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Autore: poisonous rose    20/04/2011    4 recensioni
Niente è mai come sembra. Niente può portare una persona acqua e sapone a diventare improvvisamente una stronza colossale. Rose, lo sa bene questo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Where is the real Rose?
 
 


- Goodnight.


"Good night sleep tight.
Dream sweet dreams for me.
Dream sweet dreams for you."





 
Rose Weasley era famosa per varie ragioni. 
Era figlia di Hermione Granger e Ron Weasley, i migliori amici del Ragazzo-Sopravvissuto da un pezzo. 
Era la cugina di un quarto del corpo studentesco. 
Era la miglior nemica dei suoi cugini –di questo ne andava particolarmente fiera-. Ma soprattutto per due ragioni era famosa a Hogwarts e dintorni: era una Slytherine e, quando andava alle feste, si sballava dopo cinque o sei bicchieri di Firewhiskey. Scorpius Malfoy, era noto per simili ragioni. Solo che lui non aveva cugini sparsi in giro per scuola, almeno non quanto la Weasley; ed infine la sua migliore amica era la persona con cui nessuno si sarebbe mai immaginato che avrebbe mai potuto legare: quando i suoi avevano scoperto che era Rosie, uno aveva rischiato l'infarto e l'altro era rimasto stranamente impassibile. 
Comunque, anche se l'Ossigenato avesse bevuto come un camionista Babbano, non sarebbe mai riuscito a sbronzarsi. Aveva uno stomaco di ferro, lui. Inoltre, aveva la responsabilità di badare a Rosie. Non perché gliel’avesse chiesto qualcuno, chiariamoci. Ma perché ormai erano sei anni che quei due erano migliori amici e ormai si consideravano quasi fratelli, con delle provocazioni reciproche ogni due secondi, ma pur sempre quasi fratelli. Però destavano sospetti a chiunque li vedesse insieme, il giornalino scolastico parlava quasi sempre di loro ogni sacrosanto giorno. Ma sia Rose che Scorpius, se ne infischiavano. Quella era la loro vita e non se la sarebbero fatta rovinare ancor di più da sciocche malelingue, ce n’erano già abbastanza sul loro conto e non ne servivano altre.
In quel momento, i due si trovavano in Sala Comune. Lo stereo era ad alto volume, con delle canzoni sia di provenienza Babbana che del Mondo Magico, la Sala era imbandita di striscioni argento-verdi e cinque sei tavoli erano uniti e coperti da una tovaglia verde. Su quel bellissimo tavolo, c’era la maggior parte degli alcolici della scuola. Rose sorrise, li aveva presi lei il giorno prima. Sapeva benissimo che avrebbero vinto contro i Gryffindor nella partita di Quidditch. Scorpius la guardò scuotendo il capo sconsolato. Ormai si era arreso alla scaltrezza della migliore amica. Non poteva far altro che assecondarla, anche se le avesse detto “Ehi, non prendere gli alcolici che se ti beccano chiamano i tuoi!”, lei non l’avrebbe ascoltato, non l’avrebbe fatto soprattutto se avesse detto questo. Per cui, ragionare con Rose sulle trasgressioni delle regole scolastiche, era totalmente inutile. Per giunta, la Weasley era il Prefetto Slytherine. Quando Prevell era entrato nella loro Casata all’inizio anno ed aveva detto i nomi dei Prefetti.. beh, tutti erano rimasti a bocca asciutta quando aveva nominato Rose. Lei invece, aveva sorriso malignamente. Quella era la sua occasione per farla franca in ogni modo, in ogni occasione.
Scorpius la guardò, aveva un vestito corto – ridottissimo - che metteva in mostra le sue gambe lunghe e snelle. Era a giro maniche, nero, che riluceva alla luce soffusa delle candele. Aveva degli stivali, che le arrivavano alle ginocchia, bianchi. I capelli legati in una coda alta, con il ciuffo che le scendeva docilmente su una guancia. Era carina, bella, si corresse mentalmente. Rose alzò lo sguardo lentamente, setacciando la Sala per capire chi fosse stato invitato o meno. Infine, levando finalmente lo sguardo verso Scorpius, notò che il suo migliore amico stava lì, a fissarla.
Chinò per un secondo la sua maschera, sorridendo appena all'indirizzo di Scorpius senza farsi notare e poi scosse il capo reindossando la maschera. Non voleva chiedere a Scorpius che gli accadesse, uno sguardo bastava fra di loro. Lui scosse a sua volta il capo, scrollando le spalle e allora lei si andò a sedere sulla poltrona verde, vicino al caminetto con aria più rilassata e tranquilla. Quando si trattava di loro due, entrambi sembravano rinchiudersi in un bolla invisibile. Non parlavano, si guardavano solamente, e chi li capiva anche solo minimamente, si poteva considerare un genio. 
Accavallò le gambe e Scorpius ghignò appena, chi aveva voglia di richiamare con quel gesto? Le diede le spalle, avvicinandosi a Zabini.
« Zabini. » mormorò placcidamente, dandogli una pacca sulla spalla. Il ragazzo si girò, aprendo di poco la bocca con fare emozionato. « Oddio mio! Scorpius, amore mio! Ma come sei bello questa sera con questo pantalone bianco che ti dona da morire! » 
Zabini era un ottimo attore, un ottimo cugino ed un ottimo coglione. Alcune ragazzine del primo anno si girarono verso di loro e sgranarono gli occhi spaventate e sorprese, ad alcune di loro scappò quasi una lacrima. Temevano che il loro Principe Slytherine - Scorpius -fosse gay. Sarebbe stato un bello scandalo da sentire in giro fra le mura di Hogwarts, e per giunta, vedere la faccia di tutto il corpo studentesco femminile in crisi sarebbe stato esilarante. 
Scorpius diede uno schiaffo sulla testa a Zabini e ridacchiò appena, sorridendo alle ragazze per farle calmare. Loro gli sorrisero di rimando passando a fargli la scannerizzazione dei capi che indossava. Aveva indossato un pantalone bianco e una camicia nera, con scarpe abbinate. I capelli erano lasciati liberi, senza gelatina, scappò a tutte loro un sospiro innamorato seguito a sua volta da uno sguardo trasognato. Scorpius regalò loro uno sguardo ammaliatore per poi passare a guardare Rose, soltanto ora si era accorto che sembrava che si fossero messi d’accordo nel vestirsi. Maxxie intercettò il suo sguardo e ridacchiò dandogli una pacca derisoria sulla spalla, ormai abituato a quegli sguardi fra il cugino e la sua migliore amica. 
