Torture*
Vedo solo tre paia di mani dinanzi
ai miei occhi… mi strattonano le braccia, le gambe… le loro voci crudeli mi
chiamano “mostro”, mi incitano e allo stesso tempo mi minacciano.
La mia maglietta è sbrindellata,
fa piuttosto freddo qui fuori al nostro giardino. Provo ad urlare, ma non ci
riesco, cerco di difendermi , ma non ne sono più capace.
“Dov’è la tua magia adesso?” …
l’ho pensato io o l’hanno detto loro?
Mi fanno male, non so più dove
sono… chi sono? Mi mescolo alle ombre
che mi riempiono, per darmi un’identità.
Vorrei ricordare il mio nome, ma
la mia mente si è appannata, sono diventata il nulla.
Percepisco vagamente il terreno duro sotto di me e il sapore del
sangue in bocca. Questa cosa mi sconvolge, come se ci fosse un errore, qualcosa d’ irrimediabilmente
sbagliato in quelle sensazioni. Sono troppo… tangibili per poterle sopportare.
I passi che si allontanano
frettolosamente sono tonfi sordi nelle mie orecchie… perché mi sembrano vicini e assieme
lontani? Forse si mescolano al martellio
del mio cuore o ai tuoni che mi
sconquassano intimamente.
Perché non vedo niente? Dove sono
i miei occhi? Vorrei perdere conoscenza e svegliarmi domani, svegliarmi prima o poi…
*È stato piuttosto difficile provare a rappresentare cosa sia successo ad Ariana, il giorno in cui i tre ragazzini l’hanno “maltrattata” e quindi ho provato a rimanere vaga