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Autore: Nyappy    01/03/2011    2 recensioni
Mer'n è un'Errante, una tatuatrice che vaga per le regioni del Bahtikka assieme alla sorella Lee'a, che una maledizione ha trasformato in un cane.
Quando iniziano a sparire delle ragazze, Mer'n è quasi sicura che la sorella rimarrà sempre vicina a lei, scodinzolando placidamente.
Quindi, ovviamente, viene rapita, e a Mer'n non resta che andare alla sua ricerca, in un mondo dove la magia non è nascosta e le foreste sono dotate di volontà propria.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il “centro informazioni” di Honi era la bettola Pepita, un locale scuro e piuttosto sporco che non aveva nulla della colorata e vivace città che Mer’n aveva appena visitato.
Al confronto persino la taverna Corallo era una reggia…
Attesero per poco all’entrata, e quasi subito l’oste guercio li fece accomodare in una saletta più pulita del corridoio stretto che avevano percorso.
Era impaziente di fare a Nahël e Sam’yr un bel po’ di domande, ma l’uomo l’anticipò.
-Aspetta.-, si sedette sull’unica poltroncina, scivolando in modo da essere quasi sdraiato, e le due lo imitarono sedendosi in modo più ordinato sul morbido divano.
-Vai, o rischi di esplodere.-
-Perché capisco la lingua di Honir ma non riesco a parlarla?-, Mer’n iniziò infastidita da quello che sembrava un incantesimo eseguito a metà.
-E io che ne so?-, fu la sconvolgente risposta dell’uomo.
-Sì che lo sai, quando te ne sei andato per gli affari tuoi mi hai fatto un incantesimo.-, replicò Mer’n con cocciutaggine.
-Ti pare? Se fossi uno stregone non sarei certo qui a darti spiegazioni.-, le disse prima di aggiungere quasi sovrappensiero: -E togliti quello scialle giallo.-
Mer’n chinò il capo per osservare meglio la stoffa color canarino che le cingeva la vita.
Perché doveva toglierlo? Era un vecchio regalo di uno stregone, e questo le aveva assicurato che con quell’indumento addosso avrebbe ricevuto protezione e fortuna…
-Mi piace lì dov’è.-, Mer’n accarezzò la stoffa gialla, lisciandone le pieghe.
-Fai come vuoi.-
-E tu cos’hai fatto mentre io mi perdevo in città? Cose da stregoni?-
Nahël si stropicciò gli occhi, -Affari miei. Vedo che comunque hai portato la ragazza.-
-Certo!-, Mer’n era scandalizzata, -Che facevo, la lasciavo da sola a vagare per una città sconosciuta?-
Sam’yr le sorrise riconoscente, mentre Nahël alzò gli occhi al cielo. Sorelle maggiori…
-Comunque, hai fatto bene, ho proprio la persona che serve a tutti e tre. Nikka, puoi entrare.-
Nikka? Mer’n conosceva quel nome di fama. Non era quel mago errante che vagava per il mondo a distribuire consigli e sciogliere maledizioni?
Nella stanzetta entrò un uomo sulla quarantina, completamente avvolto in un mantello color panna, l’espressione gioviale ed il passo baldanzoso.
-Ehilà.-, diede una pacca sulla spalla a Nahël, che lo presentò: -Lui è Nikka, benefattore a tempo perso.-
-E tu sei sempre il solito pagliaccio, vero?-, Nikka imitò scherzoso il tono dell’amico, strappando un sorriso alle due sul divano.
-Oh, donna affascinante, così tu sei Mer’n. Piacere mio, ti vedo bene!-, e le strinse la mano calorosamente. Mer’n non era molto sorpresa del fatto che conoscesse il suo nome: probabilmente aveva incontrato Nahël prima e questo gli aveva raccontato tutto.
-Il fior di miele vicino a te invece è circondato da una brutta aura Che brutta, brutta maledizione. Farò il possibile.-, e strinse la mano anche a Sam’yr.
-Sai da dove viene quella maledizione.-, dalla sua poltroncina Nahël si girò su un fianco per osservare meglio i tre.
-L’harem dello stregone, si. Non sono andato a vedere di persona, ma girano voci piuttosto confuse. E non fare quella faccia!-, che faccia stava facendo Nahël? Mer’n si voltò per guardarlo, ma non fece in tempo: l’espressione dell’uomo era tornata la solita.
-Allora, fior di miele, tu hai la priorità. Prova a parlare mentre sciolgo la maledizione. Se è in tensione dovrei metterci di meno.-, suggerì Nikka.
Sam’yr annuì, iniziando a storcere la bocca e scuotere il capo, proprio come aveva fatto in precedenza con Mer’n. Nel frattempo Nikka aveva iniziato a cantilenare strane parole a mani giunte, quasi come se pregasse.
Dopo un paio di minuti il canto cessò, e Sam’yr…
-E’ pieno d’oro, e i suoi capelli neri… ah!-
-Attenta, fior di miele. Questa donna sta per assalirti con una marea di domande!-, l’avvisò scherzoso il mago.