Maxxie Zabini aveva la stessa età del cugino, un colorito scuro, quasi abbronzato, i capelli neri e gli occhi chiari, celeste ghiaccio.
In quel momento indossava un gilet nero con dei disegni viola spruzzati qua e là, il pantalone era viola con dei disegni neri, che richiamavano l'attenzione. Aveva un ossessione maniacale per la moda, come d’altronde l’aveva anche per il poker e per l’alcool. Ma quello, era ovvio. Maxxie schioccò le dita davanti agli occhi del cugino, ormai totalmente andato nel fare la radiografia alla Weasley, che dopo poco si riprese guardandolo. Zabini gli porse un bicchiere stracolmo di Firewiskey, Scorpius non poté rifiutare assolutamente l’offerta di bere un drink.

Rose stava facendo la civetta –o almeno così sarebbe parso a chiunque-con Nott, Nicholas Nott. Figlio di Theodore Nott e Pansy Parkinson. Aveva degli occhi neri e un sorriso smagliante, i capelli castani. Un fisico niente male a detta di tutte quelle che lo volessero guardare: le poverine che avevano avuto l'ardore di farlo, poi si beccavano uno sguardo irato da parte della sorella del ragazzo, Marie, gelosissima di lui. 
Giocare nella squadra di Quidditch, creava sempre un certo vantaggio. 
Rose rise ad una sua battuta, senza capire nemmeno che avesse detto. Poi, lui le porse la mano chiedendole di ballare e lei scoppiò a ridere seriamente, attirando l'attenzione di due o tre persone là vicino. Era bello, più o meno intelligente ma, andiamo, nessuno chiedeva a Rosie di ballare. Lei non ballava, mai. In nessuna circostanza. Per questo odiava determinate feste. Ma, le amava quando c’era alcool a non finire. 
Si alzò lentamente, calcolando ogni minimo movimento e schioccò un bacio sulla guancia a Nott, un bacio molto casto che però indusse due o tre persone a guardarli, cercando di capire se si sarebbero spinti oltre o meno. 
« Magari, chiedi in giro su quello che faccio o meno, Nick. » disse lanconica, raggirandolo e andandosene vicino al caminetto. Alcuni ragazzi –qualche ora prima-, avevano montato una pedana in rialzo vicino a questo, piazzato un microfono sopra di esso e le casse dietro. Era strano che ci mancasse solo la band, in quella circostanza. Andò vicino al tavolo degli alcolici, afferrando un bicchiere con del Firewhiskey. Guardò il fondo del bicchiere ambrato e con la mente tornò a quando era bambina, quel colore le ricordava così tanto gli occhi della madre.. 
Scosse il capo vigorosamente per eliminare quei pensieri dalla sua testa. Erano fin troppo indesiderati lì dentro. Girò appena il capo, portando il bicchiere alle labbra con un gesto secco e veloce, non si poteva considerare la prima della classe in femminilità. Perlustrò la sala velocemente con lo sguardo, infine, i suoi occhi caddero su Scorpius, che stava vicino ad una ragazza del terzo anno, probabilmente nuova. Una fitta lancinante le invase poco sopra i polmoni, ma fece finta di niente, continuando a bere come se stesse ingerendo acqua. 
Durante quell’anno, erano arrivati molti nuovi studenti da Durmstrang e Beauxbaton per motivi a loro sconosciuti, eppure, la McGranitt aveva deciso di dire le cose come stavano solo ai ragazzini di Gryffindor.. peccato che lei non fosse Gryffindor ma Slytherine e sapesse tutto. 
Far mantenere un segreto a quei doppigiochisti ipocriti, era più difficile di trovare un Gorgosprizzo: il chè, era tutto dire. 
Scrollò le spalle continuando a guardare quella graziosa scenetta e ghignò appena, svuotando definitivamente tutto il bicchiere d’un sol colpo. Si avvicinò ai due lentamente, ma una figura le bloccò la strada. 
Rimase ferma ed impassibile, fissando lo stomaco di chi aveva davanti. Odiava che le sbarrassero la strada. Alzò finalmente lo sguardo, guardando Zabini che le sorrideva sornione. « Zabini. » mormorò lei con tono quasi piccato, era contenta di vederlo, più o meno. Lei e Zabini avevano un rapporto di amici-quasi-ex: avevano avuto una storiella da poco a insaputa di Scorpius, successivamente avevano deciso di comune accordo di non dirglielo, ma alla fine si era venuto a scoprire e dopo due settimane di tensioni, le acque erano ritornate calme su di loro, facendo sì che la loro 'non-amicizia', diventasse un rapporto di sopportazione. Come si sopportano i fratelli, in poche parole.
« Dimmi, tu e Scorpius avete clonato le vostre personalità? » le chiese mettendole un braccio intorno al collo con fare intimo. Incominciò a camminare mentre Rose rivolse uno sguardo fugace a Scorpius, poi, si fece trascinare da Maxxie al centro della sala, incurante degli sguardi che il suo fan club le rivolgeva. 
« Probabile. Tu piuttosto, ti sei fatto clonare la veste da un clown? » chiese ironica, notando solo in quel momento i vestiti stravaganti, ma soliti di Zabini. Lui arricciò il naso cercando di capire se fosse come pensava lui o meno, alla fine prevalse la prima opzione. Scrollò le spalle rilassato, sapeva che le sarebbe piaciuto il suo nuovo vestito. Schioccò un bacio sulla guancia a Rose e le prese le mani dolcemente. Rose sgranò gli occhi sorpresa, tentando di ritrarre le sue mani da quelle abbronzate dell'amico, ma con tentativi vani. Probabilmente aveva già bevuto o perso una partita a poker. Fatto sta che lei continuava a guardarlo spaventata, un ragazzo in circolazione come lui era difficile da gestire. Zabini si inginocchiò, guardandola con aria sognante e confermando la teoria che avesse sbattuto ripetutamente la testa contro un muro, poche ore prima. La ragazza roteò gli occhi al cielo iniziando a sudare freddo, perchè sempre nella sala comune accadevano queste cose?
« Weasley, Rose. » in quel momento, più della metà delle persone si girarono verso di loro, richiamate dalla voce straordinariamente soave di Zabini. Così, le altre persone che non si erano girate, vedendo i loro interlocutori fissarli, furono portati a girarsi automaticamente nella loro direzione. Seguire il gregge, era diventata un'azione solita per quei Slytherine che una volta disprezzavano l'unanimità. 
