-Che
ne dici se
prendiamo le scope e andiamo alla radura oltre la collina? Ai margini
del bosco
ci sono degli alberi che sono perfetti per giocare a Quidditch- Ginny
era di
ottimo umore e Harry non poteva certo stupirsi. A causa
dell’addestramento
nelle ultime settimane usciva di casa prestissimo e rientrava
all’ora di cena
stanco morto, riuscivano a vedersi solo la mattina perché
Ginny si ostinava a
svegliarsi con lui all’alba per poter almeno fare colazione
insieme e Harry
ogni giorno non riusciva a capacitarsi di quanto fosse fortunato
nell’averla al
suo fianco sempre e comunque. Finalmente potevano godersi una giornata
libera
da impegni e, se ne rendeva conto solo ora, senza Ron ed Hermione.
Erano per la
prima volta…soli.
-Sono più che d’accordo- Sorrise beandosi di quel
momento e, puntata la
bacchetta al capanno, appellò le due scope col semplice
movimento del polso.
-Complimenti,
stai facendo progressi, non ti sei neanche dovuto sforzare per usare
l’incantesimo non verbale!-
Harry
guardò la
ragazza stupito e poi la sua bacchetta –sai che non ci avevo
neanche pensato?
Questa giornata inizia a piacermi sul serio-
Saltarono
sulle
scope e si librarono in volo. La giornata era bellissima, il sole era
alto nel
cielo e la primavera si percepiva in tutta la sua grandezza. Salirono
sempre
più in alto. Da quell’altezza era tutto
così colorato e vivo. Chiuse gli occhi
per farsi accarezzare dal vento e poi si diressero verso la radura.
Ginny
iniziò a danzare nell’aria compiendo delle
acrobazie fantastiche e anche
piuttosto complicate, fece alcuni giri su se stessa, poi alcuni zigzag
ad una
velocità folle. Harry non riusciva quasi a starle dietro. A
poche decine di
metri dal suolo si lanciò in picchiata.
Harry
rabbrividì
e virò verso il suolo cercando di accelerare per
raggiungerla, era convinto che
si sarebbe schiantata.
Ginny
era
lanciata verso il basso, doveva aver perso il controllo della
scopa…
…
lo schianto
ormai era imminente, la ragazza stava andando troppo forte, non sarebbe
mai
riuscita a fermarsi…
… Harry estrasse la bacchetta, forse con un Wingardium
Leviosa sarebbe riuscito
almeno a farla rallentare…
…
non c’era
tempo, puntò la bacchetta al suolo e fece comparire una
sorta di bolla
gelatinosa..
...
Ginny tirò
il manico della scopa verso il petto con tutte le sue forze e
inarcò la schiena
indietro. Harry trattenne il respiro, non voleva guardare. La scopa
virò verso
l’alto e lentamente riprese quota, infine con molta eleganza
discese verso
terra e poggiò i piedi sul prato.
-Oddio
Ginny
stai bene?- la seguì scendendo dalla scopa.
-Certo!-
sorrise
con soddisfazione –Cos’è
quel… budino
che hai fatto apparire? Non l’avevo mai visto-
-Me
l’ha
insegnato Galatea, ma lasciamo perdere… sei sicura di essere
tutta intera?- Le
poggiò le mani sulle spalle e la guardò in viso
per assicurarsi che stesse
bene, le accarezzò una guancia e le diede un bacio sulla
fonte, forse per
tranquillizzare più se stesso che Ginny.
–Si
tranquillo,
l’ho provata per settimane, sai ho un mucchio di tempo libero-
-Vuoi
dire che
hai imparato la finta Wronski?- lasciò
per un attimo la spalla della ragazza, sorpreso e ammirato per quello
che aveva
appena fatto
-Si-
-E
mi sbaglio o
hai eseguito anche un Woollongong Shimmy?-
-Esattamente!
Pensavo non l’avessi riconosciuto- si avvicinò di
più a Harry, trionfante
-Scherzi?
Cosa
credi che abbia fatto con tuo fratello negli ultimi sette anni?-
-Mmm
vediamo, a
parte salvare il mondo magico da un crudele e spietato mago oscuro?-
Cinse le
braccia intorno al collo del ragazzo
-Già,
oltre
quello…- sorrise –Ho l’impressione,non
so perché, che tu abbia strane idee per
oggi…- accarezzò la schiena di Ginny che aveva
infilato una mano tra i suoi
capelli corvini
-Giusto
qualcuna…- si avvicinò alle labbra di Harry
-Non
vedo l’ora
di sentirle…- disse a fior di labbra prima di perdersi in un
lunghissimo e
appassionato bacio.
Passarono
le ore
seguenti tra coccole ed effusioni, non ricordavano neanche
più quanto tempo
fosse passato da quei lunghi pomeriggi che avevano trascorso insieme ad
Hogwarts.
