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Autore: glenn    26/02/2011    4 recensioni
Ogni sogno perso ormai da tempo mi ha condotto dove sei tu.
“Grazie, Dora. Non voglio essere compatito, comunque.”
“Oh, non ti azzardare, eh! Se ricominci, non ho paura di usare qualche incantesimo che potrebbe fare al caso mio!”
“Oooh, tremo di paura!” - sghignazzò Remus.
“Così ti voglio, Remus! Finalmente! Hai un bel sorriso, tiralo fuori più spesso,no?”
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Ecco il secondo capitolo, anche se è un po' corto :) Avviso a chi leggerà che è leggermente diverso dal precendente, nel senso che ho dato spazio anche
a qualche riflessione. Spero che non sia troppo noioso, in tal caso vi invito a commentare per farmi sapere che ne pensate, in tutta
sincerità. Buona lettura! :)





“ Sei il solito, Remus. Cos'ha di così malvagio la mia musica?”

 

Il licantropo si voltò, stupito, seguendo la provenienza di quella voce. Una voce che, sempre più spesso negli ultimi tempi, affollava i suoi sogni. Come pure la proprietaria di quella voce. Ah, quella ragazza. Remus non se n'era nemmeno reso conto ( o forse era il suo cervello atrofizzato che non voleva rendersene conto, come sosteneva Sirius), ma c'era qualcosa in lei, qualcosa di diverso, di speciale, di così...fuori dal normale.

 

Era talmente diversa da lui, praticamente il suo opposto. Però, nonostante tutto, una cosa in comune l'avevano: il rispetto. Lei, anche quando aveva appreso il suo “piccolo” segreto, aveva sempre continuato a trattarlo allo stesso modo di prima. Anzi, ci scherzava persino su. Tale e quale a Sirius.

 

Mah, valli a capire, i Black. Tuttavia, lui le era grato per questo. Quindi non riusciva a considerarla una ragazzina immatura, anche quando lei e quel depravato del suo migliore amico lo infastidivano apposta con domande del tutto fuori luogo, come quella volta in cui avevano pensato bene di chiedergli se preferiva i push up ai sobri top sportivi.

 

Dapprima fu dubbioso : “ Push..che??”

 

Dai, Remus! Mai sentito parlare di reggiseni push up? Va bene che non hai avuto molte esperienze, ma insomma i giornalini che ti prestavamo io e James li hai mai aperti?”

 

Senti Felpato, lo sai che non mi interessano queste cose. Pensavo lo sapessi. Cos'hai da ridere, Dora?”

 

Tonks, fin da quando Sirius aveva fatto quella inopportuna domanda all'amico, aveva cominciato a ridacchiare, ma ora il volume delle sue corde vocali stava decisamente aumentando. Non riusciva a trattenersi, era più forte di lei. Quell'uomo era così dannatamente ingenuo, così pacato, da piacerle, quasi. Ops.

 

Avanti Tonks, fai vedere a questo qui cos'è un vero push up. Per Morgana, Remus, convivi con un'animo che trasuda istintualità pura, perché non cerchi di usare questa parte di te non solo quando mangi?” - Sirius lo guardò con un sorriso che aveva tutta l'aria di essere molto malevolo.

 

Tonks, alla proposta di Sirius, con sua sorpresa, arrossì un poco.

 

Sirius, per la miseria! Se proprio volete, ve ne porto uno quando ripasso, così Remus può darci un'occhiata.” - si girò verso il licantropo e gli fece un debole sorriso, ancora rosea in volto. “ Ma non sto certo qui a spogliarmi per i tuoi perversi pensieri, cugino.”

 

Scusa. Comunque non tanto per me, ma penso che Lunastorta, qui, avrebbe gradito.”

 

In quella, fu la volta di Remus di arrossire. E di rivolgere a quello che entro poco tempo sarebbe strebbe stato il suo ex amico uno sguardo assassino.

