31. Volpe.
C’erano
scritti i nomi di tutti i Mangiamorte conosciuti sul libro che Areal aveva
letto, di quelli finiti ad Azkaban e di quelli che si erano definiti vittima
della maledizione Imperius. Tra questi figuravano i
nomi di Sevursu Piton, Igor
Karkaroff il preside di Durmstrang
e, ovviamente, Lucius Malfoy. C’era anche l’immagine del marchio nero con cui
Voldemort marchiava il braccio sinistro dei suoi discepoli.
Ma
queste cose Areal già le sapeva, gliele aveva spiegate suo zio, quando era
andata da lui alla fine del quarto anno, quando Harry Potter aveva sparso la
voce fra i suoi amici dicendo che Lucius Malfoy era un Mangiamorte.
Quel
pomeriggio, dopo aver letto il libro, Areal si era coperta gli occhi con le
mani e aveva scosse la testa.
Non essere ridicola, si era detta, Draco non può avere il marchio, ha solo sedici anni e il signore Oscuro
non recluterebbe mai un ragazzino inesperto nel suo esercito. Vero era che
suo padre era finito ad Azkaban e che magari Voldemort aveva ceduto il posto a
Draco ma no, non poteva essere vero.
Non
doveva essere vero.
Areal
prese un respiro profondo, Draco non era un Mangiamorte, era impossibile.
Sapeva
che non poteva essere quella la verità.
Ciò
che aveva visto a lezione di Difesa doveva avere un’altra spiegazione.
Non
tutti quelli che si grattano il braccio sono Mangiamorte, certo che no.
Ridicolo.
Areal
maledisse di aver ficcato il naso in faccende che non la riguardavano.
Per
distrarsi aveva ripreso a leggere il libro di Agatha Corvonero sfogliando le
pagine di un capitolo che diceva che i maghi che hanno il legame con la
bacchetta sono abili ad inventare incantesimi. Se ciò era vero Areal era
desiderosa di scoprirlo e di provare a metterlo in pratica. Con i tempi che
correvano aveva bisogno di imparare più cose possibili.
E di saper proteggere le
persone a cui tengo, pensò
senza motivo.
L’atteggiamento
schivo di Draco era sempre più sospetto, sembrava nascondere qualcosa anche ai
suoi amici, che allontanava l’uno dopo l’altro. Era più silenzioso che mai e
quelle rare occasioni in cui sembrava tornare in sé e riunirsi ai compagni di
casa, non faceva altro che dispetti a tutti quelli che gli capitavano a tiro.
Sembrava un tiranno, cattivo, determinato verso la sua meta. Ma quale meta?
Spariva spesso, saltava le lezioni e più di una volta Areal lo sorprese a
tirare in basso i polsini della camicia o a passarsi freneticamente la mano sul
braccio.
La
ragazza stava letteralmente impazzendo, non ne poteva più. Forse la verità era
che non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo e che per questo aveva bisogno di
scoprila la verità e coglieva ogni segno. Seguiva Draco con lo sguardo ad ogni
lezione ed in ogni momento della giornata, non si parlavano, ma ad Areal
sembrava di aver capito alla perfezione che il biondo nascondeva qualcosa di
grosso. Non era diventato un Mangiamorte, ne era certa, ma aveva un estremo
bisogno di conferme. Voleva sentirsi dire da Draco che non era diventato un
servo di Voldemort e voleva conoscere il suo segreto.
Tuttavia,
se fosse andata a chiedere direttamente a Draco, non avrebbe fatto altro che
sbattere violentemente contro l’orgoglio del ragazzo, sprecando la sua unica
occasione. L’intuizione le venne per caso, quando vide uscire dalla Sala Grande
una ragazza con i capelli scuri di Serpeverde.
Areal
corse dietro Pancy e la fermò sul corridoio,
prendendola da un braccio. La ragazza si voltò lentamente, con calma. La sua
espressione era piatta e quasi triste, ma i suoi occhi rimanevano vigili.
-Cosa
vuoi?- chiese Pancy.
Areal
sospirò, per un primo momento abbassò la testa, ma tornò subito a fronteggiarla
con lo sguardo. –Ho bisogno di sapere cosa nasconde Draco-
Pancy abbozzò una risata. –E pensi che io lo sappia?-
Calò
il silenzio ma Areal non smise di guardarla.