Non c’era una persona lì dentro che pensasse con la propria testa e agisse con le proprie mani. E, se lo faceva, era solo per scommessa. L'orgoglio era l'unica cosa che volevano mantenere, quei tizi. Nemmeno una persona agiva per amor proprio o forza di volontà, eccetto lei, Albus, Scorpius e Zabini, ovviamente. Ma, loro erano un caso a parte. 
Scorpius, che stava flirtando beatamente con quella biondina, si girò appena notando che era appena calato il silenzio più colossale e disumano nella Saletta. Non appena vide Rose e le sue mani in quelle di Zabini, la sua espressione da serena e rilassata passò ad una rigida e contenuta. Qualcuno, dopo quella festa, giurò di averlo visto rompere un bicchiere con le sue mani. 
Il biondastro alzò un sopracciglio appena, guardando il cugino con fare sospetto. Che avrebbe voluto fare, quello stimatore di un certo Armani? Chiedere la mano alla ragazza più irraggiungibile della scuola? Si sarebbero fatti quattro risate, fosse stato così. 
« Perché diamine non hai messo un qualcosa di viola su di te, questa sera!? » esclamò scandalizzato e la sua voce raggiunse un tono di qualche ottava più alto. Sembrava lo avessero appena privato degli attributi; si alzò di colpo lasciandole le mani, andandosene poi indignato verso il tavolo degli alcolici, dove le sue 'Mini-Armani' lo stavano aspettando con uno sguardo trasognante, mentre applaudivano per quello che aveva appena detto. 
Rose lo guardò a metà fra l'incertezza e la sopresa, per poi scoppiare a ridere, le Armanine la fulminarono con lo sguardo mentre Zabini alzava il bicchiere in alto, brindando con lei alla sua non-sanità mentale: le altre persone si misero a ridere con lei, non sapevano di preciso se quello che era appena avvenuto fosse stato uno scherzo creato da quei due al momento, oppure, se Zabini si fosse seriamente venduto gli ultimi due neuroni al Diavolo per avere il guardaroba di Armani. 
Scorpius sgranò gli occhi scandalizzato scuotendo velocemente il capo, scoppiò in una fragorosa risata anche lui guardando la sua amica che stava avendo dei sussulti per via delle risate.
La biondina affianco a lui sorrise appena, era raro vedere Scorpius Malfoy ridere così beatamente davanti a tutti, solitamente era così criptico. Ed era raro anche non vederlo vicino a Rose e viceversa. Quei due erano delle calamite umane, ovunque si trovasse l’altro, automaticamente quello arrivava dopo due minuti, non si sapeva come, ma riuscivano sempre a trovarsi. Anche quando erano in mezzo ad una folla, si trovavano. 
La biondina passò a guardare Zabini, quel ragazzo era strano, pensò tenendo sempre sott’occhio Scorpius. Sperava vivamente che non si allontanasse da lei per raggiungere quella Mezzosangue: alcuni pregiudizi non si potevano abbattere così facilmente, soprattutto con un elemento simile nella propria casata. Una traditrice del suo sangue. Tornò a guardare Zabini con fare attento, stava riprendendo alcune ragazzine perché sembrava, dopo il suo parere di Dio onnipotente della moda, si fossero vestite con i piedi. Sorrise appena e in quel preciso istante Zabini si voltò verso di lei scoccandole un’occhiata tutt’altro che cordiale. Rabbrividì e lasciò Scorpius vicino al tavolo degli alcolici, era sempre meglio allontanarsi da quella cerchia. 
“La cerchia dei reclusi” la chiamavano, il motivo era piuttosto ovvio.
Quando Rose Weasley aveva messo il suoi piedini da fatina nella tana dei Serpenti aveva pensato che mai e poi mai si sarebbe abbassata a fare le crudeltà che gli Slytherine riservavano a quelli delle altre casate. Nello stesso anno, al ritorno a casa per le vacanze natalizie, però, si era resa conto di quanto si fosse sbagliata. I suoi parenti avevano iniziato a trattarla con una differenza inaudita e allora lei, astuta intelligente e coraggiosa, si era messa all'opera. Aveva fatto amicizia con Zabini e, automaticamente, con Scorpius: erano arrivati a sopportarsi cordialmente. Inoltre, mentre Rose e Scorpius si dilettavano a lanciarsi Fatture a vicenda per puro divertimento, facendo così arrivare strillettere ogni due settimane a casa, il Biondino e Albus Potter avevano fatto amicizia. 
Albus Severus Potter, cugino di Rose, era anche lui uno Slytherine. Peccato che a lui i cugini, lo amassero ancora. Mentre con Rose, se si guardavano per i corridoi per sbaglio, era già tanto. Rose non tornava a casa dal secondo anno di Hogwarts, neppure per le vacanze estive. Preferiva andare da Scorpius, dove i suoi genitori la trattavano come una di famiglia.
Scorpius smise di ridere lentamente, afferrò un bicchiere di Firewhiskey e se lo portò alle labbra calcolando ogni minimo movimento. Si avvicinò con passo lento alla ragazza che continuava ad avere dei singhiozzi intermittenti a causa delle risate provocate da quel genio della Moda. Le arrivò da dietro e le porse il bicchiere lentamente, lei smise pian piano di ridere e guardò quella mano diafana che le porgeva il bicchiere con del liquido ambrato all’interno, con il sorriso che non accennava a diminuire. 
« Mi hai portato da bere. » non era una domanda, era una constatazione stupita più di quanto lei si potesse permettere in sua presenza.
« A quanto pare. » mormorò lui ironico, lei fece per prendere il bicchiere ma lui ritrasse la mano bevendone un altro sorso, per poi riporgerglielo. Lei alzò un sopracciglio sorridendo appena, non capendo che quel gesto era talmente intimo.. così non da lui, afferrò il bicchiere di vetro e si sedette sulla pedana di legno. Scorpius le si sedette affianco sfiorandole appena la gamba scoperta con le dita lunghe. Fatte per stringere. Lei sussultò appena, ma non se ne accorse nessuno se non Scorpius, il quale sorrise e appoggiò i palmi delle mani dietro di lui, stendendosi appena con un sorrisino stampato in volto. Quel sorrisino, che fece ridere qualche oca che si sentiva l'autrice di quel miracolo, suscitò anche lo stupore della ragazza che alzò la mano e gli diede un buffetto sulla testa ridacchiando all'espressione oltraggiata del biondino. 
