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Autore: Hysteria Hollow    19/04/2011    4 recensioni
- E' la prima volta che sto su un letto con una ragazza senza fare niente di...-
- Già riesci a crederci? - lo interruppe prima che potesse finire la frase Lily, zittendolo appoggiando delicatamente le sue labbra su quelle dell'altro.
Sirius trattenne il respiro, il cuore in gola; aveva baciato migliaia di ragazze, ma nessuna l'aveva mai fatto impazzire in quel modo.
Il moro trasse un profondo respiro, carezzandole il labbro superiore con la lingua, guidandola con cura verso altri mondi, altre realtà, un'altra vita.
Non siamo più Sirius e Lily.
Non siamo più Black e Evans.

[Terza classificata al contest "Quando Taylor Swift incontra Harry Potter"indetto da (Solly)]
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sirius/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ten Milion Fireflies'
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Autore: Eleanor Pevensie
Titolo: For the f i r s t time;
Pacchetto: Mine
Personaggi: Sirius Black; Lily Evans
Paring (se ce ne sono): Sirius/Lily
Rating: Verde
Genere: Romantico; Malinconico;
Avvertimenti: AU; Long- Fiction; What If?; Song fict.
Introduzione: ||
NdA: Dunque, dopo tanto lavoro ce l'ho fatta! E sì, mi sento decisamente soddisfatta. L'unica cosa che c'è da sapere è che tutta la storia è un flashback, e che solo il pezzo finale è il presente". Dopo questo breve avvertimento, ringrazio la giudice per la pazienza e il tempo dedicatomi, spero di regalare un pò di emozioni con questa breve storiella.
For the f i r s t time


The first time we met again


You were in college, workin' part time, waitin' tables
Left a small town, never looked back



- Hey Evans! Splendida come al solito, nevvero? -.
Lily sospirò infastidita, alzando gli occhi al cielo in una chiara espressione di esasperazione mentre chiudeva di scatto la porta del bar.


Una leggera corrente autunnale s'introdusse nel locale riscaldato, rinfrescando l'aria viziata che circolava all'interno, purificando l'acuto odore di fumo e sudore con un gradevole profumo di pioggia e foglie secche.


Di fronte a lei, comodamente sdraiato su una sedia in plastica rossa dallo schienale mezzo curvato verso il basso, James Potter le sorrideva languido, ammiccandole da dietro gli occhiali tondi.


Si passò una mano fra i capelli scomposti, con la tipica espressione di chi si crede irresistibile, conferma che arrivò quando una serie di sospiri da svenimento si levarono dai tavoli collocati di fianco a quello dei Malandrini; due ragazze fissavano con occhi da triglia Potter e compagnia bella.


La ragazza arricciò le labbra, sinceramente confusa. Che diavolo ci trovavano quelle oche nei ragazzi più scemi e scapestrati del college?
Completamente d'accordo sul fatto che ogni membro dei Malandrini godesse di una bellezza fuori dal comune...apparte Minus.


C'era Remus con i suoi occhi mielati e il sorriso gentile e dolce più rassicurante che avesse mai visto.
Persino Potter era affascinante a modo suo e infine c'era lui...Black.
Forse più tremendo, insopportabile e arrogante di James stesso.


Estremamente bello, estremamente sgradevole. In tutti i cinque anni che avevano passato nella stessa classe non si erano mai rivolti la parola, sennonché per qualche breve scambio di insulti che andavano dai "Zitto idiota" ai "Strega rossa finta".


E questi brevi ma intensi discorsi le bastavano per tutto il mese.


- Potter, hai finito di dilettarti nel renderti ridicolo utilizzando vocaboli dei quali non conosci nemmeno il significato? - sbottò Lily fulminandolo con gli occhi, cercando un posto il più lontano possibile dal gruppetto chiassoso.


Si sistemò alla ben meglio in un tavolino nell'angolo più remoto del bar, appoggiando soddisfatta la cartella marrone al fianco della sedia, i libri di chimica già aperti alla pagina dei compiti per il giorno seguente.


Riusciva a sentire senza sforzarsi minimamente la voce eccitata e fastidiosa di Potter che continuava a ripetere il suo nome un'infinità di volte, ma tentò in tutti i modi di ignorarlo.


Doveva ancora completare chimica, senza contare il tema di filosofia e la ricerca di fisica di minimo otto pagine...
Lily alzò lo sguardo verso il bancone del bar, alla ricerca di un qualsiasi cameriere al quale affibbiare la sua ordinazione.


