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Autore: SLAPPYplatypus    22/04/2011    1 recensioni
questa è una cosa un po' strana. per me, almeno. insomma, è la prima cosa del genere che faccio, o meglio che provo a fare. vedi il titolo del capitolo? è una parola presa a caso dal dizionario, e provo a scriverci qualcosa sopra. è un gioco stupido e un po' preoccupante tra me e me. comunque.
sono cose molto corte, faccio fatica a scrivere tanto anche quando ho le idee chiare, quindi..
ecco.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ossessione


Guardasti la ragazza che ti sedeva di fianco sorridendo, mentre i suoi occhi si illuminavano e si sfiorava il naso con l'indice.
Volevi dirle un sacco di cose, ma la tua voce non voleva saperne. Volevi dirle che sentivi di capirla davvero, che eravate due persone uguali, due anime uguali. Che sapevi quanto male potesse fare il mondo, quanti sogni potesse distruggere senza battere ciglio. Volevi abbracciarla, stringerla forte e respirare a pieni polmoni l'odore dei suoi capelli. Sapevi che ci sarebbe sempre stato un posto per voi due, un angolo di universo in cui non sarebbe importato. Era proprio là, riuscivi a vederlo. Ecco, questo; questo era precisamente ciò che volevi dirle.
Amelia. Anche il suo nome, che ti scorreva muto sulla lingua, era dolce e delicato più di ogni cosa che fossi in grado di richiamare alla memoria.
Alzasti piano il braccio per chiamarla. Non sapevi cosa ti passava per la mente, forse il punto era proprio che non stavi pensando a niente in particolare, agivi semplicemente d'istinto. Ti bloccasti giusto in tempo, con un pensiero secco e acido nella testa. Ma che cosa sto facendo?, ti strillava una voce, la tua voce, nelle orecchie, obbligandoti ad incrociare le braccia.
Chinasti piano il capo verso di lei, un patetico e inconscio tentativo di sentire il suo profumo, carpirne una scia appena. Era dolce, troppo. Di una dolcezza che fa male al naso, ma che su di lei sembrava solo un delicato veleno, che inebisce lentamente e porta a vivere per un solo scopo: lei.
Amelia scosse piano le spalle, come per scacciare un insetto, e tu ti rintanasti nell'angolo più remoto del tuo sedile, su quella vecchia metropolitana buia, con la mano destra a coprirti il volto.
No.
Non ce l'avresti mai fatta, ed era inutile sperarci. Lei, lei così bella, non ti avrebbe mai guardato. Dovevi semplicemente rassegnarti all'idea. Ecco tutto.



Piccola nota dell'autrice:
Questo capitolo è stato scritto da me, ovviamente. Sì, beh, fa parte di questa raccolta di cose scritte un po' così, tanto per, e di questo ne abbiamo più o meno già parlato. Ci tenevo a dire, però, che questa è fortemente ispirata da una scena di uno spettacolo teatrale che sto/stiamo preparando. Si chiama Untold, scritto dalla mia professoressa di inglese, ed è veramente fantastico. Quindi, i crediti della linea generale vanno a lei. Credo che questa parte in particolare parli di stalking, visto dall'esterno tenendo in particolare considerazione le.. uhrm, motivazioni? dello stalker. E non vuol dire che io gli/le dia ragione. Ecco, chiudo qui o andrò avanti per pagine e pagine. Grazie, arrivederci.

   
 
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