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Autore: thembra    22/03/2011    3 recensioni
Gli occhi di lui non l’avevano più guardata come in precedenza, sembravano scivolare oltre la sua persona senza vedere che anche senza mutazione era rimasta la stessa identica ragazzina di sempre, sembravano vedere un’estranea distante e fuori posto in un quadro di personalità ben definite e collocate all’interno della cornice.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Mi dispiace per come sono andate le cose…”
 
Incazzata come non mai sferrò un calcio al sacco da boxe della palestra sbuffando mentre saltava sul posto cercando di evitare nemici invisibili.
 
“Stronzo!”
 
Sferrò un gancio sinistro stringendo i denti per la rabbia.
 
“Perché te ne sei andata Marie?”
 
“Va al diavolo!”
 
Con una serie di calci e pugni sfogò tutta la sua collera ansimando e maledicendo quel dannato cretino con ogni insulto presente nel suo vocabolario.
 
“Come…cazzo” un pugno “Si è permesso” uno scatto a destra “Di fare la vittima…” un respiro accelerato “Quell’insopportabile”  una sfregata alla fronte per togliere le gocce di sudore “testa di ” sferrò un calcio beccando la sacca col collo pieno del piede gridando per il colpo “CAZZO!”
 
Vide un’ombra enorme avvicinarsi alle sue spalle e si girò di colpo in posizione d’attacco.
 
“Woha! Calma piccola!”
 
Hawks2 fingendosi spaventato dalla sua mossa fece un passo indietro alzando le mani in segno di resa.
 
“Clayton!”
 
Ritrovando subito la sua allegria gli saltò addosso abbracciandolo forte forte.
 
“Grazie per quello che hai fatto ieri! Sei il mio angelo!”
“E tu sudi come un cammello piccola! Scendi su!”
 
Poggiandole le enormi mani ai fianchi la scostò con un'unica mossa rimettendola a terra, Marie rise godendosi la sua pesante carezza sulla testa.
 
La prima volta che lo aveva visto ne era rimasta impaurita all’inverosimile e quando ripensava a quella notte umida d’autunno le veniva da ridere.
 
Si era trovata ad affiancarlo nella sua prima vera missione-prova che avrebbe deciso il suo futuro negli Hawks e le uniche parole che si era vista rivolgere da lui erano stati secchi ordini perentori alternati a critiche sulla sua lentezza ed occhiate gelide da incubo, non un saluto né una presentazione, solo ordini e strigliate.
 
Aveva temuto di combinare un disastro e d’esser sbattuta fuori già dal primo giorno, invece, a missione compiuta s’era vista issare di peso sulla spalla di quel gigante ed esser portata in sala meeting così.
 
“Brava piccola, ottimo lavoro.”
 
Gli occhi le si erano velati di commozione nel  vederlo sorriderle.
 
“Già, non solo non ne hai sbagliata una ma non ti sei fatta spaventare da quel suo brutto muso perennemente incazzato!”
“Sta zitto Kenton…”
“Zitto tu scimmione, fai così tutte le volte, ti stampi in faccia quel broncio terrificante e ti diverti a terrorizzare le povere reclute che ti appioppano…vergognati!”
“Hah, sei solo invidioso perché a te affiancano gli informatici brutti e grassi?”
“Fanculo Clayton!”
“Fanculo tu pezzo di…”
“…significa che?”
 
Titubante aveva interrotto il battibecco fra Hawks2 e Hawks3.
 
“Significa che, d’ora in poi quell’uniforme ti starà incollata da mattina a sera sei giorni su sette intesi?”
 
Lo aveva guardato ridere e poi lei aveva urlato di gioia e ottimismo, di una felicità che non aveva provato per mesi.
Sentiva dentro che quel posto sarebbe diventato la sua nuova casa, e così era stato.
Non aveva mai più avuto alcun rimpianto nel ripensare agli x-men ed aveva ripreso a sorridere.
 
