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Autore: DeaSaga    28/02/2011    2 recensioni
Occhi di ghiaccio.. inepressivi..indifferenti, o forse tristi, colpevoli. Tutto era finito..Ma la fine non è anche l'inizio? Una nuova avventura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LA GIUSTA VIA.

                        
            
Entrai nella capsula sotto il battito delle ali dell’aquila che segnavano l’ingresso nell’ufficio della preside. Non mi voltai indietro, non feci entrare la ragazza prima di me, non avevo intenzione che sentisse ciò che urgeva la mia presenza, nemmeno se si trattasse della cosa più banale del mondo.
Non appena l’aquila sbattè le sue ali, uscì la bacchetta
“Accio bacchetta” urlai. Ed in un momento la sua bacchetta fu nelle mie mani.
“Ma che diavolo fai!” la sentì imprecare
“Colloportus”  dissi di tutta risposta, bloccando la porta in maniera tale che non potesse entrare.
Sorrisi beffardo. Prendermi gioco delle altre persone era sempre stata una mia prerogativa, tornare alle vecchie abitudini non poteva che farmi bene.
“Bene Malfoy” esordì Lumacorno vedendomi entrare nell’ufficio della preside. Aveva nel volto un sorrisino compiaciuto. Non si poteva dire lo stesso di me che, effettivamente, odiavo essere interrotto, soprattutto quando ciò che stavo facendo aveva per me un’importante valenza.
“La Signora preside vorrebbe annunciarle una decisone presa sul suo conto… ma mi scusi” si interruppe improvvisamente
“Dov’è finita la signorina Greengrass? Non è venuta con lei?”
Sorrisi gelidamente.
“Non amo che le conversazioni di carattere privato possano diventare di dominio pubblico professor Lumacorno, non vedo come ciò che mi riguardi possa interessare quella ragazzina.. come ha detto che si chiama?”
Il professore stava per rispondermi ma lo fermai prima che potesse proferir parola.
“Non si scomodi a dirlo, in realtà non ha per me alcuna importanza saperlo”.
La McGranitt, che fino a quel momento era rimasta accomodata sulla sua ampia poltrona, si alzò in piedi, avanzando verso di me.
“Vede Draco” mi disse portandosi le mani dietro la schiena e camminando avanti e indietro proprio di fronte a me.
“ Il fatto è che la sua questione dovrà diventare di dominio pubblico” in quel momento si fermò agitando la bacchetta verso la grande aquila che sorvegliava la porta, bloccata dal mio incantesimo.
“Adesso può entrare signorina Greengrass”
La sagoma della ragazza apparve repentinamente. Mi voltai di scatto a guardare nuovamente la preside, serrando i pugni lungo i fianchi. La sentì affiancarsi a me, probabilmente aveva già alzato lo sguardo sulla mia figura con un’aria soddisfatta, ma di tutta risposta rimasi impassibile, con lo sguardo alto, impaziente solo di uscire da lì.
“Bene” proseguì Lumacorno
“Direi che adesso possiamo proseguire Minerva”
La McGranitt non se lo fece ripetere due volte.
“Bene Draco Malfoy da questo momento in poi sarai prefetto della casa Serpeverde” sgranai gli occhi
“Crediamo che viste le sue innegabili capacità nell’arte della magia, non possiamo che investire lei tra i ragazzi della sua casa di tale privilegio. D’ora in poi sarà il referente e responsabile del dormitorio maschile, mentre, come già annunciato qualche giorno fa, la signorina Greengrass sarà ferente e responsabile del dormitorio femminile, spero che la vostra naturale e necessaria collaborazione sia di vanto e prestigio per la casa Serpeverde, detto questo, se non avete domande da farmi potete andare”.