In quel momento nella Sala Comune entrò Albus Potter, con ai suoi lati due ragazze mezze ubriache che gli sorridevano come se avessero appena visto Dio in persona. Zabini le squadrò appena, arcuando i sopraccigli per lo stupore. Sbuffò e si andò a sedere vicino a una ragazza mora, probabilmente del terzo anno. Le rivolse uno sguardo ammaliatore e lei arrossì. Ad Albus non sfuggì quel passaggio, infatti, sorrise divertito accarezzando la guancia di una delle due poverette. Rose girò il capo appena in tempo per vedere che un’altra ragazza si avvicinava al cugino zoppicando su una gamba. Aveva un tacco rotto, eppure voleva comunque provare ad ammaliarlo. La regina Slytherine scoppiò a ridere fragorosamente alla vista di quella scenetta così assurda, attirò, di conseguenza, l’attenzione del cugino che non l’aveva ancora notata per via delle sue fans. Si liberò delle sciacquette e andò a raggiungere Rose sorridente, ma non appena vide Scorpius con una mano vicino alla sua gamba il suo sorriso parve svanire, ma dopo poco ritornò più espansivo di prima. In molti pensavano che Albus Potter, mingherlino castano con occhi verdi del sesto anno, avesse subito una paralisi facciale, siccome non la smetteva mai di sorridere. Rose scosse il capo e Scorpius si portò una mano alla bocca, tentando di nascondere inutilmente una risata. 
« Ragazzi! Che ci fate qui, da soli? », la voce era un filino indagatrice, siccome se quei due stavano da soli significava 'Guai in vista', ma comunque era anche ironica. Primo, perché erano Pappa e Ciccia da anni e non si sarebbero certo allontanati per via dei pettegolezzi, delle famiglie o del cugino impiccione. Secondo, dire che erano “da soli” era un eufemismo bello e buono.
Attorno a loro c’erano coppiette, persone che non si conoscevano buttate una sull'altra sui divanetti ed infine, dietro ad Albus, c’erano i ragazzi che organizzavano i giochi, pronti a richiamare l’attenzione di tutti su di loro. Rose sorrise appena e guardò Scorpius, adagiato bellamente sulla pedana come se fosse di sua proprietà. Ma cosa non era di Scorpius lì dentro? 
Gli sfiorò la gamba con la sua mentre tentava di vedere che fine avesse fatto Zabini e lui si alzò di scatto, come scottato. Albus rise, Rose guardò il biondastro stranita, non era la prima volta quella che accadeva una cosa simile. Scrollò le spalle, tornando a guardare il cugino e quando fece per parlare, una voce sovrastò la sua. Si girò impettita, cercando di capire chi l'avesse fermata. 
« Madamoiselle et Monsieur, vi pregherei di sedervi tutti sui divanetti! Abbiamo trovato la nuova attrazione della serata! », Rose si alzò di scatto guardando Alphard, il capogruppo di quei ragazzi. Era un ragazzo alto e palestrato, nonostante non praticasse il Quidditch, occhi blu come il mare, capelli castani-biondi e sorriso smagliante. Iniziò a sentire improvvisamente l’aria afosa, alzò il braccio alla ricerca del bracciale, ma quello non era lì. Iniziò a respirare velocemente, mentre le gambe iniziavano a cederle, guardò Scorpius e poi Albus, le davano le spalle e non poteva chiedere aiuto a loro. Non gliel'avrebbe chiesto neanche se fossero stati girati verso di lei. Si girò ancora, cercando una via di uscita, di scampo. Non appena vide l’entrata per entrare nei dormitori dietro una ragazzina, sorrise e fece per andarsene, ma qualcuno la prese per un braccio facendola voltare di scatto, spaventata ed irrigidita. Le iniziava a girare la testa. 
Era Alphard. 
« Weasley, che dici se facciamo vedere a tutti il gioco dello Scambio? » 
Sbiancò e guardò il biondo, era irrigidito quasi quanto lei, ma guardava il muro alle sue spalle. Sgranò di poco gli occhi cercando di soffocare quel senso di essere in una stanza troppo piccola in un posto che non le si addiceva. Seguì Alphard sul palchetto con una nonchalance assurda, mentre dentro si sentiva morire. La stanza vorticava furiosamente verso di lei, come un tornado. 
« Uhm, è semplice. Ma è un gioco piuttosto schifoso. » disse lei ridendo appena, nervosa. Cercò con lo sguardo i due amici, ma loro guardavano altrove. Alphard le posò una mano sulla schiena, accarezzandola con il pollice, attirandola infine verso di se. Si voltò sorpresa, che poteva significare un contatto per una Slytherine senza cuore? Probabilmente, significava che la morte era vicina più di quanto immaginasse, o potesse immaginare.
La stanza vorticò altre tre volte, poi si fermò e Rose sperò fosse finita. 
« Direi di sì. Per cui, io e la band abbiamo organizzato un altro gioco e la nostra Reginetta cara, sarà la prima a provarlo! »
Si allontanò di scatto dal ragazzo, con l'aria di una che si trovava nell'occhio del ciclone ma aveva tutta la volontà inimmaginabile per resistere. 
Lo guardava dal basso del suo cipiglio, che in quel momento sembrava la vetta del monte Athos. Il ragazzo deglutì appena e poi scosse il capo, cercando la calma interiore ormai irritrovabile. 
« Oh tesoro, facciamo provare qualcun altro prima. So di essere la tua preferita, ma facciamo in modo tale che anche le altre ragazze si divertano. » la sfumatura irritata nella voce riuscì a coglierla anche Zabini, distante da lei di cinque o sei metri. Rose alzò un braccio indicando le ragazze che si erano appollaiate sulle braccia di Scorpius invitandole a salire cordialmente, il biondo raggelò. La calma prima della tempesta. « La ragazza che farà una miglior impressione, bacerà Scorpius Malfoy! » 
Forse, un tornado sarebbe stato meglio di quella massa imbufalita di ragazze, che desideravano ardentemente un bacio dal ragazzo.
Ma, la risata cristallina di Rose, con il tornado non sarebbe potuta nascere.
 
****
 
 
« Ti farò baciare Albus. » mormorò appoggiandosi alla parete più lontana da tutto quel trambusto. 
« Nah, ti ricordo che non partecipa alla competizione. » ridacchiò lei divertita. Si girò appena verso Scorpius, e neanche il tempo di guardarlo per due secondi che l’aveva presa per la vita e tirata verso di se, troppo vicino a lui per i loro standard. Lei si guardò intorno, nessuno li stava fissando, ma sapeva che loro, qualsiasi cosa avrebbero fatto, non avrebbero aperto bocca. La privacy fra gli Slytherine era la prima cosa. 