Pancy prese un profondo respiro. –Siamo tutti preoccupati per Draco,
ma ovviamente lui non si fa aiutare. Ha detto solamente di avere una missione
da compiere entro la fine dell’anno e ha chiesto a Tiger e a Goyle di coprirlo-
Areal
spalancò gli occhi. –Una missione?-
Pancy non se la sentì di aggiungere altro. –Sì, qualcosa da fare
entro quest’ anno-
La
Serpeverde si voltò e fece per andarsene, ma ad Areal rimase un dubbio.
-Perché
me lo hai detto?-
Pancy si voltò –Perché so che anche tu vuoi aiutare Draco-
-Da
quando hai smesso di odiarmi?-
-Da
quando ho capito che non eravamo rivali-
Areal
inarcò un sopracciglio.
Pancy sorrise furba. –Non ho speranze con Draco. Ce le hai solo tu-.
Due
giorno dopo Areal sedeva ad un tavolo della biblioteca con le sue compagne di
stanza. Si era accorta da qualche minuto del tavolo appartato in cui sedevano
un gruppo di Serpeverde fra cui Draco. La ragazza rimase ad osservare per un
po’, fino a quando Tiger e Goyle non si alzarono
raggiungendo la porta dopo aver salutato i compagni. Areal capì che quella
poteva essere una buona occasione dato che non aveva alcuna voglia di aspettare
ancora.
Si
alzò senza dire neppure una parola ed andò a nascondersi dietro un divisore,
spiando di nascosto il tavolo Serpeverde a cui erano rimasti Pancy Parkinson, Blaise Zabini e Draco Malfoy. Areal fece
di tutto per farsi notare da Pancy e, quando
finalmente fu vista, le fece un chiaro segno. Poco dopo la ragazza Serpeverde
si alzò, dando di gomito a Blaise mentre Draco teneva la testa china su un
libro. Gli altri due ragazzi presero le loro cose, salutarono e se ne andarono.
Draco
guardò i due amici incuriosito, ma tornò a leggere. Areal avanzò decisa, a
testa alta, e si sedette al tavolo, proprio di fronte a Malfoy. Incrociò spavaldamente
le braccia sul tavolo rimanendo dritta e senza abbassare minimante il mento.
Draco
sollevò appena gli occhi, guardandola con astio. –Cosa ci fai qui?-
-Buon
giorno anche a te!- rispose sarcastica, ma poi si fece più determinata.
–Dobbiamo parlare-
-Io
non ho niente da dirti.-
-Sì,
invece- disse la ragazza –potresti cominciare col parlarmi di cosa nascondi-
Draco
accennò una risatina maligna, guardò altrove per qualche istante e dopo di che
si spose verso Areal, parlando con un sorrisino astuto accompagnato da
un’alzata di sopracciglia. –Chi ti dice che io stia nascondendo qualcosa?-
-Avanti
Draco!- Sbottò lei, avanzando senza
timore –Ti conosco, non puoi mentire a me. Dimmi la verità-
-Ma
che bella volpe astuta, abbiamo qui. Ora sparisci!-
-Di
cosa hai paura, Draco? Sei sempre così assente ultimamente, dove lo passi il
tuo tempo? Oltre ad essere furioso con il mondo, hai paura per caso? Perché mi
è parso questo…-
I
loro visi erano vicinissimi, gli occhi di Draco la scrutarono in silenzio, poi
il ragazzo si concesse un sorriso sprezzante mentre tornava ad appoggiarsi allo
schienale della sedia.
–Esci
dalla mia testa, Areal!-
-Ci
sono sempre stata nella tua testa! Puoi
ingannare chi vuoi, ma non me-
Draco
fece una smorfia mentre respirava a pieno, cercando di calmarsi guardandosi in
torno.
Areal
continuò a guardarlo. –Cosa devi fare entro la fine dell’anno?-
Draco
si voltò di scatto, ancora più furente di prima. La guardò intensamente, quasi
a volerla intimorire, e ci riuscì. Il suo sguardo da serpente metteva i brividi.
Areal
si appiattì contro la sedia.
-Te
lo dirò solo una volta…- Bisbigliò Draco con voce rauca. –Stai fuori da questa
faccenda!-
Areal
non ebbe il coraggio di muoversi di un solo millimetro mentre il ragazzo si
alzava per andarsene ma, prima di svoltare l’angolo, si fermò e mentre lei non
osava guardarlo, disse le sue ultime, gelide, parole.
-Lo
dico per il tuo bene. Non costringermi a farti del male.-
La
prima lezione di Smaterializzazione avvenne nella Sala Grande, che per quel
pomeriggio era stata privata dell’incantesimo che impediva a tutti i maghi di
Smaterializzarsi. I professori direttori delle quattro case erano presenti,
insieme a tutti gli studenti del sesto anno. L’uomo che si presentò loro come
il signor Twycross, spiegò la sua teoria delle tre D,
da seguire per la Smaterializzazione: Destinazione, Determinazione, Decisione.
