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Autore: Kaimy_11    27/02/2011    2 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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31. Volpe.

 

 

 

C’erano scritti i nomi di tutti i Mangiamorte conosciuti sul libro che Areal aveva letto, di quelli finiti ad Azkaban e di quelli che si erano definiti vittima della maledizione Imperius. Tra questi figuravano i nomi di Sevursu Piton, Igor Karkaroff il preside di Durmstrang e, ovviamente, Lucius Malfoy. C’era anche l’immagine del marchio nero con cui Voldemort marchiava il braccio sinistro dei suoi discepoli.

Ma queste cose Areal già le sapeva, gliele aveva spiegate suo zio, quando era andata da lui alla fine del quarto anno, quando Harry Potter aveva sparso la voce fra i suoi amici dicendo che Lucius Malfoy era un Mangiamorte.

Quel pomeriggio, dopo aver letto il libro, Areal si era coperta gli occhi con le mani e aveva scosse la testa.

Non essere ridicola, si era detta, Draco non può avere il marchio, ha solo sedici anni e il signore Oscuro non recluterebbe mai un ragazzino inesperto nel suo esercito. Vero era che suo padre era finito ad Azkaban e che magari Voldemort aveva ceduto il posto a Draco ma no, non poteva essere vero.

Non doveva essere vero.

Areal prese un respiro profondo, Draco non era un Mangiamorte, era impossibile.

Sapeva che non poteva essere quella la verità.

Ciò che aveva visto a lezione di Difesa doveva avere un’altra spiegazione.

Non tutti quelli che si grattano il braccio sono Mangiamorte, certo che no. Ridicolo.

Areal maledisse di aver ficcato il naso in faccende che non la riguardavano.

Per distrarsi aveva ripreso a leggere il libro di Agatha Corvonero sfogliando le pagine di un capitolo che diceva che i maghi che hanno il legame con la bacchetta sono abili ad inventare incantesimi. Se ciò era vero Areal era desiderosa di scoprirlo e di provare a metterlo in pratica. Con i tempi che correvano aveva bisogno di imparare più cose possibili.

E di saper proteggere le persone a cui tengo, pensò senza motivo.

 

L’atteggiamento schivo di Draco era sempre più sospetto, sembrava nascondere qualcosa anche ai suoi amici, che allontanava l’uno dopo l’altro. Era più silenzioso che mai e quelle rare occasioni in cui sembrava tornare in sé e riunirsi ai compagni di casa, non faceva altro che dispetti a tutti quelli che gli capitavano a tiro. Sembrava un tiranno, cattivo, determinato verso la sua meta. Ma quale meta? Spariva spesso, saltava le lezioni e più di una volta Areal lo sorprese a tirare in basso i polsini della camicia o a passarsi freneticamente la mano sul braccio.

La ragazza stava letteralmente impazzendo, non ne poteva più. Forse la verità era che non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo e che per questo aveva bisogno di scoprila la verità e coglieva ogni segno. Seguiva Draco con lo sguardo ad ogni lezione ed in ogni momento della giornata, non si parlavano, ma ad Areal sembrava di aver capito alla perfezione che il biondo nascondeva qualcosa di grosso. Non era diventato un Mangiamorte, ne era certa, ma aveva un estremo bisogno di conferme. Voleva sentirsi dire da Draco che non era diventato un servo di Voldemort e voleva conoscere il suo segreto.

Tuttavia, se fosse andata a chiedere direttamente a Draco, non avrebbe fatto altro che sbattere violentemente contro l’orgoglio del ragazzo, sprecando la sua unica occasione. L’intuizione le venne per caso, quando vide uscire dalla Sala Grande una ragazza con i capelli scuri di Serpeverde.

Areal corse dietro Pancy e la fermò sul corridoio, prendendola da un braccio. La ragazza si voltò lentamente, con calma. La sua espressione era piatta e quasi triste, ma i suoi occhi rimanevano vigili.

-Cosa vuoi?- chiese Pancy.

Areal sospirò, per un primo momento abbassò la testa, ma tornò subito a fronteggiarla con lo sguardo. –Ho bisogno di sapere cosa nasconde Draco-

Pancy abbozzò una risata. –E pensi che io lo sappia?-

Calò il silenzio ma Areal non smise di guardarla.  

