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Autore: Kiki Stewart    08/03/2011    3 recensioni
Questo è Twilight raccontato dal mio punto di vista.
Come reagireste se Bella fosse la sorella di Jasper?
La storia d'amore con Edward sarà sempre la stessa?
In una piovosa Forks, venite a scoprire come ho vissuto io Twilight!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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CAPITOLO 4:

Quella notte dormii male, alla mattina mi svegliai stordita e assonnata.
Pensavo che aver ascoltato le parole di Rosalie mi avesse fatto bene, invece mi sentivo confusa.
Quella mattina mi alzai prestissimo, tutti dormivano ancora.
Così mi preparai e uscii col pick up. Non avevo una meta ben precisa, sapevo solo che dovevo rimanere solo con me stessa per fare un po' di chiarezza.
Parlare con Rosalie aveva portato alla luce, sentimenti ed emozioni che avevo represso per anni, inconsciamente non vissi a pieno la morte di mia madre.
Cercai di rimanere calma e responsabile per mio padre, volevo aiutarlo a superare quella perdita e ci riuscii.
Ma non considerai che quella perdita l'avevo subita anch'io.
Ad un certo punto mi ritrovai vicino alla foresta che mi aveva fatto vedere il giorno prima Emmett, mi aveva detto che c'erano percorsi per escursionisti e che da alcuni punti si godeva di un panorama assolutamente unico.
Così parcheggiai la macchina e mi incamminai con la testa piena di pensieri.
Sapevo benissimo che dovevo andare a scuola, ma in quel momento proprio non me la sentivo di andare in un posto nuovo, pieno di persone che non conoscevo e pieno di confusione.
Sicuramente a casa erano preoccupati per me, ma come ero a conoscenza di questo, sapevo anche che mio fratello Jasper avrebbe tranquillizzato tutti, probabilmente aveva già capito cos'era successo parlando con Rosalie ed essendo a conoscenza di come sono fatta, avrebbe capito subito il mio bisogno di solitudine e riflessione.
Cacciato dalla mia testa questi pensieri, mi ributtai dentro i ricordi e le sensazioni mai vissute.
Mi sentivo una bimba che deve superare un ostacolo altissimo, insicura, preoccupata, piena di paura.
Cosa mi stava succedendo, possibile che tutto il dolore e la paura venissero fuori così, solo con una semplice chiacchierata.
Ripensando alle parole di Rosalie, capii che in fondo anch'io, come lei, non avevo vissuto la mia adolescenza e neanche la mia infanzia.
Ero sempre preoccupata per mio padre e mio fratello, cercavo sempre di farli star bene, senza fargli pesare la situazione e facendo questo non pensai mai a me stessa.
Quante volte capitava che tornavo a casa da scuola disperata perchè mi prendevano in giro e dicevano cose brutte su di me, oppure quando litigavo con le mie amiche, anche per stupidate e non volevo far pesare i miei problemi su gli altri. Così appena varcavo la soglia di casa, chiudevo a chiave dentro di me, paure, disperazione e dolore.
Ora era il momento di farlo. Dovevo pensare un po' a me, ai miei bisogni, alla mia vita.
Dovevo cercare di lasciar perdere un po' mio padre e Jasper, Charlie ora era felice, sereno e Jasper sembrava completamente preso dalla sua nuova fata.......e io?
Io mi preoccupavo ancora per loro! Ma per cosa?
Erano grandi, adulti e vaccinati, sicuramente avrebbero saputo come affrontare le difficoltà e i loro problemi.
Avevo fatto chilometri senza neanche accorgermene, immersa nel bosco e nei miei pensieri.
Finalmente ero arrivata ad una piccola radura e il mio primo pensiero fu WOW!
La mia testa si svuotò completamente, lo spettacolo era magnifico.
Le nuvole si stavano diradando e il debole sole che sbucava, rifletteva i suoi raggi nel lago leggermente increspato da un venticello che odorava di pino e di selvaggio, mi sembrò che il tempo si fosse fermato.
Venni invasa da un calore inaspettato, come se fossi ad un centimetro dal sole, era fantastico quello che provavo.
Era tutto circondato da montagne e alberi ed in mezzo c'era quello splendido lago che rifletteva tutto.
Mi sdraiai sull'erba fine e profumata e chiusi gli occhi.
Mi sentivo leggera e stavo bene, ora che avevo sfogato anni di dolore soffocato, ora che avevo preso la mia scelta, ora..... Ora stavo bene, ero in pace con me stessa, una sensazione che non sentivo da anni.
Decisi che era ora di tornare a casa, era già pomeriggio, non avevo mangiato e non mi ero fatta sentire da nessuno.
Arrivata a casa trovai tutti.
Avevo fatto un casino e fatto preoccupare tutti per niente.
C'erano in prima linea mio padre e Jasper a braccia incrociate e con uno sguardo arrabbiatissimo, dietro di loro tutti gli altri, ma proprio tutti.
Rosalie e tutta la famiglia Cullen a parte Carlisle.
Tutti avevano uno sguardo arrabbiato, mischiato alla preoccupazione, anche Edward  e questo mi sorprese molto.
Prima di tutto mi sorpresi nel vederlo lì e in secondo luogo mi sorpresi del suo sguardo. I suoi occhi mi sembravano addirittura di un colore diverso, ma forse la mia immaginazione stava prendendo il volo.
Mio padre mi svegliò dalle mie osservazioni "Bella Swan, cosa cavolo ti è preso? Dove eri finita? Cosa pensavi di fare?" mi bombardò di domande, senza neanche darmi il tempo di rispondere
"Ti sembra un comportamento adulto? Pensi ti poter fare quello che ti pare, quando ti pare?" continuò diventando paonazzo in viso.