Lui ghignò appena vedendola di nuovo con l'attenzione su di se, era troppo discreta per fare qualsiasi cosa in pubblico. 
« Quindi non puoi baciare tuo cugino, non perché siete vincolati per via sanguinea, ma perché sono io quello che partecipa a questo gioco e tu vuoi baciare me. Mi sembra un ottimo ragionamento, Weasley. » disse sfiorandole il naso con il suo, si ritrasse improvvisamente mentre lei si appoggiava al muro affianco a lui. « C’è anche Alphard in competizione. » 
La mascella del discendente dei Malfoy si irrigidì notevolmente, ma solo Rosie se ne accorse. Si guardarono per alcuni minuti, erano sempre legati ad un filo,un filo talmente sottile che praticamente invisibile. Se si fosse spezzato,sarebbe avvenuto il putiferio. Scorpius distolse per primo lo sguardo, successivamente il suo corpo si staccò dalla parete, una biondina che si stava avvicinando. Era straordinario il fatto che a Slytherine ci fossero tante bionde ossigenate quanto cervelli calcolatori. « Scorpius. » fece lei con voce mielosa, fin troppo mielosa. Arrivò alle orecchie di Rose come una fitta dolorosa all’interno della cassa toracica. Odiava quel tipo di bionde, o forse, le odiava e basta. 
« Clarisse. » la sua voce, bassa e profonda, frantumò direttamente l'interno di quella cassa. 
Il filo alle volte avrebbe voluto urlare che alcuni comportamenti fra di loro erano da vietare. 
« Oca. » fece lei, imitando il tono di voce di entrambi i ragazzi. I quali si girarono di lei, l’una irritata e l’altro sorpreso. Sorpreso per tante ragioni. Rose si staccò lentamente dal muro, avvicinandosi a Scorpius e guardando di sottecchi la biondina. Si alzò sulle punte e sfiorò le sue labbra con il naso, fece per dirgli qualcosa, mentre Scorpius si irrigidiva impercettibilmente e le posava una mano sull'avambraccio. Lei si ritrasse velocemente salutando i due con la mano, mentre le si contorceva lo stomaco. Come sempre d'altronde. Si avvicinò al tavolo degli alcolici, allungandosi leggermente alla ricerca di un bicchiere non infetto. Appena lo ebbe trovato, lo riempì con del Firewiskey e lo portò alle labbra. Sentiva uno sguardo perforarle la schiena, arrivando dritto a quello che lei definiva come "organo che fa respirare". Non sapeva come definirlo, altrimenti. Si girò, dando ancor di più le spalle a quello sguardo, osservando la sala. Avvistò il cugino litigare con una ragazzina e ridacchiò, facendo per raggiungerli. 
« Rose Weasley, immediatamente al centro della pedana! Tocca anche a te Scorpius! »
Un silenzio abissale crollò sulla Sala degli Slytherine. Rose sbiancò, fermandosi di punto in bianco in mezzo alla sala, con un bicchiere a metà fra le sue labbra e il cadere dalla mano. Scorpius si irrigidì, la biondina gli diceva qualcosa ma lui aveva lo sguardo fisso su di Rose, incerto. 
Qualcun altro svenne, i membri del suo Fan Club probabilmente. Per schiantare al suolo al giorno d'oggi bastava dire il nome di Scorpius Malfoy con quello di Rose Weasley, era abbastanza semblice come cosa. Si evitavano tante scocciature in questo modo. E si evitava soprattutto di prendere bacchetta alla mano per schiantarle. Erano talmente fastidiose quelle ragazzine! Non capivano mai quando era il momento di stare zitte ed andarsene via, e quando era il momento di.. dileguarsi. Beh, in entrambi i casi dovevano comunque andarsene via quando Rosie era nei paraggi. Le odiava quasi quanto odiava perdere una partita di Quidditch, il che, era tutto dire. 
« Mi rifiuto categoricamente di cantare! » sibillò la ragazza riprendendosi improvvisamente, bevve il drink che aveva in mano, corregendolo con dell'Acquaviola, sperando di riuscire a calmarsi. Non doveva bere troppo, altrimenti avrebbe fatto cose che non si sarebbe ricordata mai, mentre le altre persone le avrebbero sicuramente scattato delle foto che sarebbero finite sul giornalino scolastico. Avrebbe di nuovo fatto scalpore. Ci mancava solo che la McGranitt la richiamasse nuovamente e i suoi genitori si recassero a scuola, ci mancava realmente solo quello. Poi, si sarebbe data definitivamente alla caccia dei Ricciocorni Schiattosi. Zia Luna l'avrebbe aiutata, insieme a zio George. Era soprendente il fatto che, gli unici a esserle rimasti vicino, fossero quei due pazzi. Luna, non era propriamente zia di sangue di Rose, ma per lei era un'ottima zia. Nonostante la sua pazzia, credeva fosse la persona più dolce e sincera di quel mondo. Zio George invece, quando aveva scoperto che era finita a Slytherine, le aveva schiacciato il cinque e l'aveva abbracciata. Era stato felice. Lui e zia Luna erano stati felici, fieri di lei. 
Scorpius l'afferrò per un braccio cercando trascinarla con se sulla pedana. Non voleva fare una brutta figura, dato che era stonato come una campana, ma scappare non sarebbe servito a nessuno. Rivolse uno sguardo fugace a Rose, la quale continuava a guardarsi intorno spaesata, alla ricerca di alcune figure scomparse dalla sua vita da secoli. Erano morti e sepolti ormai, ma non poteva fare a meno di cercarli. Sempre. 
Scorpius Hyperion Malfoy, notando la momentanea disorentazione della ragazza, sorrise appena. Le strinse il braccio e la tirò maggiormente a se, per scuoterla e darle la forza di andare avanti. 
« Smettila di muoverti come un pesce. Magari, se sali sul palco, il tuo amico Alphard ti nota di più così. » rispose lui freddo, aumentando la presa sul suo gomito e continuando a trascinarla. Odiava parlarle in quel modo, così freddo e distaccato quando si conoscevano da sei anni. Ma non poteva farne a meno, solo in quel modo la ragazza si faceva forza e andava avanti. Lasciando i pensieri crudeli alle spalle e pensando al futuro, un futuro dove lui ci sarebbe sempre stato. Anche se lei, probabilmente, non lo sapeva neppure. 