Pancy prese un profondo respiro. –Siamo tutti preoccupati per Draco, ma ovviamente lui non si fa aiutare. Ha detto solamente di avere una missione da compiere entro la fine dell’anno e ha chiesto a Tiger e a Goyle di coprirlo-

Areal spalancò gli occhi. –Una missione?- 

Pancy non se la sentì di aggiungere altro. –Sì, qualcosa da fare entro quest’ anno-

La Serpeverde si voltò e fece per andarsene, ma ad Areal rimase un dubbio.

-Perché me lo hai detto?-

Pancy si voltò –Perché so che anche tu vuoi aiutare Draco-

-Da quando hai smesso di odiarmi?-

-Da quando ho capito che non eravamo rivali-

Areal inarcò un sopracciglio.

Pancy sorrise furba. –Non ho speranze con Draco. Ce le hai solo tu-.

 

Due giorno dopo Areal sedeva ad un tavolo della biblioteca con le sue compagne di stanza. Si era accorta da qualche minuto del tavolo appartato in cui sedevano un gruppo di Serpeverde fra cui Draco. La ragazza rimase ad osservare per un po’, fino a quando Tiger e Goyle non si alzarono raggiungendo la porta dopo aver salutato i compagni. Areal capì che quella poteva essere una buona occasione dato che non aveva alcuna voglia di aspettare ancora.

Si alzò senza dire neppure una parola ed andò a nascondersi dietro un divisore, spiando di nascosto il tavolo Serpeverde a cui erano rimasti Pancy Parkinson, Blaise Zabini e Draco Malfoy. Areal fece di tutto per farsi notare da Pancy e, quando finalmente fu vista, le fece un chiaro segno. Poco dopo la ragazza Serpeverde si alzò, dando di gomito a Blaise mentre Draco teneva la testa china su un libro. Gli altri due ragazzi presero le loro cose, salutarono e se ne andarono.

Draco guardò i due amici incuriosito, ma tornò a leggere. Areal avanzò decisa, a testa alta, e si sedette al tavolo, proprio di fronte a Malfoy. Incrociò spavaldamente le braccia sul tavolo rimanendo dritta e senza abbassare minimante il mento.

Draco sollevò appena gli occhi, guardandola con astio. –Cosa ci fai qui?-

-Buon giorno anche a te!- rispose sarcastica, ma poi si fece più determinata. –Dobbiamo parlare-  

-Io non ho niente da dirti.-

-Sì, invece- disse la ragazza –potresti cominciare col parlarmi di cosa nascondi-

Draco accennò una risatina maligna, guardò altrove per qualche istante e dopo di che si spose verso Areal, parlando con un sorrisino astuto accompagnato da un’alzata di sopracciglia. –Chi ti dice che io stia nascondendo qualcosa?-

-Avanti Draco!-  Sbottò lei, avanzando senza timore –Ti conosco, non puoi mentire a me. Dimmi la verità-

-Ma che bella volpe astuta, abbiamo qui. Ora sparisci!-

-Di cosa hai paura, Draco? Sei sempre così assente ultimamente, dove lo passi il tuo tempo? Oltre ad essere furioso con il mondo, hai paura per caso? Perché mi è parso questo…-

I loro visi erano vicinissimi, gli occhi di Draco la scrutarono in silenzio, poi il ragazzo si concesse un sorriso sprezzante mentre tornava ad appoggiarsi allo schienale della sedia.

–Esci dalla mia testa, Areal!-

-Ci sono sempre stata nella tua testa!  Puoi ingannare chi vuoi, ma non me-

Draco fece una smorfia mentre respirava a pieno, cercando di calmarsi guardandosi in torno.

Areal continuò a guardarlo. –Cosa devi fare entro la fine dell’anno?-

Draco si voltò di scatto, ancora più furente di prima. La guardò intensamente, quasi a volerla intimorire, e ci riuscì. Il suo sguardo da serpente metteva i brividi.

Areal si appiattì contro la sedia.

-Te lo dirò solo una volta…- Bisbigliò Draco con voce rauca. –Stai fuori da questa faccenda!-

Areal non ebbe il coraggio di muoversi di un solo millimetro mentre il ragazzo si alzava per andarsene ma, prima di svoltare l’angolo, si fermò e mentre lei non osava guardarlo, disse le sue ultime, gelide, parole.

-Lo dico per il tuo bene. Non costringermi a farti del male.-

 

La prima lezione di Smaterializzazione avvenne nella Sala Grande, che per quel pomeriggio era stata privata dell’incantesimo che impediva a tutti i maghi di Smaterializzarsi. I professori direttori delle quattro case erano presenti, insieme a tutti gli studenti del sesto anno. L’uomo che si presentò loro come il signor Twycross, spiegò la sua teoria delle tre D, da seguire per la Smaterializzazione: Destinazione, Determinazione, Decisione.

