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Autore: WhoKilledBambi    18/04/2011    4 recensioni
Il rosso si accese una sigaretta visibilmente alterato «Hey, che vuoi tu? Soldi? Successo? Sei una cosa? Cantante, ballerina? Un'attrice? Mi dispiace ma non sono un talent scout e non posso aiutarti. Mi dispiace hon!» fece per andarsene, ma la ragazza sclerata lo costrinse a voltarsi ripetendo il suo nome centinaia di volle in meno di un paio di secondi
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axl si guardò intorno ed accese una sigaretta con mano tremante «E così sembrerebbe che io sia diventato papà» Stradlin non rispose nulla, ma si tormentò l’orlo della maglietta. La maglietta di Axl, non la sua. Si sentiva come fosse stato schiacciato da un tir che si era divertito a fare marcia indietro un paio di volte. Axl. Il suo Axl. Il suo bellissimo rosso. Aveva un figlio. E lui che ci poteva fare? Poteva ucciderlo, forse? «Ma, Izzy, so che è stato uno sbaglio. Io amo te»
«Già. Certo. Ami me. E mi amavi anche quando sei andato a sposare Erin, vero? E mi amavi anche quando hai messo incinta quella, vero?»
Bill abbassò lo sguardo e iniziò a fissarsi i piedi come fossero la cosa più emozionante del mondo; la punta delle Converse azzurre iniziava a rovinarsi e le scritte a pennarello erano sbiadite. «Izzy, davvero, non so cosa… sarà stata una di quelle cazzo di groupies che giravano nei camerini, sarò stato particolarmente scazzato e… lo sai, no? Ti girano i coglioni e ti sbatteresti persino un travestito.» alzò le spalle, neanche avesse detto l'ovvietà del secolo. Gli occhi di Isbell, invece, non sembravano altrettanto indifferenti: quei due pozzi di cioccolato fondente ribollivano di rabbia repressa ed erano attraversati da quel sentimento tipico di chi è stato appena tradito dalla persona di cui si fidava di più al mondo. «Beh, Jeff, non mi sembra questa gran tragedia…»
«Non ti sembra questa gran tragedia? No, dico, sei uscito completamento di testa? Hai un figlio, cristo santo! Un bambino! E dovresti crescerlo come un buon padre, non come quel pirla che stai dimostrando di essere! Dovresti già essere lì a coccolarlo e ad aiutare quella povera donna di sua madre! E invece sei qui. Dio, come puoi essere così cieco?»
«Non sono cieco cazzo! Ma lo sai quanto mi scassa il cazzo sapere che vicino a me c’è un ragazzino che…cazzo Jeff! Non voglio essere stronzo come quello che pensavo fosse mio padre! Io voglio esserci per mio figlio, ma non lo voglio ora! Cazzo guardami, tu sei l’unico che riesce ad uccidere Axl Rose e fa tornare William Bailey, sei l’unico con cui riesco ad essere veramente me stesso e cazzo, se proprio devo avere un figlio deve essere nostro! » Sapeva che il suo desiderio era impossibile, irrealizzabile, anni luce distante dalla realtà, ma nonostante ciò Bill ci sperava davvero. Sperava davvero di riuscire ad avere un figlio con il suo migliore amico, con l’unica persona che lo faceva stare davvero bene. «Un figlio, io e te? Bill, mi prendi per il culo! Dimmelo se è così, porca puttana! Lo sai quanto io ci tengo a te, sei l’unico che…che…che cazzo, Bill! Smettila di stare qua a parlare con me e vai da tuo figlio, testa di mischia! Non serve a niente parlare con me, i soldi non gli spuntano dalla cassetta delle lettere mentre siamo a scoparci, questo lo capisci, vero? » urlò il moro cercando di convincere Bill ma soprattutto se stesso.
Il rosso lo guardò indeciso, piegò la testa di lato cercando di capire come ragionasse la testa di Jeff.
Non era mai successo che il chitarrista rinunciasse ad una scopata con lui. Anche se adesso era la scelta migliore.
Il vocalist si avvicinò al moro e, con tutta la timidezza che aveva nascosto negli ultimi anni, lo baciò teneramente sulle labbra «E se andassimo noi dal bambino? Voglio dire…insieme magari. Raccontiamo tutto a quella donna là della madre e cresciamo il bambino in tre. Io sono pronto per farlo e…se tu mi seguissi, se tu mi dicessi di si, io sarei la checca isterica più felice di questo mondo Jeffrey! »
Concluse il moro guardando negli occhi l’amico e spingendolo verso la macchina.
Gli occhi del chitarrista diventarono improvvisamente dolci e teneri. «Io e te? E lei? Insieme? Come fossimo… che so, una famiglia? Tutti insieme davvero? E… e magari potremmo spiegarle tutto, e dirle come stanno davvero le cose?» stava iniziando a balbettare qualcosa che, alle orecchie esterne, doveva sembrare nulla più di una serie incoerente di frasi sconnesse. Axl annuì con forza, gli occhi verdi brillanti di speranza. Prima che Izzy se ne rendesse conto era già chiuso dietro una portiera di latta con il finestrino alzato e le labbra del rosso posate sulle sue. E quella mano dalle dita lunghe e delicate con le unghie smaltate di nero premute sul suo sesso, che stava iniziando a tirarsi su in un specie di ribellione silenziosa. «Bill… Bill, dobbiamo andare. Non ora» quello ritirò il braccio, forse un po' deluso, e si infilò al posto di guida.
«Come pensi che la prenderà?»
«Prenderà cosa?»
