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Autore: Psyker_    06/04/2011    1 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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revisione 3

I tre fuggitivi scesero velocemente le scale della nave incappucciati con della stoffa improvvisata. Valerian era alla testa del gruppo e con alcuni segnali indicava ai compagni la strada da seguire per giungere definitivamente in città. Il porto era un luogo piuttosto inquietante e sporco, abitato in maggioranza da marinai e quelli che sembravano essere pirati in cerca di rifornimenti. Ruphis rimase nascosto nella piccola mantellina della padrona ma non potendo certo proseguire in quella maniera, il mago prese la parola portandosi una mano alla fronte per proteggere i suoi occhi chiari dal sole:

“Per arrivare in centro dovremmo proseguire verso Ovest, lì affitteremo una stanza”

Mera seguiva il compagno a fatica, il lungo viaggio l’aveva ovviamente provata e tutte quelle vicende susseguitesi una dopo l’altra non aiutavano certamente la sua situazione.

“Dormiremo in una locanda?”
“Di certo non posso affittare un camera al castello reale”
“Ma…”
“Dimenticavo le tue abitudini da principessina, eheh”
“Senti chi parla, guarda che anche tu sei un principe!”
“Sshh, non gridare in quel modo, conoscendo gli O’Shiel avranno già inviato le migliori truppe per cercarti”

Al discorso intervenne telepaticamente Ruphis che quasi spaventato avvisò i due ragazzi di alcune presenze negative a pochi metri da loro. Valerian si fermò dunque all’improvviso e a braccia conserte inarcò un sopracciglio osservando davanti a sé un gruppo di malavitosi.

“Stanno davvero venendo verso di noi?”

Quattro tipi muscolosi e pelati si diressero verso il gruppetto capeggiato dal mago e prepotentemente chiesero loro qualcosa da mangiare. Il più alto, quello che sembrava essere il leader, si rivolse direttamente a Valerian:

“Biondino, eheh… che ne dici di dare qualche pezzo d’argento o qualcosa da mangiare a dei bravi ragazzi come noi?”
“… Levati dai piedi, è un consiglio”
“Che linguaggio è? Guarda che qui al porto di Lenne a comandare siamo noi del Kar”

Il draghetto, ancora nascosto, non sembrò sorpreso e non facendosi vedere parlò mentalmente al mago:

(Val, il Kar è una banda pirata del mar Suvian. Sono degli idioti… lasciali perdere)

Il ragazzo sorrise all’informazione appena ricevuta e portandosi una mano tra i capelli, sbuffò noncurante della situazione apparentemente avversa.

“Scusatemi tanto ragazzi, non avevo idea che foste del Kar. Quanto volete? Purtroppo non abbiamo che quaranta pezzi d’argento”

Mera rimase basita dopo quella resa ma conoscendo colui che aveva di fianco non osò proferire parola. L’omone ci pensò intanto un po’ su e dopo essersi consultato con i suoi compagni indicò la bella principessa di Kubara.
“Credo che lei valga ben più che quaranta pezzi d’argento, non credete? Eheh”
“... Non osate toccarla”

(Valerian calmati!)

Ruphis sembrava preoccupato mentre Mera indietreggiò di qualche passo. Uno dei tizi balzò quindi in avanti per afferrarla ma un’energia invisibile lo fece sbalzare a diversi metri di distanza: il mago aveva gli occhi scarlatti ed un essenza quasi impercettibile lo circondava interamente. Gli altri uomini finirono per terra spaventati e non riuscendo a spiegarsi l’accaduto, deglutirono profondamente.

“Vi do cinque secondi per sparire dalla mia vista, se sarete ancora qui morirete senza accorgervene nemmeno”
“A-aspetta amico...”
“Uno...”
“N-Noi non volevamo”
“Due...”
“Scappiamo, questo è il demonio!”
“Tre...”

Il gruppo di pirati si dileguò in poco tempo ed il ragazzo si chinò in ginocchio affaticato. Il draghetto uscì intanto dalla mantellina e preoccupato parlò all’amico:

“Non usare la magia davanti alle persone, sei l’unico mago rimasto su Saar, se si espande la voce capiranno immediatamente che si tratta di te!”
“Chiudi il becco Ruphis, tra pochi minuti non ricorderanno nemmeno di averci incontrato”
“C-Cosa vuoi dire?”
“Nulla, Mera tu stai bene?”
“Sì… sto bene, grazie Val”

I due ragazzi ripresero a camminare mentre il piccolo drago non riusciva ancora a spiegarsi la frase del mago.