**********

Lo guardai stranita mentre ascoltava con estrema attenzione le parole della McGranitt. Qualunque studente sarebbe stato fiero, orgoglioso, dell’incarico prestigioso che gli era stato affidato, ma non lui. Una normale serpe avrebbe gioito nella possibilità di bramare ancora più potere di quanto già non fosse in possesso, della superiorità che inevitabilmente avrebbe ottenuto diventando prefetto. Ma non lui, non Draco Malfoy.
Negli anni passati non aveva avuto bisogno di nessuno che lo appoggiasse, di nessun tipo di riconoscimento, di acclamazione esplicita. Aveva sempre ottenuto tutto sin dal suo primo anno, complice il terrore che echeggiava attorno la sua figura per la posizione ambigua e discutibile del padre, il quale non perdeva mai occasione nel mettere in ridicolo, nelle sue costanti visite ad Hogwarts, qualunque studente mezzosangue o non malvagio a sufficienza, impostando al figlio la via da seguire. Aveva regnato incontrastato in tutta Hogwarts per anni, prendendosi gioco e beffa di tutti coloro che appoggiavano il Prescelto, che tessevano le sue lodi, che ripiegavano la loro fiducia in colui che lo stesso Draco aveva soprannominato anni prima lo sfregiato, che aveva scelto di sua volontà l’amicizia di due esseri insignificanti, uno Weasley, la cui famiglia non poteva permettersi nemmeno dei libri se non di seconda mano, ed una mezzosangue, che di magico aveva ben poco nelle vene.
Mi aspettavo una reazione, anche minima, che però non accennava ad arrivare.
“Ci sono altrettanti studenti bravi, non quanto me, ma bravi, scegliete uno di loro” disse improvvisamente.
“Non ho intenzione di fare da balia ad una massa di insignificanti ragazzini. Gradirei solo rimanere per i fatti miei e finire l’anno il più in fretta possibile”
La McGranitt parve rilassata, forse si aspettava una simile risposta
“Credo che la sua poca modestia, signor Malfoy, non possa che apprezzare un simile prestigio. Su..” disse infine la preside spostandosi verso la scrivania e rimanendo in piedi.
“tra poco riprenderanno le lezioni. Stasera a cena verranno dichiarati i prefetti ufficialmente”
Feci per voltarmi e proseguire verso la porta, ma lui parlò ancora.
“Vuole umiliarmi anche lei non è vero professoressa McGranitt? Non le basta sapere che tutto ciò che ero è solo fonte di vergogna, vuole anche distruggere ciò che sono? Le basti sapere che per quanto io ne sappia sono già distrutto, del tutto distrutto. Io non ho più un’identità. Vuole umiliarmi al punto di annullarmi completamente?”
Rimasi impietrita a quelle parole. Era il ragazzo più indisponente, antipatico e poco modesto che avessi mai visto, una serpe, forse la più autentica di tutta la nostra casa, eppure stava mostrando la sua debolezza. Un Serpeverde non l’avrebbe mai fatto. Ma lui non era mai stato come tutti. Credo.
“Signor Malfoy presto capirà che le sto solo facendo un favore, allora potremmo parlare nuovamente e , se vorrà, potrà palesemente insultarmi, fino a quel momento si attenga alle disposizioni. D’altronde..” continuò la McGranitt avvicinandosi
“Lei è sempre stato dalla parte del più forte, o meglio da chi credeva tale” con un movimento di bacchetta apparvero le immagini della stanza della necessità, dove Harry Potter tentava di insegnare Difesa contro le arti oscure, la cui materia era stata solo ridotta a teoria, preparando il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato, con il muro in frantumi ad opera della Umbringe, colei che aveva preso il posto di Silente durante il quinto anno per volere del ministero corrotto, affiancata da Gazza e Draco con un sorriso beffardo e compiaciuto, mentre vedeva nei volti nei suoi compagni da disperazione per le severe punizioni che di lì a poco sarebbero state loro inflitte. Subito dopo apparve Voldemort che dava a Draco il compito di uccidere Silente..
La professoressa spezzò la visione. “Con loro ha sbagliato Draco.. Ma ho la certezza che non abbia sempre errato”
Silenziosamente assistetti ad un’altra visione, un ricordo, sicuramente di Hermione Granger, perché davanti i miei occhi si profilavano diversi duelli, dove Ron Wealsley e Harry Potter erano i protagonisti. Vidi schiantare il padre di Draco, e dietro di lui riconobbi lo stemma della famiglia Malfoy. Dovevano trovarsi nella Villa utilizzata da Voldemort come base per i mangiamorte. Sentì la voce di Bellatrix Lestrange come fosse dietro il mio stesso orecchio, che intimava di chiamare il Signore Oscuro, sicura che, sotto il ricatto di uccidere la Granger, Potter e Wealsley si sarebbero fermati. E così fu. Poi un rumore lancinante, non riuscì a capire cosa stesse accadendo. Weasley era corso incontro alla Granger e Harry Potter era davanti Draco. Malfoy piangeva. Non riuscivo a crederci. Avrebbe potuto schiantare Harry Potter che era momentaneamente senza bacchetta, essendo stato costretto a gettarla sotto le intimidazioni della Lestrange, e come lui Weasley. Ma non lo fece.. Si voltò velocemente verso il padre e, notando che quest’ultimo stava per avvicinarsi, fece finta di opporre resistenza consegnando praticamente le bacchette a Potter.
La visione di fermò e la McGranitt guardò Malfoy seria e preoccupata.
“Adesso deve stare dalla nostra parte, dalla parte di tutta Hogwarts”.