“Sei andata in stand-by?”
 
Scosse la testa.
 
“Scusami, stavo pensando…”
“Nh?”
 
Il modo in cui Clayton sollevava il sopracciglio era identico a quello di Logan.
 
“Mi è tornato in mente il nostro primo incontro…”
“Tsk…pensi troppo al passato piccola…”
“È che mi piace ricordare…”
“Ricorderai anche la tua esclusione dalla missione a Three Miles Island se non ti dai una mossa e vai subito a rapporto dal comandante…”
“Mi ha convocata?”
“Ti aspettavi il contrario forse?”
“Hah! Beccati questa Logan!!!”
 
Clayton scattò indietro all’esultanza dell’isterica ragazzina che aveva imparato ad amare come una figlia temendo di venir colpito dai suoi pugni sferrati al vento, e in quel momento ricordò della loro scena del giorno prima.
 
“A proposito, mi ha stupito molto sapere che conosci quei ragazzi…”
“Nh? Ah, beh una volta ero una di loro…”
“Eri nel corpo d’elite?”
Rise “Si fanno chiamare così?”
 
Si fece seria all’espressione dubbiosa di lui, beh era ovvio che non dicessero in giro d’essere gli x-men, ma si erano scelti un nome un po’ da…
 
 
“Hey!”
“Ah, beh, in un certo senso vivevo con loro, mi sono allenata con loro ma non ero abbastanza…qualificata per quel genere d’elite…”
 
Mimò le virgolette con entrambe le mani spalancando gli occhi per dar maggiore enfasi alle sue parole.
 
“Ti hanno scartata? Quei figli di…”
“No, certo che no me ne sono andata io!”
“Eh?”
“Te l’ho detto, non ero adatta a loro….”
“Stronzate, saresti adatta ad ogni cosa tu, avrebbero dovuto darti una possibilità…”
“Forse”
 
S’intristì ma le passò subito.
 
“Ma se l’avessero fatto ora non sarei qui però.”
“E se non ti spicci qui ci resti in eterno!”
“Volo!”
 
Prese la sua borsa e volò a farsi una doccia.
Quindici minuti dopo, con la coda ancora umida d’acqua bussò alla porta dell’ufficio del comandante.
 
“Entra Hawk8.”
 
Lentamente abbassò la maniglia spingendo la porta che rivelò l’ufficio all’interno del quale erano già presenti Ororo Logan e…Hank?
 
“Buongiorno Signore, Hawk8 a rapporto Signore!”
 
Irrigidendosi mostrò il doveroso saluto militare al suo superiore annuendo poi in direzione degli altri presenti.
Logan la osservò per un istante prima di tornare a rivolgere la sua attenzione a chi stava dietro la lucida e possente scrivania di mogano.
Ororo le sorrise dolcemente ma lei non riuscì a contraccambiare mentre Hank, senza farsi tanti scrupoli le andò incontro stringendola forte.
 
“Lieto di trovarti in forma Marie!”
“Ciao Hank!”
 
Per lui un sorriso lo trovò d’istinto.
Il comandante, dopo aver assistito a quel breve cambio di effusioni si schiarì la voce riprendendo la parole.
 
“Bene, Hawk8 immaginerai il motivo per il quale sei stata convocata giusto?”
“Signorsì!”
 
Roteando gli occhi le intimò il riposo e solo allora la vide rilassarsi e togliersi il cappello dalla testa.
Louis McLee era nel corpo degli Hawks dacché erano stati formati vent’anni prima e da semplice recluta si era fatto strada fino a sedere dietro la scrivania di quell’ufficio ed era fiero di essere la guida di quel corpo che non aveva mai fallito nessun obiettivo.
Aveva avuto moltissimi poliziotti sotto al suo comando, andava fiero di ognuno di loro e con Marie non era diverso;  lei era in gamba, matura seria e coraggiosa, inoltre aveva conoscenze che andavano ben oltre i titoli di studio che aveva conseguito scritti sul suo curriculum, c’era nel suo sguardo una luce che cambiava d’intensità a seconda del suo umore ed un sangue freddo invidiabile. Quando la vedeva ricordava sempre le ultime parole scritte da Hawk2 in uno dei suoi rari rapporti inerenti proprio alla ragazzina in questione.
 
