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Autore: CherryBomb_    19/04/2011    7 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

Natale (POV Simo) 

Quel giorno di Natale fu pieno di novità.
Scoprimmo che mio papà e la mamma della Ila si conoscevano, era stato lui ad assisterla durante il suo divorzio.
Non potevo crederci a quanto fosse piccolo il mondo.
Forse avrei potuto conoscere prima la Ila, invece di quel lontano giorno in cui la vidi per la prima volta in discoteca.
Il pranzo era cominciato da un po’ ed io ero vicino al mio amore.
Vicino a lei c’era Davide che la faceva ridere e scherzare.
Non sapevo come mai, ma mi sentivo geloso di lui. Geloso del fatto  che la facesse ridere, geloso del fatto che volesse stare del tempo con lei, geloso del fatto che lei lo lasciasse fare.
Non riuscivo a capire come mi stava succedendo. Non sapevo perché ero gelosa di lui, di Davide, del mio fratello acquisito. Come potevo essere geloso di lui? Non ero mai stato geloso di lui, neanche quando ci provava con le ragazze che interessavano a me, anzi ero felice che ci provasse con loro, era come avere il suo consenso, come se lui fosse d’accordo con la mia scelta.
Ma quella volta non fu così. Ero tremendamente geloso di lui, geloso di tutto, pur sapendo che fosse sposato e che sua moglie stesse aspettando un figlio.
Mi sentivo geloso, ma non volevo darglielo vedere, almeno a lei. Non volevo essere ossessivo e starle addosso. Non volevo che pensasse che non mi fidassi di lei, quando mi fidavo di lei, ma si sa che la gelosa è più forte di qualsiasi altra cosa, non si può trattenere.
Quando Davide prese la sedia ed andò a sedersi vicino a sua moglie, mi sentii sollevato ed ero felice di poter passare del tempo con lei, dato che c’era una pausa tra una portata e l’altra.
Improvvisamente lei si alzò.
-Vado un attimo a fare un giro. – mi sorrise, ma vedevo che c’era qualcosa la turbava. Ormai la capivo con un solo sguardo e sapevo che aveva qualcosa.
Mi stavo per alzare quando mi fermò.
-Vado da sola se non ti dispiace.- mi sussurrò all’orecchio provocandomi un brivido e lasciandomi un bacio. Non riuscivo a capire come potesse avere quella voce sensuale, anche quando non eravamo in atteggiamenti intimi.
Rimasi seduto a parlare con gli altri, ma continuavo a pensare alla sua espressione prima di salutarmi.
Avevo capito che voleva rimanere da sola, ma ero preoccupato di sapere che cosa le succedesse, che avesse qualche problema e avrei voluto che me ne parlasse. Quindi decisi di andarla a cercare.
Girai per il parcheggio e pensai che forse fosse andata nel giardino del ristorante.
Finché non la vidi. Seduta su una panchina assorta nei suoi pensieri.
La osservai nella sua bellezza. Osservai il suo profilo, il suo viso, i suoi occhi, la sua figura seduta sulla panchina.
Mi persi a guardarla e mi resi conto che l’amavo più di qualsiasi cosa, che l’avevo sempre amata.
Ed immancabilmente i ricordi della prima volta che la vidi, mi tornarono in mente.
La vidi in mezzo alla folla, mi colpì per la sua semplicità, ma anche per la sua sicurezza. Sembrava essere nata per stare in mezzo alle persone, non sembrava per niente in imbarazzo.
Mi colpì con un solo sguardo, ma cercai di non pensare a lei.
Senza volerlo, mi trovai a cercarla tra la folla, a cercare i suoi capelli ricci, la sua figura, la sua linea morbida.
Quando incontrai il suo sguardo, mi sembrò che il mondo si fermasse, che esistessimo solo io e lei. Quando distolse lo sguardo, mi ritrovai a fissare la sua schiena che se ne andava.
Poi, quando la vidi uscire fuori nervosa, mi trovai a capirla, a capire il suo stato d’animo e a capire che fosse successo qualcosa.
Avevo bisogno di raggiungerla, di sapere cosa fosse successo, di consolarla, sentivo il bisogno di vederla felice e ridere.
Passai del tempo con lei, ma mi sentivo in imbarazzo, impacciato e avevo paura di fare qualcosa di sbagliato con lei, di sbagliare qualcosa e di perderla, di non rivederla mai più. Non volevo che accadesse, non poteva succedere e non doveva succedere.
Provando emozioni totalmente nuove dal solito, mi ritrovai scombussolato e non sapevo cosa fare. Io, Simone, che non sapevo cosa fare? Era strano. Io sapevo sempre cosa fare. Sapevo sempre come comportarmi con una ragazza, ma con lei non lo sapevo.
Mi ritrovai a comportarmi come con tutte le altre, anche se sapevo benissimo che con lei non avrebbe funzionato.
Mi presi un suo rifiuto, ma fu il rifiuto più bello che avessi mai ricevuto. Avrei dovuto prenderla male essendo il mio primo rifiuto, ma fu quello l’incentivo per cercarla.
Tornando nel locale e vedendo che lei se ne andava con la sua amica, non potei trattenere un sorriso.
Parlando con Edo, mi diede informazioni importanti su di lei: come si chiamasse e che scuola frequentasse.
Da quella sera, non feci che pensare a lei: ai suoi occhi, al suo sguardo, alle sue labbra che avrei voluto tanto sentire sulle mie.
Poco giorni dopo, quando scoprii che Edo sapeva che classe facesse e che aveva un piano per rivederla, mi illuminai.