Si aprì un valico fra la folla per farli passare, Rose si stupì. Era sorpresa di come le persone continuassero ad aver paura di lei dopo quell'episodio. Guardò Scorpius, ripensando alle parole che aveva detto mentre continuava a trascinarla. Vide la pedana poco distante da loro e sgranò gli occhi, sorpresa di essere troppo leggera e facile da trascinare.
Piantò i talloni per terra, facendolo così fermare e fissandolo con sguardo omicida. Odiava quando le parlava in quel modo così superbo, senza minimamente capire per quale motivo lei si comportasse in quel modo così bambinesco. Litigavano spesso per quel motivo. Lui diceva che era inutile che pensasse di aver superato benissimo il passato quando non era vero e lei, imperterrita, negava e si batteva vigorosamente per la sua causa. Una causa senza alcun fine. 
Ma, comunque, alla fine finivano sul letto di uno dei due, alle due di notte, a mangiare Cioccorane come quando erano piccoli. Avevano iniziato a dodici anni ad andare nella camera dell'altro a quell'ora, quando si sentivano tristi depressi o altro sapevano benissimo dove trovare un conforto. Ma, il più delle volte, era Rose ad andare da lui. I suoi compagni di camera erano più abituati a vederla di quanto le sue compagne fossero abituate a vedere lui. Le dava fastidio che gli sbavassero dietro come dei cani bisognosi di nutrirsi. 
« Non puoi dirmi questo. » mormorò con voce tanto bassa, nessuno avrebbe potuto sentirla. Se non lui. 
Scorpius aveva un acutezza nell'udito straordinaria, quando parlava Rose. E lei se n'era accorta dopo le moltitudini di volte in cui lei lo malediceva sottovoce e lui ribatteva, nonostante fosse a metri di distanza. 
« Perchè? » 
« Scorpius, non sfidarmi. » rispose lei, sapeva che in quella semplice parola c'era il gioco di una vita. 
Ma, andando avanti con il tempo, si era scocciata di giocare con uno che imbrogliava addirittura più di lei. Perchè lei, per vincere su Scorpius e su se stessa, doveva imbrogliare obbligatoriamente. Ancora non era riuscita, però, a capire come facesse ad imbrogliare senza alcun mezzo a sua disposizione. 
Ma, essere un mago doveva pur servire a qualcosa, no?
Lui le si avvicinò, socchiudendo gli occhi ad una fessura, andando a sfiorarle il naso con il suo. Un brivido la percosse, ma rimase impassibile. Le accarezzò il gomito, ancora nella sua mano e con la mano libera le accarezzò l'interno del polso, con il pollice, facendo movimenti circolari. Socchiuse appena gli occhi, cercando di reprimere quei brividi, erano pur sempre in un luogo pubblico. Lei odiava quando si dimostravano tali effusioni dinnanzi a persone a lei, fondamentalmente, sconosciute. 
Gliel'avrebbe fatta pagare. 
« Ti sto ufficialmente sfidando, Weasley. » mormorò ghignando, per poi riprendere a trascinarla. Rimase stupita da quella reazione, ma era preparata più o meno a tutto. In sei anni di Hogwarts, ormai le persone avevano più o meno capito come reagiva lei dinnanzi alle sfide, tutti eccetto Scorpius. Girò appena il capo e vide nuovamente Albus discutere violentemente con un membro del suo Fan Club, le stava chiedendo di lasciarlo in pace. Zabini, dall'altro lato della stanza, stava discutendo con il membro onorario del suo di Fan Club siccome la ragazza, voleva sfidare il Fan Club di Albus, in quanto si considerassero migliori di loro. 
Rose scosse il capo decidendo di non pensarci, tornò a guardare Scorpius e un ghigno le naque spontaneo sulle labbra. Lei gliel'aveva detto di non sfidarlo. 
Afferrò la bacchetta da dentro la gonna e la accarezzò appena, ricordandosi il giorno in cui l'aveva presa. Non si accorse nemmeno che lei e Scorpius erano quasi arrivati sulla pedana,  ma non appena lo fece, mosse la bacchetta leggermente e un bicchiere con dentro del Firewhiskey apparve nella sua manina. Mentre Scorpius la tirava, ne bevve cinque o sei. Il bicchiere non appena si svuotava si riempiva, sorrise appena, soddisfatta. Gli incantesimi non verbali le erano sempre riusciti particolarmente bene. Le serviva solo quello per acquistare un po di coraggio in più, quello che non aveva per poter entrare a far parte dei Gryffindor. Perchè avrebbe dovuto essere coraggiosa? Lei era Slytherine, non Gryffindor. Non sarebbe mai stata Gryffindor. Solo ed unicamente una sporca, lurida, ingannevole, Slytherine. Slytherine. La casa dei traditori.
Bevve un ultimo sorso del suo settimo drink e fissò Scorpius, iniziava a sentirsi brilla. Inspirò a fondo e vide l'immagine del ragazzo sbiadirsi e oscillare violentemente, poi le sue mani la presero per le spalle e la voltarono verso il pubblico. Scorpius non le lasciò il gomito nemmeno in quel momento. Lasciarla avrebbe significato farla cadere a terra, e lui sapeva benissimo che lei non se lo poteva permettere.
Lei era Rose.
« Bene Miss, che vuole cantare? » 
Era la voce di Alphard quella, eppure a Rose sembrò così ovattata.. smielosa e lontana che le venne mal di stomaco a sentirla. Forse era l'acol. 
Si girò appena e vide il biondino sghignazzare, stava fissando Alphard che non l'aveva mai vista brilla. Rose rise appena, sia per l'effetto dell'acol che per la faccia di Alphard, avrebbe dovuto bere come massimo quattro bicchieri ed era arrivata a sette. Per giunta, Malferret, non l'aveva neppure fermata. Ritornò con lo sguardo sul biondastro e i loro sguardi si incatenarono. Come per magia. 
Arricciò le labbra socchiudendo gli occhi ad una fessura, interrompendo quel contatto mentre il biondino continuava reggerla. Almeno, non la faceva cadere. Almeno.
