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Autore: solinari    26/03/2011    1 recensioni
C'era una volta... tanto e tanto tempo fa... un pezzo di legno, direte voi.
No, ancora prima...
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non so cosa verrà fuori.

Tenterò di cimentarmi in una parodia del film di Eris Dea della Discordia.

Perdono!

 

Inizio.

 

C'era una volta, tanto e tanto tempo fa.... un pezzo di legno, direte voi.

No, ancora prima...

Taaanto e taanto tempo fa....

Quando gli Dei dominavano la terra …. e gli uomini capivano poco o niente....dato che li veneravano...

Insomma, c'era una volta in un palazzo dorato che sorgeva sopra il monte Olimpo, il padre di tutti gli Dei, che un giorno si svegliò con un tremendo mal di testa.

Urlò, guaì, ruggì, ululò ( e ululà) tutto il giorno finché Era , Divina compagna, non decise di zittirlo tirandogli in testa una mazza da baseball ( che si era procurata facendo un viaggetto nel tempo e rubandola ai Giants durante una finale).

Il Divino stramazzò al suolo e dalla sua testa spaccata... Miracolo! ….uscì una pargoletta brutta come il peccato.

Al tale vista Era vomitò l'anima, la testa di Zeus si riappiccicò e la divina Afrodite senza volerlo, cercò di fulminare la bruttezza della piccola.

Ma Afrodite è la Dea della bellezza e non poteva che bellezza donare.

E così la brutta infante divenne una cosuccia abbastanza carina.

“ Va be', dato che è nata devo trovarle un'occupazione...- mugugnò il Divino- Ma non voglio che resti qui in casa mia, mi ha procurato mal di testa prima di nascere... figurati quando cresce!”

Pensò e ripensò finché ebbe l'illuminazione.

“ Ho trovato! Vivrai fra gli uomini e amministrerai la giustizia... o la guerra... fai te..e ora vai!”

Il divino piede del padre degli Dei tirò un calcio alla piccola e la spedì oltre il Monte Olimpo fin giù, nel regno degli uomini.

La piccola Dea volò come un sasso e atterrò in testa al condottiero di un esercito sconosciuto, che stava per conquistare la Grecia, uccidendolo sul colpo.

Morto il capo l'esercito, sottopagato e sotto nutrito, decise di proclamare sciopero e si ritirò.

La piccola Dea si sollevò sulle gambette tremanti e guardando tutta Atene, incredula ai suoi piedi disse.

“ Io mi chiamo Atena perché sarò la proprietaria di questa città e da adesso sarò Dea della Giustizia e della Guerra e voglio dei galoppini che mi portino il caffellatte a tutte le ore, e mi massaggino i piedi ! E li voglio belli, forti e santi! Voglio i Saint! E li voglio di Platino, d'oro e d'argento! “

Le si avvicinò, inchinandosi , il sindaco.

“ Mia Divina Atena, non siano tanto ricchi non possiamo permetterci saints di platino... possiamo donarle dei saint di bronzo...”

“ BRONZO? “

La piccola mise su il muso, cammino su e giù fino a formare un fossato poi disse

“ Va bene, ma saranno i miei umili servitori, ogni giorno al mio servizio.... la mia scorta personale.”

E così nacque la stirpe sacra dei santi di Atena che nel corso dei secoli compirono imprese eroiche e difesero la terra da invasioni marziane, attacchi ripetuti di Godzilla , mostri marini e dinosauri, licantropi e vampiri, dissennatori e Voltemort e chi più ne ha , più ne metta.

La sacra squadra durò finché un certo Leonardo che viveva a Vinci disse che Atena non esisteva perché l'unica Dea era La Lisa, la monna che lui stesso aveva dipinto e aveva venduto ai francesi per un panino con il lampredotto.

Da allora il mondo intero venerò il francobollo dipinto, conservato sotto vetro.

Senonché tutta l'umanità dopo aver letto Dan Brown si rese conto che forse esisteva davvero una Dea più vecchia della Lisa.

L'egocentrica Atena colse la palla al balzo e eccotela bella pimpante che abbindola un povero vecchio Giapponese, tal Kido, e lo convince a ricreare per lei una squadra di galoppini, ehm, guerrieri al suo servizio.

Ha ormai tredici anni la Dea, il vecchio Kido ha tirato le cuoia non sopportando più la voce petulante della Divina fanciulla.

I poveri stolti, hanno combattuto fra se stessi, hanno giurato fedeltà alla Divina e sono morti e poi rinati per lei e ora vivono adorandola e portandole il caffellatte o massaggiandole i nobili piedini, che puzzano come dieci chili di cacio marcio.

Era l'estate del 2010, non faceva tanto caldo, una cometa, passò vicina al pianeta azzurro e vistolo così bello decise che lo voleva per se.

Cambiò la sua rotta millenaria e si diresse verso la terra.

Saori, stravaccata sulla poltroncina, in giardino, mentre Seiya, con una maschera a gas le massaggiava i piedini, avvertì uno strano formicolio alla nuca e una vocina che le sussurrò all'orecchio.