"Papà, fermati! Calmati, ti verrà un infarto. E poi se continui così come farà a risponderti Bella? E a darti le sue spiegazioni, perché sicuramente le avrà!" disse mio fratello guardandomi e facendomi l'occhiolino, lo ringraziai con lo sguardo.
Parlare davanti a tutti loro mi metteva un po' in imbarazzo, ma Charlie era già al limite di pazienza e così spiegai.
"Papà e Jasper e voi tutti. Scusatemi se vi ho fatto preoccupare!" mi fermai guardando tutti i miei ascoltatori "C'è un motivo valido. Ieri sera ho fatto una chiacchierata con Rosalie, tutto ciò ha risvegliato in me antichi dolori e paure che avevo dimenticato" abbassai lo sguardo, era il momento di dire il motivo e sapevo già come avrebbe reagito Charlie, non volevo, ma non potevo più tacere. "Dopo la morte di mia madre ho sempre cercato di tenermi tutto dentro per non far preoccupare più del dovuto mio padre e mio fratello, non volevo farli star male, soffrivano già abbastanza. Così mi chiusi in me stessa, ogni delusione che ricevevo me la tenevo dentro. Oggi tutto questo è riaffiorato in me, avevo bisogno di stare sola per pensare e riflettere." guardai tutti, uno a uno. Le espressioni di mio padre e mio fratello erano già cambiate, il loro sguardo si fece triste, Rosalie ed Alice avevano gli occhi lucidi, Emmett mi guardava sbalordito, ma quello che mi colpì di più fu Edward, aveva uno sguardo sofferente, sembrava che sentisse il mio dolore.
"Ma tranquilli, sono giunta ad una conclusione, ho fatto la mia scelta e ora sono più serena".
Charlie mi venne incontro e mi abbracciò fortissimo "Scusa piccola mia se non mi sono mai accorto di questo tuo malessere, mi dispiace tantissimo!" mi disse con la voce rotta dalle lacrime che non voleva far uscire.
"Papà è tutto a posto ora, ho sempre risolto i miei problemi da sola, lo sai e anche ora ce l'ho fatta. Papà guardami? Non vedi più tranquillità nei miei occhi?" gli dissi allontanandomi leggermente per guardarlo e farmi guardare.
Mio padre sorrise sollevato, aveva capito che era tutto risolto e che ora stavo meglio, ma sapevo comunque che nel profondo, si sarebbe tormentato per non essersi accorto del dolore e non avermi aiutata.
Jasper rimase distante a guardarmi sorridente e contento "Sorellina mia adorata, sono orgoglioso di te, fiero di essere tuo fratello. Sei proprio una donna fantastica e unica"
Tutti gli altri mi vennero incontro per abbracciarmi e dirmi che erano felici che si era tutto risolto e che stavo bene.
L'unico che rimase distante fu Edward, era immobile appoggiato al muro e mi guardava ancora con quegli occhi tristi, e preoccupati.
Cosa c'era che non andava. Sentii un tremendo bisogno di parlargli e di capire cos'aveva e perché si comportava in modo così strano.
Così andai verso di lui, lo guardai in modo deciso, lo presi per un braccio e lo tirai fuori con me.
"Vai, lo sapevo che sarebbe successo prima o poi.... Bella fallo a pezzi!" urlò Emmett da dentro casa.
Per lasciarci un po' di intimità si spostarono tutti in cucina.
"Sì ha ragione, fammi a pezzi Bella" disse Edward con un tono di voce straziante.
Continuavo a non capire cosa stesse succedendo.
"Edward, ma cosa stai dicendo? Perché dovrei farti a pezzi? Solo perché mi guardi in questo modo strano? O perché ieri te ne sei andato come una furia? Dimmi per quale motivo perché io non ci arrivo proprio!" sbottai
Lui mi guardò con quegli occhi stupendi, ma cupi. "Bella, non voglio farti arrabbiare, anzi, vorrei solo che tu mi capissi. Ho notato che sei una persona molto intelligente e siamo molto simili, ecco perché speravo che fosse arrivato il mio momento!"
"Il tuo momento per cosa?" mi calmai "Ti prego fammi capire!"
"Pensavo finalmente di aver trovato una persona in grado di capirmi nel profondo. Ho sentito questa sensazione così chiara e viva dentro di me proprio ieri, nel primo momento in cui mi hai guardato. Poi al ristorante volevo distogliere gli occhi da te, ma riuscivo a smettere di guardare il tuo viso, i tuoi occhi, le tue espressioni, le tue movenze...." si fermò, come perso in mille pensieri "Poi quando hai detto quella frase, mi sono sentito uno schifo.
La ragazza che avevo di fronte, era quella che aspettavo da una vita di dolori e incomprensioni e l'unica cosa che sono riuscito a fare è stata quella di farti arrabbiare" distolse lo sguardo, mi sembrava imbarazzato ma forse mi sbagliavo, lo guardavo esterrefatta "Io sono scappato in quel modo non perché ce l'avessi con te, ma perché ce l'avevo a morte con me stesso. Non sono mai stato bravo nei rapporti umani, sono un ragazzo solitario, diffidente, riservato. Solo Alice mi capisce, ma sentivo il bisogno di una persona che potesse darmi di più, che avesse passato le mie stesse realtà. Prima sentendoti parlare ho avuto la certezza che fossi tu, che ieri avevo avuto l'impressione giusta, le tue parole così sincere, i tuoi occhi così bisognosi di comprensione, che cercavano in continuazione i nostri in cerca di assenso e amore, hanno risvegliato in me la sofferenza che mi attanaglia l'anima da anni!" i suoi occhi si fecero di nuovo tristi e divennero lucidi.
Oddio non potevo crederci, stava per piangere! Oh mamma, cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi? Cosa dovevo dirgli?

   
 
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