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Autore: Lila_88    10/04/2011    3 recensioni
[Un medico in famiglia] Può una giornata prendere delle svolte così impreviste? E cosa farà Rebby di fronte alle evidenze che le si porranno davanti?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UN GIORNO NON QUALUNQUE




CAPITOLO 1


Quella mattina, Rebby si svegliò con la nausea. Non era la prima volta che accadeva, ma, d'altronde, quello era un periodo molto stressante. Sul lavoro non aveva pace, perché doveva continuamente spostarsi fra Roma e Milano. Inoltre, le cose con Alberto non andavano molto bene, da quando lui aveva perso il lavoro a Milano e aveva fatto ritorno a Roma. Il ragazzo era strano, quasi distaccato e Rebby se ne stava rendendo conto sempre di più con il passare del tempo. Anche Albina, in cui le sembrava di aver trovato un'ottima amica, negli ultimi tempi sembrava essere cambiata improvvisamente. Sembrava che cercasse ogni scusa plausibile per evitarla. E adesso ci mancava pure quella maledetta nausea che le dava il tormento ormai da qualche giorno. Alberto dormiva ancora profondamente, così cercò di fare meno rumore possibile, mentre si alzava, prendendo i vestiti già pronti dalla sera prima sulla sedia e andava in bagno. Aveva un'importante riunione a cui non poteva proprio mancare. Guardandosi allo specchio del bagno, si trovò più pallida del solito. Si, aveva proprio bisogno di maggiore riposo e tranquillità. L'unica cosa positiva dell'ultimi giorni, era il nuovo appartamento, in cui si erano trasferiti. Era spazioso, luminoso, era giusto quello che ci voleva. Si era stancata di vivere nel residence, senza acqua calda e con il riscaldamento rotto.. Quando uscì dal bagno, minuti dopo, era già vestita e in ordine. Tornando in camera, vide che il letto era vuoto, segno che Alberto si era alzato. Dirigendosi in cucina, Rebby lo scovò seduto al tavolo, con un caffè davanti.

-    Buongiorno.
-    Buongiorno Rebby.

Gli diede un bacio sulla guancia, poi prese il caffè che era avanzato nella caffettiera e lo verso nella sua tazza preferita, che lui le aveva già preparato. Sapeva che Alberto la stava guardando, poteva sentire il suo sguardo su di sé. Probabilmente si chiedeva cosa avesse. Infatti dopo qualche istante lo sentì schiarirsi la voce.

-    Tutto bene? Sei agitata per la riunione di oggi?

La riunione!!! Così assorta dai suoi pensieri, stava finendo con il scordarlo! Velocemente finì il suo caffè e si alzò, correndo verso la camera.

-    Se non mi muovo faccio tardissimo!!!!!

Alberto si alzò e la seguì.

-    Hey, vedrai che andrà tutto bene.
-    Beh, andrà meglio se sarò lì in orario.

Alberto le sorrise, ma vide un lampo di inquietudine negli occhi di Rebby e si avvicinò.

-    Che succede?

Rebby lo guardò per qualche istante, poi abbassò gli occhi.

-    Niente. Ora devo andare.

Oltrepassandolo, si affrettò verso la porta. Lui le andò dietro. Riuscì solo a raccomandarle di fargli sapere qualcosa. Quando rimase da solo, lasciò lo spazio al senso di colpa. Rebby aveva bisogno che lui le fosse vicino in quel periodo, invece tutto quello a cui lui riusciva a pensare erano i nuovi sentimenti che provava per Albina. Già, Albina, una delle migliori amiche di Rebby.



A casa Martini, era ora di colazione e, come al solito, c’era una grande confusione, fra la cucina sovraffollata e la coda per il bagno. Ciccio si chiese come avesse fatto a stare in quella casa per anni senza impazzire. Quando uscì dalla camera da letto che condivideva provvisoriamente con Bobo, Ciccio guardò senza speranza verso il bagno, vedendo che ad aspettare c’erano già Bianca e Maria, e si diresse verso il piano inferiore. Scendendo le scale, fu investito da Inge e Elena che si stavano bisticciando. Quando riuscì ad entrare in cucina, vide Melina indaffarata come al solito a urlare contro Dante che, quasi incurante, stava mangiando una brioche. Al tavolo, erano già seduti suo padre Lele, Annuccia, Ave e Palù, che quando lo vide, scese dalla sedia per corrergli incontro.

-    Zio Ciccio, zio Ciccio!!!

Ciccio la prese in braccio, sorridendole.

-    Buongiorno.