-Se
ci vedesse
Hermione… “ma vi sembra
il momento di
perdere tempo così? Harry ti sei forse dimenticato che tra
poche settimane
abbiamo gli esami? Avrete tutto il tempo di sbaciucchiarvi quando
avremo preso
i nostri M.A.G.O.!”- Ginny imitò alla
perfezione la voce di Hermione e
Harry non poté fare a meno di ridere divertito.
-Però
un po’ mi
sento in colpa-
-Oh
Harry, stai
facendo ogni giorno ore e ore di studio ben più avanzato di
quello che puoi
trovare nei libri di scuola, ed è da tanto che non ti prendi
una vacanza!-
-Hai
ragione!-
con uno scatto di reni si sollevò a sedere e
appellò nuovamente la sua scopa
–che ne dici di una partita a Quidditch? Sono curioso di
scoprire cos’altro hai
imparato!-
-Ci
sto! Che
vinca il migliore…- sorrise divertita vedendo Harry
sollevare gli occhi al
cielo. Ginny andò a prendere la sua scopa e si
librò in volo mentre Harry
incantava una pallina da pingpong babbana. Quando iniziarono la partita
il sole
era alto nel cielo e i raggi risplendevano infrangendosi sugli alberi e
sull’erba fresca. Harry non riusciva a tenere gli occhi
completamente aperti ed
era costretto a stringerli in due fessure, Maledisse i suoi occhiali
che
peggioravano la situazione fungendo da specchio. Ginny sembrava
perfettamente a
suo agio, si lanciò in un inseguimento salendo sempre
più in alto, il labbro
inferiore stretto fra i denti e i capelli al vento. Era bellissima,
pensò
Harry, prima di scuotere la testa e concentrarsi nuovamente sul
boccino. Ginny
era davvero un osso duro, era migliorata tantissimo e, doveva
ammetterlo,
faceva fatica a starle dietro. La partita non durò a lungo,
Harry era troppo
distratto e Ginny effettivamente molto brava.
-Ti
trovo fuori
allenamento caro!- esultò col boccino tra le mani.
-Cavolo,
non
riuscivo a seguirti, sei migliorata tantissimo!-
-Te
l’ho detto,
avevo molto tempo a disposizione e poi…- arrossì
leggermente. Non le capitava
spesso, per la verità le capitava solo quando Harry era nei
paraggi. Al
contrario di Ron e Percy, gli altri fratelli non arrossivano quasi mai,
ma ora
Ginny era un po’ in imbarazzo e Harry non ne capiva il motivo.
-E
poi?- la
incoraggiò Harry incuriosito
-Ho
deciso che
l’anno prossimo voglio fare i provini per diventare una
professionista, magari
non in una squadra grande, mi accontento di una categoria inferiore, ma
il mio
sogno è giocare nelle Holyhaed Harpys! Ti prego non ridere e
non dire
assolutamente nulla ai miei fratelli, mi prenderebbero in giro!- Disse
tutto
d’un fiato. Harry sbatté le palpebre per qualche
secondo e poi le mostrò il più
bello dei suoi sorrisi.
-E
perché mai
dovrei ridere? Sei bravissima! Insomma voli divinamente e sei
velocissima e
versatile. Non hai problemi né come cacciatrice
né come cercatrice e ti ho
visto giocare anche in porta… qualsiasi squadra farebbe la
fila per averti-
-Dici
davvero?
Ti prego sii obiettivo e non di parte! Pensaci bene…-
-Non
ho bisogno
di pensarci, credimi-
Ginny
gli saltò
letteralmente addosso e caddero insieme sull’erba.
Fecero
due
partite che durarono più della prima vincendone una a testa
e poi concordarono
che sarebbe stato meglio rientrare a casa visto che si stava facendo
tardi e
che era ora di pranzo.
Apparecchiarono
la tavola e Molly si ritrovò a fissarli. Quando Ginny chiese
spiegazioni la
madre fu molto evasiva accennando a qualcosa tipo “quanto
state crescendo” e
“volevo assicurarmi che apparecchiaste nel modo
giusto”.
Erano
passate
tre settimane dal loro rientro alla Tana e le cose stavano iniziando a
migliorare. Ma Molly era comunque sempre tesa e spesso scoppiava a
piangere
senza spiegazioni apparenti, per cui i due ragazzi non si soffermarono
più di
tanto sulla sua spiegazione. A pranzo decisero che quella sera
sarebbero andati
a Grimmauld Place per iniziare i lavori, approfittando della serata
libera di
Harry. Molly e Ginny non erano molto contente, perché
l’idea di ristrutturare
quella casa le faceva pensare a quando Harry le avrebbe lasciate per
andare a
vivere da solo, e nessuna delle due era pronta. Ma Ginny si trovava
spesso a
pensare che quella sarebbe potuta diventare la loro
casa , e si ritrovò ad arrossire per la seconda volta nella
stessa
giornata. Billy e Charlie iniziarono una discussione su come avrebbero
potuto
raggirare l’incantesimo di adesione permanente e come
disfarsi della Signora
Black, mentre Fleur era molto più interessata
all’arredamento.
