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Autore: Dreaming_Archer    06/03/2011    3 recensioni
Le antiche leggende narrano che fin dall’inizio dei tempi, il mondo era governato da due entità: lo Splendente, il creatore; e l’Oscuro, il devastatore. Un tempo, il Regno era governato da re Mohran, un re né migliore né peggiore di altri, ma che aveva un oscuro e profondo desiderio: l’onnipotenza.
La magia entrò a far parte del mondo degli umani, ma fu usata per il male.
Da questo punto nasce la storia di Kay, un cavaliere obbligato a tradire la propria patria per salvare la sua famiglia. Ma ha la magia dalla sua parte, e cercherà di usarla nel modo migliore.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Oscura Parvenza - prologo - il potere che conduce al male

L’Oscura Parvenza

-Prologo-

Il potere che conduce al male

Le antiche leggende narrano che fin dall’inizio dei tempi, il mondo era governato da due entità: lo Splendente, il creatore; e l’Oscuro, il devastatore.

Il sogno di un potere assoluto ha da sempre spinto molti uomini a compiere gesti sconsiderati e crudeli.

Un tempo, il Regno era governato da re Mohran, un re né migliore né peggiore di altri, ma che aveva un oscuro e profondo desiderio: l’onnipotenza.

Durante il suo regno, lo Splendente decise di fare un dono agli uomini, un dono che doveva fare soltanto del bene e portare la pace.

Scelse una sacerdotessa, e decise che sarebbe stata lei la prima depositaria di quel grande dono. Il suo nome era Inahet, e da alcuni anni era stata iniziata al culto dello Splendente.

Si occupava dei poveri e dei malati con fervore, felice di poter aiutare i bisognosi. Lo Splendente decise di donare a lei la magia, un potere che poteva usare per curare i malati e compiere altri prodigi. Era un dono straordinario, perché sull’Isola Universale non esisteva altra magia al di fuori della Fede nello Splendente.

Invece di concentrare tutti i poteri nel corpo della sacerdotessa, lo Splendente la fornì di un catalizzatore: un manufatto magico che permetteva di compiere la magia. In questo modo Inahet avrebbe potuto tramandare la magia anche a chi non fosse suo consanguineo.

La sacerdotessa si applicò ancora con maggiore veemenza nella sua missione, curando gli infermi e donando oro ai più poveri. Era tutto merito dello Splendente, che con il suo dono aveva portato la felicità in tutta l’Isola Universale. La magia era catalizzata in un braccialetto, che Inahet portava sempre. le pietre preziose brillavano di riflessi dorati come il sole, intervallate da pezzi d’oro incisi e finemente lavorati.

Con il passare degli anni, la voce di una sacerdotessa che era in grado di compiere prodigi si diffuse, ed attirò l’attenzione di re Mohran. Il suo sogno di un potere onnisciente si era materializzato: con quel braccialetto sarebbe stato in grado di compiere prodigi. Era deciso: avrebbe fatto di tutto pur di averlo. Il potere aveva manipolato anche la sua mente di sovrano buono e giusto, spingendolo a convocare Inahet a palazzo, e a chiederle il braccialetto.

-Mai.- Rispose sicura la sacerdotessa. –Questo è un dono dello Splendente per me ed i sacerdoti miei successori. Non potete averlo, deve essere usato per fare del bene!-

-Ed io infatti lo userò solamente per la felicità del mio popolo.- Mentì il re, che in realtà aveva come unico scopo l’accrescimento del suo potere.

-Voi siete un sovrano.- Disse infatti Inahet. –Non avete nessun bisogno di questo bracciale. Lasciatelo a me e lo userò per curare i malati e agevolare i poveri!-

Il re non sembrava ascoltare la sacerdotessa, e giocherellava con l’elsa della spada. –Ve lo dico per l’ultima volta: datemi quel braccialetto. È un ordine del vostro re!-

Inahet era visibilmente contrariata, e non aveva nessuna intenzione di cedere al re. –No.- Disse infine, con estrema fatica.