Fece
disporre gli alluni in modo tale che si trovassero ad almeno un metro e mezzo
di distanza l’uno dall’altro e per farlo dovettero intervenire gli insegnanti,
a divedere e a ricordare la disciplina a tutti quelli che si ammassavano fra di
loro o si spintonavano a vicenda intimandosi di uscire dal proprio spazio.
Areal venne sistemata da Vitious dietro tutti i suoi compagni di casa, che
litigavano ostinatamente fra di loro per i primi posti. Canni ed Erick erano i
più vicini a lei. Areal vide Harry Potter divincolarsi fra tutti e raggiungere
il fondo della sala, dove Draco discuteva con Tiger. Quest’ultimo sembrava
volersi liberare di Draco, ma Draco insisteva, come se cercasse di convincerlo.
Potter disse qualcosa a Draco, che solo in quel momento si accorse di essere
stato ascoltato.
Areal
guardò avanti a sé, tutta quella faccenda era snervante, non ce la faceva più a
vedere quel Draco serio e distante, era passato da ragazzo dispettoso ad uomo
nel giro di una sola estate e la cosa faceva dannatamente male alla ragazza.
A
quel punto il signor Twycross spiegò come applicare
la regola delle tre D. Fece apparire davanti ad ogni alunno un cerchio sul
pavimento e disse di concentrarsi sulla Destinazione da raggiungere, di
desiderare di arrivarci con Determinazione e di fare un giro su se stessi con
Decisione. Al suo tre tutti fecero una piroette sul proprio posto, ed
ovviamente alcuni non si mossero di un millimetro, mentre la maggior parte
cadde nel cerchio davanti a loro, potendosi ritenere soddisfatti.
Areal
fece il suo giro, chiuse gli occhi e, quando li riaprì, era in piedi, stretta
nelle spalle, dentro il cerchio. Esultò di gioia, felice di essere riuscita con
così tanta facilità nell’impressa, ma lo sguardo di Canni le gelò il sangue.
L’amica
la fissava ad occhi sbarrati e spostava il suo sguardo preoccupato da lei al
punto in cui si trovava prima.
Quel
pomeriggio Areal aveva legato i lunghi capelli corvini in una coda laterale ma,
adesso che ci faceva caso, la coda non c’era più. Si toccò terrorizzata la
nuca, scoprendo corti ed appuntiti capelli ad un caschetto perfino più corto di
quello di Canni. Sempre con le mani fra i capelli si voltò verso il punto in
cui era prima, dove una coda di capelli corvini giaceva al suolo. Gemette
isterica, ma il professor Vitious e la professoressa Sprite erano lì vicino e
insieme fecero tornare i capelli al loro posto.
Areal
se li strinse fra le mani, i suoi adorati capelli!
-Questo
è lo spaccamento più innocuo che può capitare- Disse Vitious.
Areal
rimase di ghiaccio.
Spaccamento…
Intanto
tutti gli altri ragazzi erano andati avanti con i tentativi, fin quando un urlo
esplose nella sala e tutti si voltarono verso Susan Bones
di Tassorosso. Lei si era Materializzata all’interno del cerchio, ma la sua
gamba era rimasta un metro indietro. Tutti e quattro gli insegnanti corsero da
lei e la riattaccarono dopo una nuvola di fumo grigio.
Ma
mentre gli altri ripresero come se nulla fosse a tentare di Smaterializzarsi,
Areal rimase ostinatamente immobile con i capelli stretti tra le mani. E se
invece dei capelli avesse perso un gamba come Susan? E se avesse lasciando
indietro qualcosa di più? Si immaginò all’istante fuori da Hogwarts che si Smaterializzava
per andare a lavoro ma si spaccava. Chi sarebbe corso a riattaccarla? Areal
dedusse con un brivido che la Smaterializzazione non era per nulla bella e,
soprattutto, che lei non ci avrebbe riprovato mai più.
Il
signor Twycross le fece un sorriso e un gesto con la
mano, come a volerle dire: coraggio, riprova. Ma lei non si azzardò neppure.
Tornò indietro ed insieme ai suoi compagni faceva una piroette sul posto,
fingendo di stare provando a raggiungere il cerchio, ma senza pensarci realmente.
Quell’ora
ringraziando il cielo finì, ed Areal corse fuori dalla Sala Grande, ma vide
chiaramente Draco afferrare Tiger dal mantello e strattonarlo per costringerlo
a guardarlo in faccia.