-Scè
un negozio
molto carino a Diagòn Alley dove ho presò alcuni
mobili per casa nostra. Credò
Harrì che dovresti farsci un salto!-
Harry
fu
costretto a sorbirsi un’ora di discussione su tende e fodere
per i divani,
prima che il signor Weasley lo salvasse chiedendogli come funzionassero
le viodeostanze , e passarono
alcuni minuti
prima di capire che stesse parlando delle videocamere.
Erano
le tre
quando si smaterializzarono davanti alla casa. Ginny fu costretta a
fare la
smaterializzazione congiunta con Bill perché era ancora
minorenne.
La
porta d’ingresso era nera con un battente d’argento
dalla forma di un serpente
attorcigliato. Harry pensò che prima o poi avrebbe
sostituito anche quella,
quel serpente all’ingresso della casa lo innervosiva. Spinse
il portone e gli
si presentò davanti un lungo corridoio, illuminato da un
grande lampadario.
Alle pareti vi erano un sacco di vecchi ritratti. Quando
entrarono
nell’appartamento il solito fantasma di Silente si
materializzò davanti a loro.
-Per
tutte le
puffole- esclamò Ginny spaventata e infastidita
–mi ero dimenticata di questa
scocciatura… qualcuno sa come eliminarla?-
Tutti
si
guardarono e fece cenno di no con la testa. Avevano provato
più volte a
liberarsene ma con nessun risultato.
-Severus Piton?- Chiese lo spettro con
l’inconfondibile voce di Malocchio. Harry sentì
una morsa al cuore. Ora quello
spettro gli sembrava un insulto alla memoria del professore.
-Severus
Piton è
morto- Disse Harry con un nodo alla gola. Immediatamente lo spettro lo
guardò
negli occhi
-Ora posso riposare in pace!- la polvere
vorticò su se stessa, sembrava un tornado in miniatura che
diventò sempre più
piccolo fino a scomparire nel nulla.
-Credete
che sia
spartito per sompre?- Chiese Fleur stringendo il braccio del marito.
-Credo
di si,
penso che abbia ritenuto che giustizia sia stata fatta- rispose il
signor
Weasley. Tutti sembravano piuttosto scossi. Oltre Ron ed Hermione, la
famiglia
Weasley era l’unica a cui avessero raccontato tutta la
verità. Non si sentivano
ancora pronti a condividere quell’anno col mondo esterno.
Riportare alla luce
il ricordo di Piton e di Silente ora faceva più male che
mai. Fu Ginny a
parlare per prima che fu attirata da uno strano
fenomeno
-L’avete
notato?- Chiese Ginny
Tutti
si
girarono perplessi a guardarla –Cosa cara?- chiese la madre
-Il
silenzio.
Dov’è quella vecchia megera urlante?-
Effettivamente era strano, avevano fatto
piuttosto baccano e la signora Black non si lasciava mai sfuggire
l’occasione
di urlargli contro quanto fossero della feccia
o dei traditori del loro sangue.
-Se
vi riferita
alla Signora Walburia Black- disse una voce femminile
–è andata via!- da un
quadro piuttosto piccolo li guardava con aria altezzosa una strega sui
cinquanta anni. Era piuttosto tarchiata e un neo peloso le sporgeva sul
mento.
-Cosa
vuol dire
che è andata via?- chiese Ginny –Come è
possibile?-
-Voi
Weasley
siete tutti degli zucconi! Noi possiamo passare da un quadro
all’altro, e se è
presente un nostro ritratto da qualche altra parte possiamo andare a
trovarlo
se vogliamo!- disse con aria altezzosa.
-So
come vi
spostate!- rispose acida Ginny – non pensavo che ci fosse un
altro ritratto di
quella donna da qualche altra parte!-
-Che
insolenza!
Certo che aveva altri ritratti, era una purosangue e faceva parte della
casata
dei Black, ogni purosangue che si rispetti ne ha uno!-
I
signori
Weasley risposero con un sonoro mpf
-Ho
detto che si rispetti-
sottolineò la donna
-E
quindi dov’è
andata?- chiese Charlie
-Mi
sembra
ovvio, a Villa Malfoy.-
Senza
contegno
iniziarono tutti a ridere. Quella si che era una condanna.
-Siete
proprio
degli insolenti!- disse la signora stizzita. Ginny si
avvicinò all’orecchio di
Harry e senza premurarsi di abbassare troppo la voce gli disse
–di quel quadro
te ne sbarazzi presto vero?-
-Ci
puoi
contare!- rispose lui, appuntandosi mentalmente di far sparire da
quella casa
tutti i quadri.
Percorsero
il
corridoio e decisero di scendere le scale che portavano alla cucina.
Appena
Harry vi si affacciò, comparve
Kreacher. Harry faticò a riconoscerlo. L'elfo era pulito e
profumato, una candida federa gli arrivava all'altezza delle ginocchia.
