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Autore: Soul On Fire    20/03/2011    0 recensioni
Come poteva pensare di farlo? Era bravo a leggere nei suoi occhi e doveva aver visto ciò che stava provando in quel momento: un mare in tempesta. E invece no, le aveva semplicemente detto che il caso era chiuso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Autore: Soul On Fire
Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss.
Prompt: 1. Incontri Segreti
Rating: PG
Beta Reader: fra235
Disclaimer: I Personaggi non mi appartengono, ma sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Lista: 10 Passioni
Nota: Come già detto, a causa della puntata 4x18 Omnivore, mi sto inventando di tutto e di più e continuo con questo delirio. Spoiler sull'episodio. Il titolo è tratto dalla canzone I'll fly with you di Sagi-Rei (nonchè canzone dell'attuale pubblicità di Intimissimi), i diritti vanno a lui e alla sua adorabile casa discografica. La storia è ambientata dopo  Stay, and the night would be enough, che a sua volta è il seguito di Leave me hypnotized, love.
Progresso: 6/10

I still believe in your eyes

L’ufficio era deserto, le luci erano spente. Tutte tranne quelle che provenivano dal suo personale rifugio nella Behavioral Analysis Unit.

Era quello l’accordo e nessuno all’infuori di loro doveva esserne a conoscenza. Il loro piccolo segreto, segreto quanto i loro incontri che ormai erano diventati l’unica cosa che la spingeva a continuare quella follia senza nessuna possibilità di lieto fine.

Non poteva averlo, non poteva essere soltanto suo, era contro le regole, contro le convenzioni sociali, contro tutto ciò in cui si era immersa fino a quel momento.

Bussò debolmente, per assicurarsi che fosse ancora lì e soprattutto che fosse solo.
Era strano incontrarsi proprio nel luogo che impediva loro di essere una coppia come le altre.

-Avanti.- sentì dire da quell’inconfondibile voce di cui ormai si era innamorata.

Entrò quasi di soppiatto, come se stesse invadendo un territorio nemico durante un attacco a sorpresa. Gli sorrise proprio quando lui sollevò lo sguardo. Gli occhi scuri di Hotch si persero ad osservare Emily. Era bella, bellissima. Anche se era preoccupata per Foyet, per tutto ciò che era successo e per la loro relazione.

Non riusciva a smettere di guardarla.

Lei si avvicinò, sedendosi sulla poltrona di fronte a lui.

- Aaron, non possiamo continuare così. – affermò con sincerità. Hotch parve scuotersi da un sogno ad occhi aperti.

-Non posso fare un passo senza trovarmi un poliziotto in borghese appostato davanti a casa, non posso nemmeno andare in auto tranquilla! Sono costantemente seguita da un’auto di protezione. Capisco che ti preoccupi, ma non è così che lo fermerai. – continuò lei. Il suo tono di voce era cambiato, era tesa e si notava.

-Non sono mie disposizioni.- tentò di scusarsi lui. Era patetico e lo sapeva.

-Oh, andiamo! Non dirmi che non sei stato tu a dare l’ordine di seguirmi a quegli uomini! –
Ecco, ora era davvero infuriata.

-Non ci vediamo da tre mesi fuori da questo benedetto ufficio proprio perché non vuoi essere notato da quei poliziotti, e ora mi vieni a dire che non è stata una tua decisione? Credi che sia sufficiente vederti due ore la settimana qui, quando il resto della giornata lo dobbiamo passare a ignorarci? – sbottò lei. Aveva ragione e lo sapeva. Avrebbe voluto sentirsi dire che le cose sarebbero cambiate, ma per il momento Hotch non poteva prometterglielo.

-Io ti capisco, hai ragione. Ma ora non possiamo fare altrimenti. Non puoi rinunciare alla tua protezione per vedermi. Foyet ci metterebbe un secondo ad attaccarti.- le disse.

-Foyet, certo! Quell’uomo ci metterebbe un secondo ad uccidere a sangue freddo tutti gli agenti che mi hai affibbiato, se solo lo volesse. Non è così che eviti il peggio. Ammetti semplicemente che non sei più sicuro di quello che sta accadendo tra noi. – lei piantò il suo sguardo arrabbiato negli occhi di Hotch, che non poté fare a meno di notare quanto fosse bella anche così, furiosa nei suoi confronti.

-Non si tratta di questo e lo sai bene. Ti chiedo solo di avere pazienza, ormai gli siamo alle costole e lo prenderemo appena saremo di certi di non fallire.- spiegò con diplomazia, sperando che questo bastasse a fermare la sua ira.

-Credi davvero che io sia così ingenua? Quando tutto finirà, mi dirai che non possiamo stare insieme perché è contro le regole. E io non posso arrivare al punto di non ritorno, meglio che smettiamo subito. Altrimenti continuerei tutta la vita.- gli rispose trattenendo le lacrime.

Non voglio farti soffrire Em, ma adesso devo proteggerti e anche se sembrerò crudele e senza cuore, lo sto facendo perché ti amo.

-Emily, qui non si tratta di me e di te. Si tratta di salvare persone innocenti, che rischiano la vita ogni secondo che il Mietitore passa libero. Abbiamo il dovere di proteggerle, è nostro compito e lo sai bene. Non possiamo semplicemente abbassare la testa e ritirarci dal gioco. – le disse, sperando che almeno questa motivazione la dissuadesse dalle sue intenzioni.