-Tu
me lo devi questo favore,Tiger! Non puoi lasciarmi così!- Gli ringhiò il biondo
ad un palmo dal viso, mentre tutti uscivano allegramente.
Areal
strinse i pugni. Non poteva andare avanti così. Lo sguardo che le rivolse
Malfoy un attimo dopo, così profondo eppure lontano, le ricordò gli anni
passati, con la consapevolezza che non sarebbero tornati mai più.
La
neve aveva cominciato ad imbrattare strada e tetti delle casa, ma in prossimità
delle vacanze di Natale, le quattro amiche Corvonero decisero di passare uno
dei loro pomeriggio liberi al villaggio di Hogsmead
per andare a prendere qualcosa di caldo ai Tre Manici di Scopa. Salutarono
Hermione, Ron ed Harry seduti ad un tavolo appartato e si fecero avanti tra i tavoli
e alla fine ne trovarono uno quasi attaccato alla porta dei bagni. Areal
sbuffò, forse era meglio se rimaneva a studiare il libro di Agatha Corvonero, ma
si sedette dando le spalle alla porta.
Le
quattro amiche bevvero e chiacchierarono in pace e in allegria, fin quando un
ragazzo di Grifondoro si avvicinò al loro tavolo.
-Ciao
Emma, posso parlarti?- chiese gentilmente.
-Certo-
fece Emma alzandosi. –Mi accompagni, Jude?-
Le
due uscirono, lasciando i soldi a Canni che si alzò per andare a pagare. Areal
le diede la sua parte e chiese all’amica di andare anche per lei, non aveva
voglia di alzarsi.
Quando
rimase completamente sola al tavolo, Areal era abbastanza annoiata da
accorgersi di Katie Ball, una ragazza di Grifondoro, che usciva dal bagno con
lo sguardo vacuo ed un pacchetto in bella mostra in mano.
Areal
alzò un sopracciglio.
Poco
dopo, mentre guardava oltre la finestra vicino alla porta del bagno, vide la
porta aprirsi, ritrovandosi davanti Draco Malfoy. Il ragazzo aveva uno sguardo
cupo, serio, eppure fortemente scosso da qualcosa. Guardò intensamente Areal,
per un attimo con rabbia, poi con desiderio, ed infine con struggente
tristezza. Quando sul suo volto ricomparve quella gelida serietà che lo aveva
caratterizzato durante quei mesi, Areal abbassò gli occhi, sconfitta.
Ma
Draco Malfoy fece qualcosa di a dir poco strano.
Con
pochi grandi passi raggiunse la ragazza, le prese la testa con la mano e le
spinse la forte contro le proprie labbra, baciandola con rabbia e frustrazione.
In fine corse fuori dal locale senza voltarsi più.
-Allora,
andiamo?- le chiese Canni appena arrivata.
Ma
Areal era talmente immobile che sembrava perfino incapace di respirare.
Nei
giorni a venire si sparse la voce che Katie Ball era finita in infermeria, dopo
aver rischiato la morte. Si diceva in giro che la sua amica raccontasse di
averla vista uscire dal bagno dei Tre Manici di Scopa e di aver subito capito
che qualcosa non andava. Pochi minuti dopo Katie apriva il pacco che aveva in
mano e, toccando una collana maledetta, finiva al suolo priva di sensi.
Chi
aveva assistito alla scena parlava di uno spettacolo raccapricciante, dicendo
di aver visto il corpo di Katie alzarsi in volo prima di cadere sulla neve.
I
professori avevano provato a mantenere nascosta la casa ma, per sedare le
domande degli studenti curiosi, alcuni insegnanti avevano rivelato che la povera
Ball era stata costretta dalla maledizione Imperius a
prendere con sé il pacchetto con la collana che l’aveva quasi uccisa.
Nelle
notti a seguire Areal ebbe continui incubi che le toglievano il sonno di notte
ed il respiro di giorno. Continuava a vedere il volto di Draco Malfoy scolpito
dalla rabbia, accompagnato dai suoi occhi freddi ed insensibili. Il ragazzo
brandiva la bacchetta con cui scagliava maledizioni senza perdono contro i suoi
stessi compagni di scuola, ripetendo continuamente qualcosa come: “la missione che ho da compiere”.
Continua…
Grazie
ai lettori, siate gentili, se vi è piaciuto il capitolo lasciate un commento.
Un
saluto speciale a Nocticula_Nott e a BumBj per la recensione ^^
Un
bacio a tutti, al prossimo capitolo.