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Autore: rune87    28/02/2011    0 recensioni
Terra anno X87. Klonoa è un ammazza-draghi che naviga i cieli sulla nave del Capitano Marlin Nemo e con il suo equipaggio affrontano avventure e disavventure solcando i pianeti nell'universo. ma un giorno arriva una giovane delegata della regina della Terra, per una missione importante e da li inizia l'avventura.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_SECONDO CAPITOLO_

_SECONDO CAPITOLO_



Era arrivato il momento della partenza.

Eravamo rimasti ancora ancorati al porto un paio di ore: in cui ne, io ne la delegata della regina ci eravamo rivolti la parola. L'unico momento in cui si era passato ai saluti obbligatori, ci eravamo bisbigliati: "un imbecille", riferito a me; e "una rintronata" riferito a lei. Ed era finita li. E subito dopo, ognuno era stato richiamato al suo posto di equipaggio. Sentii bestemmiare in varie lingue Siry per via di un vecchio generatore di energia che quel giorno aveva intenzione di scioperare e lasciare tutti senza luce; in seguito a una potente martellata della mia amica, si mise in moto con un forte rombo. Io mi arrampicai sulla vela quadrata che portava al pennone della vela. La usavamo per salire sull'albero e sistemare le vele per i cambi di vento. Mentre i tre ospiti restarono sul ponte principale con Elettra, la quale consigliò di tenersi forte, per via della partenza in atto. Poi si udii il lungo fischio che venne dal ponte di comando. La nave si issò in aria con facilità puntando verso sud del cielo: doveva essere la rotta che Julian, l'addetto cartografo e navigatore, aveva impostato. Poi la nave partì veloce, e io guardai in basso: vidi il professor Kings cadere indietro e atterrare contro la parete che dava alla stiva. Mi misi a ridere, ma mi accorsi che sia la ragazza che il Tenente Addams mi avevano lanciato un'occhiataccia, da raccomandare. Restai zitto per non so quanto.