Erano passati solo 4 giorni, da quando l’avevo vista, ma io non facevo altro che pensare a lei. Era il mio pensiero fisso e non mi era mai successo. Non ero più andato a letto neanche con una ragazza perché non volevo una ragazza qualsiasi, io volevo solo lei, a qualunque costo.
Andando alla sua scuola, mi trovai agitato. Avevo voglia di rivederla, ma sapevo che lei non sarebbe stata molto felice, nonostante lo sperassi con tutto me stesso.
Arrivando nel cortile della scuola, la vidi con la sua sigaretta in mano che rideva spensierata e felice ed istintivamente sorrisi della sua felicità, ma allo stesso tempo ero infastidito perché fumasse.
Era la prima volta che mi infastidiva che qualcuno fumasse, non mi era mai importato e poi non era un mio problema, ma con lei era come se lo fosse.
Togliendole la sigaretta e provocandola, mi ritrovai ad essere provocato. Dalle sue morbide labbra sul mio collo, dal suo respiro dolce e leggere, dalla sua lingua che leccava leggermente. Mi ritrovai a non avere più un briciolo di controllo di me stesso. Per quei semplici baci, mi ero ritrovato a non capire più niente, ad avere il cervello scollegato dal mio corpo. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto quell’effetto. Lei era la prima. Era la prima che mi provocava quelle sensazioni, che mi faceva provare quelle emozioni e che mi faceva perdere il controllo di me stesso.
Cercai di darmi un contegno e le resistetti, prendendomi così una bella ginocchiata nei gioiellini di famiglia. Il dolore era insopportabile e me l’ero cercata. Avrei preferito perdere il controllo di me stesso e lasciargliela vinta subito, ma era una cosa più forte di me.
Passando i giorni, io mi accorsi che lei era diversa, che lei era la ragazza dei miei sogni: che sapeva tenermi testa, che sapeva provocarmi, ma che allo stesso tempo era dolce e sensibile.
Era il giusto mix per avere la mia ragazza ideale.
Poi quella tragica sera andai a letto con quella ragazza.
Non so cosa mi passasse per la testa, come feci a prendere quella decisione o come mi trovai a letto con quella ragazza, so solo che mi lasciai andare al mio puro piacere.
Quando mi svegliai a casa di quella ragazza, mi resi conto dell’enorme errore che avevo fatto. L’errore più grande della mia vita.
Decisi di fare finta di niente e di non parlarne con nessuno a parte Edo. Mi godetti il pomeriggio con lei, abbracciandola e godendomi le sensazioni che mi provoca la sua vicinanza.
Poi la vidi, la ragazza della sera prima che mi fissava come un’ebete. Avrei voluto morire, sotterrarmi pur di non farmi vedere da lei, ma mi vide e mi riconobbe soprattutto, facendo scoppiare il fini mondo.
Lei se ne andò forse piangendo. La segui, non curandomi della reazione dell’altra ragazza. Volevo solo pensare alla Ila, alla mia Ila, perché la definivo tale. Sapevo che lei sarebbe stata mia e che, soprattutto, doveva essere mia.
La trovai sotto la pioggia, seduta per terra che piangeva. Mi si strinse lo stomaco a vederla e sapere che fossi stato io a ridurla in quello stato mi fece sentire ancora più male. Cercai di spiegarmi, ma non mi lasciò fare, mi fermava e poi la vidi andarsene, lasciarmi sotto la pioggia.
La notte non riuscii a dormire, stavo perdendo la cosa più importante che potessi avere in tutta la mia vita, la stavo perdendo e tutto per colpa del mio piacere, tutto per colpa di una mia stupida cazzata.
Provai a cercarla, a parlare con lei, ma fu tutto inutile.
La cercai anche a casa, trovandomi davanti la scena di Mattia in boxer a casa sua.
Lui era a casa sua ed io avrei voluto ucciderlo, picchiarlo. Avrei voluto fare di tutto. Era a casa della MIA Ila, era a casa della MIA unica ragione di vita.
Provai ad avere spiegazioni, ma poi ricevetti la notizia più brutta di tutta la mia vita: lei era insieme a lui, a quel coso che mi aveva aperto la porta in boxer.
Non potevo fare altro che andarmene e farle vivere la sua vita. Dovevo farle vivere la sua vita. Aveva scelto lui e io dovevo andarmene, prima che fosse troppo tardi. Passai il resto dei due mesi in casa a disperarmi.
Capii che quella ragazza fosse per me molto di più di una semplice ragazza, era diventata la cosa più importante della mia vita, mi aveva rubato, corpo, anima, cuore e cosa ancora più importante, per lei ero cambiato senza rendermene conto.
Lei aveva cambiato lo stronzo, in un bravo ragazzo.
Aveva portato il ragazzo che andava a letto con tutte, ad amarne solo una.
Si, perché mi resi conto di amarla. Di amare tutto di lei, ma non potevo farci niente, lei aveva deciso.
Poi feci quell’incidente e giuro che lo rifarei mille volte quell’incidente se sapessi che mi porterebbe ad averla.
Passai dei giorni fantastici con lei mentre ero in ospedale ed il nostro rapporto cambiò. Tutto di noi cambiò, infatti eravamo una coppia che discuteva, si stuzzicava e rideva insieme.
Mi ritrovai a fare cose che non avevo mai fatto, stavo facendo tutto per la prima volta con lei. Avrei fatto tutto con lei per la prima volta.
Non avevo mai avuto una ragazza fissa per cui fare regali, coccolarla, baciarla.
Era tutto nuovo e bellissimo che non mi sarei mai abituato a quella sensazione.
Quando la sera prima del matrimonio di Davide, mi spinsi leggermente oltre, speravo di non essere bloccato, che anche lei mi desiderasse come io desiderassi lei, ma mi bloccò.
