Notti insonni?
“Zoro…” finsi di non sentire, finsi di essere morto a dire
il vero.
Non ci fu un
secondo tentativo, ma imprecai rotolando poi di lato, cercando di staccarmi
quella strega di dosso.
“Ma si può
sapere che ho fatto di male questa volta?” sbottai risentito. Controllai di
avere ancora tutti e tre gli orecchini attaccati all’orecchio. Controllai pure
di avere ancora un orecchio attaccato alla testa.
“Tuo figlio
piange” fu la pratica risposta che mi arrivò.
“E con ciò?”
inarcai a posta un sopracciglio, sapevo che quella mia particolare espressione
la faceva incazzare. Nonostante il buio pesto che infestava la stanza, lei la
vide ed io finì fuori dal letto.
“Mouviti!” mi ordinò.
A tentoni
cercai il bordo del letto.
Discutere su
chi doveva andare era stupido, soprattutto a notte fonda. Meglio alzarsi ed
andare, almeno prima andavo, prima il piccolo mostriciattolo riprendeva sonno,
prima tornavo a letto. Semplice matematica.
Pianto?
Aguzzai le
orecchie mentre aprivo lentamente la porta che mi avrebbe portato alla
stanzetta di Daigo. Nessun pianto.
Controlla Zoro,
controlla.
L’unica
volta che non avevo controllato, meglio non ricordarla.
“Zoro, sei sicuro che non sia sveglio?” Nami lo
aveva chiesto ormai per la decima volta.
Il piccolo dormiva, ne ero certo, accostando l’orecchio
alla porta non avevo sentito nulla. Per una volta avrei potuto seguire i miei
allenamenti senza doverli interrompere sul più bello.
“Sì, donna di poca fede” mugugnai l’ultima frase
sperando che non mi avesse sentito, ma sembrava più intenta a tendere le
orecchie che prestare attenzione al sottoscritto.
Meglio.
I pesi mi stavano aspettando, e già ero con un
piede sulla scaletta di corda per andare nella palestra, che sentì la nuca
pizzicare. A mezz’aria, come un idiota, voltai lentamente il volto e solo per
ritrovarmi Nami davanti a me, incazzata.
Dietro a lei Robin con in braccio il piccolo.
“Dormiva giuro” mugugnai ancora sospeso.
“Dormiva infatti e anche tu dormirai, ma fuori sul
ponte!”
Il problema
principale fu che quella notte nevicò.
“E tu sei sveglio…” sospirai vedendo come quel piccolo esserino fosse così arzillo. Muoveva gambine
e braccine come fossero delle pale.
Alle volte
mi chiedevo se davvero era figlio mio e non del capitano.
Però i capelli
erano verdi come i miei. A tentoni cercai quello che Nami definiva ciuccio, per
me era il tappo. Anche se a volte proprio non voleva saperne di tenerlo in
bocca, preferiva di gran lunga un mio dito, o polso, o un qualsiasi pezzo di
pelle scoperta.
Il risultato?
Mi ritrovavo coperto di bava.
“Dai Daigo, ti prego. Fa contento papino
e dormi” lo supplicai inginocchiandomi di fianco al lettino e cercando in tutti
i modi di infilargli il ciuccio in bocca.
Niente, una
serie di versetti striduli riecheggiavano nella stanza.
Lo presi in
braccio sperando che si decidesse a prendere sonno. Ancora una volta il pupo
aveva vinto. Il mio polso tra le fauci e quell’espressione vittoriosa sul suo
volto, e mi ritrovai ancora una volta a prepararmi all’ennesima notte insonne.
Cercai a
tentoni la piccola lampada che Usop aveva installato
e l’accesi. Almeno ora vedevo. Una serie di animaletti parvero muoversi lungo
le pareti.
Lo guardai
ancora, aveva gli occhietti chiusi e finalmente la mia mano era libera.
Dormiva?
La prova del
nove era semplice, infilai il tappo e lui lo arpionò succhiandolo.
Pupo che
dorme, vale dire che potevo tornare a letto.
Quando tornai
in camera, il più silenziosamente possibile, Nami dormiva dandomi le spalle.
“Dorme?” mi
domandò con voce impastata quando scivolai di nuovo sotto le coperte.
Mi dava la
schiena e appoggiandomi a lei la intrappolai tra le braccia.
“Sì”
mugugnai chiudendo gli occhi.
Avevo lasciato
la lucina accesa sperando che fosse stata quella a farlo addormentare. Un secondo
dopo, mi parve di sentirlo ancora piangere. Aguzzando l’orecchio rimasi in
ascolto sperando che quella peste mi facesse dormire.
Nulla,
silenzio assoluto.
“Zoro” Nami
mi aveva pizzicato appena un braccio. “Dormi” mi ordinò infine.
Sbuffando feci
come aveva ordinato.
La prossima
volta si sarebbe alzata lei.
~
E rieccomi qua, a dire il vero non credevo che avrei scritto
ancora su questa cosa.
Il
problema?
L’avere
mia nipote che dorme di notte nella stanza accanto. La senti anche quando
ciuccia il ciuccio. Maledette pareti fatte col carton
gesso. Un muro in cemento armato e via.
Questo
giro è il male al collo ad avermi ispirata u.u anche
se rileggere l’altro capitolo ha aiutato.
E poi,
sono in crisi di astinenza da ff Zonami
ç_ç
Vabbè, finiamola qui con
il piangersi addosso ç_ç