“ Oh, Atena , Eris è appena entrata nell'atmosfera... Attivati prima che combini qualcosa.”

Saori sbuffò infastidita e con una manata schiacciò il povero grillo parlante che aveva fra i morbidi capelli dorati.

“ Ma sta' zitto... rompicoscienza! Sono stata invitata a mangiare il cocomero da Miho! E ora non posso pensare anche a te!”

“ Saori, mia Divina hai detto qualcosa ?”

“ No scemo, e basta che mi consumi i piedi! Dove sono gli altri?”

Seiya si inchinò fino a toccare la fronte a terra.

“ Guardati intorno Divina... Shiryu e Shun sono svenuti, estasiati dal soave profumo dei tuoi dolci piedini... Hyoga è corso in Siberia a raffreddare i cocomeri per poi portarli all'orfanotrofio.”

La ragazza si alzò.

“ Andiamo , ho voglia di cocomero fresco e poi devo far vedere a Miho ed a Erii, quanto sono bella nel mio nuovo vestitino di Pradino il mio amichino... “

Passando vicino ai corpi dei santi del Dragone e di Andromeda, la misericordiosa Atena affibbiò loro un calcio nelle costole starnazzando.

“ In piedi scansafatiche, non vi pago per dormire! Su preparate la mia carrozza! E non attaccate i cavalli! Mettete i finimenti a voi stessi. E' la vostra punizione per aver dormito in orario di lavoro!”

I due santi schizzarono in piedi.

“ Ma Divina Atena... oggi non abbiamo mangiato e tirare una carrozza...”

“ Dragone! Vuoi forse disattendere i miei desideri?”

Shiryu scattò sull'attenti.

“ No, signornò signora!”

Atena passò oltre con un sorrisino sadico.

“ M....ma A...Atena.... i...io ho....ho tanta.... tanta fame... non ma...mangiamo.... da... da tre giorni...”

Saori si fermò, luci fiammeggianti le partirono dagli occhi crepitando come fulmini a ciel sereno.

“ Andromeda! Non lavorate da più di un mese! Vi do da mangiare due volte la settimana! Due!!! Io... io nella mia infinita misericordia, vi nutro con il cibo sottratto alle mie divina labbra! Meriteresti la morte! Ma la tua Dea non ama veder scorrere il sangue... ti perdono ...perché fra le tue piccole orecchie così carine c'è solo aria.... e che figura ci farei a punire un povero idiota!”

La Dea tese la mano e il saint si inginocchiò per baciarle l'enorme anello di platino.

“ Grazie Atena...grazie per la sua infinita bontà...meriterei di morire per la mia ttupida richietta...”

La ragazza divina accarezzò la testolina dorata prostata di fronte ai suoi piedi,con un crescente desiderio di scendere a stringere quel sottile collo bianco e fargli fare un suono secco mentre lo spezzava.

La mano della Dea strinse con forza i morbidi capelli, causando un profondo singhiozzo da parte del coraggioso ed impavido saint.

Saori sobbalzò, allontanandosi veloce.

“ OH, cacchio! Non posso! Non posso! Non posso...., se l'ammazzo, Ikki ammazza me, non so mica scema! Quell'uccellaccio di fuoco è l'unico con un po' di sale in zucca! Che non mi ascolta e non ha paura di me! Uffa però...”

Sospirò, era insoddisfatta... doveva trovare una soluzione...

“ SEIYA! VIENI QUA!”

Il ragazzo si avvicinò veloce come un fulmine.

“ Eccomi mia Dea...cosa desideri ?”

Saori ghignò, alzò una mano a pugno e lo abbatté con tutta la forza sulla nuca del santo di Pegasus, che stramazzò al suolo.

“ Aaahhh... adesso va meglio... Andiamo miei prodi guerrieri, il cocomero ci aspetta!”

“ Oh, mia Dea adorata perché ho ricevuto l'onore del dolce tocco della tua morbida manina?”

Pegasus si rialzò con uno stormo di uccelli multicolori che gli vorticava intorno alla crapa di rapa.

Atena fece spallucce .

“ Solo perché tu non sei intoccabile.... scemo patentato!”

La Divina fanciulla prese posto sulla carrozza zucca uguale, uguale a quella di Cenerentola e i tre santi sotto nutriti, sotto pagati , sottomessi presero a galoppare veloci.

Speriamo arrivino...

Speriamo resti del cocomero...

Speriamo riescano a mangiarlo...

“ Speriamo schiattino!- pensò sbuffando Saori- Io voglio Kanon, Milo, Shaka, Kamus, Aiolia... al posto de sti cinque … che me ne faccio de stì nanetti come galoppini ?... quando posso avere quei … quei strafighi! Oh, me tapina! Condannata ad avere attaccati alle gonne simili mocciosi con cervelli mononeurali...”

Atena. Dea della giustizia, alzò lo sguardo profondo verso l'immensità del cielo ..

“ Padre...Divino Dio degli Dei.... falli schiattare...!”

 

   
 
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