“Missione compiuta, nessuna perdita. Grazie ad Hawk8.”
 
Se Clayton la riteneva in gamba lo era di certo per questo non aveva minimamente preso in considerazione l’obiezione rimostratagli dal vice del corpo d’elite e l’aveva ammessa nella squadra d’azione.
 
Era stata una sorpresa per lui scoprire che Marie conosceva quelle persone dal momento che  persino lui che era a capo degli Hawks aveva su di loro informazioni ristrette, sapeva che erano affidabili e in gamba ma non era in grado di mettersi in contatto con loro semmai ce ne fosse stata la necessità, non sapeva di che razza di tecnologia potessero disporre e cosa ancora più assurda non concepiva l’utilità di quelle loro assurde tute.
 
Resosi conto del lungo silenzio che aveva imposto perdendosi nelle sue riflessioni si schiarì la voce riprendendo parola.
 
“Siamo qui per delineare una strategia d’attacco, prego Miss Monroe.”
 
Ororo si alzò in piedi e distribuì a ciascuno di loro un dossier contenente informazioni, mappe e obiettivi principali.
 
“Per prima cosa ci preoccuperemo di come arrivare;  evidenziato in rosso c’è il tragitto che compiremo col nostro Jet, non è né pericoloso né scontato, abbiamo rilevato una debole attività radar quindi presumiamo che stiano all’erta…”
“Come farete a giungere sull’isola non visti allora?”
“Attiveremo la modalità stealth e ci procureremo un’ adeguata copertura, non avremo problemi.”
 
Marie bofonchiò qualcosa fra sé attirando l’attenzione di Logan.
Le era stato raccontato che quando erano andati a liberarla dalla macchina di Magneto la nebbia apparsa d’improvviso in cielo era stata opera di Tempesta.
 
“Una volta sopra l’obiettivo le squadre designate si caleranno con delle corde e raggiungeranno le entrate due quattro e sei mentre due di noi si dirigeranno alla sala di controllo per disattivare il sistema di sorveglianza.”
“Bene…chi agirà sul sistema?”
 
Ororo non era sicura di chi avrebbe potuto mandare, i ragazzi del team erano indispensabili alle porte d’accesso, Hank, che fra loro era quello che meglio s’intendeva di tecnologia sarebbe rimasto in volo sopra l’isola ai comandi del Jet e lei voleva a tutti i costi andare alla ricerca dei bambini tenuti prigionieri.
Logan rimaneva fuori e avrebbe coperto le spalle all’uomo affiancato loro dagli Hawks che alla fine e senza tante sorprese si era rivelata essere proprio Rogue.
Ma non era certa di poter lasciar lavorare quei due insieme, Logan non capiva un accidenti di computer e sistemi vari e Rogue…
 
McLee approfittando del silenzio di Monroe prese parola.
 
“Hawk8 ha ottime conoscenze tecniche, andrà lei.”
“Bene!”
 
Marie non si scompose e sfogliò immediatamente la cartella fino a giungere al paragrafo che conteneva le informazioni sul presunto sistema in uso.
 
“Un D002, sistema abbastanza obsoleto ma valido, se le indicazioni non sono errate tutta l’energia è fornita dal reattore 2 ancora funzionante, non dovrebbe essere difficile metterlo fuori uso, basterà che qualcuno tranci i cavi del quadro di controllo ed il mio lavoro sarà semplicissimo, dalla sala comandi disattiverò la batteria di riserva e in dieci minuti sarà tutto risolto…”
“Bene!”
 
