendetta.
Poteva essere lei, aveva un motivo per essere lì, ma perché lui era lì? Perché era lì dietro di me? Cosa voleva?
In quel momento il terrore puro si fece largo in me.
Non sapevo cosa pensare. Non sapevo nemmeno perché fosse lì, perché fosse venuto a cercarmi proprio in quel momento.
Speravo nell’arrivo di Edward, speravo che avrebbe sentito i suoi pensieri.
Mi girai e lo trovai a qualche metro di distanza.
<< Laurent >> sussurrai.
<< Vedo che ti ricordi ancora di me >> sorrise beffardo, mostrando una dentatura bianchissima che veniva messa ancora più in risalto dalla sua pelle scura.
<< Cosa sei venuto a fare? >> gli chiesi cercando di riprendere un leggero controllo di me stessa.
<< Sono venuto a mettere i conti in pari. A Victoria non è andato giù quello che i tuoi amici hanno fatto a James. Ha pensato che uccidendo te avrebbe fatto provare al tuo amico quello che ha provato lei. Una cosa equa, stile Occhio per occhio, dente per dente >> era calmo, tranquillo. Troppo.
Era immobile, ancora a qualche metro di distanza, ma in pochi secondi sarebbe potuto arrivare vicino a me.
Edward, dove sei?
<< Ma i Cullen saprebbero che è stata lei e la cercherebbe, anzi, i Cullen sono qua con me >> cercai di essere sicura delle mie parole, ma nella mia voce traspariva solo puro terrore.
<< Non mi sembra di vederli >> sogghignò.
Si avvicinò velocemente a me.
<< Sai, Bella? Hai un odore fantastico >> disse cominciando ad accarezzarmi la gola. << Non riesco a capire come tutti i tuoi amici facciano a resistere al desiderio di saggiare questo nettare così profumato. Per me è impossibile, devo assolutamente assaggiarlo, provarlo, altrimenti impazzisco. Il bruciore nella gola è troppo forte. Devo assaggiarti >> per tutto il tempo non aveva fatto altro che accarezzarmi ed annusarmi il collo.
Lo vidi avvicinarsi pericolosamente e tirare fuori i canini.
Nella mia testa riecheggiava un sonorissimo no, ma dalla mia gola non uscì neanche un suono.
Vedevo già la mia vita davanti, stavo già pensando a miei genitori, ad Edward, ai Cullen, a tutte le persone a cui volevo bene, ai momenti felice passati con loro.
Sentivo i canini di Laurent vicino alla mia giugulare.
Mi sentivo già morta, sentivo di nuovo il dolore lancinante che avevo provato qualche anno prima, sentivo di nuovo tutto.
Perché Edward non arrivava? Perché non mi stava proteggendo come invece aveva detto che avrebbe fatto? Dov’era?
Edward.
Pensavo che ormai fosse giunta la mia ora, che ormai la mia vita fosse finita, ma vidi in lontananza qualcosa che mi spaventò ancora più di quel vampiro che aveva intenzione di uccidermi: sei cani enormi stavano correndo verso di noi, tutti di colori diversi. Erano enormi, giganteschi, mi sarei sentita piccolissima vicino a loro.
Ringhiarono, facendo allontanare Laurent dalla mia gola che si girò per guardarli.
Mi sembrò di avere uno spiraglio di possibilità di sopravvivere, ma chi erano quegli enormi animali? E perché mi stavano salvando?
In una frazione di secondo vidi un cane dare una zampata a Laurent che lo fece allontanare da me, ma cosa che mi stupii alquanto, la zampata aveva colpito anche me. Non feci nemmeno in tempo a rendermi conto di cosa fosse successo, sbattei la testa e dopo buio. Buio totale.
