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Autore: Lugxi    26/03/2011    3 recensioni
Non tolleravo l'idea che Harry finisse, così ho deciso di provare a raccontare cosa poteva essere accaduto dopo la morte di Voldemort, di come sarebbe stato il mondo magico dopo la guerra, ma soprattutto come sarebbe continuata la vita di Harry e dei suoi amici. Spero che vi piaccia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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-Che ne dici se prendiamo le scope e andiamo alla radura oltre la collina? Ai margini del bosco ci sono degli alberi che sono perfetti per giocare a Quidditch- Ginny era di ottimo umore e Harry non poteva certo stupirsi. A causa dell’addestramento nelle ultime settimane usciva di casa prestissimo e rientrava all’ora di cena stanco morto, riuscivano a vedersi solo la mattina perché Ginny si ostinava a svegliarsi con lui all’alba per poter almeno fare colazione insieme e Harry ogni giorno non riusciva a capacitarsi di quanto fosse fortunato nell’averla al suo fianco sempre e comunque. Finalmente potevano godersi una giornata libera da impegni e, se ne rendeva conto solo ora, senza Ron ed Hermione. Erano per la prima volta…soli.
-Sono più che d’accordo- Sorrise beandosi di quel momento e, puntata la bacchetta al capanno, appellò le due scope col semplice movimento del polso.

-Complimenti, stai facendo progressi, non ti sei neanche dovuto sforzare per usare l’incantesimo non verbale!-

Harry guardò la ragazza stupito e poi la sua bacchetta –sai che non ci avevo neanche pensato? Questa giornata inizia a piacermi sul serio-

Saltarono sulle scope e si librarono in volo. La giornata era bellissima, il sole era alto nel cielo e la primavera si percepiva in tutta la sua grandezza. Salirono sempre più in alto. Da quell’altezza era tutto così colorato e vivo. Chiuse gli occhi per farsi accarezzare dal vento e poi si diressero verso la radura. Ginny iniziò a danzare nell’aria compiendo delle acrobazie fantastiche e anche piuttosto complicate, fece alcuni giri su se stessa, poi alcuni zigzag ad una velocità folle. Harry non riusciva quasi a starle dietro. A poche decine di metri dal suolo si lanciò in picchiata.

Harry rabbrividì e virò verso il suolo cercando di accelerare per raggiungerla, era convinto che si sarebbe schiantata.

Ginny era lanciata verso il basso, doveva aver perso il controllo della scopa…

… lo schianto ormai era imminente, la ragazza stava andando troppo forte, non sarebbe mai riuscita a fermarsi…
… Harry estrasse la bacchetta, forse con un Wingardium Leviosa sarebbe riuscito almeno a farla rallentare…

… non c’era tempo, puntò la bacchetta al suolo e fece comparire una sorta di bolla gelatinosa..

... Ginny tirò il manico della scopa verso il petto con tutte le sue forze e inarcò la schiena indietro. Harry trattenne il respiro, non voleva guardare. La scopa virò verso l’alto e lentamente riprese quota, infine con molta eleganza discese verso terra e poggiò i piedi sul prato.

-Oddio Ginny stai bene?- la seguì scendendo dalla scopa.

-Certo!- sorrise con soddisfazione –Cos’è quel… budino che hai fatto apparire? Non l’avevo mai visto-

-Me l’ha insegnato Galatea, ma lasciamo perdere… sei sicura di essere tutta intera?- Le poggiò le mani sulle spalle e la guardò in viso per assicurarsi che stesse bene, le accarezzò una guancia e le diede un bacio sulla fonte, forse per tranquillizzare più se stesso che Ginny.

–Si tranquillo, l’ho provata per settimane, sai ho un mucchio di tempo libero-

-Vuoi dire che hai imparato la finta Wronski?-  lasciò per un attimo la spalla della ragazza, sorpreso e ammirato per quello che aveva appena fatto

-Si-

-E mi sbaglio o hai eseguito anche un Woollongong Shimmy?-

-Esattamente! Pensavo non l’avessi riconosciuto- si avvicinò di più a Harry, trionfante

-Scherzi? Cosa credi che abbia fatto con tuo fratello negli ultimi sette anni?-

-Mmm vediamo, a parte salvare il mondo magico da un crudele e spietato mago oscuro?- Cinse le braccia intorno al collo del ragazzo

-Già, oltre quello…- sorrise –Ho l’impressione,non so perché, che tu abbia strane idee per oggi…- accarezzò la schiena di Ginny che aveva infilato una mano tra i suoi capelli corvini

-Giusto qualcuna…- si avvicinò alle labbra di Harry

-Non vedo l’ora di sentirle…- disse a fior di labbra prima di perdersi in un lunghissimo e appassionato bacio.

