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Autore: Ayer    08/04/2011    3 recensioni
-Cioccolato fondente e meravigliosa follia.-
Altresì leggibile come: "Sono solo attimi indimenticabili."
[...]
"Ascoltavo il silenzio scolpito dai miei sospiri; aria che entrava, qualcosa che usciva. (Amore?)."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dark chocolate and beautiful madness.

 Cioccolato fondente e meravigliosa follia.

(Altresì leggibile come: Sono solo Attimi indimenticabili)




Rain.





"Tienilo a mente:
siamo sotto lo stesso cielo
e le notti sono vuote per me come per te.
Se ti senti di non riuscire ad aspettare domani
bacia la pioggia
" *





Sono state giornate di pioggia; quelle che con il loro grigio confermano la staticità di una cartolina. Le stesse in cui sei seduto su un autobus e guardi sfilare frettolose le persone in un formicaio di ombrelli e colori. Piccole fiaccole nel grigiore.
Mi immergevo nella pioggia divenendo anch’io parte della cartolina, rallentata nei movimenti, statica nei pensieri. Sono quei giorni in cui vorresti fermare il tempo, ritagliare il tuo piccolo angolo, quel poco che basta per stare comodi a pensare un po’.

Camminavo sui marciapiedi a passi svelti, con il capo verso l’alto, cantando.
Sentivo bagnato sul viso, freddo sulle guance, umido sulle labbra. Guardavo la mia giacca macchiarsi di scuro e i capelli appiccicarsi fastidiosamente al viso. Non mi schermavo con un ombrello, (non perché non lo avessi, semplicemente mi sembrava superfluo svincolarlo dalla borsa).
Mi bagnavo di rugiada, e sorridevo.
In tutto questo ti pensavo!
[Il mio piccolo angelo incontrato per strada.]
Molti dicono che la tristezza di chi sta lassù si riversa su di noi, forse per questo che il cielo piange. Io sono convinta che siano lacrime di gioia, la voce d’intense emozioni, e per questo mi lasciavo irrorare ancora un po’.
E non capivo perché lo facessi, perché alla solita domanda: “Non hai l’ombrello?” rispondevo che non avevo voglia di “tirarlo fuori”.
Vedevo gente scettica, impaurita, che scappava frettolosa sotto i balconi. (Scappava da cosa poi?).
Li vedevo tutti maledettamente uguali.
Loro non ti vedevano.
A capo chino sviavano frettolosi nelle case, nei negozi, sotto la banchina del bus, inghiottiti dall’ingresso alla metro. Gente che appariva e spariva come ingoiata dall’asfalto. Gente sorda, cieca.
Vagavo tra fantasmi, sacchi vuoti e spaventati trascinanti per strada. Ondeggiavo tra spintoni e occhiatacce, borbottii e pozzanghere.
In tutto questo c’eri te.
C’eri nei sospiri, nei sorrisi, negli sguardi gettati con disinvoltura alle persone; c’eri tra le frange dei capelli, sulle labbra sospese, nel freddo alle dita, nei brividi sulla pelle. C’eri nella ressa del pullman, sulla metro, nella musica di un paio di cuffie cacciate incurantemente nelle orecchie. C’eri nei passi frettolosi, poi lenti, inceppanti, scansanti pozzanghere, sporchi di fango,… e altri passi ancora.
C’eri nell’aria, nei grigi, nelle luci arancioni della sera, nel cielo all’imbrunire, nel rumore soffuso e continuo della pioggia, nel ticchettio che echeggiava tutt’attorno tra lo stridio dei freni di un’auto, il vociare di una coppia all’angolo del bar e altri passi. C’eri in ogni singola goccia; quelle che cadevano dall’alto, che mi bagnavano, infreddolivano, macchiavano gli abiti e lavavano via i timori, mi illuminavano, regalavano gioia. C’eri te in quelle lacrime ed io le lasciavo scorrere sulle guance come carezze, sulle labbra come baci.
Tu c’eri in ogni mio silenzio e lo occupavi di dolci melodie.
C’eri te e io non volevo perdere niente.
Non scappavo, non cercavo riparo. Camminavo con il naso all’insù illudendomi di scorgerti tra le nubi, sorridendo e canticchiando a ritmo della musica delicata che mi irrorava le orecchie. In quel breve tratto da casa-ospedale, università-casa mi ritagliavo il giusto spazio per me; [per noi.]
Sognavo baci, parole, gesti!
Fingevo di averti lì tra le braccia, sotto i polpastrelli mentre la pioggia mi accarezzava e le fievoli note di “Kiss the rain” si mescolavano ai battiti del cuore.

 



* N.B. I versi iniziali non sono di mia proprietà, ma estratti dalla traduzione della canzone "Kiss  the Rain" di Billie Myers.

 





Chiedo perdono per il ritardo dell'aggiornamento, ma questa raccolta era nata un pò come una sorta di diaro (definiamolo così) in cui scrivere le mie memorie, o meglio le forti emozioni che solo un amore, o intensa infatuazione, può provocare. Ebbene nonostante speravo che questa "storia sentimentale" durasse qualche giorno in più, purtroppo la devo già considerare un capitolo chiuso. Ecco spiegatovi il motivo del mio ritardo ad aggiornare: cosa scrivere se non c'è più un cuore che batte? O meglio: un cuore volutamente zittito?
Ho pensato per cui di estendere questa raccolta ad un insieme di emozioni, dalle più caute alle più incontenibili, che solo una serie di occasionali, banali, ma a quanto pare rilevanti infatuazioni possono donarmi.(Nel bene o nel male).
Che dire? Non ho fortuna in queste cose. Acciderbolina!

Volevo ringraziare tutti coloro che si sono soffermati a dare un'occhiata. In particolare i recensori:

Pickwick : Cara ti ringrazio per la tua estrema cortesia di avermi lasciato una zampata nelle recensioni. Ho davvero apprezzato il tuo commento, i tuoi apprezzamenti e soprattutto il tuo aver interpretato il mio primo capitolo. Hai ricevuto il senso di questa raccolta focalizzandoti sul sottotitolo. Sono anche entusiasta di averti incuriosito (Eh beh! Son delle soddisfazioni XD). Come hai detto te, sarà una raccolta di ricordi, ma come ho detto sopra purtroppo solo "ricordi"! Di quelli che mi vorrei sbrigare a rimuovere dalla mia testolina al più presto.
[Vano tentativo...]
A presto! Un bacio.

Jay_JSono onorata! Di ogni tua singola parola. Hai svelato cose tra le mie frasi che non erano facili da vedere, hai visto qualcosa in più, hai reso il mio pezzo in qualche modo tuo. Sono contenta che hai apprezzato il mio paragonare l'aria (elemento spesso scontato) all'amore (sentimento spesso ridondante, quasi soffocante!). Assurdo paradosso!
Ti ringrazio per aver giudicato anche le mie doti da " stentata scrittrice", sono soddisfatta che il mio debole nell'usar fior fior di metafore non ti abbia allontanato, ma anzi incuriosito. Mi sembra superfluo aggiungere che sei un ottimo recensore, di quei pochi che sanno incitare lo scrittore ad andare avanti, a parlare, raccontare, narrare e dilagare negli spazi più bui della sua personalità. Onorata ancor più di essere tra tuoi autori preferiti. La tua postilla mi ha donato un nuovo luccichio, un brivido nello stomaco, spronandomi a scrivere ancor più (nel minimo tempo che riesco prepotentemente a strappare dall'Università. Purtroppo!). Grazie ancora. Un Bacione.

 

 



Ayer.









  
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