« Beh, è una canzone del mio di mondo. Per cui, prima di tutto.. vi dico una cosa, riferito a quelli che ci credono ancora, si intende » guardò Scorpius un secondo, poi suo cugino che finalmente le aveva prestato attenzione e Zabini, che l'aveva raggiunto e adesso teneva una mano sulla sua spalla « Voldemort è morto! E' decrepito signori miei! Per cui, accettate la nuova generazione e mettetevi in testa che ci sono veramente pochi Purosangue in giro! » continuò indietreggiando e aggrappandosi maggiormente a Scorpius, non sembrava fosse brilla, almeno ad un occhio esterno non sarebbe minimamente parso. Ma le persone che la conoscevano bene stavano scuotendo il capo violentemente e pensavano a come farla tacere senza dare troppo nell'occhio. Sapevano tutti che quelle cose che stava dicendo le pensava dal secondo anno di scuola, da quando l'avevano chiamata "Sporca Mezzosangue", aveva capito che c'erano ancora dei pregiudizi a Hogwarts.  Nessuno fiatava in sala comune, tutti tacevano e la stavano a guardare. Alcuni, erano sbiancati improvvisamente, altri avevano sorriso ed annuito. Che non si dicesse che a Slytherine ci fossero tutti Purosangue, eh! Negli ultimi anni erano entrati a far parte di quella casata anche Mezzosangue, come lei. 
Salì al meglio sul palchetto sorreggendosi a Scorpius, che la guardava con aria seria. L'aria nella sala diventò nuovamente asfissiante, le mancò il respiro e strinse il braccio con cui Scorpius la sorreggeva. Lui le strinse a sua volta la mano, nessuno avrebbe mai potuto notare quei gesti, se non da vicino. Lei gli lanciò un'occhiata per rassicurarlo, ci mancava solo che si sentisse male. Stava bene, ce l'avrebbe fatta. Insomma, cantare non era mica così difficile. 
Si mise davanti al microfono e si ravvivò i capelli con una mano portandosi Scorpius al suo fianco. 
« Alphard? Partiamo? » 
Il ragazzo annuì, riprendendosi improvvisamente. Si girò verso la sala e fece cenno di smettere di guardarla, già era abbastanza strana senza che loro si mettessero lì a fissarla. 
« Ad ogni modo, afferrate un bicchiere di Firewhiskey e sbronzatevi, cari! Ho cambiato dieci minuti fa la parola d'ordine. » esclamò ridacchiando. La sala tornò nuovamente piena di ogni sorta di rumore, bicchieri che si scontravano, persone che ridevano ed alcuni che bisbigliavano sperando che avrebbe fatto qualcosa di imbarazzante cantando. Ghignò, afferrando la bacchetta e agitandola. La musica partì. Guardò prima Scorpius, che continuava a tenerla nonostante lei provasse ad allontanarsi, e poi Alphard, che flirtava con una del secondo anno. Sorrise. 
Al diavolo il Firewiskey. 
 
****
 
Rose era decisamente abituata a sentirsi trascinare in camera da letto da Scorpius. Insomma, in sei anni aveva avuto più di qualche piccola sbornia. Lei aveva avuto quelle sbornie che si avevano solo il giorno prima del matrimonio, quando tradisci moglie o marito che sia in quella dannata festa dell'addio al celibato. Eppure, lei non si stava per sposare e continuava a vomitare di tanto in tanto per terra, mentre Scorpius si metteva ai ripari allontanandola dal suo corpo. Lui odiava il vomito, per questo aveva sempre bevuto poco alle feste. Non li piaceva dar spettacolo del suo intestino. 
« Sei una discarica umana, Weasley. » mormorò stringendola maggiormente al petto. Perchè sì, Scorpius la portava sempre in braccio quando tornavano da una qualsiasi voglia di festa. Perchè lei, se avesse fatto anche un piccolo passettino, sarebbe caduta a terra e avrebbe dormito lì fino all'indomani. 
« Grazie per il complimento Mal- » non continuò a parlare per via dell'attacco di vomito che si reimpossessò del suo stomaco. 
Erano quasi arrivati dinnanzi alla porta della stanza di Scorpius quando Rose si mosse tutta quanta fra le sue braccia.
« Se mi vedono pensano che stiamo per scopare. » disse, poggiando placcidamente il capo nell'incavo del collo di Scorpius. Lui sorrise appena, accarezzando la schiena di quella ragazza gracilina che si trovava fra le sue braccia. La portava in stanza non solo perchè lei non ce la faceva a reggersi, ma anche perchè aveva il compito di proteggerla. Se l'era ripromesso quando l'aveva vista piangere per la prima volta, e lui, le promesse le manteneva.
« Pensassero quel che gli pare. »
Aprì la porta con un calcio appena accennato ed entrarono nella sua stanza, tutta buia. Mormorò un "Lumos" e le luci si accesero, mostrando un Nott che si dava alla pazza gioia con una ragazzina, fin troppo piccola, nel suo letto. Ma a Slytherine perdevano tutti la verginità come se fosse acqua, per cui non si sorpresero più di tanto. Scorpius scosse il capo ridacchiando e mormorando un incantesimo chiuse le tendine del letto di quei due insonorizzando il tutto. Non voleva che lui e Rose non dormissero a causa di quegli schiamazzi. 
« Nott sei il solito raffinato! » urlò Rose ridacchiando, stringendosi maggiormente a Scorpius. Lui la fece scendere dalle sue braccia, mantenendola per la vita e indirizzandola verso il bagno. Lei teneva gli occhi chiusi e si era appoggiata al petto di lui, fidandosi come sempre ciecamente di quel biondastro. 
Entrarono in bagno lentamente e non appena la fece sedere sulla vasca del bagno, lei gli accarezzò la guancia e gli sorrise. Uno di quei sorrisi che faceva a pochi. Era un sorriso che splendeva, era bellissima quando sorrideva. 
« Spogliati, fatti una doccia e poi vieni a dormire. » le disse dandole un bacio sulla fronte, aprì il rubinetto della vasca alle sue spalle. Per tutti i due minuti in cui lui controllò se l'acqua andasse bene o meno per fare un bagno, lei rimase lì a guardarlo. La testa le doleva e il 'coso che la faceva respirare' batteva forte, sorrise accarezzando nuovamente la guancia di Scorpius. Non appena la vasca si riempì, lei non accennò ad allontanarsi. Anzi, si alzò e gli chiese con un tacito invito a darle una mano a spogliarsi. Lui rimase per qualche istante interdetto, non sapendo di preciso se lei fosse completamente ubriaca o meno, ma poi la fece girare e le abbassò la zip del vestito. Si fermò di scatto nel vedere che si stava togliendo il vestito dinnanzi a lui. Si allontanò da lei, lasciandole un senso di vuoto dentro, e le sorrise per rassicurarla, poi, uscì dal bagno richiudendosi la porta alle spalle. Si poggiò allo stupide del bagno rabbrividendo appena, rivivendo attimo per attimo quel momento, sospirò socchiudendo gli occhi mentre gli batteva il cuore.