 
 
 
<< È inutile che ti lamenti, non è colpa mia se lei è in letto d’ospedale. Avresti dovuto stare con lei e proteggerla invece di andare a succhiare sangue. >>
<< Io ero con lei, se solo voi non foste intervenuti, sarei arrivato a salvarla. >>
<< Certo, saresti arrivato quando quel succhiasangue l’aveva ormai prosciugata del tutto, in quel momento avrei voluto proprio sapere che cosa avresti fatto. Dovresti ringraziarci, invece di continuare a rompere. >>
Sentii qualcuno sospirare.
<< Sono arrivato qualche secondo dopo di lui >> un ringhio soffocato riecheggiò dentro la stanza.
<< Edward >> sussurrai aprendo gli occhi che richiusi immediatamente per la troppa luce.
<< Dimmi, amore. Come stai? >> la voce vellutata di Edward mi arrivò all’orecchio.
Sentii qualcuno trattenere una risata e vidi Edward girarsi di scatto infuriato.
<< Ok, la pianto. Lo giuro >> spostai leggermente lo sguardo e potei vedere la figura di Jacob ai piedi del mio letto.
<< Cos’è successo? Dove sono? >> chiesi con la voce ancora roca.
<< Non ricordi proprio niente? >> mi chiese dolcemente Edward che mi accarezzò una guancia.
Arrossii e scossi la testa, ma questo semplice movimento mi procurò un certo dolore.
<< Fai piano, hai preso una bella botta in testa >> mi disse dolcemente Jacob. << Allora, vuoi spiegarle cos’è successo? >> disse rivolgendosi ad Edward.
Lo sentii ringhiare e stringere automaticamente il lenzuolo.
Non ero ancora completamente lucida, ma capivo che ad Edward non andava molto a genio Jacob.
<< Non ricordi proprio niente? >> Edward si rivolse a me in tono gentile.
<< Ricordo solo che ero nella radura, stavo pensando e poi improvvisamente qualcuno mi ha chiamato >> feci una paura cercando di riportare alla memoria quello che era successo. << Era…era… >> non ci potevo credere, non poteva essere davvero lui << Laurent >> dissi con un filo di voce.
Presi un profondo respiro quando i ricordi cominciare a riaffiorare: Laurente che mi guardava, che mi spiegava che cosa fosse venuto a fare, le sue mani che accarezzavano la mia gola, i suoi canini che stavano per affondare nel mio collo e poi, dei cani, dei cani giganteschi che con una zampata avevano fatto volare Laurent a qualche metro da me.
<< Dei cani giganteschi mi hanno salvato >> dissi completamente scioccata guardando Edward.
Lo vidi digrignare i denti.
<< Ehi, piano con le parole, potrei offendermi >> disse in tono ironico Jacob.
Mi girai a guardarlo.
<< Tu…tu…eri tu? >> gli chiesi scioccata.
<< Sì, io e i miei amici >> sorrise.
Lo guardai con gli occhi sbarrati.
<< Cosa sei? >>
<< Ricordi quel giorno che ti raccontai quella leggenda? >>
<< Quella dei licantropi e dei freddi >> ricordavo perfettamente quella leggenda, era grazie a quello che avevo capito cosa fosse Edward, che cominciai comunque a farmi un’idea di cosa fosse.
<< Esatto, ecco, io sono un licantropo. Acerrimo nemico dei freddi o succhiasangue, come li chiamo io >> Edward cominciò a ringhiare.
<< Smettila di chiamarmi in questo modo >> lo vidi scattare in avanti.
<< Edward >> gli presi una mano e la strinsi alla mia, facendolo girare di scatto a guardarmi.
Si rilassò leggermente.
Lo guardai negli occhi e gli sorrisi.
<< Fate i piccioncini quando sono uscito dalla stanza, grazie >> rise.
<< Quindi tu sei un licantropo >> tornai a guardarlo.
<< Precisamente. >>
<< Come fai a trasformarti? >> ero curiosa di sapere.
<< Ecco, quando mi arrabbio qualcosa in me scatta e mi trasformo, a volte riesco a farlo anche senza arrabbiarmi però >> sorrise.