-Sapevi bene che saremmo arrivati a questo punto, Aaron. O almeno, che io ci sarei arrivata. Non voglio avere paura di uscire di casa, di vivere e di amare soltanto perché sono stata minacciata da un assassino. Io li catturo, proprio come te, insieme a te. – calcò particolarmente su quelle ultime parole.

Insieme a te.

-Insieme. Lo siamo, sono sempre al tuo fianco e tu lo sai. Non avrei rischiato la mia carriera per aiutarti quando ne avevi bisogno e non starei con te se tenessi di più al mio posto di lavoro. Stiamo rischiando entrambi di essere sospesi, ma non mi interessa. Lo capisci? Voglio stare con te, Emily Prentiss.- questa volta fu completamente sincero nei suoi confronti. Era questo che pensava. Era l’unica donna per la quale avrebbe rischiato di perdere il suo lavoro di profiler, ciò che amava fare più di ogni altra cosa, ma non quanto amava lei.

Erano bastati pochi mesi per diventare completamente assuefatto dalla sua presenza, dal suo sorriso e dalla sua dolcezza. Quando stava con lei, anche se era soltanto per due ore in ufficio, si sentiva libero. Libero da ogni costrizione che il suo ruolo gli imponeva, poteva finalmente ridere apertamente e con leggerezza.

Una lacrima si abbandonò sulla guancia di Emily e Aaron la raccolse delicatamente con la sua mano, accarezzandole il volto. Lei strinse la sua mano e lo guardò profondamente:
-Non così. Non vedendoci di nascosto e nel tuo ufficio. Voglio viverti alla luce del sole, voglio poter fare cose normali insieme a te. – la sua rabbia si era un po’ placata, ma l’amarezza no, non se ne sarebbe andata fino a quando lui non avesse trovato il coraggio di prendere una decisione definitiva.

Emily si alzò debolmente dalla sedia, come se avesse perso una parte della sua energia. Quei loro incontri le sarebbero mancati da morire, avrebbe sofferto e avrebbe pianto. Ma era l’unica soluzione, era l’unico modo per far capire ad Aaron che, proprio perché era profondamente innamorata di lui e lo rispettava, non poteva andare avanti in quel modo.

Appoggiò badge e pistola sulla scrivania, leggendo stupore nei suoi occhi.

-Non deve finire così, Emily. –

-Se è l’unico modo per stare con te, non esiterei un solo attimo.-

-Foyet ti cercherebbe in ogni caso. Quindi riprenditi ciò che ti spetta di diritto.- gli disse lui mettendole tra le mani ciò che lei aveva appena lasciato su quel tavolo.

Emily scosse la testa negativamente. Ci aveva provato, ma anche questa volta lui non aveva ricevuto il messaggio. Non riusciva proprio a capire che non centrava Foyet, non era il fatto di rischiare la vita che la spaventava. Aveva paura di quel vuoto incolmabile che si stava creando dentro di lei, di quella voragine che Aaron aveva aperto.

Scrutò per un’ultima volta nei suoi occhi scuri:
-A domani, Hotch. -

Lui la seguì con lo sguardo dirigersi fuori dal suo ufficio, e si sentì per la prima volta totalmente inerme e sconfitto.

*

Guardò fuori dalla finestra, forse Hotch aveva ascoltato parte del suo discorso, nessun agente in vista.

Era disorientata da tutto ciò che era successo, da quello che si erano detti quella sera.
La sua parte razionale concordava con Aaron: non dovevano vedersi per non compromettere la buona riuscita dell’indagine, che in quel momento era la loro priorità.
Ma la sua parte emotiva, il suo cuore si sentiva in gabbia. Non vederlo l’angosciava, la faceva sentire disorientata e indifesa.

E quella sera le ragioni del cuore avevano messo K.O. la sua brillante razionalità.
Doveva smettere di fingere che andasse tutto bene, perché non era così. Con lui era stata sincera, e in un certo senso sperava che quella loro discussione lo facesse riflettere sulla realtà del loro rapporto.

Spense la tv che stava guardando distrattamente e si alzò dal divano, per lanciare un ultimo sguardo fuori dalla finestra.

Washington DC risplendeva come non mai illuminata da quel fantastico cielo stellato e dalla luna. Fu soltanto un attimo, ma le parve di scorgere due occhi che la fissavano dal palazzo di fronte.

Non lasciarti impressionare, Emily.

Portò immediatamente la mano alla fondina, per assicurarsi che la sua pistola fosse ancora lì. Si sentì rassicurata dalla sua presenza.
Gettò un ultimo sguardo alla strada sottostante e fu allora che lo vide.

Hotch era fermo, seduto sul marciapiede. Occupava la posizione che fino a pochi giorni prima spettava a quei gorilla che avevano il compito di proteggerla.

Aaron gettò un’occhiata alla vetrata dell’appartamento di Emily, fino ad incrociare il suo sguardo. Lei sentì il cuore esploderle nel petto e gli sorrise: forse aveva capito tutto ed era lì per stare con lei.

Hotch distolse immediatamente lo sguardo e controllò che in giro fosse tutto tranquillo. Non cercò più quel contatto visivo e Emily capì che era lì per proteggerla, non l’avrebbe mai lasciata sola.

Stavano cercando tutti e due il lieto fine. Stavano percorrendo strade diverse ma era certa che prima o poi si sarebbero trovati ad un incrocio.

Gli eroi sanno che le cose devono accadere quando è tempo che succedano.
La ricerca non può semplicemente essere abbandonata.
Gli unicorni potrebbero non essere salvati per molto tempo, ma non per sempre.
Un lieto fine non può arrivare a metà della storia.
Peter S. Beagle
  
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