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Autore: thecarnival    13/04/2011    3 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A metà capitolo c’è il link diretto con un una canzone, vi consiglio di aprirla in una nuova scheda (o finestra) ed ascoltarla. Perché è davvero bella! Buona lettura. Ci leggiamo giù.
 
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13.Per farti sentire il mio amore.

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore
J. Prévet
.

 
 
Primo giorno.
La tregua era davvero iniziata, si può dire che aveva iniziato tutto dall’inizio, si erano addirittura ri-presentati, avevano parlato di loro, delle loro passioni, ma senza esagerare, senza forzare troppo la cosa, e poi avevano ballato insieme, in fondo avevano sempre le prove. Lui era il protagonista, e lei la riserva, proprio come sarebbe dovuto essere fin dall’inizio.
Secondo giorno.
Era in ritardo e lui l’aveva coperta.
-Sai, di solito due persone che si conoscono appena, non si fanno questo genere di favore.
-Vuol dire che ricambierai.
-Non fanno neanche questo.
-Marta. Noi in realtà, ci conosciamo più di appena.
Giorgio non era un ragazzo molto loquace, preferiva stare in silenzio ed ascoltare, per poi parlare e dire la sua al momento giusto. E infatti quando lo faceva, aveva sempre la frase esatta da dire. Quella che ti lasciava senza parole, o in senso positivo, o negativo.
Terzo giorno.
Aveva sognato. Cosa abbastanza normale, perché tutti gli esseri umani lo fanno, anzi, gli esseri viventi, dotati di intelletto, ma il problema consisteva nel genere di sogno fatto. Lei e Giorgio, insieme nella doccia. Le mani di lui su e dentro lei. I suoi baci e i suoi dolci morsi. Le risate insieme, e le urla di passione. Appena sveglia si era accorta di essere sudata e, eccitata? Sì. Era arrivata in accademia in anticipo, e lui era già là con Francesco ed Aurora, essendo i protagonisti provavano di più e anche da soli. Si era seduta in disparte a guardarli, ed erano bravi.
-Lei è davvero magnifica.
Marco, il coreografo di moderno, l’aveva raggiunta e si era seduto accanto a lei, i ragazzi provavano un pezzo di classico, quindi non avevano bisogno di lui.
-Anche Francesco e Giorgio lo sono.
-Si è vero. Loro tre insieme faranno la loro figura sul palco.
-E allora perché questa faccia?
-Perché non ci sei tu con loro.
-Non, credo di capire.
-Lei sarà magnifica. Sarà perfetta. Ma esegue e basta, tu, Dio Marta tu sei divina, e se non fosse arrivata Aurora, con la sua esperienza alle spalle, quel posto sarebbe tuo. Nessuno ha il tuo stile, e diciamocelo, hai visto come balla con Giorgio? Voi due facevate scintille anche non guardandovi, loro invece..
-Avete dato la parte ad Aurora solo per la sua esperienza? Era già tutto scritto. Non c’era neanche bisogno che io facessi il provino allora.
-No aspetta, mi sono espresso male.
-Ti sei espresso benissimo invece.
Quarto giorno.
Non si era presentata alle prove. Era inutile andare, tanto tutti avevano già deciso, e quindi lei per ripicca era rimasta a casa, con il pigiama, le pantofole, i capelli legati in una buffa coda, e gli occhiali da vista. Studiava per recuperare, l’ultimo esame e poi la tesi.
-Ti ho disturbata?
-Assolutamente. Stavo studiando?
-Perché non sei venuta? E’ per quello che ti ha detto Marco?
-Tu lo sapevi?
-No. Me lo ha raccontato oggi, e se lo avessi saputo, Marta, non potevo dirtelo, è sempre un coreografo e dobbiamo rispettare la sua anzi, la loro decisione.
-Ma la decisione è sbagliata.
-E’ sbagliato il modo forse.
-Mi ha detto che io avrei fatto di meglio sul palco, che io faccio di meglio. Che io e te facciamo faville anche quando non ci guardiamo. Che vedere ballare me, è tutta un’altra cosa.
-Lo so.
-E allora perché scegliere lei? Non ha senso. Ed io mi ero ripromessa di vivere.
-Appunto per questo, domani devi venire.