*****

Avevo visto abbastanza. Aveva fatto vedere abbastanza. Mi voltai senza dire una parola, e proseguì al di là dell’aquila, lungo il corridoio. Non ero nulla. E tutto quello che avevo visto, le vision che erano state mostrate ne erano la prova. Non avevo scelto la strada di mio padre, ma non avevo neppure tracciato la mia. Mi ero semplicemente fatto cullare dalla scia degli eventi. Serrai i pugni odiando me stesso. Il senso di colpa stava per infliggere nuovamente la stessa lancinante coltellata in pezzo al petto. La vergogna mi fece bruciare gli occhi mentre aumentavo repentinamente il passo, sperando di giungere il prima possibile alla Sala Comune, prendere pergamena e piuma, e rintanarmi alla Torre di Astronomia. Forse si sarebbero accorti della mia assenza, ma in quel caso ne sarebbero stati sollevati. Tutti.
“Malfoy..” Sentì gridare.
Senza voltarmi continuai a camminare. I passi che sentivo dietro di me accelerarono in maniera cospicua.
“Draco fermati..”
Il mio nome. Nessuno apparte la McGranitt sporadiche volte, aveva pronunciato il mio nome. Mi fermai di colpo e lentamente mi voltai. Non avevo mai guardato fino a quel momento la ragazza che avevo avuto vicino nell’ultima ora. Era visibilmente affaticata per la “corsa”, ed era probabilmente una delle ragazze più particolari che avessi visto negl’ultimi anni. La pelle candida era quasi bianca, segno che era una degna componente dei Serpeverde. I capelli, nero corvino, erano di un mosso accennato, lunghi fin sotto le spalle e rigorosamente tenuti a bada da un fermaglio dietro la nuca? Forse.. Le labbra erano rosse, un rosso ammaliante, provocante, ma la cosa che più mi sconvolse furono gli occhi. Un verde tenue meraviglioso.
Presi il controllo di me e dei miei pensieri.
“Cosa vuoi? Siamo prefetti è vero, ciò non significa che dobbiamo necessariamente interloquire”
Il suo guardò divenne duro, beffardo.
“O sta tranquillo Malfoy non sarò  io a spezzare la tua solitudine, né vorrei sciogliere il tuo mondo di ghiaccio, visto che ti fa tanto piacere, vorrei solo riavere la mia bacchetta”
Senza staccare i miei occhi dai suoi presi la sua bacchetta e gliela porsi. Stranamente non abbassò lo sguardo. Accolse quel gesto come segno di sfida e strappandomi la bacchetta dalle mani e si voltò lentamente. L’avrei lasciata andare se non fosse per il dettaglio delle visione che mi era sfuggito. Non avevo intenzione di divulgare i miei affari per i corridoi. Tutti mi odiavano ed era ciò che mi aspettavo facessero, non volevo compassione, non volevo passare dal carnefice alla vittima, il mio orgoglio non l’avrebbe permesso. Istintivamente l’afferrai per il braccio.
“Che diavolo vuoi!” disse sorpresa.
Mi avvicinai al suo volto guardandola freddamente negli occhi.
“Tu lì dentro non hai visto alcuna visione. O sarà peggio per te”
Mi guardò alzando un sopracciglio avvicinandosi ancora di più a me.
“Non credo tu sia nelle condizioni di ricattare nessuno. Comunque sta tranquillo, sono una serpe, ma primo non sono così viscida, non come te, e secondo non ho intenzione di elevarti a mezzo eroe Malfoy, rimani sempre un traditore, non sei niente Draco Malfoy..”
Mantenni una calma apparente senza lasciar trapelare quel velo di rabbia, tristezza, rassegnazione che albergava in me. Le lasciai il braccio senza indietreggiare.
“Adesso vai, ragazzina”
Mi guardò con un sorriso beffardo prima di rispondermi.
“Primo ho la tua stessa età, ed in caso il ragazzino saresti tu, secondo, se proprio devi chiamarmi il mio nome è Astoria Greengass, ma ti prego, non sciuparlo”.
Così dicendo si voltò definitivamente, scomparendo dietro l’angolo.

Ringrazio per le visite e le recensioni.. Commentate in tanti, ricevere i vostri consigli è un piacere! ;)
 
  
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