La sua mano finì sulla mia che stava sbottonando la maglietta del pigiama ed alzai lo sguardo.
Nei suoi occhi vidi eccitazione si, ma anche paura, dubbio.
Non riuscivo a capire che cosa le fosse passato per la testa e non me lo spiegò mai, non me ne parlò ed io non chiesi mai per paura di farla soffrire in qualche modo.
I mesi passavano ed io avevo sempre più voglia di farla mia, di possederla, di sentirla ansimare a causa mia, ma sapevo che dovevo aspettarla, volevo aspettare che lei fosse pronta e lo volesse davvero.
Ma lei non migliorava la mia situazione, non faceva altro che provocarmi ed io ovviamente provocavo lei, ma era difficile mantenere il controllo di me stesso.
Finché quella domenica non mi svegliò baciandomi e da un suo solo bacio, capii che era pronta.
Feci tutto con calma e gentilezza, cercando di trasmetterle tutto l’amore che avevo per lei. Io andavo piano cercando di prepararla al meglio, ma lei sembrava che non riuscisse ad aspettare più il momento.
Per la prima volta nella mia vita, feci l’amore e lo feci senza preservativo. Sapevo che lei aveva avuto il ciclo pochi giorni prima e non mi preoccupai. Volevo sentirla a pieno, fino in fondo. Volevo sentirla in ogni modo e con il preservativo non era certo possibile.
Quando entrai in lei fui percorso da mille sensazioni diverse.
Era bellissimo, la sentivo calda, bollente, bagnata. Tutto solo per me. La sentii ansimare, gemere e sussurrare il mio nome e quello fu il piacere massimo per me.
Per la prima volta pensavo al suo piacere, prima che al mio ed era la sensazione più bella che potessi avere.
Il nostro rapporto poi fu in salita in tutti i sensi.
Non potevo desiderare di avere un rapporto migliore.
Venni riscosso dai miei pensieri vedendo una lacrima che solcava il suo viso e mi preoccupai. Volevo sapere cosa facesse piangere il mio amore.
-Stai bene?- gli chiesi istintivamente preoccupato.
Lei alzò il viso e incontrai i suoi occhi azzurri.
Mi sorrise continuando a piangere.
-Sto benissimo.- mi disse sorridendo sincera, ma continuando a piangere.
-Perché piangi?- mi avvicinai e mi sedetti sulla panchina vicino a lei.
-Perché sono felice.- mi disse sorridendo e alcune lacrime ricominciarono a solcarle il viso.
-Per me dovrebbero rinchiuderti, lo sai?- le dissi divertito asciugandole una lacrima con il pollice. La feci ridere.
-L’ho sempre detto che dovevano farlo, ma ancora nessuno l’ha fatto.- mi guardò intensamente negli occhi, facendomi perdere la concezione del tempo.
-Questo vorrà dire che ti farò rinchiudere io, ma con me però.- le dissi poco prima di baciarla.
Volevo passare tutta la mia vita con lei, a baciarla, toccarla, accarezzarla, amarla. In quel momento non volevo fare altro che passare tutto il tempo della mia vita con lei.
Il bacio fu salato e dolce allo stesso tempo, per colpa delle lacrime e del nostro amore.
Dischiudemmo le labbra per assaporarci maggiormente.
Quando ci staccammo, lei appoggiò la fronte sulla mia.
-Lo sai che ti amo, vero?- mi chiese chiudendo gli occhi.
-Come io amo te.- le accarezzai la guancia osservando il suo viso rilassato.
Restammo ancora qualche minuto a baciarci e a coccolarci e cercai in tutti i modi di tranquillizzarla.
Tornammo nel ristorante e lei decise di andare in bagno a risciacquarsi ed a mettersi a posto.
Io decisi di andare a sedermi, ma poco prima di arrivare nel salone, tornai indietro ed entrai nel bagno delle donne.
Non era propriamente giusto farlo, ma lo feci lo stesso.
Quando aprii la porta, la vidi girarsi verso di me e sorridermi, non appena mi vide.
Si sciacquò il viso, si asciugò e si guardò allo specchio.
Mi appoggiai allo stipite della porta a contemplarla.
Adoravo vederla prepararsi. Vedere come si mettesse a posto i capelli, come se li asciugasse, come si lavasse il viso e si mettesse la matita agli occhi. Come si vestiva.
Mi sarei perso ore ed ore a vederla prepararsi.
Mi piaceva molto guardarla farsi la doccia quando era a casa mia.
Mi sedevo sul bordo della vasca idromassaggio e la guardavo lavarsi.
A volte parlavamo, a volte rimanevo a guardarla in silenzio.
Non c’era malizia in quello che facevo, non la guardavo perché volevo eccitarmi o cose simili, volevo solo ammirarla in ogni sua forma, in ogni momento della giornata, per capirla meglio e per studiarla.
Da quanto la osservavo avrei potuto fare un ritratto perfetto di lei, se solo avessi saputo disegnare.
Anche in quel momento la osservai e come al solito le sue guance erano imporporate di un lieve rossore.
Era leggermente in imbarazzo quando la osservavo, ma non diceva mai niente, segno che non le dava poi così tanto fastidio, ma era solo perché odiava essere al centro dell’attenzione.
Forse essere al centro della mia attenzione le faceva piacere.
Vedendola girarsi e guardarmi capii che quello era stato l’anno più bello della mia vita e che non avrei mai voluto cambiarlo con nessun altro.
Avevo trovato la ragazza più straordinaria della mia vita, che mi aveva fatto cambiare e mi aveva reso un uomo migliore.
Si, perché finalmente potevo definirmi un uomo, un uomo che amava una donna straordinaria.
La MIA donna.
 