Quinto giorno.
Valeria e Giuliano l’avevano convinta ad uscire, ovviamente ci sarebbe stato anche lui. Lui che per tutta la sera le aveva sorriso, le era stato accanto, le aveva passato i tovaglioli e tirato le noccioline per ridere e scherzare. Lui che con il dito le aveva tolto la schiuma della birra dall’angolo della bocca. Lui che non smetteva di guardarla. Lui che in macchina, prima che lei scendesse, le aveva sussurrato il buonanotte più dolce del mondo, e per lei, lo era stato davvero, una buona notte.
Sesto giorno.
-Sei eccitato per la festa di domani?
-No. In fondo è il mio compleanno, non mi piace compiere gli anni. A chi piace farlo?
-E quanti anni sarebbero?
-25.
-Sei proprio vecchio.
E come facevano un tempo, si erano rincorsi. Cercati. Presi, e subito dopo lasciati. C’era voglia di aversi, ma la paura e l’imbarazzo era ancora troppo grande e forte tra di loro.
Settimo giorno.
Tra una settimana è il mio compleanno, vorrei che venissi, sarà una festa in maschera.
E quando lui aveva detto in maschera, intendeva, vestirsi come ci si veste a carnevale, oppure, indossare una semplice maschera? Aveva comprato un bellissimo abito lungo di un colore che non sapeva descrivere, ma la commessa del negozio le aveva detto che era un grigio/blu da abbinare a delle scarpe giallo-oro. E se lo diceva la commessa. Ma la maschera?
-Potresti raccogliere i capelli in una coda alta, e mettere questa qui.
-O MIO DIO! E’ fantastica, e tu sei pazza.
Valeria le aveva regalato una bellissima maschera color oro, tutta lavorata a mano.
-Siediti e ti aiuto con i capelli.
L’aveva aiutata a sistemare l’acconciatura, se così poteva chiamarsi, e anche ad indossare il vestito. Era semplicemente divina. E Valeria era favolosa, lei era una modella, e lo si vedeva dal portamento, da ogni vestito che indossava, era nata per quel mestiere. Erano arrivate alla festa puntuali, non per loro volontà, solo perché Giuliano le aveva costrette, “è la festa di mio fratello” aveva detto “non posso arrivare tardi”. C’erano proprio tutti. I coreografi, gli altri ballerini, addirittura c’era anche Filippo, era difficile distinguerli, però una volta scambiata qualche chiacchiera Marta li aveva riconosciuti. Alessandra l’aveva vista prima degli altri.
-Abiti lunghi. Voi due avete degli abiti lunghi?
-Sai che la tua maschera è magnifica? Non ti avevo riconosciuta.
-Vale, stai zitta o ti strozzo.
Avevano riso e chiacchierato per un pezzo della serata, con i loro cocktail preferiti in mano e nello stomaco, avevano anche ballato un po’, ma Marta aveva preferito passare il suo tempo a parlare con i suoi amici, ballava durante il giorno, perché farlo ancora? Al bancone dove serviva da bere aveva incontrato Filippo, e si era chiesta se quel ragazzo frequentasse altri posti, se avesse altri amici, oltre che baristi. Rise al pensiero, perché magari lui poteva dire la stessa cosa di lei. Era ad una festa di un ballerino.
-Tutta sola?
-Stavo bevendo qualcosa. Ti ho cercato prima.
-Non mi hai trovato, allora sono irriconoscibile.
-Nah. Ti riconoscerei tra mille.
Invitandola a ballare si abbracciarono, era una festa, non un discoteca, quindi la musica si alternava tra lenta e veloce. Giorgio l’aveva invitata proprio quando era iniziata una canzone lenta, melodiosa, fatta apposta per loro due.
-Make you feel my love.
-Cosa?
-E’ il titolo della canzone. Sai cosa dice? La canzone? …  aspetta, provo a tradurre qualcosa, “So che non hai ancora preso una decisione ma non ti ho mai voluto fare del male lo so dal momento che ci siamo incontrati non ci sono dubbi nella mia mente a quale posto appartieni potrò essere affamato, essere triste e malinconico potrei andare strisciando per la strada oh, non c’è niente che non farei per farti sentire il mio amore”
E la baciò. Prese il suo viso tra le mani per baciarla.