McLee sorrise soddisfatto dall’intervento di Marie.
 
“Come saranno suddivise le squadre?”
“Drake e Pryde all’entrata due, Io e Lee saremo alla sei mentre alla quattro ci andranno Poitr e Leblau…tu Ro…ehm Marie andrai con Logan…”
“….”
 
Logan la osservò dritta negli occhi sfidandola a controbattere.
 
“Ottimo piano ‘Ro…chi meglio di lui può tranciare le cose?”
“Marie…”
 
 
Ad entrambi tornò in mente la prima notte all’Istituto quando lui svegliatosi di colpo dall’incubo l’aveva trafitta al petto.
Che stronza era stata a ricordarglielo ma in sua difesa poteva dire che non aveva affatto pensato a quello nel parlare se non quando lo sguardo ferito di lui e la sua voce l’avevano sfiorata.
Lei si riferiva a come aveva tranciato la loro amicizia, la loro unione e la promessa che le aveva fatto sul treno.
Sbuffando si alzò in piedi.
 
“Quando cominciamo?”
“Prima è meglio è, ma non dobbiamo cadere nella trappola della fretta, Hawk8, andrai a fare delle prove tecniche col simulatore informatico da basso da Kenton, la partenza è prefissata per domani sera alle 11.”
“Bene, se non c’è altro…”
 
Il comandante capì al volo che lei aveva bisogno di andarsene da li, tutto ad un tratto l’atmosfera si era fatta densa e grave.
Si girò a guardare l’uomo chiamato Logan, la sua espressione sebbene fosse tornata indifferente nascondeva negli occhi alcune tracce di delusione.
 
“Puoi andare Marie.”
“Signorsì!”
 
Di nuovo il saluto militare ed un muto cenno per loro.
 
 
 
 
Era stata calma nell’entrare, pacifica nel parlare e diplomatica nell’accettare le condizioni della missione.
Tutto era andato benissimo finché non se ne era uscita con quella gran bastardata del trafiggere le cose.
Trafiggere lei aveva inteso quella piccola….sospirò seguendo in silenzio Ororo e Hank fuori dall’ufficio.
Questa volta non l’avrebbe seguita oh no…certo che no, lui la sua parte l’aveva fatta e lei gli aveva sputato sopra.
Discorso chiuso.
 
Infuriato deviò verso l’uscita lasciando a Tempesta e Hank il compito di definire gli ultimi dettagli della missione.
 
Discorso chiuso un cazzo!
 
Lo pensò talmente forte che udì la propria voce incazzata come se avesse parlato sul serio.
 
“Uhm…Logan?”
 
Si appoggiò al muro dell’edificio sovrapponendo il piede sinistro al destro incrociando anche le braccia.
Per un attimo gli venne voglia di accendersi un buon cubano, ma incazzato com’era non lo avrebbe gustato al meglio.
 
Incerta Marie mosse alcuni passi verso di lui che col volto chino si rifiutava di guardarla.
Era offeso, lo capiva benissimo.
 
“Mi dispiace per quello che ho detto, non intendevo… io, alludevo agli artigli…”
 
Rise imbarazzata non ottenendo però da lui alcuna reazione.
Scoraggiata tentennò indecisa se avvicinarsi o meno.
Ancora niente.
 
Sospirando fece retrofronte tornando dentro.
 
“Fa male”
“Nh?”
 
Si girò a mezzo busto, subito.
 
“Finché mi chiami stronzo va bene ma se mi ignori…se mi rinfacci quello che…”
“Ma non mi riferivo a quello! Io…”
 
Voltandosi completamente tornò sui suoi passi arrivandogli di fronte bloccandosi però nel vedere i suoi occhi.
Delusi.
Li aveva visti così solo dopo che era tornato dalla missione ad Alcartaz quando aveva dovuto uccidere Jean e quando era tornata lei…curata.
 