Fece disporre gli alluni in modo tale che si trovassero ad almeno un metro e mezzo di distanza l’uno dall’altro e per farlo dovettero intervenire gli insegnanti, a divedere e a ricordare la disciplina a tutti quelli che si ammassavano fra di loro o si spintonavano a vicenda intimandosi di uscire dal proprio spazio. Areal venne sistemata da Vitious dietro tutti i suoi compagni di casa, che litigavano ostinatamente fra di loro per i primi posti. Canni ed Erick erano i più vicini a lei. Areal vide Harry Potter divincolarsi fra tutti e raggiungere il fondo della sala, dove Draco discuteva con Tiger. Quest’ultimo sembrava volersi liberare di Draco, ma Draco insisteva, come se cercasse di convincerlo. Potter disse qualcosa a Draco, che solo in quel momento si accorse di essere stato ascoltato.

Areal guardò avanti a sé, tutta quella faccenda era snervante, non ce la faceva più a vedere quel Draco serio e distante, era passato da ragazzo dispettoso ad uomo nel giro di una sola estate e la cosa faceva dannatamente male alla ragazza.

A quel punto il signor Twycross spiegò come applicare la regola delle tre D. Fece apparire davanti ad ogni alunno un cerchio sul pavimento e disse di concentrarsi sulla Destinazione da raggiungere, di desiderare di arrivarci con Determinazione e di fare un giro su se stessi con Decisione. Al suo tre tutti fecero una piroette sul proprio posto, ed ovviamente alcuni non si mossero di un millimetro, mentre la maggior parte cadde nel cerchio davanti a loro, potendosi ritenere soddisfatti.

Areal fece il suo giro, chiuse gli occhi e, quando li riaprì, era in piedi, stretta nelle spalle, dentro il cerchio. Esultò di gioia, felice di essere riuscita con così tanta facilità nell’impressa, ma lo sguardo di Canni le gelò il sangue.

L’amica la fissava ad occhi sbarrati e spostava il suo sguardo preoccupato da lei al punto in cui si trovava prima.

Quel pomeriggio Areal aveva legato i lunghi capelli corvini in una coda laterale ma, adesso che ci faceva caso, la coda non c’era più. Si toccò terrorizzata la nuca, scoprendo corti ed appuntiti capelli ad un caschetto perfino più corto di quello di Canni. Sempre con le mani fra i capelli si voltò verso il punto in cui era prima, dove una coda di capelli corvini giaceva al suolo. Gemette isterica, ma il professor Vitious e la professoressa Sprite erano lì vicino e insieme fecero tornare i capelli al loro posto.

Areal se li strinse fra le mani, i suoi adorati capelli!

-Questo è lo spaccamento più innocuo che può capitare- Disse Vitious.

Areal rimase di ghiaccio.

Spaccamento

Intanto tutti gli altri ragazzi erano andati avanti con i tentativi, fin quando un urlo esplose nella sala e tutti si voltarono verso Susan Bones di Tassorosso. Lei si era Materializzata all’interno del cerchio, ma la sua gamba era rimasta un metro indietro. Tutti e quattro gli insegnanti corsero da lei e la riattaccarono dopo una nuvola di fumo grigio.

Ma mentre gli altri ripresero come se nulla fosse a tentare di Smaterializzarsi, Areal rimase ostinatamente immobile con i capelli stretti tra le mani. E se invece dei capelli avesse perso un gamba come Susan? E se avesse lasciando indietro qualcosa di più? Si immaginò all’istante fuori da Hogwarts che si Smaterializzava per andare a lavoro ma si spaccava. Chi sarebbe corso a riattaccarla? Areal dedusse con un brivido che la Smaterializzazione non era per nulla bella e, soprattutto, che lei non ci avrebbe riprovato mai più.

Il signor Twycross le fece un sorriso e un gesto con la mano, come a volerle dire: coraggio, riprova. Ma lei non si azzardò neppure. Tornò indietro ed insieme ai suoi compagni faceva una piroette sul posto, fingendo di stare provando a raggiungere il cerchio, ma senza pensarci realmente.

Quell’ora ringraziando il cielo finì, ed Areal corse fuori dalla Sala Grande, ma vide chiaramente Draco afferrare Tiger dal mantello e strattonarlo per costringerlo a guardarlo in faccia.