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Era un bacio pieno d’amore, perchè quelle parole, lui lo sapeva, non erano solo una semplice traduzione, ma erano anche dedicate a lui. E gli erano arrivate dritte al cuore. Le labbra si erano unite, e le lingue si erano subito cercate e trovate. E mentre i loro corpi avevano smesso di muoversi, le loro lingue avevano iniziato a danzare. Giorgio si era subito staccato.
-“Potrei renderti felice, realizzare i tuoi sogni, non c’è niente che non farei. Andrei fino in capo al mondo per te, per farti sentire il mio amore” Ti chiedo solo.. non scappare questa volta.
-Io voglio stare con te. Voglio provarci sul serio. Ho visto cosa significa desiderarti e non averti, e mi fa impazzire, e quindi, basta con questi giochetti, con questo tira e molla. E poi, voglio proprio vedere come mi rendi felice.
-Quindi, non scapperai?
-Non scapperò.
-Mi sento una stupida ragazzina, quando in realtà sono un uomo grande e grosso.
Risero felici e si baciarono nuovamente. Finalmente stavano insieme, erano una coppia, e nel profondo dei loro cuori sapevano che nessuno dei due sarebbe scappato, che nessuno dei due si sarebbe tirato indietro, per nessuna cosa al mondo.
-E quindi, come sta andando la tua festa?
-Odio le feste in realtà!
-Odi le feste? Ma.. allora perché? Cioè..
-Marta. Ho deciso di dare una festa, nel momento in cui mi hai detto della tregua, ho visto i tuoi occhi tristi, l’ho fatto per te, perché so che ami queste cose, per tirarti su di morale.
-Hai fatto questo per … me?
-Si.
-Tu sei tutto matto. A proposito, Buon compleanno.
 

