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Autore: thecarnival    07/04/2011    2 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11.Marionette.
Erano circa 10 minuti che Giorgio la guardava dormire. La schiena nuda, gli occhi chiusi, i lunghi capelli rossi sparsi sul viso, sulla schiena, sul cuscino e un po’ sul letto, il lenzuolo, l’unico sopravvissuto tra tutte le coperte, le copriva il sedere e la gamba sinistra, mentre quella destra, era piegata. Con il dorso della mano, le accarezzò il profilo, e gli venne in mente una canzone che aveva sentito ai tempi delle scuole medie con un suo compagno di classe.
E' bello stare qui a guardarti e quasi decifrarti in questi tuoi silenzi, in queste tue paure perché sono pure, perché sono belle..
Marta si mosse leggermente al tocco della sua mano, sorrise quando capì che era lui a sfiorarla, con il piede lo cercò e trovandolo intrecciò la gamba alla sua.
..com'è bello, cara, stare insieme a te. E non devi giustificarti, non devi sforzarti non c'è alcun bisogno che tu sia diversa non mi passa neanche per la testa di assillarti con i miei perché.
Aprì gli occhi, e non appena lo vide, non appena la vide, la stanza si illuminò dei loro sorrisi.
-Ciao…
Come una gatta che fa le fusa al suo padrone, gli si avvicinò ancora di più, non rispose neanche al suo saluto, lo abbracciò, e gli baciò il petto, continuando a fare le fusa.
Certo, forse inizialmente, ti sarò sembrato un poco preoccupato, ma non era niente..
Più la guardava e più si chiedeva il motivo per cui avesse aspettato così tanto tempo a finire a letto con lei, era stato magnifico, era stato appagante, era stato come non lo era mai stato con nessun altra. E lei era soddisfatta, glielo si leggeva negli occhi.
-Buongiorno.
-Oh, credevo che ti avessero tagliato la lingua.
-La mattina mi ci vuole un po’ per.. mmmh..
Si stiracchiò per bene. Il suo corpo nudo era sotto gli occhi eccitati di Giorgio, la strinse a sé e riprese a baciarla.
Era sua,
era stata sua quella notte,
la rifece sua quella mattina.
Indossò delle culottes e la maglietta nera di Giorgio ed andò in cucina, aveva sete, quando tornò in camera lui non c’era, andò quindi in salotto, sul divano c’era un biglietto di Alessandra. “GRAZIE PER L’OSPITALITA’. SONO LE 10, DEVO ANDARE A CASA, TI CHIAMO IN GIORNATA. VI VOGLIO BENE. P.S. MARTA, IL TUO CONCERTO E’ STATO FAVOLOSO” Marta rise di gusto ed appese il biglietto sulla bacheca accanto al frigorifero, sentì dei rumori provenire dal bagno, e si precipitò a controllare. Giorgio era dentro, la porta non era chiusa a chiave così  entrò, lui era in mutande che trafficava con le manopole della doccia.
..e se ora non ti scoccia credo che una doccia mi rilasserà.
-Che fai?
-Cerco di fare in modo che questa dannata acqua esca tiepida. Voglio fare una doccia.
-Faccio io. Non sai fare nulla.
-Non mi sembra che questa notte, o poco fa ti sia lamentata del mio far nulla.
-Ma stai zitto, sai solo vantarti.
La spinse con gentilezza sotto il getto dell’acqua, e da una guerra di schizzi, urla e risa, si trasformò in una guerra di baci, coccole, e gemiti di piacere.
 