<< E mi hai salvato >> continuai.
<< Io e i miei amici >> precisò.
Mi fermai a pensare un attimo. Perché mi avevano salvato loro e non Edward? Aveva detto che mi avrebbe protetto, che sarebbe stato nei paraggi per controllarmi, ma perché non era arrivato quando Laurent era arrivato?
<< E tu quando sei arrivato? >> gli chiesi guardandolo male.
<< Sono arrivato pochi secondi dopo, quando tu ormai eri svenuta >> lo vidi fronteggiarmi senza fatica.
<< E per te non è un problema, vero? >> ero arrabbiata. Stranamente.
<< Forse è meglio se me ne vado >> sentii dire da Jacob, ma non lo degnai neanche di un’occhiata.
Lo vidi allontanarsi dal letto e passarsi una mano tra i capelli.
Sbuffò.
<< Certo che è un problema. Cosa pensi che non mi stia maledicendo per non essere arrivato nel momento giusto? Lo sto facendo, ma non posso tornare indietro >> sospirò.
<< Avevi detto che mi avresti tenuto d’occhio. Avevi detto che saresti venuto in caso di un’eventuale pericolo, ma dov’eri quando avevo bisogno di te? >> alzai leggermente la voce.
<< Stavo cacciando, Bella. Stavo addentando un alce quando ho visto Laurent avvicinarsi, avevo ancora troppo i sensi acuiti per avvicinarmi a te, avrei rischiato di ucciderti io stesso se fossi arrivato in quelle condizioni da te. Non ho potuto fare altrimenti, non volevo ucciderti >> mi guardò negli occhi.
I suoi mi destabilizzarono parecchio, ma non aveva ancora convinto del tutto.
<< Così hai rischiato di farmi uccidere da un altro >> gli fece notare.
<< Ma non è successo, per fortuna. >>
<< Certo, perché è arrivato Jacob con i suoi amici a salvarmi, se loro non ci fossero stati io avrei rischiato di morire.
Lo vidi scuotere la testa e darmi le spalle.
<< Quello che conta è che non ti sia successo niente, il resto non è importante >> mi dava ancora le spalle.
<< Certo che è importante, io volevo essere salvata da te, non da Jacob e i suoi amici. Volevo essere salvata dall’uomo che dice di amarmi, non da qualcun altro >> abbassai lo sguardo quando finii la frase.
Non lo sentii nemmeno avvicinarsi che sentii le sue dita alzarmi il mento.
Mi trovai davanti i suoi occhi dorati.
<< Lo so, Bella, ho detto di amarti, ho detto che ti avrei protetto e oggi non l’ho fatto. È solo colpa mia, capirai se non volessi nemmeno più vedermi. Io ti amo sul serio, anche se non ho ancora avuto occasione di dimostrarlo. >>
Guardai i suoi occhi così sinceri, così pieni d’amore che quando capii che i nostri visi si stessero avvicinando, non avevo la forza di fermarmi e di darmi un contegno.
Avevo voglia di baciarlo, avevo voglia di sentire quanto mi amasse.
Sentivo il suo alito fresco sulle mie labbra, quando…
<< Bella, come stai? >> un folletto aveva spinto in malo modo Edward ed era venuta ad abbracciarmi cercando di non stritolarmi troppo.
Guardai Edward che era rimasto sconcertato dall’arrivo della sorella, mi sembrava che non se ne fosse nemmeno reso conto.
<< Sto bene, grazie >> misi insieme le prime tre parole che mi erano venute in mente.
Lo stavo davvero facendo? Stavo per baciare Edward? Sì, lo stavo per fare e sinceramente stavo odiando quel folletto così simpatico che ci aveva interrotti.
Mi liberò dal suo abbraccio e la vidi sorridermi.
Gliene avrei dette quattro quando saremmo state da sole, lo avrei fatto sul serio.
