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Autore: Ran Malfoy    25/01/2006    1 recensioni
Stupido. Stupido. Sei stato uno stupido. Ma io non farò il tuo stesso errore. Io sarò un Vampiro. Vivrò per sempre nella carne e nel sangue. E solo quando Cristo mi guarderà negli occhi e mi dirà di andarmene all'Inferno..........solo allora ti raggiungerò........ Vi piace??COMMENTATE!!!! Ran^^
Genere: Dark, Drammatico, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Si annuncia che il volo BA221 sta per decollare

-Si annuncia che il volo BA221 sta per decollare. Si prega i passeggeri di recarsi all’imbarco numero 5. Ripeto,il volo B………-

Una fredda voce femminile rimbomba tra le pareti dell’aeroporto,scivolando fuori dai megafoni. Miriadi di persone si precipitano da parte a parte,in un interminabile andirivieni tipico degli aeroporti. Nessuno si preoccupa degli altri,camminano dritti verso il loro destino,dimentichi di tutto. Del Mondo.

Certo,non c’è nessuno che possa comprendere a fondo la problematica che stiamo affrontando,ma vedere i loro volti sereni,ridanciani,mi fa venire un moto di stizza.

Da quando ho lasciato quell’ufficio mi sento libero,proiettato verso il futuro cui anelo dal giorno in cui trovai un vecchio libro muffito in una cassa tarlata e logora. Da allora ho capito. O meglio,ho trovato il modo di capire. Il mio caro antenato ha fornito le risposte a un venticinque avido di domande. Ora mi appresto a cambiare i pensieri in fatti.

Essere un vampiro,il mio sogno nel cassetto. Avere una vita eterna,non rimpiangendo niente e nessuno. In fondo,io non avrei niente da rimpiangere. Sono sempre stato solo,fin da quando ero piccolo. Covavo un insano odio verso tutto e vero tutti. Una profonda gelosia verso i raggi splendenti del sole e i sorrisi allegri degli altri. Mi sentivo alieno a tutto questo.

Poi ho trovato un mondo adatto a me,dove sanguinose creature notturne vivono all’ombra della notte. Un vampiro sostiene da solo il peso dell’eternità. Tutti loro imparano presto la legge del vivere a proprie spese e del tribolamento della solitudine. Ma una tempra morale come la mia ha già imparato quanto necessario per vivere autonomamente.

Attualmente,sono compresso tra una ressa di persone frenetiche che si accalcano verso l’imbarco numero 5. Il mio viaggio comincia su quell’aereo che accende i motori fuori dalle ampie finestre. I miei compagni di viaggio sono quattro rivoluzionari archeologi,malvisti dai loro stessi colleghi. ‘Lunatici’,’folli’ e molti altri aggettivi confacenti a uomini che se ne fregano dell’etichetta sociale.

Sono tre uomini di buon cervello e aspetto gradevole. Poi c’è un ragazzino,avvolto in un alone di mistero. Con la sua giovane età deve essere un prodigio per entrare a far parte di un gruppo che si sposta da Paese in Paese. Da quanto mi dicono,sembra che abbia una buona parlantina. Posso comunque giudicare da me la sua notevole bellezza. Sembra uscito da un quadro,o modellato nella porcellana più fina. Sarà interessante scoprire i suoi segreti.

-I biglietti,signori. Mostratemi i biglietti poi seguite il corridoio……-

Persone e bagagli vengono fatte confluire in un andito tappezzato di moquette grigio polvere.

Una volta che ogni passeggero si è seduto al proprio posto,il comandante annuncia il volo e le hostess iniziano a vagare con i loro carrelli. Noi siamo in prima classe. Max e Daniel sono seduti vicini alla mia sinistra,mentre Aleandro e Raffaele lo stesso a destra. Sembra che vogliano tenermi d’occhio anche a chilometri e chilometri di distanza dal suolo.