Pensando a quello le tornò in mente il suo comportamento e a quanto l’avesse ferita.
Le venne da essere cattiva.
 
“Quindi solo tu puoi ignorare e rinfacciare giusto?”
 
Lui sembrò riprendersi e cambiò espressione.
 
“Ti ho già detto che mi dispiace Mar-”
“L’ho fatto anche io Logan, quindi tutto a posto?!?”
“TUTTO A POSTO UN CAZZO MARIE!”
 
Si staccò dal muro espirando la rabbia accumulata abbassando il tono della voce.
 
“Tu fai l’accondiscendente per smorzare il discorso e chiuderlo li, dici che va tutto bene ma è chiaro che non è così e, Cristo Marie, non mentire perché so benissimo che ce l’hai con noi, con me ma …”
“Ma cosa? Pensi davvero che bastino due scuse una litigata e il tuo essere così remissivo per sistemare tutto? No, NO e NO!!!”
“…”
“Non me ne frega un corno se ti dispiace, se vuoi chiedermi scusa o cosa diavolo hai in mente! Quei mesi per me sono stati un incubo, un’agonia….prima Bobby, poi Jubilee e alla fine anche tu mi hai voltato le spalle, se me ne sono andata e stato perché non ne potevo più, ho fatto una scelta e ci sono rimasta male ma poi me la sono anche fatta passare!”
 
Si girò annuendo in direzione del quartier generale degli Hawks.
 
“Qui ho trovato il mio posto, un luogo dove vado bene e non mi scartano come un rifiuto quando dico o faccio qualcosa che va contro quello che pensano loro e sai una cosa? Va bene così! ”
 
Una lampadina si accese nei pensieri di Logan, lei lo provocava? Lui avrebbe fatto lo stesso.
 
“Va bene così?”
“SI, VA BENE COSI’! discorso chiuso!”
“…e dimmi….loro lo sanno che eri un mutante?”
 
Lei sbiancò mentre lui sorrise di un ghigno furbo e anche un po’ cattivo.
 
“Pensi che se ora tu entrassi lì dentro  dicessi loro,  hey gente vi ho mai detto che ero un mutante, no? Ma tanto va bene così vero?! Perché tanto voi non mi buttate come un oggetto inutile, mi volete bene, siete miei ami…
 
Si fermò.
Smise di gesticolare ed imitare una bambina sciocca solo quando la prima delle sue lacrime cadde a terra frantumandosi in mille goccioline di dolore.
Smise anche di pensare quando un singhiozzo le scappò dalle labbra in fremito che non ne volevano sapere di rimanere ferme.
Smise di gettarle addosso veleno e dubbi accorgendosi dell’arrivo dell’uomo che lo aveva chiamato ragazzino il giorno prima; arretrò giusto quel tanto che era necessario per schivare un gancio destro che, fattore di guarigione o meno, lo avrebbe steso come minimo mezza giornata.
 
“Se hai finito con le tue cazzate puoi anche andare…”
 
Non obbedì a quel’ordine e Clayton,  non si preoccupò di avanzare oltre.
Posò una mano sulla spalla di Marie e la fece voltare accompagnandola dentro senza nemmeno più voltarsi, neanche quando aggiunse le sue ultime parole.
 
“Se ti becco di nuovo a farla piangere, elite o no giuro che ti scanno!”
 
Poi lo sentì rivolgersi a Marie e cercare di calmarla, lo sentì chiamarla piccola e vide lei appoggiarsi a lui e piangere come non l’aveva vista fare mai.
 
 
 
 
 
Battendo il pugno contro la parete si insultò cento volte contemporaneamente.
 
“Merda!”
“Si Logan…merda!”
 
Non riuscì nemmeno a stupirsi dell’espressione colorita di Ororo, accettò la ramanzina sia da Hank che da lei e a capo chino li seguì alla macchina.
In mente il volto in lacrime di lei.
  
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