-Primo, cos’è un harem?-, aveva chiesto ai due uomini, incuriosita da quella parola sconosciuta.
-Un gineceo, la residenza delle… donne? Sì, le donne dello stregone.-, le aveva spiegato Nikka scambiando un fugace cenno d’intesa con Nahël, che sembrava essere diventato all’improvviso di cattivo umore. Non era certo necessario spiegarle anche tutte le implicazioni del termine.
Sam’yr le descrisse quel luogo, e Mer’n ebbe la conferma di averlo sognato quella notte, anche se serbò per sé quei pensieri.
La ragazza era stata una delle ultime ad essere condotta lì, e non conosceva tutte: erano più di duecento.
-Hai visto per caso una ragazza di nome Lee’a? Sta bene?-, continuò Mer’n preoccupata.
-La vedevo poco, era sempre rinchiusa in punizione.-
Se da cane era pigra e dormigliona, una volta tornata umana aveva ripreso ad essere la solita pestifera, ed era piuttosto battagliera con i servi-ombra dell’harem. Girava voce che appena sciolta la maledizione che l’aveva costretta in forma animale per tanto tempo aveva steso cinque servi-ombra e aveva tentato di fuggire assieme ad un gruppo di altre ragazze, ed un intera squadra di servitori era stata mandata a recuperarle.
-Che assurdità.-, sospirò Mer’n, -Lee’a non è pericolosa, è solo stressante.-
Poi chiese a Sam’yr perché le avessero rapite, ma la ragazza aveva idee piuttosto confuse a riguardo.
Ogni tanto venivano portate in un grande salone, ed un ragazzo dalla pelle scura e lunghi capelli neri stava per ore ad osservarle senza dire nemmeno una parola, dall’alto del suo scranno dorato.
Doveva essere il fratello di Yenn, la donna vestita elegantemente che prendeva ogni giorno il the con tutte loro, straziandole con lunghi monologhi sul giardinaggio, sul cibo e sugli uomini.
Se qualcuna non riusciva a fingere di apprezzarla veniva punita, costretta ad innaffiare per tutto il pomeriggio il giardino porticato o stando rinchiusa in una stanza buia, completamente sola.
Lee’a era particolarmente affezionata all’ultima punizione, a quanto diceva Sam’yr.
-Yenn e Thiem, capisco.-, Nahël era più cupo che mai, -E i servi-ombra! Vuol un famiglio.-
Nikka annuì alle parole dell’amico, che Mer’n non aveva capito.
I famigli non erano quegli umani al servizio degli stregoni che potevano cambiare forma e diventare animali?
-Un famiglio?-
-Ma certo. Thiem, quello del trono, ha rapito tutte quelle ragazze perché vuole avere scelta, e Yenn sta al suo gioco.-
Ma come faceva Nahël a sapere tutte quelle cose?
-Ha preso persone con caratteristiche curiose ma innocue.-, interloquì Nikka, -Mer’n, tua sorella era maledetta. Fior di miele, tu sei incredibile nella corsa.-
Così Sam’yr era riuscita a scappare correndo?
-Ma cosa dobbiamo fare per liberarle?-, Mer’n puntò dritta al sodo.
-Quei due non sono pericolosi, basterà andare là ed inventare qualcosa.-, rispose Nahël con tono annoiato.
Ma come? Non era lui quello del piano e del conoscere i punti deboli?
-Fior di miele, meglio che tu vada a casa.-, intervenne Nikka. Dopo che Sam’yr li ebbe ringraziati, lo stregone le fece fare una piroetta e sparì in uno sbuffo di fumo.
-Hai fatto bene a non chiederle com’è scappata, ha avuto delle disavventure con gli scarichi del palazzo.-, sbadigliò Nahël.
Mer’n si coprì la bocca con le mani. Diavolo, era vero! Era stata davvero meschina a farle tutte quelle domande e non interessarsi della sua fuga.
-Non aveva comunque voglia di parlarne. La foresta l’ha aiutata.-, Nikka si sistemò il mantello, lanciando un’occhiata strana a Nahël.
-La foresta aiuta chi è in difficoltà. Grazie di tutto Nikka.-
Il mago sparì in uno sbuffo di fumo come Sam’yr, strizzando l’occhio a Mer’n.

A Honi giravano poche persone tatuate, il che non era esattamente un bene.
Seduta su un tappeto con il braccio sinistro e la pancia ben in vista -su cui erano tatuate delle fiamme blu ed un loto dello stesso colore- Mer'n sorrideva ai passanti mostrando loro i disegni delle foglie che
aveva fatto e... la sua lama. Vicino a lei, Nahël giocherellava con delle palline colorate senza particolare entusiasmo.
-Che allegria! Il tuo mestiere non è far ridere?-, lo riprese Mer'n mentre iniziava ad incidere la pelle del suo primo cliente, un uomo nerboruto che le aveva chiesto una foglia sull'avambraccio.
--Non ne ho voglia.-, fu la scontrosa risposta.
Il buffone aveva accettato controvoglia di fermarsi nella capitale per un altro giorno, ma Mer'n era stata irremovibile: avevano bisogno di soldi per mangiare.
Assurdo come l'uomo in rosso riuscisse a sopportare fame e sete senza lamentarsi, per una volta.
-Comunque sei strana, tu. La tua professione è ferire gli altri.-
-I tatuaggi non sono ferite, sono arte.-, ribattè allegramente Mer'n salutando l'uomo dolorante ma soddisfatto che le aveva lasciato due pezzi d'argento in mano.
-Come no. Se vai avanti di questo passo ci metterai una settimana per un pezzo d'oro.-
-E allora lavora anche tu!-

Sera :D ringrazio thewhitelady per la recensione! Nahël è ambiguo xD ho voluto trattarlo così apposta, poveraccio. Però in fondo -forse- non è cattivo xD Preferiti? *-* uh, grazie! Spero che questo non ti abbia delusa!
Leider ja, lerne ich Deutsch seit sieben Jahre... und du? xD
Sono stata un po' cattiva con Sam'yr e gli scarichi. Insomma, ecco... però è fior di miele :) mi piaceva troppo come espressione!
A tutti quelli che leggono e non commentano: su, non siete timidi, non mi offendo se mi dite che ne pensate :D
Nyappy
   
 
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