Che facciano quel che vogliono,a me non interessa minimamente. Ho bisogno di menti esperte,forbite di informazioni. Un’intelligenza che queste persone sembrano possedere,insieme a un carattere,se posso dirlo,abbastanza sprezzante del pericolo. Il ché non guasta.

Rovisto un po’ nelle tasche e mi metto ad esaminare alcuni appunti. Il linguaggio del mio avo è piuttosto criptico,e per capire le sue parole è necessaria una lunga e paziente traduzione.

-Desidera qualcosa,signore?-

-No,grazie.- il carrello sferragliando si avvia verso gli altri posti.

......soltanto la luna può ciò che neanche la stella del vespro,Lucifero,sa fare. Brillare del buio della morte,oscurando la luce che è vita per voi,sangue del mio sangue,immensamente s.........

-Signore,mi scusi.......- e adesso che succede?

-Mi dica.-

-Potrei prendere quel giornale?-

Nella retina del posto avanti al mio c’è un vecchio numero del Times che sembra aver attraversato la Seconda Guerra Mondiale. A giudicare dal suo stato malconcio e umidiccio,qualcuno deve averlo usato anche per soffiarsi il naso o roba del genere.

-No,tenga pure.-

Lo estraggo dalla retina come se stessi facendo un’operazione a cuore aperto. E’ tremendamente disgustoso,e non vedo come questo tizio possa aver voglia di leggerlo. Sempre che riesca a decifrate le parole nell’inchiostro sciolto........

Dunque,dov’ero rimasto?

......immensamente simili quanto diversi alle Ombre Notturne. Sento quel buio dilagare in me,scorrere nel sangue che non è il mio,ma che scalda la mia salma. Sono un ladro di vita. Oh Jiulius,maledetto sia il giorno in cui i tuoi occhi brillarono nei miei!Le lusinghe di Satana hanno così..........

-Signore,le consiglio di allacciare la cintura,stiamo per attraversare una turbolenza.-

Oggi ci si mettono d’impegno per non farmi fare nulla.

Mi allaccio questa stramaledetta cintura,così come tutti gli altri passeggeri intorno a me,con un fastidioso ‘clack’.

.........nel sangue che.............hanno così bene attecchito al mio cuore,e quando finalmente Belzebù si mostrò per quello che era,il sole era già tramontato.........

Una turbolenza leggermente più forte sbalza gli appunti e il diario per terra.

Con un’imprecazione a denti stretti cerco di flettermi quanto basta per arrivarci,ma la cintura mi mozza il fiato. Dannazione!

Le turbolenze continuano,facendo oscillare il diario come in una culla. Mi avvicino più che posso,sperando che una fortunata virata lo riporti tra le mie mani. Non appena mi sfiora i polpastrelli,però,si allontana come per farmi un dispetto.

Una mano inguantata di nero lo raccoglie e se lo rigira un secondo tra le mani come per soppesarlo. E’ il tizio del Times lurido.

-Questo le appartiene?-

-Si,grazie.- mi affretto a rispondere mentre me lo porge.

Ora che lo guardo meglio posso intuire perché volesse leggere quel giornale. Deve essere un tipo strano,forse uno di quegli eccentrici europei che vogliono dare l’impressione di sapere l’inglese a mena dito. E’ completamente vestito di nero:giacca nera,pantaloni neri,mocassini neri,guanti neri,e un paio di grandi occhiali da sole a mosca. Pochissimi centimetri di pelle sul suo volto rivelano una carnagione lattea,in netto contrasto col suo abbigliamento.

Non riesco a vedere i suoi occhi,ma sento l’impulso irresistibile di strappargli via quegli occhiali. E’ come se li potessi sentire:magnetici,profondi e attraenti.

Lo sconosciuto si volta dall’altra parte col mio totale disappunto. Sarei rimasto ore a “sentire” il muto grido dei suoi occhi.

Torno di mala voglia sui miei appunti. Mi sento come se mi avessero staccato bruscamente il cordone ombelicale. E il ché è strano,perché io sono sempre stato orfano e di certo non ricordo il momento della mia nascita!