Era ormai sera quando il tutto si era calmato. In giro per la nave vidi solo Siry correre come suo solito con chiavi e cassette dei ferri per sistemare qualcosa; e il Tenente Addams che ammirava il cielo. Alzai lo sguardo e vidi delle balene azzurrine che ci sorvolavano lentamente, quasi senza sfiorare la nave per paura di romperla. Erano: animali mastodontici, ma innocui, se non li attaccavi per qualche motivo. Il cielo fortunatamente era limpido e puntellato di stelle fredde e argentee. Ecco perchè amavo quella vita da marinaio di cielo: quello spettacolo che dalla Terra non si poteva vedere così limpido, così pulito, un cielo pieno di libertà e speranze. Sentii d'un tratto il richiamo di Bart dalla ricetrasmittente portatile che avevo fissata alla cintura dei jeans...
<cena, ma
Mirella ha cucinato fegato di balena...non ti conviene scendere o dovremo portarti all'obitorio>>
Fegato di balena? Quella donna si che aveva senso dell'umorismo, e anche coraggio a mollare quel genere di cibo con a bordo degli ospiti importanti come la delegata della Regina e il suo piccolo seguito.
<...accuso un leggero mal di stomaco. Non scendo in mensa>>
E sentii la risata divertita di Bart, che poi chiuse il collegamento. Fuggii verso il ponte di poppa, che dava dietro la nave, e vi trovai Siry che mi raggiunse con una scatoletta in mano.
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Mi disse masticando il suo solito pezzo di liquirizia, e dandomi la scatoletta di metallo, che aprii e vi trovai dentro due tramezzini.
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Le scompigliai i capelli come sempre. Era il mio modo per dimostrarle il mio affetto, anche se in passato, in un certo periodo era stato anche un segno per dimostrarle altro. Poi lei mi diede una leggera gomitata...
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E indicò un punto del ponte, su cui vi era poggiata alla fiancata di ferro, la figura della ragazza ospite.
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E mi fece un occhiolino, e la sua famosa mossa dell'uno-due di boxe per prendermi in giro. Anche se, sapeva davvero tirare di boxe. Sbuffai e andai da lei; mentre Siry vide Julian e gli andò dietro: era visibile che era innamorata folle, anche se non lo dava a vedere, e faceva sempre il maschiaccio con tutto e tutti. Arrivato dalla tipa la guardai.
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Lei alzò lo sguardo dal pavimento e mi guardò. Era raggelante e non mi salutò: bell'inizio dissi tra me e me. Poi mi avvicinai a lei, e mi poggiai alla parete che dava sul cielo. Tirai fuori dalla scatoletta di metallo un tramezzino.
<...e non scendere in mensa, te lo sconsiglio o non ne esci viva>>
La ragazza prese il panino e mormorò un "grazie" e io abbozzai un sorriso, prendendo il mio e cominciai a mangiarlo. Dopo un pò sentii la sua voce.
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Mi voltai e la guardai. Aveva detto ciò che mi era parso di sentire? Lei aveva abbassato lo sguardo come un pò imbarazzata.
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Le dissi alzando lo sguardo al cielo. Non vi era una nuvola, e il vento soffiava dolce e portava una brezza profumata e fresca; che faceva gonfiare le vele e la trasportava lungo la rotta giusta, senza bisogno di tutti e due i motori che vi si trovavano nel profondo dello scavo. La ragazza alzò lo sguardo verso il mio stesso punto, e io le allungai una mano...
<la verità. Comunque sono Klonoa Hawkins>>
Lei guardò la mia mano, e la prese in una sua stringendomela.
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Le nostre mani si staccarono e ci guardammo per quasi un minuto negli occhi. Poi si sentii un forte ruggito. Alzai di scatto lo sguardo...
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Chiese Cora guardandosi intorno, con occhi meno sicuri, e un pò agitata...
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Dissi io in tono gelido e molto profondo. Il ruggito ci invase di nuovo, ma fu più potente del secondo: quindi significava che non distava molto dalla nave. Infatti venni raggiunto alla ricetrasmittente dalla voce di Julian...
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Presi in mano la radiolina dalla cintura, e corsi verso il ponte di prua, e guardai il buio davanti a me.
<<è solo?>>
La voce di Julian fu decisiva, anche se io continuavo a scrutare la direzione che più o meno avevo capito.
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Cora mi raggiunse e fece in tempo a vedermi indietreggiare verso la porta che dava alla cabina centrale della nave. Dove uscì Elza una dei macchinisti, che mi diede tra le mani una lunga tavola da snowboard con la punta liscia e arrotondata. Non avevo molto tempo: i ruggiti si stavano facendo sempre più frequenti, e la nave prese a tremare. Il vento si stava facendo più difficile, mentre si udiva l'allarme della nave suonare forte. Presi un grosso respiro e corsi verso la prua. Quando fui ad un metro dalla griglia della fiancata; feci un salto e mi ritrovai a cadere nel vuoto totale e buio. L'aria mi frustava i capelli e la faccia. Ma al momento giusto: misi sotto i piedi con un movimento fulmineo e libero delle mani, la tavola. Dove uno dei miei scarponi aderì in avanti come una ventosa. E con l'altro piede libero diedi un colpo indietro: dal nulla sbucò un motorino sottile, sotto la tavola che rombò leggermente, e mi fece risalire di colpo verso la nave.
<!!>>
Sentii urlare Siry e Bart insieme: quando mi videro risalire dal buiom, e dal silenzio della notte. Mi voltai: li vidi tutti sul ponte di comando. Dalla tasca estrassi una specie di penna, a cui schiaccia un piccolo pulsante: con un piccolo "clack" si allungò; divenendo una grossa falce dalla lama argentata e dal bastone nero, con fiamme argentate lucente. Poi virai la tavola con le gambe, e il motore aumentò di potenza verso i ruggiti. Dopo un paio di minuti di volo veloce, arrivai al punto in cui il radar della nave aveva segnalato l'ostacolo. Ma non vi era nulla.