§§§§

 
Erano ancora abbracciati nel letto, in dormiveglia. Marta disegnava dei cerchi immaginari sul petto di Giorgio, e lui attorcigliava i suoi lunghi capelli rossi tra le dita, mentre dei deboli raggi di sole cercavano di entrare, prepotenti, attraverso i buchi delle persiane.
-Ehi sporcaccioni siete nudi? Sto entrando.
-Vale, a volte sei davvero insopportabile.
-Volevo dirvi che ho preparato il pranzo, e che se le vostre grazie vogliono alzarsi e raggiungerci a tavola..
-Oh cara serva potrebbe portare il nostro pranzo qui a letto?
-Sei un maiale Giorgio. Alza il culo e muoviti.
Dopo che Valeria uscì dalla camera, i due teneri amanti, ripresero ad abbracciarsi e a coccolarsi. I loro nasi vicini, i loro corpi stretti come se in quel modo riuscissero a diventare un unico corpo, un'unica anima, un'unica persona.
-Amore, anche tu pensi che io sia un maiale?
-Come scusa?
-Anche tu mi consideri un..
-NO! Cosa hai detto prima? Come mi hai chiamata? Che parola hai usato?
-Non lo so, non c’ho fatto caso, che ho detto?
-Eddai, ridimmelo. Lo so che te lo ricordi. Dai, dai, dai..
-Emh, amore, davvero non lo ricordo.
Un gridolino di lei, e una risata di lui. Gli si buttò al collo, quasi strozzandolo, e lo riempì di baci. Era una parola come tutte le altre, ma detta da Giorgio assumeva un altro significato, ogni volta che le sue labbra si muovevano pronunciando quelle 5 lettere, il cuore di Marta accelerava i battiti, le girava la testa, si sentiva quasi svenire. Non sapeva se quelle sensazioni, per una parola, per una bacio, per una carezza, per uno sguardo, per un sorriso, fossero  i segni dell’ innamoramento, ma anche in quel caso, lei non aveva più tanta paura, adesso, era pronta a correre tutti i rischi.
-Finalmente! Stavo per chiamare Rai3. .. Perché queste facce? Su rai3 fanno Chi l’ha visto.
Una risata generale si sollevò per la cucina. Mangiarono tutti e 4 insieme, come se fossero una famiglia, ridendo e scherzando. Nel pomeriggio mentre Valeria dovette andare a lavoro, per le prove di una sfilata, accompagnata da Giuliano, Marta e Giorgio, andarono in giro per Milano, come due giovani innamorati, mano nella mano. Salirono i gradini della metropolitana, arrivando esattamente davanti al Duomo, ogni volta, per Marta, fare quella scalinata, e vedersi spuntare il Duomo era sempre un colpo al cuore. Adorava Milano con tutta se stessa, per lei vivere in quella città era come un sogno, chiedeva ai suoi genitori fin da piccola di portarla in quella grande città per visitarla, ma dovette aspettare i 20 anni, per vederla, ovvero il suo trasferimento. Milano non era solo una bella città da vedere, era anche il templio della moda e della danza.
-A che pensi?
-Che fino ad adesso sto realizzando quasi tutti i miei sogni. Volevo venire a vedere Milano, e invece  alla fine ci vivo.  Volevo far parte di una compagnia, e ci sono riuscita.
-Volevi conoscere un ragazzo bello, simpatico intelligente, PERFETTO, e lo hai fatto, ma non ti sei limitata a conoscerlo, ci sei finita insieme.
-Oddio, e perché sono qui con te? Dovrei essere con il ragazzo perfetto
-Sei una strega.
Si rincorsero come due bambini, facendo volare tutti i piccioni. Giorgio la prese, le mani intrecciate alle sue, gliele portò dietro la schiena, e la tirò verso sé facendola aderire ancora di più al suo corpo. I loro nasi si sfioravano, Marta aveva il fiatone e sorrideva, aveva gli occhi strani, aveva pensato Giorgio, strani perché emanavano una luce nuova, diversa, sprigionavano amore, gioia, felicità. Quando la baciò il suo cuore, sussultò, non era la prima volta che la baciava, però era la prima volta che lo faceva davanti a tanta gente, ma non era quello il motivo del sussulto, provava tantissime cose per quella piccola e fragile ragazza. Senza lei si sentiva vuoto e perso, insieme a lei, riusciva a sentire caldo e freddo nello stesso istante, il cuore gli batteva veloce, si sentiva euforico, potente, sicuro che, accanto a lei, insieme  a lei, avrebbe potuto conquistare il mondo, perché era lei la sua forza. Passeggiarono per i negozi della galleria, Marta si fermava a fissare ogni vetrina, soprattutto davanti a quella della Louis Vuitton. Qualcosa attirò la sua attenzione, nella vetrina della gioielleria. Era fissata con gli anelli, non che avesse fretta di sposarsi, ma le piaceva guardarli e sognare il giorno in cui, il suo ipotetico fidanzato gliene avrebbe regalato uno. Si mise a fissare la vetrina.
-Hai visto qualcosa che ti piace?
-Oddio si. Guarda quell’anello. E quel trilogy, e.. quel tennis, e.. ODDIO, guarda gli orecchini.
-Vuoi.. che
-Cosa? No. Mi piace solo guardare la vetrina.
-Quindi se io adesso entrassi e ti regalassi, non so, quel bracciale, tu non lo accetteresti?
-Smettila di dire sciocchezze. Andiamo.
Avevano trascorso il resto della giornata in giro per le vie del centro di Milano, scherzando davanti le vetrine dei negozi, mangiando un gelato. Tornarono a casa per cena.
-Valeria e Giuliano rimangono da tuo fratello.
-Quindi siamo soli?- La voce sensuale la fece rabbrividire. –Finalmente possiamo mangiare quello che vogliamo!-
Marta rise, e cucinarono insieme. Erano felici, inconsapevolmente innamorati. Cenarono, e il resto della serata la passarono davanti la tv, fino a quando Giorgio non iniziò a stuzzicarla, a farle il solletico. Si privarono dei vestiti e dopo tanti baci, carezze e sospiri fecero l’amore tante e tante volte. Perché nessuno dei due si stancava l’uno dell’altra. Erano instancabili e soprattutto insaziabili. Si addormentarono quando era già notte fonda, abbracciati, perché entrambi con quel contatto volevano dimostrarsi quanto avessero bisogno l’una dell’altro, quanto ormai fossero diventati dipendenti l’una dell’altro, quanto amore avevano da darsi ancora, ancora e ancora.
 
Io non so che dirvi. Ho scritto questo capitolo con il cuore in mano, e mentre lo facevo ero davvero emozionata, questi due mi stanno facendo impazzire d'amore! *-* Spero che vi sia piaciuto leggerlo come a me è piaciuto scriverlo. Non aggiungo altro. Grazie.
 
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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:
I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)
L’appartamento accanto(One-Shot Originale)
Past&present(One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)
Aspettando l’alba(Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)
   
 
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