“Ha agito direttamente sulla loro mente? Questa è stregoneria…”

 

Qualche minuto dopo, il centro della città di Lenne fu finalmente visibile: piccole costruzioni in legno ornavano gli angoli più accettabili del luogo e diverse fontane sparpagliate nei dintorni permettevano ai lavoratori di rinfrescarsi e riprendere fiato. Mera camminava lentamente attaccata al braccio del mago e guardandosi intorno non nascose il proprio dissenso.

“Ma... ma… questa città è sporca! C’è puzza!”
“Poche chiacchiere su, infondo siamo solo di passaggio. Resteremo una notte e domattina partiamo verso Nord”
“Verso Nord? A proposito,  ma dove siamo diretti esattamente? Cioè, ci siamo allontanati da Kubara ma a parte questo hai qualche idea precisa?”
“Avevo intenzione di visitare il Monte Metista, non molto distante da qui”

Al discorso intervenne Ruphis che ancora dubbioso sugli obbiettivi del compagno, volle maggiore spiegazioni.

“Il Monte Metista?! Cosa vuoi andare a fare lì?”
“Non ci sono mai stato e secondo le letture da lì sopra si vede tutta Lenne e dintorni... Deve essere uno spettacolo”
“Saprai meglio di me che su quel monte esistono talmente tante leggende da non far dormire un bambino e poi ho letto che l’entrata è sigillata da decenni ormai”
“Questo è da vedere, sono soltanto curioso, lo giuro”

Mera sembrava pensierosa, di quel monte ne aveva sentito parlare anche lei:

“’Dove entra solo lo spirito’, questo diceva il libro che ne descriveva le caratteristiche. Mi sembra fosse il covo di un Ebrion bianco ma parliamo di almeno un secolo fa, ormai deve essere morto”

Valerian annuì sorridendo, sembrava quasi entusiasta di quel viaggio.

“Già, deve essere interessante”

Il draghetto era sul punto di replicare ma giunti alla locanda, il mago lo interruppe parlando per prima.

“Eccoci arrivati, andrò a parlare con il locandiere, voi intanto riposatevi pure. Ruphis, quanto a te, resta sempre nascosto: gli O’shiel sapranno che sei con la principessa e di Draghi nani non ce ne sono nel Kharas”

 

La notte sopraggiunse e Mera si distese nello scomodo letto della stanza. Si guardò intorno un po’ impaurita e rivolgendosi a Val, che per motivi economici dovette condividere la stanza con lei, gli confidò le sue preoccupazioni.

“Ho paura Val...”
“Perché? Con te ci sono io”
“E se dovessero trovarci?”
“Non ci troveranno, in caso barattiamo Ruphis per la libertà”
“Eheh… poveretto, dorme già di sasso. Comunque sia devi ancora dirmi cosa vuoi vedere al monte, non la bevo la storia del panorama”
“E’ per quello ti dico! Poi certo, una volta che siamo lontani da casa e da chi ci dice cosa dobbiamo fare, non hai voglia di avventurarti un po’?”
“Mmh... non sono del tutto convinta”
“Ne varrà la pena vedrai”
“Da come ti comporti sembra quasi che avessi già tutto programmato”
“Da tempo avrei voluto visitare questi posti e adesso che ne ho la possibilità voglio farlo”
“Chissà cosa hanno detto quando non mi hanno più vista..”
“Domani usciranno le prime immagini sui giornali, dobbiamo essere cauti”

 

La notte trascorse tranquilla e all’alba i tre viaggiatori erano già sul punto di incamminarsi verso il Monte Metista a Nord. Valerian aveva acquistato una piccola cartina dello stato di Lenne che ne descriveva il percorso.

“Non è molto distante, ci arriveremo in poche ore”

Ruphis si stiracchiò ancora assonnato e dopo aver dato un’occhiata alla cartina espresse nuovamente il suo disappunto:

“Continuo ad essere titubante, quel Monte mi mette timore e poi è sigillato, è una strada inutile”
“E taci per una volta, vedrai che riusciremo ad entrare”

Il mago, seguito dal resto del gruppo, si incamminò nella direzione prefissa ma l’espressione del draghetto descriveva perplessità: per un motivo o per un altro non era affatto tranquillo.

“Ho un brutto presentimento…”

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Se ve lo siete chiesto, si, la città di Lenne ha lo stesso nome dello stato ed è ovviamente la sua capitale =).
 

  
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