Passarono le ore seguenti tra coccole ed effusioni, non ricordavano neanche più quanto tempo fosse passato da quei lunghi pomeriggi che avevano trascorso insieme ad Hogwarts.

-Se ci vedesse Hermione… “ma vi sembra il momento di perdere tempo così? Harry ti sei forse dimenticato che tra poche settimane abbiamo gli esami? Avrete tutto il tempo di sbaciucchiarvi quando avremo preso i nostri M.A.G.O.!”- Ginny imitò alla perfezione la voce di Hermione e Harry non poté fare a meno di ridere divertito.

-Però un po’ mi sento in colpa-

-Oh Harry, stai facendo ogni giorno ore e ore di studio ben più avanzato di quello che puoi trovare nei libri di scuola, ed è da tanto che non ti prendi una vacanza!-

-Hai ragione!- con uno scatto di reni si sollevò a sedere e appellò nuovamente la sua scopa –che ne dici di una partita a Quidditch? Sono curioso di scoprire cos’altro hai imparato!-

-Ci sto! Che vinca il migliore…- sorrise divertita vedendo Harry sollevare gli occhi al cielo. Ginny andò a prendere la sua scopa e si librò in volo mentre Harry incantava una pallina da pingpong babbana. Quando iniziarono la partita il sole era alto nel cielo e i raggi risplendevano infrangendosi sugli alberi e sull’erba fresca. Harry non riusciva a tenere gli occhi completamente aperti ed era costretto a stringerli in due fessure, Maledisse i suoi occhiali che peggioravano la situazione fungendo da specchio. Ginny sembrava perfettamente a suo agio, si lanciò in un inseguimento salendo sempre più in alto, il labbro inferiore stretto fra i denti e i capelli al vento. Era bellissima, pensò Harry, prima di scuotere la testa e concentrarsi nuovamente sul boccino. Ginny era davvero un osso duro, era migliorata tantissimo e, doveva ammetterlo, faceva fatica a starle dietro. La partita non durò a lungo, Harry era troppo distratto e Ginny effettivamente molto brava.

-Ti trovo fuori allenamento caro!- esultò col boccino tra le mani.

-Cavolo, non riuscivo a seguirti, sei migliorata tantissimo!-

-Te l’ho detto, avevo molto tempo a disposizione e poi…- arrossì leggermente. Non le capitava spesso, per la verità le capitava solo quando Harry era nei paraggi. Al contrario di Ron e Percy, gli altri fratelli non arrossivano quasi mai, ma ora Ginny era un po’ in imbarazzo e Harry non ne capiva il motivo.

-E poi?- la incoraggiò Harry incuriosito

-Ho deciso che l’anno prossimo voglio fare i provini per diventare una professionista, magari non in una squadra grande, mi accontento di una categoria inferiore, ma il mio sogno è giocare nelle Holyhaed Harpys! Ti prego non ridere e non dire assolutamente nulla ai miei fratelli, mi prenderebbero in giro!- Disse tutto d’un fiato. Harry sbatté le palpebre per qualche secondo e poi le mostrò il più bello dei suoi sorrisi.

-E perché mai dovrei ridere? Sei bravissima! Insomma voli divinamente e sei velocissima e versatile. Non hai problemi né come cacciatrice né come cercatrice e ti ho visto giocare anche in porta… qualsiasi squadra farebbe la fila per averti-

-Dici davvero? Ti prego sii obiettivo e non di parte! Pensaci bene…-

-Non ho bisogno di pensarci, credimi-

Ginny gli saltò letteralmente addosso e caddero insieme sull’erba.

Fecero due partite che durarono più della prima vincendone una a testa e poi concordarono che sarebbe stato meglio rientrare a casa visto che si stava facendo tardi e che era ora di pranzo.

Apparecchiarono la tavola e Molly si ritrovò a fissarli. Quando Ginny chiese spiegazioni la madre fu molto evasiva accennando a qualcosa tipo “quanto state crescendo” e “volevo assicurarmi che apparecchiaste nel modo giusto”.

Erano passate tre settimane dal loro rientro alla Tana e le cose stavano iniziando a migliorare. Ma Molly era comunque sempre tesa e spesso scoppiava a piangere senza spiegazioni apparenti, per cui i due ragazzi non si soffermarono più di tanto sulla sua spiegazione. A pranzo decisero che quella sera sarebbero andati a Grimmauld Place per iniziare i lavori, approfittando della serata libera di Harry. Molly e Ginny non erano molto contente, perché l’idea di ristrutturare quella casa le faceva pensare a quando Harry le avrebbe lasciate per andare a vivere da solo, e nessuna delle due era pronta. Ma Ginny si trovava spesso a pensare che quella sarebbe potuta diventare la loro casa , e si ritrovò ad arrossire per la seconda volta nella stessa giornata. Billy e Charlie iniziarono una discussione su come avrebbero potuto raggirare l’incantesimo di adesione permanente e come disfarsi della Signora Black, mentre Fleur era molto più interessata all’arredamento.