Avrebbe passato un pomeriggio all'insegna dello studio e aveva decisamente bisogno di un buon thè al limone prima di cominciare.
Purtroppo per lei, la dea fortuna sembrava averle appena voltato le spalle dato che, come potè constatare con terrore, l'unico barista nullafacente in quel momento - come nel resto della giornata d'altronde - era niente poco di meno che Black stesso.


Se ne stava appoggiato con un gomito al tavolo degli amici, sghignazzando e lanciandosi occhiate complici insieme al suo migliore amico, i capelli d'ossidiana portati alla stessa maniera di Potter, arruffati sulla nuca, la frangetta che ricadeva sulla fronte candida.


Eppure l'idea di farsi servire da Sirius Black in persona non era affatto male...
Lily sorrise, assaporando la vendetta che si sarebbe consumata entro pochi secondi.


Levò il braccio in loro direzione, attirando neanche a dirlo, quasi immediatamente l'attenzione di James che si alzò di scatto, già pronto per correre al suo tavolo.


La rossa lo fulminò con lo sguardo, digrignando leggermente i denti come avvertimento; il bruno sembrò capire e si rimise docilmente al suo posto, indicandola poi con un cenno del capo e un sorriso ebete stampato sul volto.


Sirius si voltò per squadrarla, sbuffando; la raggiunse con passo strascicato e svogliato, sbattendo la mano sulla pagina piena di calcoli che la ragazza stava leggendo.


- Che vuoi Evansecchiona? - grugnì, decisamente poco felice di vederla.
La rossa emise un sospiro piuttosto teatrale, scostandosi con un movimento fluido della mano una ciocca di capelli cremisi e riavviandosela dietro all'orecchio, alzando poi gli occhi smeraldini sul bel viso di Black e donandogli un sorriso carico di ironia.


- Lo sai, i camerieri di solito dovrebbero essere più gentili - esclamò, candida e vera quanto i fiori di plastica ai lati della stanza.
Black annuì, liberandosi in un sorrisino che non prometteva nulla di buono e le si avvicinò maggiormente, rivolgendole uno sguardo da bravo ragazzo che decisamente non si sposava né con il suo nome né con la sua faccia.


- Hai ragione Evans, mi dispiace. Allora, con che cosa desideri ristorarti quest'oggi? - le domandò, lisciandosi la camicia candida con fare da seduttore.
Lily sbuffò, mordicchiando la matita sulla cima, ridacchiando sotto i baffi.


Davvero non si rendeva conto di quanto ridicolo risultava quando faceva quelle smorfie?
- Prenderò una tazza di thè caldo. Al limone. Odio la pesca - decise infine, tornando ai suoi compiti.


Sirius annuì, lasciando il suo tavolo per tornare qualche minuto dopo con una tazza di porcellana fra le mani, tra gli sguardi incuriositi dei Malandrini e quelli invidiosi dei ragazzi; Lily Evans era il sogno segreto di molti studenti, così come Sirius Black era il Playboy più ricercato del college.


Molti li guardavano con occhi ammirati e desiderosi, altri pensavano a loro come la coppia perfetta; a Lily venivano i brividi solo ad immaginarsi insieme a Black.


- Ecco a lei - sussurrò lascivo, appoggiando con delicatezza la tazza sul tavolo, di fianco ai libri, e ritirandosi leggermente verso l'esterno, in previsione della reazione che avrebbe avuto la ragazza.


La rossa non se ne accorse - e fu un errore.


Si portò la tazzina fumante alle labbra, inclinandola e socchiuse appena la bocca per accogliere il liquido ambrato; ma ciò che entrò venne irrimediabilmente sputato fuori quando le sue papille gustative elaborarono la triste realtà. Il sapore dolciastro e alquanto nauseante era esattamente quello di un thè alla pesca.


Lily balzò in piedi, scostando con un movimento brusco la sedia all'indietro, gli occhi spalancati e fiammeggianti per la rabbia, un rivolo di bevanda che scivolava all'angolo della bocca.


- Black! - ruggì, lanciandosi con il suo corpo di nemmeno sessanta chili per un metro e sessantacinque contro a quello del ragazzo, che la superava di un'abbondante spanna.


Caricò il braccio all'indietro, chiudendo la mano a pugno e lo scaraventò contro a quello del bruno, provocando un gemito di dolore da parte sua. - Tu! Sei un...un..-.


Inspirò a fondo, cercando di recuperare la calma e di darsi un contegno.


