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Autore: Sereko    05/03/2011    11 recensioni
Edward Cullen,figlio di uno dei più ricchi banchieri d'America,ha una vita perfetta:Un lavoro che ama;una donna stupenda;una casa fantastica e auto lussuose.Edward Cullen ha una vita perfetta.Eppure non è felice.
Bella Swan,figlia di un noto avvocato,ha una vita perfetta :un lavoro che ama;un uomo che adora e amici stupendi.Bella Swan ha una vita perfetta. E non potrebbe chiedere di più.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come potete vedere ho cambiato nick. Sereko mi piace di più.
 
Il precedente capitolo nove è stato fuso con l’otto. Le vostre recensioni sono state spostate ma ci sono sempre.
 
ATTENZIONE: tutto quello che è successo,succede e succederà è stato già deciso quando ho scritto la trama della storia,ben otto mesi fa. Niente improvvisazioni dunque. Ci tenevo a precisarlo.
 
 
Buona lettura.
 
 
 

Capitolo nove

 
 
 
 
 
EPOV
 
 
A svegliarmi fu la luce del sole che filtrava tra le tende. Di solito Bella le chiudeva bene,quasi si isolava ermeticamente dal mondo esterno per evitare che la luce la disturbasse,ma questa volta ero stato io a chiudere la finestra e a quanto pare non avevo fatto un buon lavoro.
 
Prima che Bella potesse svegliarsi ,mi alzai dal letto e diedi un piccolo strattone alla tenda,eliminando quel piccolo e fastidioso spiraglio di luce.
 
Sbadigliando feci la strada verso il letto in punta di piedi e ,stando attento a non dare scossoni al materasso,mi ricoricai. Affondai la testa sul cuscino e mi lasciai sfuggire un piccolo sospiro soddisfatto. Non avevo problemi a svegliarmi presto ma, Dio se non mi piaceva stare a letto,rilassarmi e cullarmi in quello stato di piacevole dormiveglia che precede il sonno.
 
Bella scelse quel momento per girarsi,tirandomi un calcio sulla gamba e facendo ballare tutto il letto. Una ragazza così piccole e dolce,e a letto era una furia.
In più di un senso.
 
Mi massaggiai distrattamente la gamba con l’altro piede,poi mi stiracchiai ,gemendo leggermente alla stupenda sensazione dei muscoli che si allungavano,e mi voltai sul fianco sinistro,pronto a riaddormentarmi.
 
Prima però che il sonno potesse arrivare,nella mia mente vidi rapidi flash di ciò che era successo ieri sera,e feci una smorfia.
 
Sentii il cuore iniziare a battere più veloce,seguito dall’ormai familiare stretta allo stomaco,quella sensazione che mi prendeva sempre quando ero in ansia per qualcosa.
 
Ed era qualcosa di grosso in questo caso. Non la semplice paura che arriva prima di un esame o un colloquio,no. Qui si trattava della mia vita,del mio matrimonio,della mia relazione con Bella . C’erano davvero una sacco di cose nel piatto ed io sapevo benissimo che non avevo giocato bene le mie carte. E di Jolly non ce n’era nemmeno l’ombra.
 
Rotolai sulla schiena e fissai il soffitto,con le mane incrociate sullo stomaco. Alice diceva sempre che sembravo un morto quando stavo così. E non c’era da darle torto. Da ragazzo avevo l’abitudine di dormire sulla schiena,con le mani incrociate sulla pancia e le gambe dritte,con le caviglie incrociate. Una mattina mi svegliai con un paio di fiori fra le mani. Li aveva messi Alice,insieme ad un foglio con la scritta “Edward Cullen, figlio,fratello,amico amato” . Nostra madre non aveva affatto gradito lo scherzo ,ma noi due ne ridemmo per giorni.
 
Scossi la testa infastidito. Altro mio difetto – fra i mille che erano venuti fuori in questo ultimo periodo – tendere a divagare e tergiversare per evitare di affrontare un problema.
Ero sempre stato una persona molto razionale in passato,che prima di ogni azione valutava i pro e i contro,che eseguiva una serie di indagini prima di effettuare un acquisto ( ricordo che una volta impiegai quattro mesi per comprare un cellulare perché prima volevo sapere se c’erano modelli che erano migliori in rapporto qualità-prezzo ) si preparava i discorsi prima di parlare (anche nelle situazioni in cui non occorreva preparare discorsi,ma la cosa mi faceva sentire più tranquillo) ma da sei mesi a questa parte le cose sembravano essere cambiate.
 
Da persona accorta,razionale,sempre attenta a che tutto andasse secondo i piani,che pianificava la propria vita sin nei minimi dettagli, ero diventato … beh,tutto l’opposto.
 
