- Potter, cosa vuole Weasley?-
- Chiarire la situazione…ma è meglio che rimaniamo
attenti, non si sa mai, è un po’ in depressione in questi gior=
ni e
non so cosa potrebbe fare-
- Se prova a metterle le mani addosso, lo ammazzo di botte- conclusi
sadico. Potter mi guardò un po’ stranito, ma tacque, per mia
fortuna.
Cinque…dieci
minuti….si vomitano addosso insulti, soprattutto Ron. Almeno non sono
passati alle mani. Distolsi lo sguardo e mi persi nel lago.
- Malfoy! Malfoy!-. Che cavolo voleva Potter? Mi girai e
vidi….Ron stava….stava cercando di baciare Hermione. Il mio ist=
into
di Mangiamorte si risvegliò.
- Potter, tieni la mia bacchetta, me la cavo con le mani-. Se
l’avessi tenuta, gli avrei lanciato un Avada Kedavra dritto su quella
faccia da topo che si trovava.
- Lascia stare Hermione!- sbottai arrabbiato, spingendolo in l&agra=
ve;.
- Ehi, calma! Non stavo facendo nulla….sei tu che me l’=
hai
presa!-
- Basta con questa storia, Weasley! Non volevo arrivare alle mani, =
ma
tu mi fai irritare e io…- mi avvicinai minaccioso, con le mani strett=
e a
pugno- accolgo l’offerta!-
- Draco, no!-. Delle braccia mi presero lo stomaco, costringendomi a
fermare la mia corsa.
- Hermione, ma non hai visto che ti ha fatto?-
- Si, ma se lo picchi passiamo dalla parte del torto e invece
così ci rimane lui!- mi disse. Aveva ragione.
- In effetti….bè, Weasley, sei fortunato. Se non ci fo=
sse
stata lei a farmi ragionare, ti avrei ridotto male, quindi ringrazia e vatt=
ene-
- Non dico grazie proprio a nessuno- e, sputando ai nostri piedi, s=
e ne
andò.
-Weasley, questa me la pagherai, hai capito?- e vedendo che non
rispose, mi avvicinai a lui- Hai capito?- gli urlai nell’orecchio, ma=
lui
niente- Hai capito si o no?-. Si girò verso di me e mi tirò un
pugno diretto in pieno occhio. Io lo presi dalla camicia e gli stavo ridand=
o il
colpo, quando Potter mi spostò da lui, beccandosi una gomitata sugli
occhiali, che caddero spezzandosi. Weasley si liberò e scappò
via.
- Potter…ahia…dovevi lasciarmelo picchiare-. Che male
l’occhio. Mi sanguinava un po’. Con l’aiuto di Potter e
Hermione, sbattendo qua e là arrivammo in infermeria.
Madama Chips, con un semplice colpo di bacchetta, mi risistem&ograv=
e; tutto
in due secondi, peccato che ci tenne un secolo a farci la predica sul fatto=
che
non dovevamo picchiarci e tutte le cose varie.
- Vado a parlare con Ron- disse improvvisamente Potter, interrompen=
do
il silenzio.
- Si, è meglio, ti seguo- aggiunse Hermione.
- Mi lasci da solo?-. Lei annuì, e ,baciandomi, andò =
via
con Potter. Io guardai fuori dalla finestra, lasciando vagare la mente in q=
uei
prati sconfinati…spezzando la quiete una frase rimbombò nel mio
cervello: io la amo. Vorrei dirlo a tutti, ma in parte mi sembra sia troppo
presto….La vedo correre a piedi nudi, accarezzata dal vento di novemb=
re,
l’erba si piega al suo passo leggero….ti amo…sì, ti
amo…..
- Hermione, buongiorno!- dissi, sorridendo e baciandola. Un'altra b=
ella
mattinata ha inizio.
- Ciao Draco!- rispose allegra. Oggi è domenica e si va a
Hogsmeade! Era ora, posso stare un po’ da solo con Hermione.
- Come è andata ieri con Weasley?- le domandai, tenendola
abbracciata a me.
- Mi sa che ha capito che ormai non c’è più sto=
ria
tra noi….-
- Sicura che capisca qualcosa? Secondo me gli entra di qua e gli es=
ce
di là- commentai, sorridendo malignamente.
- Non trattarlo così male!- mi riprese.
- Sono pur sempre un Mangiamorte….- le sussurrai
all’orecchio- Non posso farne a meno….-e la baciai, attraendola=
a
me- Come non posso fare a meno di te, dopotutto-
- Oh, Draco….- mi disse lei, arrossendo.
- E’ vero! Dai, andiamo!-. Ci mettemmo in fila e passammo il
controllo di Gazza, io sempre sorridendogli, per farlo innervosire.
- Allora? Dove si va?- mi domandò.
- Lascio a te la scelta, per me non fa differenza, basta che stiamo
insieme-
- Bè, facciamo un giro, ti va? Poi magari andiamo ai Tre Man=
ici
di Scopa….-
- Va bene, ogni tuo desiderio è un ordine per me-. Lei sorri=
se.
Così girammo per Hogsmeade, ridendo, scherzando, tenendoci p=
er
mano sotto gli occhi di tutti, che ci guardavano sorridendo, che ci indicav=
ano.
- Hai freddo?- le chiesi, vedendo che tremava un po’. Lei
annuì, e io gli misi il braccio intorno alle spalle e la abbracciai,=
per
riscaldarla.
- Va meglio, vero?-
- Si, grazie-
- E per farti stare ancora meglio, andiamo a prenderci una bella
Burrobirra-. Entrammo ai Tre Manici di Scopa.
- Una Burrobirra per me e una per la mia piccoletta- dissi io,
sorridendole. Madama Rosmerta sorrise e Hermione mi abbracciò
dolcemente.
- Grazie- risposi.
- E così sono la tua piccoletta?- mi domandò scherzos=
a.
- Certo, sei così tenera-. Non avevo mai detto nulla del gen=
ere.
Non avevo mai provato questo affetto per nessuno. Non volevo lasciarla
scappare. Bevvi un sorso di Burrobirra, e guardai Hermione come non avevo m=
ai
guardato nessuno.
- Draco, ma cosa c’è?-. Tirai un bel respiro e lo diss=
i,
sinceramente.
- Ti amo-. Silenzio glaciale seguì le mie parole, tutto semb=
rava
essersi zittito. Hermione mi guardava con uno sguardo indecifrabile, non ca=
pivo
se era contenta o no.
- Draco…-
- Forse è troppo presto, scusa, non volevo, ritiro tutto-.
Sputai fuori le scuse prima di sentire questo:
- Nessuno me l’aveva mai detto…-
- E io te lo dico perché lo provo davvero, ti amo-
Lei mi prese le mani, avvicinandosi a me.
- Ti amo anch’io….-. Ci baciammo, come per trovare una
conferma delle nostre parole in quel gesto.
- Dai, andiamo, eh?- dissi io, sorridendo, cercando di spezzare
l’imbarazzo che si era creato.
- Andiamo- sussurrò lei. Io la presi in braccio.
- Sei il mio tesoro- le dissi, senza però sapere come saremmo
andati a finire….in questo momento ho solo una certezza: anche io sono
capace di amare…..