-Scè un negozio molto carino a Diagòn Alley dove ho presò alcuni mobili per casa nostra. Credò Harrì che dovresti farsci un salto!-

Harry fu costretto a sorbirsi un’ora di discussione su tende e fodere per i divani, prima che il signor Weasley lo salvasse chiedendogli come funzionassero le viodeostanze , e passarono alcuni minuti prima di capire che stesse parlando delle videocamere.

 

Erano le tre quando si smaterializzarono davanti alla casa. Ginny fu costretta a fare la smaterializzazione congiunta con Bill perché era ancora minorenne.

La porta d’ingresso era nera con un battente d’argento dalla forma di un serpente attorcigliato. Harry pensò che prima o poi avrebbe sostituito anche quella, quel serpente all’ingresso della casa lo innervosiva. Spinse il portone e gli si presentò davanti un lungo corridoio, illuminato da un grande lampadario. Alle pareti vi erano un sacco di vecchi ritratti. Quando entrarono nell’appartamento il solito fantasma di Silente si materializzò davanti a loro.

-Per tutte le puffole- esclamò Ginny spaventata e infastidita –mi ero dimenticata di questa scocciatura… qualcuno sa come eliminarla?-

Tutti si guardarono e fece cenno di no con la testa. Avevano provato più volte a liberarsene ma con nessun risultato.

-Severus Piton?- Chiese lo spettro con l’inconfondibile voce di Malocchio. Harry sentì una morsa al cuore. Ora quello spettro gli sembrava un insulto alla memoria del professore.

-Severus Piton è morto- Disse Harry con un nodo alla gola. Immediatamente lo spettro lo guardò negli occhi

-Ora posso riposare in pace!- la polvere vorticò su se stessa, sembrava un tornado in miniatura che diventò sempre più piccolo fino a scomparire nel nulla.

-Credete che sia spartito per sompre?- Chiese Fleur stringendo il braccio del marito.

-Credo di si, penso che abbia ritenuto che giustizia sia stata fatta- rispose il signor Weasley. Tutti sembravano piuttosto scossi. Oltre Ron ed Hermione, la famiglia Weasley era l’unica a cui avessero raccontato tutta la verità. Non si sentivano ancora pronti a condividere quell’anno col mondo esterno. Riportare alla luce il ricordo di Piton e di Silente ora faceva più male che mai. Fu Ginny a parlare per prima che fu attirata da uno strano fenomeno

-L’avete notato?- Chiese Ginny

Tutti si girarono perplessi a guardarla –Cosa cara?- chiese la madre

-Il silenzio. Dov’è quella vecchia megera urlante?- Effettivamente era strano, avevano fatto piuttosto baccano e la signora Black non si lasciava mai sfuggire l’occasione di urlargli contro quanto fossero della feccia o dei traditori del loro sangue.

-Se vi riferita alla Signora Walburia Black- disse una voce femminile –è andata via!- da un quadro piuttosto piccolo li guardava con aria altezzosa una strega sui cinquanta anni. Era piuttosto tarchiata e un neo peloso le sporgeva sul mento.

-Cosa vuol dire che è andata via?- chiese Ginny –Come è possibile?-

-Voi Weasley siete tutti degli zucconi! Noi possiamo passare da un quadro all’altro, e se è presente un nostro ritratto da qualche altra parte possiamo andare a trovarlo se vogliamo!- disse con aria altezzosa.

-So come vi spostate!- rispose acida Ginny – non pensavo che ci fosse un altro ritratto di quella donna da qualche altra parte!-

-Che insolenza! Certo che aveva altri ritratti, era una purosangue e faceva parte della casata dei Black, ogni purosangue che si rispetti ne ha uno!-

I signori Weasley risposero con un sonoro mpf

-Ho detto che si rispetti- sottolineò la donna

-E quindi dov’è andata?- chiese Charlie

-Mi sembra ovvio, a Villa Malfoy.-

Senza contegno iniziarono tutti a ridere. Quella si che era una condanna.

-Siete proprio degli insolenti!- disse la signora stizzita. Ginny si avvicinò all’orecchio di Harry e senza premurarsi di abbassare troppo la voce gli disse –di quel quadro te ne sbarazzi presto vero?-

-Ci puoi contare!- rispose lui, appuntandosi mentalmente di far sparire da quella casa tutti i quadri.