E la cosa assurda era che non me n’ero reso realmente conto fino ad ora. Non mi ero accorto di essere diverso,di aver iniziato ad essere più spontaneo,meno razionale.
 
Beh,non troppo meno razionale, continuavo sempre a valutare le situazioni,ma ora ero più rilassato.
 
Kate ed Alice se n’erano accorte? O era un cambiamento intimo,qualcosa di visibile solo dall’interno?
 
Cercai un segno,un’azione che avesse potuto far vedere a qualcun altro che il maniaco del controllo Edward Cullen , era cambiato. Ripensai alle frasi e agli atteggiamenti degli ultimi sei mesi, ma non trovai nulla.
 
Esternamente,con la mia famiglia e Kate almeno,ero sempre lo stesso.
 
La differenza era palese solo quando mi trovavo in presenza di Bella.
 
Era come se ci fosse un pulsante,qualcosa che spegneva e accendeva una parte di me. Come se in me vivessero due persone. Una,il marito della figlia del prestigioso bancario,insegnante di Matematica e figlio del proprietario della Cullen Bank.
E l’altra, il romantico e apparentemente spensierato fidanzato di Bella,proprietaria di una libreria a National City.
 
Un Clark Kent versione marito adultero.  
 
Avrei anche potuto vantarmi della mia bravura,se non si fosse trattata di una questione così seria. Che c’è da vantarsi nel fatto di non essere un marito fedele e ,sostanzialmente,un gran bugiardo? Meno di niente.
 
Bella accanto a me fece un piccolo sbuffo e mi voltai a guardarla. Stava ancora dormendo. La vidi agitarsi un po’ e spostai le gambe di lato. In quel momento iniziò a girarsi,rimbalzando su e giù sul letto. Quando trovò una posizione comoda si fermò,e tornò silenziosa e placida come un bambino.
 
Scuotendo un po’ la testa riportai le gambe alla loro posizione originaria. Ormai avevo capito quando era il caso di allontanarsi dal raggio di azione dei suoi piedi. Imparavo in fretta.
 
Feci un altro sospiro. Mi ero messo ancora a divagare.
 
Ripensai brevemente a quanto successo la sera prima,ed arrivai alla conclusione che c’era davvero poco su cui riflettere. La decisione era già presa,dovevo solo comunicarla a Kate.
Ormai non aveva senso continuare a rimandare,così avrei fatto in modo di dirle tutto prima di pranzo. Anzi,avrei dovuto essere a casa in mattinata,visto che lei aveva lezione intorno alle 13.00 . L’idea di rimandare anche solo a questa sera mi irritava profondamente.
 
La sveglia sul comodino di Bella iniziò a suonare,facendomi prendere un mezzo infarto.
Mi sporsi oltre il suo corpo per spegnerla e quanto abbassai lo sguardo la trovai a fissarmi.
 
Più o meno.
 
Aveva un’espressione buffa,con il viso un po’ arrossato,i capelli scompigliati e gli occhi ancora mezzi chiusi.
 
<< Mgiorno >> biascicò sorridendo.
 
<< ‘giorno >> risposi a bassa voce. Mi chinai a darle un bacio sulla guancia.  << Dormito bene? >>
 
<< Mh-Mh >> annuì ,sorridendo sonnacchiosa.
 
<< Devi andare a lavoro? Ti preparo la colazione? >>
 
Mi guardò pensierosa per alcuni istanti,con l’espressione di chi cerca di risolvere a mente un difficilissimo logaritmo. Poi la sua espressione si rischiarò e tornò a sorridere.
 
<< No,che ne dici di rimanere a letto a farci le coccole? >> si strinse a me, strofinando il viso contro la maglietta che mi aveva prestato per dormire << Posso lasciare la Libreria
chiusa per ora. Chi se ne frega! >>
 
Sorrisi,cercando di trattenere la risata. Era leggermente incoerente. Sicuramente ancora mezza addormentata. Le strofinai la schiena con una mano.
 
<< Ora non posso. Devo andare a sbrigare alcune cose a casa. Che ne dici però di pranzare insieme? Credo di poter affermare ,con una precisione quasi assoluta ,di poter  passare il resto della giornata con te >>
 
La sentii annuire contro il petto.
 
<< Ok >> sussurrai. Forse era meglio lasciarla dormire ancora un po’,non mi sembrava molto attiva. << Allora io vado,così torno prima. Okay? >>
 
<< Mmmkay >> mormorò.
 
Sorrisi e le diedi un altro bacio sulla guancia,quindi mi districai dal suo abbraccio e andai a prendere i vestiti dalla sedia.
 
<< Ora vado. Ci vediamo più tardi amore >> le sussurrai quando fui pronto.
 
