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Autore: Maharet    16/01/2006    3 recensioni
Non ho saputo in che genere inserirlo. E' una storia di rabbia, d'amore, di vendetta e di rinascita. E' divisa in due parti, sono capitoli un pò lunghi ma non me la sono sentita di suddividerla ulteriormente.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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E' notte. Dal cielo violaceo, nel quale da secoli non appaiono più stelle, una grande luna piena illumina l'aspetto spaventoso della ragazza. I capelli sono annodati in una lunga traccia fermata da un nastro nero. Attraverso l'aderente tuta color sangue si pùo scorgere il guizzare dei muscoli ad ogni passo. La giubba nasconde solo parzialmente le armi legate alla cintura. Il suo passaggio suscita terrore e sgomento e lei, come un nero angelo vendicatore, attraversa una città d'un tratto silenziosa e deserta. Si ferma proprio ai piedi del grattacielo più alto. Un'insegna luminosa lo presenta come Istituto Nazionale Di Ricerca Genetica. Sheila sorride senza allegria, al pensiero dell'indignazione che fingerebbero i politici se qualcuno rivelasse ciò che si svolge realmente in quell'edificio. Con un calcio manda in frantumi la porta di titanio che protegge l'ingresso e si incammina per le scale, senza che nessuno osi fermarla. Giunta all'ultimo piano, si ritrova nel grande laboratorio che ricorda così bene. L'uomo che le dà le spalle ha una voce familiare:

- Chi è? Avevo detto di non voler essere disturbato per nessun motivo!

La voce gli muore in gola mentre si gira verso la ragazza:

- E tu chi sei? Questa è un'area riservata ai..

- Ai torturatori, e alle loro vittime. Non è vero, Dottor Fales?

Lo sguardo del dottore si riempie di paura nel riconoscere nella donna che ha di fronte la ragazzina che è stata. Tenta di nascondere lo sgomento dietro un fare paternalistico:

- Bene Varel, finalmente hai deciso di rifarti viva! Spero che tu abbia una spiegazione plausibile per la tua fuga...

- NON CHIAMARMI COSI'!

Il dottore sussulta al grido della ragazza.

- Io non mi chiamo più Varel. Il mio nome è Sheila,ora,e non sono più la bambina indifesa che conoscevi!

Fales le sorride, incerto:

- E'vero, ora sei una splendida donna. Ma come puoi rinnegarmi così?Ti ho raccolto poco più che bambina,e sai bene che ti ho sempre amato come una figlia. Non stavi bene con me?

Il cuore di Sheila ha un sussulto. Lo osserva in silenzio. Fales è cambiato, in questi quattro anni, ma è bello, crudelmente bello. E lei lo ha amato tanto, con tutto l'ardore di una dodicenne! Ma il suo sguardo si posa sulle cicatrici. Alza il braccio destro come una barriera tra lei e l'uomo.

- Dimentichi queste. Come puoi ignorare il dolore e la sofferenza che mi hai procurato con i tuoi inutili esperimenti!

- Come puoi dire questo? Non ti ho forse dato la vita eterna, il sogno di ogni uomo? Non è una prova sufficiente del mio amore per te?

Sheila non riesce a credere a ciò che sente. La buona fede del dottore rende ancora più amara la sua voce:

- Dono? DONO? - la voce si alza in un grido isterico - Credi sul serio che io debba ringraziarti per avermi trasformata in un mostro?

Lo sguardo sgomento di Fales è la miccia che innesca la sua furia. Come impazzita, distrugge tutto ciò che la circonda. Quando la sua mente si rivolge nuovamente all'uomo lui è a terra,piangente sulla rovina di anni di ricerche. All'improvviso sorride, raccogliendo una fiala miracolosamente intatta. Gliela porge:

- Questo è l'antidoto. Sì, insomma, quello del fluido rigenerante. Ho lavorato sodo quattro lunghi anni per sintetizzarlo. Prendilo, ma ti prego, non uccidermi. Io sono uno scienziato,ho solo fatto il mio lavoro.

- Già, anche se questo ha significato sacrificare una bambina innocente, vero?

Alle parole della ragazza Fales impallidisce. Un sentimento nuovo si fa strada nel cuore di lei: la pietà. Come ha potuto amare quell'uomo patetico, schiavo del desiderio di conoscenza e incapace di provare sentimenti profondi? Si china su di lui e gli posa un leggero bacio sulle labbra:

- Non ti ucciderò. Anche se lo facessi ci sarebbero altri come te a continuare il tuo lavoro. Addio, dottor Fales!

Uscita dal palazzo, respira a pieni polmoni l'aria gelida della notte. All'improvviso si sente stanca, come se tutto ciò che la teneva in piedi fosse la rabbia che ora l'ha abbandonata. La mano destra le fa male. La apre a fatica e la scopre violacea, stretta spasmodicamente alla fiala.La porta alle labbra incerta, poi ingoia d'un fiato il liquido che contiene. Ha un vago sapore di amarena. Brucia un pò in gola, ma nient'altro. Comincia a temere che il dottore l'abbia ingannata, quando lo sguardo le cade sulle cicatrici: stanno scomparendo, come riassorbite dalla carne. In pochi istanti non ne rimane più traccia. Assorta nella contemplazione di quel miracolo, sussulta al tocco di una mano sulla spalla:

- Allora, si può sapere cosa ti ha fatto quel poveretto? L'hai ridotto uno straccio, non riesce a smettere di tremare!

Si gira di scatto e getta le braccia al collo di Marcus. L'uomo trasale a quel gesto inaspettato. Sheila avvicina il viso al suo e lo bacia. Un bacio tenero, dolce, prolungato. Marcus la stacca da sé e la osserva perplesso:

- E questo per cos'era?

La ragazza lo afferra per un braccio:

- Per festeggiare il mio risveglio. Mi sembra di aver dormito per anni. Ora ho voglia di brindare, portami da qualche parte!

Due ragazzi camminano abbracciati per le strade di una città che sta lentamente tornando a vivere. Il sole sorge tra i grattacieli, cancellando le ombre della notte e colorando ogni cosa di una tenera luce rosata.

 

   
 
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