Percorsero il corridoio e decisero di scendere le scale che portavano alla cucina. Appena Harry vi si affacciò, comparve Kreacher. Harry faticò a riconoscerlo. L'elfo era pulito e profumato, una candida federa gli arrivava all'altezza delle ginocchia. Aveva provato anche a pettinare quei pochi ciuffi che aveva in testa, con un risultato decisamente buffo.

-Padron Harry!- saltellò trionfante ai piedi di Harry prima si esibirsi in un inchino degno di nota, per poco il naso non toccò il pavimento.

-Krecher! Stai benissimo!-

l'elfo iniziò quasi a piangere di gioia.

-Padron Harry, guarda, Kreacher ha tenuto tutto pulito in previsione del tuo ritorno- effettivamente tutto era lustro, nei vetri delle credenze ci si poteva specchiare. Harry si sentì un po' in colpa per non essere passato neanche una volta a salutarlo.

-Kreacher ha conservato anche i tuoi disegni- e indicò una serie di pergamene ordinatamente impilate sul tavolo.

-Ma questa è la pianta del ministero!- disse Bill - e questi- continuò guardando gli appunti- sono tutti gli spostamenti e le abitudini di almeno quindici funzionari... eccetto questa pergamena di insulti rivolta a Dolores Umbridge! Però, questo è piuttosto originale - rise divertito -e questo... oddio ma è volgarissimo, anche se piuttosto pertinente.- Ginny si affacciò dietro la spalla del fratello per sbirciare

- È  la scrittura di Ron!- disse ridendo

-effettivamente lo stile è il suo- le rispose il fratello.

-Ma insomma! Non ho cresciuto dei figli maleducati!- disse la signora Weasley sequestrando la pergamena e sgranando gli occhi leggendo i vari epiteti tra i quali "rana dalla bocca larga" e "sudicia meretrice" che erano sicuramente tra i più eleganti.

-Che volgarità! Pertinenti, è vero, ma volgari!- e con un gesto della bacchetta incenerì la pergamena.

-E questò? Che carino. Sembra uno degli alberi viscini al Lago Nero- disse Fleur guardando un disegno piuttosto accurato.

Ginny lo riconobbe subito. Era vero era un albero vicino al Lago Nero, ma non uno qualunque. Era l'albero in cui era andata con Harry il giorno in cui lui si era dichiarato e dove avevano passato interi pomeriggi, a chiacchierare e ridere e... arrossì violentemente. Sicuramente Harry stava pensando la stessa cosa perché anche lui reagì allo stesso modo. Fleur continuava a guardare il disegno e a dire quanto fosse carino.

-Sai, la nostalgia!- disse Harry evasivo guardando Ginny che cercava di stare seria, cosa impossibile perché in quel momento avrebbe voluto saltare al collo di Harry. 

Quindi in tutti quei mesi, nonostante la lotta contro Voldemort, Harry non si era dimenticato di lei. E come avrebbe potuto. Harry aveva passato quasi un anno a fantasticare su quando sarebbe potuto stare ancora con Ginny. A volte invece temeva che lei avesse incontrato qualcun altro e che l'avesse dimenticato per sempre. In quei momenti diventava di pessimo umore ed era intrattabile.  I pensieri di Harry furono distratti da Kreacher che si offrì di preparare la cena per quella sera.

-Ma mancano George e Percy!- disse la signora Weasley

-Li avvertiremo con un patronus cara, non ti preoccupare- disse il signor Weasley che invocò una piccola donnola a cui lasciò un semplice messaggio “cena da Harry a Grimmauld Place. Alle otto”. A Harry venne allora in mente di cogliere la palla al balzo e invitare anche la signora Tonks col piccolo Teddy, così invocò anche lui il suo. Uno splendido cervo si materializzò davanti a loro. Harry era sicuro di non averne mai invocato di più belli. Ginny gli sfiorò per sbaglio il braccio e il patronus emanò una luce abbagliante.

-Wow Harrì, sei diventato proprio bravò con i patroni- Fleur batté due volte le mani per complimentarsi. Harry era piuttosto imbarazzato così proferì un invito affrettato e il cervo si allontanò portando con se il suo messaggio.

La serata passò lenta. Passarono in rassegna ogni stanza e decisero a grandi linee quali sarebbero stati i primi interventi da fare. Il problema maggiore, come avevano già dedotto era come aggirare gli incantesimi di adesione permanente. Harry non sopportava l’idea di avere in salotto l’albero genealogico della famiglia Black, tanto più che ogni persona a cui aveva voluto o voleva bene, era stata cancellata con una grossa bruciatura. Alla fine Ginny propose di attaccarvi sopra della carta da parati e tutti convennero che sarebbe stata la soluzione migliore.