<< Edward, papà prima ti cercava, voleva parlarti >> si girò verso di lui e gli sorrise.
Lo vidi scrutarla e poi se ne andò senza dire niente.
Rimase in silenzio per un po’ di minuti.
<< Ok, adesso puoi parlare liberamente, lui non ci sentirà >> mi sorrise.
<< Di cosa dovremmo parlare? >> le chiesi alzando un sopracciglio.
<< Dai, lo sai, vuoi dirmene quattro per poco fa, no? >> ah certo, dimenticavo che Alice sapeva guardare nel futuro, avrà avuto sicuramente una delle sue visioni.
<< Non potevi arrivare qualche secondo dopo? >> la guardai male.
<< No, non potevo. Bella, tu sei ancora insieme ad un altro, non voglio che mio fratello sia il tuo amante, voglio che sia l’unico e il solo, finché starai con il coso niente baci con mio fratello, ok? Lo so che è difficile, ma devi farcela >> la vidi sorridere.
A proposito di Daniel, ero andata nella radura per prendere una decisione e l’avevo presa, la decisione forse più ovvia: restare a Forks con mio padre, con Edward, con i Cullen, con le persone che mi volevano bene.
Sì, era quella la mia decisione e ormai niente e nessuno mi avrebbero fatto cambiare idea, neanche Daniel e le sue proteste.
<< Alice, dovrei chiederti un favore >> le dissi in tono serio.
<< Vuoi chiedermi di accompagnarti a scuola per parlare con il preside per il tuo trasferimento, se è possibile e cosa potrai fare >> seppi solo annuire.
<< Odio il fatto che tu sappia vedere il futuro, non riesco mai a dirti niente >> misi il broncio come una bambina.
<< Sono felice che hai deciso di restare, mi sei mancata davvero tanto in questo lungo tempo di separazione >> la vidi avvicinarsi e abbracciarmi.
<< Mi sei mancata anche tu, non sai nemmeno quanto >> la abbracciai a me chiudendo gli occhi.
Rimanemmo in silenzio, continuando ad abbracciarmi.
<< Lui lo sa? >> mi chiese improvvisamente.
<< No, devo ancora dirglielo. >>
<< Dirmi cosa? >> la voce di Edward mi fece aprire gli occhi.
<< Non stavamo parlando di te. Come sei egocentrico >> disse Alice guardando male il fratello e mettendo le mani sui fianchi. << Comunque, Bella, passo domani e andiamo a risolvere quella questione >> mi sorrise.
<< Va bene, a domani >> le sorrisi.
<< A dopo fratellino. >>
La vidi uscire e il silenzio si diffuse in tutta la stanza.
Dal nulla mi venne in mente di mio papà. Oddio, avevo pensato così tanto a me stessa che non avevo pensato a lui.
<< Come sta mio papà? >> gli chiesi guardandolo.
<< Meglio, adesso sta dormendo. Domani sera lo dimetteranno >> mi sorrise dolcemente.
<< Io quando potrò uscire da questa stanza? >>
<< Sicuramente domani mattina, Carlisle vuole tenerti in ospedale per la notte, anche se sa che saresti rimasta comunque, ma vuole che tu stia in un letto e ti riposi, domani mattina potrai andare tranquillamente con Alice se è questo quello che ti preoccupa >> lo vidi incupirsi leggermente.
Come mai si comportava in questo modo? Cosa lo turbava?
<< Voglio risolvere tutto al più presto. Ecco, io… Edward… >> abbassai lo sguardo imbarazzata << Ho deciso di restare per mio papà e per… >> perché era così difficile dire che ero rimasta anche per lui? << per voi. >>
Voi. Voi. Perché avevo detto voi e non tu? Stupida.
Alzai leggermente lo sguardo solo per vedere il suo viso illuminarsi e un sorriso spuntargli su quelle bellissime labbra.
<< Quindi, rimani >> ripetè lui.