 

 

 

Buon poreggio! Scusate il leggero ritardo, ma questo week-end sono stata da mio papà ed ero senza connessione, quindi non ho potuto aggiornare il capitolo ieri, ma l’importante è che sia qui, no?
Bene, capitolo 58, -2 al capitolo finale e questa storia sarà finita.
Ho notato un leggero calo, ma non mi preoccupo, quando la storia sarà finita magari recupererete quello che non avete letto =)
Allora, in questo capitolo parla Simo (*_*) io lo adoro questo ragazzo, non so cosa farci. Be, si capisce che è innamorato pazzamente di Ila e che probabilmente non riuscirà mai a separarsi da lei. Tenero *_*
Cos’altro posso aggiungere? Penso niente.
Vedrò se riesco a postare il capitolo in settimana, magari se vedo i numeri di sempre potrei postare prima, altrimenti, ci vedremo martedì 26 dato che domenica è Pasqua non mi sembra il caso di postare. xD
Quindi, ne approfitto per farvi gli AUGIRI DI BUONA PASQUA!
Ringrazio come sempre le persone che leggono e continuano ad aggiungere la storia alle liste, voi siete pazze! Ma per questo vi adoro *_*
Vi ricordo che potere aggiungermi su Fb e su Twitter =)
Alla prossima girls! ^_^
   
 
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