Al contrario di ciò che pensava inizialmente, Harry dovette convenire che i suggerimenti di Fleur sull’arredamento non erano per nulla malvagi e si rese conto che da solo non sarebbe mai riuscito a cavarne piede. Non sapeva da dove partire, e quando sentiva parlare di abbinamenti di colori gli veniva il mal di testa. Si accorse però ben presto che prima di prendere qualsiasi decisione gli veniva spontaneo girarsi verso Ginny per sapere la sua opinione, cosa che non sfuggì alla signora Weasley che continuò a sorridere per tutta la serata. Se ci fossero stati anche Ron ed Hermione sarebbe stato un pomeriggio perfetto. Era decisamente strano fare dei progetti senza Hermione che prendesse appunti freneticamente o senza i consigli del suo migliore amico.

Alle sette e mezza arrivò la signora Tonks col piccolo Teddy e poco più tardi arrivò anche Percy. L’ultimo fu George che non riuscì a chiudere il negozio prima delle otto e un quarto. A quanto pare gli affari andavano a gonfie vele.

La cena fu davvero piacevole, Kreacher diede il meglio di se e quando Harry gli fece i complimenti si lanciò a terra piangendo e dicendo che “Kreacher non si meritava tanta bontà dal suo padrone”.

Tornarono alla Tana che ormai erano quasi mezzanotte.

Harry posò gli occhiali sul comodino e si distese supino sul letto incrociando le braccia dietro la testa. Era stata una giornata davvero bella, soprattutto la mattina passata con…

-Ginny?- strizzò gli occhi cercando di vedere la figura che era appena entrata in camera sua.

-Shhh! Vuoi per caso svegliare tutta la casa?!- disse la ragazza. Si chiuse la porta alle spalle e a piedi nudi raggiunse il letto di Harry sedendosi all’indiana poggiando la schiena contro il muro.

-Sai non pensavo avessi quelle doti artistiche- si divertì a prendere in giro il ragazzo.

-Si, sai, avevo tanto tempo libero…- rispose ironico

-Era il nostro albero vero?- a Harry piacque moltissimo la parola “nostro”

-Si- Ginny era bellissima illuminata dalla luna, la sua pelle chiara sembrava risplendere e Harry non poté fare a meno di sporgersi per baciarla. Profumava di fiori. Lei gli cinse il collo con le braccia sporgendosi verso di lui che tenendole i fianchi la adagiò accanto a se sul letto. Harry la strinse a se, sentiva il suo cuore battere fortissimo e sincronizzarsi con quello di Ginny. Le accarezzò una guancia e la baciò di nuovo e il bacio divenne sempre più appassionato. Ben presto si ritrovò sopra di lei. Ginny fece scorrere le mani lungo la schiena del ragazzo e poi sotto la maglietta.

La porta si aprì.

-Sono tornat…- Ron era sulla porta, la bocca spalancata e le orecchie rosso fuoco.

Ginny si alzò subito dal letto e Harry inforcò gli occhiali –Non è come sembra!- disse velocemente. Fece appena in tempo a lanciare un Muffliato prima che Ron esplodesse.

-HARRY JAMES POTTER, SPERO PROPRIO CHE LA DOTE DI MIA SORELLA SIA ANCORA INTATTA PERCHÉ GIURO SU MERLINO CHE RIUSCIRÒ DOVE VOLDEMORT HA FALLITO!!!-

-Vuoi darti una calmata!- esplose Ginny –Spero proprio che tu non sia serio quando parli della mia dote! Devi esserti completamente rincitrullito in Australia se credi che questi siano affari tuoi! Ma se proprio vuoi saperlo non stavamo facendo nulla di male! Pezzo di idiota che non sei altro, quanto tempo deve ancora passare prima che ti faccia gli affaracci tuoi per una buona volta! Non puoi continuare a esplodere ogni volta che Harry mi sfiora, è il mio ragazzo, è la mia vita e sono abbastanza grande per decidere da sola! Per giunta brutto ipocrita credi che sia così ingenua da credere che tu ed Hermione non abbiate fatto lo stesso…o peggio, da soli tre settimane in Australia?-

Ron rimase senza parole. Ginny  uscì sbattendo la porta.

-Andato bene il viaggio?- disse Harry imbarazzato. L’amico continuava ad aprire e chiudere la bocca non sapendo cosa dire. Era stanco, gli mancava casa sua e l’idea di tornare lo aveva messo di buon umore per tutto il giorno. Non che il viaggio gli fosse dispiaciuto, tutt’altro, aveva potuto passare tre settimane solo con Hermione ed erano state bellissime, ma non vedeva l’ora di rivedere il suo migliore amico e riabbracciare tutta la sua famiglia. Non si sarebbe mai aspettato di trovare una scena simile. E Ginny poi, come al solito, l’aveva aggredito. Non capiva che era la sua sorellina? Per quanto volesse bene ad Harry non poteva pensare che si approfittasse di lei in quel modo. Ma ormai aveva capito che non poteva farci nulla, stava crescendo ed era libera di prendere le sue decisioni. Preso da un senso di sconforto e ignorando l’amico, si girò ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. Harry non ebbe il coraggio di seguirlo, perché doveva ammetterlo, si sentiva piuttosto colpevole.