Aveva
provato anche a pettinare quei pochi ciuffi che aveva in testa, con un
risultato decisamente buffo.
-Padron
Harry!- saltellò trionfante ai piedi di Harry prima si
esibirsi in
un inchino degno di nota, per poco il naso non toccò il
pavimento.
-Krecher!
Stai benissimo!-
l'elfo
iniziò quasi a piangere di gioia.
-Padron
Harry, guarda, Kreacher ha tenuto tutto pulito in previsione del
tuo ritorno- effettivamente tutto era lustro, nei vetri delle credenze
ci si
poteva specchiare. Harry si sentì un po' in colpa per non
essere passato
neanche una volta a salutarlo.
-Kreacher
ha conservato anche i tuoi disegni- e indicò una serie di
pergamene ordinatamente impilate sul tavolo.
-Ma
questa è la pianta del ministero!- disse Bill - e questi-
continuò
guardando gli appunti- sono tutti gli spostamenti e le abitudini di
almeno
quindici funzionari... eccetto questa pergamena di insulti rivolta a
Dolores
Umbridge! Però, questo è piuttosto originale -
rise divertito -e questo...
oddio ma è volgarissimo, anche se piuttosto pertinente.-
Ginny si affacciò
dietro la spalla del fratello per sbirciare
-
È la
scrittura di Ron!- disse
ridendo
-effettivamente
lo stile è il suo- le rispose il fratello.
-Ma
insomma! Non ho cresciuto dei figli maleducati!- disse la signora
Weasley sequestrando la pergamena e sgranando gli occhi leggendo i vari
epiteti
tra i quali "rana dalla bocca larga" e "sudicia meretrice"
che erano sicuramente tra i più eleganti.
-Che
volgarità! Pertinenti, è vero, ma volgari!- e con
un gesto della
bacchetta incenerì la pergamena.
-E
questò? Che carino. Sembra uno degli alberi viscini al Lago
Nero- disse
Fleur guardando un disegno piuttosto accurato.
Ginny
lo riconobbe subito. Era vero era un albero vicino al Lago Nero, ma
non uno qualunque. Era l'albero in cui era andata con Harry il giorno
in cui
lui si era dichiarato e dove avevano passato interi pomeriggi, a
chiacchierare
e ridere e... arrossì violentemente. Sicuramente Harry stava
pensando la stessa
cosa perché anche lui reagì allo stesso modo.
Fleur continuava a guardare il
disegno e a dire quanto fosse carino.
-Sai,
la nostalgia!- disse Harry evasivo guardando Ginny che cercava di
stare seria, cosa impossibile perché in quel momento avrebbe
voluto saltare al
collo di Harry.
Quindi
in tutti quei mesi, nonostante la lotta contro Voldemort, Harry non
si era dimenticato di lei. E come avrebbe potuto. Harry aveva passato
quasi un
anno a fantasticare su quando sarebbe potuto stare ancora con Ginny. A
volte
invece temeva che lei avesse incontrato qualcun altro e che l'avesse
dimenticato per sempre. In quei momenti diventava di pessimo umore ed
era
intrattabile. I pensieri di Harry furono distratti da
Kreacher che si
offrì di preparare la cena per quella sera.
-Ma
mancano George e Percy!- disse la signora Weasley
-Li
avvertiremo con un patronus cara, non ti preoccupare- disse il signor
Weasley che invocò una piccola donnola a cui
lasciò un semplice messaggio “cena
da Harry a Grimmauld Place. Alle otto”. A Harry venne allora
in mente di cogliere
la palla al balzo e invitare anche la signora Tonks col piccolo Teddy,
così
invocò anche lui il suo. Uno splendido cervo si
materializzò davanti a loro.
Harry era sicuro di non averne mai invocato di più belli.
Ginny gli sfiorò per
sbaglio il braccio e il patronus emanò una luce abbagliante.
-Wow
Harrì, sei diventato proprio bravò con i patroni-
Fleur batté due
volte le mani per complimentarsi. Harry era piuttosto imbarazzato
così proferì
un invito affrettato e il cervo si allontanò portando con se
il suo messaggio.
La
serata passò lenta. Passarono in rassegna ogni stanza e
decisero a
grandi linee quali sarebbero stati i primi interventi da fare. Il
problema
maggiore, come avevano già dedotto era come aggirare gli
incantesimi di
adesione permanente. Harry non sopportava l’idea di avere in
salotto l’albero
genealogico della famiglia Black, tanto più che ogni persona
a cui aveva voluto
o voleva bene, era stata cancellata con una grossa bruciatura. Alla
fine Ginny
propose di attaccarvi sopra della carta da parati e tutti convennero
che
sarebbe stata la soluzione migliore.
