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Autore: Flaminia_Kennedy    01/03/2011    2 recensioni
Anno Domini 1191.
E' l'epoca delle Crociate, la Terza per essere precisi.
Riccardo ha con sé una giovane donna, che cambierà per lo più il destino del Re inglese e quello di un uomo, le cui ali spezzate riprenderanno a volare in alto, retto dal credo degli Assassini.
"Nihil est reale, licet omnia...o come dici nella tua lingua -Niente è reale, tutto è lecito"
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo non feci molta fatica a svegliarmi, anche perché la sensazione di una mano menomata sulla testa non era cosa da tutti i giorni.
L’Assassino mi aveva scosso il capo brevemente “è ora di partire” disse lui, forse un po’ scocciato nel portarsi addietro una donna, ma sembrava che il suo ‘amico’ lo avesse praticamente obbligato.
Mi voltò le spalle mentre io tentavo ancora di alzarmi dalla mia posizione seduta e un lamento indolenzito mi uscì dalle labbra a causa della ferita che tirava e doleva.
Altri aspetti dell’Assassino mi salivano agli occhi: leggermente egoista, borioso e arrogante erano i tre sinonimi che mi balzarono alla mente, mentre quello risaliva il muricciolo della fontanella veloce come un’aquila che risaliva una scogliera a precipizio, senza nemmeno sbattere le ali.
Come avrei fatto io, con una spalla ridotta in quello stato, a seguirlo fino alle porte della città? Mi fermai dalla fontana e guardai la parete con astio, i piccoli cornicioni che avevano dato supporto a mani e piedi dell’Assassino sembravano prendermi per i fondelli “d’accordo…” mugugnai scocciata, misi un piede sul bordo della fontana e allungai le mani per tentare la scalata.
Non era poi così difficile, la spalla doleva ma la forza delle mie braccia poco a poco riuscì a tirarmi su fino a metà del muro e potei vedere almeno in parte il torso dell’Assassino.
Mi stava aspettando? Parecchio gentile da parte sua, pensai, mentre mi perdevo a osservare la linea delle sue spalle, quella del cappuccio che di profilo assomigliava alla testa di un rapace.
Il sole era riuscito a squarciare le perenni nubi sopra Acri e i raggi nebulosi andarono a far scintillare l’elsa della sua spada, i piccoli pugnali assicurati nel cinturone sulla schiena assieme a un pugnale che sembrava fatto d’argento.
Non soffiava vento, ma la toga si muoveva dolcemente attorno ai suoi piedi mentre spostava il peso da una parte all’altra per controllare le strade sottostanti.
Tutto in lui mi sussurrava forza, agilità…e le due caratteristiche urlavano assieme la parola LETALE da ogni dove.
Allungai la sinistra e tentai di aggrapparmi al bordo della inusuale uscita di quell’edificio, ma una scarica provenne dalla spalla ferita e inaspettatamente scivolai all’indietro, cadendo di schiena nella fontanella sottostante “Dio mi fulmini se non è vero che è in collera con me!” urlai, alzandomi e guardandomi grondare acqua.
Mentre stavo irosamente strizzando le maniche e i bordi della tonaca, sentii uno sbuffo sopra la mia testa “mi domando perché ti ho lasciata in vita” disse l’Assassino, il suo volto compariva dal quadrato che dava sul cielo e io lo fissai a occhi stretti “me lo domando anche io, Assassino” risposi di rimando e sciaguattai via, nell’altra camera.
Ignorai lo sguardo divertito dell’altro, quello senza un braccio, mentre sentivo l’Assassino borbottare qualcosa contro l’intelligenza femminile “non c’è una dannata scala in questa dannata trappola per lumache??” esclamai, poi mi portai una mano al viso mentre mi appoggiavo contro il tavolo dove la giornata prima ero stata privata della freccia.
Mi ritornarono alla mente i commenti degli altri soldati riguardo a ‘quel mingherlino’ che sarebbe potuto essere una donnicciola, se solo non avesse avuto tanta rabbia in quello sguardo.
Ma cosa ci facevo lì? Non ero adatta a fare il soldato, per quanto avrei potuto metterci.
Non ero un uomo, non possedevo la stessa forza e quello che i miei compatrioti al fronte chiamavano ‘un bel paio di attributi‘.
Iniziai a pensare che se mai fossi uscita da lì avrei detto a mio padre che aveva fatto male a fidarsi.
Non ero forte come pensavo di essere, se al minimo imprevisto il cuore mi cadeva in fondo ai piedi.
Sollevai il viso e guardai lo Sconosciuto-Senza-Braccio sostarmi davanti, una scala lunga pressappoco un metro e mezzo appoggiata alla spalla sana.
Nel silenzio lo guardai e oltre a una piccola lacrima che sostava nell’angolo del mio occhio, si formò anche un sorriso “grazie” sussurrai, allungando una mano verso la scala rudimentale.
“Malik” mi rispose lui, il suo nome era finalmente un punto fermo dal quale partire.
Mi sembrava abbastanza maleducato definirlo un individuo solo per la sua menomazione “grazie, Malik” mi corressi.
L’Assassino non si era mosso dal tetto dell’edificio, che raggiunsi silenziosamente qualche minuto più tardi “Alla buon’ora” mi disse lui, gli occhi ancora coperti dall’ombra del cappuccio, prima di darmi le spalle e prendere una breve rincorsa prima di saltare da un tetto all’altro, atterrando sofficemente sui soffitti piatti di terra battuta ed essiccata dal sole, in punta di piedi su delle travi di legno.
Nonostante fossi a terra in fatto di emozioni e con una spalla che aveva preso a pulsare sotto il debole sole di Acri, dovetti riconoscere che quell’Assassino si stava scavando una fossa nella mia mente.