 

Quella mattina uscì ancora prima del solito per evitare di vedere Ron. Era deconcentrato e rischiò più di una volta di far saltare in aria la pozione che stava preparando e con trasfigurazione non riusciva proprio a migliorare. Quando sbagliando trasfigurò la gamba di Galatea in un salame, lei decise che sarebbe stato meglio riprendere il giorno seguente.

-Harry, quando sei in situazioni di pericolo non puoi permetterti di pensare ai tuoi problemi personali, così metti in pericolo non solo te, ma anche la tua squadra! Per oggi vai a casa e riposati, ma soprattutto risolvi i tuoi problemi!-

Harry si sentì mortificato e uscì dalla sala a testa bassa. Salì le scale e prese l’ascensore per tornare al secondo livello. Entrato nell’ufficio del Quartier Generale trovò alcuni Auror intorno alla cartina. Bondy sbatté un pugno sulla scrivania.

-Sono fuori dalla nostra giurisdizione, non possiamo fare nulla finché rimangono in Polonia!-

A Harry venne un tuffo al cuore. -Sono riusciti a scappare?-

Un mago che Harry non aveva mai visto sollevò la testa e lo guardò con aria affranta. Bondy strinse le mascelle e annuì.

-Hanno superato la frontiera stanotte, non siamo riusciti a fermarli, mi dispiace Harry.-

Solo in quel momento si accorse che il mago sconosciuto era ferito. La manica destra era intrisa di sangue che gocciolava sul pavimento e aveva un altro taglio piuttosto profondo sul fianco.

-Non importa, prima o poi riusciremo a catturarli, lo giuro!- Quello era decisamente il giorno più brutto delle ultime settimane.

-Oddio Vincent, stai bene! Perché non sei andato al San Mungo, sei ferito!- Galatea, che era salita poco dopo Harry aprì la porta e si trovò davanti uno scenario per lei agghiacciante. Si precipitò verso l’Auror ferito ed estrasse subito la bacchetta cercando di bloccare il sangue. –Ma cosa è successo? Accidenti questa ferita è troppo profonda…-

-Tea non ti preoccupare, sto bene, è solo un graffio- allungò la mano e accarezzò la guancia della ragazza.

-Non è solo un graffio! Perché ogni volta vuoi fare l’eroe. Andiamo ti accompagno in ospedale e no…niente storie!- Galatea si voltò verso Harry –Mi spiace, credo che dovrò annullare le lezioni per i prossimi giorni. Approfittane per ciò di cui discutevamo prima.-

I maghi che erano rimasti si allontanarono e Harry rimase solo con Bondy.

-Mi spiace ragazzo, davvero.-

-Non si preoccupi, so che avete fatto il possibile, quell’Auror non mi sembrava uno che si arrende facilmente- sorrise con amarezza

- Chi Vincent Duell? Ragazzo il gamba, ottimo Auror, un po’ cocciuto se devo dirla tutta. Solo Galatea riesce a tenergli testa.  Ah Harry, dimenticavo, il Ministro vuole vederti- Si girò di spalle e oltrepassò la solita porta da cui era uscito il primo giorno che Harry l’aveva conosciuto. Prima o poi avrebbe dato una sbirciatina a quella stanza.

 

Dall’ufficio del Ministro c’era un continuo via vai di gente, Harry dovette aspettare quasi un’ora prima di poter parlare con Kingsley.

-Harry, ti stavo aspettando- come al solito indossava un abito sgargiante e i suoi modi erano sempre molto gentili. –Siediti ti prego. Posso offrirti qualcosa?- agitò la bacchetta e una brocca contenente quello che sembrava dell’idromele si avvicinò danzando nell’aria, versò il contenuto in due grandi bicchieri e si poggiò con delicatezza sull’ampia scrivania. Harry si sedette su una delle due poltrone libere e prese il bicchiere in mano.  –Ti prego di scusarmi per l’attesa.-

-Figurati, capisco che tu sia impegnato. Bondy mi ha detto che volevi vedermi- fece ruotare il liquido ambrato nel bicchiere.