Al
contrario di ciò che pensava inizialmente, Harry dovette
convenire che i
suggerimenti di Fleur sull’arredamento non erano per nulla
malvagi e si rese
conto che da solo non sarebbe mai riuscito a cavarne piede. Non sapeva
da dove
partire, e quando sentiva parlare di abbinamenti di colori gli veniva
il mal di
testa. Si accorse però ben presto che prima di prendere
qualsiasi decisione gli
veniva spontaneo girarsi verso Ginny per sapere la sua opinione, cosa
che non
sfuggì alla signora Weasley che continuò a
sorridere per tutta la serata. Se ci
fossero stati anche Ron ed Hermione sarebbe stato un pomeriggio
perfetto. Era
decisamente strano fare dei progetti senza Hermione che prendesse
appunti
freneticamente o senza i consigli del suo migliore amico.
Alle
sette e mezza arrivò la signora Tonks col piccolo Teddy e
poco più
tardi arrivò anche Percy. L’ultimo fu George che
non riuscì a chiudere il
negozio prima delle otto e un quarto. A quanto pare gli affari andavano
a
gonfie vele.
La
cena fu davvero piacevole, Kreacher diede il meglio di se e quando
Harry
gli fece i complimenti si lanciò a terra piangendo e dicendo
che “Kreacher non
si meritava tanta bontà dal suo padrone”.
Tornarono
alla Tana che ormai erano quasi mezzanotte.
Harry
posò gli occhiali sul comodino e si distese supino sul letto
incrociando le braccia dietro la testa. Era stata una giornata davvero
bella,
soprattutto la mattina passata con…
-Ginny?-
strizzò gli occhi cercando di vedere la figura che era
appena
entrata in camera sua.
-Shhh!
Vuoi per caso svegliare tutta la casa?!- disse la ragazza. Si chiuse
la porta alle spalle e a piedi nudi raggiunse il letto di Harry
sedendosi
all’indiana poggiando la schiena contro il muro.
-Sai
non pensavo avessi quelle doti artistiche- si divertì a
prendere in
giro il ragazzo.
-Si,
sai, avevo tanto tempo libero…- rispose ironico
-Era
il nostro albero vero?- a Harry piacque moltissimo la parola “nostro”
-Si-
Ginny era bellissima illuminata dalla luna, la sua pelle chiara
sembrava risplendere e Harry non poté fare a meno di
sporgersi per baciarla.
Profumava di fiori. Lei gli cinse il collo con le braccia sporgendosi
verso di
lui che tenendole i fianchi la adagiò accanto a se sul
letto. Harry la strinse
a se, sentiva il suo cuore battere fortissimo e sincronizzarsi con
quello di
Ginny. Le accarezzò una guancia e la baciò di
nuovo e il bacio divenne sempre
più appassionato. Ben presto si ritrovò sopra di
lei. Ginny fece scorrere le
mani lungo la schiena del ragazzo e poi sotto la maglietta.
La
porta si aprì.
-Sono
tornat…- Ron era sulla porta, la bocca spalancata e le
orecchie rosso
fuoco.
Ginny
si alzò subito dal letto e Harry inforcò gli
occhiali –Non è come
sembra!- disse velocemente. Fece appena in tempo a lanciare un Muffliato prima che Ron esplodesse.
-HARRY
JAMES POTTER, SPERO PROPRIO CHE LA DOTE DI MIA SORELLA SIA ANCORA
INTATTA
PERCHÉ GIURO SU MERLINO CHE RIUSCIRÒ DOVE
VOLDEMORT HA FALLITO!!!-
-Vuoi
darti una calmata!- esplose Ginny –Spero proprio che tu non
sia serio
quando parli della mia dote! Devi
esserti completamente rincitrullito in Australia se credi che questi
siano
affari tuoi! Ma se proprio vuoi saperlo non stavamo facendo nulla di
male!
Pezzo di idiota che non sei altro, quanto tempo deve ancora passare
prima che
ti faccia gli affaracci tuoi per una buona volta! Non puoi continuare a
esplodere ogni volta che Harry mi sfiora, è il mio ragazzo,
è la mia vita e
sono abbastanza grande per decidere da sola! Per giunta brutto ipocrita
credi
che sia così ingenua da credere che tu ed Hermione non
abbiate fatto lo stesso…o
peggio, da soli tre settimane in Australia?-
Ron
rimase senza parole. Ginny uscì
sbattendo la porta.
-Andato
bene il viaggio?- disse Harry imbarazzato. L’amico continuava
ad
aprire e chiudere la bocca non sapendo cosa dire. Era stanco, gli
mancava casa
sua e l’idea di tornare lo aveva messo di buon umore per
tutto il giorno. Non
che il viaggio gli fosse dispiaciuto, tutt’altro, aveva
potuto passare tre
settimane solo con Hermione ed erano state bellissime, ma non vedeva
l’ora di
rivedere il suo migliore amico e riabbracciare tutta la sua famiglia.
Non si
sarebbe mai aspettato di trovare una scena simile. E Ginny poi, come al
solito,
l’aveva aggredito. Non capiva che era la sua sorellina? Per
quanto volesse bene
ad Harry non poteva pensare che si approfittasse di lei in quel modo.