Poco dopo, sentì Rose cantare. Ringraziando al cielo era sbronza e non poteva collegare gli eventi.
In quel preciso momento entrò Albus con Maxxie in stanza, lo guardarono stralunati e poi Maxxie si avvicinò a lui. Temeva che si potesse rompere guardandolo. 
« C'è Rose in bagno? »
Scorpius annuì, tenendo sempre gli occhi chiusi.
« Dici che l'ha stuprato? » chiese Zabini a Potter. Lui scrollò le spalle buttandosi poco dolcemente sul suo letto, vicino a quello di Nott.
« Nah, non starebbe qui con noi in tal caso. » l'altro annuì pensoso,poco dopo tentò di spostare Scorpius dalla porta ma con vani tentativi. Il biondastro aprì improvvisamente gli occhi fulminando l'amico. « Che vorresti fare, scusami? »
« Entrare. Merlino, Rose è nel nostro bagno nuda e tu non ci hai provato! Se permetti, entrerei io. »
E fece di nuovo per spostarlo, ma Scorpius gli diede uno schiaffo sulla nuca con un broncio in viso che fece ridere Albus.
« Direi che ci ha provato, ma poi ha avuto paura. » 
« Di farsela? Mentecatto! » la voce di Zabini aveva raggiunto le stelle, Albus gli fece cenno di abbassare la voce o Rose sarebbe uscita di lì molto presto.
Scorpius scosse il capo, strattonando Zabini e buttandolo sul letto di Al, poi si sedette sul suo infilandosi le mani nei capelli. Quella ragazza lo mandava in crisi.
« Razza di finto uomo! Và lì dentro e scopatela per Merlino! » 
La faccia di Zabini fu ricoperta di cuscini, scagliati sia da Scorpius che da Albus. Scoppiarono a ridere mentre le tendine del letto di Nott si aprirono. Se ne uscì una ragazza castana con un vestito sgualcito addosso che li salutava con un sorrisino imbarazzato e scappava via rossa in viso. Scoppiarono di nuovo a ridere alla vista della faccia sconvolta di Nott, che non poteva capire perché ridevano. Scorpius si stese, mentre Zabini lasciava libero il letto di Albus per entrare nel suo. Il biondo sorrise, i suoi amici erano un branco di scellerati. Ma ottimi per non pensare ai casini.
Poi, la porta del bagno si aprì e una Rose, con i capelli sciolti e una maglietta lunga a coprirle le gambe, uscì illuminata dalla luce del bagno. Nott e Zabini la guardarono sorridenti, come se stessero per ricevere la buonanotte dalla mammina.
« Albus, Zabini, Nott. » mormorò sorridendo loro. Era brilla, ma non abbastanza per gettarsi su di loro. Forse su Scorpius sì, ma forse eh. « Nott, finalmente! Temevo non saresti più uscito da lì dentro! » 
I ragazzi ridacchiarono con lei mentre si chiudeva la porta del bagno alle spalle e si sedeva affianco a Scorpius, lui le fece spazio e lei si stese al meglio, accavallando le gambe. Non c'erano bisogno di parole fra di loro, un gesto bastava per dire tutto. La coperta, poi, le salì improvvisamente sulle gambe a coprirla e vide Albus sorriderle mentre lei lo ammoniva mentalmente, non era più una ragazzina. Si diedero tutti la buonanotte mentre uno Zabini con gli occhi a cane bastonato chiedeva il bacio della buonanotte. Scorpius chiuse le tendine con un incantesimo e si tirò su di se Rose, la quale si aggrappò al meglio alle sue spalle e posò la testa nell'incavo del suo collo. La coprì con la coperta girandosi appena per farle un altro po di spazio. 
Scorpius sapeva di fresco, dopobarba e menta.
Scorpius sapeva di tante cose, me lei non gliel'avrebbe detto.
Scorpius, dal canto suo, sentiva l'odore di fragole e tante altre cose, avendo la testolina di Rose così vicino. Lei alzò appena il capo e si avvicinò alla bocca di Scorpius, sfiorandola dapprima con il naso e poi con le labbra. Lui le posò una mano sulla nuca ad accarezzargliela mentre l'altra era sul suo fianco, quasi sopra di lui. Fecero per approfondire il bacio, ma vennero puntualmente interrotti dai ragazzi che si erano appostati vicino alle tende, per sentire che facessero -l'idea era stata di Albus-.
« Vedete di non pomiciare! »
Rose sbuffò rimettendosi al suo posto e Scorpius ridacchiò.
« Ragazzi? » chiese con voce dolce.
Loro si affrettarono a rispondere con voce altrettanto dolce « Sii? »
« Andate a dormire o tolgo venti punti a testa! »
Si sentì un frusciare di coperte e qualcuno che cadde a terra imprecando. Scorpius e Rose risero sotto i baffi e poi si riabbracciarono. Al buio, lontano da tutti, era più facile essere se stessi. Era più facile essere amici in modo 'diverso'.
« Scorpius, grazie. Anche se non me lo ricorderò domani mattina, grazie. »
« Rose? »
Lei alzò il capo, nonostante fosse mezza addormentata voleva sapere che aveva da dirle.
« Si? »
Le si avvicinò e le diede un bacio fugace, non se lo sarebbe ricordato. Decisamente no.
« Buonanotte. » mormorò lui. 
Lei si appoggiò sul suo petto e si sentì di nuovo le voci di quei tre cretini mormorare un qualcosa simile a 'Ma che carini!', peccato che fossero talmente stanchi da non averli minimamente sentiti.
Le serate con le sbornie, erano quelle che tutti preferivano.
Ma per Rose e Scorpius, erano sempre le migliori.
 
 
 
 
 
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Siamo arrivati alla fine di questo capitolo!
Mi scuso per il ritardo, ma ho altre due storie da aggiornare. 
Ringrazio le persone che mi hanno messo fra i preferiti/seguiti/da ricordare. Ringrazio in particolare Idkwisshrsazy che mi ha recensito.
Fatemi sapere che ne pensate, continuo ad essere indecisa su questa storia. Non so se continuarla o meno..
Ah, la canzone è dei Beatles, come è giusto che sia. L'ho messa solo in relazione all'ultima parte, difatti con il resto del capitolo c'entra ben poco. Chiedo venia per chi non la consideri adatta al capitolo, ma sentendola me ne sono innamorata.
Beh, ci vediamo il prossimo mercoledì se non sabato 30.
Un bacione, shuttered.
   
 
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