-Vi avevo detto che era l’ultima volta che ve l’avrei chiesto.- Si alzò in piedi e si avvicinò minaccioso alla sacerdotessa. –Ora mi prenderò quel braccialetto.- Il re estrasse la spada, e in pochi secondi costrinse la sacerdotessa al muro con l’arma puntata alla gola. –Datemi quel braccialetto.- Ordinò, tendendo la mano aperta.

Inahet teneva le braccia strette al petto, il bracciale nascosto dalle larghe maniche della veste. Tremava dalla paura, e non riusciva più a pensare; era troppo terrorizzata. Non voleva che quel braccialetto andasse nelle mani  del re, perché era sicura che lui non l’avrebbe usato come faceva lei per aiutare i bisognosi.

Il viso di re Mohran era sfigurato dalla rabbia, e quando il braccialetto brillò di riflessi dorati, nei suoi occhi si accesero un lampo di pura follia.

La sacerdotessa tentò di scappare, ma non fece in tempo a liberarsi, che il re la trafisse con la spada. Osservò il suo corpo afflosciarsi al suolo, senza il minimo risentimento. Si chinò sul corpo inerte della donna, e le scoprì il braccio. Il potere onnisciente  stava lì, nascosto sotto forma di oro e pietre preziose. Si impadronì del braccialetto con un gesto veloce, e lo strinse nel pugno con sollievo, come se solo allora avesse cominciato a vivere. Sentiva il potere fluire dal gioiello alla sua mano, poi al suo braccio, fino a pervaderlo completamente.

Da fuori provenivano urla e discussioni, probabilmente i sacerdoti cominciavano ad insospettirsi sul colloquio tra Inahet ed il re.

Mohran, indossò il braccialetto, e gli bastò pensare a quello che voleva, che il corpo insanguinato della sacerdotessa si dissolse senza lasciare traccia.

Ai sacerdoti disse che la loro signora era salita in Cielo, e che anche il braccialetto magico era tornato al suo creatore; perché lo Splendente aveva deciso che Inahet aveva terminato al meglio la sua missione.

I sacerdoti non gli credettero, ma non avevano nessuna prova del contrario, e la loro Fede li obbligava a credere che lo Splendente avrebbe potuto prendere Inahet con è in ogni momento. Il fatto, però, determinò una spaccatura tra i sacerdoti dello Splendente e il Regno.

Mohran sapeva che non poteva usare il bracciale, perché era troppo conosciuto dai suoi sudditi, e avrebbe attirato domande indiscrete. Decise di cambiarne la forma fondendo l’oro e applicando la pietre preziose.

Convocò il migliore armaiolo del Regno, che in segreto forgiò per il re un pugnale meraviglioso e magico. Dopo aver compiuto il suo lavoro, il re lo uccise senza nessun rimorso.

Le pietre preziose ornavano l’elsa del pugnale, e la lama era completamente d’oro. Per evitare che nessuno potesse estorcergli la magia, come lui aveva fatto con Inahet, durante la forgiatura dell’arma, Mohran unì all’oro colato alcune gocce del proprio sangue, così che il pugnale potesse scatenare la sua magia soltanto tramite individui di sangue reale.

* * *
Buon giorno a tutti!
allora, questa è una nuova storia che ho in cantiere da un bel po' di tempo... avevo già pubblicato una one-shot sulla stessa idea (il Galoppo verso l'Oscuro), ma poi l'ho modificata molto e da lì mi è venuta l'idea per tutta la storia.
per ora questo è solo il prologo (che ovviamente non è lo stesso della one-shot!), e avviso che non penso di aggiornare molto spesso... ho già pronti alcuni capitoli scritti un po' di tempo fa, e in questo momento sono in una fase di poca ispirazione...
in ogni caso, spero proprio che vi piaccia!
vi prego recensite, mi sarà utile a capire se è una buona idea aggiungere i capitoli, (e cancellare la One-shot) o è meglio lascir perdere questa storia fin dal principio!
bhè, in ogni caso se siete arrivati fino a qui, un GRAZIE grande grande,
                                                     Dreaming_Archer

  
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