 

Sirius piantala con queste scemenze, per favore.”

 

Cos'avrò mai detto di così male. Ma che avete oggi? Passi Remus, ma tu, cuginetta, non sei molto di aiuto oggi.”

 

Che vuoi farci, oggi va così.”

 

Ad ogni modo. Sirius non rinunciò. “ Comunque portane uno, la prossima volta.”

 

Si divertivano così, come due stupidi adolescenti. Due stupidi adolescenti che, però, lo accettavano per come era, facendo diventare quel suo “fastidioso” problema nient'altro se non una semplice e pura risata. Uno scherzo, un aspetto della sua natura che ai loro occhi non lo cambiava da ciò che realmente era . Per questo Remus non poteva che essergliene davvero grato.

 

Come a scuola, tanti anni prima,quando c'era anche James, quando c'era anche Lily. Quando niente sembrava essere più perfetto, persino quelle notti, ogni mese.

 

Non fece in tempo a voltarsi indietro per non incontrare lo sguardo della ragazza appena entrata in cucina, che era già rosso in faccia. Non come un peperone, ma quasi.

 

Di solito non aveva queste reazioni con le donne con cui faceva amicizia. Anche se non erano state molte, a dir la verità. Dopo la morte di James e Lily, aveva cercato di isolarsi il più possibile dal resto del mondo. Voleva condividere il suo dolore solo con sé stesso, perché era un male al cuore che nessun altro avrebbe compreso.

 

Il resto del mondo non aveva un altro malandrino, come lui, come loro, da donargli.

Era rimasto solo, tradito, senza nessuna spalla su cui piangere, se non la sua. Perchè nessuno voleva essere amico di un mostro. E non voleva delusioni, altre sofferenze.

 

Poi, quando aveva ricevuto quel gufo da Silente, per un attimo credette di trovarsi ancora in uno dei suoi maledetti sogni. Ma dopo la classica prova del pizzicotto, rimase con gli occhi sgranati su quella lettera. Non poteva crederci. Ma doveva, perché era meravigliosamente vero. Tornava a casa. L'unico posto in cui aveva imparato il significato della parola felicità. E amicizia. E tante altre parole, che portavano altrettanti sorrisi e risate.

 

Anche se stavolta ci tornava solo, senza quegli scalmanati dei Malandrini. Ma era pur sempre Hogwarts! E, se non faceva male i suoi conti, avrebbe visto anche il figlio di James, Harry!

Beh, il resto della storia la sappiamo.

 

Insomma, a lui quella maldestra (miseria, se era maldestra!) cugina di Sirius piaceva. E parecchio, anche. E a Sirius non era sfuggito, ovviamente. Chi non lo conosceva meglio di tutti, se non quel “cagnaccio pulcioso”, come lo chiamava a volte? Ah, l'amore. Quello sì che è magia!

 

“ Ciao, Ninfadora.”

 

“ Remus, allora, passi che non ti piace la mia musica, ma per l'ultima, centesima VOLTA..  NON – CHIAMARMI - …”

 

“ Ninfadora, lo so so. Ciao, Tonks.”

 

“ Così va decisamente meglio.” - disse con un largo sorriso la ragazza.

 

Quant'era bella? L'ex professore dovette mantenere tutto il suo autocontrollo ( che non era ancora in riserva, per sua fortuna) per non mostrare un'aria troppo ebete nel guardarla.

 

“ Allora, che cos'ha che non va la mia musica, eh, Remus?” - lo osservò, divertita.

 

Sapeva quanto era timido, ma perché aveva l'impressione che ultimamente con lei lo fosse un po' di più che con gli altri? Oh, ma che vai a pensare, Tonks! Lo è sempre stato, da quando lo conosci è sempre stato così.

 

Sì, come no.



Allora, mi fate sapere? *occhi da cucciolo*
Ps. Ringrazio vivamente GiuniaPalma per la recensione e anche chi ha inserito la storia tra le seguite :)

  
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