§§§§

 
Provare le coreografie con Giorgio che continuava a lanciarle occhiate non era per niente facile, soprattutto se le occhiate erano di gelosia, dovute al passo a due con Francesco. Per lei era semplicemente un ballo, dove sì, doveva strusciarsi un po’ su di lui, e lui doveva mettere le mani, dove, secondo Giorgio non avrebbe mai dovuto mettere. Durante la metà del ballo, era entrata lei in sala, con il suo fare da diva, si era avvicinata a Giorgio e lo aveva salutato con un bacio molto rumoroso, sulla guancia. Quelle labbra così carnose, così finte, così rifatte da far accapponare la pelle. Marta perse per un attimo la concentrazione, le scivolò il piede, Francesco la prese in tempo evitandole la caduta.
-Tutto ok?
Le aveva chiesto con gentilezza, mentre Giorgio le si avvicinava preoccupato
-Ti sei fatta male?
-Non credo. Io, mi sono distratta un attimo.
Fulminò il ragazzo con lo sguardo, sperando che capisse. Marco sospese la lezione mandandoli nei camerini. Sarebbe stata davvero dura andare in accademia, stava, cioè, era stata a letto con Giorgio, quindi in teoria, loro due erano o avevano un qualcosa. Poi c’era Francesco che le piaceva, non come le piaceva Giorgio, lui le piaceva sul serio, l’altro le piaceva professionalmente, anche se aveva ammesso che il suo corpo gridava scopami, e Filippo, la corteggiava, implicitamente, ma la corteggiava, e infine, ciliegina sulla torta c’era lei, la principessa Aurora e il concorso. La sua vita era un’enorme barzelletta, una triste barzelletta però.
-Ci deve essere qualcuno che mi sta facendo uno scherzo.
-Spiegati bene.
-Dai Ale. Segui il mio ragionamento. Arrivo in questa accademia, e Marco mi dice che sono la partner perfetta di Giorgio, io? Che non so fare nulla di moderno. Ok. Se lo dice un professionista crediamoci. Poi arriva Filippo, che mi corteggia, quando esco con Filippo, l’unico ragazzo ai miei piedi, spunta pure Giorgio, che mi dice “TU MI PIACI!”. Rinuncio ad entrambi, per chiarirmi le idee, e che succede? Mi fanno trovare Francesco. Il mio sogno proibito. E mi ritrovo tre bellissimi ragazzi pronti a soccorrermi se dovessi anche, attraversare la strada, quando, fino ad un mese fa, nessuno mi cagava.
Alessandra rideva, ed aveva le lacrime agli occhi, al contrario dell’amica che disperata, si era seduta su una sedia dello spogliatoio. Era esausta mentalmente e fisicamente. Non aveva finito con le prove, doveva tornare in sala, ed allenarsi personalmente per il concorso. Aveva addirittura pensato di mollare tutto, tanto quell’ Aurora, a detta degli altri, era così brava da avere la vittoria in tasca.
-E comunque ho dimenticato un punto importante di tutta la storia.
-Quale?
-Mi hanno mandato anche la strega cattiva.
-Eh no. Lei è la principessa Aurora, la Bella Addormentata. La strega cattiva, in questa favola, questa volta sei tu.
-Ale, inizia a correre prima che ti picchi sul serio.
Era da ore che provava quel pezzo, eppure ogni volta le sembrava peggio di quella precedente, era troppo stanca, non riusciva neanche ad eseguire una piroette correttamente, senza cadere. Non sentiva più i piedi, erano diventati un tutt’uno con le punte, voleva piangere per il dolore, ma il pianto non l’avrebbe portata da nessuna parte. Era così che le grandi ballerine erano arrivate dov’erano adesso, con sacrifici e dolori.
-Non pensi di aver provato abbastanza per oggi?- Giorgio era entrato in sala, era già vestito, segno che aveva finito di provare, e che si era già fatto la doccia. Si avvicinò abbracciandola e baciandola in fronte, dolcemente.  –Che ne dici di tornare a casa insieme?-
-Quale casa scusa?
-Beh. Io vivo con dei ragazzi che se ti vedessero ti sbranerebbero, quindi è meglio la tua.
-Ovviamente, brutto scroccone che non sei altro.
-Io non sono uno scroccone, e per dimostrartelo ti invito a cena.
-Un appuntamento? Io e te? Wow. E quando?
-Domani sera. E’ libera signorina?
-Emh.. Non saprei. La chiamo domani pomeriggio per dirglielo.
-Brutta stronzetta!
Marta amava il modo in cui scherzavano. Le piaceva quando lui la prendeva in braccio, come un grande sacco di patate, e le faceva il solletico. Giocavano sempre così, facevano sempre finta  di litigare o avere dei piccoli battibecchi per poi giocare in questo modo e fare pace nell’altro modo preferito da entrambi.
-Se dovete giocare, andate all’asilo. Qui si balla.
-Ma tu non hai altro da fare che rompere le scatole a me?
-Si. Devo provare e si dia il caso che sei nella mia sala.
-Nella tua sala? Io non vedo nessuna targa con scritto “Missfracassiicoglioni”
Giorgio si era portato una mano alla bocca per non ridere, e Aurora era furiosa, i suoi occhi sputavano fuoco.
-Io fossi in te non riderei. Hai detto la verità alla tua ragazza? Le hai detto che io e te ci frequentavamo?
-Aury, stanne fuori.
-Voi cosa?
-Tu che mi odi tanto, almeno fallo per un buon motivo.
Scena diversa. Marta e Giorgio erano fuori l’edificio, ad urlare e discutere, era lei che urlava come se fosse appena uscita dal manicomio, lui cercava di farla ragionare, e soprattutto, farle abbassare la voce. Si sentiva come dentro un film, o peggio, si sentiva in un teatro di marionette, e lei era una di quelle, la marionetta più sfigata, perché il marionettista si diverte a rovinarle la vita, ogni personaggio, meglio dire, ogni altra marionetta compare nella sua vita per, rovinargliela, o per distruggerla, o ancora, per stroncarle la carriera. Non che Giorgio le avesse rovinato la vita, solo all’inizio, poi gliela stava migliorando, con il sesso, con tanto e sano sesso, ma dopo, con l’arrivo di Aurora. Era Aurora a rovinare tutto. Sesso, carriera e vita.
-Siete stati insieme e non me lo hai detto, e sei geloso quando ballo, e dico BALLO, con Francesco.
-Non è una cosa importante
-SI CHE LO E’. Sei come tutti i maschi. Non fare quella faccia. Siete stupidi, immaturi, egoisti, e ragionate solo con il vostro aggeggio. Per una volta, almeno per una volta prova a ragionare con il cervello.
-Io non penso di seguirti, cosa diamine c’entra questo discorso?
-Mi sembra di vivere uno scherzo. Mi sembra di essere una marionetta, e sei per caso tu il marionettista?
-Io non sono.. stai per caso dicendo che controllo la tua vita?
-E’ tutto così assurdo. E’ ASSURDO. Lo sapevo che sarebbe finita così, io volevo solo ballare, io voglio solo ballare. Basta.
-BASTA COSA?
-E’ finita. Io non posso stare con te, perché ci sono troppe complicazioni. Non possiamo stare insieme quando, ogni volta che ci proviamo succedono mille cose, è già la seconda volta, la terza volta cosa succede? Cade un meteorite?
-La prima volta sei scappata perché hai avuto paura. La seconda volta, cioè adesso, stai mollando tutto solo perché hai conosciuto una mia ex. Sei solo una bambina che ha paura dei suoi sentimenti, sei una ragazzina.
-Io non sono una marionetta.
-Ma vaffanculo, tu e la marionetta.
 