L’aereo atterra con una discesa nauseante,che mi fa sentire lo stomaco sotto ai piedi. In effetti,non amo usare questo mezzo,lo faccio solo per necessità.

All’aeroporto ritiriamo tutti i nostri bagagli. Aleandro è l’organizzatore ufficiale ed è lui che ferma il taxi più vicino e gli indica la nostra meta.

Nel taxi siamo in cinque più l’autista e ci sentiamo tutti invadere il nostro spazio vitale. Si vede dall’astio che inizia a permeare l’aria,tesa come una corda.

-Lei sa che quello non è il posto migliore in cui una persona desidera trovarsi,non è vero signore?- l’autista(un londinese bruno,con un completo color petrolio)sembra imbarazzato da questo silenzio costretto.

-Qualunque posto di Londra è ben accento per noi.- risponde prontamente Aleandro. –La periferia non ci spaventa,giusto?-

La domanda è indirizzata a noi,ma nessuno risponde. Qualcuno accenna distrattamente con la testa.

-Bè,i miei colleghi non sembrano essere molto in vena di chiacchiere oggi. Dovremmo esserci quasi.-

Svoltato l’angolo,infatti,il panorama cambia radicalmente. I bei palazzi raffinati lasciano il posto a vecchi edifici che cadono a pezzi. Le botteghe,i bar,le vie dello shopping spariscono,inghiottite da serrande sprangate e bidoni traboccanti di spazzatura. Non c’è traffico,né semafori e le macchine sembrano parcheggiate accanto ai marciapiedi da anni,tanto più che alcune non hanno più le ruote o il parabrezza. Sotto mucchi di panni sporchi,mendicanti,zingari o semplicemente ubriachi e bucomani si trascinano da un violetto buio all’altro.

La macchina fa una brusca frenata davanti a una delle tante costruzioni crepate.

-Bene,questa è la nostra fermata. Prendete i bagagli e andiamo.-

Uscendo,calpesto qualcosa che suona con uno stridulo rumore metallico:una targa di ferro incurvata con su scritto ‘Hotel’. Penso che una volta doveva essere attaccata al palo che ora giace semi distrutto all’altro lato della strada. Inspirando la mia ultima boccata d’aria,mi appresto a salire le scale con gli altri.

-E voi,dove pensate di andare?Non mi pagate?-

-Ah già,dimenticavo..........-

Aleandro ridiscende velocemente i cinque o sei gradini e si affaccia dal finestrino del taxi.

-Buon uomo,ma le sa chi siamo noi?-

-No,e non me ne frega un’accidenti!Sganci la grana!-

-Noi siamo gli ispettori del paranormale e siamo venuti qui per un sopralluogo a una casa infestata.-

-E a me che mi frega?-

-Si da il caso che io sappi parlare con gli esseri sovrumani e che possa chiedere loro ciò che voglio,ragion per cui,le chiedo di andarsene senza tante cerimonie.-

-Ma io ti spacco il naso!!Prima mi fate venire in questo posto dimenticato da Dio e poi neanche mi pagate??E no,bello mio!!- c’era rabbia nella sua voce,ma anche una crescente sfumatura di panico.

-Io la pagherei,ma di questi tempi sono un po’ a corto di soldi. Io la prego con le buone di andarsene,ma le se lei rifiuta,mi vedrò costretto a fare qualcosa di sgradevole.-

-Io non le credo!!Lei sta cercando di prendermi per il naso!!!-

-Vuole mettermi alla prova?- la sua voce e serafica e calda,ma ha un che di maligno,di perfido.

Con un ringhio e una bestemmia,il taxi si allontana in retromarcia. Aleandro sale le scale e ci strizza l’occhio. Eravamo rimasti lì sulla soglia come idioti per tutto il tempo.

-Fa sempre così.........- sospira in un sussurro Daniel,stile ‘Ma che ho fatto di male?’