Ma ormai
aveva capito che non poteva farci nulla, stava crescendo ed era libera
di
prendere le sue decisioni. Preso da un senso di sconforto e ignorando
l’amico,
si girò ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Harry non ebbe il coraggio di
seguirlo, perché doveva ammetterlo, si sentiva piuttosto
colpevole.
Quella
mattina uscì ancora prima del solito per evitare di vedere
Ron. Era
deconcentrato e rischiò più di una volta di far
saltare in aria la pozione che
stava preparando e con trasfigurazione non riusciva proprio a
migliorare.
Quando sbagliando trasfigurò la gamba di Galatea in un
salame, lei decise che
sarebbe stato meglio riprendere il giorno seguente.
-Harry,
quando sei in situazioni di pericolo non puoi permetterti di
pensare ai tuoi problemi personali, così metti in pericolo
non solo te, ma
anche la tua squadra! Per oggi vai a casa e riposati, ma soprattutto
risolvi i
tuoi problemi!-
Harry
si sentì mortificato e uscì dalla sala a testa
bassa. Salì le scale e
prese l’ascensore per tornare al secondo livello. Entrato
nell’ufficio del
Quartier Generale trovò alcuni Auror intorno alla cartina.
Bondy sbatté un
pugno sulla scrivania.
-Sono
fuori dalla nostra giurisdizione, non possiamo fare nulla
finché
rimangono in Polonia!-
A
Harry venne un tuffo al cuore. -Sono riusciti a scappare?-
Un
mago che Harry non aveva mai visto sollevò la testa e lo
guardò con aria
affranta. Bondy strinse le mascelle e annuì.
-Hanno
superato la frontiera stanotte, non siamo riusciti a fermarli, mi
dispiace Harry.-
Solo
in quel momento si accorse che il mago sconosciuto era ferito. La
manica destra era intrisa di sangue che gocciolava sul pavimento e
aveva un
altro taglio piuttosto profondo sul fianco.
-Non
importa, prima o poi riusciremo a catturarli, lo giuro!- Quello era
decisamente il giorno più brutto delle ultime settimane.
-Oddio
Vincent, stai bene! Perché non sei andato al San Mungo, sei
ferito!-
Galatea, che era salita poco dopo Harry aprì la porta e si
trovò davanti uno
scenario per lei agghiacciante. Si precipitò verso
l’Auror ferito ed estrasse
subito la bacchetta cercando di bloccare il sangue. –Ma cosa
è successo?
Accidenti questa ferita è troppo profonda…-
-Tea
non ti preoccupare, sto bene, è solo un graffio-
allungò la mano e
accarezzò la guancia della ragazza.
-Non
è solo un graffio! Perché ogni volta vuoi fare
l’eroe. Andiamo ti
accompagno in ospedale e no…niente storie!- Galatea si
voltò verso Harry –Mi
spiace, credo che dovrò annullare le lezioni per i prossimi
giorni.
Approfittane per ciò di cui discutevamo prima.-
I
maghi che erano rimasti si allontanarono e Harry rimase solo con Bondy.
-Mi
spiace ragazzo, davvero.-
-Non
si preoccupi, so che avete fatto il possibile, quell’Auror
non mi
sembrava uno che si arrende facilmente- sorrise con amarezza
-
Chi Vincent Duell? Ragazzo il gamba, ottimo Auror, un po’
cocciuto se
devo dirla tutta. Solo Galatea riesce a tenergli testa. Ah Harry, dimenticavo, il
Ministro vuole
vederti- Si girò di spalle e oltrepassò la solita
porta da cui era uscito il
primo giorno che Harry l’aveva conosciuto. Prima o poi
avrebbe dato una
sbirciatina a quella stanza.
Dall’ufficio
del Ministro c’era un continuo via vai di gente, Harry
dovette
aspettare quasi un’ora prima di poter parlare con Kingsley.
-Harry,
ti stavo aspettando- come al solito indossava un abito sgargiante e
i suoi modi erano sempre molto gentili. –Siediti ti prego.
Posso offrirti
qualcosa?- agitò la bacchetta e una brocca contenente quello
che sembrava
dell’idromele si avvicinò danzando
nell’aria, versò il contenuto in due grandi
bicchieri e si poggiò con delicatezza sull’ampia
scrivania. Harry si sedette su
una delle due poltrone libere e prese il bicchiere in mano. –Ti prego di
scusarmi per l’attesa.-
-Figurati,
capisco che tu sia impegnato. Bondy mi ha detto che volevi
vedermi- fece ruotare il liquido ambrato nel bicchiere.
-Si.