Odiava quando l'attenzione generale si spostava su di lei, era una ragazza piuttosto chiusa e preferiva stare fuori dai riflettori.
Peccato che in quel momento tutto il bar li stesse guardando con il fiato sospeso, in attesa dell'evolversi degli eventi.


Black da parte sua sogghignò soddisfatto, nonostante la mano stesse ancora massaggiando il punto in cui il pugno di Lily aveva colpito; quella ragazza poteva apparire piccola e fragile, ma quando voleva sapeva tirare fuori gli attributi.


Forse anche troppo bene.


- Fottiti - la sentì sibilare, mentre frugava nella borsa alla ricerca di qualche cosa. La vide mordersi nervosamente il labbro, come faceva sempre quando era irritata a causa di qualcuno, infine le labbra si tesero in un sorriso quando la mano trovò l'oggetto bramato.


Il respiro gli morì in gola, mentre il cuore gli si fermava nel petto.


- Evans! - urlò, strappandole di mano lo specchietto argenteo con il quale Lily stava tentando di darsi un'aggiustatina.
Lo prese fra le mani con delicatezza, come quando si ritrova un oggetto talmente prezioso e carico di ricordi tanto ricercato, studiandolo con avidità; non c'era nessun dubbio. Era esattamente lo stesso specchio che, dieci anni prima, aveva donato a quella bimbetta...


Alzò lo sguardo incredulo sulla ragazza, che in quel momento lo stava letteralmente trucidando con lo sguardo, le braccia incrociate sul petto.
Se gli sguardi avessero potuto uccidere...


Tentò di fare mente locale.


L'immagine di quella bimba così dolce dai capelli infuocati si sovrappose a quella della Evans, e per poco non urlò di sorpresa.
Dannazione...era lei!


- Questo...- balbettò, incapace di continuare, indicando con un dito lo specchio stretto nella mano.
Per fortuna Lily era una ragazza sveglia, e non passò molto tempo che anche lei comprese.


E reagì anche meglio del previsto.
Spalancò la bocca, lasciandosi scivolare lungo la sedia, decisamente sconvolta.


Si portò una mano fra i capelli, scuotendo ripetutamente il capo in segno negativo.
- Non ci posso credere...- sussurrò, le mani strette al bordo del tavolo.


Quella situazione stava diventando decisamente assurda.
Black era Sirius! In effetti, la cosa era così banale e palese che si stupì ella stessa di non averci pensato prima.


Avevano lo stesso nome, e ora che ci pensava, ogni volta che quell'idiota la squadrava con quegli occhi glaciali, la schiena veniva pervasa dagli stessi brividi di quella volta.


Lasciò che lo sguardo vagasse un pò sul resto del bar, che era tornato ad essere riempito dalle solite chiacchere; poco più in la Potter aveva distolto lo sguardo e ora confabulava fitto con Remus, lanciando di tanto in tanto occhiatine fugaci a loro indirizzo.


-Questo non cambia niente - chiarì Sirius, restituendole con un gesto forse un pò troppo affrettato lo specchietto, fissandola ancora con gli occhi fuori dalle orbite per la verità venuta a galla.


- Questo non cambia assolutamente niente - gli fece eco Lily, ricacciando l'oggetto nella borsa, e giusto per sottolineare la frase di poco prima lo schiaffeggiò nuovamente sul braccio.


- E mi devi un thè -
- Sì, te lo concedo Evansecchiona - accettò Black, dirigendosi nuovamente verso il bancone del bar.


Lily sospirò, un sorriso leggero quanto uno sbuffo d'aria le si disegnò appena sul volto.


Alla fine le loro strade si erano incrociate di nuovo. Ma per quanto stavolta?




Ed ecco quì il secondo capitoletto di questa ficcina *^*
Dunque che dire? Che siete meravigliose è poco. Le vostre parole, i vostri complimenti, le recensioni...mi onorate solamente aprendo la pagina sui miei lavori.
Non saprei esprimervi l'orgoglio che provo nel leggere i vostri commenti, perchè vuol dire che qualcosa sono riuscita a trasmettervi.
Un enorme, immenso grazie.
A Gray Winter, per il "piccolo capolavoro" che io affibierei più alle sue opere che alle mie.
A Jane Gallagher, per il suo commento serio, costruttivo e accurato, che mi ha sciolto il cuore.
E a Nana Bianca, per essere stata così coraggiosa da aprire per prima la pagina, e per la sua recensione così bella.
Grazie ragazze, questo è per voi, nonostante non sia un gran che.
Al prossimo capitolo!

Un bacio ed un inchino,
Eleanor P.
  
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