-Tu me lo devi questo favore,Tiger! Non puoi lasciarmi così!- Gli ringhiò il biondo ad un palmo dal viso, mentre tutti uscivano allegramente.

Areal strinse i pugni. Non poteva andare avanti così. Lo sguardo che le rivolse Malfoy un attimo dopo, così profondo eppure lontano, le ricordò gli anni passati, con la consapevolezza che non sarebbero tornati mai più.

 

La neve aveva cominciato ad imbrattare strada e tetti delle casa, ma in prossimità delle vacanze di Natale, le quattro amiche Corvonero decisero di passare uno dei loro pomeriggio liberi al villaggio di Hogsmead per andare a prendere qualcosa di caldo ai Tre Manici di Scopa. Salutarono Hermione, Ron ed Harry seduti ad un tavolo appartato e si fecero avanti tra i tavoli e alla fine ne trovarono uno quasi attaccato alla porta dei bagni. Areal sbuffò, forse era meglio se rimaneva a studiare il libro di Agatha Corvonero, ma si sedette dando le spalle alla porta.

Le quattro amiche bevvero e chiacchierarono in pace e in allegria, fin quando un ragazzo di Grifondoro si avvicinò al loro tavolo. 

-Ciao Emma, posso parlarti?- chiese gentilmente.

-Certo- fece Emma alzandosi. –Mi accompagni, Jude?-

Le due uscirono, lasciando i soldi a Canni che si alzò per andare a pagare. Areal le diede la sua parte e chiese all’amica di andare anche per lei, non aveva voglia di alzarsi.

Quando rimase completamente sola al tavolo, Areal era abbastanza annoiata da accorgersi di Katie Ball, una ragazza di Grifondoro, che usciva dal bagno con lo sguardo vacuo ed un pacchetto in bella mostra in mano.

Areal alzò un sopracciglio.

Poco dopo, mentre guardava oltre la finestra vicino alla porta del bagno, vide la porta aprirsi, ritrovandosi davanti Draco Malfoy. Il ragazzo aveva uno sguardo cupo, serio, eppure fortemente scosso da qualcosa. Guardò intensamente Areal, per un attimo con rabbia, poi con desiderio, ed infine con struggente tristezza. Quando sul suo volto ricomparve quella gelida serietà che lo aveva caratterizzato durante quei mesi, Areal abbassò gli occhi, sconfitta.

Ma Draco Malfoy fece qualcosa di a dir poco strano.

Con pochi grandi passi raggiunse la ragazza, le prese la testa con la mano e le spinse la forte contro le proprie labbra, baciandola con rabbia e frustrazione. In fine corse fuori dal locale senza voltarsi più.

-Allora, andiamo?- le chiese Canni appena arrivata.

Ma Areal era talmente immobile che sembrava perfino incapace di respirare.

  

Nei giorni a venire si sparse la voce che Katie Ball era finita in infermeria, dopo aver rischiato la morte. Si diceva in giro che la sua amica raccontasse di averla vista uscire dal bagno dei Tre Manici di Scopa e di aver subito capito che qualcosa non andava. Pochi minuti dopo Katie apriva il pacco che aveva in mano e, toccando una collana maledetta, finiva al suolo priva di sensi.

Chi aveva assistito alla scena parlava di uno spettacolo raccapricciante, dicendo di aver visto il corpo di Katie alzarsi in volo prima di cadere sulla neve.

I professori avevano provato a mantenere nascosta la casa ma, per sedare le domande degli studenti curiosi, alcuni insegnanti avevano rivelato che la povera Ball era stata costretta dalla maledizione Imperius a prendere con sé il pacchetto con la collana che l’aveva quasi uccisa.

Nelle notti a seguire Areal ebbe continui incubi che le toglievano il sonno di notte ed il respiro di giorno. Continuava a vedere il volto di Draco Malfoy scolpito dalla rabbia, accompagnato dai suoi occhi freddi ed insensibili. Il ragazzo brandiva la bacchetta con cui scagliava maledizioni senza perdono contro i suoi stessi compagni di scuola, ripetendo continuamente qualcosa come: “la missione che ho da compiere”.

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Grazie ai lettori, siate gentili, se vi è piaciuto il capitolo lasciate un commento.

 

Un saluto speciale a  Nocticula_Nott e a BumBj per la recensione ^^

 

Un bacio a tutti, al prossimo capitolo.

 

   
 
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