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Autore: Mapi D Flourite    12/03/2011    0 recensioni
Marnia è un bambino pigro e indolente che, per sua sfortuna, un giorno ha la malaugurata idea di salvare un uomo misterioso che si rivela essere un Potente Mago.
E questo è solo l'inizio dei suoi guai...
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo: Marnia diventa il Mago Più Potente Del Regno



Nelle settimane che seguirono la fine del duello, successero un'infinità di cose.
Tanto per cominciare, Marnia diventò ufficialmente il Mago Più Potente Del Regno. Molti Maghi provenienti da tutte le parti del Paese si recarono in processione a Rebinta per conoscerlo e per farsi illuminare dai suoi saggi consigli in materia di Magia, consigli che quasi sempre si verificavano giusti e utilissimi, e ciò non fece altro che accrescere ancora di più la sua fama; inoltre, dato che fondamentalmente tutti sapevano benissimo che quel duello era stato combattuto per l'amore di Binta, la principessa di Rebinta, il Re Binto XX dai Capeli Corvini ma che si faceva chiamare Chioma Dorata decise senza esitazione di dare a Marnia la mano della sua amata figliola: sebbene come padre avesse sempre sognato che la sua bambina restasse sempre sotto al suo tetto o, in alternativa, sposasse un Cavaliere di nobili origini, non poteva esimersi dal dare alla sua principessina tutto ciò che lei desiderava per renderla felice e quindi, dopo circa un minuti e mezzo di esitazione, fu annunciato il fidanzamento ufficiale e fissato il matrimonio per il giorno terzo del quarto mese dell'anno, solo che si resero conto solo dopo che il quarto mese era già passato, quindi optarono per l'ottavo giorno del sesto mese, e cioè per il giorno dopo.
La statua di Barnia fu messa chissà dove a prendere polvere e il Cavaliere, dopo lo scontro, pare che abbia conosciuto una giovane Dama che, guarda caso, era proprio in cerca di marito: si dice che i due stiano ancora cavalcando insieme verso il tramonto con la scritta "Oggi Sposi" che penzola dalla sella del Cavallo.
Insomma, per farla breve, questa storia si conclude con un lieto fine per tutti i personaggi.
Per tutti, tranne che per Marnia. Mentre tutto ciò avveniva lui era riuscito ad arrabattare un piatto di pancetta e, già che c'era, a mangiare un pasto completo con tanto di frutta, dessert, caffè e ammazza caffè, anche se per lungo tempo tutti si chiesero dove l'avesse trovato, il caffè, dato che l'America non solo non era ancora stata scoperta, ma nel loro mondo non esiste proprio.
Comunque sia, quando Marnia scoprì quali piani fossero stati orditi alle sue spalle durante la sua assenza, la sua immediata reazione fu di inarcare non una, ma entrambe le sopracciglia e quando capì che la donna che doveva sposare era il confetto rosa che aveva la bizzarra abitudine di blaterare a vanvera da sola, si rese conto che avrebbe dovuto allontanarsi da quel posto il prima possibile, e cioè quella sera stessa, dato che il giorno dopo si sarebbe celebrato il matrimonio.
E così fece. Nel cuore della notte, avvolto da un mantello che puzzava di stalliere e del profumo costoso che prima di allora aveva sentito solo addosso alla regina, si preparò alla sua fuga come era già avvenuto solo poco tempo prima alla casa del Mago. Discese le scale in gran silenzio e in punta di piedi e, quando gli capitò di far cadere due o tre dozzine di armature in tutto il tragitto si liberò dell'inghippo trasformando tutti i soldati in ranocchi e circa tre ore dopo, passate a vagare senza meta per tutto il castello perché, nonostante fosse diventato il Mago Più Potente Del Regno, il suo senso dell'orientamento continuava a fare schifo, si ritrovò finalmente fuori, all'aria aperta, libero.