La sua nipotina gli ricordava tantissimo Annuccia da piccola. Pensando a quello, Ciccio osservò sua sorella, ormai una ragazza nel pieno della sua adolescenza. Come passava in fretta il tempo.

-    Allora, Ciccio, oggi torna Tracy, vero?
-    Si, vado a prenderla alle tre!

Maria irruppe in cucina pronta per uscire, con lo zainetto di Palù in mano.

-    Amore, sei pronta? Sennò anche oggi facciamo tardi.
-    Beh, ma quella ormai è una caratteristica di famiglia!
-    Lo so, papà, ma non è comunque una scusa! Ok, noi allora andiamo, ciao famiglia!!!
-    Ciao tesoro, ciao amore del nonno!

Uscendo di casa, Maria quasi si scontrò con Alberto.

-    Ciao Alberto!
-    Ciao Maria, ciao piccola!
-    Scusami, ma sono in ritardo! A presto!
-    Ciao.

Alberto si unì al resto della famiglia Martini, nonostante avesse già fatto colazione. Il cellulare di Ave iniziò a suonare, così la donna si scusò e si alzò da tavola.

-    Pronto? Albina, tesoro mio, dimmi tutto! … Ma bella tosa mia, ma non sei ancora stanca di tutte queste prove? … No, no, va bene, allora passa verso quell’ora. … Si, dimmi. … Si, è qui. … Va bene, allora te lo passo. Ciao amore, ciao.

 Ave fece un segno a Alberto.

-    Alberto, Albina vuol parlare con te.

Alberto sembrò quasi in imbarazzo, ma si alzò da tavola, prese il telefono e andò in salotto.

-    Pronto? Ciao.
-    Ciao Alberto. Senti, ti volevo dire che c’è un problema per il contratto di affitto. Tu e la Rebby dovreste passare dall’agenzia per fare delle firme.
-    Ah... Ok. Ehm... Senti, so che Rebby ha tutta la mattina impegnata. Se vuoi possiamo passare quando si libera, anche se non so dirti l’orario.
-    Senti, facciamo così, diamoci appuntamento per le due qui all’agenzia, ok?
-    Ma certo! Non c’è problema. Allora... Allora a dopo.
-    Si... A dopo.
-    Ciao.
-    Ciao Alberto.

Alberto mise giù. Ave lo raggiunse e notò il suo sguardo pensieroso.

-    Bel toso, ci sono problemi?
-    Cosa? No, certo che no! Si tratta di una questione che riguarda l’appartamento che io e Rebby abbiamo preso in affitto.
-    Oh si, me l’ha detto l’Albina! Ma che cara tosa che è la Rebby! Sei fortunato, lo sai?
-    Si, certo. Beh, io ora devo andare.

Alberto lasciò la casa, perché aveva le idee troppo confuse e aveva bisogno di schiarirsele da solo.


Rebby uscì dalla sala delle riunioni stanca morta. Quattro ore di riunione senza alcuna soluzione. Un investimento sbagliato rischiava di portare sul lastrico l’intera azienda e lei non riusciva ad avere la concentrazione necessaria per trovare una soluzione. Si sentiva stanca come non mai, la nausea non le dava tregua e era dovuta scappare in bagno nel bel mezzo della riunione. Tornando nel suo ufficio, prese il calendario in mano e si mise a fare un conto. Poi rimase con lo sguardo perso nel vuoto e fu distratta dal suono del suo cellulare. Prima di rispondere, vide che era Alberto.

-    Pronto?
-    Ciao amore. Com’è andata la riunione?
-    Lasciamo perdere! Peggio di così non poteva andare!
-    Mi dispiace.
-    Lo so, ma confido che riusciremo a trovare presto una soluzione.
-    Vedrai che sarà così. Senti, ho sentito Albina, ha detto che dobbiamo passare dall’agenzia. Ci aspetta lì per le due, pensi di farcela?
-    Si, credo di si. Devo fare prima una commissione, ma cercherò di essere puntuale.

Quando udì bussare al suo ufficio, Rebby disse ad Alberto che doveva andare, e riattaccò. Mentre un suo collega entrava in ufficio, Rebby notò che era l’una in punto. L’agenzia era lontana e in quell’orario c’era molto traffico. Doveva sbrigarsi, se voleva essere puntuale.

-    Rebecca, senti, dovresti dare uno sguardo a questi bilanci.
-    Adesso? Non posso farlo oggi pomeriggio, avrei un impegno!
-    Sarebbe urgente, è del materiale che deve arrivare il prima possibile a Milano. E comunque te la dovresti cavare in una ventina di minuti.
-    D’accordo, dammi pure. 
  
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