-Qualcosa deve pur fare!Le spese del viaggio e dell’alloggio sono a carico nostro e i superiori non ci fanno vedere il becco d’un quattrino fino a lavoro concluso!-

-Lo vedi,Daniel?Max mi appoggia!-

-Perché siete due taccagni!-

-Me lo riverrai a dire il giorno in cui dormiremo sotto i ponti.-

Per la prima volta da quando li conosco,mi scappa un sorrisino. Sono molto affiatati,il ché si evince dai loro battibecchi ironici. D’improvviso,mi accorgo che Raffaele mi fissa come fa un bambino con una formica. Mi sta studiando,e non è la prima volta. Mi irrita questo atteggiamento calcolatore. Lo fisso a mia volta. La sua espressione è indecifrabile. I suoi tratti sottili sono immobili e nei suoi occhi grandi posso vedere riflessi i miei.

Il cigolio dell’uscio che si apre mi fa voltare. Raffaele mi imita,puntellandosi sui piedi per vedere chi è.

Un uomo basso e tarchiato si spalanca la porta come se volesse sfondarla. Sembra uscito da un vecchio film western:camicia aperta che lascia scoperto un petto sporco e villoso,barba incolta e pantaloni con le braghe.

-Oh,oh. Giovincelli di primo spullo. Siete stati voi a prenotare?- ha una voce bassa e roca.

-Si-

Si sposta e ci fa cenno di entrare. Modi da hotel a cinque stelle,non c’è che dire.

E ‘l’hotel’ lo segue di pari passo. Se mi fossi messo a fare il falegname,con tre assi di legno avrei costruito una catapecchia migliore di quella:un piccolo atrio con mura in pietra viva funge da reception,un elefante su una mela si tiene sicuramente più in bilico di quel lampadario sul soffitto,una traballante scala di legno si snoda verso un oscuro secondo piano e,ciliegina sulla torta,ogni oggetto,dal più piccolo al più grande è coperto da almeno due diti di polvere.

Il proprietario infila malamente due mazzi di chiavi in mano ad Aleandro.

-Andate al piano di sopra. Le vostre camere sono le prime a sinistra. Portatevi i bagagli da voi e svegliatevi presto,perché in questo posto chi arriva tardi non mangia. Il bagno è la porta blu in fondo al corridoio. Un doccia giornaliera cada uno e non vi azzardate a sforare. I letti sono messi in fila e non macchiate le coperte,altrimenti ve le terrete così. Tutto chiaro?Bè, buon soggiorno.-

Un istinto omicida germoglia tra di noi.

-Non guardatemi con quelle facce assassine!Sto risparmiando più che posso.......Comunque,Daniel,tu e Max dormirete nella prima camera,mentre io,Raffaele e Tuomas dormiremo nella seconda.-

Non ci posso credere. Cosa dirò quando sarò un vampiro?Che la mia eternità iniziò in una stamberga decrepita alla periferia di Londra?

Ok,guardiamo i lati positivi. Finalmente sto muovendo e i miei primi passi verso la vita eterna e poi penso che non sarà tanto male dormire in camera con Aleandro e Raffaele. Quel ragazzino stuzzica la mia fantasia..........le mie fantasie...........sarà un soggiorno interessante..............

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Salve a tutti^^Dopo lungo tempo finalmente posto il mio quarto cap. ^^Come lo trovate?Me lo lasciate un commentino?????Sapete,le recensioni fanno bene a chi scrive......me lo fate questo piacere??

Comunque,dopo aver letto il commento di LadyKiller mi sono convinta e ho fatto tornare la storia una NC17. Non so se si possono fare tutte queste ‘manovre’,spero di si^^

LadyKiller:non ti preoccupare,l’importante è che alla fine ci sei riuscita^^Ti ringrazio tanto per il tuo giudizio^^E(come direbbe la fatina di Cenerentola)ho esaudito il tuo desiderio^^ Baci Ran^^

  
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