Quelle persone che hai visto entrare ed uscire dal mio ufficio erano
funzionari del Winzegamot. È stata decisa la data del
processo. Ti prego di
scusarmi se le cose si sono dilungate in questo modo, speravamo di
poter
iniziare a lavorare sulle deposizioni molto prima.- fece una pausa e
prese
alcuni fogli in mano. –qua ci sono i nomi di tutti gli
imputati, tu più di
tutti sei a conoscenza dei fatti. Il processo inizierà il
primo Luglio.- porse
una lunga pergamena e gliela porse - Da domani vorrei che interrompessi
le
lezioni con Galatea.-
-Ma
Kingsley! Non puoi farmi questo, ti prego!- Harry sentì lo
stomaco
accartocciarsi
-Lo
so Harry, ma ho bisogno che lavori sulle deposizioni. Percy si
è offerto
di aiutarti.- ad Harry andò quasi di traverso il sorso di
idromele.
-Non
devi sottovalutarlo, è un elemento davvero prezioso per il
Ministero
in questo momento. Vorrei anche darti un consiglio da amico, non
trascurare lo
studio, gli esami non sono tanto lontani e noi abbiamo bisogno di Auror
in
gamba come te- e gli fece l’occhiolino –sono certo
che ti riavremo al Quartier
Generale molto presto-
-Signor
Ministro, il Primo Ministro Inglese è pronto a riceverla!-
Il
quadro alle spalle di Harry gli sorrise –è un
onore per me rivedervi signor
Potter. –
-Devi
scusarmi Harry, ma come vedi sono sommerso di impegni. Ci vediamo
presto- si alzò dalla sedia e poggiò una mano
sulla spalla del ragazzo, poi si
diresse verso il camino e sparì.
Harry
aveva il morale a terra e temeva per come sarebbe continuata la
giornata. Tornato alla Tana avrebbe dovuto affrontare Ron, non
c’era via di
scampo. Si materializzò in giardino e fu letteralmente travolto dalle galline che
stavano scappando,
rincorse da uno gnomo con la testa piuttosto bitorzoluta. Cadde a terra
maledicendo quella dannata creatura, avrebbero dovuto rifare la
disinfestazione. Non era passata neanche una settimana
dall’ultima volta che
con Charlie e Ginny avevano lanciato oltre la siepe ben diciassette
gnomi.
-Vuoi
una mano?- chiese una voce a lui familiare. Harry tese la mano e
afferrò quella di Ron.
-Grazie-
disse un po’ a disagio, non sapeva ancora cosa gli avrebbe
detto,
sperava di potersi prendere ancora qualche minuto per poterci pensare.
–Ron
senti, mi dispiace…-
-Lasciamo
stare e dimentichiamo tutto, ha ragione Ginny, non sono affari
miei- disse abbassando gli occhi concentrandosi su alcuni chicchi di
mangime
che avevano trasportato le galline –Spero solo che tu non la
stia prendendo in
giro perché allora dovrai vedertela con me!-
sollevò gli occhi e fissò quelli
di Harry che sostenne lo sguardo
-Speravo
che avessi capito ormai che per me Ginny non è un gioco. Ci
tengo
davvero ed è una cosa seria. Non è mia intenzione
farla soffrire, tutt’altro,
farei qualsiasi cosa per renderla felice e per proteggerla-
-Era
quello che volevo sentirti dire-
-
E a proposito di questo… vi siete chiariti?-
-Si,
tranquillo è tutto okay. Ora torniamo dentro, è
arrivata Hermione-
-Ron…-
-Si?-
-Bentornato
a casa!- disse Harry sorridendo all’amico che gli diede una
pacca affettuosa sulla spalla.
-Harry!-
Hermione gli corse incontro e lo strinse in un affettuoso abbraccio
che lui ricambiò. Doveva ammettere che i due amici gli erano
mancati davvero
molto, non era più abituato a stargli lontano per
così tanto tempo.
-Non
pensavamo sareste arrivati così presto, abbiamo ricevuto la
vostra
lettera solo ieri, non abbiamo neanche fatto in tempo a rispondervi-
disse
Harry mentre si scioglieva dall’abbraccio
dell’amica.
-Solo
ieri, accidenti, abbiamo mandato la lettera settimane fa! Quel
maledetto volatile si deve essere perso-
-Ma
Hermione, ti era piaciuto così tanto, l’avevi
definito “un animale
veramente paradisiaco”-
-Si
prima che mi facesse passare una notte in bianco cantando quella nenia-
tutti scoppiarono a ridere
-Siamo
tornati tre giorni fa e i miei genitori hanno tanto insistito
affinché Ron restasse a casa-
-Tre
giorni fa? Perché non ci avete detto nulla?-
-Ron
volava farvi una sorpresa…-
-E
ci è riuscito..- disse Ginny tra i denti, ma Harry
cercò di cambiare
argomento prima che l’ira di Ron si risvegliasse
-Dovete
raccontarci tutto, nella lettera dicevate di essere diretti a
Emerald- disse Harry seduto vicino a Ginny.