Si sarebbe messo a saltellare dalla gioia, se solo ne avesse avuto voglia e così, con la sua brava sacca sulle spalle, si incamminò verso Ovest, e cioè dalla parte opposta in cui sarebbe dovuto andare per raggiungere Dorna, il suo paese natio.
Camminò per tutta la notte e il giorno seguente e anche la notte, allietato dalla sua stessa voce che cantava la solita canzone insulsa e fuori moda che aveva imparato dal Mago e dalle cicale di Bosco Ombroso che, invece di frinire come facevano di solito, si paravano davanti a lui formando scritte dal significato oscuro quali: "Stai andando nella direzione sbagliata!", "Dorna è per di là", "Guarda dove metti i piedi!", "Mi passi il sale?" o "Non chiedere assolutamente aiuto a quei viandanti che stanno arrivando verso di te, perché non ne ricaveresti nulla di buono!"
Marnia guardò le scritte senza leggerle per davvero e, all'improvviso, vide una grossa carovana di Viandanti in avvicinamento e il suo primo pensiero fu quello di andare loro incontro per chiedere aiuto. Non sapeva perché, ma sentiva che era un'idea geniale.
«Viandanti,» disse, quando la Carovana si fermò proprio accanto a lui, costringendo le cicale a disperdersi, «datemi un passaggio.»
Il viandante che guidava i cavalli e, si accorse Marnia, anche l'unico sveglio o sobrio della compagnia, si chinò verso di lui dalla cassetta per chiedergli di ripetere cosa gli avesse detto, perché non lo aveva sentito: «Buoi ribedere gos'hai deddo, ragazzino? Non ho sendito.»
«Ho detto,» rispose Marnia, senza sforzarsi di alzare un poco la voce, «che voglio che mi diate un passaggio.»
«Ah, eggo!» esclamò il Viandante, battendosi una mano sul ginocchio. «E dimmi, ragazzino, dove sdai andando?»
«A Dorna.»
Il Viandante spalancò gli occhi: «Ma ghe goingidenza! Anghe noi andiamo a Dorna!»
«Davvero?» esclamò Marnia, la voce piatta. «Fantastico.»
«Salda su, dai, di aggompagnamo noi a Dorna!»
Marnia obbedì senza un attimo di esitazione e salì in cassetta insieme al Viandante col naso chiuso, sistemandosi più comodamente che poté.
«È un bel viaggeddo, da gui a Dorna, di gonviene fardi una bella dormida!» disse e quando si voltò di nuovo verso Marnia, vide che era già addormentato e che stava russando della grossa: dopo tutte quelle avventure, non voleva fare altro che ritornarsene al suo amato villaggio e restare laggiù a impigrirsi per il resto della vita.
Ma, ovviamente, non sarebbe andata così. Quella carovana, tanto per cominciare, non stava affatto andando a Dorna, ma in un posto che si trovava esattamente dall'altra parte del Paese e, a causa di questo piccolo malinteso, quando Marnia riuscì finalmente a tornare a casa sua, parecchi decenni dopo, era diventato davvero il Mago più conosciuto di tutta Karvala e aveva avuto la possibilità di viaggiare in lungo e in largo e di conoscere uomini e magie in ogni luogo in cui, per un motivo o per l'altro, fu costretto a fermarsi.
Ma questa è un'altra storia.


Fine?






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N/A
Ed eccoci arrivati alla fine, finalmente! ^^
Solo due note un po' randomiche, tanto perché mi piace essere onesta: come avrete facilmente capito fin dal titolo, quasi tutti i nomi di questa storia sono stati rubati e storipiati da nomi di luoghi delle "Cronache di Narnia", serie che personalmente amo da morire, e parecchie gag/battute/vicende sono chiari riferimenti a film Disney o altri libri, in particolare "Il Signore dei tranelli", che mi è stato di grande ispirazione!
Purtroppo non posso mettermi qui a segnare tutte le citazioni per filo e per segno, ma mi sembrava giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare! ^^
Che altro dire? Grazie mille per essere arrivati a leggere fin qui, e spero di tutto cuore che questa storia sia riuscita a strapparvi almeno un sorriso! ^^



  
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