-Si. Quelle persone che hai visto entrare ed uscire dal mio ufficio erano funzionari del Winzegamot. È stata decisa la data del processo. Ti prego di scusarmi se le cose si sono dilungate in questo modo, speravamo di poter iniziare a lavorare sulle deposizioni molto prima.- fece una pausa e prese alcuni fogli in mano. –qua ci sono i nomi di tutti gli imputati, tu più di tutti sei a conoscenza dei fatti. Il processo inizierà il primo Luglio.- porse una lunga pergamena e gliela porse - Da domani vorrei che interrompessi le lezioni con Galatea.-

-Ma Kingsley! Non puoi farmi questo, ti prego!- Harry sentì lo stomaco accartocciarsi

-Lo so Harry, ma ho bisogno che lavori sulle deposizioni. Percy si è offerto di aiutarti.- ad Harry andò quasi di traverso il sorso di idromele.

-Non devi sottovalutarlo, è un elemento davvero prezioso per il Ministero in questo momento. Vorrei anche darti un consiglio da amico, non trascurare lo studio, gli esami non sono tanto lontani e noi abbiamo bisogno di Auror in gamba come te- e gli fece l’occhiolino –sono certo che ti riavremo al Quartier Generale molto presto- 

-Signor Ministro, il Primo Ministro Inglese è pronto a riceverla!- Il quadro alle spalle di Harry gli sorrise –è un onore per me rivedervi signor Potter. –

-Devi scusarmi Harry, ma come vedi sono sommerso di impegni. Ci vediamo presto- si alzò dalla sedia e poggiò una mano sulla spalla del ragazzo, poi si diresse verso il camino e sparì.

 

Harry aveva il morale a terra e temeva per come sarebbe continuata la giornata. Tornato alla Tana avrebbe dovuto affrontare Ron, non c’era via di scampo. Si materializzò in giardino e fu letteralmente  travolto dalle galline che stavano scappando, rincorse da uno gnomo con la testa piuttosto bitorzoluta. Cadde a terra maledicendo quella dannata creatura, avrebbero dovuto rifare la disinfestazione. Non era passata neanche una settimana dall’ultima volta che con Charlie e Ginny avevano lanciato oltre la siepe ben diciassette gnomi.

-Vuoi una mano?- chiese una voce a lui familiare. Harry tese la mano e afferrò quella di Ron.

-Grazie- disse un po’ a disagio, non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, sperava di potersi prendere ancora qualche minuto per poterci pensare. –Ron senti, mi dispiace…-

-Lasciamo stare e dimentichiamo tutto, ha ragione Ginny, non sono affari miei- disse abbassando gli occhi concentrandosi su alcuni chicchi di mangime che avevano trasportato le galline –Spero solo che tu non la stia prendendo in giro perché allora dovrai vedertela con me!- sollevò gli occhi e fissò quelli di Harry che sostenne lo sguardo

-Speravo che avessi capito ormai che per me Ginny non è un gioco. Ci tengo davvero ed è una cosa seria. Non è mia intenzione farla soffrire, tutt’altro, farei qualsiasi cosa per renderla felice e per proteggerla-

-Era quello che volevo sentirti dire-

- E a proposito di questo… vi siete chiariti?-

-Si, tranquillo è tutto okay. Ora torniamo dentro, è arrivata Hermione-

 -Ron…-

-Si?-

-Bentornato a casa!- disse Harry sorridendo all’amico che gli diede una pacca affettuosa sulla spalla.

 

-Harry!- Hermione gli corse incontro e lo strinse in un affettuoso abbraccio che lui ricambiò. Doveva ammettere che i due amici gli erano mancati davvero molto, non era più abituato a stargli lontano per così tanto tempo.

-Non pensavamo sareste arrivati così presto, abbiamo ricevuto la vostra lettera solo ieri, non abbiamo neanche fatto in tempo a rispondervi- disse Harry mentre si scioglieva dall’abbraccio dell’amica.

-Solo ieri, accidenti, abbiamo mandato la lettera settimane fa! Quel maledetto volatile si deve essere perso-

-Ma Hermione, ti era piaciuto così tanto, l’avevi definito “un animale veramente paradisiaco”-

-Si prima che mi facesse passare una notte in bianco cantando quella nenia- tutti scoppiarono a ridere

-Siamo tornati tre giorni fa e i miei genitori hanno tanto insistito affinché Ron restasse a casa-

-Tre giorni fa? Perché non ci avete detto nulla?-

-Ron volava farvi una sorpresa…-

-E ci è riuscito..- disse Ginny tra i denti, ma Harry cercò di cambiare argomento prima che l’ira di Ron si risvegliasse

-Dovete raccontarci tutto, nella lettera dicevate di essere diretti a Emerald- disse Harry seduto vicino a Ginny.