Intanto sulla nave...

Nel momento in cui Klonoa Hawkins si era buttato dalla prua; mezzo equipaggio aveva abbandonato la sua postazione, per ammirare lo spettacolo che stavano per vedere e sentire. La nave si stava avvicinando all'ostacolo alla velocità del vento: quindi non avrebbe avuto impatti pericolosi, o bisogno di manovre di emergenza. L'unico che era rimasto al suo posto nella cabina di comando, era Marlin Nemo. Era calmo: con occhi freddi e pazienti, stava osservando il tutto dalla grande finestra tonda, che dava sulla prua e su tutti i vari punti della nave. Che solo lui poteva vedere: dato che il suo sedile era il più alto di tutti, e stava su un pavimento di legno sospeso da cui era possibile raggiungerlo tramite una scala. Intanto sul ponte, regnava l'agitazione, ma anche l'eccitazione.
<capito, il ruolo di quel ragazzo signorina Elettra>>
Il professor King si rimise a posto gli occhiali da secchione sul naso, e guardò la donna Colonnello con uno sguardo tra lo stupore e il curioso. La donna non si voltò verso di lui, ma restò calma con le braccia conserte al petto.
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Intanto Cora che si trovava vicino a Siry, si stava chiedendo cosa stava per capitare. Quel ragazzo gli era parso uno strano individuo fin da subito; ma quando lo vide buttarsi giù dalla nave il suo cuore si arrestò per un secondo che le era parso un'eternità. Ma quando Klonoa riemerse dal cielo oscuro riprese quasi il controllo; e ora guardava il ragazzo sospeso in aria, che aspettava qualcosa che lei non capiva.
<>
Le dissi Siry con tranquillità e sicurezza, continuando a masticare il suo bastoncino di liquirizia.



Non riuscivo a capire dov'era finito. Mentre indietreggiavo per avere una visuale più aperta sul posto, sentii qualcosa che mi soffiava contro. Era qualcosa di caldo; poi un ringhio forte mi fece scattare in avanti, e girarmi verso la cosa velocemente. Era un dragone marino: di colore giallo e con occhi rossi sangue.
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Gli dissi, prima che quello mi si buttasse addosso ruggendo e mostrandomi denti, e lingua lunga  biforcuta. Mi feci inseguire, per non averlo accanto al momento dell'attacco finale. Ma, lui mi stava alle calcagna, e per allontanarlo: gli tiravo fendenti con la falce che a volte lo ferivano, a volte no. Poi vidi una via di fuga: un cumolo di nuvole grigie. Mi ci fiondai dentro con un colpo al motore dello snowboard; sparendo ai suoi occhi. Mi bloccai, e mi voltai verso di lui.

ll dragone mi stava cercando disorientato. Era arrivato il momento giusto. Uscii dal cumolo di nuvole, mentre fu distratto dall'arrivo della nave, e gli balzai sopra il collo con la tavola. Lui non ebbe neanche il tempo di rendersi conto, o di prendermi: che feci roteare la falce, e con un fendente dritto e preciso gli recisi la testa. Quest'ultima rotolò verso il cielo. Verso il nulla, sempre più giù, chissà dove. Così fece anche il corpo. Ma il sangue della decapitazione, mi era schizzato addosso, e aveva un odore nauseabondo. Tornai alla nave tra gli altri che urlavano festanti, e i tre ospiti che mi guardavano sorpresi e scioccati allo stesso tempo...
<...
in pratica siamo in mano ad un ragazzino, per sopravvivere ai mostri marini e ai draghi>>
Sibilò la voce del Tenente Addams, che mi guardò schifato, e io feci lo stesso. Mentre scesi dallo snowboard e andai verso la scala che dava alle cabine dell'equipaggio...


Continua...

 

 

 

  
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