<< Sì, rimango >> abbassai nuovamente lo sguardo, ma dovetti rialzarli quando mi sentii mancare da sotto il corpo la consistenza morbida del letto.
Spalancai gli occhi stupita quando compresi che Edward mi avesse presa in braccio e che avesse cominciato a farmi girare.
Puntai lo sguardo nel suo dorato e mi ci persi. Non vedevo più niente, non vedevo i muri della stanza che giravano formando un unico colore, non vedevo quanto stessimo girando veloce, non lo sentivo nemmeno. L’unica cosa che vedevo, che sentivo, era lo sguardo di Edward, quello sguardo che amavo, che mi stava guardando con tanto amore e felicità immensa.
Non sapevo più dov’ero, potevo essere anche all’inferno che sinceramente non mi interessava, potevo essere nel posto peggiore sulla faccia della terra, ma non ci avrei fatto caso, l’unica cosa di cui mi importava era di Edward e di quanto in quel momento mi stesse facendo sentire amata nonostante non stesse facendo niente di strano.
In quel momento, mi resi conto che era proprio vero, sono i piccoli gesti che ti fanno capire tutto, non servono grandi dimostrazioni, ma solo qualcosa che sia fatta realmente con il cuore.
Cercai di parlare per un paio di volte, ma ogni volta chiusi la bocca.
Non ce la facevo, l’emozione era troppa.
<< Edward… potresti… >> non avevo il coraggio di finire la frase, non volevo chiedergli se potesse mettermi giù, non volevo che pensasse che mi dava fastidio quel gesto, non volevo che fraintendesse. Sarei rimasta per ore con lui, abbracciata da lui in quel modo, ma mi girava la testa. Potevo anche non rendermi conto che stessimo girando, ma il mio corpo lo sentiva, lo avvertiva e il senso di nausea aveva cominciato a farsi sentire.
Si fermò di colpo, sorridendomi.
<< Scusa, mi sono dimenticato che avresti potuto sentirti male >> mi appoggiò delicatamente sul letto.
<< No-non ti preoccupare, fa niente >> abbassai lo sguardo imbarazzata ed arrossii.
<< Ora riposa. Ci vediamo domani >> si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla fronte.
Inspirai profondamente il suo profumo e chiusi gli occhi, assaporandolo meglio.
<< A domani >> sussurrai quando lo vidi arrivare alla porta.
Si girò, mi sorrise e se ne andò.
A domani amore mio.
 

 

 

Buonasera! Eccomi qua con un nuovo capitolo. Ovviamente chi poteva essere se non Laurent? Tornando a Forks, tornando anche i vecchi guai, non dimenticalo.
Eh sì, Edward non era presente quando Laurent era nei paraggi e stava per uccidere Bella, per fortuna c’era Jacob. Dico subito che non sarà una minaccia, non si metterà in mezzo alla coppia Bella-Edward, non sono così stronza da mettere ancora i bastoni tra le ruote a questi due, non lo farei mai. C’è già Daniel, basta e avanza quello, non voglio peggiorare la situazione e annoiarvi.
Molte rimarranno deluse dal fatto che non sia stato Edward a salvarla, ma vi assicuro che lui ha dato una mano ai licantropi. Jacob doveva entrare in gioco in qualche modo e questo mi è sembrato il momento migliore. =)
Odiate Alice, vero? Eh lo so, ma è arrivata nel momento giusto. Ha spiegato il motivo anche a Bella e spero che voi capirete.
Bella ha deciso definitivamente di restare *_* e ovviamente Edward è felice *_*
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate. Siete davvero in tantissime, grazie *_* E anche alle persone che mi hanno aggiunto come autore preferito, grazie di cuore *_*
Vi ricordo che potete aggiungermi su Facebook o su Twitter. Sarei davvero felice di conoscervi e avervi tra gli amici =)
Alla prossima ^_^
 
   
 
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