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Autore: Bitter_sweet    27/03/2011    6 recensioni
Lo fulminai tranquillamente con gli occhi.
Era solo colpa sua se mi ritrovavo in quelle condizioni.
“Hai già pensato ad un nome?” Sviare i discorsi era sua prerogativa.
Scossi il capo sbuffando sonoramente, cercare di rabbonirmi in quel periodo era come andare in cerca di morte sicura. Di certo, al sesto mese, una donna incinta era davvero pericolosa. Zoro lo sapeva bene questo.
“Forse…” Glissai con calma. C’era ancora una cosa che non avevo detto, aspettavo sempre il momento giusto, ma non avrei potuto continuare a tenerla segreta. “Pensavo a Ken, o Wakabayashi…o a Daigo.”

Un possibile futuro Zonami, correlato da pianti, pannolini tanto altro.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Notti insonni?

 

 

 

 

Zoro…” finsi di non sentire, finsi di essere morto a dire il vero.

Non ci fu un secondo tentativo, ma imprecai rotolando poi di lato, cercando di staccarmi quella strega di dosso.

“Ma si può sapere che ho fatto di male questa volta?” sbottai risentito. Controllai di avere ancora tutti e tre gli orecchini attaccati all’orecchio. Controllai pure di avere ancora un orecchio attaccato alla testa.

“Tuo figlio piange” fu la pratica risposta che mi arrivò.

“E con ciò?” inarcai a posta un sopracciglio, sapevo che quella mia particolare espressione la faceva incazzare. Nonostante il buio pesto che infestava la stanza, lei la vide ed io finì fuori dal letto.

Mouviti!” mi ordinò.

A tentoni cercai il bordo del letto.

Discutere su chi doveva andare era stupido, soprattutto a notte fonda. Meglio alzarsi ed andare, almeno prima andavo, prima il piccolo mostriciattolo riprendeva sonno, prima tornavo a letto. Semplice matematica.

Pianto?

Aguzzai le orecchie mentre aprivo lentamente la porta che mi avrebbe portato alla stanzetta di Daigo. Nessun pianto.

Controlla Zoro, controlla.

L’unica volta che non avevo controllato, meglio non ricordarla.

 

“Zoro, sei sicuro che non sia sveglio?” Nami lo aveva chiesto ormai per la decima volta.

Il piccolo dormiva, ne ero certo, accostando l’orecchio alla porta non avevo sentito nulla. Per una volta avrei potuto seguire i miei allenamenti senza doverli interrompere sul più bello.

“Sì, donna di poca fede” mugugnai l’ultima frase sperando che non mi avesse sentito, ma sembrava più intenta a tendere le orecchie che prestare attenzione al sottoscritto.

Meglio.

I pesi mi stavano aspettando, e già ero con un piede sulla scaletta di corda per andare nella palestra, che sentì la nuca pizzicare. A mezz’aria, come un idiota, voltai lentamente il volto e solo per ritrovarmi Nami davanti a me, incazzata.

Dietro a lei Robin con in braccio il piccolo.

“Dormiva giuro” mugugnai ancora sospeso.

“Dormiva infatti e anche tu dormirai, ma fuori sul ponte!”

 

Il problema principale fu che quella notte nevicò.

“E tu sei sveglio…” sospirai vedendo come quel piccolo esserino fosse così arzillo. Muoveva gambine e braccine come fossero delle pale.

Alle volte mi chiedevo se davvero era figlio mio e non del capitano.

Però i capelli erano verdi come i miei. A tentoni cercai quello che Nami definiva ciuccio, per me era il tappo. Anche se a volte proprio non voleva saperne di tenerlo in bocca, preferiva di gran lunga un mio dito, o polso, o un qualsiasi pezzo di pelle scoperta.

Il risultato? Mi ritrovavo coperto di bava.

“Dai Daigo, ti prego. Fa contento papino e dormi” lo supplicai inginocchiandomi di fianco al lettino e cercando in tutti i modi di infilargli il ciuccio in bocca.

Niente, una serie di versetti striduli riecheggiavano nella stanza.

Lo presi in braccio sperando che si decidesse a prendere sonno. Ancora una volta il pupo aveva vinto. Il mio polso tra le fauci e quell’espressione vittoriosa sul suo volto, e mi ritrovai ancora una volta a prepararmi all’ennesima notte insonne.

Cercai a tentoni la piccola lampada che Usop aveva installato e l’accesi. Almeno ora vedevo. Una serie di animaletti parvero muoversi lungo le pareti.

Lo guardai ancora, aveva gli occhietti chiusi e finalmente la mia mano era libera.

Dormiva?

La prova del nove era semplice, infilai il tappo e lui lo arpionò succhiandolo.

Pupo che dorme, vale dire che potevo tornare a letto.

Quando tornai in camera, il più silenziosamente possibile, Nami dormiva dandomi le spalle.

“Dorme?” mi domandò con voce impastata quando scivolai di nuovo sotto le coperte.

Mi dava la schiena e appoggiandomi a lei la intrappolai tra le braccia.

“Sì” mugugnai chiudendo gli occhi.

Avevo lasciato la lucina accesa sperando che fosse stata quella a farlo addormentare. Un secondo dopo, mi parve di sentirlo ancora piangere. Aguzzando l’orecchio rimasi in ascolto sperando che quella peste mi facesse dormire.

Nulla, silenzio assoluto.

“Zoro” Nami mi aveva pizzicato appena un braccio. “Dormi” mi ordinò infine.

Sbuffando feci come aveva ordinato.

La prossima volta si sarebbe alzata lei.

 

 

 

 

~

 

E rieccomi qua, a dire il vero non credevo che avrei scritto ancora su questa cosa.

Il problema?

L’avere mia nipote che dorme di notte nella stanza accanto. La senti anche quando ciuccia il ciuccio. Maledette pareti fatte col carton gesso. Un muro in cemento armato e via.

Questo giro è il male al collo ad avermi ispirata u.u anche se rileggere l’altro capitolo ha aiutato.

E poi, sono in crisi di astinenza da ff Zonami ç_ç

 

Vabbè, finiamola qui con il piangersi addosso ç_ç

   
 
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