Era coricata a pancia in giù,con il viso per metà sprofondato nel cuscino e il lenzuolo attorcigliato in vita. Mi guardò aprendo solo un occhio e sorrise << Ciao >>
 
<< Ciao. Ti amo >>
 
La sua risposta fu soltanto un mormorio indistinto.
 
Con ancora il sorriso sulle labbra uscii dalla camera da letto ,richiudendomi piano la porta alle spalle.
 
Quando uscii dal palazzo ,raggiunsi la macchina e mi fermai un istante sul marciapiede,guardandola pensieroso.
 
La valigia con i vestiti era ancora nel portabagagli. Magari al ritorno avrei potuto chiedere a Bella se potevo portare alcuni vestiti da lei … o era ancora presto?
 
Feci roteare le chiavi intorno al dito due volte,prima di decidermi. Gliene avrei parlato a pranzo. Niente di troppo impegnativo,solo un paio di vestiti giusto per potermi cambiare, così da poter andare direttamente a lavoro la mattina seguente. Ero sicuro che non le sarebbe dispiaciuto.
 
Annuii tra me e me e sbloccai l’auto. Mi misi al posto di guida e richiusi lo sportello. Prima che potessi mettere la cintura di sicurezza ,squillò il cellulare. Diedi una rapida occhiata all’orologio sul cruscotto e mi accigliai. Chi mi chiamava alle sette e mezza del mattino?
 
<< Pronto? >>
 
<< Dove. Diavolo. Sei? >>
 
<< Alice? >>
 
<< Sì,genio,Alice. Chi ti aspettavi? Allora,dove diavolo sei? >>
 
Scostai il cellulare e guardai lo schermo. Numero Privato.  Lo riportai all’orecchio.
 
<< Ma da dove chiami? >>
 
<< Senti,tua moglie mi ha svegliata all’alba ,in un giorno in cui avrei potuto finalmente dormire , per sapere se suo marito ,tu,se non ti fosse chiaro,stesse dormendo e che avrebbe voluto parlargli. Immagina la mia sorpresa quando mi ha detto che le avevi detto che avresti dormito da me e invece tu a me hai detto che avresti dormito fuori. Quindi te lo ripeto. Dove cazzo sei? >>
 
Serrai forte gli occhi e lasciai andare un sospiro. Non mi ero nemmeno reso conto di aver trattenuto il fiato.
 
<< Edward! >>
 
<< Cosa le hai detto? >>
 
La sentii sospirare << Che stavi dormendo e non volevo svegliarti,che quando ti saresti alzato saresti tornato a casa e avreste parlato. Edward,ti ho parato il culo,ma vorrei sapere perché. E vorrei sapere perché non mi hai detto la verità >>
 
Sembrava abbattuta e mi sentii male al pensiero di averla resa triste.
 
Ecco che i nodi vengono al pettine.
 
Mi passai le dita sulla fronte,come a voler stirare la pelle,poi lasciai andare la testa contro il sedile.
 
<< Mi dispiace. Posso … magari ti spiego tutto più tardi va bene? Parlo con Kate … sistemo alcune cose e ti spiego tutto. >>
 
<< Voglio tutta la verità Edward. Non ti ho chiesto niente fino ad ora perché rispettavo il tuo silenzio,ma se ti devo coprire le spalle,se devo dire delle bugie per te,vorrei almeno sapere il motivo. Vorrei sapere cosa sto coprendo. Me lo devi. >>
 
<< Lo so >>
 
Rimase in silenzio per quella che parve un’eternità. Sentivo solo il suo respiro lieve distorto dal telefono. Accanto a me sfrecciò veloce una moto. Ne seguì la scia con lo sguardo.
Alla fine la sentii rilasciare un lungo sospiro e riprese a parlare.
 
<< Va bene >>
 
<< Grazie Ali >>
 
A rispondermi fu solo il tu-tu del telefono.
 
Aveva riattaccato.
 
Gettai il Blackberry sul sedile accanto e imprecai.
 
Era tutta colpa di Kate. Tutta colpa sua. Se non avesse chiamato Alice avrei potuto sistemare tutto senza creare grossi problemi. Ora invece mia sorella era sicuramente arrabbiata,o peggio,ferita a causa di ciò che era successo.
 
Vaffanculo Vaffanculo Vaffanculo.
 
Misi in moto e accelerai di botto,facendo fare un brusco balzo in avanti alla macchina,che ringhiò come per protesta.
 
La strada sotto di me scorreva veloce e i palazzi si susseguivano in maniera rapida.
Premetti con maggiore forza sull’acceleratore. Dovevo arrivare a casa prima che Kate facesse altri danni.
 
 
 

§

 
 
Quando aprii la porta di casa erano da poco passate le otto.
 
Il salotto era appena rischiarato dalla luce del solo e l’unico rumore nella casa era costituito dal ronzio del frigorifero.
 