-Si, siamo arrivati la notte, ormai era ora di cena così abbiamo deciso di rimandare le ricerche al giorno successivo. Quella notte abbiamo deciso di studiare la cartina per poter tracciare il percorso più breve per raggiungere almeno i posti che ci erano stati segnalati dal sito internet-

-E facendo due conti abbiamo capito che i soldi purtroppo ci sarebbero durati solo per la metà dei viaggi che avremmo dovuto fare- continuò Ron –non puoi capire lo sconforto, purtroppo eravamo costretti a girare con mezzi babbani quindi su quello non avremmo potuto risparmiare.-

-La mattina seguente speravamo vivamente che i miei genitori si fossero stabiliti lì perché temevamo di doverci organizzare come per tutto l’anno scorso, fortunatamente almeno avevamo la tenda con noi- si alternavano nel racconto come se fossero una persona sola. Ginny sorridendo si accorse che tra loro c’era una confidenza diversa. Ron non era più così impacciato stando vicino ad Hermione ed entrambi erano perfettamente affiatati nei movimenti e negli sguardi. Le supposizioni che aveva fatto la notte precedente con Ron non dovevano essere così lontane dalla realtà.

-Ci svegliammo all’alba, non volevamo perdere più tempo del dovuto ma ci siamo resi conto ben presto di aver trascurato un particolare…-

-Era Domenica! Ed era chiuso praticamente ovunque, ed essendo così presto non c’era anima viva in giro-

-Così dopo aver studiato un po’- a quelle parole Ron alzò gli occhi al cielo, Hermione doveva averlo fatto studiare durante tutto il viaggio – aspettammo che aprissero la taverna all’angolo-

-Abbiamo chiesto informazioni praticamente a chiunque ma nessuno sembrava conoscere il dentista finché una ragazza si avvicinò a noi dicendoci di conoscere molto bene il signor Wilkins perché era una sua vicina di casa e ci disse che era un ragazzo di trentasette anni e che si era trasferito da circa tre anni. Purtroppo era l’ennesimo buco nell’acqua.-

-Le città successive erano molto distanti ed eccetto per un’autostrada, tra l’una e l’altra c’era praticamente il nulla. Una pianura immensa si stagliava davanti ai nostri occhi, così per risparmiare decidemmo di smaterializzarci, visto che potevamo vedere a miglia e miglia di distanza. Ma giunta la sera eravamo stanchissimi e senza forze così decidemmo di piantare la tenda e fermarci per la notte. Fortunatamente sia io che Ron avevamo portato delle riserve di cibo e-  Hermione interruppe il racconto e per un attimo si perse nei suoi pensieri prima di arrossire violentemente mentre Ron, anche lui rossissimo, diede un colpo alla sua tazza di tè che cadde sul tavolo. Entrambi erano imbarazzatissimi e cercavamo di asciugare maldestramente con dei fazzolettini. Ginny scoppiò a ridere e Harry non capendo asciugò tutto con un colpo di bacchetta.

-Si può sapere cos’è successo?- chiese guardando tutti con aria perplessa. Ginny gli si avvicinò all’orecchio –dopo te lo spiego…- e Ron sgranando gli occhi le lanciò un fazzolettino umido che la sorella scansò senza nessuna fatica.

-Insomma dopo due settimane di ricerche mi sono ricordata che quando ero piccola mia madre era rimasta affascinata da un documentario sulla cittadina di Darwin così presi dalla disperazione e senza più né indizi né cibo siamo riusciti a raggiungerla e abbiamo trovato i miei genitori il giorno dopo. Fine del racconto!- Hermione tagliò corto e raccontò tutto d’un fiato. Solo in quel momento Harry sembrò collegare i pezzi e arrivare alla conclusione a cui Ginny era arrivata molto tempo prima. Riuscì ad emettere solo un “oh!”  prima di sgranare gli occhi e mostrare una faccia imbarazzatissima. In quel momento arrivò George che rimase a fissarli sulla porta

-Che vi è successo ragazzi? Che facce… neanche vi foste visti nudi!-

Tutti si girarono a guardarlo prima di uscire dalla stanza prendendo direzioni diverse.

 

 

 

Ok ragazzi, ecco il nuovo capitolo. Devo ammettere di aver avuto il blocco dello scrittore. Questo capitolo non mi piace più di tanto e mi sono divertita di più a scrivere pezzi di altri capitoli, quindi spero sarete felici di sapere che il successivo è a buon punto e che scopriremo cosa sta accadendo ad Hogwarts. Non mi picchiate per aver tolto momentaneamente Harry dagli Auror e per aver fatto scappare i Mangiamorte…niente è perduto. Ringrazio tutti per le recensioni davvero bellissime, spero di non avervi deluso. Stavo pensando anche di scrivere una One -shot su ciò che hanno combinato i nostri cari Ron ed Hermione in Australia (brutti sporcaccioni ;p) …vedrò se riesco a trovare il tempo. Che dire… a presto!

 

 

 

 

 

  
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