«Beh, non deve essere particolarmente facile scoprire che il padre di tuo figlio se la fa con il suo chitarrista» Bailey distolse lo sguardo dalla strada e lo rivolse al moro con un sorriso che sembrava andargli da un orecchio all'altro «La prenderà come l'hanno presa tutti… se ne farà una ragione»
«Se tutti sono Michael e Steven… e non voglio ricordarti come ha reagito, quella testa di cazzo bionda. Spera solo che non abbia nessuna batteria da distruggere in casa, questa… come hai detto che si chiama?» Bill si picchiettò il mento con un dito, nervosamente.
«Non mi sembra di averlo detto. In effetti non me lo ricordo» Isbell non sapeva se spaccargli la faccia o scoppiare a ridere. «Beh, fantastico. E quindi verso dove stiamo andando?»
«27, South Main Street, Los Angeles, California»
Lasciò il moro con un palmo di naso a guardarlo accigliato con la bocca aperta. «No, scusami un attimo, non sai come si chiama ma ancora un po' e sai il suo codice fiscale?» Axl rise, piegando la testa all'indietro, e i capelli gli sfiorarono la schiena tra la pelle nera del giubbotto che aveva addosso e il sedile dell'auto. Il chitarrista sentì un brivido d'eccitazione percorrergli la schiena e un desiderio irrefrenabile di dirgli di fermare la macchina e farlo sdraiare sul sedile posteriore, come avevano già fatto tante altre volte nelle notti più calde dell'estate californiana. Dovette sedersi sulle mani per impedire loro di buttarsi sul cazzo del cantante.
«Nessun potere paranormale, ce l'aveva scritto su un foglietto attaccato alla radio. Non so perché ho pensato fosse importante memorizzarlo» sussurrò con l'ennesima scrollata di spalle. L'innocenza e la serenità in quegli occhi verdi fece passare ad Isbell ogni voglia di frenarsi. Si chinò su di lui e iniziò a mordicchiargli il labbro inferiore «Perché alla fine lo sei, un bravo padre»Il rosso accorse la lingua di Jeff nella sua bocca e con un gesto automatico e incredibilmente abituale fermò la macchina nello spiazzo più vicino alla loro corsia «Beh, a dirla tutta non sono mai stato un buon padre. Vedi, sono stato cattivo in quest’ultimo anno e forse mi merito una piccola punizione dal mio chitarrista che guarda caso è l’unicapersona che può trattare di merda il Dio Dorato Axl Rose ».
Bill invitò Jeff a salire su di lui mettendogli le mani sul sedere «Tesoro, quante volte t’ho detto che questi pantaloni ti fanno un culo perfetto?» iniziò a palpargli il culo avvicinando forzatamente il moro al suo corpo.
«O cazzo sì! Stiamo sfrecciando sull’asfalto diretti verso tuo figlio, anzi, NOSTRO figlio» enfatizzò le ultime parole il moro slacciandosi freneticamente i pantaloni e facendosi strada con le mani verso i boxer dell’amico «Ah sì? Dici che ho un bel culo? Vediamo…dato che sei un buon padre adesso dovresti essere in pena per tuo figlio e quindi, non penso che sia una buona idea scopare. Questa sarà la tua fottuta punizione cazzo!»
Il chitarrista tornò seduto sul suo seggiolino e,tentando di riallacciarsi i pantaloni, borbottò qualcosa sulle responsabilità di un padre e sul fatto che Axl fosse un irresponsabile, mentre il rosso lo fissava sconvolto immaginando cosa avrebbe potuto fare al moro.
«Perfetto, non vuoi scopare eh? Bene bene, questa me la paghi cazzo!» il vocalist sfrecciò sull’asfalto ancora una volta introducendosi nella corsia abbandonata poco tempo prima come una saetta.
I camion e le motociclette sfrecciavano davanti alla macchina dei due ragazzi e, nonostante Bill sembrasse certo di ciò che stava facendo, la faccia di Jeff esprimeva tutto tranne allegria e sicurezza «Cazzo William! Will-ll-iam! Bill cazzo! Ferma questa macchina! Cazzo il cam…camio…iooooooon!» urlò sbiancando in volto mettendo una mano allo sportello della macchina per sentirsi più sicuro.
Il rosso si divertiva, eccome se non si divertiva quello stronzo, cinico, bastardo di un fottuto cantante!
«BRUTTO STRONZO FERMA QUESTA CAZZO DI MACCHINA!» il tono di Izzy era nulla più che un urlo isterico. Il camion era sempre più vicino, e loro erano sempre più veloci. Il camion.
La macchina.
Il camion.
La lamiera.
Poi fu solo il fuoco.


Ok, Emma non voleva che finisse così, ma io l'ho costretta ad assecondare la mia folle idea è-é
Si, prima di postare un altro capitolo ci metteremo anni a causa del sonno che si impossessa dei nostri esili e fragili corpicini ç____ç *muore dal sonno* OHHHH; MA LO SAPETE CHE GIOVEDì SONO A FIRENZE DALL'EMMA? Cosa? Dite che ora lo sapete e che non ve ne fotte una beata minchia? Ed a me non ne può fregare di meno è-é Alla prossima (se ci sarà!) MUAHAHAHAH
Ok, questo era uno sclero di Emmuccia bella con il mio account xDxD E adesso dite che vi siete fottuti la testa, eh? XD LO SOOOOO! MUAHAHAHA xD
Cooooomunque *w* Grazie a tutti quelli che hanno letto le nostre follie sclerotiche xD Grazie mille davvero *w* Speriamo che vi piaccia anche questo capitolo *w*
   
 
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