Rimasi un attimo sulla soglia a guardarmi intorno.
 
A sinistra i divani di pelle,comodi ma terribilmente caldi d’estate. Il tavolinetto di legno scuro,di quel colore che faceva subito notare se vi si posava della polvere e che quindi doveva essere spolverato ogni giorno,cosa che Kate odiava e per questo diceva sempre che al più presto avremmo dovuto cambiarlo.
 
La parete attrezzata con la tv,i libri ed alcuni soprammobili (più che altro cianfrusaglie inutili che avevamo ricevuto per il matrimonio ,compleanni e anniversari. ) .
 
Mi chiesi se sarebbe stata l’ultima (o una delle ultime) volta che avrei rivisto tutto questo. La casa sarebbe andata a Kate,no? Succedeva sempre così,la casa la prendevano sempre le mogli.
 
Mi avvicinai alla finestra del salotto e sbirciai fuori. La vista era davvero molto bella. Vicini al mare ma non troppo. Una posizione perfetta,sia per abitarci che per crescerci dei figli.
 
Figli. Meno male che non ne avevamo mai avuti. Avevo chiesto a Kate ,anni fa,se avessimo potuto iniziare a provare ad averne uno. Era stata un po’ reticente all’inizio,ma aveva ceduto. Due anni e mezzo e nessun test positivo.
 
A pensarci bene,ora col senno di poi,non era stato poi male. Con dei figli le cose sarebbero state più complicare,più difficili,più dolorose.
 
Forse con un figlio non avrei nemmeno preso in considerazione l’idea di tradire Kate con Bella. Forse nemmeno ci sarei entrato quel giorno in Libreria,non mi sarei mai fatto avanti,non avrei iniziato a fantasticare,a mentire,a sperare,a sognare …
 
Sentii un leggero suono di passi dal piano di sopra e mi spostai dalla finestra. Kate doveva essere sveglia. Mi avviai verso le scale e mi fermai sul primo gradino.
 
Diedi un’ultima occhiata alla stanza e percepii un vuoto allo stomaco.
 
Indipendentemente da tutto,non sarebbe stato affatto semplice lasciarsi tutto questo alle spalle. Non sarebbe stato semplice,né indolore,dire addio ad un pezzo della mia vita.
 
Con un ultimo sospiro diedi le spalle alla stanza e mi diressi al piano superiore.
 
Trovai la camera da letto vuota. Il letto era disfatto ma di Kate nemmeno l’ombra. Stavo quasi per andarmene quando sentii il mobiletto del bagno chiudersi.
 
Inspirai per darmi coraggio ed entrai,dirigendomi verso il bagno.
 
La trovai davanti lo specchio,avvolta solo con un asciugamano ed intenta a truccarsi.
 
Mi ero aspettato un atteggiamento simile a quello della sera precedente : urla,pianti,strattoni,domande. Invece si limitò a lasciarmi solo un’occhiata di sbieco e a continuare a fare ciò che stava facendo.
 
<< Alice mi ha detto che l’hai chiamata >>
 
Prese un tubetto ed uscii un pettinino nero,che passò sulle ciglia. << Mh-Mh >>
 
<< Senti … >> Presi fiato e mi passai una mano fra i capelli. Tolto il dente tolto il dolore.
 
<< Dovremmo parlare. Devo parlarti ... >>
 
<< Sì, dovremmo >> posò il tubetto dentro una piccola borsetta sopra il lavello e si voltò completamente per guardarmi . << Se permetti però vorrei iniziare io. >>
 
Strinsi le labbra e la guardai per qualche secondo,infine annuii.
 
Incrociò le braccia al petto e alzò il mento. Non sembrava affatto la stessa persone di ieri,la stessa persona sconfitta e disperata che la sera prima mi aveva pregato di rimanere. No,la Kate che avevo davanti sembrava tutta un’altra persona. Aveva un’espressione soddisfatta,quasi vittoriosa.
 
Il cuore mi balzò in gola quando mi resi conto che cosa avrebbe potuto causare uno sguardo del genere.
 
 Bella.
 
<< Sono incinta. >>


 
Beh …
 
Cazzo!
 
 
 
 
 
 
Sono sicura che non ve lo aspettavate!
Come detto sopra,tutto quello che succede,è successo e succederà è stato già deciso a Luglio,quando ho scritto la trama per questa storia. Niente cambiamenti durante il percorso dunque,è già stato tutto programmato.
 
Piccole curiosità: Per il modo in cui dorme Bella mi sono ispirata a me. Quando mi giro faccio un macello,e mia sorella lo sa bene u.u D’estate assumo anche la stessa posizione di Edward,quella da “Morto”. Sto comoda ù.ù
 
Al solito,nel mio profilo trovate tutti i link.
 
A presto!
 
  
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