Con un po’ di difficoltà riuscii a tenere il passo dell’Assassino e prima che il sole compisse mezzo del suo arco nel cielo, raggiungemmo le porte di Acri.
Avevamo percorso un tratto delle mura della città -l’Assassino aveva ucciso e nascosto le poche guardie che stavano facendo la ronda in quel momento- e quando venne il momento di scendere, lui fece un passo sul basso parapetto della muraglia di cinta “che vuoi fare??” chiesi e l’Assassino si voltò, per la prima volta un ghignetto gli deformava le labbra.
La cicatrice divenne un po’ più chiara in quello storcimento di labbra “no…non avrai intenzione di…” venni interrotta dal suo braccio che mi afferrò come una morsa per la vita, l’aria che avevo nei polmoni venne espulsa in un attimo e senza che capissi come stavamo volando.
Il fruscio del vento nelle orecchie e nelle vesti bianche dell’Assassino mi confuse ancora di più, perché nel salto verso l’esterno delle mura girammo di schiena verso la terra, o almeno così riuscii a capire.
Improvvisamente avevo visto il cielo coperto di nubi, il bordo del muraglione dove poco prima eravamo e qualche bandiera sventolare, poi l’atterraggio nel morbido mi fece sussultare: se avessi respirato durante quell’acrobatico salto, in quel momento avrei urlato.
Era pazzo, pazzo da legare…un matto suicida, altro che Assassino!
La mano priva di un dito si posò un po’ rudemente sulle labbra mentre l’uomo acquattato nel fieno scrutava l’esterno tra una pagliuzza e l’altra.
Eravamo invisibili, eppure potevamo vedere le guardie pattugliare annoiate per il piccolo mercato esterno alla città.
Mi accorsi solo dopo qualche secondo che non stavo respirando, così velocemente alzai le mani per allontanare la sua e prendere un profondo e silenzioso respiro, pieno di quel buon odore che solamente il fieno poteva avere.
Qualche cavallo guardò il mucchio di paglia, ma con una scrollata di coda decise d’ignorarci e ritornare a brucare quello che aveva nella mangiatoia “c-cosa…?” tentai di chiedere in un sussurro, ma l’uomo sfuggì alla domanda uscendo dal covone e dirigendosi verso un paio di cavalli lasciati liberi, uno bigio e uno color avorio.
Lo seguii borbottando maledizioni tra me e me: stavo iniziando a odiare il dolore alla scapola.
Odiavo le frecce e odiavo gli Assassini, dannazione a lui.



Eccoci ritornati ad Acri! Sempre tempo curioso in quella città, ma ogni tanto il sole deve splendere! -E illuminare un Assassino preso a caso xD-. Non picchiatemi, il capitolo era un po' corto, lo ammetto v.v

Zazzy: Mi fa piacere sapere che ho uno stile riconoscibile XD Mi sono divertita anche io a scrivere quel chapter, ma in testa ho già il finale, quindi mi sa che il meglio lo darò solo in quello grazie anche ad alcune pic che ho trovato girovagando per internet XP

BumBj:Ahaha ok, la tua recensione mi ha fatta scompisciare xDD Beh si, perchè Altair è un arrogante rompiscatole e il massimo della sua dolcezza è guardarti un po' meno male del solito xD Però prima o poi l'amore arriva. Perchè, chi scrive che Altair è un galantuomo? O.o Si che ha risparmiato Maria nel gioco...ma prima l'ha mazzuolata di botte, eh! xD Grazie per i complimentoni ^^

Lady_Kadar: Malik proprio secondario non lo sarà, diciamo che sarà il classico amico che tenta di non far scoppiare casini tra i due xD Beh, una che dal palazzo è passata al fronte, direi che qualche trauma lo deve pur subire, soprattutto in presenza d'un così prestante omo qual'è l'Assassino in questione! XD Grazie per la recensione! :D
   
 
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