§§§§

 
-Non riuscite proprio a stare insieme voi due.
-E’ stata quella stronza, l’ha fatto apposta.
-Marta, io ti voglio bene, tanto, ma Giorgio ha un po’, cioè, non è che abbia poi così tanto torto. Ti stai comportando davvero come una ragazzina immatura, alla sua prima cotta. ODDIO. E’ la tua prima cotta.
-No che non lo è. Io ho avuto.. beh.
-Sputa il rospo.
-Non ho mai avuto niente di serio, non ho mai dormito con un ragazzo, ho sempre fatto solo sesso e basta, perché non potevo permettermi una storia seria, perché nessuno mi capiva, capiva i miei orari, i miei lividi, e quindi, per evitare di soffrire, io..
-Tu rinunciavi. Hai sempre rinunciato all’amore. Hai rinunciato ai sentimenti per paura. Erano i tuoi, chiamiamoli fidanzati le marionette, tu sei sempre stata la marionettista. Hai deciso per loro, prima e anche adesso con Giorgio. Sei egoista.
Forse Valeria aveva ragione, la situazione era proprio l’opposto di come aveva pensato lei, ma se aveva paura, se aveva sempre reagito così per 23 anni, come poteva adesso cambiare? Come poteva cominciare un qualcosa di serio con Giorgio se aveva una matta paura di soffrire? Aveva sempre pensato che l’amore è come fare una piroette su una sbarra. Se riesci a farla sei felice, emozionato, soddisfatto, e allora vorresti riprovare all’infinto perché non c’è sensazione più bella, ma se sbagli e cadi allora ti fai molto male, sbatti il piede per terra e l’altro sulla sbarra, se ti finisce bene ingessi il piede e dopo mesi e mesi di fisioterapia recuperi, ma se non ti finisce bene, non torni più a ballare.
E lei non voleva correre quel rischio, lei non voleva farsi così tanto male da non poter più avere il coraggio e la forza di riprovare a ballare, o meglio, ad amare.
 
 
Scusate il ritardo! Di solito posto all'ora di pranzo o di mattina, ma mi sono messa a leggere una storia bellissima ed ero così assorta nella lettura che non ho neanche pranzato! -.-' Poi ho studiato e adesso che mi sono ricordata sono venuta a postare di corsa. Non mi perdo in chiacchiere. Scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, ma le ho lette, e vi ringrazio! *.* Siete gentilissime come al solito, e le vostre belle parole non fanno altro che aumentare la mia voglia di scrivere ed andare avanti! QUINDI GRAZIE. Inoltre ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra le preferite, ricordate e seguite. Con fatica ma ce la stiamo facendo, GRAZIE ANCHE A VOI! :)
Ah. Non uccidetemi per quello che è successo in questo capitolo, lo so che vi aspettavate che andasse tutto per il verso giusto, ma Marta e Giorgio sono molto più complicati del previsto, e poi come avete visto, Marta non ha mai avuto un fidanzato, ed ha paura di buttarsi, (un pò come tutte noi no?) Al prossimo aggiornamento. P.s. la canzone citata da Giorgio è di Daniele Silvestri, Il flamenco della doccia. Baciiiii


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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:
I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)
L’appartamento accanto(One-Shot Originale)
Past&present(One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)
Aspettando l’alba(Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)
   
 
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