-Si,
siamo arrivati la notte, ormai era ora di cena così abbiamo
deciso di
rimandare le ricerche al giorno successivo. Quella notte abbiamo deciso
di
studiare la cartina per poter tracciare il percorso più
breve per raggiungere
almeno i posti che ci erano stati segnalati dal sito internet-
-E
facendo due conti abbiamo capito che i soldi purtroppo ci sarebbero
durati solo per la metà dei viaggi che avremmo dovuto fare-
continuò Ron –non
puoi capire lo sconforto, purtroppo eravamo costretti a girare con
mezzi
babbani quindi su quello non avremmo potuto risparmiare.-
-La
mattina seguente speravamo vivamente che i miei genitori si fossero
stabiliti lì perché temevamo di doverci
organizzare come per tutto l’anno
scorso, fortunatamente almeno avevamo la tenda con noi- si alternavano
nel
racconto come se fossero una persona sola. Ginny sorridendo si accorse
che tra
loro c’era una confidenza diversa. Ron non era più
così impacciato stando vicino
ad Hermione ed entrambi erano perfettamente affiatati nei movimenti e
negli
sguardi. Le supposizioni che aveva fatto la notte precedente con Ron
non
dovevano essere così lontane dalla realtà.
-Ci
svegliammo all’alba, non volevamo perdere più
tempo del dovuto ma ci
siamo resi conto ben presto di aver trascurato un
particolare…-
-Era
Domenica! Ed era chiuso praticamente ovunque, ed essendo
così presto
non c’era anima viva in giro-
-Così
dopo aver studiato un po’- a quelle parole Ron
alzò gli occhi al
cielo, Hermione doveva averlo fatto studiare durante tutto il viaggio
– aspettammo
che aprissero la taverna all’angolo-
-Abbiamo
chiesto informazioni praticamente a chiunque ma nessuno sembrava
conoscere il dentista finché una ragazza si
avvicinò a noi dicendoci di
conoscere molto bene il signor Wilkins perché era una sua
vicina di casa e ci
disse che era un ragazzo di trentasette anni e che si era trasferito da
circa
tre anni. Purtroppo era l’ennesimo buco nell’acqua.-
-Le
città successive erano molto distanti ed eccetto per
un’autostrada, tra
l’una e l’altra c’era praticamente il
nulla. Una pianura immensa si stagliava
davanti ai nostri occhi, così per risparmiare decidemmo di
smaterializzarci,
visto che potevamo vedere a miglia e miglia di distanza. Ma giunta la
sera
eravamo stanchissimi e senza forze così decidemmo di
piantare la tenda e
fermarci per la notte. Fortunatamente sia io che Ron avevamo portato
delle
riserve di cibo e- Hermione
interruppe
il racconto e per un attimo si perse nei suoi pensieri prima di
arrossire violentemente
mentre Ron, anche lui rossissimo, diede un colpo alla sua tazza di
tè che cadde
sul tavolo. Entrambi erano imbarazzatissimi e cercavamo di asciugare
maldestramente con dei fazzolettini. Ginny scoppiò a ridere
e Harry non capendo
asciugò tutto con un colpo di bacchetta.
-Si
può sapere cos’è successo?- chiese
guardando tutti con aria perplessa.
Ginny gli si avvicinò all’orecchio –dopo
te lo spiego…- e Ron sgranando gli
occhi le lanciò un fazzolettino umido che la sorella
scansò senza nessuna
fatica.
-Insomma
dopo due settimane di ricerche mi sono ricordata che quando ero
piccola mia madre era rimasta affascinata da un documentario sulla
cittadina di
Darwin così presi dalla disperazione e senza più
né indizi né cibo siamo
riusciti a raggiungerla e abbiamo trovato i miei genitori il giorno
dopo. Fine
del racconto!- Hermione tagliò corto e raccontò
tutto d’un fiato. Solo in quel
momento Harry sembrò collegare i pezzi e arrivare alla
conclusione a cui Ginny
era arrivata molto tempo prima. Riuscì ad emettere solo un “oh!” prima di sgranare gli
occhi e mostrare una faccia imbarazzatissima. In quel momento
arrivò George che
rimase a fissarli sulla porta
-Che
vi è successo ragazzi? Che facce… neanche vi
foste visti nudi!-
Tutti
si girarono a guardarlo prima di uscire dalla stanza prendendo
direzioni diverse.
Ok
ragazzi, ecco il
nuovo capitolo. Devo ammettere di aver avuto il blocco dello scrittore.
Questo
capitolo non mi piace più di tanto e mi sono divertita di
più a scrivere pezzi
di altri capitoli, quindi spero sarete felici di sapere che il
successivo è a
buon punto e che scopriremo cosa sta accadendo ad Hogwarts. Non mi
picchiate
per aver tolto momentaneamente Harry dagli Auror e per aver fatto
scappare i
Mangiamorte…niente è perduto. Ringrazio tutti per
le recensioni davvero
bellissime, spero di non avervi deluso. Stavo pensando anche di
scrivere una
One -shot su ciò che hanno combinato i nostri cari Ron ed
Hermione in Australia
(brutti sporcaccioni ;p) …vedrò se riesco a
trovare il tempo. Che dire… a
presto!